Un bellissimo sito del 1998 , estremamente prezioso :

 

 

 

Il Cielo dei Navigatori

Un'avventura multimediale alla scoperta di come l'Uomo ha imparato ad usare gli astri del Cielo per conoscere ed esplorare la Terra

 

 

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/INDEX.HTM

 

 

 

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IN PARTICOLARE PER DEFINIRE IL RUOLO DI FIRENZE E DELLA TOSCANA NELLA SCOPERTA DEI NUOVI MONDI:

 

 

Geografia e fantasia nel medioevo

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/GEO_MED.HTM

 

 

 

 

Petrarca e Boccaccio, geografi...immaginari

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/PETR_BO1.HTM

 

 

La rinascita della Geografia

La rinascita della Geografia, nel tardo medioevo, è preparata da un progressivo allargarsi dell'orizzonte del mondo conosciuto, per effetto di una ripresa di contatto tra i diversi paesi del Mediterraneo. Questo è una conseguenza delle crociate e, ancora di più, delle rinnovate relazioni commerciali tra le città marinare. Ecco quindi che le carte nautiche ritornano ad essere precise, i contorni delle coste sono bene indicati, e il livello dell'accuratezza cresce molto da quando, nel XII secolo, viene introdotta la bussola. I primi documenti della cartografia nautica italiana sono di poco precedenti al 1300. Verso la fine del XIII secolo si inizia a navigare anche oltre le colonne d'Ercole, soprattutto grazie all'intraprendenza dei genovesi, ai quali si deve la riscoperta delle Canarie e dell'isola di Madera. Ben altri orizzonti si aprono ad oriente grazie soprattutto al contributo di Niccolò e Matteo Polo, veneziani che dalla Crimea si avventurarono fino alle regioni settentrionali della Cina, dove incontrarono Kublay Kan. Al loro ritorno portarono una missiva per il Pontefice. Rimessisi in cammino (1271), attraverso l'Armenia, la Persia, il Pamir, e la Mongolia fecero ritorno a Kambalù (Pechino), la capitale dell'impero mongolo. Rimasero in Cina per 17 anni conquistando la fiducia del sovrano che li incaricò anche di delicate missioni. Ebbero così modo di vedere dall'interno gli sterminati territori della Cina.
Marco Polo, alle tante notizie che aveva raccolto di persona o per sentito dire, poté aggiungerne tante altre durante il viaggio di ritorno, effettuato per via mare toccando la Birmania, l'India, Ceylon e Hormuz, nel golfo Persico. Il libro in cui Marco Polo racconta tutte le sue avventure divenne noto come il Milione e suscitò un grandissimo interesse. Sulle orme dei Polo, già alla fine del XIV secolo, missionari e mercanti si misero in viaggio verso la Cina e furono fondate società commerciali che si occuparono dei traffici con la Persia, con l'India e con la Cina. Il patrimonio di conoscenze andò così estendendosi tanto che, nelle carte geografiche del tempo, la struttura dell'Asia comincia ad essere già ben delineata.

 

 

 

Firenze e la Geografia nel XV secolo

Firenze, alla fine del trecento, era già un grande centro commerciale e, di conseguenza, aveva sviluppato un grande interesse negli studi geografici, che erano indispensabili sia per l'attivita' commerciale che per quella bancaria strettamente connessa. La cultura, in questo periodo, conobbe un importante rinnovamento, divennero disponibili, o furono letti con maggiore attenzione, libri che il medioevo aveva trascurato. Avvenne soprattutto un cambiamento di metodo, seguendo la strada indicata da Petrarca e Boccaccio. Furono studiati i testi antichi con un nuovo senso critico, la cultura del tempo fu messa in discussione ed analizzata, confrontandola con la parola scritta. Si cercò di fare un'analisi filologica dei testi per valutarne il significato, in rapporto con la cultura del periodo in cui questi erano stati scritti. Questo processo fu facilitato dal fatto che, allora, non vi era separazione tra cultura letteraria e scientifica e quindi la scienza antica veniva studiata e commentata da persone che avevano una grande dimestichezza con i testi latini, e che in seguito impararono anche a leggere il greco.

 

 

 

 

 

 

A Firenze si studia il greco

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/FIR_GRE1.HTM

 

Claudio Tolomeo e la Geografia dell' "Ecumene"

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/TOL_GEO1.HTM

 

 

Firenze, il Concilio dell'Unione e la nuova Geografia

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/CONCIL1.HTM

 

 

Paolo dal Pozzo Toscanelli e la distanza delle Indie

http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/CD_TESTI/TOSCNLLI.HTM

 

Toscanelli fu anche uno dei più eminenti rappresentanti di quella scuola di dotti che, raccolti in Firenze presso Santa Maria degli Angeli, si dedicavano allo studio della Geografia anche per fini essenzialmente pratici, legati alla grande rete di commerci di cui Firenze era al centro. Si narra che Toscanelli sottoponesse a dei veri e propri interrogatori gli stranieri di passaggio per Firenze. Sappiamo con sicurezza che ebbe molti contatti con viaggiatori provenienti dall'Asia, che apprezzò il "Milione" di Marco Polo, e che fu informato dei viaggi compiuti nell'Oceano Indiano da Niccolò de' Conti. Probabilmente i resoconti dei viaggiatori, che tendevano a sovrastimare le dimensioni dell'Asia, lo indussero a preferire le misure di longitudine di Marino da Tiro, per quanto riguarda la posizione delle coste orientali dell'Asia, rispetto a quelle più realistiche di Claudio Tolomeo.

