ALCUNI CONTRATTI DI POGGIO BRACCIOLINI

 

A cura del dr. Paolo Piccardi

 

Abbiamo visto l'importanza di Poggio Bracciolini nella vita di Francesco Piccardi

 

…………………Entra in scena Messer Poggio Bracciolini di Terranuova, il famoso umanista, che è necessario presentare, perché avrà un ruolo nell’ avviare Francesco al compito di copiatore di testi.

Poggio di Guccio (il cognome Bracciolini verrà creato successivamente) nacque a Terranova l’11 Febbraio 1380, nipote di un notaio e figlio di un modesto speziale che, fallito e oppresso dai creditori, dovette scappare ad Arezzo. Il ragazzo si dimostrò da subito portato per gli studi, tanto che il padre, prima della fine del secolo, decise di condurlo a Firenze per studiare notariato. A Firenze Poggio ebbe la fortuna di studiare con ottimi insegnanti di latino e di greco e di conoscere anche il Cancelliere Coluccio Salutati, il quale ne riconobbe la viva intelligenza e ansia di sapere, lo prese sotto la sua protezione e gli procurò qualche lavoro come copista.

Nel 1403 il giovane Poggio, terminati gli studi fiorentini, si trasferì a Roma, dove fu assunto, in qualità di copista, dal Cardinale Maramori. A Roma ebbe occasione di far conoscere la sua brilante intelligenza e la sottile diplomazia, tanto che Papa Bonifacio IX volle conoscerlo. lo esaminò e, soddisfatto, gli affidò l’importante incarico di Scrittore delle Lettere Apostoliche, rendendolo così membro effettivo della famiglia pontificia e consigliere del Papa. L’incarico non comportava solo prestigio, ma anche un lauto compenso, che Poggio utilizzò per risollevare le sorti della famiglia.

Muore il Papa e le faide vaticane portano all’elezione di più di un successore, uno dei quali Baldassarre Cossa, protetto da Cosimo de’ Medici, che prese il nome di Giovanni XXIII (il suo monumento funebre, nel Battistero di Firenze, fu commissionato proprio da Cosimo a Donatello e a Michelozzo). Per dirimere la controversia sorta con la presenza contemporanea di più Papi fu indetto il Concilio di Costanza (1414-1417), al quale Poggio partecipò al seguito di Giovanni XXIII, che finirà per essere deposto come antipapa. A causa di ciò Poggio perse l’impiego e accettò di andare in Inghilterra, al servizio del Cardinale di Beaufort. Solo nel 1423 potè riottenere il suo incarico a Roma. Nel frattempo, durante gli anni trascorsi a Costanza e in Inghilterra, Poggio esplorò le biblioteche dei monasteri, riuscendo a far tornare alla luce importanti manoscritti greci e latini, ritenuti ormai perduti. Dopo aver scovato un Tito Livio, ne fece personalmente una copia, che vendette per la somma di 120 fiorini, riuscendo a comprare una casa a Terranuova.

Fino al 1434 Poggio visse a Roma con un incarico importante, che gli permetteva non solo di coltivare la sua passione per i testi antichi e per intessere relazioni diplomatiche, ma anche per dare libero sfogo all’ altro aspetto della sua personalità, amante della bella vita e delle baldorie. Ebbe numerose amanti, da una delle quali, Lucia Pannelli, ebbe tre figli. In quel periodo frequentò l’importante comunità fiorentina, che viveva a Roma nel rione Ponte. (nota : Esch : Fiorentini a Roma, pag. 486) . Lo confermano le sue "Facezie", una raccolta di aneddoti e di racconti boccacceschi, alcuni dei quali farebbero arrossire un carrettiere. Non escludo che Francesco abbia potuto incontrarlo per la prima volta proprio a Roma.

Nel 1434 la peste a Roma spinge la corte pontificia a rifugiarsi a Firenze e Poggio ebbe la possibilità di trascorrere frequenti periodi a Terranuova, dove sistemò la casa costruendovi anche una biblioteca, dove ospitò tutti i libri finora acquistati e scritti. In quel periodo comprò anche una casa nel Piano di Ripoli. Mise anche la testa a posto e sposò Vaggia de’ Buondelmonti, nel 1436, dalla quale ebbe sei figli. Fino alla sua morte, nel 1459, Poggio visse fra Firenze e Roma, ricoprendo sempre importanti incarichi, giungendo ad essere nominato Cancelliere della Repubblica Fiorentina.

Poggio, benchè appassionato studioso e fine diplomatico, non dimenticò mai la povertà dell’ infanzia e i sacrifici sostenuti dal padre per permettergli quegli studi a Firenze, che gli avrebbero consentito la formidabile carriera. Durante la sua vita accumulò un’enorme ricchezza, valutata 7000 fiorini, che andò dispersa dopo la sua morte, a causa delle liti fra i numerosi figli, per dirimere le quali dovette intervenire addirittura Cosimo de’ Medici.

 

 

Dopo questo profilo di Poggio, che incontreremo di nuovo, torniamo ai due fratelli. Nelle successive due settimane altri due terreni vengono venduti:

 

A Bartolomeo di Nani d' Agnolo da Figline st. 7 ne' bucini adi 10 d'agosto 1436 (rogò) Ser Nuto da Figline f. 17

Catasto 1443

 

A Franc.o di nani d'agnolo da figline un campo di st. X alla Presana adi 20 d'agosto 1436 Messer Nuto da Figline f. 22

 

 

Dal seguente documento sembra di capire che Francesco e Niccolò vennero espropriati di due terreni dal Comune di Firenze, che li vendette a Poggio Bracciolini, il quale li girò alla Badia di Soffena:

 

A Messer Poggio da Terranuova adi 9 di settembre 1436 2 pezzi di terra gli vende el comune posto luno a ripa di gufi laltro alla fontaccia le quali esso Messer Poggio vende’ alla badia di Soffena e per f. 48 carta glienefe il comune

Catasto 1457

 

 

Poggio Bracciolini ha conservato copia del contratto, dal quale risulta che la Badia di Soffena possedeva due terreni in Terranuova, contigui alle proprietà di Poggio, il quale si rivolse addirittura a Papa Eugenio IV, affinchè il Vescovo di Fiesole, Benozzo Federighi, dispensasse la Badia dal divieto di alienazione e cedesse i due terreni a Poggio in cambio di due terreni (quelli dei Piccardi, appunto, che Poggio era riuscito ad ottenere dal Comune di Firenze) a Faella, ossia più prossimi a quelli di Terranuova. (Poggio Bracciolini, Contratti C. 34-41) Il testo integrale del contratto è in allegato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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