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CARNESECCHI : Storia del cognome " Carnesecchi "

Chiedo a chiunque possa fornirmi notizie su individui di cognome Carnesecchi di aiutarmi , questo sito e' affidato alla collaborazione di tutti

chiunque voglia dare nuovi contributi >>>>>>>>> contatti : pierluigi18faber@libero.it

ing. Pierluigi Carnesecchi

 

MANUALE di genealogia gratuito<====== clicca e consulta ( prima di andare avanti ) : puo' aiutare un poco a capire meglio

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

Carnesecchi e' uno dei tanti cognomi italiani strani . Ma e' ugualmente strano quanti siano quelli con questo cognome che meritano un ricordo particolare e forse un posto nella macrostoria

Carnegrassa ,carnemolla , carnefresca , carnebianca , carnesecca , carnesecchi , ..................da ragazzino fai fatica a portarlo un cognome cosi

Ci sono cognomi che mettono in imbarazzo un ragazzino

Da adulto quando ti rendi conto di quanta tanta storia ci sia dietro questi cognomi medioevali ne diventi orgoglioso. Come cambiano le prospettive

Questo saggio e' dedicato a tutti i bambini che si chiamano Carnesecchi perche' i genitori insegnino loro ad esserne orgogliosi di questo cognome sin da subito e principalmente a mio padre che avrebbe voluto leggerlo e a mio figlio che spero lo arricchisca

...............e anche a quel volutamente dimenticato Dante Carnesecchi ( il terribile Carnesecca ) che voleva rendere piu' giusto il mondo ed ebbe la forza d'animo di mettere in gioco ogni sua cosa.........ed odio' amando.

 

 

RICORDARE IL PASSATO SOLO PER COSTRUIRE IL FUTURO

 

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

 

 

LE ORIGINI ED I LUOGHI DEL COGNOME

 

'LA PRIMA FASE DELLA RICERCA CI HA PERMESSO DI TROVARE ALCUNI LUOGHI IN CUI IN CUI SI ORIGINA IL SOPRANNOME CARNESECCA ED IL COGNOME CARNESECCA / CARNESECCHI

ED ABBIAMO TROVATO NELLA ZONA NORD DELLA TOSCANA : FIRENZE e dintorni , PRATO , BADI , GLI INDIVIDUI PIU' ANTICHI CON QUESTO COGNOME........................

 

IL COGNOME MODERNO ( COME NOI LO INTENDIAMO ) , IN TOSCANA E' ELEMENTO D'INDIVIDUAZIONE CHE COMPARE NEL XII SECOLO : VERSO LA META' DEL XII SECOLO

NEL CASO DI CARNESECCA O CARNESECCHI DOBBIAMO ASPETTARE IL XIII O IL XIV SECOLO PER VEDERLO COMPARIRE

 

LE FASI SUCCESSIVE CI HANNO PERMESSO DI TRACCIARE UN "QUADRO MIGRATORIO" CHE VEDE IL COGNOME PUR USCENDO PRESTO E SOVENTE DAI LUOGHI D'ORIGINE ( COME SI CONFA' A GENTE COME QUELLA TOSCANA PROPENSA ALLA MERCATURA ) RARAMENTE ATTECCHIRE IN LUOGHI DIVERSI PER UNA FORTE VOLONTA' DI RIENTRO

 

ESCLUSO UN ESAME PIU' ATTENTO DELLA CITTA' DI PALERMO, SARA' SOLO NEL XVIII SECOLO CHE IL COGNOME SI RADICHERA' IN REGIONI DIVERSE DALLA TOSCANA cioe' : LAZIO E PUGLIA

SOLO POI NEL XIX e XX SECOLO IL COGNOME INIZIERA' A RADICARSI NELL'INTERA NAZIONE

il che si presta a diverse considerazioni

 

 

 

 

 

 

Compaiono a Siena a mezzo duecento con Ildibrandino detto Carnesecca . Suo figlio Gherardo (Ghezzo) verra' chiamato Ghezzo Carnesecchi nei documenti

Ma a Siena il cognome sembra non aver avuto grande fortuna e solo agli inizi del 1700 i Carnesecchi inizieranno ad abitare Siena proveniendo probabilmente da San Gimignano

 

A Firenze compaiono a fine duecento gia' nella classe dirigente ma non ancora cognominati Carnesecchi, cosa che avverra' solo intorno al 1360-1380

 

 

DURANTI - CARNESECCHI

Ugolino Verino circa 1480

Mutavere suae Durantes nomina prolis,

Ad nos quos superus jamdudum miserat Arnus;

Est opulenta domus Siccae cognomine Carnis.

 

 

Di loro Schiatta il Nome fu cambiato

Da quei Duranti che dalle pianure

Dell' Arno superiore da gran tempo

Eran venuti ad abitare fra noi.

L' appellazion dei Carnesecchi è nota,

E del pari assai ricca di fortuna.

 

.

 

Poi ad inizio 500 oltre ai Carnesecchi mercanti aaristocratici abbiamo iniziato ad incontrare a Firenze Carnesecchi lavoratori della terra ( ma tutt'uno coi Carnesecchi mercanti )

A Prato e' l'inizio del quattrocento a dare il battesimo al cognome Di alcuni di loro dobbiamo capire perche abbiano lo stesso stemma dei Carnesecchi fiorentini e lo difendano con tanta tenacia

I Carnesecchi di Quinto e di Bibbiena con molta probabilita sono riconducibili ai Carnesecchi aristocratici di Firenze

I piu' enigmatici sono i Carnesecchi di Ghezzano-Pisa ; coi Carnesecchi di Fucecchio ; coi Carnesecchi di San Gimignano ;coi Carnesecchi di Monte San Savino

 

 

 

DOBBIAMO ESAMINARE CON MOLTA ATTENZIONE CORTONA E BORGO SAN SEPOLCRO PER VIA DELLA PARENTELA CON LUCA SIGNORELLI !!!

 

 

LA PRESENZA NEL SUD DELLA TOSCANA COMPRESO IL SENESE VEDREMO ESSERE EVENTO MOLTO SUCCESSIVO AL CONCILIO DI TRENTO

QUINDI GENEALOGICAMENTE E ANAGRAFICAMENTE RICOSTRUIBILE COI REGISTRI RELIGIOSI

 

UNA SINTESI

 

 

 

 

PRESENTAZIONE DEL SITO : AL CANTO DEI CARNESECCHI

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LA STORIA DEL COGNOME "CARNESECCHI"

Ricerca di Pierluigi Carnesecchi

 

Da uno stesso blocco di marmo un Michelangelo ne cava fuori la Pieta' un artigiano ne cava fuori solo un lavandino

ho fatto quanto ho potuto

Pierluigi C.

 

Oggi qualcuno mi cita per qualche considerazione ritenuta interessante o per qualche storia dimenticata riportata all'attenzione. Credo che il sito abbia ancora molte cose da rivelare a chi vorra' frugarci dentro. Con questo sito in definitiva spero anch'io di esser ricordato dai Carnesecchi che verranno

 

 

presen tazione del sito

 

 

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tutte le pagine di questo sito.

Tempo presente e tempo passato sono entrambi presenti nel tempo futuro....e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato" ............T.S. Eliot

 

 

 

 

View the Carnesecchi coat of arms and history. Discover the Carnesecchi family history and the origin of surname Carnesecchi

NOTE , DOCUMENTI E CONSIDERAZIONI SULLA STORIA DI FIRENZE E CON LE VICENDE DEI CARNESECCHI A FIRENZE E IN TOSCANA

E DI MOLTE ALTRE FAMIGLIE FIORENTINE E TOSCANE

 

 

 

Ma a qual fine questo mondo è stato dunque formato? ripiglia Candido.

— Per farci arrabbiare, risponde Martino.

— Credete voi, dice Candido, che gli uomini si siano sempre vicendevolmente straziati, come lo fanno al presente?

ch’essi siano sempre stati bugiardi, furbi, perfidi, ingrati, assassini, pieni di debolezze, ladri, vili, invidiosi, ingordi, ubriaconi, avari, ambiziosi, sanguinari, calunniatori, discoli, fanatici, ipocriti e pazzi?

— Credete voi, dice Martino, che gli sparvieri abbian sempre mangiato degli uccelli quando ne han trovati?

— Sì, senza dubbio, dice Candido.

Ebbene, soggiunge Martino, se gli sparvieri han sempre avuto il medesimo carattere, perchè volete voi che gli uomini abbian cambiato il loro?

— Oh, dice Candido, vi è ben differenza perchè il libero arbitrio....

Così ragionando arrivarono a Bordeaux.

 

 

 

 

 

Siete capitati qui per puro caso ? Perche'dovreste perdere del tempo a visitare questo sito?

Se uno non si chiama Carnesecchi sembrerebbe non esserci alcuno scopo

In realta' questo sito e' qualcosa di piu' che la storia di un cognome.

E' un sito composto di molte pagine

Qui troverete suggerimenti e aiuti per cercare di costruire la vostra ricerca genealogica.

Qui potrete sentire tante voci ,ascoltare tante esperienze

Qui potrete trovare una serie di notizie sulla storia di Firenze e su alcune delle sue famiglie difficilmente rintracciabili altrove proposte cosi , come sono , tutte insieme

Indicazioni , consigli, talvolta utili per chiunque ami Firenze ed il suo passato.

Indicazioni , consigli in continuo divenire

 

 

Ricostruire la propria storia familiare e' per chiunque un'avventura affascinante densa di sorprese e di fatti inimmaginati

Non esiste famiglia italiana per quanto umile e povera che nello snodarsi dei secoli non conservi racconti eccezionali da sottrarre all'oblio

 

 

 

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PREAMBOLO

 

A chi avra' la curiosita' di addentrarsi in queste pagine e forse si smarrira' tra un rimando e l'altro potra' forse parere che io non abbia avuto null'altro da fare nella mia vita.

 

Ho cominciato questo sito nell'agosto 2003 quando mio figlio Giacomo aveva da poco compiuto i tre anni.

I quattro anni precedenti erano stati per me anni durissimi

Era nato Giacomo ma la gioia era attanagliata dalle paure e dalle ansie per la sua pesante prematurita'

La gravidanza di mia moglie era stata una cosa allucinante con continui rischi di aborto

Il mio lavoro era diventato poi un incubo : per una serie di circostanze imprevedibili mi ero trovato in mano alle banche esposto senza averne avuto vantaggi come fidejussore per piu' di trecento milioni

Avevo perso anche mia madre che era morta nell'agosto 2001

Battendomi con rabbia disperata con l'aiuto di qualche dio mossossi in mio favore ero finalmente riuscito a districarmi quasi miracolosamente da questi problemi

 

Dicono che le difficolta' uniscono : nel mio caso non e' andata cosi ……anzi

Avevo avuto con mia moglie un rapporto di affetto molto intenso

Dopo la nascita di Giacomo sembrava che le traversie affrontate insieme e superate ora ci spingessero da parti diverse

Avevamo un contorno di persone e di fatti estremamente particolare

Penso che la nostra divisione fosse nel desiderio di tanti

Io ero troppo preso ad uscire dai miei problemi per vedere e capire i suoi problemi e lei troppo presa dai problemi di quella gravidanza e di quella nascita cosi difficili per capire i miei : non ci siamo aiutati

 

Il sito nasceva in un momento in cui le cose pareva si stessero sistemando : Giacomo non aveva problemi : stava bene , era bello e vivace , le banche non erano piu' un incubo , la terra sotto i miei piedi pareva farsi piu' solida……….

La divisione da mia moglie spezzava questo equilibrio cosi faticosamente raggiunto : eravamo tutti e due stanchi e logori , avevamo avuto il torto di rifugiarci in due mondi distanti per leccarci ciascuno le proprie ferite senza darci conforto vicendevole e il torto forse di aver ascoltato cattivi ed interessati consiglieri che invece di placare avevano gettato benzina sul fuoco per favorire i loro piccoli egoismi

Io volevo da lei delle cose , lei voleva da me delle cose : tutti e due ci volevamo cambiare e non ci sapevamo piu' accettare per quello che eravamo

 

Cosi il sito nato come un inno alla gioia , come un inno di ringraziamento per questo figlio desiderato con struggimento estremo divenne il mio rifugio in quei momenti di estremo dolore una valvola di sfogo con cui stemperare le tensioni e le asprezze ; uno strumento con cui dirottare il pensiero da qualcosa di sgradito verso qualcosa di gradito

Molte delle mie ricerche sono nate come antidoto a momenti dolorosi , e visto che il sito e' cosi vasto questo sta a significare che allora ho macinato molto dolore

Piano piano la vita ha avuto il sopravvento : altre donne hanno fatto parte della mia vita

Fortunatamente sono poi capitate molte molte cose buone , ma mi e' rimasta l'abitudine a ritrovare nella costruzione del sito una parte di me stesso e cosi si e' esteso e cosi e' diventato ambizioso

E' rimasto comunque la manifestazione dell' amore verso mio figlio , della gratitudine verso mia moglie che questo figlio me l'ha dato e anche del rimpianto verso una parte della nostra vita che non abbiamo avuto il coraggio o la forza di vivere

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando ho iniziato a costruire questo sito ero fortunatamente ignorante e presuntuoso

L'ignoranza talvolta aiuta infatti e' come una nebbia che ti avvolge e ti impedisce di vedere le difficolta' e quindi ti impedisce di scoraggiarti

Chiedo perdono a tutti coloro che specie agli inizi ho importunato coi miei quesiti sciocchi e con le mie ipotesi strampalate

Sono comunque orgoglioso del risultato

E il bello spero debba ancora venire..................

ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia pierluigi18faber@libero.it

 

 

 

 

 

Professor Le Goff, perché ha scelto la storia?

«Mi ha sedotto da sempre. Però l’importante è capire quale storia. A me piace la storia che ti vedi passare davanti agli occhi. Negli Anni Trenta vivevo a Tolone con i miei genitori. Mi accorsi che per le strade si vedevano sempre più automobili e nelle case sempre più telefoni e frigoriferi. Noi eravamo una famiglia della piccola borghesia, mio padre era professore d’inglese, e non avevamo né automobile né telefono né frigorifero. C’era la ghiacciaia, e sento ancora il venditore ambulante di ghiaccio urlare per strada: "La glace! La glace!". E allora mi facevano scendere per comprarlo. Ma questo non è importante. L’importante, per me, è stato capire molto presto che l’avvento del frigorifero e la scomparsa della ghiacciaia era un avvenimento storico, perché cambiava la vita quotidiana, la vita delle persone, molto più delle guerre e dei Re. Per me, la storia è sempre stata storia sociale».

intervista di Alberto Mattioli a Jacques Le Goff e pubblicata su "La Stampa" il 28 Gennaio 2012

 

Le Goff ha riscritto temi e metodi della ricerca storiografica, innovandoli, ampliandoli, fondendo la storia con l’antropologia, non smettendo mai di chiedersi il perché delle cose e mantenendo sempre viva la curiosità, la voglia di andare a vedere, e conoscere, l’uomo, nascosto dietro il personaggio storico. Svelare il corpo, il quotidiano, dietro la patina del tempo e del mito.

 

 

Io ricordo che ogni uomo o donna e' inconoscibile agli altri ( nel presente come nel passato ) e ogni uomo o donna che emerge dal ricordo e' un'immagine sfocata solo di cio' che ha voluto o potuto far conoscere di se'

e comunque nel giudicare le azioni che ci rimangono ricordiamo quanto Massimo D’Azeglio scriveva: “Ma il giudicare l’uomo di un’età secondo le idee di un’altra è il più fallace ed ingiusto dei sistemi. Tanto per i meriti quanto per le colpe e gli errori, assai importa invece distinguere fra quelli che dipendono dall’uomo e quegli altri che dipendono dal tempo in cui vive” (I miei ricordi, cap.III).

 

 

nelle varie pagine di questo sito scorreranno storie diversissime : storie di gente umile e di gente importante , di gente povera e di gente ricca ,di gente di potere e di gente contro il potere , di gente che ha sofferto e gioito , di gente che e' vissuta o che si e' lasciata vivere

Storie conosciute o storie dimenticate

Storie non note e terribili come quelle dell'anarchico Dante e del fascista Curzio

Storie di gente che ha messo un piede nella storia e storie di gente che la storia l'ha subita

Storie di gente vissuta nell'opulenza e storie di gente che e' morta letteralmente di fame .

storie di gente che ha lasciato la vita a malincuore,storie di gente che ha accolto la morte come una liberazione

Storie diversissime

Storie comunque di gente che si chiamava come mi chiamo anch'io : Carnesecchi

 

Questa pagina introduttiva ha il compito di dare un quadro d'insieme ,lasciando alle altre pagine web (quasi un centinaio) il compito di chiarire meglio (fin dove sono riuscito) i vari argomenti

 

 

 

 

La prima fila il filo della vita, la seconda dispensa i destini, assegnandone uno a ogni individuo stabilendone anche la durata, e la terza, l'inesorabile, taglia il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni sono immutabili, neppure gli dèi possono cambiarle.

 

In realta' ogni uomo forgia la propria vita con le proprie scelte anche se il caso a volte gli concede poche alternative.

Ma non sempre e' sufficiente il valore o il merito. Grande alibi alle nostre sconfitte ma anche verita’ innegabile

E cosi la vita di ognuno di noi si dipana giorno per giorno e si incontra o si scontra con la vita degli altri e s’intreccia con le loro emozioni e con i loro sentimenti e talvolta la nostra vita cambia il suo corso o talvolta lo prosegue

Se quel giorno avessi …………

 

 

 

 

 

 

Assai ben balla a chi fortuna suona

 

 

Uffizi di Firenze Jacopo Ligozzi (Verona 1547 – Firenze 1627)

La tavoletta, in origine lo sportello di un mobile o il retro di uno specchio, raffigura la dea Fortuna corredata di tutti i suoi attributi. La dea è rappresentata in equilibrio su un globo terrestre, simbolo dell’instabilità che la caratterizza. Le ali rosse al piede sinistro indicano la sua fuggevolezza. Alla sua destra cadono una corona con uno scettro, un calamaio, due libri e un regolo, tutti simboli di poteri e mestieri terreni soggetti alla volubilità della dea. Le monete che scivolano nel vaso da un borsellino e ne escono trasformate in farfalle rappresentano la fugacità della ricchezza. Una figura alata, possibile raffigurazione del Tempo o della Morte, porge alla Fortuna un vassoio con una clessidra e dei fiori, memento del tempo che scorre e della transitorietà delle cose terrene. Il fragile vaso di vetro che la dea sorregge sul fianco destro..................................( testo dressa Monica Alderotti )

 

 

I dadi ci riportano alla causalità della vita, a quanto essa sia imprevedibile, proprio come i numeri che sortiscono dal lancio di dadi con infinite facce

 

 

 

 

IN QUESTA PAGINA NON TENTERO' DI SPIEGARE IL SENSO DELLA VITA CHE NON HO SCOPERTO , CHE NON CONOSCO

 

 

 

"Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.

Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.

E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa , chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno:

È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare."

 

Charles Baudelaire

 

 

 

IN QUESTA PAGINA ESPONGO COME HO SVOLTO IL COMPITO CHE MI SONO PREFISSO CIOE' QUELLO DI MANTENERE IL RICORDO DI PERSONE CHE VISSERO E CHE CREDO ABBIANO FORTEMENTE DESIDERATO DI NON ESSERE INGHIOTTITE DAL NULLA

 

 

 

Ma nel tener vivo e nel ricostruire le loro personalita' noi posteri affidandoci solo alle loro azioni sfioreremo solo l'apparenza

Ma e' giusto cosi : dobbiamo ricordarli come volevano esser ricordati : cioe' per cio' che ritenevano di buono ci fosse in loro o di buono avessero fatto

Sapendo che ciascuno di noi ha qualcosa di fatto che ricorda con imbarazzo o fastidio e che ciascuno di noi addolcisce il racconto dei propri ricordi e ne relega nel buio una parte celandoli con la massima cura agli altri e cercando di cancellarli a se stesso. Spesso peccati veniali o forse nemmeno peccati ma solo creduti tali

 

"E tuttavia" penso' ancora il professor Bergeret , " la dissimulazione e' la prima virtu' dell'uomo civile e la pietra angolare della societa'. Dissimulare le nostre idee e' per noi necessario come vestirci : un uomo che dice tutto quello che pensa, e cosi come lo pensa, e' inconcepibile in una citta', al pari di un uomo che vada nudo per le strade.

Se ad esempio io palesassi da Paillot , dove tuttavia la conversazione e' molto libera, le immagini che mi vengono in questo momento allo spirito , le idee che mi passano per la testa , cosi come entra in un camino un nugolo di streghe a cavallo di una scopa , se descrivessi il modo in cui mi raffiguro a un tratto la contessa de Gromance, le attitudini sconvenienti in cui io l'immagino , le fantasie che mi ispira , mille volte piu' maliziose ed indecenti, piu' assurde , piu' bizzarre , piu' chimeriche , piu' strane e mostruose , piu' pervertite...................................se mostrassi con esattezza la singolarita' delle mie erotiche fantasticherie, tutti mi crederebbero in preda ad una mania indegna .

E tuttavia so bene di essere un galantuomo , incline per natura a pensieri onesti , educato dalla vita e dalla meditazione a conservar la misura. modesto, votato interamente alle tranquille volutta' dell'intelligenza, nemico di ogni eccesso e alieno dal vizio come da una mostruosita'

Mentre se ne andava svolgendo tra se' queste singolari meditazioni il professor Bergeret vide.....................

 

La scrittrice Donna Tartt dice che : " sono i nostri segreti a definirci, e non il volto che mostriamo al mondo " ma la Bibbia dice che << l'albero si riconosce dai frutti che da >>

Non e' coraggioso l'uomo che non ha paura e' coraggioso l'uomo che sa vincere la sua paura e si costringe al coraggio

In ogni uomo e' nascosto male e bene in proporzioni diverse e sono le circostanze della vita e la lotta intima a far emergere il male o il bene traducendolo in azioni

E' quindi da queste azioni che noi scriveremo il ritratto di questi uomini e di queste donne

 

 

 

 

 

L'essere umano ha, dai tempi più antichi, onorato i propri antenati. Moltissime culture, seppur lontane tra loro geograficamente e idealmente, praticano il culto degli antenati.

Tale culto è basato sulla convinzione che l'anima di una persona sopravviva alla morte fisica e che possa proteggere i discendenti dall'aldilà

Venerazione rivolta ai defunti di una famiglia, di un gruppo, di un clan o di un popolo, che costituisce un elemento fondante dello spirito religioso di molte popolazioni e un importante fattore di identificazione sociale. Occorre distinguere un vero e proprio culto degli antenati all'interno del culto generico dei morti; l'uno e l'altro sono presenti in religioni tipologicamente diverse. Il culto degli antenati mitici e totemici, in particolare, si inserisce nel complesso religioso che contraddistingue i clan, dove gli antenati comuni sono la base stessa dell'appartenenza al gruppo.

L'espressione culto degli antenati si riferisce all'insieme delle pratiche e credenze religiose basate sull'idea che i membri defunti di una famiglia o di un clan veglino sui propri discendenti e siano in grado di influire positivamente o negativamente sul loro destino. I riti associati al culto degli antenati hanno in genere lo scopo di assicurare che gli antenati siano felici e ben disposti verso la propria discendenza.

Questa forma di religiosità ha una notevole importanza antropologica, essendo presente in moltissime culture. Vestigia di questa forma di religiosità si possono identificare anche in molte culture del mondo occidentale; un esempio è la festività cattolica della Commemorazione dei Defunti. Fra le culture in cui il culto degli antenati è presente in modo più radicato ed evidente si possono citare quella cinese e le numerose culture dell'Africa subsahariana.

In Cina, il culto degli antenati , ha lo scopo di onorare il ricordo delle imprese nobili degli antenati. Nella scala dei valori della morale cinese tradizionale, la pietà filiale (di cui l'adorazione degli antenati è un'estensione), è la principale.

L'uomo pietoso riconosce e onora nei genitori, negli anziani e negli antenati la causa ultima della propria esistenza.

(wikipedia)

 

 

 

Gli dei sono frutto di un meccanismo del pensiero: la speranza. C'e' dio solo perche' l'uomo ha bisogno di una figura come dio

Ma non esiste alcun dio

Tutto e' avvenuto perche' poteva avvenire

La "Natura" e' in un certo senso l'unica dea

la madre di tutto . E non ama i suoi figli tutti nel medesimo modo , anzi a pensarci bene e' una madre poco accorta e talvolta snaturata

 

 

NOI CERCHEREMO DI RICORDARE LA LUNGA CATENA CHE SI SNODA FINO A NOI , NON PERCHE' CREDIAMO ALLE FANTASIE DEI PRETI CHE TROPPO SPESSO LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI HANNO MANGIATO ALLE SPALLE DEI POVERI, FACENDO L'INTERESSE DEI RICCHI

( DECIMA VUOL DIRE CHE NOVE HANNO SEMPRE MANTENUTO UNO A FAR NIENTE CIOE' A RIPOSARE PARLANDO DI COSA VOLEVA UN DIO CHE NON AVEVA MAI VISTO NE CONOSCIUTO )

MA PER DEBITO VERSO CHI HA VIGILATO CON TREPIDAZIONE I NOSTRI PRIMI PASSI INCERTI, E CONSOLATO LE NOSTRE LACRIME E CONDIVISO COL CUORE LE NOSTRE GIOIE

 

 

 

LA VITA E LA MORTE IN SE SONO COSE TALMENTE EVANESCENTI ED EFFIMERE ED IN UN CERTO QUAL MODO TRAGICAMENTE RIDICOLE

IN CUI I DOLORI E LE SOFFERENZE S'INGIGANTISCONO

E LE GIOIE SVAPORANO AL FUOCO DELLE NOSTRE EMOZIONI E DELLA NOSTRA INCONTENTABILITA'

 

A QUESTA VITA A QUESTA MORTE OCCORRE COMUNQUE DARE UN SIGNIFICATO

ED IN MANCANZA DI OGNI ALTRA CERTEZZA

OGNI ESSERE UMANO SENTE IL BISOGNO ALMENO DI NON ESSERE DIMENTICATO

COSI DA SOTTRARSI IN QUALCHE MODO ALL'ANNICCHILIMENTO DELLA MORTE

 

CIASCUNO DI NOI HA BISOGNO DI LASCIARE MEMORIA , ANCHE PICCOLA , DEL PROPRIO PASSAGGIO NEL MONDO

HA BISOGNO INSOMMA DI ESSERE RICORDATO

.................ALMENO DALLE PERSONE CHE HA AMATO IN VITA

 

 

 

 

........Era un'iscrizione erotica e commemorativa nella quale Narciso enunciava in forma semplice e concisa , ma grossolana e sconveniente , i piaceri da lui stesso gustati su quella panchina, certo in grazia della notte indulgente , nelle braccia di Ernestina

Il professor Bergeret che gia' si preparava a sedersi al solito posto in cui aveva prodigato tanti pensieri nobili e sorridenti e tante volte aveva fatto accorrere al suo richiamo le caste Grazie , penso' che non era dicevole , per un onest'uomo , assidersi proprio sopra a quel monumento osceno consacrato alla Venere dei giardini. Si distolse dalla panchina commemorante e se ne ando' pensando.

" Oh, vano desiderio di gloria". Noi vogliamo vivere nella memoria degli uomini ; e se non siamo bene educati e persone civili , vogliamo che tutti sappiano dei nostri amori e delle nostre gioie , delle nostre pene e dei nostri rancori. Narciso pensa di non aver trionfato sulla virtu' di Ernestina se tutto l'universo non viene a saperlo.Per la stessa ragione Fidia traccio' il proprio nome amato sull'alluce del Giove olimpico. Oh esigenza dell'animo di espandersi, di traboccare ! "Oggi su questa panchina Narciso ha scopato Ernestina"

 

 

 

 

 

 

Questa , che segue , e' l'immagine di un manoscritto miniato proprieta' di un Carnesecchi fiorentino di quasi sei secoli fa

Un Carnesecchi che per il piacere di possedere l'opera (e' il "Driadeo d'amore" scritto da Luca Pulci ) se la ricopio' e la minio' nel 1478 aggiungendo lo stemma dei Carnesecchi fiorentini come segno orgoglioso di creazione e di possesso

Credo un modo di segnalare a coloro che sarebbero venuti dopo che Leonardo Carnesecchi era vissuto

Colto anche lui da quel prepotente bisogno di lasciare una traccia della propria vita

Perche' , come detto , ciascuno di noi , nella sua particolare tragedia di non capire il significato della vita , sente il bisogno di essere ricordato dopo la sua morte , non vuole perdersi come fumo nel vento.......

......ed anch'io voglio essere ricordato e prego per esserlo senza sapere perche' questo mi conforta

 

Quante considerazioni si potrebbero fare sull'homo sapiens immutabile dalle caverne ai giorni nostri capace di grandi gesti d'amore e di gesti di odio estremo di ferocia insensata, e comunque sempre assetato di una carezza e sempre alla ricerca del bello e della felicita'

troppo intelligente per rassegnarsi ad essere semplice ingranaggio di un meccanismo, troppo stupido per capire il meccanismo

 

 

Oggi questo manoscritto e' in Bodleian Libraries, Oxford University

http://bodley30.bodley.ox.ac.uk:8180/luna/servlet/detail/ODLodl~1~1~1297~101291:Il-Driadeo,-preceded-by-a-letter-to

 

 

......questo libro e di me Bernardo di Cristofano Carnesecchi e scripto di mia propria mano , chominciato adi XV novembre effinito q…. di xv di decembre 1478

 

Floral border with coat of arms of Carnesecchi di Firenze, supported by winged putti.

 

 

Ed ecco il senatore Antonio Carnesecchi , sommerso dai problemi economici affidare alla carta le sue traversie perche' i posteri sappiano e comprendano , giustifichino , come un uomo come lui magnifico mercante e uomo intelligente e potente finisca la sua vita con uno squassante fallimento

 

 

 

Ed e' giusto sia cosi . Ognuno appaia come ha provato a far credere di essere , anche se forse non ebbe forza sufficiente per essere

 

 

 

 

 

DEDICATO A TUTTI I CARNESECCHI

 

 

 

Forse la ricostruzione della storia dei Carnesecchi , a molti , potra' sembrare uno spreco di tempo con l'occuparsi di cose di poca o nessuna importanza e attualita',

Vivi il presente , vivi la tua vita ………..acqua passata non macina piu’

 

Eppure nella vita arriva sempre un momento in cui si cominciano a capire i nostri genitori in cui si comincia a ricordare , a capire i ricordi e a capire che cio' che ci e' stato dato non ci era dovuto , a provare gratitudine verso gli autori dei nostri giorni

Un momento in cui l’amore cieco si toglie la benda e diventa un amore riconoscente in cui ci assale la voglia di sapere di piu’ di quella moltitudine di persone che rappresentano il nostro passato e quel tempo in cui non esistevamo ma eravamo nel progetto della natura

 

Cosi questa ricerca non vuole essere niente di anacronistico , niente di infantile od inutile

E’ un bisogno

e' riscoprire l'odore della nostra tana , la tana dei nostri primi giorni

Vuole essere un modo di ritrovare

Nel nome di nostri comuni antenati antichi legami oggi dimenticati

E nel medesimo tempo

 

Vuole essere un modo di conservare la memoria di questi uomini e donne di cui siamo carne e sangue

 

E col ricordo quasi tenerli in vita

 

ridare un senso alle loro vite : alle loro sofferenze , alle loro gioie , ai loro errori , ai loro successi,

al loro coraggio , alle loro debolezze , ai loro sogni , alle loro paure ,

alle loro vicende umane

 

Un modo di combattere la caducita' della vita.

 

Forse un modo di dare loro il nostro amore postumo di figli e nipoti

e

pretendere dai nostri figli e nipoti lo stesso amore

in nome della stessa ragione

 

 

UN UOMO VIVE FINO A QUANDO QUALCUNO NE CONSERVA IL RICORDO

 

 

 

 

Morti i vecchi, i figli  perdono le tracce della propria genealogia . Non vanno oltre il limite dei nonni, non sanno piu’ da dove provenga la loro famiglia, da quanti anni, decenni o secoli abbia posto le radici nel paese dove  loro vivono, Hanno solo vaghi ricordi su qualche episodio di vita significativo per i loro antenati avendone sentito il racconto durante qualche circostanza familiare ma senza la volontà di farlo proprio, assimilandolo per tramandarlo ai propri figli.

Ogni essere umano avrebbe bisogno invece di sapere la sua origine e quello che i suoi progenitori hanno fatto nei tempi passati

Il sapere la propria origine appaga qualcosa in noi  e in qualche modo ci accresce .

Passamonti Vincenzo

Ardea (RM)  21/08/2009

 

 

 

 

 

GRATITUDINE

 

 

 

 

Tutta la nostra vita , la vita di ogni animale , di ogni pianta , di ogni microbo infinitesimo ha in se' il germe di una nuova serie di vite

Una catena infinita : noi , quelli che sono venuti , quelli che verranno

la vita e' il trionfo della propagazione della specie

 

Poi arriva la morte ................

 

 

 

 

 

La morte non e' niente.

Sono solamente passato dall'altra e' come se fossi nascosto nella stanza accanto

Io sono sempre io e tu sei sempre tu

Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora

Chiamami col nome che mi hai sempre dato , che ti e' familiare ; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato

Non cambiare tono di voce , non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere , di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme .

Prega , sorridi , pensami.

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima : pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto : e' la stessa di prima , c'e' una continuita che non si spezza .

Perche' dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente , solo perche' sono fuori dalla tua vista ?

Non sono lontano , sono dall'altra parte , proprio dietro l'angolo .

Rassicurati , va tutto bene .

Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata .

Asciuga le tue lacrime e non piangere , se mi ami : il tuo sorriso e' la mia pace .

 

Henry Scott Holland

 

 

 

[Sant'Agostino] I morti non sono degli assenti, sono degli invisibili. Tengono i loro occhi pieni di luce, nei nostri pieni di lacrime.“

 

 

 

 

 

 

 

 

CARI CARNESECCHI CHE LEGGETE STUPITEVI ANCHE VOI QUANTO MI SONO STUPITO IO

 

 

 

Prima di iniziare questa ricerca nel 2003 sapevo vagamente che nel passato era esistito un Carnesecchi famoso : Pietro , ma ignoravo tutto degli altri

Oggi che ho scritto queste pagine sono stupito .E anche voi cari Carnesecchi lontani sono convinto vi stupirete nel leggere

 

 

La stirpe non fa nobili le singulari persone , ma le singulari persone fanno nobili la stirpe

Dante Alighieri fiorentino , Convivio IV -- XX V

 

 

PRESENTAZIONE DEL SITO : AL CANTO DEI CARNESECCHI

 

LA STORIA DEL COGNOME "CARNESECCHI"

Non omnis moriar, multaque pars mei manebit in aeternum

 

 

presen tazione del sito

 

 

storia 1

 

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Discover the Carnesecchi's family history .View the Carnesecchi's coat of arms . Discover the Carnesecchi's Origin. Discover the origin of the surname Carnesecchi.

NOTE , DOCUMENTI E CONSIDERAZIONI SULLA STORIA DI FIRENZE E CON LE VICENDE DEI CARNESECCHI A FIRENZE E IN TOSCANA E DI MOLTE ALTRE FAMIGLIE FIORENTINE E TOSCANE

Ricerca di Pierluigi Carnesecchi,

 

Questo studio e' dedicato a mio figlio Giacomo , a mio padre Aleandro e a tutti i Carnesecchi ovunque si trovino quieti delle cose del mondo oppure intorcigliati in esse ed in particolare a tutti quei bambini di cognome Carnesecchi perche' imparino ad esserne orgogliosi

 

I figli sono la ragione di tutto

Noi mèsse pei figli, noi ombra pei figli de'figli, piantiamo l'ulivo.......Giovanni Pascoli

 

 

“Perché i figli salvano e tengono vivo il nome dei morti, come i sugheri, reggendo la rete, preservano il filo di lino dal fondo del mare." ESCHILO, Coefore

 

 

 

 

 

COSI SE AVETE LA POSSIBILITA? DI LEGGERE QUESTA STORIA INEDITA ( perche' questo cognome con cosi tanta storia , finora era senza storia scritta da tramandarsi ) , LO DOVETE A GIACOMO CARNESECCHI

 

Mio figlio Giacomo e' nato a Pisa il 27 luglio 2000

Giacomo e' un ragazzo molto molto speciale e' nato alla ventinovesima settimana , ha resistito ad una emorragia , alla rottura del sacco embrionale e alla perdita di liquido amniotico , al distacco della placenta , e' nato col cordone ombelicale avvolto intorno al collo . Alla nascita aveva bisogno di essere ventilato e pesava 1150 grammi, era alto 36,5 cm , la prima volta ha mangiato un c.c. di latte , adesso e' piu' alto della media , mangia come un lupo ed e' svelto e furbo come una volpe.

Ha voluto vivere ed ha lottato per vivere spero che la Vita gli sia grata di questo attaccamento e gli riservi salute e fortuna

La sua nascita e' stata in tutti i sensi il vero stimolo per questa ricerca

 

 

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

 

 

eccolo e' lui Giacomo piccolo : pero' gia' rimpolpato dalle cure di sua madre

 

 

 

chi non lavora non mangia

 

freghiamo i biscotti eh !

Giacomo Carnesecchi

 

 

 

 

dicembre 2003

 

sei anni

 

Giacomo aprile 2011

 

 

diciasette anni luglio 2017

 

 

 

 

 

STO CERCANDO DI FARE UNA COSA NON FACILE : LA RICOSTRUZIONE DI QUALUNQUE VICENDA E PERSONAGGIO LEGATI A QUESTO COGNOME ( ORIGINI ,GENEALOGIE, LUOGHI DI ORIGINE , SPOSTAMENTI , VICENDE ) : CHIUNQUE DI VOI CON LE INFORMAZIONI CHE POSSIEDE MI PUO' AIUTARE IN QUESTO LAVORO, IL SUO AIUTO SARA' CITATO , LEGANDO COSI IL SUO NOME A QUESTO LAVORO ( .......ANCHE LE MONTAGNE SI POSSONO COSTRUIRE CON TANTE TANTE PICCOLE MANCIATE DI TERRA E SOLO QUESTIONE DI TENACIA........).

 

Il sito e' QUINDI aperto a chiunque voglia dare nuovi contributi >>>>>>>>> contatti : pierluigi18faber@libero.it

 

Da cosa nasce cosa.............................Dante Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

QUESTA PAGINA WEB E' SOLO L'INTRODUZIONE

UN'INTRODUZIONE PER FAR CONOSCERE DI COSA SI PARLA NEL CENTINAIO DI PAGINE WEB CONSULTABILI IN QUESTO SITO

 

 

 

Se volete scrivere qualcosa anche voi sul sito vi mettero' a disposizione questo spazio a patto che l'argomento sia trattato con la serieta' che merita

 

 

Questo sito si e’ , nel tempo , trasformato divenendo da opera di uno solo un’opera a piu’ mani(*). Ma c’e’ ancora tantissimo da fare e qualunque ulteriore collaborazione e’ benvenuta

Chiunque possegga nozioni sulla storia delle famiglie fiorentine e di conseguenza sulla storia di Firenze e’ invitato a collaborare nel tentativo di creare un mosaico storico di Firenze il piu’ grande possibile. Il sito , inoltre , propaganda di verificare la macrostoria attraverso la microstoria delle vicende familiari cioe' cerca di evidenziare come la macrostoria sia spesso frutto di semplificazioni e stereotipi che cozzano contro la realta' delle vicende familiari e quindi come le vicende familiari anche le piu' modeste possano aiutare ad apportare correzioni anche significative alla storia scritta

Questo da una dignita' del tutto diversa alla ricerca familiare e comporta che la ricerca genealogica non debba essere un puro elenco di nomi ma debba cercare di scendere nel loro vissuto

Afferma che la ricerca familiare oltre a rispondere ad un bisogno inconscio dell'individuo ha una sua dignita' storica e che spesso le informazioni che si possono trarre dalle vicende di una famiglia ( non importa se del ceto dirigente o meno : si pensi quali indicazioni possono dare i fenomeni migratori interni ed esterni sulle vicende dell'economia ,.......) possano essere di grandissima utilita'

Ovviamente tutte le informazioni da voi fornite e/o tutte le pagine di cui sarete autori saranno sotto il vostro nome

 

Questo e' un sito in continuo divenire : per ora solo l'abbozzo di un opera che spero in futuro altri possano continuare

 

Un sito ambizioso quindi :un sito che vuol divenire col tempo un modo per fare storia in modo diverso

 

 

(*)

Insieme con me hanno scritto queste pagine con contributi massicci

il Dr PAOLO PICCARDI uno che non ama stare fermo : una grande passione per la ricerca storica benedetta spesso da risultati importanti

il Dr ANGELO GRAVANO-BARDELLI un genealogista formidabile con un amore particolare per Monte San Savino

Il dr ROBERTO SEGNINI implacabile segugio

La Drssa GIULIA GRAZI ch'io chiamo la madre putativa di Andrea Corsali

L'onere della ricerca genealogica su Crespina e San Gimignano e' invece ricaduto in massima parte sulle spalle di mio "cugino" ILIO CARNESECCHI di Livorno.