Toscanelli esercitò un'influenza decisiva sulla decisione di Colombo di prendere il mare in cerca delle Indie orientali navigando verso Ovest. Toscanelli scrisse una lettera nel 1474 a un canonico portoghese, Ferdinando Martinez, che aveva avuto modo di conoscere in Italia, in cui sosteneva che la via più breve per raggiungere le Indie era proprio quella di navigare verso occidente. Per dare più valore alle sue idee Toscanelli allegò alla lettera una carta del mondo preparata da lui stesso, da cui risultava la superiorità della via occidentale rispetto alla circumnavigazione dell'Africa (che era la rotta tentata dai Portoghesi a quel tempo).

 

 

 

 

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Istoria Cronologica del ... Monastero degli Angioli di Firenze dell'Ordine ...

Di Gregorio Farulli

 

 

http://books.google.it/books?id=yS8_AAAAcAAJ&pg=PA215&dq=Santa+Maria+degli+Angioli+firenze&hl=it&sa=X&ei=B1X-UYTDMuTm7AbIn4DADg&ved=0CEgQ6AEwBA#v=onepage&q=Santa%20Maria%20degli%20Angioli%20firenze&f=false

 

 

da wikipedia

 

Di regola benedettina camaldolese, fu fondato nel 1295 da Guittone di Viva di Antonio d'Arezzo, cavalier Gaudente, appartenente all'Ordine dei frati Gaudenti, soppresso nel 1585, nella località detta Cafaggio, fuori del secondo cerchio delle mura e della porta di Balla, che era dove è ora la piazzetta di San Michele Visdomini e via de' Servi.

Questo convento venne costruito a somiglianza dell'Eremo di Camaldoli, cioè con tante celle quanti erano i frati, divise fra loro da un piccolo orto: ogni cella prendeva luce da una finestra sul tetto ed aveva un'altra finestra per il passaggio del vitto. La costruzione del Convento fu iniziata il 14 gennaio 1345, alla presenza della Signoria, delle Magistrature, del Clero e di un monaco camaldolese, Orlando, delegato del Priore generale dell'Ordine, Fridiano. L'Eremo e l'Oratorio annesso vennero intitolati a Santa Maria degli Angioli.

 

Nel 1348 l'Eremo venne ingrandito, incorporandovi alcune case che erano appartenute agli Alfani. Vi fiorì anche una celebre scuola di miniatura, rinnovatrice di questa forma d'arte, che ebbe fra gli esponenti più famosi Lorenzo Monaco. Per quattro secoli la strada che costeggiava il convento si chiamò Via degli Angioli: solo nel 1865 le venne dato il nome Via degli Alfani.

Nel 1378, durante il Tumulto dei Ciompi, una folla di rivoltosi, capeggiata da Cecco da Poggibonsi, invase il convento e furono uccisi il vice priore e due conversi. I codici miniati, custoditi nella sacrestia, furono salvi grazie alla difesa, capeggiata da Guido del Palagio e Vieri de' Medici.

Il convento fu centro artistico e culturale della Firenze umanistica, fu frequentato da Cosimo il Vecchio, Giovanni de' Medici (Leone X) e Lorenzo de' Medici, Luchino Visconti, che era sposato con una sorella di Pazzino Strozzi, Marsilio Ficino, Niccolò Niccoli, Paolo Toscanelli dal Pozzo, ecc. Essi si riunivano in questa sede, ospiti di Ambrogio Traversari, Priore Generale dell'Ordine Camaldolese, nella prima metà del XV secolo.

Questi umanisti si servivano dell'opera dei Camaldolesi che erano letterati, calligrafi, pittori, miniatori, cesellatori, orefici, ricamatori in oro, i quali trascrivevano i testi degli antichi classici greci e latini che ritrovavano. Alcuni di questi frati sono rimasti celebri: Bartolomeo della Gatta, Silvestro Gherarducci, Jacopo Bandinelli, il cui cadavere fu violato, per un eccesso di morboso entusiasmo, col taglio delle mani che avevano prodotto tanti capolavori, mani che furono conservate nella sacrestia come reliquie.

Da wikipedia

 

 

 

Paolo dal Pozzo Toscanelli nacque a Firenze nel 1397.

Dopo aver compiuto i primi studi superiori presso lo Studio fiorentino, si recò all'Università di Padova dove studiò matematica e si laureò in medicina. Fu amico di Leon Battista Alberti e di Filippo Brunelleschi, al quale insegnò nozioni di matematica. Si è supposto che lo abbia anche aiutato con i calcoli per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore. Proprio in questa chiesa, oggi possiamo osservare lo gnomone che Toscanelli realizzò, che all'epoca era il più alto mai costruito.

Le sue osservazioni di comete sono le prime di cui abbiamo notizia: determinò molte posizioni delle comete del 1433, 1449-1450, 1456, 1457 e 1472, tracciandone le orbite su mappe stellari da lui preparate.

Come cartografo, sulla base della Geografia di Tolomeo, che da poco era stata ritrovata e tradotta, disegnò un planisfero, purtroppo perduto, che mostrava come si potessero raggiungere le Indie attraverso l'Oceano Atlantico. Il suo calcolo, riproducendo gli errori commessi da Tolomeo, sottostimava la distanza da percorrere a questo scopo, riducendola a circa la metà di quella reale. È famosa una sua lettera ad Alfonso V del Portogallo (lettera che Cristoforo Colombo ben conosceva in quanto la trascrisse su uno dei propri libri), nella quale sosteneva che la via più breve per raggiungere l'Oriente dell'Asia fosse quella attraverso l'Atlantico.[