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indice generale : http://www.carnesecchi.eu/index.htm

 

Sunto della vita di Dante Carnesecchi

 

 

E' passato quasi un secolo dalla morte di Dante, eppure la complessita' degli episodi della sua vita possono ancora ferire la sensibilita' di tante persone

Questo non e' una rievocazione contro l'Arma dei carabinieri ma il resoconto di episodi in cui anarchici e carabinieri si trovarono su sponde opposte gli uni per fede gli altri per dovere ( nei fatti di Sarzana del luglio 1921 vedremo i carabinieri schierarsi contro i fascisti e l'eroico comportamento del capitano Jurgens)

Di fatto si scontrarono talvolta con rabbia estrema

Dante fu orrendamente ucciso e prima probabilmente uccise a sua volta : l'ordine che voleva abbattere era l'ordine che i carabinieri dovevano difendere

Pare che taluni degli uccisori di Dante aderissero poi al fascismo e fossero poi uccisi dai partigiani .

Questo ovviamente non disonora l'Arma perche' ha una sua spiegazione nel contesto sociale di quel tempo , fu guerra civile

Gli uomini dei partiti della sinistra storica hanno avuto i loro buoni motivi per lasciar cadere nell'oblio quell'episodio

Consapevoli che il fallimento del piano anarchico dipese anche dal mancato appoggio di comunisti e socialisti al progetto

 

 

 

 

 

 

Nato a Vezzano Ligure ( SP ) , non ad Arcola , il 12 marzo 1892 , ucciso al Termo d’Arcola ( SP ) il 27 marzo 1921

Dante Carnesecchi visse 29 anni e furono 29 anni intensissimi

Fu ucciso il 27 aprile 1921 ,era il giorno di Pasqua , forse quel giorno non era un giorno scelto a caso , uccidere il giorno di Pasqua era forse il modo di dire che non c’era perdono in quei giorni di nascente fascismo

Erano altri tempi , erano tempi in cui si pensava che la rivoluzione fosse a portata di mano e molti aspiravano a fare come in Russia

In quei giorni La Spezia era un’importantissima e strategica Piazza militare

In quei giorni molti tra le forze dell’ordine erano svelatamente schierati contro la "canaglia bolscevica"

In quei giorni a La Spezia le fila degli anarchici erano numerose e tra esse spiccavano gli anarchici individualisti e tra questi alcuni elementi al limite del leggendario come il poeta Abele Ricieri Ferrari alias Renzo Novatore ( l’uomo che scriveva come un angelo e combatteva come un demonio ) , Dante Carnesecchi ( un gigante dell’azione ) , Tintino Persio Rasi alias Auro d’Arcola .

 

 

 

 

 

Mi piace citare l’articolo dell’ottobre 2006 a firma Gino Ragnetti sulla Gazzetta di La Spezia ispirato dal mio sito :

 

"Un milite piangente gli disse: ‘Coraggio Dante’. Ed egli, col filo di voce che ancora gli rimaneva: "Sono episodi della vita... non e’ niente... Datemi dell’acqua... Muoio". Ë cronaca di giorni lontani, giorni in cui sulle fabbriche spezzine occupate sventolava la bandiera rossa dei soviet, giorni in cui la polizia sparava sui dimostranti lasciandone qualcuno sul terreno, e giorni in cui qualcun altro, in nome di altri ideali, sparava a bruciapelo sui carabinieri stendendone un paio. E sullo sfondo, brividi rivoluzionari fra i marinai delle navi da guerra in rada, pronti a riunirsi agli insorti il giorno in cui la massa fosse davvero insorta, assalti alla polveriera, provocazioni, attentati, e scioperi contro il carovita. Quel tempo e’ passato alla storia come il "biennio rosso della Spezia", un caso nazionale se non fosse convenuto affogarlo nel silenzio; ma e’ anche il tempo di un uomo singolare, un lupo solitario, un anarchico individualista di nome Dante Carnesecchi.

Dante era un tipo strano, senza dubbio straordinario; un bombarolo che amava suonare dolci melodie con la chitarra, un duro dal pugno di acciaio e il cuore di ghiaccio, uno che agli altri non dava niente, e nulla chiedeva. Un Barabba, a sentire i gendarmi, un compagno del quale andare fieri, per gli anarchici arcolani, una delle piu’ belle figure dell’individualismo anarchico. Ma anche un uomo del quale gli spezzini non sanno piu’nulla.

Dante Carnesecchi era nato a Vezzano il 12 marzo 1892, e aveva 29 anni quando fu ucciso dai regi carabinieri, nella tarda serata della Pasqua del ‘21, il 27 marzo, ad Arcola.

Era l’uomo del mistero, Dante. Perche’ di lui si raccontava che ne aveva combinate di cotte e di crude - in senso positivo dal punto di vista degli anarchici - ma nessuno lo aveva mai visto compiere una sola delle tante azioni che avevano contribuito a diffondergli attorno un alone di leggenda.

"Alto, atletico, volto energico, parco di parole, rapido nel gesto, tagliente lo sguardo: una giovinezza creata per l’azione, e nell’azione interamente spesa", cosi lo descriveva Tintino Persio Rasi (Auro d’Arcola), precisando appunto che "gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate, poiche’, solo a compierle, ne porto’ il segreto nella tomba".

Un duro, dicevamo: "Non aveva amici, non ne ricercava: non affetti, mollezze, piaceri. In seno alla famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre, come verso le sorelle che lo adoravano, si comportava con la freddezza di un estraneo. Egli, a cui pure non difettavano i mezzi, coricava sul duro materasso, onde evitare di provare dell’attaccamento agli agi di casa. Un individuo simile non era fatto per essere amato. E dell’amore non conobbe ne’ le estasi sublimi ne’ le dedizioni mortificanti".

Dal punto di vista fisico doveva essere una specie di Rambo: "Era boxeur, lottatore, ciclista, automobilista, corridore, acrobata, tiratore impareggiabile, e in piu’, "suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale". Come se non bastasse, era anche "ottimo poliglotta".

Insomma, un tipo interessante, senza dubbio, tanto che non e’ per nulla azzardato attribuirgli la colpa o il merito (dipende sempre dai punti di vista) dei disordini scoppiati nella citta’ di Pueblo, nel Colorado fra il 26 maggio del 1913 e novembre del ‘15, guarda caso proprio nel periodo in cui Dante Carnesecchi si trovava da quelle parti ospite di un amico che abitava con il fivizzanese Cesare Vegnuti morto, non si sa come, nell’ottobre del ‘13 nella stessa Pueblo. La citta’ fu al centro di una grande rivolta operaia con scioperi e scontri a fuoco fra minatori, in maggioranza ispanici e italiani e i vigilantes di alcune miniere sostenuti dalla Guardia Nazionale. Ë possibile che dietro quei tumulti ci fosse lo zampino di Dante l’anarchico?

A dire il vero, pero’, fra le tante accuse rovesciare sul giovanotto, non una e’ stata mai provata. Del resto lui sembra un fantasma. se si eccettuano gli scritti anarchici, rari ritagli di giornali e il certificato di nascita, non c’e’ traccia del suo passaggio, ne’ nel casellario centrale, ne’ all’anagrafe di Vezzano. Perfino le sue ossa sono scomparse. Si direbbe una leggenda metropolitana, il Dante. Eppure, di imputazioni gliene hanno appioppate un bel po’.

Durante il periodo dell'immediato dopoguerra , il territorio del circondario di Spezia fu particolare teatro d'una serie incessante di attentati anarchici contro le proprieta' ,le polveriere , le caserme , le autorita' , le reti ferroviarie e telegrafiche. Ingenti patrimoni appartenenti allo stato ed ai privati andarono distrutti ; numerosi carabinieri ed agenti della forza pubblica perirono sotto la folgore della rivolta; il prestigio dell'autorita' affogava nel ridicolo; i rivoltosi rimanevano ignoti , malgrado i numerosi arresti a casaccio . Il sospetto dell'autorita' cadeva sul gruppo d'audaci che scuoteva le basi dell'ordine e della sicurezza borghese . E piu' del sospetto avevano la certezza che il Carnesecchi fosse tra questi , se non l'anima certamente il piu' temibile . Ma egli era un giovane senza precedenti giudiziari : Un incensurato che non lasciava traccia delle sue colpe. Si tento' , tuttavia , piu' volte d'incolparlo . Invano . La polizia si accaniva ad arrestarlo . La magistratura mancava d'ogni prova perfino indiziaria per procedere .E non tardava a rilasciarlo in liberta'.