 

 

Tantissimi ( e i loro nomi li troverete su queste pagine a fianco del contributo ) mi hanno inviato centinaia di informazioni sparse

In modo particolare

Per l'araldica debbo molto a Francesco Bini collaboratore di Wikipedia , e implacabile scopritore e fotografo di stemmi oltre che esperto d'arte

Per le traduzioni dal latino quelle piu' ardue un grazie a Guido Buldrini

Per le notizie relative al territorio di Cascia la signora Maria Luisa Fantoni ,la professoressa Alessandra Ceccherelli e suo marito Roberto Cellai, l'archeologa Valentina Cimarri

Un grazie alla dottoressa Cecilia Frosinini dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze per le notizie su Masolino e Masaccio

All'amico dr Vieri Mazzoni che nei momenti difficili non mi abbandona mai

Paolo Gennai direttore scientifico del Polo museale della Valdelsa ;la dottoressa Graziella Giapponesi, la dottoressa Rita Romanelli

Come non ricordare il professor Alfeo Giacomelli dell'Universita' bolognese che mi ha fornito ampissimi dati sui Carnesecchi di Badi o la dottoressa Iole Vichi Imberciadori che mi ha fornito le genealogie della citta'di San Gimignano

Fiamma Chessa ,Fausto Bucci, Francesca Mariani , gli amici dei forum americani che mi hanno aiutato nella ricerca su Dante Carnesecchi.Maria Scarfi Cirone che ha scritto il libro .Sono veramente tantissime le persone che devo ringraziare

Troppi da nominare ma a tutti la gratitudine per l'aiuto

Comunque tutti sono nominati nelle varie pagine accanto ai contributi da loro dati. E sono veramente tanti

 

 

 

 

 

Ultimamente si sono aggiunti la signora LIDIA DALMAZZO e suo marito DANIELE DONATI che mi stanno fornendo molto materiale genealogico sui Carnesecchi di Badi

materiale che potra' esser utile anche ad altre famiglie originarie di Badi

....................

 

Le scrivo perché credo di poterla aiutare, se pur in piccolo modo, ad avere maggiori informazioni genealogiche sui Carnesecchi/Carnesecca di BADI degli ultimi quattro secoli

Mio marito, Donati Daniele, appartiene ad una famiglia originaria di Monte di Badi, una minuscola frazione situata, appunto, a "monte"del paese di Badi nel quale si è trasferito(?)… ha avuto origine(?) un ramo della famiglia CARNESECCA.

Da qualche anno, raccogliendo dati di ogni genere, ho provato a fare una cronologia storica che va … dall’inizio delle umane attività ai giorni nostri, riguardante Badi, e nel contempo ho tentato di ricostruire la genealogia dei nonni paterni di mio marito: DONATI e BUTTELLI, in assoluto i cognomi più prevalenti a BADI. Tra l’altro cerco di creare un archivio fotografico del passato: località, foto di "nonni"tenuti nei cassetti dei Badesi ecc.

Ci siamo appassionati all’impresa e contattando Don Emanuele, il parroco di S. PROSPERO, la parrocchia di BADI, ne abbiamo scoperto l’archivio storico, ancora in buone condizioni. L’abbiamo poi interamente fotografato e digitalizzato. Il lavoro ora è presso Don Emanuele, a disposizione gratuita di chiunque ne faccia richiesta per visionarlo o scaricarlo sul suo p.c.

L' archivio di S. PROSPERO è composto dal libro dei battesimi ( dal 1644), morti (dal 1639), matrimoni (dal 1622), cresime (dal 1625), stato delle anime ed altri scritti prevalentemente contabili. Da esso si ricavano dati anche sul ‘500.

Abbiamo inoltre digitalizzato l’archivio, molto parziale, della chiesa di STAGNO, e stiamo iniziando con quello della chiesa di TREPPIO che è depositato all’Arcivescovado di Bologna.

Negli archivi parrocchiali di Badi ci sono moltissimi CARNESECCA, sono tra i cognomi abbastanza riccorrenti a BADI, specialmente nel ‘600-‘700, dove si sono spesso imparentati con i DONATI ed i BUTTELLI.

Non mi è stato possibile fare una ricerca specifica sul suo cognome: da quasi tre anni quella sui BUTTELLI-DONATI impegna gran parte del mio tempo libero e richiede pazienza certosina …..

Posso però, e con vero piacere, fornirle l’intero archivio su cd,

Posso, inoltre, darle qualche ragguaglio sui Carnesecca che ho "incontrato" nella ricerca e che mi sembrano avere una qualche rilevanza nella storia del paese.

 

 

 

Un ringraziamento particolare

Alla redattrice capo di CameoTimes.com

Cameo Times< …CameoTimes.com è una pubblicazione Internet informativa sul tema dei cammei a New York

Per le informazioni e le immagini sull'incisore Francesco Carnesecchi di Roma

 

 

 

 

 

 

 

Questa pagina web quindi e' solo la pagina introduttiva : questo sito e' composto di oltre un centinaio di pagine web e se cercate qualcosa in particolare dovrete avere la pazienza di visitarle (dattiloscritte sarebbero sicuramente oltre 2000 ) : aiutandovi con la tabella dei link che vi rinviera' alla pagina scelta. 

Ho scelto questo sistema per rendere il sito un qualcosa di dinamico cioe' un sito in continua trasformazione in grado di adeguarsi via via a nuove informazioni

 

 

 

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Se volete comunicare con me la mia email e' pierluigi18faber@libero.it

Non c'e' bisogno di dire che per me sara' un piacere entrare in contatto con qualunque "cugino" in qualunque parte d'Italia .

 

 

 

 

 

 

Questo sito e' nato principalmente per mio figlio Giacomo , quasi per essere un libro di famiglia , alla maniera dei Toscani di una volta.

Un libro dedicato e per mio figlio che ha avuto una nascita cosi particolare , sicuramente non unica ma comunque sicuramente fuori dall'ordinario.

 

vai alla pagina di Giacomo Carnesecchi  ………………………Giacomo Carnesecchi mio figlio e vostro ospite un Carnesecchi del 2000 

 

 

Nello stesso tempo inevitabilmente un libro per tutti coloro che portano questo cognome  

Un libro che cerca di parlare di tutta la gente che porta o ha portato questo cognome

Un libro per tutti i Carnesecchi, un libro di tutti i Carnesecchi , un quaderno su cui tutti i Carnesecchi dovrebbero scrivere qualcosa

Un libro che probabilmente ubbidisce anche ad un mio bisogno inconscio……………………………..

 

 

 

Molti , tanti , troppi iniziano una ricerca genealogica sperando di trovare antenati nobili e potenti e si demotivano a fronte di realta’ diverse

Nella nostra societa' aleggia ancora il fascino del titolo nobiliare. Direi da parte di tutti noi

………….A ben pensarci una cosa anacronistica ed un pochino ridicola

Forse un riflesso condizionato che ci viene dal passato quando spesso il titolo identificava il potente.

Cosi molti si avvicinano alla ricerca genealogica solamente per ritrovare l'ipotetica nobilta' della propria famiglia.

E considerano deludente trovare invece solo degli artigiani , dei mercanti , o dei contadini

Questo e’ un errore

Talvolta c’e’ molta piu’ storia nelle famiglie contadine , o di lavoratori di quanto si possa immaginare

In Italia siamo pieni di piccoli nobili : di conti e di baroni di marchesi . In molti casi le loro famiglie non hanno mai fatto niente che li distinguesse dagli altri e devono il titolo alla bizzarria della fortuna .

Talvolta addirittura il titolo e' frutto verminoso di una ricchezza costruita e mantenuta sulla fatica e sui patimenti di tanta povera gente

Comunque questa ricerca spasmodica di trovare antenati illustri che ci fa capire quanto noi abbiamo bisogno di confrontarci col nostro passato . Di come la ricerca sul passato della nostra famiglia sia un bisogno inconscio

 

 

 

UN BISOGNO INCONSCIO……………………

 

Perche’ ricercare le nostre radici ? Perche' fare una ricerca storico genealogica ?

I morti sono morti , le loro vicende non interessano piu’ a nessuno

Conta solo cio’ che siamo noi………i nostri antenati non cambiano cio’ che siamo ………...Una briccone rimane un briccone anche se aveva il nonno santo……………..

…………………………………………………………………………………

In realta’ noi siamo anche il nostro passato

Non ci e’ certo possibile dimenticare nostro padre o nostra madre che sono le persone che piu’ ci hanno amato , che tutto ci hanno perdonato

Gli episodi della nostra fanciullezza riempiono ancora le nostre menti ,vivono in noi ,inteneriscono il nostro cuore , fanno comunque parte del nostro modo di essere.

Ed anche i racconti delle vicende dei nostri genitori fanno parte della nostra vita

E cosi quelle dei nonni

…………………………………….

Noi siamo atavicamente programmati per non vivere da soli per avere una famiglia , per avere un villaggio

Io credo sia nei meccanismi di questa nostra programmazione che risieda il nostro interesse alle vicende delle persone da cui discendiamo

Noi siamo programmati non solo per guardare avanti ma anche per ricordare

Buona parte della nostra vita emotiva e’ legata ai ricordi

……………………………………………….

 

Noi abbiamo bisogno di ritrovare il nostro passato , non so perche' ma ne abbiamo bisogno

 

Cercate le vostre radici !

Se vostro nonno era un pescatore , un macellaio , …… , siatene fieri . Perche’ era vostro nonno e sicuramente nella sua vita troverete mille atti di quell’eroismo quotidiano che sempre e’ necessario per vivere

…………………………………

……………………………………

Il mio bisnonno era un contadino e sicuramente passo’ dei momenti difficili ma mise al mondo dei figli li amo’ li crebbe , insegno’ loro ………e non fu meno degno di altri Carnesecchi che vissero in condizioni sociali piu’ vantaggiose …….e comunque , con la sua vita , anche lui partecipo’ a scrivere la storia ……….e principalmente anche lui fu amato dai suoi figli che erano i miei nonni ………..che io a mia volta amai…………………….

 

 

Un ultima cosa non annoiate gli estranei raccontando la storia della vostra famiglia.

Tenete il racconto per voi e per i vostri figli . Perche' e' il passato che crea il cemento tra la generazione futura e la generazione presente .

 

.

 

Strada facendo il piacere della ricerca mi ha preso la mano , ed ora questo sito contiene qui e la', forse, alcune considerazioni interessanti che metto all'attenzione di studiosi piu' attrezzati di me.Strada facendo questo sito e' diventato l'occasione per raccogliere documenti ed informazioni che riguardano la Firenze medioevale e rinascimentale

Una storia familiare non puo' essere una semplice elencazione di individui ma deve invece tentare di creare intorno ai nomi un vissuto

 In questa ottica in questo sito si cerca , per quello che mi e' stato possibile, di raccogliere informazioni sulla storia o almeno cerca di indicare dove poterle trovare .

Si citano libri e documenti e si cerca di essere d'aiuto a quanti altri hanno questo interesse , cercando di dare indicazioni a chi voglia iniziare una analoga ricerca

Molto spesso su queste pagine troverete citati Paolo Piccardi , Roberto Segnini , Angelo Gravano questo perche’ senza il loro costante aiuto molte informazioni sarebbero state precluse

 

 

 

 

 

 

Ho estrapolato dalle varie pagine del sito alcune notizie ad esempio di cio' che e' trattato nel sito

 

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il cognome Carnesecchi e' antico : medievale

La culla di questo cognome e' la Toscana e sembra proprio doversi trovare solo in Toscana l'origine delle diverse linee genealogiche

Nell'ottocento troviamo i Carnesecchi radicati nel Lazio, a Napoli , in Puglia , in Sicilia

In taluni casi ( Sicilia ) il radicamento potrebbe risalire al secolo XV/XVI

In altri al secolo XVI ( Puglia )

Non ci sono indizi per poter parlare di un origine autoctona in luoghi fuori dalla Toscana

 

 

 

Ed e' quindi calpestando queste zolle che seguiremo la maggior parte delle storie piu' antiche

 

In Toscana , nei secoli XIII XIV XV come vedremo nello svilupparsi dello studio vi sono tre luoghi in cui troviamo gente con questo cognome :

Firenze , Prato, Badi

Nello studio non sono riuscito a chiarire completamente se esistono o meno legami tra i gruppi di questi luoghi

Ho potuto solo fare delle ipotesi senza dare certezze

Nel XVI secolo la situazione si complica ulteriormente

Compaiono intorno a Firenze dei Carnesecchi lavoratori della terra

Io ritengo questi far parte dei Carnesecchi fiorentini impoveriti e costretti ad abbandonare la condizione mercantile degli antenati

 

A Quinto fiorentino e a Bibbiena compaiono dei Carnesecchi

Anche questi li ritengo legati ai Carnesecchi di Firenze

 

non ho chiarito la situazione di questi Carnesecchi progenitori di una larga progenie

 

 

In definitiva ad inizio 500 oltre ai Carnesecchi lavoratori della terra ma ascrivibili ai Carnesecchi di Firenze ci troviamo a far i conti :

coi Carnesecchi di Prato di cui dobbiamo capire perche abbiano lo stesso stemma dei Carnesecchi fiorentini e lo difendano con tanta tenacia

coi Carnesecchi di Quinto e di Bibbiena con molta probabilita riconducibili a Firenze

coi Carnesecchi di Ghezzano-Pisa ; coi Carnesecchi di Fucecchio ; coi Carnesecchi di San Gimignano ;coi Carnesecchi di Monte San Savino

 

 

di cui non so determinare l'origine

Da notare che nell'uso toscano quel Carnesecha non e' detto sia un soprannome , sovente uno cognominato Carnesecchi da solo era detto il Carneseccha o il Carnesecco

Cosi come il Ferrucci era detto Ferruccio o il Macchiavelli Macchiavello

 

 

 

Firenze e' una citta' straordinaria

 

 

 

La storia di Firenze e' ancora piu' straordinaria. Qui vissero uomini orgogliosi e quasi presuntuosi , uomini che amarono la liberta'e la loro citta' con struggimento e ferocia. Accaddero qui cose ancor oggi difficili da capire.

Cose che stimolano la nostra immaginazione ad estreme acrobazie

Cosi questo sito si prefigge di divenire un posto dove infilarsi e dove rimanere un poco per saperne un po di piu' di quelle vicende ormai passate ma su cui merita ancora di riflettere

 

 

Il mistero di un destino straordinario

Gen.Massimo Iacopi

(pubblicato sul Bollettino SUBASIO di Assisi, n. 4/12 del dicembre 2004)

Dal Boccaccio al Brunelleschi, da Giotto a Michelangelo, a Galileo …. Fra il 13° ed il 17° secolo ogni decennio ha visto sorgere una nuova generazione di artisti, pensatori, scienziati. Come spiegare una tale ricchezza ? Lo straordinario destino di Firenze resta per certi aspetti un enigma. Anche se la sua geografia, le sue istituzioni politiche, il suo dinamismo ci possono aiutare a renderlo più comprensibile.

Raramente nella storia dell’umanità una città ha contribuito, per oltre tre secoli, com’è successo a Firenze in particolare dalla fine del 13° secolo all’inizio del 17°, ad inventare o a reinventare quasi tutti gli orizzonti delle attività dell’uomo. In quel periodo Firenze ha infatti rinnovato le teorie e le tecniche della pittura, della scultura e dell’architettura, ha possentemente contribuito a disegnare un nuovo spazio economico in Europa e nel Mediterraneo ed ha concorso alla revisione dei concetti politici , teologici e culturali che sono oggi alla base della nostra civiltà.

I nomi legati a questa città, costituiscono una stupefacente legione di artisti, di innovatori, di pensatori e di scienziati: (per dire solo di alcuni nati o forgiatisi a Firenze o comunque di sangue fiorentino ) dal Boccaccio al Petrarca , da Donatello al Brunelleschi , da Giotto a Michelangelo , da Masaccio al Cellini , da Michelozzo al Ghiberti , dal Botticelli a Paolo Uccello , dal Ghirlandaio al Verrocchio , da Leon Battista Alberti a Paolo Dal Pozzo Toscanelli, dal Guicciardini al Machiavelli , da Guido Cavalcanti a Lorenzo il Magnifico , ….. Senza dimenticare altri personaggi di statura mondiale, quali, un Leonardo da Vinci , un Galileo Galilei un Dante Alighieri o un Amerigo Vespucci che appartengono ormai non solo a Firenze ma al bagaglio della tradizione culturale europea. Questi pochi nomi riassumono da soli la grande storia di una città che ha espresso nel tempo una energia vitale diretta ed incontenibile.

Come spiegare un destino così rilevante, una profusione artistica così prorompente, talmente evidente sia nella stessa città, sia nei musei e nelle collezioni private sparse per tutto il mondo ? Come si spiega che tanti aspetti della civiltà occidentale si siano potuti esprimere nell’angusto spazio di un quadrilatero dell’ampiezza massima di meno di un chilometro e mezzo, posto fra il Convento di S. Marco a Nord, S. Croce ad Est, l’Oltrarno fino a Porta Romana a Sud e S. Maria Novella ad Ovest ?

 

 

da un saggio del dr Sergio Tognetti :

..............Spostiamo perciò la nostra riflessione su un testo davvero inconsueto e a suo modo straordinariamente parlante: lo Specchio umano di Domenico Lenzi, mercante di cereali nella Firenze della prima metà del Trecento. Di fronte all’incrudelire delle crisi annonarie degli anni Venti e Trenta, il biadaiolo, operante nel centralissimo mercato di Orsanmichele, decise di utilizzare la sua contabilità privata per assemblarla con i ricordi personali e dei colleghi, in modo da plasmare un singolare prodotto letterario, a metà strada tra un mercuriale e una cronaca commerciale. Il Lenzi pensava oltre che ai posteri anche alla sua personale gloria e ingaggiò copisti e miniaturisti per impreziosire il codice che avrebbe dovuto garantirgli una sorta di immortalità. Chi mai, in qualsiasi altro luogo dell’Europa trecentesca, avrebbe potuto pensare che una narrazione storica infarcita di liste di prezzi, quantità e qualità di cereali e di leguminose, inframmezzate da provvedimenti tecnici degli uffici annonari, opinioni degli addetti al settore e vibranti proteste dei consumatori, avrebbe garantito al suo redattore una fama di lunga durata?

 

 

 

 

 

Si parlera' anche di Cascia nel Reggello culla dei Carnesecchi fiorentini

 

 

 

Si parlera' della indomita citta' di Prato seppur con molta indeterminazione sulle sue tre famiglie Carnesecchi

 

 

 

 

Si parlera' anche di un piccolo paese sull' Appennino pistoiese / bolognese : Badi

 

 

Sull’Appennino Tosco-Emiliano, nella zona compresa tra le due Limentre, sul versante bolognese, si trova Badi (600 m. s.l.m.). E’ situato proprio a confine con la Toscana ed e’ una frazione del comune di Castel di Casio, a breve distanza da Porretta Terme (Bo).

E’ adagiato sui fianchi del monte La Tose ( m.1130) ed e’ lambito dal lago di Suviana di cui costituisce, per gran parte, la sponda destra.

Il paese, tipicamente di montagna, e’ formato da diverse borgate sparse, alcune tra loro vicine, altre tra loro lontane e da case isolate, tanto che guardando da lontano, ritorna alla mente l’immagine del Manzoni: "ville sparse e biancheggianti sul pendio come branchi di pecore pascenti".

La maggior parte delle borgate e delle abitazioni si trovano sul fianco nord- orientale. La chiesa parrocchiale e le numerose case nei pressi ed in particolare lungo la strada provinciale, costituiscono il centro del paese e sono un nucleo abitato importante, ma non hanno la caratteristica del borgo.

La borgata più grande e più antica e’ invece Massovrana, considerata il centro storico di Badi. Vi si trovano infatti fabbricati molto antichi con una disposizione delle case ed un’urbanistica tipicamente medioevali: edifici addossati gli uni agli altri, una torretta e vie molto strette.

Altre borgate di una certa consistenza sono: Poggiomoreccio, vicino al lago; l‘Agnedo, subito sopra la chiesa; Casa Badino e Casa Niccolo’, nelle immediate vicinanze. Nella parte più alta del paese si trovano Piamori e la Collina. Si tratta dei nuclei maggiori, ma sparsi in tutto il territorio vi sono ancora numerosi agglomerati formati da poche o da parecchie case (Il Casellino, Cà di Lorenzo, L’Uccellaia,ecc.).

Sul fianco occidentale sono dislocati tre borghi abbastanza consistenti (il Poggio, Moscacchia e il Poggiolino) a qualche km dal centro. Diversi piccoli borghi si trovano sul versante orientale,ma più in alto e sono denominati nel loro complesso : Monte di Badi.

http://www.prolocobadi.it/

 

 

E si parlera' di San Gimignano e Cellole che hanno ospitato nella meta' del cinquecento un ampia colonia di Carnesecchi , sparsasi nei secoli successivi tuttintorno

 

 

 

 

 

 

Parleremo delle vicende di molti uomini e donne di cognome Carnesecchi

 

 

 

Nelle 29 generazioni di cognome CARNESECCHI ci sono stati al massimo un 15.000 individui con questo cognome Ho trovato solo circa 200-300 individui notabili cioe' individui che hanno lasciato tracce ben visibili nel ricordo dei contemporanei ed ancora rintracciabili ( spesso con enorme fatica e pazienza ) Il tempo non e' generoso e tende a non lasciare vivere la memoria

Ho resuscitato storie note alla loro generazione ma poi dimenticate E' stato un lavoro quasi da archeologo con i reperti estratti dal buio della terra e ripuliti con il pennello per evitare che si perdesse il colore

 

Nella storia degli individui con questo cognome anticamente spiccano i Carnesecchi di Firenze che hanno avuto un ruolo di rilievo nella storia di questa citta'

e quindi attirano piu' di altri l'attenzione

 

Sono quasi tutte storie poco conosciute perche' anche dei Carnesecchi fiorentini ,che sono i piu' noti , nessuno ha mai scritto una storia organica

Eppure come vedrete in queste pagine lo avrebbero meritato

 

 

Il padre Giuseppe Maria Mecatti nella sua " Storia genealogica della nobilta' e cittadinanza di Firenze " ( Napoli 1754 ) riporta da pagina 5 a pagina 111 alcune notizie storiche sulle famiglie fiorentine prese dal Mariani

a pagina 40-41 scrive :

Carnesecchi : Sono molto antichi , e si dissero gia' dei Duranti . Hanno avuto 49 Priori , 11 Gonfalonieri , ed 8 senatori ; oltre ad un Cavaliere di Malta , ed alcuni Cavalieri di San Stefano . Per loro chiamasi il Canto de' Carnesecchi dal Centauro , ove era la casa di Francesco Maria , il quale non e' molto ch'e' passato all'altra vita senza successione .

 

Poco di piu’ si potrebbe raccogliere da altri autori , e con moltissimi errori nei legami genealogici

Dobbiamo osservare pure che non esisteva prima di questa ricerca alcuno studio genealogico attendibile sui Carnesecchi di Firenze ( un grazie particolare su questa materia deve andare al dr Angelo Gravano Bardelli )

Le poche righe scritte scritte in proposito erano abbastanza inesatte , e cosi pure i riferimenti ai legami genealogici tra i vari personaggi ( gli errori pero' come vedremo sono assai facili per l'utilizzo di un numero limitatissimo di nomi nei vari rami )

 

 

 

 

I CARNESECCHI CHI ERAN ( E SONO ) COSTORO ?

 

 

 Santi di Tito , Chiesa di Santa Maria Novella : L'angelo avrebbe le fattezze di Virgilio di Ridolfo Carnesecchi

 

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Carnesecchi e' un cognome toscano . I Toscani hanno fantasia per i cognomi : Mangiatroie , Strozzafichi , Porcelli ,Porcellini , Cicciaporci , Pisciaincanto , Paperini , Del Belculaccio , Bischeri ( qui dicono sian stati i Bischeri a meritarsi l'apparentamento ) …………

Anche " Carnesecchi " parebbe rispondere a questa sapidezza toscana ( ma e' probabile che Carnesecca nel caso dei fiorentini si leghi al mestiere di macellaio di carne suina o comunque di pizzicagnolo e non abbia niente a che vedere con la magrezza del progenitore)

Fuori di Toscana e' un cognome particolare ed inconsueto , non e' un cognome che passa inosservato, talvolta disagevole da portare : Diciamocela tutta all'apparenza Carnesecca non e' proprio il massimo come cognome

Un cognome che impari ad accettare perche' e' il tuo cognome , ma di cui dopo aver letto queste pagine diventerete orgogliosi e sono sicuro non lo vorrete piu' cambiare con nessun altro perche' come vedrete legate a questo cognome ci sono un numero incredibile di storie straordinarie

storie importanti , storie fuori del comune , storie purtroppo ormai pochissimo conosciute e che vale la pena di raccontare e tramandare.

 

 

Fuori Toscana il cognome e' sicuramente inconsueto

E’ ben strano questo nostro cognome di Carnesecchi

Un cognome che specie fuori di Toscana a volte ti mette in imbarazzo e comunque difficilmente ti fa passare inosservato

Carnemolla , Carnefresca , Carnegrassa , Carnesecca , Carnesalata……………

Forse e’ questo cognome che rende i Carnesecchi irrequieti e che li spinge a fare spesso qualcosa di particolare

 

IRREQUIETI una parola che assai spesso definisce bene i Carnesecchi

 

Infatti una strana irrequietezza quasi genetica caratterizza i Carnesecchi :.. tanti che potevano starsene tranquilli ma che a un certo punto decidono di dar di matto e mettere in gioco gli interessi e la vita per affermare la fedelta' a convinzioni scomode in una lotta coraggiosa e talvolta disperata contro il potere .

 

Gli antichi come vedremo si distinsero massicciamente

E tra i tanti emersero personaggi che con la loro ribellione misero un piede nella storia: Braccino osteggiando il Duca d'Atene, Giovanni difendendo armi in pugno Savonarola, Lorenzo ,emulo di Francesco Ferrucci, guerreggiando nella Romagna fiorentina per la liberta' di una Firenze morente, Manzo tramando contro il duca Alessandro, il capitano Battista combattendo contro il duca Cosimo I, Pietro l'eretico lottando per la Riforma della Chiesa romana.

 

 

L'OBLIO HA AVVOLTO LE VITE E LE AZIONI DI MOLTI CHE AVREBBERO MERITATO IL RICORDO

 

FORSE AD AIUTARE A DIMENTICARE I CARNESECCHI HA CONTRIBUITO UN POCO ANCHE LA MALEDIZIONE CATTOLICA SU PIETRO ,IN TEMPI IN CUI LA CHIESA ISPIRAVA PIU' PAURA CHE PIETA' E L'ACCOSTAMENTO AD UN ERETICO NON ERA PER NIENTE SALUTARE

 

 

L'INFAME CARNESECCHI !

 

Infatti con la condanna al rogo di Pietro il cognome Carnesecchi ha iniziato a puzzare un pochino di zolfo ………… perche'ai cattolici non e' bastato averlo arso ma volendo distruggerne anche la figura per molto tempo hanno continuato a dipingere Pietro come una specie di emanazione vile e diabolica

………………………………

……..La storia de' Governatori di Tivoli l'ho, ed è vero, che il Giberto fu uno di essi, e anche l'INFAME Carnesecchi il quale mandava le rendite de' Beneficj a Calvino, e fu fatto bruciare da San Pio V ………….

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SANTO L'ASSASSINO , INFAME L'ASSASSINATO : .....CARITA' CATTOLICA

 

 

difficilmente questo e' un ritratto di Piero Carnesecchi , nonostante una possibile rassomiglianza

 

 

Cosi l'eresia e l'odore di zolfo che l'accompagna e' talvolta passato da Pietro a tutto il cognome

Dice bene il priorista :

.....se nonche monsigniore Veschovo a machiato eresia questa famiglia per la tanta sua perfida ostinazione che meritamente in Roma fu abruciato a tempi nostri saria in maggiore riputazione che la non è.

 

Questa famiglia è stata in Firenze molto honorata per la loro richezza et anchora ritiene il nome de Carnesechi per e molti casamenti che in quello luogo anno dove habitano quei di questa famiglia e per li dischordie civile che alla giornata nascievono nella cipta era potente causa di non asciendere a qualche grado rilevato pero non e manchato loro nelle ochorentie che alla giornata nascievono dessere adoperati al pari dogni altro ciptadino come fu Franciesco di Berti che fu fatto uno de V ciptadini che havessino a vendere e beni della parte guelfa accietto che la loro residenzia et la torre doltre arno allato al ponte vechio che fu lanno 1471 et se nonche monsigniore Veschovo a machiato eresia questa famiglia per la tanta sua perfida ostinazione che meritamente in Roma fu abruciato a tempi nostri saria in maggiore riputazione che la non è.

Priorista Corsi-Salviati ( Cortesia dottoressa Laura Cirri )

 

Rende l’idea anche la novella ottocentesca di Emma Parodi che , come altri , usa un Carnesecchi come elemento diabolico .

……………..E le nozze si prepararono infatti con molta pompa, e nella chiesa della Pieve a Bibbiena si presentò come testimone del Vicario di Poppi un bellissimo cavaliere che disse di chiamarsi messer Lando Carnesecchi, e di esser cugino dello sposo. Però, mentre il prete benediva l'anello, si verificò un fatto strano. L'immagine della Madonna che ornava l'altare si voltò dal lato opposto a quello dove stavano il Vicario e il cavaliere fiorentino, e dalla loro parte si spensero tutti i ceri.
La sposa impallidì e cadde svenuta; la madre di lei mandò un grido; il prete fuggì, e dietro a lui fuggirono tutti gli astanti. La gente urlava, si pigiava per scappar più presto, e tutti dicevano che era stato commesso un sacrilegio, che la chiesa era profanata e che ci doveva essere il Diavolo, e il Diavolo non poteva essere altri che il Vicario o il suo testimone. Questa voce era così generale, che formava quasi un coro, e giunse anche all'orecchio del padre della sposa, il quale cercava di farsi largo nella folla adunata sulla piazza per ricondurre a casa Violante, tuttavia priva di conoscenza.
- Qui non è aria per noi! - disse sottovoce il finto cavaliere al Vicario.
Questi andò per uscire, ma la folla, appena lo ebbe riconosciuto, incominciò a gridare:
- Dàlli, dàlli! Ecco il Diavolo!
In un momento tutti si chinarono a raccoglier sassi e incominciarono a bersagliar con quelli il povero Vicario. Il cavaliere, vista la mala parata, aveva ripreso la pelle di micio e sgattaiolava fra la folla, senza curarsi di chi lasciava nelle peste.
I sassi lanciati con furia, quasi a bruciapelo, avevan ferito il Vicario nella testa, nel viso, nel petto, nelle spalle, e il poveretto, sentendosi morire, stramazzò a terra.
Allora da molte parti si udì dire:
- Prepariamo il rogo, bruciamolo vivo!

………………………………………………………………

Il "Potere" ha sempre bisogno di aizzare a calpestare il corpo dei suoi nemici

Forse e' per questo che un' inspiegabile forma di "damnatio memoriae ha avvolto il nome di tanti Carnesecchi negandoli ,smarrendone la memoria ,oscurandoli : cosi per lungo tempo nessuno ha parlato di personaggi come Paolo , come Bernardo , come Francesco , come Pierantonio , come Zanobi di Francesco, come Giovanni , come Lorenzo ,come Giovan Battista , come Vincenzo , come lo stesso Pietro, come Zanobi di Bartolomeo , come tanti tanti altri

 

 

MA PIU' PROBABILMENTE E PIU'BANALMENTE quei Carnesecchi sono stati dimenticati perche'nei primi anni del settecento i Carnesecchi ricchi si sono estinti in altre famiglie che ne hanno ereditato i beni e nessuno dei Carnesecchi poveri ha potuto conservare la memoria delle tante cose fatte

I genealogisti e gli storici non avevano stimolo economico a ricordarsi di loro

I genealogisti e gli eruditi del settecento e dell'ottocento non si occupavano se non di chi poteva essergli riconoscente e i Carnesecchi rimasti avevano ben altro a cui pensare che spendere denaro in queste cose da ricchi ; quindi nessuno si e' occupato piu'di loro

 

Anche la loro via perse il loro nome

 

Infatti via via Carnesecchi oggi porta il nome di via Rondinelli

 

e si deve solo all'avvocato Bonaventura Carnesecchi , che ai primi del settecento fece apporre il piccolo cartiglio ( nella casa di angolo )che ancor oggi compare se vi e' un segnale della loro antica presenza

 

Di fatto sono stati dimenticati

Gli storici e gli eruditi , come detto, sono stati poco generosi coi Carnesecchi

 

Oggi possiamo sperare in una rivalutazione del ruolo avuto da questa famiglia in molti avvenimenti

La storiografia moderna pare piu' curiosa e disponibile a frugare negli angoli bui e meno propensa ad accettare gli stereotipi del passato

E' possibile allora che queste pagine siano di stimolo a qualche storico per uno studio serio su di loro che hanno avuto una buona parte nella storia di Firenze

 

Anche i Carnesecchi moderni non hanno per niente scherzato :

David militando nella "carboneria", Cesare , Agostino sacrificando la giovinezza alle lotte risorgimentali, Oreste per i principi anarchici ,Dante per fare la rivoluzione proletaria, Curzio per il fascismo sansepolcrista, un nutrito gruppo di partigiani per il riscatto,.......

Veramente tanti tanti Carnesecchi si sono messi in rilievo

 

 

 

In queste pagine intanto noi inizieremo a riscoprire insieme tante vicende e parleremo di tanti Carnesecchi " de' poveri et de' ricchi et de' pazzi et de' savii.........."

 

 

CON QUESTO SITO INTANTO SONO STATI RAGGIUNTI DEI PRIMI RISULTATI ABBASTANZA IMPORTANTI

 

 

Prima di entrare in argomento mi prendo il tempo di ricordare i primi frutti di questa mia ricerca : :

Il romanzo di MARIA SCARFI CIRONE per le edizioni CAPPELLO sull'anarchico resuscitato dall'oblio : Dante Carnesecchi

L'ODORE SELVAGGIO DELLA NOTTE

 

Un uomo , un anarchico , che ha partecipato al biennio rosso spezzino e probabilmente alle lotte sociali nel Colorado

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi...........

 

 

la documentazione storica citata nel libro e' infatti ricavata dalla pagina su Dante Carnesecchi in questo sito

Il romanzo utilizza infatti del tutto la mia ricerca colmandone i vuoti con elementi romanzeschi frutto della creativita' di Maria Scarfi Cirone

Dante e' un anarchico individualista spezzino assassinato a 29 anni dopo aver speso la sua vita nella lotta dei deboli contro i forti

 

08 giugno 1920 al Prefetto di Genova

I disordini teste' avvenuti a Sarzana e Spezia vanno tenuti ben distinti avendo essi origine e fisionomia ben diversa : i primi ebbero un fondo prevalentemente economico con infiltrazione anarcoide e teppistica : i secondi non furono che l'esecuzione di un progetto anarchico rivoluzionario a sua volta conseguenza e continuazione di altri precedenti tentativi riusciti vani pel mancato verificarsi di circostanze indispensabili alla loro attuazione……………………. 

 "Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore…….

