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UNA CONTESA PER UNA CASA TRA

GIOVANNI ANDREA CARNESECCHI E BENVENUTO CELLINI

 

 

 

L'esame delle lettere fa pensare che lo scultore Benvenuto Cellini approfittando dei problemi economici di Giovanni Carnesecchi abbia acquistato sotto costo e forse per cifra piu' bassa di quella dichiarata una casa a Firenze detta Casa dell'Arme

Sicuramente il Cellini ha riscattato da Fiorino rigattiere un prestito usurario

Il figlio di Giovanni : Giovanni Andrea rioccupa la casa e fa causa al Cellini

Dalle lettere del Cellini si intuisce che qualcosa di poco chiaro sia successo

Nella vicenda s'inseriscono i cattivi rapporti tra i due Carnesecchi padre e figlio

Giovanni e' prigioniero per debiti alle Stinche ; Giovanni Andrea pur potendo soccorrerlo non lo fa

 

 

In questa lettera il Cellini riepiloga il modo in cui Giovanni di Giovanni Carnesecchi detto il Lerzi ( padre di Giovanni Andrea ) venne in possesso della Casa dell'Arme

 

Sotto di 25 di gennaio 1538 Giovanni sopraddetto compero' una casa posta in su la piazza di S.Maria Novella dall'erede di Bernardo Del Biada , prima obbligata a Donna Maria Gostanza , prima donna di Giovanni sopraddetto , per la sue dote, rogato ser Francesco di ser Giovanni da San Miniato , notaro pubblico fiorentino , per scudi 450. La predetta casa fu venduta da detto Giovanni a don Ippolito e Giovanni fratelli e figli di Luca Carnesecchi , durante la vita lor naturale ; e di tale compra ne fu rogato Ser Bernardo gamberelli sotto di 25 giugno di detto anno per scudi 200 ,come per un deposito si trova a' libri dello Spedale di S.Maria degli Innocenti sotto il nome di Giovanni Andrea di Giovanni di Giovanni Carnesecchi , che a tutto si abbia debito rapporto.

Sotto a di 23 di luglio 1544 si trova detto Giovanni aver compero una casa chiamata la Casa dell'Arme , posta in su la piazza di Sante Maria Novella , e nel popolo di San Pagolo , in sul canto della via Del Sole , rincontro alla Loggia , da Antonio di Girolamo Pollini per scudi 170 d'oro di moneta , rogato ser Alamanno Filoromuli , sotto detto di , de sopraddetti denari del sopraddetto Deposito , come a loro Uscita a car. 52 ,Cassa 639 , in dua partite. E scudi trenta restorno in mano di detto Spedalingo al sopraddetto Libro a car 240, Debitori a car. 102.

Sotto di 14 dicembre 1566 detto Giovanni vende con patto resolutivo la detta Casa dell'Arme a messer Benvenuto Cellini per scudi 300 d'oro di moneta , rogatone ser Andrea di Piero Recuperati sotto detto di .

Sotto di 29 luglio 1569 , per ser Andrea sopraddetto fu liberato detto messer Benvenuto da una suggezione (cioe' da una servitu' d'acqua ) d'acqua , qual serviva alla detta Casa dell'Arme e alla Casa detta la Finestra inginocchiata.

Sotto di 15 dicembre 1569 spiro' detto patto resolutivo , e detta Casa dell'Arme e' divenuta libera di detto messer Benvenuto .Sino sotto di 28 di gennaio 1566 si pago' la gabella del patto resolutivo della compera della casa di Giovanni Carnesecchi , che monto' scudi 17.3.2.8 , come al Campione di ser Spini Camarlingo . E sotto detto di si pose a gravezze di Messer Benvenuto la detta Casa , per scritta di mano di Piero di Piero Sapiti , scrivano alle Decime

 

 