 

Lo accusarono anche dell’assassinio di un carabiniere e del ferimento di un brigadiere durante un comizio vietato il 13 giugno del ‘19 a Santo Stefano Magra, ma Dante se la cavo’ con l’assoluzione. Ë vero, si prese a parole con un brigadiere ("Ma chi e’ lei? un prefetto? un sottoprefetto? Lei non e’ nulla e poi autorita’ non ve ne sono piu’. Vada via che qui comandiamo noi, vogliamo fare quello che abbiamo fatto alla Spezia",). Ma materialmente a sparare furono altri

Infine lo accusarono di avere capitanato l’assalto alla polveriera di Vallegrande il 4 giugno del ‘20, e per cio’ fu arrestato tre mesi dopo, appena finita l’occupazione delle fabbriche. Ma non poterono provare alcunche’.

 

Era nella lista nera - su questo non c’e’ dubbio -. E in quella tragica serata di Pasqua gli saldarono il conto. I giornali allineati raccontarono che, fermato dai carabinieri, li aggredi con un coltello cercando poi di fuggire, cadendo infine sotto i colpi dei moschetti. Ma i compagni anarchici e la madre raccontarono una ben altra storia, storia avvalorata dalle condizioni in cui era il cadavere quando fu portato all’obitorio.

Il Libertario del 31 marzo ricostrui cosi la sua fine. Al Limone erano accasermati regi carabinieri che s’erano fatti una trista fama nei dintorni: gente che menava nerbate senza ragione, che provocava, che procedeva ad arresti immotivati. E quella sera del 27 marzo il branco usci dalla caserma - racconta il Libertario - per una spedizione in quel di Arcola. Al loro arrivo, le strade si svuotarono e la gente si rinchiuse nelle case. Finche’ arrivarono davanti all’abitazione della madre di Carnesecchi. Dante era dentro con lo zio, e quando alle 23,30 usci, fu affrontato dai carabinieri che gli chiesero le generalita’. Quindi, saputo il nome, il brigadiere che comandava il gruppo lo colpi con uno schiaffo. Fu il segnale: gli altri carabinieri si avventarono su Dante colpendolo a loro volta con gli scudisci al punto che fracassarono la chitarra con la quale Dante cercava di ripararsi. Il giovane tento’ allora la fuga, ma la sua corsa fu fermata da una pallottola nella schiena. Quindi i militi gli furono addosso lo colpirono con il calcio dei fucili, gli spararono con i moschetti e con le pistole; il povero corpo martoriato fu preso a calci, altri vi affondarono i pugnali e ne fecero scempio. Incredibile a dirsi, il giovane visse ancora, spirando pero’ prima dell’arrivo all’ospedale della Spezia. Il giorno dei funerali, la citta’ si fermo’, le fabbriche su svuotarono, i negozianti abbassarono le saracinesche insegno di lutto.

"Sono episodi della vita... non e’ niente...".

 

 

 

La voce CARNESECCHI, DANTE compare nel "Dizionario biografico degli anarchici italiani ", Pisa, BFS ( Biblioteca Franco Serantini ) 2004,

Volume primo alle pagine 326 e 327 : la voce e’ curata da (Fausto Bucci - R. Bugiani - M. Lenzerini)

 

 

 

Nativo di Arcola (SP ) , è personaggio di rilievo nel movimento anarchico spezzino: uomo audacissimo, il più temibile sovversivo di un gruppo, di cui fanno parte Abele Rìcieri Ferrari ("Renzo Novatore "), Tintino Persio Rasi ("Auro d'Arcola ") e Sante Pollastro. Accusato di aver partecipato all'assalto della Polveriera di Vallegrande il 4 giugno 1920, Carnesecchi viene tratto in arresto nel settembre successìvo, dopo l'occupazione delle fabbriche. Il giornale "Il Libertario" di La Spezia racconta che la stampa conservatrice sta facendo " un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi, sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero ! "

 

il 7 ottobre 1920 il compagno di lotta Ferrari scrive: "Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante [ ... ] . E' un anarchico veramente individualista". Rimesso in libertà, dopo sei mesi di carcere preventivo, per mancanza di qualunque indizio, Carnesecchi è vittima di un agguato ordito da sette carabinieri, ben noti per aver provocato e arrestato altri sovversivi, e viene assassinato al Termo d'Arcola la sera del 27 marzo 1921, a pochi passi da casa sua.

 

"Si trattava" scriverà Tintino Rasi "di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più brutali e i più sanginari dell'arma". Gli anarchici denunciano apertamente i militi e li accusano di avere "proditoriamente e selvaggiamente assassinato" il loro compagno di ideali: il 27 marzo i carabinieri del "Limone" racconta "Il Libertario" - sono sortiti dalla caserma come "cannibali ebbri ed armati", al comando di un "nefasto brigadiere", e si sono recati "al canto provocatore di " Bandiera rossa" ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola". Qui hanno schiamazzato, bevuto e costretto, con la violenza, la gente a rincasare, poi sono piombati su C., che usciva di casa con lo zio Azeglio e l'amico Franceschini portando con sé una chitarra, e hanno brutalmente colpito Azeglio con una frusta e sparato a Franceschini, senza ferirlo. Quanto a Carnesecchi , egli è stato schiaffeggiato dal brigadiere e investito dai militi con "una briaca, tempestosa sfuriata di nervate", prima di essere abbattuto da una fucilata alla schiena e colpito da numerose rivoltellate e pugnalate, mentre i carabinieri urlavano: "Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata !"e il brigadiere ordinava: "Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!". Il 29 marzo 1921 la mamma di Carnesecchi smentisce la versione dell'accaduto, diffusa da "Il Tirreno" e da altri giornali conservatorì, puntualizzando che il 27 marzo i carabinieri hanno íngìunto al figlio e ai suoi due compagni di fermarsi e di alzare le braccia: "Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [ ... ] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declínò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mìo figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpíto da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [......] "E' pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura".

 

Migliaia di lavoratorì partecìpano ai funerali di Carnesecchi, che rìescono "seri, imponenti, commoventi", nonostante gli espedientì della Questura locale, che ha censurato i manifesti degli anarchici e della Cd L sindacale. il carro funebre è coperto di corone, la bara avvolta da un labaro rosso, sul quale è scritto in nero: " Giù le armi". Sono presenti anarchici, comunisti, socialisti e operai iscritti alla Cd L sindacale e a quella confederale. Il saluto all'assassinato è portato da P. Binazzí, direttore de "Il Libertario" della Spezia, e da Ennìo Mattias, segretario della CdL sindacalista,

 

(F, Bucci- R. Bugiani - M. Lenzerini)

 

 

 

 

 

Articolo di Renzo Novatore su Il Libertario anno 1920 : Dante Carnesecchi

 

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante ……

Sembra un paradossale ed e' un logico . Le sue verita' bruciano . La sua anima misteriosa e complicata e' un mare sempre agitato da furiose tempeste dello spirito . Non ha mai scritto nulla ma ha pensato molto ……..E il suo pensiero non si aggira nel piccolo cerchio vizioso dei luoghi comuni . Va oltre…..Le figure come la sua sono rarissime . Parlarne troppo a lungo si corre sempre il rischio di guastarle . E' un anarchico veramente individualista .

Ecco tutto ……

 

 

 

 

Articolo di Auro d'Arcola su " L'adunata dei refrattari " anno 1929 , pubblicato negli Stati Uniti

 

 

Tra quella nidiata d'aquilotti libertari che dai colli arcolani , dominanti a mezzogiorno la conca azzurra del golfo di Spezia e a tramontana

la vallata del Magra , spiccavano il volo verso tanti quotidiani ardimenti , si distingueva sopratutti Dante Carnesecchi.

Alto, atletico , volto energico , parco di parole, rapido nel gesto , tagliente lo sguardo : una giovinezza creata per l'azione , e nell'azione interamente spesa.

Se il tipo assoluto d'Ibsen qualcuno puo' mai averlo realizzato , questi fu Dante Carnesecchi . Egli era realmente una di quelle eccezionali individualita' che bastano a se stesse.