 

 

 

uuna rara fotografia della parte centrale del tabernacolo Carnesecchi di Domenico veneziano dopo il restauro italiano seguito allo strappo nel 1851

 

 

 

Il sito contiene nelle sue pagine alcune considerazioni nuove su Paolo di Berto di Grazino Carnesecchi che possono ( per qualche storico dell'arte ) aprire orizzonti diversi dai tradizionali sia nella committenza del trittico di San Giovenale che negli studi su Masolino

 

pongo l'attenzione per esempio su una cosa poco nota :

I Carnesecchi erano immatricolati all’Arte dei medici e degli speziali e ne furono sovente Consoli

A questa arte erano immatricolati anche i pittori

Da questo i contatti a cavallo della fine trecento e inizio quattrocento tra i Carnesecchi e molti pittori

Contatti che sfociavano talvolta in committenze : non trascurabile e’ ad esempio il ruolo di Paolo di Berto Carnesecchi nell’incontro tra Masaccio , Masolino e Paolo Uccello ( vedi studi dr.ssa Cecilia Frosinini e dr Hugh Hudson

Ed anche sulla presenza di Paolo in Ungheria ai tempi della committenza di Pippo Spano a Masolino

 

 

 

Interessante sarebbe ragionare sulla moglie di Luca Signorelli : Galizia Carnesecchi

Forse la moglòie aiuterebbe a chiarire i primi rapporti di Luca con Piero della Francesca

 

 

 

 

Ho riportato sul sito il testo integrale di un libro introvabile oramai come quello di Carlotta Lotti su Lorenzo Carnesecchi, che potrebbe esser utile al recupero di questa figura stimata dal Varchi

 

 

 

 

Nel passato quando non esistevano anagrafi ,fotografie ,impronte digitali , ne si sospettava del DNA

Non esistevano telefoni o fax e le comunicazioni tra Stato e Stato erano pressoche' inesistenti

il cognome poteva essere molto ballerino

Anche se uno il suo cognome non aveva motivo di cambiarlo , c'era sempre il rischio che andando ad abitare in un altro luogo la gente locale te lo cambiasse a forza

Perche' in assenza di anagrafe il cognome dipendeva dalla identificazione della gente del posto

Avevi un bel chiamarti Paoli se la gente del posto diceva che tu eri quello che abitava la casa bianca divenivi un Casabianca

 

 

Carnesecchi e' pero' un cognome forte cioe' dotato di per se stesso di una forte connotazione . Colpisce l'immaginario

Difficile che venga toccato in maniera radicale

Fuori Toscana non viene praticamente concepito

fuori Toscana CARNESECCHI e' quasi inimmaginabile come cognome ( quindi mai autoctono in altre regioni )

Viene quindi sovente trasformato in CARNESECCA

Perche' CARNESECCHI resista fuori Toscana occorre che la famiglia sia forte economicamente e culturalmente

 

Normalmente la presenza contemporanea dei cognomi CARNESECCA e CARNESECCHI in un luogo del Sud nasconde la trasformazione Carnesecchi in Carnesecca sui rami piu' deboli

E induce a pensare in una modificazione di CARNESECCHI in CARNESECCA come avviene spesso fuori Toscana

( A Palermo attira la mia attenzione trovare i Carnesecchi e i CARNESICCA o i CARNISICCA )

 

 

Vi e' insomma quasi sempre, fuori Toscana, un tentativo di rendere CARNESECCHI piu' familiare trasformandolo in CARNESECCA

 

I Carnesecchi di Gioia del Colle sono sicuramente parenti coi Carnesecchi di Bari che come abbiamo visto discendono dai Carnesecchi laziali

 

 

 

 

 

DELLA STESSA FAMIGLIA : LO SCONOSCIUTO GIUSEPPE CARNESECCHI PADRONE DEL FAMOSO CAFFE' GRECO A ROMA

 

 

 

Non lasciatevi ingannare : la cultura oggi e' spesso solo apparenza e coloro che in realta' fanno la cultura sono pigri e ignavi, statici e sazi. Spesso cosi quella che noi chiamiamo CULTURA propaganda un falso simulacro di conoscenza . Nel caso specifico la cultura romana, il museo Thorvaldsen , il museo Staatliche Kunsthalle, il museo MET metropolitan di New York ( per quanto riguarda Francesco Carnesecchi ) non sono interessati ad approfondire

E' la mediocrita' a guidare il mondo. Raramente i grandi uomini e le grandi donne riescono a cambiare il mondo perche' hanno si la forza di vincere gli avversari ma non hanno la forza di smuovere gli ignavi

 

 

Per quanto riguarda il Carnesecchi ( Giuseppe ) il Pascarella non ha raccontato le cose come sono andate

Cosi nessuno di chi ha scritto dopo ( tra gli Italiani ) su questo storico caffe' da alcun merito a questo Carnesecchi che appare come una figura oscura di pura transizione

Invece potrebbe avere il merito di aver iniziato quella raccolta di opere d'arte a cui il caffe' deve parte della sua fama

Nella letteratura tedesca si legge infatti che nel 1805 e' questo Carnesecchi ad acquistare da Joseph Anton Koch un “Paesaggio eroico con arcobaleno”

 

Racconta Pascarella: ...................cosi tutti noi possiamo andare orgogliosi di sapere che il caffe' Greco fu messo al mondo da un greco , il quale a quanto si legge nelle pagine di un vecchio registro della parrocchia di san Lorenzo in Lucina, si chiamava Nicola della Maddalena

L'infanzia del caffe' non fu troppo lieta , e il suo babbo dopo averlo tenuto parecchi anni , ricavandone non grandi utili , lo cedette a un tal Carnesecchi ,il quale, anche lui , dopo averci speso molto e guadagnato poco, lo diede ad un certo Salvioni

 

 

Io ho solo interesse ad attirare l'attenzione sui personaggi per essere aiutato a trovare delle evidenze genealogiche non facili da trovarsi in una citta' come Roma

Lo storico deve fare attenzione alle incongruenze del racconto

 

 

 

 

 

 

 

FRANCESCO CARNESECCHI (1796-7---1872 )GRANDE MERCANTE D'ARTE E INCISORE FAMOSO DI CAMMEI

 

 

 

 

I CARNESECCHI COPPINI UNA FAMOSA FAMIGLIA DI ARTISTI CONOSCIUTA COL COGNOME D'ARTE COPPINI

 

Carnesecchi vulgo Coppini : una famiglia oltre 150 anni sulle scene dei grandi teatri

 

Cesare Carnesecchi Coppini coreografo e maestro della scuola di ballo della "Scala" di Milano

 

1964 : Nanda Vigo desiner bisnipote di Cesare

 

 

Achille Carnesecchi Coppini,coreografo e maestro di ballo , Amina Borri, Argia loro figlia

 

 

 

 

 

 

CURZIO CARNESECCHI NEI FASCI DI COMBATTIMENTO CON MUSSOLINI E POI NELLA DISSIDENZA FASCISTA

 

Le notizie su Curzio Carnesecchi possono essere utili ad arricchire il discorso sulla dissidenza interna nel partito fascista

Socialista salito ai vertici del movimento negli anni della presa del potere , soccombe negli sviluppi reazionari che cerca di contrastare

 

 

 

 

 

 

Sono sicuramente il primo ad aver posto in luce la piccola differenza tra lo stemma di quando i Fiorentini si denominavano Duranti con quello di quando divennero Carnesecchi

 

 

 

 

ALCUNE NOTAZIONI SULLA NASCITA DEL COGNOME MODERNO ED UN PICCOLO MANUALE DI GENEALOGIA,STORIA DI FAMIGLIA, ARALDICA

 

MANUALE DI GENEALOGIA ...............................................MANUALE DI GENEALOGIA GRATUITO

 

 

 

Le genealogie presentate sono sicuramente piu' affidabili ( un grazie particolare al dr Angelo Gravano ) di quelle degli scarni alberini della raccolta Sebregondi dell'Archivio di Stato fiorentino e sono quindi un riferimento piu' attendibile per chi si occupi di storia di Firenze

 

 

 

 

 

Infine e' la PRIMA VOLTA che qualcuno ( cioe' io ) tenta di scrivere UNA STORIA ORGANIZZATA DEI CARNESECCHI , tutto cio' che esisteva fino ad oggi erano alcune scarse notizuole sui Carnesecchi fiorentini ( i piu' noti ) e comunque notizie incapaci di offrire una visione di insieme e ancora piu' scarse le notizie sui Carnesecchi di Prato , di Badi , di San Gimignano , .........

 

 

Il padre GIUSEPPE MARIA MECATTI nella sua " Storia genealogica della nobilta' e cittadinanza di Firenze " ( Napoli 1754 ) riporta da pagina 5 a pagina 111 alcune notizie storiche sulle famiglie fiorentine prese dal Mariani

a pagina 40-41 scrive :

Carnesecchi : Sono molto antichi , e si dissero gia' dei Duranti . Hanno avuto 49 Priori , 11 Gonfalonieri , ed 8 senatori ; oltre ad un Cavaliere di Malta , ed alcuni Cavalieri di San Stefano . Per loro chiamasi il Canto de' Carnesecchi dal Centauro , ove era la casa di Francesco Maria , il quale non e' molto ch'e' passato all'altra vita senza successione .

Poco di piu’ si potrebbe raccogliere da altri autori , e con moltissimi errori nei legami genealogici


Dobbiamo osservare che non esisteva prima di questa ricerca alcuno studio genealogico attendibile sui Carnesecchi di Firenze ( un grazie particolare su questa materia deve andare al dr Angelo Gravano Bardelli )

Le poche righe scritte sono abbastanza inesatte , e cosi pure i riferimenti ai legami genealogici tra i vari personaggi ( gli errori pero' come vedremo sono assai facili per l'utilizzo di un numero limitatissimo di nomi nei vari rami )

Nel settecento--ottocento--novecento :

 

PASSERINI

 

I Carnesecchi sono originarj da S. Piero a Cascia nel Valdarno superiore. Il loro vero cognome fu Grazzini, e talvolta ancora si dissero Duranti, da un simil nome spesso usato dagli individui della famiglia. Erano osti; e dal vendere appunto la carne secca venne ad essi il cognome sotto il quale furono conosciuti sotto il governo repubblicano. Durante di Ricovero fu il primo Priore di questa casa nel 1297, e Andrea di Paolo ne fu il quadragesimo nono nel 1530. Per undici volte pervenne in questa casa la suprema carica del Comune, cioè il Gonfalonierato di Giustizia. Uscirono dai Carnesecchi varj uomini segnalati, tra i quali noto i seguenti. Paolo di Berlo fu Commissario di Pisa nel 1407 e Ambasciatore a Bologna nel 1417; e Bernardo di Cristofano fu nel 1451 deputato ad accompagnare Federigo III Imperatore nel suo passaggio per il territorio della Repubblica.

Ai tempi dell'assedio era la famiglia in discordia, mentre parte teneva pei Medici e parte pugnava a difesa della libertà. Tra i Medicei figurò Andrea di Paolo il quale rimase carcerato per tutto il tempo dell' assedio, e dopo la resa fu arruoto alla balìa che riformò lo Stato, ed eletto Senatore nel 1532. Arruoto a quella balìa fu pure Bernardo suo figlio, quegli che, accettissimo a Leone X, fu da lui fatto Cavaliere di S. Pietro e Conte Palatino, e che fu in seguito eletto senatore nel 1546. Zanobi di Francesco fu pieno di zelo per la causa della Repubblica, ma non seppe adattarsi ai tempi ed ebbe anco mano a riformare il Governo. Non così Lorenzo suo figlio, il quale, mandato alla difesa di Castrocaro, vi si diportò con tale valore da costringere gl'Imperiali a levare l'assedio da Castiglione e da Marradi. Assediato a sua volta in Castrocaro da Lionello da Carpi, vi si difese con accanimento, ma dovè cedere alle preponderanti forze del suo nemico. Dopo l'assedio fu confinato, e gettatosi tra i fuorusciti fu dichiarato ribelle. Figurò molto tra questi esuli infelici, e fu uno di coloro nei quali più confidavano. Berto fu uno dei Commissari delle milizie, e dopo la capitolazione fu mandato a confine. Giovanbatista di Gherardo corse nel 1554 alla difesa della libertà di Siena, e da Cosimo I fu condannato nel capo e nella confisca. Passato a militare in Francia, fu ucciso in una battaglia contro gli Ugonotti nel 1569. È famoso Piero Carnesecchi, protonotario apostolico, uomo distinto per letteratura ed amico di Cosimo I. Essendosi imbevuto delle opinioni dei Luterani, andava altamente predicandole, talché viveva in gravi disturbi colla inquisizione e solo sicuro perchè sempre ai fianchi del Duca. Quando il Medici si maneggiò presso Pio V per aver titolo Granducale, uno dei patti impostigli dal Pontefice si fu la consegna del Carnesecchi. Cosimo I lo fece immediatamente arrestare e condurre a Roma nelle carceri della Inquisizione. Là fu processato; e il 10 Agosto 1562 gli fu recisa la testa e quindi abbruciato il cadavere. Otto senatori tolsero i Medici dai Carnesecchi, i quali rimasero estinti il 23 Gennajo 1756 alla morte di Ridolfo di Franceco. Usarono per arme in campo azzurro un riposo di lancia o rocco dorato, con tre bando, parimente d' oro, ritirate nel capo. Dalle loro case prese nome uno dei punti più segnalati della città.

 

 

ANONIMO

 

La famiglia CARNESECCHI una delle piu’ rinomate di Firenze sí disse dei DURANTI prima che si facesse ascrivere alla Cittadinanza Fiorentina. I Carneseccbi dovíziosa e splendida Stirpe occuparono cinquante volte il Seggio dei Priori di Liberta dal 1319 al 1530. nel qual periodo di tempo da questa famiglia sortirono undici Gonfalonieri. All'epoca dell'Assedio Lorenzo Carnesecchi era Commissario di Castrocaro in Romagna. Molesto’ le genti Imperiali al punto che le costrinse a levare l'assedio da Castiglione e da Marradi. Alla fine ai rinchiuse in Castrocaro difendendosi con sommo valore dagli assalti di Leonello da Carpí Presidente di Romagna.

Viveva nello stesso tempo appresso Clemente VII suo fratello Pietro Carnesecchi infetto dalle eresie di Lutero, sebbene fosse Segretario del Papa. Divenne in seguito molto affetto a Cosimo I ; ma un giorno nel tempo che era a mensa seco lui il Granduca ricevè una lettera di Pio V che gli chiedeva il Carnesecchi. Cosimo dalla sua mensa lo fece subito tradurre nelle carceri dell'lnquisizione, da dove traspórtato in Roma, vi fu bruciato vivo li 10 Agosto 1561.

L' Arme dei Carnesecchi si ravvisa in una Banda in traverso sghembo in celeste Campo e di sotto un Giglio d'oro.

Uno dei punti piu’ frequentati délla citta di Firenze e’ quello dove sboccano le víe dei Rondinelli, de' Cerrétani, dei Panzani e dei Bancbi chíamato il CANTO DEI CARNESECCHI. perche quivi aveva i suoi casamenti questa illustre famiglia. Alcuni di essa si dissero dei RICOVERI e dei GRASSINI.

 

 

TABARRINI

 

Di Matteo viene la Famiglia Carnesecchi, di Grazino Famiglia Grazini, di Durante Famiglia Duranti. Consorterie e Famiglia nobilissime divenute fiorentine e potenti in tempo di Repubblica.

 

CANTINI

 

Ne sbaglia anche lo stemma

Antichissima Famiglia del Sesto di S. Pancrazio è quella dei Carnesecchi " la quale nel principio del Secolo XIII. godeva del Supremo Magistrato del Consoli; seguitò nelle Fazioni della Città dei Guelfi , e Ghibellini quella dei Guelfi, e però non fu esclusa anche nei tempi del Governo Democratico dal godimento di tutte le pubbliche onorificenze . Quarantanove volte godè il Priorato, e XI. il Gonfalonierato di Giustizia: II primo che risedesse dei Priori fu Durante di Ricovero nel 1297. ed il primo, che ottenesse il Gonfalonierato fu Berto di Grassino di Durante nel 1358. Anche nei tempi del Principato goderono i Camesecchi dei primi onori , e otto volte il Senatorato . Andrea di Paolo che fu dei Priori in tempo di Repubblica fu eletto Senatore Fiorentino nel 1523. Bernardo d'Andrea di Bernardo, che similmente godè nei tempi della Repubblica del sommo Magistrato dei Priori , fu eletto Senator Fiorentino nel 1540 e coprì anche le cariche di Vicario di Pescia , e di Commissario di Pistoia . Bartolommeo di Zanobi di Francesco fu eletto Senator Fiorentino nel 1559. Pier Francesco d' Andrea di Bernardo fu eletto Senatore nel 1571. Cristofano del Senatore Pier Francesco che fu Commissario di Cortona , di Volterra " d' Arezzo , e di Pisa , e Provvidotore dell' Arte dei Mercatanti fu eletto Senator Fiorentino nel 1586. Raffaello di Lionardo fu eletto Senatore nel 1615. Antonio di Paolo d' Antonio che coprì la Carica di Soprassindaco dei Nove della Giurisdizione" e che acquistò la Baronia di Grottarossa fu creato Senator Fiorentino nel 1622. Francesco di Giovanni di Zanobi che fu Commissario d' Arezzo, e di Pistoia , fu promosso al Senato nel 1663.

Degno di memoria fra i diversi illustri Soggetti di questa Famiglia, è il Sacerdote Piero figlio del suddetto Senat. Andrea di Paolo . Egli si applicò da Giovinetto allo Studio delle Scienze, e divenne un celebre Letterato dei suoi tempi; Abbracciato lo Stato Ecclesiastico ottenne in Commenda l’ Abbazzia di S. Pietro d' Ebuli nella Diocesi di Salerno , e quella di S. Maria di Gavello nella Diogesi d'Adria. Fu Protonotario Apostolico, fu Governatore di Tivoli, e Castellano di quella Fortezza. Servì in qualità di primo Segretario Papa Clemente VII. ed ebbe l'onore di esser suo Familiare, e continuo Commensale.Ottenne nel 1533. un Canonicato nella Metropolitana Fiorentina, e nel 1534.assunto Paolo III. al Pontificato lo dichiarò Segretario del numero dei Partecipanti. Terminò la sua vita questa illustre Ecclesiastico nel 1567.

 

 

 

 

SEBREGONDI

 

Il Sebregondi traccia pochi scarni alberini

 

 

CAROCCI

 

 

 

 

 

Stefano Borsi che scrive negli anni 90 ( quindi oggi) su Masaccio ci dice : ……già da generazioni una famiglia di mercanti di carne salata aveva assunto il cognome di Carnesecchi .

Che fa pensare che i Carnesecchi nel quattrocento fossero ancora mercanti di carne salata . Definire pero' i Carnesecchi nel quattrocecento commercianti di carne salata e’ estremamente riduttivo ( mentre lo erano sicuramente nel duecento ).

I tre fratelli figli del Gonfaloniere di Giustizia Berto di Grazino ( che per primi cominceranno ad essere individuati come Carnesecchi ) erano tutto meno che commercianti di carne salata : i loro traffici avevano respiro internazionale ed arrivavano in Ungheria ed in Lituania . Bernardo figlio di Cristofano era nel 1427 uno degli uomini piu’ ricchi di Firenze e le sue galere s’inoltravano nei porti dell’Atlantico e del Mare del Nord

 

 

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C’e' nella bellissima Firenze nel quadrivio di vie composto da via dei Cerretani,via Rondinelli (gia' via Carnesecchi), via dei Banchi, Via Panzani un angolo, un cantone, o meglio un canto che in altri tempi si chiamava ed ancora si chiama : il canto ai (dei) Carnesecchi ……..…………………………………..

Siamo vicino alla chiesa di Santa Maria Maggiore , quindi nel popolo di Santa Maria maggiore . Quello che fu il Sesto di porta Duomo e poi il quartiere di San Giovanni gonfalone Drago

Zona di taverne . In queste zone, dove probabilmente ebbero inizialmentedelle attivita' , si posero definitivamente i Carnesecchi fiorentini

Seppellirono per molto tempo in Santa Maria Maggiore . Poi ogni ramo prese la sua strada e la famiglia si sparse per la citta'

ma inizialmente e per molti secoli le case intorno al cantone furono di proprieta' di Carnesecchi per cui da questa famiglia esso prese nome cosi come la via ( che solo nell'ottocento divenne via dei Rondinelli )

 

 

KupferstichKabinet di Berlino : veduta di Firenze detta "della catena" attribuita a Stefano Rosselli e datata 1472 ( ? )

 

 

 

 

 

( chissa' perche' ora questa e' via Rondinelli , visto che qui erano le case dei Carnesecchi e non dei Rondinelli ? ....misteri dei toponomasti.....perche' ricordare i Rondinelli in un luogo non loro a scapito dei Carnesecchi ? )

 

 

da Wikimapia

 

 

 

 

Le case dei Carnesecchi si concentravano nel popolo di Santa Maria Maggiore gia' dal trecento , tra le case si apriva uno slargo che col tempo prese il nome dalla famiglia :il canto dei Carnesecchi

 

 

 

 

La chasa della Vergine Maria

 

 

 

 

 

La targa inizialmente e' stata fatta mettere da Buonaventura Carnesecchi (solerte custode delle tradizioni familiari ) per ricordare la memoria dei suoi antenati allorche' la collocazione della statua del Centauro del Giambologna stava modificando il nome del Canto : da Canto dei Carnesecchi a Canto al Centauro

 

yyyy

IL CANTO DEI CARNESECCHI DIVENTA IL CANTO AL CENTAURO

 

Intorno all'anno 1600 (la statua fu scolpita tra il 1594 e il 1600 ) venne collocata per ordine del Granduca nel canto dei Carnesecchi una statua del Giambologna : Ercole e il centauro Nesso

Tale statua sara' poi tolta e subira' una serie di spostamenti a meta' ottocento

 

Nearby is Giambologna's less celebrated marble sculpture Hercules beating the Centaur Nessus (1599) and placed here in 1841 from the Canto de' Carnesecchi. It was sculpted from one solid block of white marble with the help of Pietro Francavilla

 

http://books.google.it/books?id=H91KAAAAcAAJ&pg=PA137&dq=carnesecchi++ducati&hl=it&sa=X&ei=XihjUYG8KMzDswaE-YCgDA&sqi=2&ved=0CEUQ6AEwBA#v=onepage&q=carnesecchi%20%20ducati&f=false

Opere di Filippo Baldinucci: Notizie de' professori del disegno da ..., Volume 8

Trovasi nell'altra volta notato libro delle memorie e ricordi del 1594 del Provveditore delle fortezze il Capitano Gio. Battista Cresci , come essendo un giorno il Granduca andato a suo diporto alle stanze di Gio. Bologna a Pinti ed anche per vedere un bel crocifisso di bronzo fatto da lui medesimo , che poi quell'Altezza dono' al Duca di Baviera , risolve che si facesse un Ercole in atto di ammazzare il Centauro; e nel tempo stesso comandò, che fosse spedito Mess. Jacopo Piccardi a Carrara per negoziare il prezzo d’ un marmo d’ altezza di sopra cinque braccia , che dovesse servire al nostro Artefice per formarvi essa statua. Il tutto fu dal Piccardi eseguito con ispesa di dugento ducati nel marmo condotto a marina , 50. per farlo bozzare al modo degli scarpellini, e di cento dieci per condurlo in Firenze. Applicatosi Gio. Bologna di gran proposito al lavoro della bellissima statua, coll' ajuto del Francavilla , come diremo a suo luogo, diedela finita, e fuori di stanza agli 19. di Novembre 1599. Qualche tempo vi volle per l' aggiustamento delle macchine, sicchè non prima, che il di 8. del mese d’ Aprile dell’ anno 1600. fu collocata sopra la sua base in sul canto, che già nell' antico tempo diceasi il canto di Panzano, e poi dissesi , e dicesi fino a’ di nostri il canto de’ Carnesecclii , e non il canto del Centauro, come ha scritto un moderno, ingannato in ciò dall’aver sentito dirsi talvolta, la dal Centauro; o presso al Centauro; conciossiecosachè l’esser le case di quelle contrade in sul canto de’Carnesecchi, non tolga loro anche l’ essere , e il potersi dire vicine al Centauro , non già che perciò dir si debbano sul canto al Centauro , ma bensì de’ Carnesecchi. Questa per certo fu una delle più maestrevoli opere, che formasse mai lo ‘scarpello di Gio. Bologna; ed io risponderei a chi scrisse per sentenza di non so qual maestro di scherma, che se quell’Ercole scaricasse il colpo, non sarebbe a tiro di colpire il Centauro; che se bene si considera , conoscerassi chiaramente , che l’Ercole non istà in atto di percuotere il Centauro, ma di ‘ritirare il braccio per metterlo a tiro del colpo; ‘se poi tale mia risposta non piacesse, seguiterei a dire, che forse Gio. Bologna di ciò s’avvide ancoresso, ma tornando a maraviglia bene quelfattitudine nel suo modello , per questo fece poi la statua di marmo, cioè per assicurarsi, che ella non avesse mai con sua vergogna a scaricar quel colpo a voto, e cosi non avesse a dar materia, che altri s’avesse a far beffe di lui.

http://books.google.it/books?id=H91KAAAAcAAJ&pg=PA137&dq=carnesecchi++ducati&hl=it&sa=X&ei=XihjUYG8KMzDswaE-YCgDA&sqi=2&ved=0CEUQ6AEwBA#v=onepage&q=carnesecchi%20%20ducati&f=false

Opere di Filippo Baldinucci: Notizie de' professori del disegno da ..., Volume 8

 

 

 

Il canto comincera' da allora a prendere anche il nome di "Canto al Centauro"

 

Canto ai Carnesecchi …Canto ai Carnesecchi o Canto al Centauro cosi chiamato dall'omonima statua del Giambologna che ivi era collocata

 

 

 

 

 

 

L'avvocato Buonaventura Carnesecchi perche' il luogo continuasse a conservare la memoria dei Carnesecchi fece apporre una lapide nel 1687

 

 

la targa che appare oggi

 

 

Era giusto ricordare il nome dei Carnesecchi infatti il canto aveva questo nome perche' li tutto intorno a partire almeno dal trecento sorgevano le case dei Carnesecchi fiorentini .

 

Nel 1427 questo era il quartiere di San Giovanni ,Gonfalone del Drago ,popolo di Santa Maria Maggiore .Precedentemente era stato il Sesto di Porta Duomo

 

 

 

 

estratto da una pianta ricavata dai dati del catasto 1427 ( opera di Guido Carocci ) : in azzurro le case dei Carnesecchi

 

PIANTA DEL CAROCCI CATASTO 1427

 

 

Cosi poiche' questo sito e' immaginato anche come luogo di incontro per qualunque Carnesecchi voglia dare il suo contributo alla sua costruzione ho deciso di chiamarlo :

" Al canto ai Carnesecchi "

 

 

Ci sono tante cose in queste pagine

La vita contiene di tutto : bene e male , gioia e sofferenza , buone e cattive azioni , grandi azioni ed azioni meschine , c'e' odio e c'e' amore. Nella vita infatti c'e' gente savia e gente pazza , gente ricca e gente povera , gente coraggiosa e gente timida , gente cauta e gente incauta............ E cosi scorrono in queste pagine mercanti , banchieri , contadini , rivoluzionari , eretici , anarchici , carabinieri , guerrieri eroici ,assassini , religiosi , missionari , gente particolare e gente comune ,......

La parte del leone la fanno le storie dei Carnesecchi fiorentini : sono loro ad attirare l'attenzione

C'e' un aria particolare a far da trama alla nascita e all'accrescersi di questa famiglia : il lavoro , gli affari e il commercio

C'e' poi la presenza dei Carnesecchi in molti momenti fondamentali della vita politica fiorentina

C'e' la vicenda della cappella di Paolo di Berto Carnesecchi e dei rapporti di Paolo con Masaccio , Masolino e Paolo Uccello

C'e' Bernardo di Cristofano Carnesecchi e le sue galere , che all'inizio del quattrocento partivano da Pisa e toccavano tutti i porti del Mediterraneo cariche di mercanzie

C'e' la banca Carnesecchi-Strozzi e compagni ( Bartolomeo di Zanobi Carnesecchi e Zanobi di Bartolomeo Carnesecchi ), una delle maggiori banche europee alla fine del XVI secolo

Ci sono tante cose dimenticate in queste pagine , perche' dimenticare e' assai piu' facile che ricordare

Ci sono tante piccole scoperte……, tanti chiarimenti,........

Ci sono i Carnesecchi di Prato con le loro vicende del tutto particolari

I Carnesecchi di Badi ed i Carnesecchi della Valdelsa con umili storie ancora tutte da scoprire

I Carnesecchi di Ceprano tra cui giganteggiano le figure di Agostino Carnesecchi e del tenente colonnello dei carabinieri Giovanni Carnesecchi

Poi ci sono storie di altre famiglie

Le storie narrate da Roberto Segnini , Giulia Grazi , Duccio Baldassini ,..............

E Piccardi ha aggiunto del suo con le particolarissime vicissitudini della sua famiglia ed in particolare del copista quattrocentesco Francesco di Paolo Piccardi .

Abbiate la pazienza di sfogliarle…………

 

 

Tra coloro che portarono o portano il cognome Carnesecchi quelli piu'celebri sono gli antichi Carnesecchi di Firenze .

E' evidente che a loro saranno dedicate la maggior parte di pagine di questo sito

 

Pur esistendo una mole notevole di documenti sui Carnesecchi fiorentini e pur avendo svolto questa famiglia un ruolo importante nella storia di Firenze non esiste alcuno studio su di essa. Un destino pero' praticamente normale perche' condiviso con la gran parte delle altre famiglie fiorentine

Infatti gli studi sulle famiglie di Firenze strutturati con intento scientifico e non aneddotico sono ancora molto scarsi.

A ben vedere la cosa e' in realta' , come detto , strana perche' la ricostruzione di molte vicende familiari potrebbero aiutare a chiarire molti punti oscuri della storia di una citta' nel periodo comunale. La storia comunale fiorentina e' cosi ricca e cosi ampia , cosi legata ad equilibri instabili. Le fortune e le disgrazie oppure la crescita o la decadenza sociale ed economica di una famiglia spesso sono correlate alle vicende storiche e quindi possono aiutarne la comprensione

Molta parte della storia non puo' prescindere dagli interessi economici di certe classi ; la storia e' spesso se non sempre determinata dalle pulsioni del portafoglio

Alla caduta della repubblica fiorentina il mercante giudica inutile e dannosa ai traffici la resistenza e giudica l'eroismo di quei giorni una follia commerciale e fa pendere le sorti dell'opinione pubblica in una certa direzione. ....Cosi e' una certa oligarchia legata a precisi interessi economici e commerciali che puo' determinare gli avvenimenti storici, la guerra e la pace suscitate a difesa dei propri interessi privati

La storiografia oggi e' molto piu' sensibile alle carte private ma gli studi sono ancora in grave ritardo.

 ...........................................

Citando :

La lotta per ottenere privilegi e immunità per sgravi fiscali e dispense giudiziarie investiva ad ogni livello la vita fiorentina. La politica è sempre una combinazione tra interessi pubblici e privati, che nella Firenze rinascimentale sono due dimensioni strettamente connesse e intrecciate. Risultato, almeno in parte, degli stretti rapporti esistenti all'interno dell'esiguo gruppo oligarchico al potere, dove ogni membro conosceva il proprio collega ed era informato della sua posizione economico-sociale' dei suoi amici e nemici, della sua forza o debolezza. Accentuavano il carattere personalistico della politica la presenza illegittima in quella sfera dei legami di fedeltà a singoli individui e famiglie. I contrasti politici presero a Firenze varie forme: dispute su problemi economici, lotte di potere tra famiglie e gruppi sociali, contrasti ideologici, come il Guelfismo e le eresie religiose. Ogni scontro si presentava, però, con un carattere personalistico. Dietro ogni controversia pubblica stavano rancori e animosità privati, offese reali o immaginarie, interessi particolari da scalzare o da difendere. Dietro ogni sforzo per riformare o abbattere il regime si nascondevano gli stessi motivi personalistici.

L'attacco più diretto al regime veniva da quei gruppi che erano esclusi dagli uffici e le cui maggiori speranze di poter riconquistare le posizioni politiche perdute riposavano nel fomentare la ribellione.

................................................................................................ da Gene A. Brucker "Renaissance Florence"

Citando :

 

Si pensi solo a quanta parte ebbero i Gianfigliazzi  nell'annessione del Delfinato al Regno di Francia nel 1343 e quanta il mercante fiorentino , Scaglia Tifi , tesoriere dei conti di Montbeliard , nell'annessione alla Francia della Borgogna (vedi Armando Sapori "Compagnie e mercanti di Firenze antica " )

 ...........................................

 

 

come scriveva Carlo Carnesecchi ,archivista ( ASFi) e prezioso raccoglitore di documenti , in una relazione alla "Colombaria" il 27 maggio 1888 : ......

 

 

 

 

Quindi e' piu' che evidente come ogni famiglia fiorentina ,dalla piu' politicamente importante alla meno politicamente importante ,da quella investita delle cariche di governo a quella esclusa , con le sue vicende contribuisca a comprendere meglio la storia di Firenze

Proprio nell'ottica di maggiori termini di confronto ho quindi offerto ospitalita' nel sito alle vicende di altre famiglie fiorentine 

Ho cercato d'inserire nel sito notizie d'interesse piu' generale , di consigliare libri e documenti che comunque servissero ad altri per compiere un simile studio sulla loro famiglia , di aggiungere elenchi di faticoso o difficile reperimento , di fare alcune considerazioni su alcuni avvenimenti ed intendo incrementare questo spazio , possibilmente con l'aiuto di amici come il dr Paolo Piccardi ( che nell'Archivio di stato di Firenze si trova come un topo nel formaggio ) dell'efficentissimo Angelo Roberto Segnini , dei miei appassionati "cugini" Ilio e Giovanni e del generoso Stefano Mari , nonche' della competente Giulia Grazi proprio questa parte cioe' l'inserimento di informazioni che agevolino altre ricerche su altre famiglie

Il sito e' ovviamente aperto alla collaborazione di questi amici ma anche di chiunque altro si senta di condividerne lo spirito

 

 

Le altre famiglie fiorentine a cui ( per ora ) e' specificatamente dedicata una o piu' pagine del sito sono :

 

I Piccardi di Firenze ( Paolo Piccardi )

 

I Mari di Toscana ( Stefano Mari )

I Segnini di Firenze ( Angelo Roberto Segnini )

I Cavalloni di Firenze ( conte Massimo Angelo Cavalloni )

Gli Scarfi' di Firenze (Maria Scarfi' Cirone e Pino Cirone ) la pagina comprende l'albero genealogico

Gli Anselmi

I Grazi

Gli straordinari Tanini

 

 

 

Ho poi di suddividere la storia fiorentina degli anni che vanno dal 1282 al 1532 in periodi ed ho cercato mettere in evidenza quali famiglie partecipassero al governo della citta' perche ritengo che un analisi di questo tipo abbia significato 

 

 

contatti : pierluigi18faber@libero.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatte tutte queste premesse eccoci finalmente ad entrare :

AL CANTO AI CARNESECCHI

 

Come detto a Firenze c'e' un angolo di via ( un cantone ) che era chiamato " il canto ai Carnesecchi "

 

 

e qui , come detto , spero di incontrare altri Carnesecchi che vogliano aiutarmi a costruire la storia di tutti noi

Io credo che i vostri figli prima o poi ve ne saranno grati se lascerete qui una pagina sulla vostra storia quindi aspetto che vi facciate vivi e partecipiate anche voi alla costruzione di questo racconto

 

 

Il nome e il cognome sono uno strumento

Uno strumento con cui un certo individuo viene identificato nel gruppo , un mezzo con cui biunivocamente gli altri identificano e l'individuo si sente identificato.

Quanto piu' complesse sono le relazioni sociali quanto piu' e' necessaria un identificazione molto precisa che eviti per quanto possibile omonimie

Quanto piu' e' vasto il gruppo quanto piu' il sistema di identificazione deve essere sofisticato per evitare appunto il rischio di omonimie.

I Romani avevano un sistema complesso con nomen , cognomen , gens

Il sistema di identificazione toscano prevedeva l'uso di un nome insieme col nome del padre ( patronimico ) talvolta veniva aggiunto il nome del nonno e se ancora non bastava si aggiungeva il luogo di provenienza se la persona veniva da fuori oppure il mestiere che faceva , od anche un soprannome ( vocatus , vulgo )

 

 

In area fiorentina i primi cognomi appaiono per lo piu' solo intorno al 1150 ( non considero ovviamente le dinastie feudali ) sono prevalentemente derivati dal nome del padre ( patronimici )………………dalla localita'di provenienza , ……………..dal mestiere………………….da caratteristiche fisiche ………….da altre caratteristiche.

Normalmente ad iniziare un cognome e' un uomo che nel bene o nel male si distingue per cui e' facile dire i figli di tizio , i nipoti di tizio

Ed e' evidente che non siamo noi a darci un cognome ma sono gli altri a darcelo , noi assecondiamo

Talvolta , prima del concilio di Trento , cambiando di luogo o col tempo si passava da un cognome ad un altro e rami di una stessa famiglia finivano per differenziarsi

 

Il cognome nel XII secolo inizia ad avere l'utilita' di permettere l'acquisizione di beni .

Il notaio attesta l'acquisto di proprieta' a individui che devono essere ben identificati per poter in futuro vantare i diritti derivanti dall'atto.

Il successivo sviluppo demografico e il concetrarsi della ricchezza nelle mani della classe mercantile e produttiva emergente rende necessario il cognome per sempre piu persone permettendo loro di identificarsi anche come proprietari

Nel catasto del 1427 il 36 % dei fiorentini dichiara un cognome

A rendere piu' facile l'identificazione era l'utilizzo oltre che del nome e del cognome ,anche del nome del padre , e del nome del nonno

Anche perche' l'utilizzo quasi monotono di un gruppo assai ristretto di nomi rendeva all'interno della stessa famiglia le omonimie frequentissime

 

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RICERCA GENEALOGICA

 

 

Oggi se vogliamo sapere qualcosa dei nostri piu' immediati antenati ci basta passare all'ufficio anagrafe e risalire con un po di fatica fino alla meta' del 1800.

In Toscana troviamo per di piu' un censimento del 1841 e i censimenti napoleonici che possono portarci agli inizi del 1800

La vera anagrafe e' comunque quella ecclesiastica

A partire dal concilio di Trento venne posto l'obbligo ai parroci di tenere tutta una serie di documenti per una maggior conoscenza dei parrocchiani . Tra questi i libri dei battesimi , i libri delle morti , gli stati delle anime .

In Toscana i dettami furono recepiti da luogo a luogo in tempi diversi cosi si trovano i libri in un arco di tempo che va dal 1560 al 1600

Purtroppo l'incuria dell'uomo non sempre ha permesso la conservazione di questa immensa raccolta di dati e talvolta si deve mettere in conto che qualche registro sia andato perduto

In molti luoghi della toscana i registri di battesimo iniziano ben prima del 1560 ad esempio nel caso di Firenze i battesimi sono registrati a partire dal 1450

Esistono poi atti fiscali , censimenti , atti notarili , …………………….che permettono talvolta , in fortunatissime circostanze , di arretrare fino addirittura a prima dell'anno mille

Il periodo antecedente al 1600 purtroppo e' talvolta avvolto da un cono d'ombra perche' e' il periodo in cui vengono a mancare i registri di battesimo e bisogna far affidamento solo su atti testamentari ,atti di compravendita , documenti fiscali non sempre presenti o facilmente rintracciabili

A parte certe situazioni estreme sembrerebbe che una ricerca genealogica sia la cosa piu' facile del mondo visto la mole di documenti a disposizione e cio' di cui sembra si abbia bisogno sia solo una dose massiccia di pazienza.

In realta' non e' cosi

La ricerca genealogica si muove a ritroso passa dal figlio al padre

I nostri antenati si spostavano frequentemente da un luogo all'altro e non sempre e' facile seguire i loro spostamenti cosi spesso i figli non sono battezzati nello stesso luogo del padre .

Occorre svolgere un continuo sforzo di ricollocazione agganciandosi al minimo indizio

 

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Carnesecca e Carnesecchi

 

In Toscana il termine "carnesecca" ,e' un vocabolo abbastanza diffuso : sta ad indicare quella parte del maiale altrove piu' comunemente chiamata pancetta .

Puo' capitare cosi che abbia il soprannome di Carnesecca il pizzicagnolo che la vende e/o chi la produce e/o chi la commercia

Poi e' ovvio che tale nomignolo spetti di diritto ad una persona secca secca

 

Quindi "Carnesecca" puo' essere il soprannome di una persona molto magra  o di un beccaio o di un commerciante di carne di maiale salata

Od anche di chi abbia tutte e due le caratteristiche

Una ricerca fatta a tanti secoli di distanza su un soprannome deve nella maggioranza dei casi limitarsi a fare delle ipotesi ( ed e' il caso nostro )

 

Il termine "Carnesecchi" e' da intendersi alla latina come " figli del Carnesecca " .

 

 

I CARNESECCHI DI FIRENZE ALLO STATO ATTUALE DELLA RICERCA SEMBRANO ESSERE I PRIMI CRONOLOGICAMENTE A FORMARE UNA FAMIGLIA DI QUESTO COGNOME IN TOSCANA

 

 

Nel corso di questa ricerca , ho incontrato diversi individui identificati col soprannome di " Carnesecca " che teoricamente potrebbero aver originato famiglie di Carnesecchi (come vedremo piu' diffusamente nella pagina dedicata all'argomento )

 

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Nel secolo XIII non ho sentore vi sia in giro per la Toscana qualcuno con questo cognome

Ci son qui e la’ individui col soprannome Carnesecca ma nessuno di questi sembra originare una discendenza con questo cognome

 

 

Provenzano di Albertino detto Carnesecca fiorente intorno al 1260 tra Siena e Firenze ( ??? )

Indebrandino di Pero detto Carnesecca fiorente intorno al 1260 tra Siena e Firenze

Suo figlio Ghezzo Carnesecca intorno al 1280 fiorente a Siena

Thomasius Francisci Raynerii vocatus Carnesecca intorno al 1300 fiorente a Siena

Neri Carnesecca forse Ser Ranerio Carnesecche intorno al 1300 fiorente a Pistoia

 

 

 A SIENA

Thomasius Francisci Raynerii vocatus Carnesecca terzerii sancti Martini et populi sancti Vigilii

 

 

 

 

libri google

Documenti per la storia dei rivolgimenti politici del comune di Siena dal ... - Pagina 259

di Julien Luchaire - 1906 - 272 pagine

 

 

 

 

Compare a Siena questo Gezo Carnesecha figlio di Ildibrandino ( vedi sul sito )

Documenti e studi per la storia del commercio e del diritto commerciale Italiano - Pagina 258

1971

 

 

 

Tra Firenze e Siena :Il mercante fiorentino Ildibrandino di Pero ,detto Carnesecca e suo figlio Ghezzo

 

 

 

 

 

 

ANCHE A PISTOIA UN CARNESECCA AGLI INIZI DEL 1300

atto 26 aprile 1290

Pistoia e la Toscana nel Medioevo: studi per Natale Rauty - Pagina 118

di Natale Rauty, Elena Vannucchi - 1997 - 285 pagine

un procuratore: Neri Carnesecca...........

a pag 118

 

 a pag 275

 

libri google 

Archivio storico italiano - Pagina 211

di Deputazione toscana di storia patria - 1920

... Carnesecche, notario cappelle S. lusti civitatis ...