A di 18 febbraio 1568

Il sig Cerone Spagnuolo e gentiluomo dello illustrissimo ed eccellentissimo sig.Duca di Firenze e di Siena de' dare a di 18 febbraio scudi venti d'oro di moneta di lire sette per scudo , sono per la pigione della mia Casa dell'Arme dirimpetto allo Spedale di san Pagolo. La qual casa s'intende la parte di sopra , qual teneva da me il conte Alfonso Trotti da Ferrara . La quale gli ho appigionata per anni tre , per scudi venti di moneta l'anno , se tanto la mi resta , perche' la compera mia da Giovanni Carnesecchi , detto il Lerzi , fu con retrovendita di tre anni , che n'e' pasato alquanto tempo . Ma volendone riscuotere io son tenuto a mantenere al detto la fine de tre anni d'accordo ; e facendo acconcimi il detto sig. Cerone , non leciti , sieno a sue spese. La qual pigione comincia a di primo di maggio 1569 , per pagare ogni tre mesi scudi cinque ; e pero' si fara' debitore anno pe anno , come a Giornale B, a Car.135

 

Biblioteca Riccardiana

 

A di 26 ottobre 1570

 

Serenissimo gran Principe e Padron mio osservandissimo

Con tutto , signor mio , che li Magnifici Signori Luogotenente e Consiglieri sieno giustissimi , e che quanto alla causa mia gli abbino voluto vederne appunto il vero ; e poiche' Loro Signorie hanno tanto chiaramente trovato il santo vero , per il quale si discerne chiaramente le mie giuste e sante ragioni , impero' Lor Signorie per ancora non hanno dato fine a questa lite , per la quale io sono stato dalli Carnesecchi , mia avversarii , tanto ingiustamente lacerato quattro anni con ingiustissime parole e peggior fatti :Considerate signor mio , se la compera della casa ,che io ebbi da Giovanni Carnesecchi fu piu' che giustissima.

Sappi Vostra Altezza come li signori Consiglieri hanno scelto segretissimamente dua stimatori li piu' sufficienti che sieno nella citta' , i quali con tutte le diligenze che promette l'arte hanno vista e misurata la detta casa , e dato dipoi la loro fatta stima al supplente Magistrato , ben chiusa e suggellata, la quale hanno stimata trecento trenta dua scudi di moneta . Or consideri Vostra altezza , se quattro anni sono che la comperai scudi trecento simili,se io la comperai piu' che veramente la non valeva , e per averla trovata isgominata e diserta , io ci ho speso tanto , che val piu' che la prima compera : eglino mi hanno infamiato per usurario e per imbrogliatore , e mi vennono a pregare , ed io solo lo feci per ritrarmi dagli assassinamenti che mi faceva Fiorino Rigattiere . Ora io veggo che senza il santo soccorso di Vostra Altezza questi Magnifici Signori non le daranno fine , ed io povero sventurato restero' involto in nel medesimo travaglio.

Signor mio , io genuflesso mi vi raccomando , e chieggo giustizia e misericordia. Io domando che la mia casa mi sia lasciata libera , perche' ora e' il giusto tempo , e quel figliuolo di Giovanni Carnesecchi , che mi tiene occupata la stanza da basso , ha la casa accanto alla mia , che e' come vuota , perche' suo padre e' in prigione nelle Stinche , ed ei ve lo lascia stare . Fatemi fare giustizia , e che io resti libero per l'ordine di questi Signori innanzi e' se ne vadino

 

 

 

RESCRITTO) I Magnifici Consiglieri terminino una volta questa causa , accio' Sua Altezza si liberi di questa molestia

Iacopo Dani Secretario

 

 Lelio Torello 26 ottobre 1570 ( dall'Archivio dei buonomini di San Martino )

 

 

 

A di 26 ottobre 1570

Ricordo, come detto il detto di gli Magnifici Signori Luogotenente e Consiglieri , per ordine di Sua altezza , fecciono stimare la casa , che fu di Giovanni di Giovanni Carnesecchi , alias il Lerzi , vendutami a me Benvenuto Cellini , la quale io avevo compro dal detto insino l'anno 1566 , del mese 14 di dicembre , con patto di retrovendita di tre anni ; il quale essendo trapassato il vero tempo , e volutala volentieri rendere alli detti Carnesecchi per quello ch'io m'era sborsato , gli detti non attesono a tal cosa ; di modo che , venuto il giusto tempo , io pagai la intera gabella . E dipoi loro cercorno di venderla ad altri , la qual cosa non poterno eseguire, per non essere ragionevole. E perche' la compra fu in detto tempo di scudi trecento , di moneta; e parendo alli Carnesecchi , che la fussi in quel tempo compra a buon mercato , sebbene loro prima l'avevano compra da Pollini per scudi 170 ; impero la fu stimata scudi 332 da Maestro Particino e da Maestro Baccio d'Agnolo, come e' detto.