Gran parte delle sue gesta rimarranno per sempre ignorate , poiche' , solo a compierle , ne' porto' il segreto alla tomba .

Non aveva amici , non ne ricercava : non affetti , mollezze , piaceri . In seno alla stessa famiglia viveva senza vincoli. Verso la madre , come verso le sorelle che lo adoravano , si comportava con la freddezza di un estraneo.

Egli , a cui pur non difettavano i mezzi , coricava sul duro letto senza materasso, onde evitare di provare dell'attaccamento agli agi di casa . Un individuo simile non era fatto per essere amato. E dell'amore non conobbe ne' le estasi sublimi , ne' le dedizioni mortificanti.

Strana natura !

Perfino verso noi , tra i piu' vicini , il suo animo insofferente elevava un' ultima barriera isolatrice , come a sottrarsi ed a proteggersi dalle possibilita' d'ogni intima comunione .

Certo , egli era il piu' odiato dai nemici nostri , il piu' temuto dagl'indifferenti , il piu' ammirato dai compagni e dagli spiriti liberi: ma era anche colui che non si lasciava amare , che non fu amato.

Nessuno poteva esercitare un qualsiasi ascendente su di lui. Refrattario ad ogni influenza esteriore , egli era all'altezza delle sue azioni , che mandava in piena consapevolezza

ad effetto , fidando solo sulle sue forze.

Ogni progetto , riduceva alle proporzioni di un operazione aritmetica , accomunando ad un estrema audacia un'estrema prudenza , una piena sicurezza in se' , ed una risolutezza tacita quanto irreducibile.

Nello sport quotidiano allenava il corpo alla resistenza , all'agilita' , all'acrobazia , alla velocita', e il polso alla fermezza ; nella temperanza scrupolosa conservava la pienezza del suo vigore fisico e della sua lucidita' mentale; nella musica ricercava le intime sensazioni per ricrearsiliberamente lo spirito .

Percio' egli era boxeur , lottatore , ciclista , automobilista , corridore , acrobata , tiratore impareggiabile ; suonatore e compositore di un virtuosismo piuttosto arido e cerebrale ;

ottimo poliglotta ………………………………………………………………….

 

 

 

 

Un benestante

 

 

Dante e’ per i tempi un benestante . Suo padre Biagio Giuseppe muore nel 1901 e lo lascia erede di alcune case e di diversi terreni

 

A venti anni nel 1913 parte per l’ America insieme all'amico Giovanni Lombardi con trenta dollari in tasca

S'imbarca a Le Havre il 17 maggio sulla nave Rochambeau e sbarca a New York il 26 maggio

Lo ritroviamo a Pueblo in Colorado molto probabilmente e’ presente ed attivo nella rivolta dei minatori italo ispanici nelle miniere di Rockefeller ,

che infiammano il territorio tra il settembre del 1913 e l'aprile del 1914 e culminate nel tristemente famoso massacro : The Ludlow Massacre

 

 

IL LIBERTARIO

In tutte le citta' d'Italia gli studenti hanno fatto dimostrazioni ostili all'Austria perche' gli Italiani di Trieste nel giorno del 1 Maggio ebbero una solenne bastonatura da parte degli slavi , consenziente la polizia austriaca.

Vi sono stati qui e la' arresti e colluttazioni colla forza pubblica che voleva impedire ad ogni costo dei dispiaceri alla cara alleata . E che gli sbirri italiani non differiscono da quelli austriaci , lo hanno provato quegli studenti che furono vittime delle brutalita' poliziesche e si presero pugni nelle costole e sulla zucca , bastonate ed altro come avvenne a Milano.

Ecco a noi sono simpatici tutti coloro , e specialmente i giovani , che protestano contro una brutalita' e si ribellano a qualunque sopraffazione . Ci indignano e ci disgustano profondamente i metodi brutali e selvaggi della poliziottaglia . Ma vogliamo chiedere agli studenti italiani : Perche' non divampa la vostra giovanile protesta quando i percossi , gli uccisi , i perseguitati sono i nostri fratelli di qui , scesi in lotta per un pezzo di pane , vittime d'ingiustizie e di sopraffazioni inaudite da parte dei capitalisti e dei poliziotti ? Perche' non vi agitate quando miseri lavoratori sono massacrati come cani in tutte le terre straniere ove andarono a portare il loro lavoro in cambio di quel pane che la dolce patria loro negava ? E non esageriamo . Molti sono gli episodi che potremmo citare . Anche in questi giorni al Colorado , in un eccidio commesso dai servi del capitalismo , uomini , donne e bambini italiani , rimasero vittime della piu' selvaggia sopraffazione . Ma quelli non sono degni di commiserazione ! ….

Noi siamo contro le tirannie nostrane e oltre frontiera . Ovunque vi e' una miseria da redimere , un' ingiustizia da riparare cola' e' il nostro posto . Ecco perche' siamo internazionalisti , i nemici dichiarati di tutte le patrie …ufficiali , che sono le fomentatrici di odi fra i popoli e di guerre micidiali; ma siamo ugualmente nemici degli aguzzini , degli sfruttatori , dei torturatori della povera carne umana di qualunque razza di qualunque paese.

E' questo il pensiero generoso che dovrebbe animarvi , o giovani . I vostri entusiasmi , le vostre aspirazioni dovrebbero essere rivolte a redimere l'umanita' dalla miseria , dalla schiavitu' , dall'ignoranza e dai pregiudizi . Per affrettare questa grande redenzione umana bisogna propagare e preparare la fusione di tutte le patrie , la fine delle guerre , la fine del dominio dell'uomo sull'uomo , dei popoli agguerriti sui popoli piu' deboli .

Questa e' la generosa battaglia che voi o giovani , dovete combattere e vincere in nome della liberta' della giustizia per tutti gli esseri umani.

 

 

 

Nel 1915 in piena guerra mondiale e’ nuovamente in Italia . Porta con se' dall'America un fucile automatico ed una chitarra

Subito avviato al fronte riesce a farsi esonerare simulando di essere epilettico

Successivamente entra a lavorare nella fabbrica Vickers Terni

Nel 1919 nasconde Renzo Novatore che aveva disertato

 

 

 

 

 

 Il biennio rosso

 

Il periodo 1919-1920 va sotto il nome di biennio rosso : in quel periodo molti lavoratori anelavano a "fare come in Russia "

E la rivoluzione anche in Italia sembrava ormai a portata di mano

In quel periodo va inquadrato un progetto rivoluzionario degli anarchici spezzini , un progetto che la storia ufficiale non ha mai voluto o potuto raccontare

Le conseguenze che ne potevano derivare avrebbero potuto cambiare il corso della storia italiana , vista l'importanza industriale e militare di La Spezia in quei giorni

 

 

 

 

Nel 1919 partecipa ai disordini a La Spezia

Nel maggio 1919 La Spezia e' nelle mani di un Comitato rivoluzionario : Carnesecchi , il Novatore , Auro d'Arcola , girano per i paesi intorno alla Spezia incitando alla rivoluzione

 

 

Nel giugno 1919 Dante Carnesecchi e’ implicato nel ferimento e nell’uccisione di due carabinieri a Santo Stefano Magra durante uno di questi comizi rivoluzionari 

……………….Mentre il Carnesecchi avanzatosi verso il Blanc minacciosamente gesticolando gli gridava : Ma chi e' Lei un prefetto , un viceprefetto ? Lei e' nulla , vada via . Autorita' piu' non ve ne sono , comandiamo noi . Vogliamo fare quello che abbiamo fatto a Spezia, trovasi al fianco sinistro del vicebrigadiere il Picchioni ed a fianco del carabiniere Vannini il Bellotti , echeggiarono quasi contemporaneamente quattro colpi di rivoltella ed i due militi caddero mortalmente feriti………………………

(processo per i fatti di Santo Stefano Magra )

 

<< si cerco di risolvere il problema delegandomi in motocicletta seguito da due valorosi compagni tra cui quel gigante dell'azione che fu Dante Carnesecchi , a fare quanti piu' borghi possibili , ma giunti a Santo Stefano Magra , mentre io stavo concionando la folla , sbucarono non si sa da dove un milite e un brigadiere dei carabinieri ; quest'ultimo con fare burbanzoso mi intimo' di allontanarmi . Ne nacque un violento battibecco , durante il corso del quale dalla folla che stava alle spalle dei militi eccheggiarono fulmineamente tre colpi di revolver . I due gendarmi stramazzarono al suolo , la folla si sbando' con un grido di orrore , mentre dalla parallela provinciale giungeva una lunga teoria di camions carichi di armati ………………