 

 

 

Ser Ranerio Carnesecche , notario cappelle S.Iusti civitatis Pistorii

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ho proprio trovato alcun altro documento che permetta di affermare l'esistenza di famiglie discese da questi Carnesecca

Quindi citiamo questi Carnesecca per puro rigore di ricerca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL BECCAIO PERO CARNESECCA a FIRENZE :

Eccoci finalmente al primo che da sicuramente origine a una famiglia Carnesecchi

 

 

Finalmente a Firenze compare un beccaio – taverniere che e’ soprannominato Carnesecca

E’ Pero figlio di Durante di Ricovero noto come Piero Carnesecca

Il mestiere di Pero fa pensare che il suo soprannome "Carnesecca" non si riferisca tanto alla caratteristica fisica di un allampanato e secco individuo quanto invece alla carnesecca oggetto del commercio di Pero

 

E’ probabilmente costui nelle prime decadi del trecento a fondare le fortune politiche della famiglia.

Pur appartenendo ad un arte mediana appoggia senza esitazioni "Parte Guelfa "

La fortuna commerciale della famiglia aveva invece origini ben piu’ antiche.

Nel 1238 compare in un lodo richiesto dal Priore della chiesa di Santa Maria maggiore un tavernaio di quel popolo : Ricovero

 

 

E’ molto probabile si tratti di quel Ricovero nonno di Piero gia’ proprietario di taverne

Quindi il radicamento a Firenze degli antenati dei Carnesecchi ha tracce antiche e modeste

Dicono gli storici , per una serie di nebulose deduzioni , che gli antenati dei Carnesecchi provenissero dalla zona di Cascia nel Reggello : Luco , Ostina , San Giovenale e quindi assai probabile che l’attivita’ di Ricovero si svolgesse tra questi luoghi ( dove si riforniva di carne e vino ) e Firenze

Un attivita’ che probabilmente impegnava altri parenti

Cosi quella famiglia detta "Duranti di San Piero Scheraggio " famiglia di fabbri sicuramente di origine in Cascia e’ probabilmente coinvolta in questa immigrazione

Intorno al 1480 il Verino dice i Duranti - Carnesecchi originari della Val d’Arno superiore

 

 

 

DURANTI - CARNESECCHI

 

Mutavere suae Durantes nomina prolis,

Ad nos quos superus jamdudum miserat Arnus;

Est opulenta domus Siccae cognomine Carnis.

 

 

Di loro Schiatta il Nome fu cambiato

Da quei Duranti che dalle pianure

Dell' Arno superiore da gran tempo

Eran venuti ad abitare fra noi.

L' appellazion dei Carnesecchi è nota,

E del pari assai ricca di fortuna.

 

.

 

 

 

 

 

Il periodo come ho detto e’ oscuro e la famiglia di poca importanza , non pare avere alcun rilievo nelle lotte tra ghibellini e guelfi

Non ho alcuna notizia della composizione familiare

Non e’ detto debba venir trascurato nemmeno l’Ildibrandino detto Carnesecca ( figlio di un Piero )

Nessuna notizia di eventuali fratelli di Ricovero

Finalmente dall’oscurita’ emerge un figlio di Ricovero : Durante

Durante di cui ho poche notizie non e’ sicuramente uomo da poco

Compare in alcuni insignificanti atti rogati da Matteo di Biliotto nel 1294

A renderlo degno di attenzione e’ la sua elezione a Priore nel 1297

La comparsa negli atti di una compagnia commerciale denominata : " Compagnia di Durante di Ricovero

La sua presenza tra i capitani di Or San Michele

Il suo testamento nel 1320 in cui dichiara di aver fatto prestiti usurari

Suoi figli sono Piero Carnesecca , Grazino probabilmente taverniere in Santa Maria Novella , Matteo e forse altri

Piero, Grazino , Matteo ( e probabilmente manca qualcuno ) sono i DURANTI cioe’ figli di Durante

La famiglia identificarsi con questo cognome DURANTI

 

 

La lapide della sepoltura di Piero Carnesecca in Santa Maria Novella e’ un piccolo albero genealogico ci dice che il padre di Piero e’ Durante figlio di Ricovero e ci mostra lo stemma familiare che si differenzia da quello dei futuri Carnesecchi per il numero diverso delle bande

 

 

 

 

 

Firenze : Santa Maria novella : Chiostro dei morti : per la cortesia di Francesco Bini

 

Firenze : Santa Maria novella : Chiostro dei morti : per la cortesia di Francesco Bini

 

lo stemma dei Duranti ( questo e'quello della lapide di Santa Maria Novella ) si differenzia da quello successivo dei Carnesecchi per avere 4 bande anziche' 3

Proprio attraverso questa lapide che era sotto il naso di tutti in Santa Maria Novella ( e questo la dice lunga sugli studi genealogici cinquecenteschi e seicenteschi ) agli inizi del 1600 si riusci a chiarire che Durante era figlio di un imprecisato Ricovero

 

 

 

UN ALTRO STEMMA DEI DURANTI NELLA CHIESA DI SAN PIETRO A CASCIA ( NON PIU' ESISTENTE)

 

Nel sito del Kunsthistorisches Institut compare questo stemma :

Negli atti della visita di Monsignore Vescovo Federighi l’anno 1441, dicesi costrutta da Fratel Angelo dell’Ordine Gerosolimitano, che credesi Duranti, essendo questa famiglia anticha consorteria della Nobilissama Famiglia Carnesecchi che discende dalla Pieve di Cascia di cui vi è la sepoltura nella loggia avanti a porta principale della chiesa della Pieve di San Piero a Cascia a mano destra colla sua Arme nel muro di marmo carrese coll’inscrizione Sepulchrum Filiorum Mattei, Grezini Durantis et Descendentium.

diario settecentesco del Parroco Cammillo Tabarrini

 

 

In seconda generazione il gruppo dei Duranti ha una crescita esponenziale ed esce definitivamente dall’oscurita’ crescendo in forza economica e in potenza politica

Braccino di Piero e’ uomo di molta importanza economica e politica e uno dei Priori che si oppone anche senza grandi risultati alle pretese del Duca di Atene.

Berto di Grazino e’ il primo Gonfaloniere della famiglia

I figli di Matteo sono uno Giudice ( messer Niccolo ) e l’altro notaio ( ser Filippo )

Sono probabili legami matrimoniali con i Peruzzi ed i Bardi famiglie ai vertici del commercio fiorentino

 

 

 

 

Ospedale degli Innocenti : matrimonio Carnesecchi- Peruzzi per la cortesia della dr.essa Scalella

 

 

L'inserimento nel ceto dirigente fiorentino e' sancito da alcuni documenti

 

 

Ecco una pace nel 1351 tra i Duranti e i Medici

 

 

 

Dal poemetto di Antonio Pucci sulle famiglie fiorentine vediamo che nel 1373 tra le principali famiglie fiorentine ci sono i Duranti ma non ancora i Carnesecchi

 

SETTANTATRE mille trecen correndo,
Mi veggio vecchio, e non mi dice il core
Poter più oltre seguitar volendo.

Lasciando adunque il dir dello autore
Ad altro di maggior sufficienza,
Mi parrebbe commetter grande errore,

S' io non dicessi della mia Fiorenza
Alcuna cosa, come è situata,
Ed adorna la veggio in mia presenza.

Perchè alla gente, che ancor non è nata,
Memoria sia adunque, che non sanno,
Come ella è bella, e in pregio sormontata.

E ciò si vede per gli scritti, che hanno
Racconti i versi miei del tempo antico,
Ne i quai si fe memoria del suo affanno.

Secondo il mio parer come io ti dico,
Che le tre parti di Firenze è posta
In piano, allato all' Arno, come a bico.

L' altro quartier di là dal fiume sosta,
E quasi in ver levante alza le fronti,
Perocchè in parte piglia della costa.

E sopra il detto fiume ha quattro ponti
Bellissimi, di pietra e di calcina,
Con altri adornamenti non qui conti.

Appresso ha del comun belle mulina,
Onde non ha temenza, che per guerra
Possa essere assediata di farina.

Le mura poi, che cerchian questa terra,
Hanno tre braccia e mezzo di grossezza,
Di sopra dico, e quattro o più sotterra.

E dal lato di fuori hanno d' altezza

i Ben trenta braccia di buona misura,
Co' barbacan, che si fan per fortezza.

Ed infra '1 cerchio delle belle mura,
Tredici porte son, braccia sessanta
Alta ciascuna, e venti di largura.

Le torri, che 1' adornan son sessanta,
Con la grossezza ognuna che le è tocca:
Ha ciascun altro mur braccia quaranta,

E gli fossi di fuor son larghi in bocca
Ben venticinque braccia, colla sponda
Che '1 terreno comun sostiene in cocca.

E dieci braccia poi la via seconda,
Con termini, che mostran veritade,
Perchè il terren comun non si nasconda.

Quindici milia braccia la cittade

Gira d'intorno, e non è maraviglia,
Contando il fiume nella quantitade.

Se alcun dice che gira cinque miglia,
(Che è per misura anticamente usata)
Tremila braccia per miglio si piglia.

Firenze è dentro tutta lastricata,

E fra l'altre ha due vie, che stanno in croce,
Che ti mostran quanto ella è lunga e lata.

L' una si move alla Porta alla Croce,
Che è da levante, e poi verso ponente,
Alla porta del Prato è 1' altra foce.

Dall' una all' altra, andando drittamente,
Ha quattromilia settecento braccia:
Mercato vecchio è il mezzo veramente.

E misurar volendo 1' altra faccia

Dalla Porta a San Gal, ch' è a tramontana,

A dirittura seguitar la traccia

Infino al sito di Porta Romana,

La qual si chiama San Pier Gattolino,
E tiene in mezzo 1' Arte della Lana;

Son cinquemilia braccia di cammino,
Deh come naturalmente comprese
Qualunque fu quel caro cittadino.

Appresso ha dentro più di cento chiese,
Sanza contar gli Spedali, ch' a onore
Di Dio son fatte tutte queste spese.

Lascio dell' altre, e vo' della maggiore
Alquanto dir di Santa Liberata,
O vogliam dir Santa Maria del Fiore.

S' ella si compie come è situata,

Sì bella chiesa non fu già mille anni,
Comecche fia, nè sì ben adornata.

Appresso a questa si è San Giovanni,

Che a tutto il mondo debb' esser notorio,

Chè ogni altro tempio avanza senza inganni.

Di Nostra Donna ci è poi 1' Oratorio,
Che costa più, che non vale un castello,
Qualunque ci è di maggior territorio.

Ecci il Palagio de i Signor sì bello,
Che chi cercasse tutto 1' universo,
Non credo, che trovasse pari a quello.

Cercando la città per ogni verso, " -,
E' piena di palagi, e di giardini,
Più bello 1' un che 1' altro, e più diverso.

E più di ventimilia cittadini '

Dentro ci son tra grandi e popolari, ,
Lasciando star da parte i contadini,

E questi sono i casati più cari ;

Ciò sono : i Bardi, i Rossi, e Frescobaldi,
E Cavicciuli insieme, e Adimari,

E Pulci, Gherardini arditi e baldi,
Tornaquinci, Bisdomini, e Donati,
E Cavalcanti, e Buondelmonti caldi,

E Cerchi, e Nerli, Pazzi, e Giandonati,
Uberti, Abati, Amidei, e Lamberti
Ancor ci sono, benchè sien scemati.'

Bostichi, Berlinghieri savi esperti,
Franzesi, Brunelleschi, e or di quelli,
Che son di popol, ti conterò certi:

Albizzi, Ricci, Strozzi, e Baroncelli,
Medici, Alberti, Altoviti, e Guasconi,
Vettori, Castellani, e Rondinelli,

Peruzzi, Giugni, Bastari, e Covoni,
E Salviati, Mancini, e Magalotti,
Oricellai, Beccanugi, e Bordoni,

Sacchetti, Pigli, Serragli, e Biliotti,
E Soderini, e Mozzi, e Quaratesi,
Ridolfi, Pitti, Pepi, e Pegolotti,

Quei da Panzano, Davizi, e Bagnesi,
Boscoli, Risaliti, e Rinuccini,
Ricoveri, Accajoli, e Antellesi,

E Gianfigliazzi, Cocchi, Scali, e Spini,
Baldovinetti, Bucegli, e Barrucci,
Cederni, Macchiavelli, e Guicciardini,

Agli, Vecchietti, Asini, e Ferrucci,
E Ramaglianti, Magli, e Canigiani,
E Bonaccorsi, Velluti, e Rinucci,

Aldobrandin, Bombeni, e Raffacani,
E que' da Filicaja, e Manovelli,
E Attaviani, e Ughi, e Cerretani,

Guadagni, Lupicani, e Boverelli,
Busini, e Siminetti, e Sassolini,
Manetti, Lanfredini, e Belfradelli.

Aglioni, e Sirigatti, Valorini,
Quei da Strada, Marsili, e Tigliamochi,
E Marigniolli, Fagioli, e Benini,

E Passavanti, e Usimbardi, e Giuochi,
E Compiobbesi, e Corsi, e Aldighieri,
E Macci, e Foraboschi, e Cigliamochi,

Soldanier, Lachi, Pratesi, e Amieri,
Duranti, Rocchi, Armati, e Scodellare
Malegonnelle, Mangioni, e Namieri,

Macchi, Magaldi, Erri, e Giambollari,
E Biffoli, Carucci, e Abati,
Guidalotti, Ammannati, e Portinari,

Manfredi, Michi, Figliopetri, e Zati,
Arnolfi, Guidi, Orlandi, e Corsini,
E que' da Castiglionchio, e Infangati.

Girolami, Brancacci, e Ferrantini,
Arrigucci, Bonarli, e Viviani,
E Ardinghelli, Ardinghi, e Tolosini,

E Falconier, Palarcioni, e Villani,
E Caponsacchi, Guardi, e Salterelli,
Orlandino Arcangioli, e Soldani.

Benizi, Bettaccioni, e Cafferelli,

E Corbizi, Bellandi, e Ricchemanni,
Ciuffagni, Vai, Catelli, e Carcherelli;

Angiolini, Arganelli, e Figiovanni,
Bianciardi, e Ammirati, e Tedaldini,
Sigoli, Salinbeni, e Alamanni,

E Falconi, Sassetti, e Porcellini,

Que' da Sommaio, Chiarmontesi, e Baldi,

Baronci, Cosi, Alfieri, e Cornacchini,

Aliotti, Bellincion, Casi, e Tedaldi,

Lottini,, Borsi, e poi que' da Rabatta,

Que' della Casa, Mazzinghi, e Monaldi,

Bonciani, Ardingbi, e di più non si tratta,
Perchè d' alquante non ebbi notizia ;

Bastiti que' di che memoria è fatta.

Firenze governa oggi sua grandizia
Per otto Popolan, che son Priori,
Ed un Gonfalonier della Giustizia.

De' qua' son due artefici minori,

E per due mesi han del Comun pensieri
Nel Palagio maggior, come Signori.

E dodici son poi lor Consiglieri,
Il cui officio per tre mesi dura:
E sedici son poi Gonfalonieri.

Che duran quattro mesi per misurai
E quel che è per costor deliberato,
Per due Consigli ancora si proccura.

L' uno è il Consiglio del Popol chiamato,
Che son dugento, e delle ventun' Arte,
Convien, che vi abbia d' ogni Consolato,

E Capitani della Guelfa parte:
E per non voler far le cose brune,
Quel che si vince qui per le due parte,

Appresso va in Consiglio del Comune/
Che son dugento popolain e grandi,
In simil modo tirando una fune.

E convien poi, che a seguizione il mandi
Potestà, Capitano, Asseguitore,
Quando per li Signor ciò si comandi.

E niun grande puote essere Priore,
Di Dieci ancora, nè Gonfaloniere,
D' ogni altro Officio han parte dell' onore.

Nè Ghibellino alcun, nè forestiere
(Secondo che per legge par che sia)
Cittadinesco officio puote avere.

Firenze è terra di mercatanzia :

Ed ecci ogni Arte, pogniam che ventuna

Son quelle, che hanno del Comun balìa.

Le quai ti conterò ad una ad una,

E chiaramente poi conoscerai, ,

Che par città non ha sotto la luna.

La prima è di Giudici e Notai,
E la seconda sono i Fondachieri
Di Calimara, siccome udito hai.

La terza, Cambiatori e Monetieri,
Che residenti agli lor Banchi stanno,'
Cambiando lor pecunia volentieri.

La quarta, Lana, come molti sanno,
Che molta gente pasce tuttavia,
E fa ben trentamilia panni V anno.

La quinta, Porta è Santa Maria,

Di Setaiuoli, e di molti altri, i quali
Legati son con loro in compagnia.

La sesta, sono Medici e Speziali,
E Dipintori, e di più altri assai,
Che in questa Arte son co' loro iguali.

La settima, Vaiai e Pellicciai.

L' ottava, son Beccai; e poi la nona,
Sanza compagnia sono i Calzolai.

La decima, de' Fabbri grossi suona.

L' undici, Linajuoli, e Pannilini,
Chè insieme un' Arte con lor si ragiona.

Maestri della pietra Cittadini

Con Fornaciai s' accostan di leggieri:
Dodecim' Arte son tra' Fiorentini.

La terzadecim' è di Vinattieri,

Che vendon vin, che ne berebbon gli agnoli,
L' altr' è gli Albergator de' Forestieri.

Quintadecima, sono i Pizzicagnoli.
La sedecima sono i Galigai,
Che sentir fan da lungi i lor rigagnoli.

Seguitan poi Coreggiai e Spadai.
Della decima ottava son figliuoli
Con altri membri insieme, i Corazzai,

Decimanona sono i Chiavaioli,

Con Calderai, ed altri lor mestieri.
La ventesima sono i Legnaiuoli.

L' ultima, son Fornai e Panattieri:
E ciascheduna di queste è reggente,
Sicchè il governo è quasi degli Artieri.

Questa Città è ricca, e sofficiente
D' avere, e di persone, e di sapere,
E delle ingiurie molto sofferente.

Ma quando ella dimostra suo potere,
Non ha città d'intorno a più giornate,
Che la sua forza non faccia temere.

Quando alle spese gli mancan 1' entrate,
Ed ella accatta da i suoi cittadini;
E le prestanze assegna meritate,

E pon cinquantamilia di fiorini,

Tre per migliaio a ciò ch' è di valsente,
Benchè si stenda in più bassi vicini.

E chi n' ha due o men, sicuramente
Può venti soldi per fiorin pagare,
Rassegniato non glie n' è niente.

Di maggior somma chi non vuol prestare,
Trova chi presta con allegra fronte
Per certo prezzo, e faglisi assegnare.

E se de' creditori è grande il Monte,
Non ti maravigliar, che molto avanza,
L' onor, che vendicate son più onte.

E quasi d' ogni mese una prestanza
Abbiamo avuta, e ciascuna riscossa
Abilemente: e sappi per certanza,

Che asperamente rotta e percossa

Fu pel diluvio, e più bella, che prima>
Oggi è rifatta, e cresciuta sua possa.

Sicchè 1' è quasi grande sanza stima,
Che secondo i bisogni son portate,
Del Monte han fatto più crescer la cima.

Secondo che le cose sono andate,
Co' danar nostri più città d'intorno
Abbian con noi insieme rinfrancate.

Il nostro Comune è di pregio adorno,
Nella sua libertà rimaso affine,
Ed è per sormontar di giorno in giorno.

E dico, se le donne Fiorentine
Portar potesser più le gioie loro,
Che in Firenze averia mille Reine.

Incoronate d' ariento e d' oro,
Con tante perle, e con tanto ornamento,
Che veramente vagliono Un tesoro.

.Ben fe chi la chiamò quinto elimento,
Ed io, per grazia del Signor verace,-
Non ne fu' mai, come oggi son, contento

Perchè io la veggio riposata in pace ;
E veggiole recate al suo mulino
Di molte Terre, onde molto mi piace,

Veggiole sotto in parte el Casentino,
E del Valdarno di sopra, e di sotto,
E di Val d' Elsa più terre in domino.

Agli Ubaldini ha tolto ogni ridotto

Dell' Alpe, e del podere, e d' ogni lato,
E di più parte, di che non fo motto.

Non tacerò del bel Castel di Prato,
Volterra, Valdinievole, e Pistoia,
E 'ntera signoria di San Miniato.

E veggio Pisa con Firenze in gioia,
E Lucca in libertade, laond' io
Poco mi curo omai, perch' io mi muoia,

Poichè acquistato ha tanto al tempo mio.
In terra il corpo, e in Dio l'anima sia,
Così finisco 1 ' operetta mia.

 

 

 

 

 

Dal 1363 al 1381 con il rafforzarsi del governo in senso popolare i Duranti scompaiono dalle cariche

Nel decennio 1370 --1380 compare il cognome Carnesecchi

E' probabilmente Zanobi di Berto di Grazino ad essere chiamato "Carnesecca" come Pero probabilmente perche' la sua linea politica ricordava quella dell'antenato

Ecco spuntare a Firenze i Carnesecchi nel decennio tra 1370 e 1380

Probabilmente Zanobi di Berto di Grazino Durantis ed i suoi fratelli hanno una linea politica che lo riallaccia a quella del beccaio Pero Carnesecca cioe' un legame con "Parte Guelfa" o comunque con il regime oligarchico

E' da notare che lentamente , nel ventennio 1380-1400 tutti i Duranti vengono risucchiati nel nuovo cognome .Prima i fratelli di Zanobi (Paolo e Cristofano ) poi poco alla volta gli altri

E' da notare che i tre fratelli Grazini non discendono direttamente da Pero

Quindi i Grazzini sono i discendenti ideologici del Carnesecca e come Carnesecchi vengono identificati senza esserne figli( pur essendone parenti )

E' da notare che Zanobi e' sposato con una Medici : Zebaina di Manetto dei Medici

 

Ecco un documento del 1381 tratto dalle Delizie degli eruditi toscani che indica questa situazione

 

 

 

 

 

 

 

 

RIPETO PER EVITARE FRAINTENDIMENTI : I CARNESECCHI DI FIRENZE ALLO STATO ATTUALE DELLA RICERCA SEMBRANO ESSERE I PRIMI CRONOLOGICAMENTE A FORMARE UNA FAMIGLIA DI QUESTO COGNOME IN TOSCANA

 

Lo stemma nel passaggio di cognome da Duranti a Carnesecchi muta nel numero di bande

 

 

 

 

 

Sepoltura di Luca di ser Filippo Carnesecchi in Santa Maria Maggiore ( Firenze ) anno 1401 : primo (cronologicamente ) stemma che io conosco dei Carnesecchi fiorentini : 3 bande anziche' 4

 

http://www.panoramicearth.com/5408/Florence/Chiesa_di_Santa_Maria_Maggiore_Church

 

 

 http://www.polomuseale.firenze.it/catalogo/avanzata.asp

 

 

 

 

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Dobbiamo osservare che non esisteva prima di questa ricerca alcuno studio genealogico attendibile sui Carnesecchi di Firenze ( un grazie particolare su questa materia deve andare al dr Angelo Gravano Bardelli che ha spogliato tutti i battesimi di Firenze nei registri del Duomo )

Le poche righe scritte prima di questo studio erano abbastanza inesatte , e cosi i riferimenti ai legami genealogici tra i vari individui( gli errori pero' come vedremo sono assai facili per l'utilizzo di un numero limitatissimo di nomi nei vari rami )

 

 

 

 

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Se il secolo XIV vede l'ascesa sociale e politica dei Duranti / Carnesecchi il secolo XV ne vede l'affermazione commerciale e politica e l'inserimento tra i primi casati fiorentini

 

 

Strana vicenda la storia dei Carnesecchi ……………… 

Quante cose da chiarire , quante da scoprire , quanta storia da riscrivere. Talvolta la storia diventa un puro passaparola di stereotipi

La storia e' legata a cio' che resta : se i documenti vanno persi , se i documenti non sono conosciuti , sembra vada persa anche la memoria .

C'e' infatti qualcosa che lascia perplessi

Spulciando la storia emergono in ogni momento tra i Carnesecchi personaggi importanti che aggiungono qualcosa al loro tempo , eppure i Carnesecchi nella storia fiorentina sembrano non esserci , difficilmente gli storici li prendono in considerazione , difficilmente emergono dalle cronache dell'Ammirato del Machiavelli o del Guicciardini , del Segni o del Nardi

Eppure ci sono e ci sono in maniera determinante in molti momenti della storia di Firenze .

Alla fine della Repubblica saranno dei loro 11 Gonfalonieri di Giustizia e 49 Priori delle Arti

E saranno tra le 4 famiglie fiorentine ad occupare piu' cariche estrinseche negli anni della Repubblica ( Andrea Zorzi )

E Zanobi di Francesco sara' uno dei sette dittatori ai tempi dell'assedio

Alla fine della dinastia medicea i Carnesecchi potranno annoverare anche 8 senatori del Granducato

Forse ebbero il torto di scomparire dai vertici nel momento in cui gli storici del settecento e ottocento scrivevano la storia fiorentina e forse su di loro gravo' la maledizione cattolica maledizione che per prima cosa tende a cancellare dalla storia le sue vittime

Gli storici ripetono che i Carnesecchi furono medicei ma questo e' vero con molti distinguo ,alcuni lo furono intensamente altri furono fieramente avversi , sospetto che i Carnesecchi abbiano privilegiato la funzione mercantile rispetto a quella politica pur mantenendo per la loro ricchezza un peso rilevante nella societa' fiorentina appoggiando ed appoggiandosi alla famiglia dominante ( a Firenze non si puo' vivere senza lo Stato …) pur mantenendo un atteggiamento abbastanza indipendente con atti di opposizione talvolta evidenti

I Carnesecchi furono una delle poche famiglie fiorentine a mantenere sino al settecento la propensione alla mercatura ed alla banca . Mentre la maggior parte delle famiglie fiorentine si rassegnava alla vita di corte e basava la ricchezza sul possesso fondiario i Carnesecchi continuano ad esser presenti nei commerci internazionali alcuni di loro pagando il periodo di stagnazione che colpisce i commerci a fine seicento con il dissesto

I nuovi studi sulla storia di Firenze si muovono ora in direzioni di un analisi piu' approfondita del ceto dirigente fiorentino : a lungo andare verra' certamente rivalutato il ruolo dei Carnesecchi in molte vicende

Sono imparentati con le maggiori famiglie di Firenze : Medici , Peruzzi , ………….

Paolo meriterebbe uno studio particolare , ha un ruolo nella politica fiorentina dove milita nell'ala pacifista , parla molto spesso nei consigli e' eletto con una certa continuita' quale console dell'Arte dei Medici e degli Speziali , descritto come un ricco mercante ha un giro di affari che si estende nei paesi dell'est europeo

Il suo ruolo politico potrebbe contribuire a gettare ulteriore luce sul periodo del regime albizzesco

La figura di Paolo incrocia come committente le figure di Masaccio , Masolino , Paolo Uccello occupando cosi un posto importante nella storia dell'arte

 

 

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apro una piccola parentesi a utile ai cultori della storia dell'arte volendo far notare una cosa sfuggita a diversi :

I Carnesecchi erano immatricolati all’Arte dei medici e degli speziali e ne furono sovente Consoli

A questa arte erano immatricolati anche i pittori

Da questo i contatti a cavallo della fine trecento e inizio quattrocento tra i Carnesecchi e molti pittori

Contatti che sfociavano talvolta in committenze : non trascurabile e’ ad esempio il ruolo di Paolo di Berto Carnesecchi nell’incontro tra Masaccio , Masolino e Paolo Uccello ( vedi studi dr.ssa Cecilia Frosinini e dr Hugh Hudson

 

Alcuni dati estrapolati dal sito http://www.stg.brown.edu/projects/tratte

 

Carnesecchi consoli dell'Arte dei Medici e degli Speziali (Arte a cui erano iscritti anche i pittori ) nel periodo 1394-1422

Sul sito della Brown University mancano i dati antecedenti all'anno 1393 e del periodo agosto 1421 -- agosto 1429

 

 

1394

Paolo

1404

Paolo

1414

Paolo

1395

 

1404

Cristofano

1414

Zanobi ( muore tra il 16 e il 17 )

1396

Paolo

1405

Zanobi

1415

Paolo

1397

Cristofano

1406

Paolo

1415

Cristofano ( muore tra il 16 e il 17 )

1398

Paolo

1407

Cristofano

1416

Paolo

1399

 

1408

Paolo

1417

 

1400

Paolo

1409

Cristofano

1418

Paolo

1400

Cristofano

1410

Zanobi

1419

 

1401

Zanobi

1411

Cristofano

1420

Paolo

1402

Cristofano

1412

Zanobi

1421

Mancano dati

1403

Paolo

1413

Cristofano

1422

Mancano dati

 

 

Forse anche da questo punto di vista andrebbe esaminata la committenza a Masaccio del "Trittico di San Giovenale" oggi attribuita alla famiglia Castellani

Fatto e' che di li a poco Masaccio lavorera' sul Trittico Carnesecchi per la cappella Carnesecchi in Santa Maria Maggiore a Firenze

 

 

ANNO 1423

 

 

La madonna Boni - Carnesecchi o Madonna di Brema di Masolino porta la data del 1423 e sulla sinistra di chi guarda si vede lo stemma dei Carnesecchi

Per la cortesia della dot.ressa Cecilia Frosinini Opificio delle Pietre Dure--Firenze )

 

 

 

Paolo di Berto di Grazzino Carnesecchi in Ungheria

 

The Florentine Scolari Family at the Court of Sigismund of Luxemburg in Buda

Katalin Prajda ( European University Institute )

 

http://academia.edu.documents.s3.amazonaws.com/1874407/JEMH_14_6_513-534.pdf

 

http://www.carnesecchi.eu/Ungheriakatalinprajda1.pdf

 

 

 

Gentile Sig.re Carnesecchi,

Infatti come scrive Lei, i Carnesecchi avevano certi interessi economici in Ungheria. Pagolo di Berto
Carnesecchi fondò ad esempio una compagnia commerciale nella città di Buda. Nell'attività della compagnia fu coinvolto anche il fratello dello Spano, Matteo di Stefano Scolari.
Inoltre i fratelli Scolari e Pagolo Carnesecchi furono vicini nella Via Panzano. Perciò è molto plausibile che
gli Scolari e Masolino si conoscevano tramite i Carnesecchi.
Si può trovare alcuni cenni sui Carnesecchi in uno di miei articoli intitolato: The Florentine Scolari Family...e nella mia tesi. Tutti e due sono scaricabili dall'Academia.edu
………………………

Katalina Prajda, Ph.D.
Affiliated Fellow Institute for Advanced Study Central European University
Hungary
http://eui.academia.edu/KatalinPrajda

 

La presenza di Paolo in Ungheria e' confermata dalla portata del 1427 dei figli di Paolo in cui dichiarano di vantare un credito per gli affari ungheresi del padre

Masolino nel 1425 abbandona la cappella Brancacci per andarsene in Ungheria secondo alcuni chiamato da Pippo Spano

Paolo C. e’ presente in Ungheria da tempo

 

La dimestichezza tra Paolo e Masolino e la presenza di Paolo in Ungheria induce ad esaminare con piu' cura i motivi dell'andata in Ungheria di Masolino

 

 

SULLA MADONNA DI BREMA DI MASOLINO

 

Mi e' parso di capire che nei quadri, stemmi , cassoni matrimoniali lo stemma dell'uomo e' a sinistra di chi guarda quello della donna alla destra di chi guarda

per cui la Madonna di Brema di Masolino ci parla di un matrimonio di un uomo Carnesecchi con una donna dei Boni nel 1423

 

Quel Carnesecchi potrebbe essere Berto di Zanobi di Berto nipote di Paolo Carnesecchi la cui prole e' compatibile con quella data

 

 

 

 

 

 

Masaccio , Masolino : Trittico della capella di Paolo Carnesecchi----ricostruzione della dr.essa Frosinini OPD-Firenze : La Madonna con bambino di Masolino e' stata trafugata negli anni 20

 

 

Madonna di Masolino scomparto centrale del trittico Carnesecchi

La Madonna col Bambino, conservata nella chiesa di Santa Maria a Novoli, nella periferia fiorentina, venne trafugata il 31 gennaio 1923 e mai più ritrovata

 

 

Masaccio predella : trittico Carnesecchi

 

 

Masolino : San Giuliano : trittico Carnesecchi

 

 

 

IMPORTANZA DEL TRITTICO CARNESECCHI COME PRIMA OPERA CHE VEDE LA COLLABORAZIONE TRA MASACCIO E MASOLINO

 

Committente Paolo Carnesecchi che era patrono della cappella dall’anno 1406

Artisti presenti : Masolino , Masaccio , Paolo Uccello

Nella realizzazione del Trittico inizia la collaborazione tra Masaccio e Masolino

Datazione dell’opera per la dottoressa Cecilia Frosinini dello Opificio delle Pietre Dure

I Carnesecchi hanno consistenti possessi terrieri tra Ostina , San Giovenale , Cascia nella zona di Reggello

I Carnesecchi sono presenti massicciamente tra i consoli dell’Arte dei medici e degli speziali a cui sono immatricolati i pittori

Masaccio dipinge il trittico di San Giovenale nel 1422

Masolino nell’anno 1423 dipinge la madonna Boni Carnesecchi o Madonna di Brema , opera datata e legata ad un matrimonio tra un Carnesecchi e una Boni non identificati

La madre di Paolo Uccello e' una Del Beccuto famiglia vicina e molto legata ai Carnesecchi ; Deo di Deo Del Beccuto e' sposato con Andreuola Carnesecchi ( dottor Hugh Hudson )

Paolo Uccello affresca la Cappella o esegue una tavola con una Nunziatina e re magi

L'esecuzione dei lavori artistici nella Cappella di Paolo mette insieme i tre artisti ed in particolare Masaccio e Paolo Uccello maestri dell'utilizzo della prospettiva in pittura

Paolo Uccello nel 1425 si sposta a Venezia e torna a Firenze solo nel 1431

Paolo Carnesecchi ha traffici commerciali in Ungheria che coinvolgono anche i fratelli di Pippo Spano ( il fiorentino Filippo Scolari )

Il 1 settembre 1425 Masolino abbandona la cappella Brancacci decidendo di lavorare per Pippo Spano e si porta in Ungheria dove si trovava nello stesso periodo anche Paolo Carnesecchi

Viene da pensare che Paolo c'entri qualcosa nella decisione di Masolino

Paolo Carnesecchi muore il 6 febbraio 1427

 

Essendo quasi del tutto dispersa l'opera era stata finora poco studiata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Anche uno dei fratelli di Paolo : Cristofano ebbe probabilmente rilievo nella mercatura

Suo figlio Bernardo divenne uno dei piu' importanti mercanti fiorentini del suo tempo. Risiedeva spesso all'estero in particolare a Montpellier

Le sue galere facevano la spola tra Pisa la Francia la Spagna il Portogallo . Era trasportatore , mercante , banchiere

Nel 1429 e' con Rinaldo degli Albizi e Piero Vespucci uno dei firmatari degli accordi commerciali tra il re del Portogallo e la Repubblica di Firenze

Su questo grande mercante non c'e'alcuno studio specifico nonostante la vastita dei suoi commerci

Molto amico di Cosimo de Medici ( padrino di battesimo di Lorenzo il magnifico ) era pero' anche il marito di Cosa di Ridolfo di Bonifazio Peruzzi di cui sara' uno dei fidejussori quando Ridolfo sara' confinato in esilio da Cosimo il vecchio

E' lui il committente del Tabernacolo Carnesecchi di Domenico Veneziano ora alla National Gallery di Londra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BERNARDO DI CRISTOFANO E' STATO IL COMMITTENTE DI UN TABERNACOLO DI DOMENICO VENEZIANO

 

In una nicchia sul muro di uno dei palazzi che formavano questo cantone stava dal 1435-43 ( l'opera e' firmata ma non datata ) circa fino a quasi meta' milleottocento un tabernacolo affrescato sul muro opera di Domenico Veneziano : una Madonna in trono con Bambino tra i santi Antonio (??) e Domenico (??).

Il palazzo era il nuovo palazzo di Bernardo di Cristofano Carnesecchi , un mercante fiorentino ,intraprendente e ricco, assai influente e cosi amico di Cosimo il vecchio da essere padrino di battesimo di Lorenzo il magnifico

Il palazzo era ed e' posto nell'angolo che formano via dei Banchi e via Panzani

E' da notare che il palazzo verra' non so come ma penso per via ereditaria ( pur non essendo del ramo di Bernardo di Cristofano ) in proprieta' al ricchissimo banchiere Zanobi di Bartolomeo di Francesco Carnesecchi che li possedeva anche il palazzo che era stato dei Mondragone

 

 

 

 

breve fuoritema :

Lo Zanobi citato come proprietario della casa e' Zanobi di Bartolomeo di Zanobi di Francesco Carnesecchi , ricco banchiere in societa' con Alessandro Strozzi

vedi Diario del Lapini : Nel 1575 aveva acquistato anche la proprieta' dello spagnolo Marchese di Mondragone ( Fabio Arazola ) per 7.000 scudi riunificando le proprieta' del palazzo gia' appartenuto a Bernardo di Cristofano

La parte posteriore del palazzo era finita in possesso dei Medici e donata al Marchese di Mondragone dal principe Francesco nel 1567-68 (era il luogo dove avvenivano gli incontri di Francesco con Bianca Capello favoriti dai coniugi Arazola )

vedi fonte

 

 

 

 

 

(Vasari ) "[...Domenico Veneziano] dipinse in sul canto de' Carnesecchi, nell'angolo delle due vie che vanno l'una alla nuova, l'altra alla vecchia piazza di Santa Maria Novella, in un tabernacolo a fresco una Nostra Donna in mezzo d'alcuni santi. La qual cosa, perché piacque e molto fu lodata dai cittadini e dagl'artefici di que' tempi", Vasari, Le vite, Vita di Domenico Veneziano.

 

 

.......Domenico proseguiva così, con una maggiore esperienza, sulla via già intrapresa nel tabernacolo dei Carnesecchi. In questo la Vergine derivata da Paolo Uccello, è un tipo di ermetica dignità religiosa, come un tipo di bellezza aristocratica è .....

Non dimentichiamo che nel "Memoriale" settecentesco di Francesco Baldovinetti discendente di Paolo Uccello il Baldovinetti attribuisce all'antenato la Madonna

 

La seconda opera con la firma di Domenico veneziano ( l'opera e' firmata ma non datata )rappresenta essa pure una Madonna in trono e si trova nella Galleria Nazionale di Londra .

E' un affresco tolto dal muro e portato su tela , che una volta trovavasi in un tabernacolo al Canto dei Carnesecchi non lontano da Santa Maria Novella a Firenze. Ora accuratamente ripulita da tutte le aggiunte d'una volta la pittura si presenta in uno stato di autenticita' . In parecchi punti appaiono delle lacune ;tutto il raso sino all'orlo inferiore...

 

L'illusione spaziale che da essa nasce doveva certamente meravigliare il passante molto piu' di noi , quando la pittura stava ancora nel suo tabernacolo al Canto dei Carnesecchi ; tanto piu' che allora le pareti laterali della nicchia erano occupate da due figure in piedi che sembravano stare dinnanzi alla Madonna troneggiante e unendo nello stesso tempo la Vergine con l'osservatore .

Di queste due figure di santi non si conservano oggi che i busti nella Galleria Nazionale di Londra . Le loro teste intenzionalmente rivolte da un lato.

L'uno un barbuto eremita o monaco , probabilmente Sant'Antonio abate inclina verso destra il capo venerando , leggendo un libro ; l'altro un asceta sbarbato che sara' San Domenico , fondatore dell'ordine dei Predicatori a cui apparteneva la chiesa di Santa Maria Novella con il suo grande convento ....e volge a destra lo sguardo estatico come dopo aver mostrato la Madonna al popolo

L'uno e' forte e adusto, con le ossa robuste e le rughe frontali profonde, ma insieme con un'espressione di bonarieta', l'altro e pallido e smunto, quantunque abbastanza energico spiritualmente e si manifesta come un religioso entusiasta

 

Secondo il Vasari la prima opera eseguita da D. appena giunto a Firenze è il tabernacolo dei Carnesecchi. Questo deteriorato affresco, staccato dalla sua collocazione originaria nel canto dei Carnesecchi a Firenze nel 1852, consiste in una Madonna con Bambino su un trono prospettico fortemente aggettante e nelle teste di due santi che erano a figura intera; è concordemente considerato opera giovanile, eseguita prima del soggiorno di D. a Perugia.