 

 

 

Il Cellini sembra approfittare dei dissapori tra padre e figlio , e dietro pagamento di qualche altro scudo , per convincere Giovanni a scrivere questa lettera . Questo modo di procedere fa pensare che la cosa fosse sin dall'origine poco pulita

 

 

Supplica di Giovanni di Giovanni Carnesecchi al duca Cosimo , di cui una copia scritta di mano del Cellini si conserva nella Palatina .Forse l'originale fu inserito nella supplica del Cellini al duca

 

 

Serenissimo gran Principe

Essendo io Giovanni Carnesecchi , fidelissimo e affezionatissimo servitore di Vostra Altezza . Gia' sono passati molti giorni che io , molto vecchio e molto indisposto , e mi sto in carcere in nelle Stiche per causa di qualche mio necessario debito: e perche' veggo che oramai il mio figliuolo Giovanni Andrea , forse per qualche sua forzata occasione quello non mi soccorre , la qual cosa io credevo pure che egli lo potessi e lo dovessi fare : impero' , per essermi il detto pur figliuolo , e vedendomi abbandonato affatto, di nuovo sono ricorso a Dio ed a Vostra Altezza , pregando genuflesso quello e quella che di quel poco che io mi trovo Vostra Altezza mi facci grazia che di quello che e' veramente mio io me ne possa aiutare . ora sappi Vostra Altezza come io vendei circa quattro anni sono una mia casa che e' in sulla piazza di Santa Maria Novella dirimpetto al Monistero di san Pagolo , a Benvenuto Cellini scultore , per il prezzo di trecento scudi di moneta ; e se bene io certi anni innanzi l'avevo compro da certi Pollini molto manco prezzo , veduto dappoi venire le case in tanta buona condizione , mi pensavo che la dovessi valere molto piu' che quel prezzo che io l'aveva venduta al detto Benvenuto . Ora io mi sono sgannato , perche' li Magnifici Luogotenente e Consiglieri passati la feciono stimare a uomini periti , i quali chiamarono Lor Signorie , di modo che e' la simarono sc, 332 che la valessi ora ; dove che avendola compra il detto sc.300 simili , ed anche so che lui v'ha speso qualcosa , impero' io conosco che la viene avere compra il giusto prezzo : e maggiormente avendo di gia' molti mesi sono pagatone la intera gabella , io conosco che giustamente l'e' sua. Solo chieggo grazia a Vostra Altezza che faccia che li Magnifici Signori Consiglieri faccino che il detto Benvenuto sia messo in possessione della detta sua casa , con il fargnene lasciare da Giovanni Andrea mio figliuolo , il quale glele tiene occupata senza ragione nissuna , perche' io ho potuto e voluto vendere la mia casa , ed e' veramente ben venduta , e perche' il detto mio figliuolo si vuole prevalere d'un certo lodo , il quale non vuol dir nulla , perche se pure e' valessi , e' mi resta pago di dua buone case , dove il detto veramente puo' molto meglio abitare che e' non fa dove gli e'. E se gli avessi aute buone ragioni , ei non accadeva che li Consiglieri di quel tempo facessino che lui ne pagassi al detto Benvenuto sc 7 di pigione , che certo la non gli vale: e diloggiando , puo' tornare nelle case mie e sue , dove non paghera' pigione , ed io povero affatto in nelle Stinche mi aiutero' di quel restante che mi debbe il detto Benvenuto , altrimenti io ci sono atto a morire. Pero' priego Vostra Altezza che faccia che la giustizia abbia il suo luogo, per la qual cosa io saro' soccorso : che in altro modo io non ci veggo verso alcuno Ancora sappia Vostra Altezza , che se bene in nella detta compera che fece il detto Benvenuto da me io mi scontai certi danari quali mi aveva in nelle mie streme necessita' servito Fiorino rigattiere , dal quale veramente ne fui soccorso giustamente e senza nessuna fraude , perche ei mi aveva soccorso del proprio pane e di qualche poco di vestuccie per ricoprirmi , che in altro modo non arei potuto fare .E questa si e' la santa verita' , ne posso dire altrimenti , volendomi non privare della grazia di Dio.