 ( Auro d'Arcola )

 

 

Il Carnesecchi si da alla latitanza  infine nel gennaio del 1920 viene assolto dall'accusa di omicidio

 

 

 

Nell'aprile del 1920 vi e' un primo tentativo di sovversione da parte degli anarchici spezzini

 

Con rapporto del 18 aprile io ebbi ad informare la S.V. d'un primo complotto organizzato dagli anarchici col supposto consenso parziale o colla tacita adesione

delle truppe specialmente di mare .Si sperava allora sull'ammutinamento di un equipaggio di una nave ancorata in questo porto e sull'azione concomitante e

violenta degli anarchici non solo del circondario ma anche della provincia vicina . Il complotto non pote' avere esecuzione per varie circostanze ……………………………………

( il viceprefetto della Spezia al Prefetto a Genova )

 

 

 

 

il 4 giugno 1920 assalta probabilmente con Renzo Novatore la polveriera di Vallegrande nel circondario della Spezia , l'assalto fallisce dopo aver rasentato il successo

 

 

Migliarina rapporto ore 5 del 5 giugno1920

Egregio cav. Bruschi

Assieme al maresciallo Bruno abbiamo girato in lungo ed in largo in camion la zona spingendoci anche oltre il Termo d'Arcola ed i Pagliari, ma nulla di anormale in quanto a movimento di persone abbiamo notato ,

Silenzio perfetto ovunque.

Perquisizioni ed arresti non ho fatto, perche' i capi piu' noti di Migliarina furono qui visti durante la giornata, come Barsotti , Capagli , Pravagli (?) Scattina ed altri. Come mi assicura anche il maresciallo di Fossa mastra , si dice che che tra i facinorosi d'ieri che partirono dal termo per dare l'assalto alla polveriera ci fossero anche alcuni di Migliarina in bicicletta, ma nessuna indicazione mi fu dato di avere.

Il predetto maresciallo di Fossamastra , che assicura la banda essere in maggioranza composta di abitanti del Limone e del Termo capitanata dal Carnesecchi e dal Ferrari Abele,

che il detto graduato vide e non arresto', e' stato incaricato di appurare nella mattinata i mancanti al lavoro alla Vickers -Terni ed all'Ansaldo, e cosi dallo spoglio di essi avere qualche indizio per procedere , non potendo andare a casaccio .

Il Ferrari Abele e' operaio all'Arsenale , non so in quale cooperativa, bisognerebbe accertarlo e vedere se nella mattina lavorava .

Il maresciallo di Fossa mastra ha nella serata arrestato un individuo sospetto anarchico con indosso una rivoltella .

Per misura precauzionale lo ha gia' fatto trasportare a Spezia alla caserma principale dei C.C. per essere di buon mattino tradotto in carcere

Vado a riposare qualche ora e torno poi costa'

 

Questa azione era probabilmente parte di un vasto progetto rivoluzionario cosi come denunciava l’allarmato vice prefetto di La Spezia

 

 

08 giugno 1920 il vice prefetto al Prefetto di Genova

I disordini teste' avvenuti a Sarzana e Spezia vanno tenuti ben distinti avendo essi origine e fisionomia ben diversa : i primi ebbero un fondo prevalentemente economico con infiltrazione anarcoide e teppistica : i secondi non furono che l'esecuzione di un progetto anarchico rivoluzionario a sua volta conseguenza e continuazione di altri precedenti tentativi riusciti vani pel mancato verificarsi di circostanze indispensabili alla loro attuazione…………………

"Senza l'intervento e la condotta ammirevole del carabiniere Carmana il tentativo criminoso avrebbe avuto ben diverso risultato I rivoltosi procedevano in silenzio sarebbero riusciti ad occupare la polveriera ove si contenevano ingenti quantita' di esplosivi con quale pericolo e' facile immaginare. Il carabiniere va premiato con un'alta ricompensa al valore…….

 

 

…………………….I disordini di Viareggio, poi quelli di Sarzana , l'agitazione stessa che si diffondeva a Spezia sotto il pretesto del caro-viveri sembravano forse agli estremisti locali favorevoli all'attuazione dei loro propositi .Un ultima visita fatta qui nella settimana scorsa dal noto Errico Malatesta parve infondere vigore al proposito e senza dubbio sospinse all'azione che che fu stabilita per i primi giorni del giugno corrente.Il piano a quanto riferivano i confidenti ,era basato sempre sull'appoggio del personale di marina ed aveva per fine di impadronirsi di polveriera e forti , dell'arsenale , degli stabilimenti industriali , dei punti principali della citta' e degli edifici pubblici .

Il piano doveva avere esecuzione in diverse parti contemporaneamente .Certo si trattava di un vasto disegno concepito follemente, senza alcuna visione pratica della sua difficile possibilita'

La frase tipica con cui si vuole venisse deliberato……………………………Da cosa nasce cosa. Questa frase illumina le finalita' del tentativo.

……..si faceva altresi molto affidamento nella partecipazione al movimento una volta iniziato , della massa operaia , in ispecie in quella iscritta nell'unione sindacale .Se pero' il piano era troppo vasto ed audace per riuscire era tuttavia tale da destare le piu' serie preoccupazioni di fronte alle conseguenze gravissime che ne sarebbero scaturite se fosse stato anche in minima parte effettuato. Ed io non mancai di apprestare i mezzi di resistenza e fui ben sollecito di preavvisarne S.E. il Comandante in Capo della Piazza con ripetute e frequenti conferenze personali di cui l'ultima risale al pomeriggio di giovedi 3 corrente mese

 

 

 

 

 

 

 

LIBERTARIO L'assalto alla Polveriera

 

Si e' gia tanto scritto sui giornali quotidiani di questo episodio clamoroso , che noi arriviamo assai tardi per parlarne ai nostri lettori. Ci duole non poter

dare di non poter dare altri particolari all'infuori di quelli gia' largamenti noti a mezzo dei quotidiani. Venerdi 4 C. verso le ore 13 un gruppo di cittadini

armati , ha dato l'assalto alla Polveriera di Val Grande ed e' riuscita a penetrarvi . Vennero sparati colpi d'arma da fuoco da ambe le parti e quindi gli

assalitori si ritirarono asportando armi e munizioni Gli operai della Wickers Terni che udirono gli spari , abbandonarono il lavoro e cosi fecero gli operai

degli altri stabilimenti. Vi era in tutti una febbrile ansia di sapere -In citta' profonda impressione. Carabinieri e truppa furono spediti sul luogo . Per un

tratto intorno alla Polveriera fu esteso un cordone oltre il quale non era possibile penetrare .

Il piccolo stato d'assedio ( divieto di assembramento e divieto di circolazione per gli autoveicoli ) fu proclamato e le organizzazioni operaie , per protesta

proclamarono lo sciopero generale che si protrasse fino alla mezzanotte di sabato .

Gia dicemmo del malcontento serpeggiante fra la massa lavoratrice e del profondo disagio materiale e morale dei cittadini tutti e delle provocazioni

poliziesche verso i cittadini . Senza dubbio l'assalto alla polveriera fu un gesto di disperata protesta scaturito da animi esulcerati.

La stampa forcaiola ha ricamato ipotesi su ipotesi intorno all'episodio . Secondo quanto scrive l'Epoca ( ed altri giornali ) il manipolo di audaci che si accinse alla perigliosa impresa , benche' circondato dalla forza armata con abile mossa strategica , ha potuto sfuggire all'accerchiamento e scomparire . Ed i commenti non mancano, come non mancano gli allarmi che si ripetono ogni notte nei pressi di Valgrande , quasi che certi atti , fossero a ripetizione perpetua !

 

 

 

 

 

Subito dopo Dante sempre nel 1920 e' attivo nell’occupazione delle fabbriche

( a significare la stretta connivenza dei marinai coi rivoluzionari , sulla caserma Duca degli Abruzzi della Marina Militare viene innalzata la bandiera dei Soviet )

 

Fallita l’occupazione delle fabbriche Dante Carnesecchi (settembre del 1920 ) viene arrestato

 

 

 

 

Arrestato

 

 

 

IL SECOLO XIX nell'edizione di mercoledi 29 settembre 1920

IL FAMOSO " CARNESECCA"

Il pregiudicato Dante Carnesecchi , colpito di ben quattro mandati di cattura per omicidio nella persona di un carabiniere , per attentato alla polveriera di Vallegrande , per reati contro la proprieta' , e' stato assicurato alla giustizia in una brillante operazione dei reali Carabinieri al Termo d'Arcola .