Trecani –voce Domenico Veneziano di Hellmut Wohl

 

(da Wikipedia-Francesco Bini ) L'opera, assai danneggiata, mostra nello scomparto centrale una Madonna col Bambino in trono (241x120 cm), con l'apparizione di Dio Padre in alto che le invia, dalla bocca dove escono raggi dorati, la benedizione e la colomba dello Spirito Santo. Maria ha un portamento dignitoso e aristocratico, mentre il Bambino è un piccolo adulto che, conscio della sua natura divina, impartisce la benedizione a chi osserva. Spicca l'abito di Maria, con una damascatura che tradisce un certo gusto decorativo di matrice tardogotica, e un mantello blu che ne dilata il volume, che invece rimanda alla lezione di Masaccio. Il trono è a prospettiva grandangolare, ancora incerta e legata alla tradizione gotica, con intarsi cosmateschi che sembrano confermare un soggiorno dell'artista a Roma negli anni immediatamente precedenti. Lo stesso trono spigolosamente scorciato si ritrova in esempi assegnabili alla scuola romana, come quelle di Pietro Cavallini. In basso, sul gradino che forma una specie di pedana con avancorpo a bulbo, si trova la firma dell'artista. La luce è chiara e uniforme, la scelta dei colori curata, nell'accostamento di tonalità smorzate. Come scomparti laterali, probabilmente facenti parte di sportelli chiudibili, sono stati riconosciuti due frammentarie teste di santi con chierica, uno barbuto e uno senza barba (45x35,5 cm ciascuno), da alcuni identificati con sant'Antonio da Padova e san Domenico di Guzman. Analogie stilistiche e compositive legherebbero questo tabernacolo a quello più o meno coevo dei Linaioli, opera di Beato Angelico.

 

 

TABERNACOLO CARNESECCHI DI DOMENICO VENEZIANO

 

 

 

Tabernacolo Carnesecchi< ……………………………………Tabernacolo Carnesecchi alla National Gallery

 

 

 

 

 

 

Oggi il tabernacolo Carnesecchi non e' piu' li dove era stato inizialmente collocato ma e' finito addirittura alla National Gallery di Londra

e' oggi un'opera purtroppo molto rovinata

Affresco ora quel che ne resta una volta staccato dal muro e' stato trasferito su un supporto di tela

originariamente era composto da una parte centrale : la Madonna in trono con bambino e da due parti laterali coi due Santi in adorazione

L'opera, come detto , in pessimo stato di conservazione, attualmente e' spezzata in tre parti ; la parte che conserva il riquadro centrale raffigura una Madonna in trono col Bambino e l'apparizione dell'Eterno nella zona alta che le invia, tramite raggi dorati, la benedizione insieme alla colomba dello Spirito Santo. La Vergine ha un un aspetto distinto e superbo, mentre il Bambino appare come un piccolo adulto in atto di dare la benedizione.

I due frammenti laterali conservano quanto resta dei Santi in adorazione, Santi che sono stati identificati con qualche incertezza in S. Antonio da Padova e S. Domenico di Guzman.

il riquadro centrale ( Madonna in trono con bambino ) ha dimensioni di 241 x 120 cm ; i due frammenti laterali hanno oggi dimensione : Santo con la barba, 43 x 35,5 cm.Santo senza la barba, 43 x 35,5 cm.

 

 

 

 

 

 

 

TABERNACOLO CARNESECCHI DI DOMENICO VENEZIANO

Tabernacolo Carnesecchi< ……………………………………Tabernacolo Carnesecchi alla National Gallery

 

 

MA COME E' FINITO IL TABERNACOLO A LONDRA

L'affresco adornante il tabernacolo del Canto de' Carnesecchi, fu staccato probabilmente nel 1851 , si trova oggi nella National Gallery di Londra (nn. 1213, 766, 767), smembrato incompleto ed in mediocre stato di conservazione.

Autore del distacco uno dei migliori specialisti del tempo : Giovanni Rizzoli

L'opera versava in cattivissime condizione

 

Questo affresco fu distaccato dal muro nel 1851 dal Rizzoli bolognese posato su tela e successivamente restaurato, anche non troppo bene. da Antonio Marini.

 

 

Ars et labor: musica e musicisti - Volume 61 - Pagina 538 anno 1906

Secondo questo libro ... L'affresco, che rappresentava la Madonna sul trono, era stato staccato da un tabernacolo fiorentino, al Canto de' Carnesecchi, dal bolognese Rizzoli nel 185l

 

 

 

Ma chi aveva ordinato il distacco e successivamente venduto l'affresco ad un inglese ???

Forse qualcuno dei Carnesecchi ?

No!

la verita' ce la mostra il libro :Guida di Firenze e dei suoi contorni con vedute e pianta della citta', dove si dice :

Canto ai Carnesecchi --- Un tabernacolo nel quale e' un dipinto moderno che rappresenta la Vergine, postovi in luogo di quello che si conserva oggi nella casa del principe Pio. Opera di Domenico Veneziano.

 

e il libro di Mario Salmi - 1936 : Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Domenico Veneziano

 

Fu staccato (1851) dal bolognese Rizzoli e restaurato da Antonio Marini. Il pezzo maggiore (m. 2,41 x 1,20) passò dal Principe Pio, proprietario della casa, al Conte di Crawford e Balcarres e quindi (1886) alla Galleria Nazionale di Londra

 

QUINDI IL RESPONSABILE DELL'USCITA DALL' ITALIA DELL'OPERA DI DOMENICO VENEZIANO E' QUESTO PRINCIPE PIO : ERCOLE DEI PIO DI SAVOIA

 

 

 

 

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Un tabernacolo di Domenico Veneziano  ……………………………..non molto conosciuto e' che Bernardo Carnesecchi fu il committente di Domenico Veneziano

 

 

Riassumendo : In una nicchia sul muro di uno dei palazzi che formavano questo cantone stava dal 1440 circa fino a meta' ottocento un piccolo tabernacolo dipinto da Domenico Veneziano : una Madonna con Bambino tra i santi Antonio e Domenico.

Il palazzo era uno dei palazzi Carnesecchi e il committente dell'opera era Bernardo di Cristofano Carnesecchi , un intraprendente e ricco mercante fiorentino assai influente e cosi amico di Cosimo il vecchio da essere padrino di battesimo di Lorenzo il magnifico

La sepoltura di Bernardo e' nell'adiacente chiesa di Santa Maria maggiore , dove Bernardo possedeva una cappella da lui istituita

Innanzi la sua cappella vi e' la lapide sepolcrale di suo padre Cristofano e di suo zio Zanobi ambedue morti di peste nel 1416 che stranamente porta la sata 1436

 

 

 

Questo e' come abbiamo visto cio' che resta del tabernacolo Carnesecchi : Opera purtroppo molto rovinata e finita alla National Gallery di Londra dopo esser stata "strappata" dalla sua collocazione nel 1851 e venduta da Ercole Pio di Savoia ad un conte inglese

 

 

 

 

 

 

Dal sito della National Gallery ricaviamo in particolare la precisa collocazione dell'opera

 

'The Virgin and Child Enthroned (Carnesecchi Tabernacle)', about 1435–43

Fresco transferred to canvas, 241 x 120.5 cm

NG1215

Signed on the step of the throne: DOMI[NI]CVS/ D[E]. VENECIIS. P[INXIT].

 

'Head of a Tonsured, Bearded Saint' (from the side wall of the Carnesecchi Tabernacle), about 1435–43

Fresco transferred to tile, 45 x 35.5 cm

NG767

 

'Head of Tonsured, Beardless Saint' (from the side wall of the Carnesecchi Tabernacle), about 1435–43

Fresco transferred to tile, 43 x 35.5 cm

NG766

This Virgin and Child enthroned with two saints is one of only two surviving signed works by Domenico Veneziano, one of the most influential Florentine painters of the mid-15th century, and the master of Piero della Francesca.1 It is also of special interest as the detached remains of a street tabernacle, few of which are displayed in museums because of their damaged state after centuries exposed to the weather. Yet tabernacle images such as this and the street tabernacle shown below (fig. 1) were once visible across Europe, on streets and crossroads in town and country, asserting a religious presence in the most public places and encouraging prayer rituals as part of everyday life, as well as during ceremonial processions. It is an important surviving example of this type of painting.

As it was originally part of a building, immured in a wall niche high above a street corner, it was an architectural painting in a very material sense. The grey painted arch of Domenico Veneziano’s inner frame, the box-like construction of the Virgin’s throne, and the domical blue sky from which God the Father emerges, all seem designed to emphasise the niche effect while playing with illusions of recession and projection in relation to its setting.2 Thus, while the large rigid throne which hems in the Virgin and Child creates a deeper perspectival space, at the same time it pushes the figures towards the viewer, rendering the Incarnation more certain and present. The throne dominates the space within the fresco, creating a tabernacle within a tabernacle within a tabernacle. The outermost enclosure would originally have been the wall niche, within which the fictive ‘pietra serena’ arch created a second framing for the image, and the throne then built a third enclosure for the Virgin. Its box-like construction uses the tabernacle design to symbolise the concept of the Virgin’s enclosed or unbreached womb (fig. 2).

A series of repeated geometric forms – square, round and spherical – dominate the composition. The five big, flat, red and green marble roundels (either side and at the base of the throne), like discs sliced from ancient porphyry and serpentine columns, the four silver balls on top of the throne, the florets dotted around the fictive ‘pietra serena’ frame, the shallow dishes of the haloes, the disc of God’s aureole (not the usual almond or mandorla shape) set into the larger scooped hemisphere of the sky, and the ‘opus sectile’ (inlaid geometric marble decoration, also known as Cosmati work) running around the throne’s edge like a selvage, are all part of an integrated, apparently modular design.3 Even the heads of the Virgin and Christ Child are more regular, geometric ovoids than human heads normally are. These compact shapes and masses add to the grounded, solid effect of the image, just as the flat surfaces of the stony throne, together with the frontally aligned, straight-backed Virgin and Child, create its stern formality.

The restricted palette of red, white, blue and green provides another unifying pattern. The uncompromising geometric rhythm of the painting should not, however, be overstated because the fresco has been so badly damaged from exposure to the elements that the fine decorative detail, such as the patterned silk brocade of Mary’s dress, the modelling of flesh and drapery, and the flowery meadow in the foreground, cannot achieve the softening interplay with the architecture they undoubtedly would have set up originally.

The throne

This type of high-walled throne is unusual, as the thrones of Madonnas normally have low arms, or none at all, allowing an impression of greater access to the sacred figure. ‘Opus sectile’ was, however, often incorporated into painted architecture, having been revived by painters such as Giotto in the early 14th century.4 Domenico Veneziano even made it look as though his Latin signature were part of the stone inlay on the front step.5 The combination of ‘opus sectile’ and a high-sided marble throne most closely resembles the thirteenth-century episcopal cathedra in San Lorenzo fuori le Mura in Rome, which also displays the same large inlaid roundels of porphyry and serpentine (fig. 3).6 This throne seems specifically designed to look episcopal or ecclesiastical.

Records concerning the 19th-century removal of the Carnesecchi Tabernacle help establish that there were only two flanking saints, unlike most other tabernacle images which depicted enthroned Madonnas with four or six saints. Both were painted on the side walls of the tabernacle, and only their heads and shoulders were removed as the rest of the figures had been worn away over time.7 Their identities remain uncertain, although the tonsures, black habits and cowls mean they may have belonged either to an Order of Unreformed Benedictines or Augustinian Hermits. The bearded saint with a book could be Saint Benedict. Pouncing is visible on both heads, particularly along the hairlines and ears, showing where preparatory drawings were transferred to the wall plaster. It is not certain which side of the tabernacle each saint was originally placed.

Fifteenth-century documents reveal that the patron of this tabernacle was most probably Bernardo di Cristofano Carnesecchi (1398–1452), a wealthy international merchant, who built a new house on the Canto de’ Carnesecchi to rent out to members of the papal court sometime between 1433 and 1439.8 In 1452 Bernardo Carnesecchi died and his sons inherited the house, which was described in 1458 as ‘a house called the house of the Virgin Mary’ (‘detta la chasa della Vergine Maria’), and still known in 1468 as ‘a new house with the Virgin Mary outside’ (‘una chasa nuova chola Vergine Maria di fuori’). This house at the very apex of the Canto de’ Carnesecchi presumably took its name from Domenico Veneziano’s fresco. Its end wall is represented in Zocchi’s 18th-century view with the tabernacle niche at first-storey level, framed by an arch supported on small engaged piers and protected by a low balustrade surmounted by what looks like an oval grille attached to sun-like rays (figs. 4 and 5).

Although Zocchi drew other shrines in which the paintings were visible, that is unfortunately not the case with the Carnesecchi tabernacle, which is in deep shadow and too high to allow a glimpse of the image inside.9 Zocchi’s view does, however, follow the processional axis leading from the Baptistery and Cathedral towards Santa Maria Novella, showing how prominent the end wall of the Carnesecchi house appeared in the urban landscape.

The timing of Bernardo Carnesecchi’s purchase or construction of a house to which he then attached a tabernacle is significant. As he himself declared, it coincided with the years when Pope Eugenius IV was resident in Florence (1434–6 and 1439–43), and the site was almost certainly selected for that reason – to attract high rents from members of the papal curia on a street that directly connected the papal apartments at Santa Maria Novella with the Cathedral. Domenico Veneziano’s painting was probably intended to enhance that processional route – a route that was to become even more significant when the Ecumenical Council was held in Florence in 1439.

Amanda Lillie

Selected literature

Davies 1961, pp. 170–1; Wohl 1980, pp. 64–7, 80–1 notes 1–7, 114–7; Bellosi 1990, pp. 65–71; Dunkerton, Foister, Gordon and Penny 1991, pp. 77, 79; Elkins 1991; Bellosi 1992; Florence 1992; Bambach 1999, pp. 204, 444–5 notes 77–82; Gordon 2003, pp. 58–67; Preyer forthcoming.

This material was published in April 2014 to coincide with the National Gallery exhibition 'Building the Picture: Architecture in Italian Renaissance Painting'.

To cite this essay we suggest using

Amanda Lillie, ‘Domenico Veneziano, The Virgin and Child Enthroned (Carnesecchi Tabernacle)’ published online 2014, in 'Building the Picture: Architecture in Italian Renaissance Painting', The National Gallery, London, http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/research/exhibition-catalogues/building-the-picture/constructing-the-picture/veneziano-virgin-and-child-enthroned

 

 

 

For full detail of the publications see Further Reading

1. Florence (see entry on Domenico Veneziano's 'A Miracle of Saint Zenobius'). Piero della Francesca worked as Domenico Veneziano’s assistant on the important cycle of frescoes (now lost) in Sant’ Egidio, the church of the Florentine hospital of S. Maria Nuova.

2. The rectangular grey framing elements at the top were added during restoration and were omitted in the temporary reconstruction of the tabernacle for the 2014 National Gallery exhibtion.

3. It looks modular without being strictly or mathematically proportionate; see Gordon 2003, p. 67 note 28, citing Elkins 1991, pp. 148, 173, note 24.

4. Giotto’s ‘opus sectile’ in National Gallery 'Pentecost' his panel uses the same configuration in the frieze and above the pendant arches over the Apostles’ dining loggia.

5. Domenico chose the same position for his signature in the St Lucy altarpiece, on the rise of the throne’s lowest step where, however, the gold letters are apparently written on the surface of the stone rather than being inlaid.

6. ‘Nelle due grossezze del muro o ali del Tabernacolo’, National Gallery dossier NG1215: 26 April 1854.

7. Although we have no evidence that Domenico Veneziano had been to Rome, other similar episcopal thrones may then have existed in Florence. The pointed ogee arch shape in the very foreground at the base of the throne in NG1215 recalls the ogee shapes at the apex of the thrones in S. Lorenzo fuori le Mura and S. Giovanni in Laterano in Rome.

8. The house was not yet built in 1433, when it is not mentioned in Bernardo’s tax return, but it was in existence by November 1439, when it appears in a rental contract. In his tax return for 1442 Bernardo claims he is renting the house to ‘courtiers’ (‘cortigiani’) and in 1447 he lists it as the ‘house I built new at the time when the court was here’ (‘al tempo della chorte’). For full details see Preyer’s forthcoming study.

9. See Dee 1971, no. 15 and no. 57.

 

 

 

 

http://www.wga.hu/html_m/z/zocchi/firenze4.html

ZOCCHI, Giuseppe

(b. ca. 1717, Firenze, d. 1767, Firenze)

Italian painter and printmaker. He began his training in Florence. The Marchese Andrea Gerini took him under his protection from an early age, sending him to Rome, Bologna, Milan and Venice to continue his studies. In Venice Zocchi saw engravings of views by Michele Marieschi and Bernardo Bellotto and painted a small oval portrait of Andrea Gerini and Antonio Maria Zanetti (1750 or 1751; Venice, Correr). Zanetti was a Venetian connoisseur and a friend of Gerini. He was a painter as well as a draughtsman, he was the official designer for the Pietre Dure (the so-called "Florentine mosaic") factory in Florence from 1754 to 1760.

What Francesco Guardi and Canaletto did for Venice and Giovanni-Battista Piranesi did for Rome, Giuseppe Zocchi did for Florence. The Marchese Andrea Gerini commissioned Zocchi to record all the greatest landmarks in Florence and its environs, which he did in a series of drawings that are now in the Pierpont Morgan Library in New York. These drawings were translated into engravings by Zocchi and a number of other engravers and issued in two series in 1744 titled 'Scelta XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese, e palazzi della citta di Firenze' and 'Vedute delle ville e d'altri luoghi della Toscana'.

© Web Gallery of Art, created by Emil Krén and Daniel Marx.

 

 

 

Metropolitan Museum of Art, New York

The large building in the middleground left is the Palazzo dei Cento Finestri (the Strozzi residence). The building to the right with the bust above the door is the Palazzo Carnesecchi. The open space in the distance, beyond Giambologna's Hercules and the Centaur, is the piazza on the east side of Santa Maria Novella.

© Web Gallery of Art, created by Emil Krén and Daniel Marx.

 

http://www.wga.hu/html_m/z/zocchi/firenze4.html

 

 

http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/research/exhibition-catalogues/building-the-picture/place-making/introduction

 

Lead author Dr Amanda Lillie is Reader in the History of Art at the University of York. Her research interests focus on 15th- and 16th-century Italian architecture, on which she has published a number of articles and books. Her book ‘Florentine Villas in the 15th Century’ came out in paperback in 2011. She is currently writing a book on air, landscape and concepts of the environment in Renaissance Italy.

 

To cite this essay we suggest using

Amanda Lillie, 'Entering the Picture' published online 2014, in 'Building the Picture: Architecture in Italian Renaissance Painting', The National Gallery, London, http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/research/exhibition-catalogues/building-the-picture/place-making/introduction

 

Although working on a smaller scale than architects, painters played a fundamental role in constructing real places and in creating and disseminating the identity of places through their images. Mural paintings in particular literally became part of a place, and the interaction between image and site profoundly affected the way each was perceived. Thus, the placing of Domenico Veneziano’s frescoed ‘Madonna and Child’ (fig. 2) above a Florentine street corner helped to redefine that site – the Canto de’ Carnesecchi – and gave the Carnesecchi’s house where the tabernacle was placed a new name: ‘la chasa della Vergine Maria’.4 At the same time, the positioning of the Virgin’s tabernacle was chosen because it was at a strategic junction of three streets and on a ceremonial route between the Cathedral of Santa Maria del Fiore and the Dominican Priory Church of Santa Maria Novella.5 This particular piece of wall was a prime tabernacle site since it enjoyed greater public exposure than any other surface on that route. The wall directly faced the north corner of the Cathedral façade from a distance of about 200 metres, addressing all who approached down the Via de' Cerretani, one of the busiest streets in the city (fig. 3). The tabernacle was probably placed high up so as to be seen above the crowd during religious processions

This route was of special significance in 1439, when the ecumenical Council of Florence was meeting at Santa Maria Novella, and indeed during the whole time Pope Eugenius IV was resident in Florence, when there would have been frequent to-ing and fro-ing as well as processions between the Cathedral and the Dominican priory where the Pope lodged.6 The site was also on another processional route going along the Via Tornabuoni from the Cathedral and Via de' Cerretani. The mutual benefits are clear. The tabernacle enhanced and sanctified the site, while the power of the image was immeasurably increased by its public exposure, its incorporation into processional routes and its association with the 1439 Council meetings in Florence. Domenico Veneziano responded to the site by designing a strictly frontal pose for the Virgin and Child, directly facing the street, with the Virgin holding up Christ to balance him at the very end of her knee, as close to the public as possible, and above all by determining the infant’s gesture, so that Christ blessed all who walked down the street

It may be hard to imagine when encountering the dislocated and much restored remains of Domenico Veneziano’s Carnesecchi Tabernacle that this work once had street power and a defined ceremonial and religious purpose. Yet because it is damaged, weather-beaten and fragmentary, it can speak to us as a brave survivor and stirs a different set of emotions. As archaeologists well know, ruins and fragments are often more powerful reminders of what buildings or objects once were than pristine, new-looking things. They plot the passing of time, and in this case make us aware of the 575 years between the making of this picture and our standing before it. The condition helps us to re-imagine it as a site-specific work, exposed to the elements, high up on the east-facing, narrow end of a block. The painting still retains some of its essential aesthetic qualities. Its surface may be damaged beyond retrieval, but its architectonic, geometric and volumetric qualities are still legible; as is the Virgin’s still solemnity and God’s gesture – throwing his arms forwards to launch the dove of the Holy Spirit and at the same time present to us the Virgin and Child.

 

 

This discussion draws heavily on Brenda Preyer’s forthcoming article, ‘The "chasa della Vergine Maria": the Patron and Site of Domenico Veneziano’s Carnesecchi Tabernacle in Florence’; see Gordon 2003, p. 64.

 

To cite this essay we suggest using

Amanda Lillie, 'Entering the Picture' published online 2014, in 'Building the Picture: Architecture in Italian Renaissance Painting', The National Gallery, London, http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/research/exhibition-catalogues/building-the-picture/place-making/introduction

 

3. Giuseppe Zocchi, 'View of the Street leading to Santa Maria Novella', 1744. Museo di Firenze com'era. © Scala, Florence.

4. Detail showing the arched niche where the Carnesecchi tabernacle was originally placed.

 

 

 

This discussion draws heavily on Brenda Preyer’s forthcoming article, ‘The "chasa della Vergine Maria": the Patron and Site of Domenico Veneziano’s Carnesecchi Tabernacle in Florence’; see Gordon 2003, p. 64.

 

 

Canto ai Carnesecchi  …Canto ai Carnesecchi e tabernacolo di Domenico Veneziano

 

 

 

 

 

 

COLLOCAZIONE     :        la chasa della Vergine Maria

 

 

Fifteenth-century documents reveal that the patron of this tabernacle was most probably Bernardo di Cristofano Carnesecchi (1398–1452), a wealthy international merchant, who built a new house on the Canto de’ Carnesecchi to rent out to members of the papal court sometime between 1433 and 1439.8 In 1452 Bernardo Carnesecchi died and his sons inherited the house, which was described in 1458 as ‘a house called the house of the Virgin Mary’ (‘detta la chasa della Vergine Maria’), and still known in 1468 as ‘a new house with the Virgin Mary outside’ (‘una chasa nuova chola Vergine Maria di fuori’). This house at the very apex of the Canto de’ Carnesecchi presumably took its name from Domenico Veneziano’s fresco. Its end wall is represented in Zocchi’s 18th-century view with the tabernacle niche at first-storey level, framed by an arch supported on small engaged piers and protected by a low balustrade surmounted by what looks like an oval grille attached to sun-like rays (figs. 4 and 5).

Although Zocchi drew other shrines in which the paintings were visible, that is unfortunately not the case with the Carnesecchi tabernacle, which is in deep shadow and too high to allow a glimpse of the image inside.9 Zocchi’s view does, however, follow the processional axis leading from the Baptistery and Cathedral towards Santa Maria Novella, showing how prominent the end wall of the Carnesecchi house appeared in the urban landscape.

The timing of Bernardo Carnesecchi’s purchase or construction of a house to which he then attached a tabernacle is significant. As he himself declared, it coincided with the years when Pope Eugenius IV was resident in Florence (1434–6 and 1439–43), and the site was almost certainly selected for that reason – to attract high rents from members of the papal curia on a street that directly connected the papal apartments at Santa Maria Novella with the Cathedral. Domenico Veneziano’s painting was probably intended to enhance that processional route – a route that was to become even more significant when the Ecumenical Council was held in Florence in 1439.

 

To cite this essay we suggest using
Amanda Lillie, ‘Domenico Veneziano, The Virgin and Child Enthroned (Carnesecchi Tabernacle)’ published online 2014, in 'Building the Picture: Architecture in Italian Renaissance Painting', The National Gallery, London, http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/research/exhibition-catalogues/building-the-picture/constructing-the-picture/veneziano-virgin-and-child-enthroned

 

Amanda Lillie

 

 

 

 

DATAZIONE

 

Le opere autografe di Domenico Veneziano. (per quelle apocrife cfr. Wohl, 1980) possono essere divise cronologicamente in tre periodi.

 

Alla fase iniziale (1435-40 c.) appartengono il tabernacolo dei Carnesecchi. la Madonna con Bambino di Bucarest e l'Adorazione dei magi (Berlino-Dahlem), nelle quali D. crea una sintesi fra le innovazioni di Masaccio e Donatello e il naturalismo ornamentale di Gentile da Fabriano e Pisanello, ma dimostra anche di conoscere il gusto per l'equilibrio e la regola dell'Angelico e dei maestri fiorentini minori.

 

La National Gallery sul suo sito la data invece 1440-44  e anche  about 1435–43

 

 

The Virgin and Child Enthroned (Carnesecchi Tabernacle)', about 1435–43
Fresco transferred to canvas, 241 x 120.5 cm
NG1215
Signed on the step of the throne: DOMI[NI]CVS/ D[E]. VENECIIS. P[INXIT].

 

Domenico Veneziano (active 1438; died 1461) 

 

 

 

 

 

COME QUESTO AFFRESCO SE NE ANDO’ DA FIRENZE IN INGHILTERRA

 

Il  principe ( conte ) Ercole Pio di Savoia , esule da Modena ( per cospirazioni politiche ) compero’ a Firenze  il palazzo Venturi nel 1850 oggi proprieta’ dell’Hotel de Paris

Un palazzo di grande prestigio, tanto che, durante l’occupazione francese dei primi ‘800, il senatore Ippolito Venturi, vi ospitò più volte Giuseppe ed Elisa Bonaparte.
L’edificio passò alla figlia del senatore, Marianna Garzoni Venturi, e fu poi venduto al principe Don Ercole dei Pio di Savoia, nel 1850.
Molti i lavori interni effettuati dal principe che portò nel palazzo anche varie opere d’arte, fra le quali il  prezioso affresco di Domenico Veneziano

 

 

Non so se il principe Pio fosse divenuto proprietario anche della casa confinante che dava sul Canto ai Carnesecchi  e quindi non so come fosse   divenuto proprietario dell’affresco  di  Domenico Veneziano

 

Di fatto Ercole Pio di Savoia diede l’incarico nel 1851 a Giovanni Rizzoli ( Pieve di Cento 1799—Bologna ( ?)  1878 ) uno dei piu’ celebri estrattisti di quel tempo di “staccare” dal muro quella che e’ una delle poche opere sopravvissute dell'artista veneziano.

L’opera probabilmente era gia’ molto rovinata . Una volta staccato  l’affresco venne restaurato ( male ) da Antonio Marini e dallo stesso Giovanni Rizzoli

 

L'ottocento a Prato : Renzo Fantappie', Rossella Agresti, Daria Grimaldi anno 2000

...............Marini aveva collaborato con Giovanni Rizzoli al restauro del tabernacolo Carnesecchi di Domenico Veneziano.........

 

 

L’opera dopo il distacco fu ridotta  in tre parti

 

Una di   241 x 120.5 cm a catalogo  NG1215   Madonna in trono col Bambino

Una di   43 x 35.5 cm a catalogo NG766     santo senza la barba   Head of a Tonsured, Beardless Saint   

Una di   45 x 35.5 cm a catalogo NG767    santo con la barba       Head of a Tonsured, Bearded Saint

 

 

COME ERA LA PARTE CENTRALE DEL TABERNACOLO DOPO IL RESTAURO ITALIANO

E COME POI TALE RESTAURO VENNE ELIMINATO

 

Ho reperito un fotografia ( fatta da Achille Paris fotografo e calcografo di Firenze ) molto interessante ( e ritengo estremamente rara ) dell'affresco , fotografia databile a dopo il restauro eseguito dai due Rizzoli e Marini

 

 

la foto e' sta eseguita in un anno tra il 1852 ed il 1867 quando ancora l'opera era a Firenze

 

Il signor De Gennaro titolare de "il cantuccio del collezionista" che mi ha procurato la fotografia mi ha raguagliato sulla tecnica usata

Si tratta di una fotografia all’albumina applicata su supporto cartaceo. Descrivere la tecnica della stampa all’albume non è proprio breve. Posso dirle che si tratta di una tecnica fotografica sviluppata prima della più conosciuta e recente tecnica ai sali d’argento, fu il principale supporto utilizzato nella seconda metà dell’800. Il nome deriva da un’emulsione ricavato dall’albume dell’uovo utilizzata nello sviluppo da negativo al collodio dell’immagine. Per questa ragione, da un negativo si possono in linea (molto) teorica ricavare infinite fotografie. Cosa praticamente impossibile, soprattutto durante il XIX secolo. Considerando il tempo passato e vista la mancanza di alcun riferimento online ad altre immagini identiche, dubito ne esistano molte in circolazione. La fotografia albumina è molto sottile e per questo si trova pressoché sempre applicata su dei supporti in carta o cartoncino rigido. Su di essi veniva stampigliato il nome del fotografo.

Le fotografie di opere d’arte venivano prodotte in quantità limitate in base all’interesse che potevano destare (l’opera in oggetto è abbastanza di nicchia). La sua fotografia presenta (cosa inusuale) una dettagliata descrizione del soggetto raffigurato e della sua storia. Ne tratto molte di queste fotografie, le posso assicurare che non è proprio una cosa molto comune da reperire. La descrizione dice pressoché tutto. L’opera soggetto della fotografia, mano di tale Domenico Veneziano, è il Tabernacolo Carnesecchi.

 

 

la didascalia posta a corredo della foto ci dice che esiste un atto del notaio Viscontini di Firenze del 5 febbraio 1852 che certifica che lo "strappo" e' stato fatto dal Rizzoli e probabilmente autentica che la trasposizione su tela riguardava l'affresco che stava sul canto dei Carnesecchi

Ci dice pure che l' affresco centrale era ora di proprieta francese : Mr Louis Hombert

 

 

 

le teste dei due santi erano invece di proprieta' inglese sir Charles Eastlake

 

 

l’operazione del principe Pio era stata evidentemente un operazione puramente commerciale.

l’opera fu successivamente venduta all'inglese

James Lindsay, VII conte di Balcarres (1783–1869), dichiarato XXIV conte di Crawford nel 1848. Fu questi che forse vende’ alla National Gallery le teste dei due santi nel 1867

Ma fu probabilmente James Lindsay, XXVI conte di Crawford (1847-1913) a donare La Madonna in trono col Bambino alla National Gallery di Londra nel 1886 (Presented by the 26th Earl of Crawford and Balcarres, 1886 )

 

 

 

VORACI APPETITI ??? ( niente di nuovo nei bei tempi passati )

 

In una mostra tenutasi dal 16 febbraio al 15 giugno 2014  al Mar-Museo d’Arte della città di Ravenna e curata da Claudio Spadoni e Luca Ciancabilla  , si e’ trattato il tema del distacco

Una mostra, dedicata quindi non tanto all’affresco in sé quanto alla pratica e alla tecnica del distacco o strappo dell’affresco stesso, è la prima a ripercorrerne i tre secoli di storia attraverso 110 pezzi, dall’antichità romana di Pompei al Settecento, ricostruendone le vicende di prassi e le evoluzioni tecniche insieme alle figure dei maggiori protagonisti di questa pratica nata nel primo Settecento: da Antonio Contri a Giacomo Succi e il figlio Pellegrino, ad Antonio Boccolari, Stefano Barezzi, Giovanni Rizzoli, Bernardo Gallizioli, l’aristocratico Giovanni Secco Suardo, Giuseppe e Franco Steffanoni, Domenico Brizi, fino al tuttora attivo Ottorino Nonfarmale.

I curatori cosi si esprimevano sull’utilizzo del distacco.

 

«È una mostra, concludono i due curatori, che solleva anche la questione dibattuta per secoli sull’opportunità degli stacchi, praticati non sempre per ineluttabile necessità di scongiurarne la perdita certa o nella convinzione che si dovessero preventivamente portare in sicurezza in altra sede e in altre condizioni. In molti casi, infatti, soprattutto a partire da metà Ottocento con l’esplosione del mercato collezionistico americano, lo strappo assecondò da una lato voraci appetiti collezionistici e dall’altro ansie patrizie o ecclesiali di liquidità col risultato di far uscire dall’Italia un numero impressionante di affreschi staccati e trasformati in quadri».

 

 

 

E' da notare come oggi il tabernacolo abbia un aspetto diverso

tabernacolo carnesecchi restaurato   ……Strappato e restaurato dal Rizzoli e dal Marini ( in formato di grandi dimensioni )

Immagino che gli inglesi abbiano inteso cancellare il restauro del 1852 e far ritornare l'opera ad una forma il piu' possibile vicina all'originale mantenendo i danni del tempo

 

 

 

Ho un'ottima puntualizzazione della situazione dal dr.ing. Maurizio Tiglieri

 

É cambiata la filosofia del restauro.

Nell'Ottocento (fino al primo dopoguerra) si integravano le lacune con una (ri)dipintura che ricostruisse le parti mancanti nel modo più mimetico possibile: l'idea era quella di offrire un'immagine gradevole e integra (anche se falsamente integra), quanto più possibile vicina al "nuovo" (con il fraintendimento culturale di fondo che confondeva, equiparandoli, "nuovo" con "originale").

Nel secondo dopoguerra prese velocemente piede una filosofia opposta, contraria a ogni integrazione pittorica che dissimulasse la mancanza (le integrazioni pertanto avvenivano solo per colmare la lacuna, non per dissimularla, e questo tanto nella variante della tinta neutra - la peggiore per la leggibilità dell'opera - quanto nelle integrazioni nettamente distinguibili, come il rigatino o la puntinatura).

Oggi fortunatamente si propende per un giusto equilibrio: le parti architettoniche e/o geometriche (es. incorniciature), per le quali si può ricostruire il pezzo mancante con sufficiente grado di precisione e plausibilità, vengono integrate con restauro pittorico.

I volti o altri dettagli non ricostruibili se non con l'immaginazione, vengono lasciati sfumati/a tratteggio/a puntinatura.

Ed é questo che oggi si vede sul tabernacolo inglese, frutto probabilmente di un restauro (relativamente) recente (a naso, ultimi trent'anni). Il tabernacolo appena staccato doveva comunque essere molto più danneggiato di quello che appare oggi (ad es., i triangoli decorativi color melanzana ai lati della centinatura sono al 100% frutto della fantasia del restauratore, così come sono riconoscibili numerosissime integrazioni nel blu scuro del cielo nonché nello sfondo delle teste dei santi laterali: é stato comunque deciso di lasciarle in opera anche nell'ultimo restauro).

 

La foto all'albumina, oltre a presentare uno stato indubbiamente più "cosmetico" rispetto all'attuale, é molto poco affidabile rispetto al tono cromatico generale: questo tipo di foto in bianco e nero ha lo svantaggio, fra le altre cose, di sbiancare fortemente gli azzurri: azzurri intensi o addirittura scuri vengono resi in bianco (o quasi), vedasi il cielo in cui svolazza il Padre Eterno, la tunica dello stesso o la tunica di Maria.

 

 

 

2 false notizie

 

 

 

 

 

 

In una prima fase i Carnesecchi sembrano interessarsi marginalmente di politica essendo intenti prevalentemente alla mercatura e alla banca pur appoggiando la trionfante causa medicea

Probabilmente gia' in questi anni avviene una differenziazione tra i Mattei ( linea discendente da Matteo ) ed i Grazini : questi ultimi sembrano piu' intraprendenti come mercanti mentre i Mattei sembrano piu' legati alla ricchezza legata ai possessi fondiari

Agli inizi del 1400 troviamo dei Carnesecchi a Lione come banchieri ,sono presenti a Zara e in Ungheria e si trovano tracce di loro fino in Lituania . Ma si fa fatica a mettere insieme i documenti delle loro attivita'

Nei primi decenni del quattrocento emergono anche il figlio di Paolo : Simone e il figlio di Zanobi : Berto

Della generazione successiva fa parte Francesco di Berto che troviamo in affari con Lorenzo e Giuliano de Medici

Di questa generazione e' anche Andrea di Bernardo , che compare in alcuni tornei resi famosi dalle poesie del Lapaccini e del Poliziano

 

 

Estratto da "L'armeggeria di Bartolomeo Benci "

messa in rima da Filippo Lapaccini (1464)

 

…………………………..

vago, leggiadro, bel, fermo e costante

era Andrea Carnesecchi alto levato

ritto in istaffe sopra 'l suo afferrante,

e da' suo be' sergenti è circundato:

da Giulian Carnesecchi in sul sentiero,

Giovan Ginor non l'ha dimenticato,

Pier Carnesecchi e Francesco di Piero

che non era al seguirlo pigro o tardo,

Filippo di Bernardo tanto altiero.

 

Era Andrea Carnesecchi più gagliardo

col paggio innanzi e col caval coperto,

adorno sì ch'a dir parrei bugiardo.

………………………………

E poi partì col dardo in un momento

e volse a mezzo il corso intorno quello

e brandì quel, passando com'un vento.

……………………………………..

 

 

Non ci sono molte notizie sui traffici mercantili dei Carnesecchi che emergono qui e la come parti di un affresco rovinato dal tempo ed appaiono vivaci ed importanti

 

 

Al tempo di Savonarola

Il messaggio profetico del Savonarola scuote molti altri Carnesecchi : Giovanni di Simone , Zanobi di Francesco , Bernardo di Francesco , Giovanni di Niccolo'.

La fede medicea e' in molti Carnesecchi fortemente scossa

 

 

 

 

 

Al tempo del Savonarola emerge la figura poco studiata del piagnone Giovanni di Leonardo Carnesecchi , protagonista in quei giorni della difesa armata del convento di San Marco

 

 

Carlo Carnesecchi, in quei giorni, uno dei piu' influenti cittadini e mercanti fiorentini e' uno dei quattro maggiorenti a cui il Savonarola predice la morte di Lorenzo il magnifico

Amerigo di Simone commercia con l'Inghilterra e le sue galere solcano percorrono quelle rotte

Alla fine del quattrocento emerge storicamente la figura di Pierantonio di Francesco di Berto Carnesecchi fervente mediceo ed amico di Piero dei Medici e nonostante la fede medicea affidabile commissario della Repubblica in Maremma durante la guerra contro Pisa e fraterno amico anche di Niccolo' Machiavelli

 

 

Importante e' la figura di Andrea di Paolo di Simone Carnesecchi anche lui molto legato al partito mediceo , padre di Pietro , emino di Costantinopoli sara' poi senatore del Ducato mediceo

 

E' possibile che gia' nel corso del 1400 alcuni Carnesecchi si siano impoveriti nel frattempo compaiono anche alcuni figli illegittimi

 

Importante e' la figura di Manzo Carnesecchi il fiero popolano schierato contro Alessandro dei Medici : Giuseppe Revere ne fa uno dei protagonisti del dramma storico " Lorenzino de Medici ".