 

A di 20 dicembre 1570

 

Serenisimo Gran Principe e Padron Mio sempre Ossevandissimo

Se io non fussi impedito da una pericolosissima infermita' ,digia' son passate dimolte settimane che io non mi scosto punto dal letto al fuoco , io gli arei gittata la sua Iunone di bronzo , benche non molto ne sia lontano. Or sappi Vostra Altezza che il mio mal di punta mi ha ammazzato il mio medico , con dimolti altri uomini da bene , ed io sebbene di 70 anni ancora mi difendo dalla morte.

Glorioso mio Signore , per tutte quelle maravigliose grazie che da Dio vi sono concesse , e per quelle ancora che giornalmente sante e giustissime da quel desiderate , sol per questo io Vostra Altezza scongiuro , e genuflesso priego che da poi che l'immortale Iddio le ha dato meritatamente un cosi mirabile scettro in mano , quella in gloria di Dio e in onore di Vostra Altezza provvegga che a me non sia mancato della santissima giustizia , siccome insino a ora piu' di un anno la m'e' stata straziata , ne' mai io non l'ho strasccurata , ne' di ne' notte , a tutti questi Magistrati passati delli Magnifici e degnissimi Signori Consiglieri , dove li passati volendo con grandissima diligenza da capo a piede rivedere tutto il negozio della compera della casa del Carnesecchi , loro stessi chiamorno dua uomini a loro scelta, peritissimi , li quali stimorno la detta scudi trecentotrentadue , ed io mostravo averla compera scudi trecento a tutta mia gabella ; dimodoche chiaramente vedendo di non poter dare il torto , siccome Bartolommeo Gondi solo desiderava , chiamorno dentro messer Matteo da Barga solo , quale e' il mio Procuratore , e gli dissono che io l'accordassi , e cosi imperfetta senza altra sentenza si rimase a questi degnissimi signori che or seggono, dinanzi ai quali io piu' volte son comparso con mio gran disagio e spesa , Ora gli detti avendomi benissimo inteso , ed il simile la mia parte avversa , quelli forse di comun concordia hanno rimessa questa causa al Magnifico signor Fiscale , dal quale piu' volte insieme col mio Procuratore io comparsi , innanzi ch'io mi ammalassi , e dipoi che io sono stato cosi ammalato io ho mandato quasi ogni giorno a sollicitarlo , dove io conosco che Sua Signoria non la vuol terminare per dimolte cause , che evidentemente si veggono ; e mi hanno fatto intendere che e' non accade piu' dar noia al Magistrato , e che dice che parlera' al figliuolo del Carnesecchi , oltre che molte volte che egli gli abbi parlato con quel rispetto e reverenza , che si converebbe parlare a un Papa , e intanto la giustizia santa m'e' imbrattata per qualche causa .

Io priego Vostra Altezza per potenza e virtu' dell'immortale Nostro Signore Idio , che facci che se io ho ei mi sia subito dato ; e cosi se io ho ragione quella non mi sia defraldata e nascosa : per Dio vi priego.

Benvenuto Cellini

Servitore di Vostra Altezza

 

RESCRITTO) Il Fiscale non manchera' di terminarla per iustitia , quando abbia bene esaminata e conosciuta la causa

Lelio Torello 20 dicembre 1570

( dall'Archivio dei Buonuomini di San Martino ) 

 

CHISSA ' COME SARA' ANDATA A FINIRE ?

 

BENVENUTO CELLINI MUORE IL 13 FEBBRAIO 1571 ( non so se stile fiorentino o moderno )

 

 

 

 

 

 

 La casa in questione e’ la casa in cui era nato il Pronotaro Pietro di Andrea Carnesecchi , era posta nel canto tra via del sole e piazza Santa Maria Novella .

 

 

 

 

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