Al momento dell'arresto s'era nascosto in un armadio ed aveva accanto una rivoltella carica.

La sua casetta come quella di un brigante degli antichi tempi era un vero arsenale di rivoltelle e di fucili con parecchie riserve di polvere pirica.

 

 

 

 

Il libertario Articolo di Renzo Novatore

………………………………………..

Ora nel primo rastrellamento di delinquenti sociali fatto nei dintorni di Spezia , per ordine di Giolitti , Olivetti , e D'Aragona , e' stato arrestato anche lui . << In una brillante operazione >> fatta da cento e piu' carabinieri del re guidati da un loro ufficiale hanno invaso la sua casa e lo hanno catturato . La stampa merdosa della borghesia idiota e democratica , liberale e monarchica , ne ha dato l'annuncio trionfale ricamandolo di particolari talmente foschi da fare invidia ad uno di quei ripugnanti romanzi che solo quella carogna di Carolina Invernizio , buon' anima , sapeva scrivere . Naturalmente tutto cio' che si e' scritto su di lui e' falso come e' falsa e bugiarda l'anima fangosa e putrida d'ogni miserabile giornalista venduto. Per amore della verita' dobbiamo dire ( a costo di disonorarlo ) che non e' pur vero che sia pregiudicato .

E' giovane . Ama intensamente la liberta' e la vita . Lo vogliamo fuori !

Anarchici individualisti a noi !

 

 

 

 

Il Libertario edizione del 30 settembre 1920

 

Arresti

………………………………… La stampa suddetta fa poi un gran can can per l'arresto del terribile pregiudicato Carnesecchi , sul quale pendevano 4 mandati di cattura, che fu uno degli assalitori della Polveriera e che aveva la casa piena d'armi d'ogni genere. E se non ridi, di che rider suoli? Il Carnesecchi non è mai stato ricercato, tanto vero che tutti lo hanno veduto fino al giorno dei suo arresto passeggiare tranquillamente in città e dintorni e perfino in Pretura ed in Tribunale. E nientemeno aveva 4 mandati di cattura! O perché non lo hanno preso prima? Mistero ! "

Veniamo a conoscenza che una vera razzia fu fatta martedi sera dai carabinieri i quali in numero di oltre 150 percorsero il Limone , il Termo d'Arcola e adiacenze , arrestando quanti trovavano , perquisendo , mettendo sottosopra le case e gettando lo scompiglio e la desolazione in numerose famiglie. Bravi , bravi ! Cosi si serve L'ordine e la patria ….     

 

 

 

 

"La folla è strame che il socialismo ha messo a marcire nella stalla della borghesia. Errico Malatesta , Pasquale Binazzi , Dante Carnesecchi e le

altre migliaia di oscuri che marciscono in quelle bolgie miasmatiche e micidiali che sono le carceri della monarchia dei Savoia e che i medagliettati del P.S.I.

(Partito Socialista Italiano) hanno domandato al porcile di Montecitorio il mezzo per costruirne ancora delle più vaste, dovrebbero essere per noi tanti spettrali

rimorsi, camminanti sotto forme paurose, fra i meandri incerti della dubbiosa anima nostra; dovrebbero essere tante calde vampate di sangue che ci fugge dal

cuore per salirci vertiginosamente sopra le linee del volto e coprircelo di fosca vergogna.

Io so, noi sappiamo, che cento UOMINI - degni di questo nome - potrebbero fare quello che cinquecentomila "organizzati" incoscienti non sono e non

saranno mai capaci di fare.

Non vedete voi, o amici, l'ombra di Bruno Filippi che sogghigna e ci guarda?"

 

RENZO NOVATORE

 "Il temperamento anarchico nel vortice della storia"

(apparso su Il Libertario, La Spezia, a.XVIII, n.793, 8 dicembre 1920)

 

 

 

Rimesso in liberta'

 

 

 

Nel marzo del 1921 dopo cinque mesi di carcere preventivo viene nuovamente rilasciato

 

 

 

Premeditazione

 

 

………………Durante il periodo dell'immediato dopoguerra , il territorio del circondario di Spezia fu particolare teatro d'una serie incessante di attentati anarchici contro le proprieta' ,le polveriere , le caserme le autorita' , le reti ferroviarie e telegrafiche. Ingenti patrimoni appartenenti allo stato ed ai privati andarono distrutti ;numerosi carabinieri ed agenti della forza pubblica perirono sotto la folgore della rivolta; il prestigio dell'autorita' affogava nel ridicolo; i rivoltosi rimanevano ignoti , malgrado i numerosi arresti a casaccio . Il sospetto dell'autorita' cadeva sul gruppo d'audaci che scuoteva le basi dell'ordine e della sicurezza borghese . E piu' del sospetto avevano la certezza che il Carnesecchi fosse tra questi , se non l'anima certamente il piu' temibile . Ma egli era un giovane senza precedenti giudiziari : Un incensurato che non lasciava traccia delle sue colpe. Si tento' , tuttavia , piu' volte d'incolparlo . Invano . La polizia si accaniva ad arrestarlo . La magistratura mancava d'ogni prova perfino indiziaria per procedere .E non tardava a rilasciarlo in liberta'. Non rimaneva che sopprimerlo . …………………………………………………………Auro d'Arcola

 

 

 

A questo scopo fu espressamente istituita una nuova stazione di carabinieri nella frazione abitata dal Carnesecchi .Si trattava di una caserma speciale, fuori classe ,

a cui erano stati chiamati ,mediante concorso volontario , una dozzina di militi scelti tra i piu' brutali e sanguinari dell'arma . La consegna che avevano codesti

energumeni era esplicita : tutelare l'ordine … con ogni sorta di vessazioni , d'arbitrii e di violenze : Non passava notte che non flagellassero a colpi di nerbo di bue

quanti popolani incontravano sul loro cammino . Solamente gli anarchici potevano circolare dopo le 9 di sera . I teppisti della benemerita avevano cura di non provocarli

e di non affrontarli in quel modo . Fingevano di non vederli . Essi sapevano troppo bene che contro gli anarchici non era prudente agire che in un solo modo : assassinarli

isolatamente e proditoriamente , o fingere d'ignorarli.

Fu seguendo questa tattica che giunsero a preparare l'agguato in cui Dante Carnesecchi doveva cadere orribilmente martoriato, come mai niuno cadde.

 

…………………………………………….. Auro d'Arcola

 

 

 

Rimesso in libertà, dopo cinque mesi di carcere preventivo, per mancanza di qualunque indizio , Carnesecchi è vittima di un agguato ordito da sette o piu' carabinieri,

ben noti per aver provocato e arrestato altri sovversivi, e viene assassinato al Termo d'Arcola la sera del 27 marzo 1921, ( il giorno di Pasqua ) a pochi passi da casa sua.

Sette o piu' carabinieri avvicinano e circondano il Carnesecchi che esce di casa con suo zio Azeglio e con un amico . Nel giorno di festa Dante porta con se una chitarra ,

strumento che amava suonare-

Lo perquisiscono poi improvvisamente lo pigliano a scudisciate in faccia, Dante cerca di proteggersi con la chitarra che si spezza: in pochi istanti ha la faccia spaccata e

gronda sangue. A quel punto tenta una disperata fuga ma è abbattuto da una raffica di fucile. Già a terra, Dante è colpito con molte pugnalate e col calcio del fucile alla testa

"Si trattava" scriverà Tintino Rasi "di una caserma speciale, fuori classe, a cui erano stati chiamati, mediante concorso volontario, una dozzina di militi scelti tra i più

brutali e i più sanguinari dell'arma".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.......do atto che a ore una, e minuti cinque del giorno ventotto corrente mese nella casa posta in S. Cipriano n.21 e' morto Carnesecchi Dante anni 29

nato a Vezzano Ligure figlio di fu Giuseppe e di Fontana Lucia - celibe - operaio ( certificato di morte del Comune di La Spezia)

 

 

 

Sul macabro marmo della camera mortuaria , rigido e sospeso dalla tensione dei tormenti , il corpo armonioso di Dante Carnesecchi non presentava uno spazio dove

il pugnale non si fosse affondato . Il viso era stato ridotto da una tempesta di nerbate , ad una maschera spaventosamente tumefatta …………..