Di questo Manzo non sono ancora riuscito a ricostruire la posizione genealogica .

E' possibile che gia' nel corso del 1400 alcuni Carnesecchi si siano impoveriti nel frattempo compaiono anche alcuni figli illegittimi

 

 

 

 

Il mercante Zanobi di Francesco di Berto Carnesecchi , nonostante la sua fede medicea , e' uno dei sette dittatori di Firenze nei tempi dell'assedio

Lorenzo di Zanobi di Simone Carnesecchi , "il secondo Ferruccio" compie miracoli di eroismo e di astuzia nella Romagna fiorentina e pone una taglia " cosa non udita mai " sulla testa del pontefice Clemente VII

Lorenzo Carnesecchi e' una figura degna di grandissima attenzione , in cui si concentra tutta la sagacia e duttilita' fiorentina.

 

 

 Aveva il Papa mortale sdegno e immortale odio contra quasi tutti i cittadini di Firenze, parendogli , che gli amici della casa l'avessono perfidiosamente abbandonato, e i nimici ingiuriosamente oltraggiato ; e con tutto che fosse grandissimo simulatore, non poteva tenersi, ch' alcuna volta non isputasse alcun bottone, e trall' altre cose usava dire : Io non sono così cattivo e crudele uomo, come mi tengono i Fiorentini ; io mostrerò un dì a chi nol crede , che anch' io amo la patria mia .

Nè si potrebbe dire quanto i felici successi del Ferruccio l'affliggevano continuamente, nè meno quegli di Lorenzo di Zanobi Carnesecchi. Costui essendo commessario generale della Romagna Fiorentina , fece quello in questa guerra , il che non pareva , che fare si potesse ; perciocchè egli con poca gente, e meno danari da pagarla , ma bene con molta industria, e maggiore animosità , venne più volte alle mani colle genti del signor Leonello da Carpi presidente della Romagna ecclesiastica , e sempre diè loro delle busse ;

 

 

 

 

 

 

GONFALONIERI

 

  1. Berto di Grazino di Durante
  1. Paolo di Berto di Grazino di Durante (1)
  1. Paolo di Berto di Grazino di Durante (2)
  1. Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante (1)
  1. Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante (2)
  1. Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Francesco di Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Cristofano di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Piero di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Antonio di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante

 

 

 PRIORI

 

  1. Durante di Ricovero
  1. Piero di Durante di Ricovero
  1. Braccino di Piero di Durante ( 1 )
  1. Braccino di Piero di Durante ( 2 )
  1. Braccino di Piero di Durante ( 3 )
  1. Filippo di Piero di Durante
  1. Niccolo di Matteo di Durante
  1. Filippo di Piero di Durante ( 2 )
  1. Niccolo di Matteo di Durante ( 2 )
  1. Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Giovanni di Niccolo di Matteo di Durante ( 1 )
  1. Paolo di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Cristofano di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Paolo di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Cristofano di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Giovanni di Niccolo di Matteo di Durante ( 2 )
  1. Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Paolo di Berto di Grazino di Durante ( 3 )
  1. Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 3 )
  1. Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 3 )
  1. Antonio di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Francesco di Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Cristofano di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Piero di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Andrea di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Leonardo di Giovanni di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Matteo di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 1 )
  1. Piero di Simone di Paolo ( 1 )
  1. Amerigo di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Giuliano di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Pierantonio di Francesco di Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Piero di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Bernardo di Francesco di Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Zanobi di Francesco di Berto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Matteo di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante ( 2 )
  1. Giovanni di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Antonio di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Giovanni di Leonardo di Giovanni di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Bernardo di Andrea di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino di Durante
  1. Berto di Matteo di Manetto di Zanobi di Berto di Grazino di Durante
  1. Mariotto di Antonio di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Simone di Piero di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante
  1. Andrea di Paolo di Simone di Paolo di Berto di Grazino di Durante

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Baccio" Carnesecchi autore di una storia di Firenze nasconde la figura del banchiere e senatore Bartolomeo di Zanobi di Francesco Carnesecchi

E qui si apre la storia della banca Carnesecchi Strozzi una delle quattro grandi banche fiorentine una delle maggiori in Europa , prima guidata da Bartolomeo e poi dal figlio Zanobi

 

ritratto del banchiere Zanobi di Bartolomeo di Zanobi Carnesecchi

 

 

 

Uno dei banchieri piu' importanti nell'Europa della fine cinquecento

E' figlio di Bartolomeo di Zanobi di Francesco di Berto

 

 

Questa la piu' importante delle banche legate ai Carnesecchi ma non e' la sola che vi sono diverse altre banche legate ad altri rami della famiglia

La banca di Bartolomeo e Zanobi fallira' nel 1596 chiudendo un ciclo che forse aveva le sue radici nei primi decenni del quattrocento.

E' molto curioso come il nome dei Carnesecchi si leghi ai giardini delle Tuileries a Parigi che vengono per incarico di Caterina dei Medici progettati da Bernardo Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

 

I giardini delle Tuileries a Parigi progettati da Bernardo Carnesecchi

 

probabilmente questo Bernardo e' Bernardo di Francesco di Zanobi Carnesecchi

La madre di Francesco era Pichina dei Gondi stabiliti in Francia ( Francesco era fratello del piu' celebre Lorenzo )

Bernardo di Francesco di Zanobi pero' nacque nel 1518 e mori nel novembre del 1572 a Firenze

 

 

 

Il nome dei Carnesecchi entra nella grande storia con Pietro di Andrea Carnesecchi l' umanista condannato a morte come eretico da Pio V . Tradito da Cosimo sotto la cui protezione si era rifugiato e' consegnato all'inquisizione

Il suo sangue sara' il prezzo perche' la Toscana diventi da Ducato un Granducato. Premio al tradimento di Cosimo

 

.

......Segui la lettura della sentenza del secondo condannato a morte. e poi i due vennero condotti in sagrestia per subire la degradazione. Carnesecchi passo' in mezzo a una folla di grandi personaggi quasi tutti da lui conosciuti che lo guardavano con interesse misto a disprezzo. anche in questa occasione volle far sfoggio di superiorita' agli eventi e a un gentiluomo di vista corta che si sporgeva per guardarlo <<Non vi affaticate tanto per vedere questo ricamo >> disse gentilmente , alludendo alla veste d'infamia con la quale era stato coperto << ecco che ve la mostro con comodita'>> e al proprio compagno di sorte fu sentito dire : <<Padre , noi andiamo vestiti a livrea come se fussi di carnevale>>

.

 

 

 

INIZIO DELLA CONOSCENZA CON GIULIA GONZAGA

 

una cosa sfuggita agli storici

Il primo documento che parla della conoscenza tra Pietro Carnesecchi e Giulia Gonzaga Colonna e' una lettera di G. Valdes a Ercole Gonzaga del 13 marzo 1536

Gli storici che si sono occupati della questione fanno riferimento a questa lettera e pongono la prima conoscenza tra i due al 1535

IMPORTANTE

Probabilmente sollecitato a una risposta da Giulia in una lettera non conservata

In una lettera ( che pare quasi essere una lettera d'amore ) di Pietro a Giulia del novembre 1562

In risposta egli dice SBRIGATIVAMENTE ( abbandonando le solite cerimonie ): ".....signora mia , io sto fresco se Calliope ha ancora a sapere ch'io sia innamorato di lei , essendo gia' 35 anni ch'io la servo ! ....."

 

Ovviamente quel 35 anni va inteso come un circa 35 anni , con un fare cifra tonda

non dice pero' 30 anni dice 35 anni quindi piu' vicino a 35 che a 30

30 anni a ritroso dal 1562 : 1532

Quindi salvo impensabili errori di Pietro e lo stesso Pietro a dire di averla conosciuta prima del 1532

La conoscenza di Pietro con Valdes e' da far risalire al 1531 quando questi era a Roma alla corte di ClementeVII

Avanti al 1532 Pietro Carnesecchi sembrerebbe conoscesse gia' sia Juan Valdes sia Giulia Gonzaga

 

 

 

VINCENZO DI FRANCESCO CARNESECCHI COMANDANTE DI GALERA NELLA MARINA STEFANIANA

 

 

 

storia dei Carnesecchi………………………………Vincenzo Carnesecchi un prode comandante tra i Cavalieri di Santo Stefano

 

http://www.inghirami.it/Storia/Figure_minori.pdf

 

...........Il Guarnieri, certamente il maggior storico dell’Ordine, include Vincenzo Carnesecchi tra i comandanti di galere che più si distinsero e lo pone accanto a Barbolani di Montauto, Capponi,Carnesecchi, Barbavara, Bava, Roncioni, Sozzifanti .

 

 

 

 

Pare presente alla conquista di Bona nel settembre del 1607 da parte dei Cavalieri

 

Relazione del viaggio: e della presa della città di Bona in Barberia; fatta per commessione del sereniss. gran duca di Toscana in nome del sereniss. prencipe suo primogenito, dalle galere della religione di santo Stefanos, il di 16. di settembre, 1607, sotto il comando di Silvis Piccolomini ... (Google eBook)

 

 

 

 

Il Carnesecchi la' dove piu' forte

L'oste s'aduna , corre ai primi allori

E sue bell'orme intrepido anelante

seguita lo squadron detto volante

 

http://books.google.it/books?id=2J7ljDQGieYC&pg=PR21&dq=cavaliere+carnesecchi&hl=it&sa=X&ei=X0nLUtj1A6TOygPixoKwDQ&ved=0CD0Q6AEwAjgU#v=onepage&q=cavaliere%20carnesecchi&f=false

 

Bona d'Affrica espugnata da' cavalieri di Santo Stefano papa, e martire ...

Di Vincenzo Piazza,Arnold : van Westerhout,Nicolas Dorigny,Mauro Oddi,Fabrizio Monsignani

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

Manni : Il senato fiorentino ………………………Il senato fiorentino

 

Da ricordare anche :

Senatori fiorentini raccolti da Ferdinando Leopoldo Del Migliore

 

 

 ***

 

 

 

 

 

 

 

 

ANDREA DI PAOLO DI SIMONE DI PAOLO DI BERTO DI GRAZINO 1532

BERNARDO DI ANDREA DI BERNARDO DI CRISTOFANO DI BERTO DI GRAZINO 1546

BARTOLOMEO DI ZANOBI DI FRANCESCO DI BERTO DI ZANOBI DI BERTO DI GRAZINO 1559

PIERFRANCESCO DI ANDREA DI BERNARDO DI CRISTOFANO DI BERTO DI GRAZINO 1571

CRISTOFANO DI PIERFRANCESCO DI ANDREA DI BERNARDO DI CRISTOFANO DI GRAZINO 1586

RAFFAELLO DI LEONARDO DI RAFFAELLO DI LEONARDO DI GIOVANNI DI PAOLO DI BERTO DI GRAZINO 1615

ANTONIO DI PAOLO DI ANTONIO DI ANDREA DI PAOLO DI SIMONE DI PAOLO DI BERTO DI GRAZINO 1622

FRANCESCO DI GIOVANBATTISTA DI ZANOBI DI BARTOLOMEO DI ZANOBI DI FRANCESCO DI BERTO DI ZANOBI DI BERTO DI GRAZINO 1663

 

 

ALTRI PROTAGONISTI

 

Giovambattista di Gherardo Carnesecchi fiero antimediceo combattera' contro Cosimo per la liberta' di Siena e poi se ne andra' a morire in Francia combattendo contro gli Ugonotti

Una linea importante di Carnesecchi e' quella derivata da Ridolfo Carnesecchi

I suoi discendenti saranno importanti funzionari medicei in Versilia e di fatto daranno vita ad imprese minerarie importanti , inventando procedimenti nuovi per l'estrazione e lo sfruttamento di ferro ed argento

Uno dei Carnesecchi :Vincenzo fu un celebre comandante di Galera distintosi per valore nella marina Stefaniana

 

 

Agli inizi del seicento troviamo ancora i Carnesecchi coinvolti in imprese commerciali in Sicilia e nel napoletano

La baronia di Grottarossa in Sicilia e' figlia di questo periodo

 

 

STEMMARIO SICILIANO

Lo stemmario siciliano, composto da "Il Nobiliario Siciliano", contiene più di 1500 stemmi delle famiglie nobili e notabili della sicilia, curato dal Dott. Antonino Mango di Casalgerardo, pubblicato in due volumi.

 

Dott. Antonino Mango di Casalgerardo

NOBILIARIO DI SICILIA

Notizie e stemmi relativi alle famiglie nobili siciliane

(Palermo, A. Reber, 1912 - 2 volumi)

 

http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/bibliotecacentrale/mango/indicemango.htm

 

Il Mango non fornisce lo stemma di questi CARNISECCHI

Si tratta ( come abbiamo visto in altra pagina ) dei Carnesecchi fiorentini , presenti a Palermo con Giovanni fratello del senatore , del Granducato di Toscana , Antonio e con altri della stessa famiglia .

Vedasi : Niccolo’ , e successivamente Prospero

 

 

Ovviamente come in tutte le famiglie al potere non mancano beati e beate fra i Carnesecchi e vi sono 4 Canonici della chiesa di Santa Maria del Fiore ( Duomo )

 

 

Castello di Santa Maria Novella a Fiano

 

 

Nel 1705 troviamo un ramo dei Carnesecchi ancora insediato in un castello (acquisito in tempi moderni pero' ): il castello di Santa Maria Novella a Fiano ma in generale le linee aristocratiche a inizio settecento sono in via di estinzione e delle famiglie Carnesecchi sopravvivono solo quelle meno abbienti

 

 

 

 

 

 

 

Eclissi dei Carnesecchi fiorentini

 

Il declino dei Carnesecchi patrizi viene favorito dalla prassi di far sposare solo il figlio maggiore per tener unito il patrimonio con la conseguenza di far esaurire la famiglia per via femminile e per vicissitudini economiche che vedono l'impoverimento di alcuni altri rami

La cappella fondata da Paolo in santa Maria maggiore va in rovina e viene dispersa

Carte della famiglia "Buonguglielmi" vedi sito Yale University Filzetta 1: "Fogli di Fallimento di Filippo Carnesecchi, per cui fu uno dei Deputati Ilarione Buonguglielmi" anni 1672-81

 

Nel 1691 muore l'ultimo senatore dei Carnesecchi

 

 

Ottobre 1757 Legge sulla nobiltà, viene istituito un registro della nobiltà e della cittadinanza.

 

Alla pubblicazione del libro d'oro nella nobilta' del Granducato di Toscana compaiono in esso ( 1793 ) : solamente 2 linee di Carnesecchi ,

 

 

Nelle prime sette "Citta' nobili "del Granducato di Toscana ( Firenze,Siena,Pisa,Pistoia,Arezzo,Volterra.Cortona e Montepulciano ) i nobili si distinguevano in due classi ,cioe' i nobili patrizi e i nobili semplicemente nobili . Della prima classe facevano parte tutte le famiglie nobili nelle quali erano state raccolte le provanze per giustizia all'ordine di santo Stefano e quelle famiglie nobili che potevano comprovare la propria nobilta' da duecento anni senza discontinuita' . Nella seconda classe dei nobili erano descritti i discendenti di quelle famiglie accolte nell'ordine di santo Stefano e le altre famiglie nobili che non potevano comprovare la loro nobilta' per il predetto periodo di tempo , ma per uno inferiore.

 

 

 

 Famiglia nobile patrizia :

 

stemma dal Libro d'oro della nobilta' fiorentina

 

 

Giovanni di Andrea

Ridolfo di Giovanni priore nel 1524

Giovanni Batista figlio di Ridolfo nel 1589 sposa Clarice Tanai Medici

Ridolfo di Giovanni Batista sposa Laura Baldovidi

Francesco di Ridolfo nel 1696 sposa Dorotea del cav Francesco Simi muore nel 1724

Ridolfo di Francesco nato il 20 genn 1698 morto il 23 gennaio 1756 senza prole

Questo ramo si estingue

Quartiere san Giovanni gonfalone drago

Famiglia ammessa al patriziato della citta' di Firenze

Dati ricavati da "I Libri d'oro della nobilta' fiorentina e fiesolana di Bruno Casini " ediz. Arnaud

 

 

 

 

Famiglia Nobile :

 

 

 

Sebastiano Carnesecchi sposa Diamante di Domenico del Sere 1731

figli : Giuseppe e Anna 4 marzo 1765

Quartiere Santa Maria Novella gonfalone vipera

Famiglia ammessa alla nobilta' della citta' di Firenze

 

 

NOTA BENE

in realta' questa linea non appartiene ai Carnesecchi bensi' ai Carnesecchini di Prato

Dati ricavati da "I Libri d'oro della nobilta' fiorentina e fiesolana " di Bruno Casini ediz. Arnaud

 

 

 

 

Alcune delle famiglie Carnesecchi non possedevano piu' i requisiti patrimoniali per essere ammessi nelle liste della nobilta' altre forse non erano interessate perche' ormai molto fuori da quel mondo

 

 

 

 

dal libro :

Le tre Nobiltà, di Marcella Aglietti a cura dell'Istituzione dei cavalieri di S.Stefano, ed. ETS Pisa:

Nota delle famiglie fiorentine patrizie che non hanno la Decima di fiorini 10…….
……….Tra i Patrizi che non raggiungevano quel livello minimo si ricordavano ( secondo un ordine decrescente a partire dal meno povero): i fratelli Aldana, Giovanbattista e Alemanno Rossi, Giuseppe e Niccolò Scarlatti, Spinello Castellani, i fratelli Orlandi e i Tealdi, i fratelli Mori Ubaldini, Bartolomeo Bartoli, gli Ubaldini da Gagliano, gli Stendardi, i fratelli Carnesecchi e i Roti, Giovanbattista Arrighi.
Tra i nobili si segnalavano i cavalieri Fabbreschi, Settimanni, D'Ambra, Tamburini e Salvadore Rossi.

Nobili di Prato:
Sebastiano Carnesecchi di Lorenzo. 4 marzo 1765, residenze nel Gonfalonierato per giustizia.

Nobili di Firenze:
Capitano Sebastiano Carnesecchi da Prato, 4 marzo 1769, prime cariche cittadine.

Patrizi di Firenze:
Ridolfo di Francesco Carnesecchi, squittinati per risiedere nelle maggiori magistrature nel 1524. cavaliere dell'Ordine Stefaniano ma non per giustizia.

 

Per la cortesia del conte Massimo Angelo Cavalloni

 

 

 

I rami patrizi si estinguono per via femminile e le loro proprieta' passano a famiglie di diverso nome ( esempio : Aulla ,Bardi di Vernio , ...)

 

 

 

I Carnesecchi fiorentini, come abbiamo visto , furono famiglia rilevante della Toscana. Una famiglia che dalla meta' del trecento inizia a far parte del ceto dirigente fiorentino e di tale ceto fa parte fino a tutto il seicento ( nel 1691 muore l'ultimo senatore Carnesecchi )

 

 

Personaggi come Pietro ( sicuramente un' uomo che sacrifica la vita alle proprie convinzioni) come Lorenzo ( dice il Varchi : un eroe tal quale Ferruccio Ferrucci ) come Pagholo di Berto come Bernardo di Cristofano sono personaggi che entrano di diritto nella storia non solo fiorentina

Mecenati che hanno permesso ad artisti come Paolo Uccello, Domenico Veneziano , Masaccio , Masolino , ecc , la realizzazione di opere importanti . Mercanti che avevano per casa il mondo in quella globalizzazione ante litteram , mercanti che non dimenticavano la loro patria , mercanti che all'occorrenza sapevano impugnare la spada .

Il sangue di Pietro Carnesecchi ( consegnato a tradimento all'inquisizione ) inoltre fu il prezzo che Cosimo I dei Medici pago' per la corona granducale di Toscana

 

 

tutto questo ci permette di poter dire che i Carnesecchi sono una famiglia "storica" di Firenze e della Toscana

 

 

"Quantunque da più e più anni la mia famiglia non abbia di nobile e di patrizio che il nudo nome, io stimo i patrizi e disprezzo i nobili. Ed è per me vero patrizio d'una città chi ha terre da far fruttare, sepolcri domestici da venerare, lari da difendere, ed antenati da imitare i quali, per lungo ordine di anni abbiano ο arricchita la loro patria con l'industria,ο celebrata con le virtu' e con l'ingegno, ο protetta col sangue.
Ma i titoli, i feudi e gli stemmi che ogni principe pu
o' dare e può torre e che ogni soldato straniero, ο mercatante fortunato, ο letterato cortigiano puo' assumere nei paesi conquistati ο usurpati, e che puo' tramandare a' suoi nipoti, sono ai miei sguardi ricami sopra sucida tela".


Da una lettera del 1808 di Ugo Foscolo a Giambattista Giovio.

Per gentilezza dr Sergio De Mitri

 

 

 

 

 

Lo stemma dei Carnesecchi ,come ufficiali della Repubblica fiorentina e del Granducato e come famiglia di rilievo figura in molti luoghi della Toscana

ecco alcuni esempi : molti altri stemmi e lapidi troverete nella pagina dedicata

 

http://www.carnesecchi.eu/stemmi.htm

 

Anche in questo caso ho bisogno di aiuto per raccogliere ulteriori fotografie

 

 

 

Da Wikipedia per Francesco Bini : stemma dei Carnesecchi sul palazzo del Podesta' a Galluzzo (Opera del Della Robbia)

 

 

 

 

Anche qui vediamo il risparmio

sotto lo stemma di Andrea Bonciani , le targhe senza stemma di altri Bonciani : Neri e Federico

 

 

 

 

 

 

 

Stemma di Giovanni di Luca Carnesecchi--Castello di Poppi anno 1568-69

Lo debbo alla cortesia degli amici Stefano Mari araldista e Francesco Bini

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Stemma di Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi--Castello di Poppi--anno 1481-1482

Lo debbo alla cortesia degli amici Stefano Mari araldista e Francesco Bini

 

 

 

 

 

 

 

 

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Stemma di Andrea di Paolo di Simone Carnesecchi--Castello di Poppi--anno 1530-31

Lo debbo alla cortesia degli amici Stefano Mari araldista e Francesco Bini

 

 

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Stemma di Amerigo di Simone di Paolo Carnesecchi--Castello di Poppi--anno 1476

Lo debbo alla cortesia degli amici Stefano Mari araldista e Francesco Bini

 

 

 

 

cortesia di Stefano Mari : San Miniato

 

 

 

cortesia del dr Giorgio Papini : San Giovanni Valdarno : Piero di Simone Carnesecchi

 

 

cortesia dr Paolo Piccardi : Pietrasanta

 

 

Sotto lo stemma di Bernardo di Francesco Carnesecchi nel palazzo Vicariale di Certaldo

 

Cortesia di Francesco Bini--palazzo vicariale di Certaldo

 

Il motto nel cartiglio : Dio resiste ai superbi....

 

 

 

Santa Maria Maggiore Firenze

Cappella di Zanobi Carnesecchi di Bartolomeo

Stemma matrimonio Carnesecchi--Velluti: Maria Velluti con Bartolomeo di Francesco

 

 

 

Da Wikipedia ( by Francesco Bini )---chiesa San Francesco di Paola ---Firenze : Stemma matrimonio Carnesecchi--Strozzi

 

 

 

 Santa Maria Maggiore Firenze

Cappella di Zanobi Carnesecchi di Bartolomeo

 Stemma matrimonio Carnesecchi--Capponi :Violante di Piero Capponi con Zanobi di Bartolomeo

 

 

 

Stemma di Giovan Battista di Zanobi di Bartolomeo Carnesecchi : vicario a Pescia al tempo della peste del 1631

 

 

CONANTIA FRANGERE FRANGO : SPEZZO LE COSE CHE CERCANO DI SPEZZARMI ( trad: Guido Buldrini )

 

Cascia : stemma senatore Francesco Carnesecchi( cortesia contessa Massangioli e professoressa Alessandra Ceccherelli e archeologa Maria Luisa Fantoni )

 

 

Arezzo : Stemma di Matteo di Manetto Carnesecchi per la cortesia del dr Angelo Gravano Bardelli

 

L'arma Carnesecchi è magnificamente scolpita in felice connubio con un interessante cimiero parlante (un teschio), il che crea un insieme araldicamente stupendo.

Il teschio e' la componente "parlante" dello stemma, dove "parlante" è il termine araldico che sottolinea il legame immediato ed evidente fra la figura, e il nome del titolare. Per i Carnesecchi, quale figura può essere più "parlante" di un teschio, simbolo per eccellenza di un qualcosa che fu "carne" ed ora è "secco"? ( bellissima interpretazione dell'esperto di araldica Maurizio Carlo Alberto Gorra )

 

 

Sempre ad Arezzo e sempre per per la cortesia del dr Angelo Gravano Bardelli: Stemma di Pierantonio di Francesco Carnesecchi

 

 

 

 

Ecco la fotografia di un piatto ( ceramica di Cafaggiolo ) oggi conservato al museo del Bargello

 

per la cortesia di Francesco Bini

 

per la cortesia di Francesco Bini

 

 

 

 

LA PRIMA DIVINA COMMEDIA A STAMPA DI FOLIGNO

 

 

Il nome dei Carnesecchi e' legato indirettamente alla prima edizione mondiale a stampa della Divina Commedia di Dante Alighieri

La prima volta fu infatti stampata a Foligno nel 1472 in 800 copie

Di queste 800 copie oggi se ne conoscono 33

Era un edizione che doveva essere poi finita artisticamente dal miniatore

Tra le 33 copie una porta un abbozzo di stemma partito

La partitura alla destra araldica sembra essere l'abbozzo dello stemma Carnesecchi fiorentino con un errore

INVECE CHE DI BANDE ARALDICHE SIAMO STRANAMENTE IN PRESENZA DI BARRE ARALDICHE

NON SO SE ERRORE O DISTINZIONE VOLUTA PER UN MOTIVO A ME IGNOTO

il Gargani ad esempio attribuisce ad Alamanno Carnesecchi ( del ramo di Bernardo di Cristofano ) un arma con le barre invece delle tradizionali bande ( ma potrebbe essersi sbagliato )

>

 

Alcuni ricercatori americani asseriscono la figura nella partitura alla sinistra araldica esser la bianca leonessa di San Miniato armata di stocco

Il possesso dell'opera e' in effetti compatibile con gli interessi di Matteo di Manetto di Zanobi che vediamo intento alla copia di un manoscritto mentre era a Castrocaro nel 1474

Questa Divina Commedia e' stampata per la prima volta nel 1472 la concessione e' del Comune di San Miniato e' del 1491

Ove fosse vera l'ipotesi l'apposizione dello stemma ( ove si trattasse dei Carnesecchi ) deve essere posteriore di ventanni almeno alla data di edizione

 

 

Io personalmente ipotizzo invece trattarsi di uno stemma matrimoniale

Un uomo Carnesecchi sposo ad una donna forse dei Bonaccorsi corazzai , vicini dei Carnesecchi nel quartiere di San Giovanni

Bonaccorsi che innalzavano uno stemma con un leone d'oro armato di una mazza

Non ho al momento alcuna notizia che confermi questa mia ipotesi

 

 

 

 

 

 

 

Le prime generazioni di Carnesecchi nate dopo le grandi epidemie del trecento e di quelle d’inizio quattrocento (1400, 1416 ) sono caratterizzate da un numero elevato di individui

Nonostante fosse alta la mortalita’ infantile forse perche’ figli di famiglie agiate e con migliori condizioni di vita molti di loro giungono all’eta’ adulta

A Firenze si battezzava in San Giovanni : Dal 1450 le nascite erano segnate in appositi registri che potrebbero rappresentare una specie d’immenso database della popolazione fiorentina

In realta’ questi registri ora in rete all’indirizzo sono almeno per i Carnesecchi monchi

Specie per il cinquecento mancano diversi battesimi

Infatti compaiono nei necrologi e nelle cronache individui che non compaiono nei registri del Duomo

Al momento non ho spiegazioni sicure

La quantita’ dei figli era una cosa buona per la continuita’ genealogica della stirpe ma frammentava in maniera critica il patrimonio

La vera eredita’ del padre diveniva quel mestiere di mercante : il nome , l’avviamento , l’istruzione , le conoscenze…………

L’appartenenza a una famiglia dal nome pesante nella societa’ fiorentina

Il commercio non e’ facile oggi figurarsi nel quattrocento con tutte le alee che esistevano : poteva essere il mezzo per grandi arricchimenti ma anche per rovesci clamorosi

Io ritengo che molti Carnesecchi tra la fine del quattrocento e l’inizio del cinquecento impoveriscano

A supporto di questa convinzione posso citare

 

Giuliano Ricci afferma alla fine del cinquecento:

Cronaca (1532-1606) a cura di Giuliana Sapori.: a cura di Giuliana Sapori‎ - Pagina 497

di Giuliano de' Ricci, Giuliana Sapori - 1972 - 671 pagine

…………………………….La famiglia de' Carnesecchi nella nostra città è nobile ma numerosa, di huomini ve ne ha de' poveri et de' ricchi et de' pazzi et de' savii;...

Cioe' accomuna tutti poveri e ricchi in un origine comune

 

La conferma che a Firenze esistano dei Carnesecchi molto impoveriti ci viene dallo stesso senatore Baccio Carnesecchi che nel 1570 testa a favore dei poveri di casa Carnesecchi.................

 

 

 

I figli di uno stesso padre spesso erano figli di diverse madri . Non era infrequente che un uomo si sposasse tre quattro volte : le donne morivano frequentemente nel partorire

Esistevano spesso figli naturali che pur portando il cognome del padre non godevano degli stessi diritti dei figli legittimi

Tutta una serie di combinazioni che creavano condizioni differenti all’interno della stessa famiglia

Nel corso del quattrocento e’ molto viva nella societa’ fiorentina e nel suo ceto dirigente il concetto di "aristocrazia" intesa come appartenenza al gruppo di famiglie che da lungo tempo avevano guidato lo stato facendo l’interesse dello stato : Aristocrazia intesa come predisposizione alla gida

 

Nel corso del 500 i rami piu’ ricchi consapevoli del pericolo di mettere a repentaglio il patrimonio familiare con la nascita di molti figli tendono a limitare l’emorragia destinando al matrimonio solo il primogenito e condannando i figli cadetti al celibato o al sacerdozio

Questa strategia avra’ conseguenze devastanti per la sopravvivenza della famiglia : nel giro di due secoli infatti i rami piu’ ricchi dei Carnesecchi si estingueranno

A fianco di questi rami aristocratici vivono cosi a Firenze e nella immediata periferia fiorentina dei Carnesecchi poveri

 

 

Carnesecchi che campano umilmente quando non in completa poverta’ , e nella periferia intorno a Firenze Carnesecchi isolati che si dichiarano contadini anzi lavoratori della terra ( cioe’ non proprietari )

Ora c’e’ chi tra i ricercatori afferma che un figlio di famiglia mercantesca puo divenire artigiano ma non puo’ mai divenire contadino

Io ho esperienze diverse

Talvolta e’ proprio il fatto di possedere piccole proprieta’ agricole che spinge ad utilizzarle per far reddito da prima facendole coltivare poi coltivandole in proprio poi vendendole e coltivando le terre di altri. In una china quasi inevitabile

Poi ci sono i destini dei figli non legittimi ma riconosciuti dal padre ( questo avveniva spesso e non avevano diritto all’eredita’ paterna ) …………………….poi le mille circostanze della vita cosi singolari da sfuggire a qualsiasi regola

 

Mi colpisce molto ad esempio la cognomizzazione precoce ( qui pero' siamo fuori dell'ambito strettamente fiorentino ) di Benedetto Carnesecchi nella periferia di Pisa : nel 1530 battezza Iacopo Carnesecchi quindi e’ chiaramente cognominato 30 anni prima del Concilio di Trento………………….

Non dobbiamo comunque dimenticarci che a Prato e a Badi nel frattempo sono comparse delle famiglie Carnesecchi ………………….

 

Il dato che dobbiamo valutare e’ comunque questo : dobbiamo annoverare nel primo cinquantennio del cinquecento nei dintorni di Firenze delle famiglie di lavoratori della terra i cui battesimi compaiono non sempre con regolarita’ tra i battesimi registrati in San Giovanni

 

 

Se a cavallo tra 400 e 500 troviamo I carnesecchi a Firenze a Prato e a Badi nel primo cinquantennio del cinquecento li troviamo anche nel Reggello , a Bibbiena e a Sesto e qui e' probabile siano legati coi Carnesecchi antichi

Troviamo poi un solo nucleo familiare a Pisa a Fucecchio a Monte San Savino

Un nucleo di cui non so definire la consistenza in Val d'Orcia

Un nucleo di rilevante consistenza intorno a San Gimignano

 

Cronologicamente posteriori alla famiglia fiorentina ecco quindi comparire qui e la' individui con cognome Carnesecchi

E qui si tratta di decifrare se ci sono legami di sangue o semplici legami di omonimia tra i vari gruppi

 

FUORI DI TOSCANA CIOE' NEL LAZIO , NELLA CAMPANIA E NELLA PUGLIA HO TROVATO ESISTERE IL LEGAME COI CARNESECCHI FIORENTINI

I CARNISICCA o CARNESECCA DI PALERMO E DI SICILIA MI SONO ANCORA SFUGGITI

L'importante notaio Niccolo , Andrea a Lecce , Tommaso mercante a Napoli , Pompeo a Palermo , i Bonifacio in Portogallo ,mantengono contatti con Firenze , ma rappresentano aghi nel pagliaio , di cui non conosciamo i legami genealogici

 

 

 

intorno al 1550 famiglie cognominate Carnesecchi principalmente in queste zone della Toscana

 

Sono una decina i luoghi in cui troviamo degli individui col cognome Carnesecchi come detto e mostrato ma in alcuni luoghi e' una presenza limitatissima.

A Monte Sansavino: 1 famiglia ; a San Sepolcro 1 famiglia ; a Fucecchio 1 famiglia ;a Bibbiena un gruppo piu' vasto

A Cascia a Bibbiena e a Sesto probabilmente legati ai Carnesecchi fiorentini

Nella Val d'Orcia un gruppo comunque limitato

I gruppi piu' vasti sono presenti a Prato , San Gimignano ,Badi e naturalmente a Firenze

Solo per i Carnesecchi di Prato sembrerebbe a priori potersi escludere legami con i Carnesecchi fiorentini, ma necessitano ulteriori studi legati alla figura di Ricovero

E' da notare come nell'ottocento alcuni Carnesecchi di Badi abbandonassero il cognome e prendessero quello di Carnesecca

 

 

 

 

I CARNESECCHI DI BADI

 

B) Alla fine del quattrocento I Carnesecchi di Badi : un gruppo di povere famiglie contadine nell'Appennino tra Pistoia e Bologna forse riconducibili ai Carnesecchi fiorentini per via femminile (alcuni di queste famiglie nell'ottocento vireranno il cognome in Carnesecca )

 

 

C) Sempre alla fine del quattrocento compaiono I Carnesecchi di Prato

 

I CARNESECCHI DI PRATO

 

A Prato , nel corso del quattrocento , nascono due famiglie individuate come Carnesecchi (vedi pagina sui Carnesecchi di Prato ) ed una terza compare nel corso del cinquecento
 

Il 29.3.1397 il pizzicagnolo Pasquino di Giovanni di Pasquino è estratto Consigliere del Comune per l'Arte dei Pizzicagnoli per il periodo 1.4.1397-31.7.1397

[Archivio di Stato di Prato, Comunale, 69, inserto 3, c. 22r].

La famiglia di questo pizzicagnolo sara’ detta dei Carnesecchi di Prato. Le loro case saranno localizzate su Porta Gualdimare

 

Del Carne Famiglia che ha per stipite un Paolo di Pasqua, chiamato Carnesecca, abitante nel Borghetto (sobborgo di porta S. Giovanni), dove è estimato nel 1372 (cap. 111, 2). Ha due figli: Antonio e Agnolo. Mentre Antonio non ebbe prole, i figli di Agnolo: Giuliano, Michele e Iacopo, si ritrovano al catasto del 1428-29. Hanno figli e convivono con lo zio Antonio, capofamiglia (cap. 111, 4; ASF., Cat., 175, c. -43). Al catasto del 1471 i del Carne(secca) si dispíegano in cinque fuochi, e precisamente quelli di Antonio di Giuliano d'Agnolo, Luca di Meo di Michele, Matteo di Meo, Meo di Michele d'Agnolo, Marco di Michele d'Agnolo (cap. IV, 1). I loro discendenti appaiono nelle decime del 1543 (cap. IV, 2) e del 1621 (cap. IV, 4) con il cognome del Carne per distinguerli dai Carnesecchi e dai Carnesecchini . Continueranno pero' talvolta a chiamarsi Carnesecchi . Le loro case erano in Porta San Giovanni

 

Alla meta' del 1500 compare in Prato un certo Ulivieri Carnesecchi

 Bastiano, e Roberto Carnesecchi, i quali figurano nella decima del 1621 (cap. IV, 4), sono figli di quel Giovanni d'Ulivieri detto Nanniricco, che nel 1584 fu citato da Pasquino di Domenico Carnesecchi (v.) per usurpazione di cognome. Continuarono però a chiamarsi Carnesecchi, e di questa famiglia presero l'arme (cfr. BRP., 105, c. 674t.). Saranno detti anche Carnesecchini

 

Non so se esista un legame tra i Carnesecchi di Prato e i Del Carne. G.B. Casotti , studioso settecentesco , prende in considerazione insieme le due famiglie ma non esiste ch'io sappia alcuno studio genealogico sulla cosa

In quanto ad Ulivieri non sono in grado di dire alcunche' sui suoi legami genealogici

All'apparenza non esiste alcun legame tra i Carnesecchi fiorentini e gli omonimi di Prato. Bisogna notare alcune cose sui Carnesecchi di Pasquino

a ) I Carnesecchi di Pasquino utilizzavano lo stesso stemma dei Carnesecchi fiorentini

  1. Nel 1589 Pasquino di Domenico intentera' una causa ai Carnesecchini per usurpazione di cognome e di insegne
  2. I Carnesecchi di Pasquino sono di Porta Gualdimare

 

Recentemente ho preso in considerazione l'ostinazione di Pasquino di Domenico nel difendere un nome e uno stemma che in definitiva la sua stessa famiglia avrebbe usurpato ai Carnesecchi fiorentini e mi e' parsa cosa strana : mi e' allora venuta la strana idea che potesse in realta' esserci un legame tra i Carnesecchi fiorentini e quelli pratesi di Pasquino.

I Carnesecchi fiorentini sono da tutti i pochi che si sono occupati di loro detti originari di San Piero a Cascia nel Reggello , questo perche' il grosso dei loro possessi erano gia' alla meta' del trecento in questo luogo.

Ho notato un taverniere di Prato che compare nei consigli del comune tra il 1276 e il 1285

Questo taverniere si chiama Ricovero

Ricovero ha un eta' ed un mestiere che potrebbe essere compatibile con il taverniere Durante di Ricovero primo capostipite riconosciuto dei Carnesecchi fiorentini.

Ricovero inoltre e' consigliere per Porta Gualdimare che e' il luogo dove abitavano i Carnesecchi di Pasquino

Il nome Ricovero era in quel periodo un nome estremamente comune , quindi la cosa ha un altissimo rischio di omonimia pero' credo meriti comunque un attimo di indagine.

Per contro e' abbastanza logico il soprannome Carnesecca per il pizzicagnolo Pasquino indipendentemente dalla parentela coi fiorentini

 

 

 

Prato 1850 : Per la cortesia di Francesco Bini

 

 

 

D)Nella seconda meta' del cinquecento compaiono I Carnesecchi della Valdelsa : le cui origini non sono stato ancora in grado di stabilire essendo fermo nello studio genealogico appunto a meta' cinquecento.

Nella discendenza troviamo "rifatti" i nomi di Paolo e di Simone : nella seguenza Paolo >> Domenico >> Bartolomeo ,Simone, Paolo, Iacopo >> Domenico

Il padre di questo Paolo ( all'inizio della sequenza ) dovrebbe esser nato intorno al 1470

Ipotesi di lavoro sui Carnesecchi della valdelsa: Poiche hanno origine in alcuni stipiti ( Paolo , Vincenzo, ... ) sto esaminando il battesimo di un certo Domenico Carnesecchi nato a Firenze il 13 settembre 1468 da Paolo di Simone Carnesecchi del popolo di Santa Maria maggiore

Paolo di Simone Carnesecchi, uomo dell'oligarchia medicea , aveva gia' fatto battezzare il 1 luglio 1468 un altro figlio : Andrea

Esiste in quel periodo un solo Paolo di Simone

Sicuramente Domenico e' un figlio illegittimo concepito con un'altra donna mentre la moglie era incinta

L'illegittimita' potrebbe giustificare la modestia delle condizioni economiche dei Carnesecchi della Valdelsa : che sanno pero' scrivere e far di conto nel 1568 tanto da essere camarlinghi

Per ora e' pura ipotesi su cui lavorare

 

 

E) I Carnesecchi della val d'Orcia di cui mi e' difficile capire l'entita' numerica visto il poco e nulla che so di loro che coll' Arcidiacono di Pienza Antonio Carnesecchi innalzano ( nel settecento ) uno stemma diverso da quello dei Carnesecchi fiorentini

Posso dire solo che il primo che ho incontrato e' notaio (1625 e seguenti ) e l'altro arcidiacono

 

 

 

 

 

 

 

 

UN IMPORTANTISSIMO PASSO..........INDIETRO : CHI ERA SERAFINO

 

 

FRASCATI

 

Frascati aveva nel 1871 5.952 abitanti , nel 1881 ne aveva 6.297 , nel 1901 ne aveva 8.453 , nel 1911 ne aveva 10.087

Nel 1936 ne aveva 11.763, nel 1951 ne aveva 13.102

Nel 2016 ne aveva 22.331

E' presumibile che nel 1750 fosse una cittadina di 3.000---4.000 persone con circa 300---400 nati annui

 

 

Nel fattempo grazie al dr Valentino Marcon consigliatomi dal dr Ugo Onorati come esperto dell'Archivio diocesano di Frascati ho conosciuto questo battesimo che si rivelera' importantissimo :

(10 marzo 2023, Valentino Marcon)

Atto di battesimo che ci rivela una famiglia fiorentina giunta da poco a Frascati

 

ATTO di Battesimo di Mario Nicola Ignazio Carnesecchi

Anno Domini 1752 Giorno 6 febbraio

(Archivio Storico Diocesano, Fondo Parrocchia (Cattedrale) San Pietro Apostolo, Frascati. Registro dei battesimi. Liber Baptizatorum 1746-1756, pag. 144)

 

Mario Nicola Ignazio, nato il giorno 2 (del mese) dal legittimo matrimonio di Serafino Carnesecchi figlio del fu Giovanni Domenico di Firenze e donna Caterina Montanari figlia di Anacleto Cesenatense abitanti di Tuscolo (Frascati), coniugi, fu battezzato con l’imposizione dei suddetti nomi da me Valentino Pellegrini Arciprete. Padrini furono M. Paolo Lucci e Agata Borromini (?) romani mediante loro insieme […..?] in persona di D. Agostino Bergantelli e di Arcangelo Benigna(?) romana rest …

 

 

 

Quindi Serafino il padre e' nato a Soffiano (Firenze ) il 27 aprile 1712 da Giovan Domenico ( 1671) di Piero (1623) e da Caterina di Giuseppe Lumachi

E Mario e' riconducibile alle genealogie di Soffiano ( Firenze ) che partono intorno al 1500 con un Francesco di cui ancora non conosco il padre e non riesco ancora a collocare genealogicamente

Per le genealogie di Soffiano vd parte 2

QUINDI I CARNESECCHI e i CARNESECCA di BARI E QUESTI CARNESECCHI DI FRASCATI SONO RICONDUCIBILI CON CERTEZZA AI CARNESECCHI DI FIRENZE

 

Ma in via Condotti a Roma sono presenti due individui Carnesecchi

Giuseppe il padrone del caffe' Greco e Giovanni un mercante abitante al num 73 di via Condotti

La stranezza del cognome , il fatto fossero presenti in uno stesso luogo , l'eta' probabilmente simile mi fa pensare fossero fratelli

la dichiarazione del notaio ci dice che anche Giovanni ,come Mario, e' figlio di Serafino

 

 

 

 

Adesso occorrerebbe capire cosa ci faceva Serafino a Frascati a mezzo settecento , vista la propensione dei figli ad occuparsi di ristorazione

 

Quanto allo stock onomastico :

I fratelli di Serafino avevano nome : Giuseppe Maria ; Giovanni Battista; Giovan Pietro ;Piero; Antonio:

erano morti bambini i suoi fratelli : PierBenedetto; Benedetto; Gaetano

 

 

 

CONCLUSIONE : La presenza di Carnesecchi a Roma e' quindi da legarsi a tempi abbastanza moderni

Ed e' da legarsi alla famiglia di Serafino proveniente da Soffiano -Arcetri , sicuramente dei Carnesecchi fiorentini

Ed e' anche possibile che la gente di Ceprano debba legarsi a questa famiglia tuscolana

Da notarsi la presenza a Napoli ai primi del settecento di un mercante Tommaso Carnesecchi che suppongo di origine in Arcetri-Soffiano ( Firenze )

 

 

Anche la storia di un caffe' aiuta a capire la macrostoria e ci rende uno spaccato di vita quotidiana

La storia e' praticamente sconosciuta

LA VERA STORIA DEL CAFFE' GRECO A ROMA

IN VIA CONDOTTI

IL MISCONOSCIUTO GIUSEPPE CARNESECCHI PADRONE DEL CAFFE GRECO A ROMA

 

Scrivere di un caffe' e' scrivere di Storia ?

Io credo che quando si racconta il passato si debba sempre avvertire dei contenuti d'invenzione e distinguere la storia dal romanzesco per non ingannare chi ascolta

Pur essendo una delle icone del Gran Tour la storia scritta che tratta il caffe Greco non e' cosa storica ma una sorta di favola

Si dovrebbe premettere alla lettura : questo film e' tratto da una storia vera lasciando intendere che poi la fantasia ha avuto la sua buona parte

 

Vi e' assai poco di metodo storico nel racconto di Pascarella che attiene piu' a una serie di pettegolezzi che ad una storia documentata e datata

E vi e' qualcosa di languido e di trasognato in chi dopo ha parlato del caffe' con una certa pretenzione storica

Vi e' una sorta di superiorita' intellettuale, una sorta di dispregio : un caffe' in definitiva e' cosa marginale e poco importa se si dice qualcosa di non completamente vero

L'errore piu' grave e' lasciar credere che di storia documentata si tratti

Cosi oggi abbiamo una serie di racconti lontani dal metodo storico e che danno l'impressione che sull'argomento si sia detto tutto

 

La storia del caffe' s'incastona in una moda del tempo significativa che portava Roma all'interno di uno scenario culturale che voleva dire turismo , commercio , denaro

 

 

IL CAFFE GRECO a Roma in via Condotti 86 e' di proprieta' di un Carnesecchi Giuseppe a fine 700 ed inizio 800

 

 

La lettera del Morace sembrerebbe comunque dimostrare che nel 1797 questo Carnesecchi era gia' padrone del caffe' Greco (e questo precedentemente al 1797 quando Morace era stato alloggiato ) e che il giro di artisti intorno al caffe' era gia iniziato e che il caffe'godeva di una certa fama presso gli stranieri

lascia perplessi il segno interrogativo che segue Giuseppe vista la familiarita' tra i due

Ernest Morace (1766-1820) è un incisore del Württemberg, originario di Stoccarda , che ha fatto carriera a Parigi .

Nato Ernst o Ernesto Morace, nel 1774 entrò nella Hohe Karlsschule , l'accademia militare fondata nel 1770 dal principe Charles-Eugene, duca di Wurthemberg . Sembra che le origini dei suoi genitori siano napoletane

Divenne allievo di Johann Gotthard von Müller (1747-1830) e perfezionò l'arte dello scalpello . Nel 1797 si trovava a Napoli .

Secondo la maggior parte delle fonti, rimase a Parigi prima e dopo la Rivoluzione francese . È nella capitale francese che produce gran parte delle sue stampe.

Copperplate engraver

Kobberstikker -----incisione su lastra di rame o zinco.

 

la presenza di Ernst Morace a Roma e' da datarsi nel regno di Ludovico Eugenio Giovanni di Württemberg cioe' tra il 1793 e il maggio 1795

Ludovico Eugenio Giovanni di Württemberg (Francoforte sul Meno, 6 gennaio 1731 – Ludwigsburg, 20 maggio 1795) fu dal 1793 al 1795 il tredicesimo duca del Württemberg. Terzo figlio del Duca Carlo I Alessandro e di Maria Augusta di Thurn und Taxis, succedette nel 1793 al fratello Carlo II Eugenio come Duca del Württemberg e regnò sino alla morte, quando venne succeduto dal fratello minore come Federico II Eugenio ( fonte wikipedia)

Un opera successiva al British Museum sempre stampata a Roma da Filippo Piale ( Virgo cum Puero Iesu adstantibus angelis ) e' del 1796 , precede le opere nel Regno delle due Sicilie

 

 

The Thorvaldsens Museum Archives

https://arkivet.thorvaldsensmuseum.dk/om

Generel kommentar

Om denne anbefaling, se Thiele I, p. 101-102. Hverken afsender eller modtager kan identificeres med sikkerhed, men afsenderen kunne muligvis være identisk med den tyske kobberstikker Ernst Morace (1766-1820), der på dette tidspunkt var i Italien og i øvrigt født i Napoli ifølge Friedrich Noack: Das Deutschtum in Rom seit dem Ausgang des Mittelalters, Berlin & Leipzig 1927, p. 408, (Thieme-Becker skriver dog født 1768 i Stuttgart).

Modtageren Giuseppe Carnesecca kendes ikke.

Thiele I, p. 101 slutter rimeligt nok, at Thorvaldsen aldrig benyttede sig af anbefalingen, da den forblev i Thorvaldsens eje.

Arkivplacering

m30 I, nr. 11

Thiele

Både den italienske og danske tekst gengivet hos Thiele I, p. 101-102.

In conclusione :

Il destinatario Giuseppe Carnesecca è sconosciuto.

"Thiele I, p. 101 conclude ragionevolmente che Bertel Thorvaldsen non ha mai utilizzato la raccomandazione poiché è rimasta in possesso di Thorvaldsen"

 

Giuseppe Carnesecca=Giuseppe Carnesecchi caffettiere del caffe' Greco in via Condotti a Roma

Probabilmente, questo Giuseppe, e' la prima persona che invece Bertel Thorvaldsen ha cercato a Roma dovendo questo Giuseppe fornirgli alloggio secondo le indicazioni del Morace

E' improbabile quindi che non si sia servito della raccomandazione ( la missiva pare comunque aperta )

 

...........................

 

in pratica Lutterotti direbbe che Johan Christian Claussen Dahl ha visto il "Paesaggio eroico" all'interno del caffe' Greco ( e Johan Christian Claussen Dahl puo' essere stato a Roma solo dopo il 1820 ) e Koch avrebbe detto che nel febbraio 1824 tutte le copie del Paesaggio erano in Inghilterra

Questo porterebbe a desumere che il paesaggio eroico del 1805 sia stato venduto tra il 1820 ed il 1824

Una copia scoperta recentemente potrebbe confutare questa tesi : Un'altra possibilità è una variante scoperta di recente, ora di proprietà privata di Hamburger XXXVVI, che in precedenza era di proprietà di danesi e svedesi. Potrebbe essere stato con uno degli scandinavi a Roma in quel momento.

Un insieme di circostanze non facile

 

 

 

 

 

 

 

FRANCESCO ANTONIO CARNESECCHI DI ROMA

OREFICE ED INCISORE DI GEMME

MERCANTE D'ARTE INTERNAZIONALE DI UNA CERTA LEVATURA

UNA STORIA MOLTO MODERNA

 

 

La storia di Francesco Antonio Carnesecchi pare piu' che una storia ottocentesca una storia dei nostri tempi

un uomo di successo , con una vena artistica di sottofondo che portera' alcune sue opere ad avere un valore museale, ma principalmente un mercante di oggetti d'arte a livello europeo

 

 

probabilmente Francesco era parente di quel Giuseppe Carnesecchi che abbiamo visto essere padrone del famoso caffe' Greco

La sua attivita' prevalente e' senza dubbio il commercio di oggetti d'arte , artista a scappatempo

 

Ecco un cammeo di proprieta' della collezione di Cameo Times e attribuibile alla manifattura di Francesco Carnesecchi

 

 

 

Per molte delle persone di cui si narra piu' sotto il vero cognome e’  Carnesecchi ( con origine a Firenze )

 

Gli hanno dato come cognome COPPINI ma in realta' erano CARNESECCHI Questo non e' assolutamente chiaro ( anzi e' oscuro ) anche a molti storici del melodramma italiano ingannati dal cognome di scena

Probabilmente per qualche ragione che per ora non conosco gli venne modificato dalla gente ( vulgo ) il cognome in  Coppini probabilmente in qualche trasferimento in luogo diverso o forse semplicemente e piu' probabilmente perche' la prima ad aver successo sulle scene era stata la moglie di un Carnesecchi originaria della famiglia Coppini . E quel cognome era diventato quasi un cognome d'arte , che serviva ad essere riconosciuti di primo acchito dagli impresari e dal pubblico come appartenenti a una famiglia che aveva dato artisti noti , un marchio di qualita' che li accompagnava probabilmente molto prima della meta' 1700

 

 

 

 

-          Famiglia di ballerini e coreografi i cui componenti si sono avvicendati per diverse generazioni, dalla seconda metà del Settecento in poi, dapprima sulle scene dei teatri veneziani e successivamente nelle principali città dell'Italia settentrionale. Pur non essendo possibile stabilire con esattezza i loro rapporti di parentela, soprattutto per quanto riguarda le prime generazioni, la successione cronologica delle loro esibizioni, la comunanza dei luoghi e talora l'appartenenza alle stesse compagnie di giro ci consentono tuttavia di stabilire con una certa approssimazione delle connessioni tra i vari membri della famiglia e di ipotizzare forme di organizzazione familiare che, attraverso una probabile selezione artistica, offrirono agli esponenti di maggior rilievo artistico la possibilità di circondarsi di parenti più giovani e meno dotati, i quali ultimi scomparivano con gran celerità dalle cronache degli spettacoli teatrali.

 

 

Piu' tardi nipote di Cesare Carnesecchi Coppini e' NANDA VIGO

 

Anna Lehky moglie separata di Cesare Carnesecchi Coppini nata a Vienna il 24 gennaio 1849 , figlia del fu Giovanni e di Anna Haick

Credo che dal matrimonio con Anna Lehky sia nata solo una figlia Ida Sidonia Magdalena ( nata a Vienna nel 1875 ) poi sposa ad un Enrico Barbacini agente teatrale figlio del notissimo tenore omonimo Enrico Barbacini ( Parma 24 giugno 1834-Milano 20 settembre 1905 )

Dal matrimonio dei due nascono Fernando ed Elsa Barbacini

Elsa Barbacini sposa poi un Vigo;

Da questo matrimonia nasce Fernanda Enrica Leonia ( Nanda )Vigo nota designer italiana ,(Milano, 14 novembre 1936 – Milano, 16 maggio 2020),

Quindi Cesare Carnesecchi Coppini era bisnonno di Nanda Vigo

 

 

 

 

 

 

 

Qualche indicazione sulla distribuzione dei Carnesecchi nell'ottocento la possiamo avere dagli "Archivi di stato civile napoleonici" che esistono sia per la Toscana che per il Lazio.

E' da tener presente che gli "Archivi di stato civile napoleonici" considerano solo i nati maschi nel periodo 1808 1814. Quindi danno un risultato non esatto ma di buona approssimazione

Purtroppo attualmente non possiedo dati sugli "Archivi di stato civile napoleonici" relativi al Lazio.

 

 

Esaminiamo ora la distribuzione dei Carnesecchi nei territori del Granducato di Toscana secondo i rilievi di questi archivi

 

 

 

Presenze dei Carnesecchi in Toscana agli inizi del 1800

 

Luoghi della Toscana in cui sembrano esser presenti Carnesecchi secondo gli Archivi di Stato civile napoleonici (Lucca esclusa ) periodo 1/06/1808-30/04/1814

 

Questi dati prendono in considerazione i soli nati maschi .

Cioe' nel periodo 1808 1814 sono nati maschi Carnesecchi solo in questi luoghi

Firenze

Pellegrino (oggi Firenze )

Sesto Fiorentino

Casellina e Torri ( oggi Scandicci )

------------------------------------

Montespertoli

Fucecchio

Pistoia

----------------

Lorenzana ( Pi )…( non autoctoni )

-----------------

Bibbiena vicino a Poppi

-----------------

Arezzo

Monteriggioni ( vicino a Colle Valdelsa )

 

Siena

 ------------------

Asciano

Pienza

Montalcino

Sinalunga

 

E' totalmente esclusa anche la zona di Pisa non considerando Lorenzana. Nei dati sono escluse le zone di Livorno e di Grosseto

 

I dati dei censimenti sono solo fortemente indicativi

Infatti vedremo ad esempio che i Carnesecchi sono gia' presenti a Castagneto Carducci intorno alla meta' del settecento ma non figurano qui non essendoci nati nel periodo preso in considerazione dal censimento napoleonico

Quindi hanno maggior valore per dimostrare dove erano rispetto a dimostrare dove non erano

  

 

 

 

 

Secondo i dati di questi archivi possiamo dire che in Toscana nel 1800 i Carnesecchi erano presenti in zone ben circoscritte

da notare la loro presunta assenza assenza da Cascia, da Prato, e da San Gimignano.

 

 

 

 

 

I dati degli archivi di Stato Civile napoleonici all'inizio del XIX secolo trovano quindi i Carnesecchi fondamentalmente ancora attestati intorno a Firenze ed in un numero limitato d'insediamenti.

Dopo il 1814 , la migrazione di molti Carnesecchi alla ricerca di lavoro verso le colline metallifere o verso il grossetano o verso il livornese o verso la Liguria mette ancor piu' in rilievo l'impoverimento delle famiglie.

 

 

 

 

 

 

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La gente cognominata Carnesecchi continuo' anche nell'ottocento-novecento ad esprimere personaggi di grande interesse e comunque irrequieti

 

Molti dei legami genealogici dei personaggi con questo cognome non mi sono , ad oggi , ancora chiari

 

 

Il 1800 si apre con alcuni personaggi : il giacobino David Carnesecchi , un personaggio entusiasta ed ingenuo , e con Agostino Carnesecchi di Ceprano un uomo che immola l'intera gioventu' alla liberazione dell'Italia dall'occupante straniero .

e tutta una serie di giovani Carnesecchi che combattono nelle guerre d'indipendenza come Cesare di Giovanni di Gaetano decorato d'argento a Custozza e poi con Garibaldi

 

Questo atto di valore garibaldino nell'Agro romano , ovviamente non venne riconosciuto dalle autorita' italiane

 

Ettore Carnesecchi Coppini , Telemaco Carnesecchi , Francesco Carnesecchi/Carnesecca di Bari ma di origini romane, Cesare di Giovanni di Gioacchino figlio del tipografo

 

 

Il secolo si chiude con le imprese del Tenente Colonnello Giovanni Carnesecchi nipote di Agostino di Ceprano nella lotta contro il banditismo

 

 

http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Ieri/CronachePassato/Illustrazioni/1896+-+1905/

 

 

 

non dimenticando :

 

Giovanni Carnesecchi tipografo ed editore in Firenze socio di Sansoni fondatore di una casa editrice che sara' vitale per merito della famiglia Casalini fino agli anni 50 del novecento

 

 

 

Carlo Carnesecchi di Seravezza, archivista e prezioso raccoglitore di documenti , socio della " Colombaria" ( Vi e' in Archivio di Stato di Firenze un fondo intitolato a suo nome )

 

 

 

 

 

La prima guerra mondiale vede diversi Carnesecchi mettersi in mostra . In particolare vede la morte di Enrico Carnesecchi figlio del Ten Colonnello Giovanni il carabiniere eroe di Ceprano

 

Il novecento si apre in modo del tutto particolare con una vita spesa in un tentativo rivoluzionario a La Spezia : quella di Dante Carnesecchi

Dante Carnesecchi compare nel Dizionario biografico degli anarchici italiani e forse ha un piede nella storia

………………………………………….

 

Sulla barricata opposta Curzio Carnesecchi sindacalista rivoluzionario che aderi al movimento fascista

Nel 1921 e' presente nel Comitato esecutivo del Comitato Centrale e siede con altri insieme con Benito Mussolini

Entra in contrasto col partito probabilmente per la questione agraria e infine muore nel 1929 vigilato come dissidente

Ho ancora molto da lavorare su questo personaggio che giunse ad essere segretario mandamentale dei sindacati fascisti di Piombino

 

 

Golfo di La Spezia

 

Ci sono in queste pagine molte vicende che erano state quasi completamente dimenticate

Tra le vicende ritrovate accenno ( e ne parlero' diffusamente in una pg dedicata ) in modo particolare a quella di Dante Carnesecchi , non perche' sia la piu' importante ma perche' e' la piu' dimenticata

La vita del ribelle Dante Carnesecchi , una leggenda dell'anarchia , una vita rocambolesca ,……………...una vita alla Steve McQueen....una vita avvincente come un film

 

 

Dante Carnesecchi comunque lo si voglia giudicare visse e mori perche' altri uomini avessero la possibilita' di vivere come dovrebbe vivere un uomo : dignitosamente

E la democrazia di oggi, che piu' spesso che non si creda e' frutto della violenza di ieri , ha attinto almeno ad una goccia del suo sangue

 

 

Nel presentare il libro sulla vita di Dante l'assessore alla cultura del Comune di Arcola ( la d.ressa Emiliana Orlandi ) ha citato questa poesia di Bertolt Brecht

Poesia che sembra perfettamente attagliarsi alla parabola dell'esistenza di Dante e che descrive lo spirito con cui noi "nati dopo" dovremmo accostarci a quella sua vita e a quei suoi tempi

 

A quelli nati dopo di noi

Bertolt Brecht

 

 

…………….

Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.


Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.

Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!


Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.


Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.

Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.

Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo è amico dell'uomo
ricordate noi
Con indulgenza.

 

 

 

Ah, noi,che volevamo preparare il terreno per la gentilezza , noi non potevamo essere gentili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fotografie tratte dal sito della Denver University

 

 

 

 

Era la Pasqua del 1921 quando il ribelle individualista Dante Carnesecchi fu ucciso : aveva 29 anni

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi...........

Dante carnesecchi e' il protagonista , tra le altre cose , dell'assalto alla polveriera di Vallegrande a la Spezia nel 1920. Episodio che avrebbe potuto , stante la connivenza delle truppe di mare , costituire l'innesco di un moto insurrezionale di ben piu' ampie proporzioni

http://www.carnesecchi.eu/Dante%20Carnesecchi%20visse%2029%20anni.htm

http://www.carnesecchi.eu/Dante.htm

 

E' un debito che viene pagato. L'avvento del fascismo ha cancellato quasi completamente la sua figura : oggi di lui a La Spezia non esiste piu' ne' la tomba ne' il ricordo

 

Qualunque sia il nostro pensiero politico , non si puo' non rimanere attoniti di fronte ad una vita completamente sacrificata per la propria fede con un intensita'rara anche in quei titanici anni d'inizio XX secolo.

Dante Carnesecchi comunque lo si voglia giudicare visse e mori perche' altri uomini avessero la possibilita' di vivere come dovrebbe vivere un uomo : dignitosamente

 

Il destino di Dante si compie in 29 anni dall'Italia all'America , dall'America all'Italia , di rivolta in rivolta , fino ad una morte inevitabile che ha il colore della tragedia

 

 

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante ……Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano . La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre …..Le figure come la sua sono rarissime ............Renzo Novatore

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi. Alto, atletico , volto energico , parco di parole, rapido nel gesto , tagliente lo sguardo : una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era realmente una di quelle eccezionali individualita' che bastano a se stesse.

Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba .

Non aveva amici , non ne ricercava : non affetti , mollezze , piaceri . In seno alla stessa famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre , come verso le sorelle che lo adoravano , si comportava con la freddezza di un estraneo.

Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , coricava sul duro letto senza materasso, onde evitare di provare dell'attaccamento agli agi di casa . Un individuo simile non era fatto per essere amato. E dell'amore non conobbe ne' le estasi sublimi , ne' le dedizioni mortificanti.

Strana natura !

Perfino verso noi , tra i piu' vicini , il suo animo insofferente elevava un' ultima barriera isolatrice , come a sottrarsi ed a proteggersi dalle possibilita' d'ogni intima comunione .

Certo , egli era il piu' odiato dai nemici nostri , il piu' temuto dagl'indifferenti , il piu' ammirato dai compagni e dagli spiriti liberi : ma era anche colui che non si lasciava amare , che non fu amato.

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsi liberamente lo spirito .

Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ;

ottimo poliglotta …………………………………………………………………Tintino Persio Rasi

 

episodio stranamente poco studiato e aprioristicamente trascurato o considerato di poco conto

 

E’ pur vero che la storia non si costruisce con i se e i ma……………….ma se quel giorno………………..

 

 

Per fare una sommossa occorrono le armi , occorrono le munizioni , occorrono gli esplosivi , e non e' facile procurarseli a meno di non impossessarsene con la forza prendendoli dove sono

E allora un gruppo di audaci quasi a mani nude penetra nell'area della polveriera..........................

Una settantina di facinorosi rudimentalmente armati ma ben decisi ad impossessarsi delle armi e degli esplosivi conservati nei forti e nell'arsenale della citta' , assaltarono a sorpresa la struttura militare di Vallegrande, riuscendo ad espugnare facilmente i corpi di guardia N e G catturando i marinai di servizio ed impossessandosi delle loro armi.

Imbaldanziti ed eccitati da questi due successi ed equipaggiati con le armi delle sentinelle gli insorti si diressero dunque verso l'obiettivo piu' importante : la polveriera....................

 

 

 

 Da una lettera del viceprefetto dopo l'assalto alla polveriera di Vallegrande

 

 

Erano tempi difficili , erano tempi di grandi ingiustizie sociali. In quei primi anni del novecento le masse erano miserabili e senza diritti

Il contesto in cui si agitava la classe operaia era violento : una violenza che aveva imparato nelle trincee convivendo giorno dopo giorno con la morte

Per lunghi anni lo Stato aveva addestrato questi uomini psicologicamente e fisicamente ad uccidere

Per lunghi anni lo Stato aveva dato a questi uomini l'illusione che le cose dopo la guerra sarebbero cambiate , che alla fine sarebbe stato riconosciuto il giusto indennizzo al sangue dei miserabili versato per la patria

Erano i tempi in cui i miserabili pretendevano questo indennizzo

Erano i tempi in cui la classe operaia anelava di fare come in Russia e riteneva che la rivoluzione fosse un frutto maturo che aspettava solo di esser colto

Dante , piccolo possidente , avrebbe potuto scegliere una vita tranquilla e anonima , una vita come quella di altri suoi coetanei in quel caotico inizio di secolo

Ma Dante voleva cambiare il mondo che aveva trovato , ci provo' e non ci riusci

 Molto probabilmente uccise per questo , poi fu ucciso a sua volta ……….

 Quando e' giusto uccidere ? E' mai giusto ? ..........

Era un rivoluzionario Dante . Lui ,in quel momento, credeva fosse giusto e credeva che la strada che stava percorrendo fosse il sentiero che portava alla giustizia sociale

Voleva un mondo in cui il debole , la vedova , l'orfano non fossero preda dei forti ; un mondo dove un uomo non sfruttasse un altro uomo per fare del denaro

Alla violenza mascherata , dolciastra , ipocrita dello sfruttamento rispondeva con un uguale violenza non travestita da alcunche'

E allora chi aveva interesse lo chiamo' brigante , delinquente , terrorista.............ma Dante fu solo un uomo che credeva e voleva con ogni mezzo un mondo diverso

Per noi uomini quietamente sazi non ha giustificazione , ma lui visse in tempi in cui grande era l'ingiustizia sociale e pur potendosene stare seduto si alzo' in piedi

La strada che lui seppe vedere fu solo quella del rancore e della violenza e solo quella percorse sino alla fine

Se la rivoluzione avesse vinto sarebbe stato un eroe........

A scandire la fine di queste vicende il pianto di povere madri sui corpi martoriati dei figli , da una parte e dall'altra , pianto che rende ancora piu' incomprensibili i tragici giochi degli uomini che si ostinano a volere sempre piu' terra e a non capire che la terra che a loro occorre e' veramente poca

 

 

Da "Il Libertario : giornale anarchico edito a La Spezia da Pasquale Binazzi e da Zelmira Peroni

 

 

 

 

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante ……Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano . La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre …..Le figure come la sua sono rarissime . Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle . E' un anarchico veramente individualista . Ecco tutto ……Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia , per ordine di Giolitti ,Olivetti , e D'Aragona , e' stato arrestato anche lui . << In una brillante operazione >> fatta da cento e piu' carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso la sua casa e lo hanno catturato . La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica , liberale e monarchica , ne ha dato l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella carogna di Carolina Invernizio , buon' anima , sapeva scrivere . Naturalmente tutto cio' che si e' scritto su di lui e' falso come e' falsa e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verita' dobbiamo dire ( a costo di disonorarlo ) che non e' pur vero che sia pregiudicato .

E' giovane . Ama intensamente la liberta' e la vita . Lo vogliamo fuori !

Anarchici individualisti a noi !

 

Renzo Novatore--7 ottobre 1920 --Il Libertario--La Spezia

 

 

 

 

CURZIO CARNESECCHI e' un sindacalista socialista salito ai vertici del movimento fascista

 

E questa una storia di cui so ancora troppo poco

Credo che sia una figura che meriti uno studio serio

Il fascismo fu qualcosa di molto piu' complesso di quanto ancora gli storici ci abbiano raccontato

Confluirono nei fasci molti elementi della sinistra contrari alla rivoluzione bolscevica e di tendenze nazionalistiche

Il fascismo nacque con il programma sansepolcrista

 

 

L'opportunismo il trasformismo e l'abilita' di Mussolini costrinse il partito a rinunciare a molti di quei principi originari per arrivare e mantenere il potere

Questo gerarca fascista o meglio san sepolcrista ,uomo di vertice , evidentemente non accetta i mutamenti impressi al partito da Mussolini e dissente

probabilmente si ribella all'alleanza con gli agrari

Appare dai dati per ora raccolti almeno uomo onestamente coerente con le sue idee

Disposto a pagare il prezzo della sua coerenza fino a precipitare. Credo che per questa coerenza vada rispettato

 

I fatti di Spezia appaiono ben piu' gravi per l'ispirazione rivoluzionaria e per il contenuto evidentemente politico : essi senza dubbio fanno parte di una preparazione diretta a sovvertire l'ordinamento statale sono il frutto della propaganda e di una concezione anarchica che ha in questa circoscrizione lunghe e profonde radici . Fin dai primi momenti in cui io assunsi qui le mie funzioni ebbi sentore delle mene anarchiche e del proposito in parte deliberato degli estremisti di tentare qualche colpo di mano Ben compreso della …….necessita' di sventare simili trame criminose dedicai tutta la mia attivita' a questo scopo . Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione delle truppe specialmente di mare . Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e violenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina . Il complotto non pote' avere per varie circostanze ………………………… ………….Pero' fallito il colpo non desistettero gli organizzatori nei loro progetti d'azione diretta : che anzi in diverse riunioni ripresero le fila per un momento spezzate, e rinnovavano la fede di riuscire in un nuovo attentato che a breve scadenza si sarebbe deciso di eseguire I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana , l'agitazione stessa che si diffondeva a Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi .Un ultima visita fatta qui nella settimana scorsa dal noto Errico Malatesta parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente.Il piano a quanto riferivano i confidenti ,era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi di polveriera e forti , dell'arsenale , degli stabilimenti industriali , dei punti principalidella citta' e degli edifici pubblici . Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente .Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilita' La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato……………………………Da cosa nasce cosa. Questa frase illumina le finalita' del tentativo. si faceva altresi molto affidamento nella partecipazione al movimento una volta iniziato , della massa operaia , in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale .Se pero' il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le piu' serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S.E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedi 3 corrente mese 

 

08 giugno 1920 al Prefetto di Genova

I disordini teste' avvenuti a Sarzana e Spezia vanno tenuti ben distinti avendo essi origine e fisionomia ben diversa : i primi ebbero un fondo prevalentemente economico con infiltrazione anarcoide e teppistica : i secondi non furono che l'esecuzione di un progetto anarchico rivoluzionario a sua volta conseguenza e continuazione di altri precedenti tentativi riusciti vani pel mancato verificarsi di circostanze indispensabili alla loro attuazione……………………. 

 "Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore…….

 

 

Archivio di Stato La Spezia

 

 

 

 

 

( Ho questo ritaglio per la gentilezza di Fausto Bucci di Follonica , storico dell'antifascismo )

 

Era sicuramente un uomo duro nella lotta. Probabilmente molti hanno sofferto a causa sua ma mi par di capire credesse che la violenza dovesse essere un fatto contingente

 

__06 agosto 1922__......Il manganello non deve e non puo' essere il sistema …………

…………In ogni italiano dobbiamo vedere un fratello , redimerlo non e' sopprimerlo ......

 

Da Piombino

Voci fioche di consensi e moniti severi ai fascisti piombinesi

Fa capolino la verita'

Esce sibilando dai denti stretti degli spodestati salvatori del proletariato , ma esce . E' sempre il fischio della biscia , non piu' incantatrice , ma sempre perfida , e' vero , ma pure qualcosa di cambiato c'e'

C'e' per esempio un timoroso cambiamento nel modo di valutare l'azione e gli obiettivi che vuol raggiungere il fascismo . Si manifesta una maggiore comprensione dei nostri scopi e delle nostre idee e quello che e' migliore e' il frequente se pur affiocato << avete ragione >>.

Non e' molto ma e' qualche cosa.

Al fascismo non difetta il coraggio , l'audacia e la costanza : elementi indispensabili per entrare a bandiera spiegata , la bandiera della Patria nel campo della dominazione spirituale delle moltitudini .

Con questo non diciamo che i nemici del fascismo siano debellati . Ne passeranno delle lune prima che i piccoli << Zar >> del passato dominio rosso rinunzino definitivamente al loro sogno di sovvertimento e di distruzione.

Tanto peggio per loro . Noi non disarmeremo finche' avremo la certezza che i loro spiriti son sempre tesi nella contemplazione malvagia delle loro laide nefandezze , ed ogni qual volta vorranno tentare la prova della rivincita si spezzeranno le corna contro la nostra irrevocabile decisione . ma occorre vegliare . E' urgente perfezionare sempre piu' il nostro inquadramento . E' opportuno selezionare gli uomini che si sono convertiti al Fascismo in ventiquattro ore . E' utile fare una divulgazione intensa delle nostre idee. La disciplina nei nostri ranghi deve essere assoluta.

Partire dal concetto che la nostra forza non sta nel numero sempre maggiore degli uomini che dicono di aderire al nostro movimento , ma nella qualita' . Il <<Manganello >> non deve , non puo' essere il sistema . Esso e' e deve essere l'eccezione; In ogni italiano dobbiamo vedere un fratello , redimerlo non e' sopprimerlo .

Le nostre idee debbono essere circondate da una cornice di fatti , cose e gesti moralizzatori. Per questo non c'e' bisogno di debolezze funeste .Basta essere fascisti di convinzione . Basta sentire nell'anima la potenza civile dei nostri postulati , avere la visione precisa degli obiettivi che il fascismo vuol raggiungere . Per questa via arriveremo piu' presto e meglio e l'armonia , la pace , la fraternita' nel popolo italiano sara' indistruttibile .

Fascisti : A NOI !

Carnesecchi Curzio

 

 

 

A far da contraltare alle vicende di Dante la parabola di Curzio Carnesecchi arrivato ai massimi livelli del partito fascista

Nato come sindacalista socialista sicuramente figlio del popolo e animato dall'amore per il popolo il suo temperamento lo spinge a fare la scelta fascista

contrario all'alleanza con gli agrari ( antitetica alle sue lotte socialiste ) combattera' all'interno del partito una battaglia senza possibilita' di vittoria che paghera' con l'espulsione e la morte politica

 

 

Curzio Carnesecchi , un fascista delle origini : nascere e morire da sovversivo : una strana storia

 

 Bibbona< ………Curzio Carnesecchi ,socialista rivoluzionario, sansepolcrino ,Segretario politico a Genova ,segretario mandamentale del sindacato fascista di Piombino , dissidente fascista: fuori e dentro il CPC

 

 

 

 

AI VERTICI

 

 

 =29 Marzo 1921 Adunanza del C.E. della C.C.

 

Presenti : Mussolini, Pasella, Marinelli, Freddi, Aversa, Bruzzesi, Bolzon, Besana, Rossi , Angiolini, Carnesecchi. Si esaminano le situazioni dei Fasci di Parma e Venezia

 

 

=7 Aprile 1921 Riunione del comitato centrale dei Fasci

 

Si riunisce a Milano il comitato centrale dei Fasci per decidere l'atteggiamento da seguire nelle elezioni politiche imminenti . Presenti :

Mussolini , Pasella , Marinelli , Freddi , Aversa , Bolzon , Bruzzesi , Angiolini , Steffanini , Rossi , Besana , Gioda , Polverelli , Farinacci , Marsich , Bresciani , Giunti , Buttafava , Padovani , Arpinati , Mastromattei , Lantini , Carnesecchi , Terzaghi , Morisi , Tarantini , e De Angelis ( Napoli ) , Ruzier , Forni , Calzabini , Grandi .

 

 

AI MARGINI

 

 

..........Sociologicamente parlando l’elemento piu’ forte e agguerrito erano gli ex combattenti della piccola borghesia urbana : quella che aveva pagato il piu’ forte contributo di sangue alla guerra e che ora piu’ gravemente ne pagava le conseguenze dell’inflazione e della disoccupazione . In essa sulle idee prevalevano gli umori , e quegli umori erano rivoluzionari , anzi eversivi . Il piccolo borghese imbestialito >> come sprezzantemente lo chiamava Trotzky , era imbestialito un po contro tutti : contro i socialisti che al ritorno dalle trincee , lo avevano svillaneggiato e aggredito , ma anche contro i capitalisti << pescicani >> che avevano lucrato alle sue spalle , la Monarchia , la Chiesa , i Partiti , la << Politica>> in generale , insomma quello che si chiama l’establishment

Con simile materiale umano , pronto a contestare anche lui , era difficile per Mussolini fare il gioco con un uomo della forza e della esperienza di Giolitti . Ma proprio in quel momento il fascismo subiva una trasfusione che ne cambiava radicalmente il sangue , grazie alla conversione delle campagne , specialmente della Padania della Toscana e delle Puglie

 Proprio per le sue tendenze rivoluzionarie , il fascismo non aveva fatto molta breccia nella vecchia proprieta’ agraria naturalmente conservatrice , anzi retriva . Ma questa classe , soprattutto in Emilia , impaurita dall’occupazione delle terre operata dalle << leghe>> rosse e bianche , nella quale aveva visto il prodromo di una definitiva espropriazione aveva venduto , anzi aveva svenduto le proprie cascine e fattorie , E i nuovi proprietari , tutti ex mezzadri , o farttori , o piccoli coltivatori , portavano nella difesa dei loro diritti ben altro spirito o grinta, Essi videro nei Fasci la << guardia bianca >> della proprieta’ e vi accorsero in massa col loro bagaglio di idee ( se cosi vogliamo chiamarle ) reazionarie. Per loro fascismo era sinonimo di ordine , e ordine era sinonimo di repressione

A inventare la la tecnica della mobilitazione di squadre e della spedizione punitiva furono loro che per numero e violenza fecero presto a sovverchiare la vecchia guardia cittadina

Le cifre parlano chiaro in pochi mesi gli 88 fasci diventarono 834 e i 20.000 iscritti 250.000 Molte zone , e precisamente le zone agrarie come la Toscana e l’Emilia cominciarono a passare quasi nelle loro mani .