 

 

 

 

 

 

IL SECOLO XIX edizione del 30 marzo 1921

Conflitto mortale con i carabinieri

 

Dante Carnesecchi di anni 29 noto anarchico, era da tempo ricercato dai carabinieri , quale sospetto colpevole della uccisione di un milite dell'arma.

La notte scorsa i carabinieri lo trovarono al Termo d'Arcola insieme a due suoi compagni e lo fermarono.

Il Carnesecchi estratto rapidamente il pugnale tento' di colpire e liberarsi : al suo tentativo rispose un colpo di rivoltella che lo feri' a morte .

I suoi due compagni si dileguarono rapidamente nella oscurita' inseguiti da altri colpi di rivoltella che pare abbiano raggiunto il segno e colpito uno dei fuggenti ,

perche' sono state trovate sulla direzione della loro fuga , larghe tracce di sangue .

Dal luogo del conflitto venne chiamata telefonicamente la P.A. che accorse rapida , come e' consuetudine sua , e raccolse il Carnesecchi agonizzante.

Infatti costui mentre la lettiga giunse all'ospedale spiro' .

 

 

 

 

l'articolo "Assassini!" da "Gli Scamiciati", Pegli, 9 aprile 1921, serie II, num.12, pag. 2.

ASSASSINI !

Di Dante Carnesecchi vorremmo parlare a lungo ma ne siamo impossibilitati . Ancor troppo aperta e' la ferita del nostro cuore lacerato perche' freddamente vi possiamo tuffare le mani e trarne fuori tutto il furore che ci corrode per iscagliarlo contro gli assassini che ci han massacrato uno dei migliori amici nostri. Il sangue ci refluisce al cervello , le mani ci tremano ne' possiamo vergare parole adeguate allo scempio cui fu fatto segno il Carnesecchi. Siamo certi pero' che , egli assassinato , vive tutt'ora in ognuno di noi e che i fucili americani e i pugnali di cui erano armati gli armigeri reali non avranno lavorato invano

Ad ogni modo , per i compagni lontani che ancora non sapranno il bel gesto assassino di una squadra di belve in sembianze umane , compiuto su uno dei piu' energici , intelligenti , buoni e coraggiosi compagni d'Arcola , narriamo in poche righe il " fattaccio" lasciando ai lettori il trarne le conclusioni che verranno loro spontanee.

La sera del 27 marzo , alla stazione di Termo d'Arcola , una squadra di carabinieri vestiti in borghese , usciti fuori dalla nuova caserma messa alla vicina Limone non sappiamo il perche'…..,partirono in numero di dieci , bene armati di fucili americani e di pugnali , e bene innaffiati di vino , al canto di "Bandiera rossa "s'avviarono in cerca della vittima da tempo predestinata : Dante Carnesecchi , l'anarchico spauracchio , uscito da pochi giorni dalle carceri di Sarzana ove era stato parecchi mesi in attesa del processo che poi non venne …Egli stava in quell'ora , in casa sua , suonando la chitarra in compagnia di uno zio violoncellista .

Accostatisi a casa sua i dieci manigoldi vi s'appiattarono e al momento opportuno , cioe' quando il buon Dante uscito da casa sua s'accingeva ad accompagnare lo zio all'abitazione di lui , sbucarono fuori con i fucili spianati e perquisirono quelle loro due prede . Vistele disarmate incominciarono " la funzione " . Terribili colpi di nervo colpirono il nostro compagno alla faccia ; egli si difese come pote' colla chitarra che teneva in mano , ma questa ben presto ando' in frantumi ed egli con un gesto disperato ( aveva la faccia letteralmente spaccata dai nervi ferrati ) riusci a divincolarsi e a fuggire . Non aveva fatto ancora dieci passi che una raffica di colpi l'atterro' . Appena a terra gli furono sopra e gli vibrarono trenta pugnalate . Poi col calcio dei fucili gli spaccarono la testa. L'assassinio fu' compiuto con tanta malvagita' e tanta brutalita' impossibili a concepirsi .

Lo derubarono di tutto e poscia minacciarono di morte ( vigliacchi , ormai egli era gia' in agonia ! ) anche i militi della Pubblica Assistenza che andarono per portarlo via . Un milite piangente nel caricarlo sulla barella gli disse :" Coraggio Dante". Ed egli , col filo di voce che ancora gli rimaneva : " Sono episodi della vita …Non e' niente … Datemi dell'acqua …Muoio ". Il brigadiere sempre col pugnale in mano urlo' infuriato : Ah vigliacco ! Vivi sempre . Sei piu' duro d'un bue". E gli sputo' ancora addosso……

Inutili i commenti. Ogni parola suonerebbe ironia……

<< Gli Scamiciati >>

 

 

 

Articolo da Il libertario Il compagno Dante Carnesecchi assassinato dai carabinieri del Limone

 

La stampa e la verita'

Non troviamo sufficienti parole di deplorazione verso tutta la stampa quotidiana che ha riportato il raccapricciante fattaccio cosi falsato e travisato da far emergere chiaramente che il giornalismo non sappia piu' fare la cronaca al di fuori degli uffici di questura . Ci duole constatare che il piu' poliziesco fra questi - e con cio' vogliamo dire il piu' falso - sia stato il "Lavoro " di Genova . Noi non vogliamo alcun favoreggiamento dalla stampa di qualsiasi colore essa s'imbelletti . Quello che vogliamo e' la verita' dei fatti senza la quale la stampa diventa il piu' basso strumento al servizio della menzogna ufficiale e si dimostra addirittura incompresa della sua missione che dev'esssere improntata ad alto , sereno , imparziale civismo . Mancando a questo suo preciso dovere il giornalismo nostrano che per nulla si e' mosso alla raccolta dei particolari sul luogo , preciseremo noi , per quanto sommariamente , la ricostruzione del brigantesco assassinio.

 

 

Domenica 27 marzo , circa alle ore 22,30 il compagno Dante Carnesecchi mentre usciva dalla propria abitazione sita al Termo d'Arcola , in compagnia di un suo zio ed un comune amico veniva proditoriamente e selvaggiamente assassinato da un nucleo di circa 7 carabinieri in abito borghese

………………………………………………………………………….

Soprattutto smentiamo subito recisamente l'affermazione stampaiola - questurinesca che dava il Carnesecchi colpito da mandato di cattura - Contro il Carnesecchi non esisteva alcun mandato di cattura ma esisteva bensi un decreto di morte tramato dalle belve monturate . Egli non poteva sfuggire alla tremenda vendetta che da tempo covava nel loro animo ebbro di odio ingiusto ed ingiustificabile. Malgrado che la magistratura avesse assolto il nostro compagno dall'accusa di omicidio avvenuto nella persona di un carabiniere nei moti del giugno del 1919 , si era pur tuttavia , propagata e radicata , fra i militi dell'arma , la voce e la convinzione artata ch'egli ne fosse stato l'autore o per lo meno l'istigatore . Si aggiunga a cio' un' immediata , e pur priva d'ogni fondamento fama di delinquente che peraltro a smentirla basta il solo fatto , ch' egli era un incensurato. Pochi davvero in questi tempi possono vantarsi di menare un tenore di vita cosi regolare e temperato come menava il Carnesecchi . Ma con tutto cio' egli era lo spauracchio , il babau , lo spettro incubante dell'autorita' , solo perche' era un anarchico ed una figura fisicamente atletica ed energica . Un insieme di ombre , di esagerazioni iperboliche , di vociferazioni fantastiche valse a creare nell'autorita' uno stato d'animo tenebrosamente odioso da indurle , dopo esperita ogni altra via , alla soppressione del nostro amico . I cervelli dei dipendenti , degli esecutori materiali , erano stati da lungo tempo ben montati con opportune concioni e domenica sera , giorno di Pasqua , in omaggio al rito di pace cristiana , i cannibali ebbri ed armati uscirono dalla caserma in abito borghese comandati dal nefasto brigadiere ( novello Livraghi ) portandosi al canto provocatore di << Bandiera rossa >> ed altri inni sovversivi in ricerca della preda designata al Termo d'Arcola. Cola' giunti si soffermarono per le bettole schiamazzando e libando , insidiando e provocando. Indi , calcolata l'opportunita' dell'ora , cominciarono a far rincasare la gente , che incontravano lungo il tragitto che porta alla casa del Carnesecchi , a colpi di nerbo. Giunti a pochi passi piu' innanzi dal fabbricato della societa' Aurora s'imbattevano nel Carnesecchi , il quale usciva di casa in compagnia del proprio zio Azeglio e dell'amico Franceschini diretto ad accompagnare questi ultimi alle rispettive abitazioni site in quei pressi . Egli recava con se una chitarra senza pero' suonarla . I carabinieri intimarono il fermo alla comitiva e cominciarono a colpire col nerbo l'Azeglio brutalmente mentre il Franceschini spaventato fuggiva per la campagna fatto segno a due colpi di rivoltella che pero' non lo colpirono. Dopo averlo battuto , cosi tremendamente l'Azeglio , lo sospinsero fuori dal circuito intimandogli di recarsi a casa. Quindi si disposero intorno al Carnesecchi intimandogli il <<Mani in alto >> il brigadiere lo perquisi minutamente e quando fu certo che nessun arma aveva seco gli chiese le generalita' . Il Carnesecchi declino' il suo nome .

Allora il brigadiere gli disse :- Io sono il brigadiere della Caserma del Limone . Al che il Carnesecchi rispose :- Ed io la rispetto ! Il brigadiere rispose allora con un violento schiaffo mentre i militi chiesero al superiore : - Possiamo venire , brigadiere ? Ed egli : -Venite ! ordino'. Ed una briaca , tempestosa sfuriata di nervate colpiva il compagno nostro , il quale mal tentava di proteggersi con la chitarra . Sotto l'azione brutale ed incessante dei colpi di nerbo il Carnesecchi urlando dal terribile dolore raccolse le proprie forze in un disperato tentativo di fuga liberatrice . E vi riusci . Senonche' alla distanza di pochi passi lo raggiungeva un colpo di fucile alla schiena che lo atterrava sanguinante . Allora le folli belve umane si lanciarono all'assalto del povero corpo esanime facendone orrendo scempio in questa frenesia sanguinaria i mostruosi bruti intercalavano ingiuriose apostrofi a dileggi contro il moribondo , Tantoche' fin quando egli non dava piu' segni di vita i bravacci sitibondi continuavano ad apostrofarlo :- Vigliacco ! voglio spezzarti il cuore con una revolverata ! Ed il brigadiere incoraggiando , aggiungeva :- Prendi il pugnale , spaccagli il cuore ! Ed altre consimili frasacce truci che non trascriviamo per l'errore che ne proviamo e per il rispetto che ancora sentiamo verso chi ha sentimenti umani. Cosi il barbaro , raccapricciante , mostruoso delitto senza precedenti si compiva ; mentre gli assassini aggiungevano a conclusione dell'orrendo quadro che altri dovranno subire prima o poi la stessa sorte - Noi non commentiamo. Pensiamo che il piu' terribile terrorismo bianco sfrenato e folle si sta instaurando nel nostro paese Chi ha cuore e cervello non puo' non sentirsi pervaso da un' ondata di vindice raccapriccio di fronte a si culminante misfatto che e' il principio , l'inizio di un periodo reazionariamente brigantesco

 

 

Lettera della madre di Carnesecchi

Avendo il Tirreno e tutti i giornali quotidiani dato sul fatto una versione falsa , la madre ha indirizzato ai suddetti la seguente lettera :

Termo d'Arcola 29-3-21

Egreg. Sig. Direttore del giornale << Il Tirreno>>

Ad aumentare il grande strazio che provo con la barbara uccisione del mio caro figlio Dante Carnesecchi , si aggiunge la versione falsa che viene data dai giornali , compreso quello da lei diretto , versione certo ispirata dai responsabili dell'eccidio . Ecco come si e' svolto il fatto secondo testimonianze di persone serie degne in tutto e per tutto di fede I carabinieri della stazione del Limone con alla testa il brigadiere vestiti in borghese e che gia' si erano fermati in vari luoghi tenendo ovunque un contegno provocante , incontrarono verso le 23,30 del giorno di Pasqua mio figlio ,suo zio ed un altro onesto cittadino in vicinanza della mia abitazione , dove mio figlio era uscito per accompagnare lo zio verso casa. I carabinieri intimarono loro di fermarsi e di alzare le braccia: "Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declínò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mìo figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpíto da vari colpi di rivoltella e dì fucile. Non aggiungo altri particolari di questo assassinio feroce perche' mi serviranno per la mia costituzione di parte civile . E' pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura . Egli prosciolto da ogni accusa dedicava tutto il suo affetto e la squisita gentilezza dell'animo suo a me e a tutta la famiglia , che inconsolabile ne piange oggi la perdita e invoca dalla Giustizia la punizione dei suoi assassini- Grazie anticipate della pubblicazione .

Lucia Carnesecchi   

 

 

 

 

Articolo da "Il Libertario " : I funerali di Dante Carnesecchi

 

 

Mercoledi quando il giornale andava in macchina ebbero luogo i funerali del caro indimenticabile compagno nostro Dante Carnesecchi

assassinato dai carabinieri della stazione del Limone. La questura fece del suo meglio per applicare l'ostruzionismo e la censura ai

manifesti degli anarchici e della camera del Lavoro Sindacale . Soltanto alle ore 14,30 poterono essere affissi vale a dire soltanto due ore

e mezzo prima dei funerali… Malgrado questi miserevoli espedienti migliaia di compagni e di lavoratori intervennero ai funerali che riuscirono

seri, imponenti , commoventi Il carro era coperto di corone e la bara era avvolta da un labaro rosso, su cui era scritto in nero: " Giù le armi".

Vi erano i vessilli degli anarchici , dei comunisti , dei socialisti e delle organizzazioni aderenti alla Camera Sindacale e a quella Confederale .

Senza che nessuno l'avesse chiesto spontaneamente nell'ora dei funerali lungo il percorso del corteo , dall'Ospedale Civile per via Provinciale

al Cimitero dei Boschetti , tutti i negozi in segno di lutto erano chiusi e tutti salutavano commossi la salma del compagno nostro . Quando il

corteo giunse sullo spiazzale della camera mortuaria del Cimitero vi si erano gia' riversati tutti gli abitanti del Limone , Termo d'Arcola e paesi

vicini , accorsi tutti ad attestare la stima e l'affetto al povero assassinato e la protesta contro i suoi assassini. Dissero commoventi ed inspirate

parole per gli anarchici il compagno Binazzi ed Ennio Mattias per la Camera Sindacale

Non essendovi nessun agente tutto procedette nel massimo ordine .

 

 

 

 

 

A distanza di pochi mesi il fascismo trionfante stendera' una cappa di silenzio sulla vicenda umana di Dante Carnesecchi E il tempo poi fara' il resto E sara' come se Dante non fosse mai vissuto Solo due madri non smetteranno di ricordare : la madre di Dante e la madre del carabiniere Vannini

……………………………………………………..

 

 

 

Di Dante Carnesecchi a La Spezia non esiste piu' ne' la tomba ne' il ricordo

 

 

Ditelo questo, a gran voce, voi almeno, che vi dichiarate amici della libertà.
……………..
Dite alla maestà del popolo, che la eresia sociale ha oggi i suoi torturati come ieri li ebbe quella scientifica e religiosa.