Questo imponente afflusso di ceti terrieri infuse uno spirito nuovo , francamente reazionario , al <<movimento >>

Mettendo in crisi la vecchia direzione dei Pasella , dei Rossi , dei Bianchi eccetera . Ma per il momento dava a Mussolini , nei confronti di Giolitti , una grossa forza contrattuale e soprattutto gli consentiva di cambiare le carte del gioco : egli poteva far credere che il fascismo fosse un elemento di stabilita’ e conservazione , come in quel momento gli conveniva.

( I due fascismi --Indro Montanelli )

 

 

 

CASELLARIO POLITICO CENTRALE

Livorno 7 maggio 1932

Regia prefettura di Livorno ,

oggetto Carnesecchi Curzio di Giovanni---Sovversivo----deceduto

 

 

on/le Ministero dell'Interno Casellario politico centrale Roma

Pregiomi comunicare che il sovversivo Carnesecchi Curzio e' morto nell'Ospedale civile di Piombino il 3 Febbraio 1929.

Trasmetto l'atto di morte del Carnesecchi

Il prefetto

 

 

 

 

 

...............................................

 

 

Poi nell'ultima guerra troviamo molti Carnesecchi nelle file dei partigiani

 

 

Anche oggi questo cognome in Italia e all'estero esprime personaggi di successo e questo nonostante il numero veramente esiguo di individui che attualmente lo portano .

 

Insieme a questi individui una interminabile moltitudine di uomini e donne che portarono questo strano cognome di cui abbiamo imparato ad essere orgogliosi

 

 

 

 

 

Nel "DIZIONARIO BIOGRAFICO DEGLI ITALIANI " figurano due Carnesecchi :

il pronotaro Pietro di Andrea , suo padre Andrea di Paolo ( non so quali criteri abbiano ispirato la scelta )

 

Nel "Dizionario biografico degli anarchici italiani ", Pisa, BFS ( Biblioteca Franco Serantini ) 2004, figura Dante Carnesecchi

 

  

 

 

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UNA RICERCA GENEALOGICA ESTESA A TUTTA LA TOSCANA E A TUTTI I CARNESECCHI

 

 

La ricerca che viene svolta in queste pagine e' lo studio della nascita e dello sviluppo di famiglie con il cognome CARNESECCHI di conseguenza una ricerca genealogica globale estesa a tutta la Toscana

Ho cercato di creare un database di individui collocati nel tempo e nei luoghi

Ho tentato di individuare il tempo ed luoghi in cui si sono sviluppati nuclei di Carnesecchi ed ho poi cercato di porre in rilievo la possibilita' di una relazione genealogica

Allo stato attuale della ricerca come vedremo ho potuto isolare una serie di luoghi in cui nel cinquecento erano presenti dei Carnesecchi.

Tra questi gruppi parentali mi sembra di poter isolare i Carnesecchi di Firenze e i Carnesecchi di Prato da cui ogni altro gruppo dovrebbe aver avuto origine

Tra i Carnesecchi di Firenze e quelli di Prato l'ipotesi di un legame genealogico infatti sembra abbastanza remota per cui i due gruppi debbono considerarsi omonimi ma non parenti

 

 

 

 

 

Gli storici antichi e moderni come abbiamo visto sono occupati ben poco dei Carnesecchi fiorentini.Anche i genealogisti se ne sono occupati molto poco : non esiste infatti ch'io sappia alcuno studio genealogico sui Carnesecchi

Alla fine della fiera i genealogisti hanno pero' affermato che i Carnesecchi fiorentini sono una famiglia estinta

 

Un modo di dire da sfatare

.

I libri di genealogia nobiliare dicono i Carnesecchi di Firenze si sono estinti .

Questo puo’ essere accettato solo nei termini " i Carnesecchi ammessi al patriziato fiorentino si estinsero "

i Carnesecchi molto probabilmente non si sono affatto estinti ma sono sopravvissuti in rami che pur avendo i medesimi antecessori non facevano parte del patriziato mediceo

.

 

 

La convinzione dei genealogisti e' stata accolta acriticamente

Io propongo alcune considerazioni per mettere la questione su un altro piano

La popolazione fiorentina passa dai abitanti del 1427 ai abitanti del 1560

I Carnesecchi si incrementano numericamente in maniera anomala

I Carnesecchi erano all'inizio del quattrocento una decina d'individui sopravvissuti alla selezione della peste del 1348 di quella del 1363 e del 1400 che si moltiplicarono biblicamente in modo tale che agli inizi del cinquecento erano quasi un centinaio di maschi

E'una impresa difficile se non impossibile seguire la vita di tutti questi individui , che oltre a tutto utilizzavano un numero limitatissimo di nomi rendendo difficile distinguere un Bernardo da un altro Bernardo o un Francesco da un altro Francesco

A maggior difficolta' e' da considerarsi l'estrema mobilita e dinamicita' degli uomini del trecento cinquecento che coi pur limitati mezzi di cui disponevano compivano in tempi brevissimi spostamenti che sarebbero importanti anche per noi che disponiamo di ben altri mezzi

A maggior difficolta' l'estrema variabilita' delle condizioni economiche degli individui che potevano arricchire o impoverire nel corso di una generazione ; il quattrocento e il cinquecento fiorentini sono secoli tumultuosi dove e' facile diventare molto ricchi ed altresi molto poveri

Conseguenza ovvia dell'essere dei mercanti e dei prestatori in un epoca piena d'imprevisti

In piu' aggiungasi che il patrimonio si disperdeva in famiglie composte ciascuna da una decina di figli maschi ( solamente nel cinquecento si adottera' il sistema di far sposare solo il primogenito )

Ho , guardando le vicende dei Carnesecchi fiorentini l'impressione della scomparsa nel buio di decine e decine di famiglie . Famiglie che a mio avviso potremmo trovare poi un po dovunque per la Toscana anche in misere condizioni

 

Che origine ha quella poca gente che attualmente porta il cognome Carnesecchi fuori e dentro i confini toscani ? Ha a che fare coi fiorentini o no ? Ritengo che non si possa fare alcuna affermazione aprioristica :

..................................................................

(A) I genealogisti dicono che i Carnesecchi di Firenze si sono estinti e questa affermazione e' quantomeno arrischiata e oltremodo superficiale perche' non esiste nessuno che si sia dedicato a ricostruire correttamente le genealogie di questa famiglia : in questa ricerca non ho fatto altro che imbattermi in errori anche grossolani relativi a legami parentali tra i membri di questa famiglia ( le conoscenze su questa famiglia sono cosi scarse che mi e' stato persino difficile risalire a come gli storici avevano collegato i Carnesecchi al loro piu antico antecessore Durante di Ricovero ) ; i vari eruditi seicento - settecenteschi gli ultimi a scrivere di questa famiglia giungono addirittura a sbagliarne lo stemma ( vedi il Cantini )

E'evidente quindi che l'affermazione " i Carnesecchi di Firenze si sono estinti " non ha alcun fondamento documentale

(B) Nessun Carnesecchi puo' affermare di discendere dagli antichi Carnesecchi senza documentarlo con una seria ricerca genealogica

 

 La cosa piu' probabile e' che l'origine di tutti i Carnesecchi sia toscana , comunque occorrono maggiori ricerche sui Carnesecchi laziali campani e pugliesi

I Carnesecchi toscani probabilmente hanno avuto origini diverse e possiamo distinguere i Carnesecchi di Firenze da quelli di Prato e di Siena : ma anche qui occorrono ancora maggiori ricerche

Infatti non e' detto che non vi possano essere dei legami tra questi ceppi apparentemente differenti

 

 

Attuale distribuzione in Italia dei Carnesecchi

 

Ho fatto una breve indagine sui dati degli elenchi del telefono ed ho individuato alcuni punti geografici dove piu' intensa e' la presenza di questo cognome , questa ,come e' ovvio ,e' una fotografia dello stato attuale , quindi non da informazioni sulla situazioni nei secoli precedenti ma comunque puo' ( con molte precauzioni ) essere utilizzata per alcune considerazioni. Questa analisi e' nelle pagine delle Genealogie .

( Sono dati effettivamente molto relativi , un Carnesecchi originario di Siena , mi parlava dei sette fratelli di suo padre . Basta una famiglia cosi numerosa ,nel giro di poche generazioni per dare vita ad un vistoso insediamento )

In Lunigiana e' diffuso il cognome Carnesecca , ma al momento non ho elementi per stabilire un legame tra i due cognomi sebbene come vedremo un legame potrebbe anche esserci per via dell'uso assai variabile di questo cognome ( Carnesecchi ,Carnesechi ,Charnesecchi ,Charnesechi, de Carnesecchis , de Carnesechis , de Charnesecchis ,de Charnesechis ,Carnesecca ,Carneseca ,Charnesecca, Charneseca ,Charneseccha , Charnesecha ,Carnesecco , Carneseco , Carneseccum , Carnesecum ,Carneseccam , Carnesecam , Carnesecche ,Carnisicchi,Carnesichi , Carnesicchi , Carnisecca ,Carniseca , Carnesicca , Carnesica , ecc..a cui va aggiunto l'uso lombardo di Carnasecchi e di Carneschi e l'uso portoghese e spagnolo di Carneseca ) e sebbene nella zona di Prato esistano dei Carnesecca .

 

 

 

 

Ho controllato sull' ottimo sito http://gens.labo.net/it/cognomi/ la diffusione del cognome Carnesecchi in Italia

 

 

 

 

I Carnesecchi sono stanziati prevalentemente in Toscana e poi nel Lazio nelle provincie di Roma e Frosinone ( nel comune di Ceprano in particolare )

E' molto interessante lo stanziamento oramai quasi esaurito in Puglia di cui non sono ad oggi a stabilire l'origine

Da queste regioni s'irradiano nelle regioni intorno , in Liguria (tra cui il nostro gruppo che e' venuto da Collesalvetti intorno al 1890 ) , ne troviamo in Piemonte, Lombardia , Romagna , e in Campania.

Si trova qualche famiglia a Venezia, a Trieste a Trento

ma tutte sono riconducibili alla Toscana , al Lazio e alla Puglia.

I Carnesecchi sono presenti , secondo i dati di http://gens.labo.net/it/cognomi/ in 84 comuni italiani

Qualche considerazione sui numeri : stiamo parlando di circa 400 famiglie con questo cognome. Un numero relativamente esiguo : attualmente ottimisticamente poco oltre un migliaio tra uomini e donne

 

 

 

Quindi i Carnesecchi sono riconducibili principalmente alla Toscana e poi al Lazio , alla Campania e alla Puglia

Questo sito raccoglie e riordina i fatti conosciuti su tutti i Carnesecchi e quindi anche su quelli fiorentini , lavoro peraltro da nessuno prima d'ora compiuto .

Questo sito ha nella quantita' di dati sempre crescente anche una limitazione : tende a smarrire le cose importanti in mezzo a quelle banali, le piccole scoperte in mezzo alle cose risapute .

 

 

Enumero allora le cose piu' importanti da me toccate

 

 

 

  • I Carnesecchi = determinazione di come i genealogisti giunsero ad attribuire ai Carnesecchi come progenitore il taverniere Durante di Ricovero

 

  • I Carnesecchi=Tentativo di chiarire in quali anni assunsero questo cognome ( anni intorno al 1380 ) e perche’

 

  • I Carnesecchi=Tentativo di chiarire le motivazioni della loro esclusione dalla vita politica nel periodo 1365--1380

 

 

 

  • I Carnesecchi = la ricostruzione delle prime genealogie dei Carnesecchi

 

  • I Carnesecchi = il rapporto tra Paolo Carnesecchi Masaccio e Masolino alla luce dei consolati dell'Arte dei Medici e degli speziali di Paolo

 

  • I Carnesecchi = credo di aver riesumato una notizia interessante rimarcando la presenza dei Carnesecchi a Lecce nel 1580

 

  • I Carnesecchi = fondalmente rivendico di aver dato una certa organicita ai dati che ho raccolto su questa famiglia , permettendo di abbozzare una visione d'assieme

 

 

  • I Carnesecchi = la ricostruzione di parte della vita dell'anarchico Dante Carnesecchi. uno dei protagonisti del biennio rosso spezzino trucidato nel 1921 al Termo di Arcola (SP) a 29 anni ; ai nostri giorni caduto in un oblio quasi totale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fino ai primi anni del 1600 non si sapeva molto delle origini dei Carnesecchi : si sapeva che ne era stato progenitore un Durante poiche' avevano nei primi tempi della loro comparsa sulla scena politica il nome di Duranti; ma non era ben chiaro chi fosse questo Durante

I "Prioristi" per molto tempo fecero cominciare la serie dei Priori dei Carnesecchi con Pero figlio di Durante priore di Firenze nel 1319.

 

 

Nel 1647 Scipione Ammirato il giovane ( Cristoforo Del Bianco ) nelle sue aggiunte alle "Storie fiorentine" di suo zio Scipione Ammirato scriveva che Durante era da identificarsi in Durante di Buonfantino , piu' volte Priore e Gonfaloniere nel 1298.

 

 

 

…… il quarto gonfaloniere fu Durante figliuolo di Buonfantino giudice , sono i Carnesecchi…………..

 

Questa affermazione mi ha messo per lungo tempo su una strada sbagliata

Buonfantino non era un tipo qualunque , era un giudice del Sesto di San Pancrazio ed era figlio di un tal Cancellerio

Alcuni documenti pubblicati dal Santini portano ad affermare , pur sempre col rischio di omonimia , che si tratti di un Adimari

 

 

Documento del 29 luglio 1255

Santini : Documenti dell'antica costituzione del Comune di Firenze (appendice)

Capitoli del comune : Capitolo num 48

(popolo di Sant'Appolinare e' nel sesto di San Pier Scheraggio )

In Christi nomine ,amen .Anno incarnationis eiusdem millesimo ducentesimo quinquagesimo quinto ,indictione tertiadecima,die iovis tertio exeuntis mensis iullii. Feliciter................ Ad hec predictorum

Cambi et Corsi venditorum precibus et mandato dominus Ubertus condam domini Luterii de Adimaris et dominus Buonfantinus condam domini Cancellerii de Adimaris et

Bonaiunta Chiandonis populi Sancti Appolinaris et Teglarus condam Donzelli et Ubertus condam Ruvinosi de Sacchettis et Lambetrtuccius condam Abbatis Boscolie de Boscolis

dicti populi Sancti Appolinaris et quilibet eorum in solidum,se suaque bona omnia obligando ad infrascripta omnia et singula observanda , fideiusserunt in omnes et singulas

predictas causas et se principales actores et defensores medietatis predicte turris et dicti casolaris seu terreni venditi constituerunt. Et promiserunt et convenerunt et quilibet

eorum in solidum solempni

............................................................

Et ego Bonavia Bonacursi notarius infrascriptus , sicuti michi licebat ex constitutione comunis Florentie ,nomine sacramenti ,precepi per guarentisiam predictis Cambio

e Curso venditoribus et predictis domino Uberto ,domino Fantino, Bonaiunte Teglario , Uberto et Lambertuccio , fideiussoribus ,predicta volentibus et confitentibus ,

quatinus medietatem dicte turris et dictum casolare seu terrenum predictum

..............

 

 

La linea che pare snodarsi

 

Se cosi fosse questa mia affermazione meriterebbe attenzione per tutta una serie di considerazioni che investono le genealogie degli Adimari e l'applicazioni delle leggi antimagnatizie

 

Stemma degli Adimari

 

Nonostante la sicurezza che mostra Scipione Ammirato il giovane nello svelare il capostipite dei Carnesecchi cio che dice non e' vero

E questo dovrebbe porci nelle condizioni di capire quanto credito si deve dare a molti eruditi che sono andati per la maggiore dal cinquecento all'ottocento

L' "Oltracottata schiatta" cioe' gli Adimari e' famiglia primaria nella storia fiorentina : famiglia dell'aristocrazia consolare e i cui componenti diedero capi ai guelfi e di cui si discute la discendenza dalla famiglia franca degli Hucpoldingi scesi in Italia con Ludovico II il figlio di Carlo Magno

Gli Hucpoldingi appartennero alla piu' alta nobilta' feudale italiana e di loro si ha traccia in Italia gia' dai primi anni dell' 800 con Hucpold conte del sacro palazzo , con suo figlio Hucbald , fedele del duca di Spoleto e famoso per le sue doti militari , con suo nipote Bonifacio I Dux et Marchio della marca di Spoleto e Camerino , cognato del re d'Italia e di Borgogna Rodolfo , per averne sposato la sorella Waldrada , (Fu l'intervento decisivo di Bonifacio nella battaglia di Fiorenzuola nel 923 che assicuro' il regno d'Italia a Rodolfo )

Dal figlio o nipote di Bonifacio I cioe' il conte Adimaro avrebbero preso il nome i Filii Adimari o Adimari

 

Dalla Storia di Firenze del Davidsohn : Storia di Firenze, le origini

 Gli Adimari ………Famiglia tra le principali della nobilta' fiorentina per censo ed origine , ed era un ramo di quella stessa schiatta cui appartenevano i conti Alberti , perche' al pari di quelli discendevano dal marchese Bonifazio duca di Spoleto e Camerino, che aveva governato nel secondo quarto del del decimo secolo , ed era stato cognato di Rodolfo II , re di Borgogna e d'Italia

Il duca aveva posseduto dei beni sull'Arno presso Settimo , e dal figlio di lui conte Adimaro , era discesa ed aveva tratto il nome la famiglia omonima, mentre il duca Teodaldo fratello di Adimaro era divenuto capostipite della famiglia comitale degli Alberti

Sorella ad entrambi quella Willa che aveva fondato la Badia fiorentina , moglie di Uberto margravio della Tuscia e madre di Ugo.

Nessuna delle nobili famiglie fiorentine e ben poche d'altre citta' italiane potevano vantare una cosi illustre prosapia

 

Il Davidsohn elabora la sua convinzione sulla scorta di quanto detto da :

EMANUELE REPETTI nell'appendice al suo "Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana" 6 volumi Firenze 1833 -1846 (ristampa anastatica Firenze 1972 )

Nel "Supplemento al dizionario geografico, fisico, storico della Toscana ", VI, Firenze 1846 tomo VI (tavola VII appendice elabora l'albero genealogico dei conti Alberti di Vernio) e per primo ipotizza la discendenza degli Adimari da il conte Adimaro figlio del marchese Bonifazio I

 

L'opinione della discendenza dal conte Adimaro non e' pero' condivisa da altri storici o scrittori che ritengono di dover trovare le origini degli Adimari nell'ambito cittadino in un gruppo parentale arricchitosi con i commerci gia' nel XI secolo ( Giovanni Villani , Dante Alighieri , e dei moderni ad esempio Fiumi , ecc…)

 

 

 

Lo studio sugli Adimari mi ha portato a questi risultati che credo interessanti :

 

 

 

  • Gli Adimari = contributo alla ricerca delle controverse origini degli Adimari fiorentini con l'ipotesi del legame dei Bonfantini-Cancellieri con gli Adimari e con l'introduzione nelle linee genealogiche di un individuo quale Lottario appartenente agli Adimari nato intorno al 1120

 

  • I Buonfantini-Cancellieri = partecipano alle supreme cariche del Comune anche dopo gli " ordinamenti di giustizia " pur discendendo da famiglia magnatizia

 

 

 

 

 

Termino ricordando i nostri GIUSTI

 

 

 

Tra tante vicende cosi fuori del comune che girano intorno al nostro cognome , vicende esaltanti talvolta sanguinose ci sono anche vicende di uomini e donne cosi capaci di essere buoni da esser rammentati come tali da altri uomini : la massima onorificenza a cui un uomo puo' aspirare

 

 

 

 

Spicca la storia di abnegazione di un padre e di un figlio tutti e due significativamente votati a fare il bene del prossimo

 

di origine barese , trapiantati a Venezia

 

 

Nell'isola Giudecca di Venezia esiste ( o esisteva ) una lapide che ricorda ONOFRIO CARNESECCHI.

Era un medico chirurgo morto in ancor giovane eta il 18 marzo 1923 , era nato nel 1876 a Bari, a Venezia aveva compiuto gli studi e qui era rimasto veneziano d'adozione

La lapide era stata voluta dal popolo dell'isola, e tutti gli abitanti, fino i più poveri, avevano contribuito alle spese . A dimostrazione della benevolenza e gratitudine generale

 

Vedi

 La Giudecca: nella storia, nell'arte, nella vita‎ - Pagina 211

Sicinio Bonfanti - 1930 - 338 pagine

ONOFRIO CARNESECCHI dott. Onofrio Carnesecchi Sulla facciata della casa dove si
trova ... Onofrio Carnesecchi, morto in ancor fresca età il 18 marzo 1923. ...

 

 

 

 

Onofrio fu il padre di un FRANCESCO e di un RAFFAELE

Ed era probabilmente suo figlio quel Francesco ( Cesco ),pure lui medico , che sembra aver acquisito altrettante significative benemerenze ( Corrado Alvaro lo chiama "il medico dei poveri" perche' curava anche chi non poteva pagare )

 

 

Cosi nell'isola della Giudecca c'e' quindi oltre la lapide che ricorda ONOFRIO questa lapide ( dell'anno 1969 )

 

Lapide a memoria di Francesco Carnesecchi il medico dei poveri

 

 

 

AMICI E ISOLANI

QUI RICORDANO

FRANCESCO CARNESECCHI

MEDICO--CHIRURGO

ESEMPIO DI PROFONDA UMANA

DEDIZIONE E DI FERVIDA

QUOTIDIANA ATTIVITA'

 

VENEZIA ISOLA DELLA GIUDECCA 1969

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INSEGNANTE DI ORIGINE SENESE MOLTO AMATA NELLA SUA COMUNITA' AD ARCO DI TRENTO

 

 

 

 

 

 

 

 

Se pensate che queste storie possano interessarvi ,armatevi di pazienza ed avventuratevi nell'indice di questo sito per scegliere l'argomento .

 

Ricordare il nome dei nostri morti significa impedire loro di morire del tutto ; nello stesso tempo il loro ricordo puo' arricchire la nostra vita e quella dei nostri figli facendoci sentire parte di un disegno piu' vasto.

 

 

Eccoci arrivati a presentare l'indice generale una specie di scaffale dove troverete un po di tutto

la Storia di Firenze raccontata con libri , documenti ,immagini ; storie di famiglie fiorentine ; molte vicende di individui che portarono il cognome Carnesecchi , alberi genealogici , ritratti ecc....ecc......., una storia del cognome a 360 gradi

La storia di altre famiglie

La storia dei Piccardi : una storia molto interessante sociologicamente

La storia dei Tanini con personaggi di un umanita rilevantissima

La storia di Andrea Corsali raccontata da Giulia Grazi

La storia della famiglia Grazi

 

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Una tal varieta' di cose insomma , da stuzzicare anche i palati piu' pigri

 

 

 

Per ultimo ho finalmente ricevuto un e-mail che speravo di ricevere ………………..

 

Mi chiamo Massimo Carnesecchi e dopo aver visitato il " CANTO AI CARNESECCHI" mi sento veramente orgoglioso di portare questo cognome.

Io non ho una cultura approfondita della storia ma sono ugualmente rimasto affascinato dalla sua ricca ed entusiasmante ricerca .

Conoscevo solo qualcosa su Pietro e la sua vicenda e che a Firenze esiste una strada intitolata a Lui in zona "Campo di Marte" ma non mi sarei mai immaginato , senza aver consultato il suo sito , che questo Cognome avesse avuto tanta importanza in passato………………………………………..

 

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Ovviamente un e-mail come questa vorrei ricevere da tutti i Carnesecchi dovunque oggi si trovino non come riconoscimento di un buon lavoro che e' servito anche a loro di arricchimento

ed anche come presa di coscienza di quel qualcosa di comune unisce noi tutti.

Avro quindi il piacere di ricevere vostre lettere con consigli e notizie ulteriori

 

 

 

 

 

Milano, Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, Trivulziano, Triv.464

 

 

 

 

 

 

 

 

  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003

 

 

Da wikipedia

 

Culto degli antenati

L'essere umano ha, dai tempi più antichi, onorato i propri antenati. Moltissime culture, seppur lontane tra loro geograficamente e idealmente, praticano il culto degli antenati.

Tale culto è basato sulla convinzione che l'anima di una persona sopravviva alla morte fisica e che possa proteggere i discendenti dall'aldilà

Venerazione rivolta ai defunti di una famiglia, di un gruppo, di un clan o di un popolo, che costituisce un elemento fondante dello spirito religioso di molte popolazioni e un importante fattore di identificazione sociale. Occorre distinguere un vero e proprio culto degli antenati all'interno del culto generico dei morti; l'uno e l'altro sono presenti in religioni tipologicamente diverse. Il culto degli antenati mitici e totemici, in particolare, si inserisce nel complesso religioso che contraddistingue i clan, dove gli antenati comuni sono la base stessa dell'appartenenza al gruppo.

L'espressione culto degli antenati si riferisce all'insieme delle pratiche e credenze religiose basate sull'idea che i membri defunti di una famiglia o di un clan veglino sui propri discendenti e siano in grado di influire positivamente o negativamente sul loro destino. I riti associati al culto degli antenati hanno in genere lo scopo di assicurare che gli antenati siano felici e ben disposti verso la propria discendenza.

Questa forma di religiosità ha una notevole importanza antropologica, essendo presente in moltissime culture. Vestigia di questa forma di religiosità si possono identificare anche in molte culture del mondo occidentale; un esempio è la festività cattolica della Commemorazione dei Defunti. Fra le culture in cui il culto degli antenati è presente in modo più radicato ed evidente si possono citare quella cinese e le numerose culture dell'Africa subsahariana.

In Cina, il culto degli antenati , ha lo scopo di onorare il ricordo delle imprese nobili degli antenati. Nella scala dei valori della morale cinese tradizionale, la pietà filiale (di cui l'adorazione degli antenati è un'estensione), è la principale.

L'uomo pietoso riconosce e onora nei genitori, negli anziani e negli antenati la causa ultima della propria esistenza. In questo senso, la venerazione per gli antenati in Cina contiene elementi di confucianesimo e taoismo, e si colloca su un piano morale più che strettamente religioso. Ciononostante, molte delle forme in cui questa venerazione si esplica coincidono con quelle usate per comunicare col mondo spirituale. Per esempio, vengono allestiti altari in onore degli antenati, sui quali si fanno offerte e sacrifici, almeno in specifiche festività (per esempio nel Qingming, nel Chongyang e nella Festa dei Fantasmi).

 

Gli antenati nella cosmologia africana

Quasi tutte le culture africane tradizionali condividono la concezione della realtà come unione tra un principio vitale immateriale e la realtà come la conosciamo nella nostra esperienza. Questi due piani sono fortemente interdipendenti, per cui ogni evento sul piano materiale ha necessariamente un corrispettivo spirituale. A ogni evento positivo corrisponde una volontà benevola da parte di un essere spirituale, e ogni disgrazia è conseguenza di una colposa disattenzione dell'uomo verso i propri doveri spirituali o dell'azione di uno spirito malevolo.

La comprensione delle forze che muovono gli eventi è affidata a coloro che hanno la capacità di leggere i segni cosmici e di interpretarli. Sono questi gli uomini o le donne del sacro (della medicina, della magia, o di altre funzioni fisico-spirituali che variano da cultura a cultura). Il ruolo dell'esperto del sacro è quello di fungere da mediatore. Essendo capace di interpretare la realtà – dono divino riconosciuto attraverso una qualche forma di iniziazione – egli è anche capace di intercedere presso gli spiriti. Tale persona può assumere il ruolo di profeta, mettendo in guardia la comunità dagli effetti nefasti di comportamenti che violano l'ordine spirituale delle cose.

Le creature spirituali hanno un'influenza sul mondo materiale che varia in funzione della loro prossimità a esso. Le relazioni che legano Dio creatore alla realtà quotidiana degli uomini sono estremamente indirette, per cui è improbabile che Dio - nonostante il suo interessamento per la realtà - possa intervenire a questo livello. Fra gli spiriti più vicini al mondo materiale degli uomini ci sono per esempio quelli legati al mondo naturale (per esempio agli animali) e gli spiriti degli antenati defunti.

La persona che muore, infatti, entra a far parte del mondo spirituale. Non tutti i defunti, tuttavia, acquisiscono lo status di antenato (degno di venerazione): a seconda delle culture questo può dipendere da molti fattori, inclusi il sesso (uomo o donna), il rango sociale, la moralità della condotta in vita, l'appartenenza etnica, e persino il tipo di inumazione riservato alla salma.

Gli spiriti degli antenati sono interessati agli eventi che riguardano i loro discendenti viventi, che costituiscono il loro legame con il mondo terreno. In molte culture, si ritiene che colui che muore senza discendenza, o che non è ricordato dalla sua progenie, tenda ad allontanarsi progressivamente da Dio o spegnersi nell'oblio, in una sorta di seconda e definitiva morte. Al contrario, un antenato che mantiene un forte legame con il mondo terreno è potente e in condizioni di influire sulla vita materiale. Spetta ai viventi rinnovare e consolidare il loro rapporto vitale con gli antenati, e quindi al tempo stesso riaffermare il loro benessere nella vita ultraterrena. Vale la pena ricordare che presso i popoli pastori, ad esempio i nilotici, non vi è vita dopo la morte fisica e solo alcuni anziani sono "recuperati" da Dio che li tiene in vita e che permette loro di intercedere a favore del mondo fisico.

La morale del clan

La benevolenza degli antenati è in particolare indirizzata a garantire la prosperità della famiglia o del clan, e il suo successo nella società. Questo si ricollega alla concezione africana generale della moralità, in larga misura basata sull'idea che ciò che permette la crescita del potere di una persona e la sua salita nella scala sociale è bene; tutto ciò che impedisce questa ascesa è male. La persona non può pensare di risalire la scala sociale se non rispetta gli antenati. Da qui l'importanza di adempiere i riti propiziatori nei tempi stabiliti, ma anche di offrire agli antenati azioni o libagioni quando se ne presenta l'occasione.

Il successo o insuccesso della persona nella società sono tradizionalmente valutati contemporaneamente in relazione all'individuo come membro del clan (ogni individuo cerca di ottenere il massimo prestigio possibile all'interno del suo clan) e in relazione al clan come parte della comunità (ogni individuo cerca di valorizzare il proprio clan rispetto agli altri). Questa duplice prospettiva (individualista e famigliare) definisce una scala di valori ben precisa: per esempio, un'azione che aiuti una persona a scapito di altri nel proprio clan è riprovevole perché la forza del gruppo ne esce sconfitta, ma la stessa azione rivolta al di fuori del clan potrebbe essere accettabile. Analogamente, le colpe dell'individuo sono accentuate se gettano vergogna sul clan. Questo schema morale tradizionale è in via di mutamento nell'Africa moderna; l'influenza della cultura occidentale (anche indiretta, per esempio attraverso l'urbanizzazione) sta infatti spostando l'enfasi progressivamente dalla famiglia all'individuo.

Forme del culto

Gli strumenti che i viventi hanno a disposizione per contribuire al benessere degli spiriti degli antenati sono il culto e la fecondità; entrambi sono considerati manifestazioni del principio vitale che sostiene l'universo. La fecondità assicura una progenie numerosa agli antenati, che a sua volta conferisce potenza e capacità di controllare il mondo. Un segno di rispetto per gli antenati, di grande valore simbolico, è quello di nominare i figli col loro nome. In molte regioni dell'Africa non è raro sentire un uomo rivolgersi al figlio chiamandolo "padre" o "madre"; il bambino non solo ha il nome del genitore, ma ne incarna lo spirito. L'antenato avrà un occhio di riguardo verso la persona che fa rivivere il suo nome. L'ordine con cui si danno i nomi degli antenati ai propri figli – diverso nella culture patrilineari e matrilineari – indica l'importanza che l'antenato ha nel mondo spirituale.

Il culto degli antenati africano è in genere basato su alcune distinzioni di fondo, per cui alcuni antenati sono più importanti di altri. Le due distinzioni principali sono legate alla prossimità e al sesso. Per prossimità si intende la vicinanza dei rapporti, e quindi il proprio padre e nonno sono più importanti del bisnonno e del trisnonno. Proprio per questo motivo il Dio creatore è raramente oggetto di culto; si trova infatti talmente lontano dalla famiglia, nella scala delle relazioni, da non interessarsi alla vita quotidiana della gente (in alcune culture, i suoi interventi possono essere addirittura mossi da invidia e cattiveria). Il sesso è un'altra distinzione importante, nel senso che spesso vengono attribuiti diversi valori al genere maschile o femminile. Questo ha valenze differenti a seconda delle culture. Presso molti popoli, i soli antenati che valga la pena ricordare sono gli uomini; in altre avviene il contrario.

Il culto consolida il legame fra i viventi e i defunti e garantisce che questi ultimi continuino a vegliare sulla loro progenie e proteggerla. Il culto si esplica in numerose forme; si rivolgono preghiere all'anziano, si lodano le sue imprese in vita, si fanno offerte, si riserva uno speciale rispetto ad animali o piante che gli sono considerate particolarmente vicini. Riti, amuleti, maschere, totem, tabù, nomi segreti, giuramenti, l'appartenenza a gruppi d'età o altre forme di casta sono tutte manifestazioni della religiosità africana e quindi hanno un ruolo anche nel culto degli antenati.

L'antenato può manifestarsi attraverso eventi o la possessione di un suo discendente. In questo caso occorre saper leggere l'evento e interpretare il messaggio. Al contrario, un antenato che non riceva gli onori che gli spettano può maledire la propria progenie.

 

  

Da wikipedia

 

 

 

 

 

QUALCUNO HA RICETTATO QUESTA OPERA RUBATA

E' UN EGOISMO STERILE VOLER TENERE PER SE UN OPERA CHE DOVREBBE ESSERE PATRIMONIO DELL'INTERA UMANITA'

 

QUESTA RIPETIZIONE D'IMMAGINE PER RICORDARE CHE QUESTO QUADRO E' STATA RUBATO

Madonna di Masolino scomparto centrale del trittico Carnesecchi

La Madonna col Bambino, conservata nella chiesa di Santa Maria a Novoli, nella periferia fiorentina, venne trafugata il 31 gennaio 1923 e mai più ritrovata

 

 

 

 

 

 

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Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe d'un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

 

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili

 

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s'ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d'una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

 

Chè quer covo d'assassini

che c'insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

 

Fa la ninna, cocco bello,

finchè dura sto macello:

fa la ninna, chè domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

 

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

 

E riuniti fra de loro

senza l'ombra d'un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

 

 

 

Sei ancora quello della pietra e della fionda,

uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,

con le ali maligne, le meridiane di morte,

t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,

alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,

con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,

senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,

come sempre, come uccisero i padri, come uccisero

gli animali che ti videro per la prima volta.

E questo sangue odora come nel giorno

Quando il fratello disse all’altro fratello:

«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,

è giunta fino a te, dentro la tua giornata.

Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue

Salite dalla terra, dimenticate i padri:

le loro tombe affondano nella cenere,

gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

 

 

 

Ogn'anno,il due novembre,c'é l'usanza

per i defunti andare al Cimitero.

Ognuno ll'adda fà chesta crianza;

ognuno adda tené chistu penziero.

 

Ogn'anno,puntualmente,in questo giorno,

di questa triste e mesta ricorrenza,

anch'io ci vado,e con dei fiori adorno

il loculo marmoreo 'e zi' Vicenza.

 

St'anno m'é capitato 'navventura...

dopo di aver compiuto il triste omaggio.

Madonna! si ce penzo,e che paura!,

ma po' facette un'anema e curaggio.

 

'O fatto è chisto,statemi a sentire:

s'avvicinava ll'ora d'à chiusura:

io,tomo tomo,stavo per uscire

buttando un occhio a qualche sepoltura.

 

"Qui dorme in pace il nobile marchese

signore di Rovigo e di Belluno

ardimentoso eroe di mille imprese

morto l'11 maggio del'31"

 

'O stemma cu 'a curona 'ncoppa a tutto...

...sotto 'na croce fatta 'e lampadine;

tre mazze 'e rose cu 'na lista 'e lutto:

cannele,cannelotte e sei lumine.

 

Proprio azzeccata 'a tomba 'e stu signore

nce stava 'n 'ata tomba piccerella,

abbandunata,senza manco un fiore;

pe' segno,sulamente 'na crucella.

 

E ncoppa 'a croce appena se liggeva:

"Esposito Gennaro - netturbino":

guardannola,che ppena me faceva

stu muorto senza manco nu lumino!

 

Questa è la vita! 'ncapo a me penzavo...

chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!

Stu povero maronna s'aspettava

ca pur all'atu munno era pezzente?

 

Mentre fantasticavo stu penziero,

s'era ggià fatta quase mezanotte,

e i'rimanette 'nchiuso priggiuniero,

muorto 'e paura...nnanze 'e cannelotte.

 

Tutto a 'nu tratto,che veco 'a luntano?

Ddoje ombre avvicenarse 'a parte mia...

Penzaje:stu fatto a me mme pare strano...

Stongo scetato...dormo,o è fantasia?

 

Ate che fantasia;era 'o Marchese:

c'o' tubbo,'a caramella e c'o' pastrano;

chill'ato apriesso a isso un brutto arnese;

tutto fetente e cu 'nascopa mmano.

 

E chillo certamente è don Gennaro...

'omuorto puveriello...'o scupatore.

'Int 'a stu fatto i' nun ce veco chiaro:

so' muorte e se ritirano a chest'ora?

 

Putevano sta' 'a me quase 'nu palmo,

quanno 'o Marchese se fermaje 'e botto,

s'avota e tomo tomo..calmo calmo,

dicette a don Gennaro:"Giovanotto!

 

Da Voi vorrei saper,vile carogna,

con quale ardire e come avete osato

di farvi seppellir,per mia vergogna,

accanto a me che sono blasonato!

 

La casta è casta e va,si,rispettata,

ma Voi perdeste il senso e la misura;

la Vostra salma andava,si,inumata;

ma seppellita nella spazzatura!

 

Ancora oltre sopportar non posso

la Vostra vicinanza puzzolente,

fa d'uopo,quindi,che cerchiate un fosso

tra i vostri pari,tra la vostra gente"

 

"Signor Marchese,nun è colpa mia,

i'nun v'avesse fatto chistu tuorto;

mia moglie è stata a ffa' sta fesseria,

i' che putevo fa' si ero muorto?

 

Si fosse vivo ve farrei cuntento,

pigliasse 'a casciulella cu 'e qquatt'osse

e proprio mo,obbj'...'nd'a stu mumento

mme ne trasesse dinto a n'ata fossa".

 

"E cosa aspetti,oh turpe malcreato,

che l'ira mia raggiunga l'eccedenza?

Se io non fossi stato un titolato

avrei già dato piglio alla violenza!"

 

"Famme vedé..-piglia sta violenza...

'A verità,Marché,mme so' scucciato

'e te senti;e si perdo 'a pacienza,

mme scordo ca so' muorto e so mazzate!...

 

Ma chi te cride d'essere...nu ddio?

Ccà dinto,'o vvuo capi,ca simmo eguale?...

...Muorto si'tu e muorto so' pur'io;

ognuno comme a 'na'ato é tale e quale".

 

"Lurido porco!...Come ti permetti

paragonarti a me ch'ebbi natali

illustri,nobilissimi e perfetti,

da fare invidia a Principi Reali?".

 

"Tu qua' Natale...Pasca e Ppifania!!!

T''o vvuo' mettere 'ncapo...'int'a cervella

che staje malato ancora e' fantasia?...

'A morte 'o ssaje ched''e?...è una livella.

 

'Nu rre,'nu maggistrato,'nu grand'ommo,

trasenno stu canciello ha fatt'o punto

c'ha perzo tutto,'a vita e pure 'o nomme:

tu nu t'hè fatto ancora chistu cunto?

 

Perciò,stamme a ssenti...nun fa''o restivo,

suppuorteme vicino-che te 'mporta?

Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'e vive:

nuje simmo serie...appartenimmo à morte!"