Vostro Pietro Gori

Milano, li 26 Giugno 1897

 

 

 

 

 

 

******************

 

dal sito http://www.novatore.it/  che narra la storia e tiene viva la memoria di Abele Ferrari ( Renzo Novatore )

 

Same shit, different days:
in morte di Dante Carnesecchi

1921. Siamo in Liguria, Italia.
Sono anni difficili, di miseria, e lo scontro sociale non è mai stato così violento come in questo periodo. I socialisti e le forze reazionarie dello Stato hanno monopolizzato la scena di questo scontro sin dall'inizio del secolo, con gli anarchici slegati da entrambe le fazioni, ma sempre in prima fila se c'è da subire la repressione governativa o le critiche isteriche della parte più politicamente (nel senso deleterio) indottrinata del movimento rivoluzionario.
Qualcosa però cambia, all'inizio degli anni ‘20. Nuove forze si contrappongono sulla scena italiana dove si combatte sempre più apertamente per il controllo del potere, con le avanguardie comuniste e fasciste a giocarsi la battaglia decisiva sotto gli occhi spaventati ed indecisi di industriali, borghesi e politicanti. La convinzione profetica di molti è che ne uscirà vittorioso solo chi userà la massima dose di violenza e determinazione.
Questo più o meno il contesto nel quale si inserisce un dispaccio medico redatto dal presidente dell'ospedale civile di La Spezia, definito in gergo "casa posta in S. Cipriano 21":

[…] do atto che a ore una e minuti cinque del giorno ventotto corrente mese nella casa posta in S. Cipriano n. 21 e' morto Carnesecchi Dante anni 29 – nato a Vezzano Ligure, figlio di fu Giuseppe e di Fontana Lucia – celibe, operaio […]

Nell'archivio dell'ufficio anagrafe del comune di La Spezia il dispaccio trova ulteriore conferma:

Registro degli atti di morte, n° 110: il Presidente dell'Ospedale ha dato comunicazione al Comune, il giorno 29 marzo 1921, della morte di Dante Carnesecchi di anni 29, avvenuta il 28 marzo 1921.

Il certificato necroscopico riporta laconicamente, come causa della morte:

"ferite multiple da arma da fuoco."

Okay, un poveraccio è stato ucciso a revolverate a La Spezia, magari in una rissa da osteria…dov'è il problema?
Il problema è che quel nome così evocativo, Dante Carnesecchi, non è "il solito poveraccio" e la sua è una storia che nel suo piccolo va narrata, ricordata e tramandata. È parte integrante dell'intera tradizione antifascista, antireazionaria e anarchica italiana.
Il suo nome, ritenuto come sempre ingombrante dai monopolizzatori della storiografia e della cultura "di sinistra" e "di movimento", si va ad intrecciare e a sommare a quello di Renzo Novatore e tanti altri personaggi sterminati come cani per strada; personaggi la cui indomabile carica ribelle sarà poi rimpianta da chi, negli anni successivi, si troverà a maledire la bestiale dittatura fascista e le sue guerre assurde.
Ma torniamo alla nostra storia, che più o meno andò così.
Secondo l'ufficio anagrafe di Vezzano Ligure (La Spezia), atto di nascita numero 46 dell'anno 1892, il 12 marzo nasce Carnesecchi Dante Fortunato Guido. I genitori sono Biagio Giuseppe Carnesecchi (68 anni) e Lucia Fontana (29 anni).
Operaio ragionevolmente molto precoce, presto orfano del padre (1901), possiamo affermare quasi sicuramente che Dante Carnesecchi si sia avvicinato sin dall'adolescenza al pensiero ed alla militanza anarchica, ben radicata in terra ligure e capillarmente diffusa nelle officine e nei circoli culturali. Sebbene non ci siano pervenuti scritti che possano trasmetterci il pensiero di Carnesecchi, abbiamo però alcune pungenti note scritte da Renzo Novatore nel 1920, utili per capire la personalità dell'oscuro militante:

"Dante Carnesecchi è una delle più belle figure dell'individualismo anarchico. Alto, vigoroso, pallido e bruno. Occhi taglienti e penetranti di ribelle e di dominatore. Ha l'agilità di un acrobata ed è dotato di una forza erculea. Ha ventotto anni. E' un solitario ed ha pochissimi amici. L'indipendenza è il suo carattere. La volontà è la sua anima. Nelle conversazioni è un vulcano impetuoso di critica corrodente. E' sarcastico, ironico, sprezzante [ ... ] . E' un anarchico veramente individualista."

Renzo Novatore (vedi qui) aveva già conosciuto Carnesecchi l'anno precedente, che appunto aveva ospitato Novatore, fuggitivo e ricercato per diserzione, in casa sua, ad Arcola.
Insieme i due, accomunati nella stessa visione dell'anarchismo e della lotta sociale, parteciparono ai primi tumulti operai che a suon di scioperi ed occupazioni squassarono in quel periodo buona parte del Nord Italia. I due anarchici, insieme all'amico comune Auro D'Arcola, erano impegnati nei dintorni di La Spezia come oratori itineranti (in motocicletta) con lo scopo di diffondere il seme della rivolta anche nelle frazioni più remote. Durante uno di quei comizi improvvisati, in località Santo Stefano Magra, due carabinieri, sopraggiunti improvvisamente per sgomberare l'assembramento, vennero freddati da tre colpi di pistola sparati da mano ignota. Chi tirò il grilletto? Novatore? Carnesecchi? Un invasato nella folla? Non lo sapremo mai, ma la furia sbirresca che successivamente si abbatterà sul Carnesecchi fanno quantomeno sorgere un dubbio, che potremmo chiamare "vendetta della Legge".
Durante i disordini Dante Carnesecchi appare e scompare continuamente nei punti più critici: lo troviamo, ad esempio, in mezzo al gruppo di 60 sovversivi incazzati che il 4 giugno 1920 danno l'assalto alla polveriera di Vallegrande, riuscendo a sopraffare due posti di guardia. Il sito internet dell'Arma riporta che poi un solo carabiniere (!) asserragliato come estrema difesa all'ingresso dell'arsenale riuscirà a tenere testa al "gruppo di facinorosi" sino all'arrivo dei rinforzi.
Sfuma così il piano dei sovversivi di armarsi, equilibrando le forze in vista dei tumulti che di lì a pochi mesi incendieranno ancora la Liguria e il Nord Italia.
Sfuggito in qualche maniera all'arresto per i fatti di Vallegrande, Carnesecchi è in prima linea quando nel settembre 1920 La Spezia cade nelle mani di comitati di fabbrica organizzati da anarchici, sindacati rivoluzionari e da estremisti del partito socialista che andranno poi a costituire il Partito Comunista Italiano.
Carnesecchi non aveva naturalmente nessun legame con partiti, sindacati e ideologie ma il suo istinto di "anarchico veramente individualista" lo porta lo stesso a partecipare alle occupazioni, alle autogestioni, ai comizi e alle scaramucce con le forze dell'ordine intervenute in aiuto ai padroni.
Sedata la rivolta, si procede agli arresti selvaggi di coloro identificati come "istigatori". In manette finisce anche Dante Carnesecchi, definito "terribile pregiudicato", anche se non sapremo mai se sulla sua testa pendessero davvero 4 mandati di cattura e se la sua abitazione fu davvero trovata piena di armi e munizioni. Questa versione, sostenuta da sbirri e stampa conservatrice locale, è invece smentita dal giornale spezzino "Il Libertario" di Pasquale Binazzi.
Alla fine sei mesi di carcere preventivo toccano lo stesso all'anarchico Carnesecchi che è quindi rilasciato in marzo per mancanza di prove concrete (sic) a suo carico.
Ma la festa dura poco, le libertà individuali sono a grosso rischio nell'Italia di quel periodo, sempre più popolata da imbecilli in camicia nera spalleggiati da imbecilli in divisa pronti a fare pulizia di chiunque si opponesse, soprattutto attivamente, ai loro disegni reazionari.
Il pezzo di storia che vado ora a raccontare impressiona per i parallelismi con alcune situazioni che, negli anni recenti, hanno messo in luce la vena più brutale e inutilmente repressiva delle forze dell'ordine dei cosiddetti paesi occidentali: episodi di gravi prevaricazioni sull'individuo che esce dai ranghi, in una visione distorta del potere e del compito di polizia che sempre più spesso si traduce in un abuso impunemente tollerato da superiori e politici.
Diversi resoconti ci dicono che esistesse allora, a La Spezia, una caserma speciale dei carabinieri situata presso il quartiere Limone, in cui prestavano servizio volontario una dozzina tra i militi più sanguinari e determinati verso la "minaccia rossa" in forza all'Arma. La necessità di richiamare un certo numero di assassini in divisa in quella zona era motivata dall'intensa attività anarchica presente da anni tra La Spezia, Sarzana e Carrara.
Stranamente, di questi provvedimenti così decisi nella lotta all'illegalità sovversiva, non rimane traccia sui siti che ripercorrono la storia dei Carabinieri…
Comunque, la sera del 27 marzo 1921, almeno sette di quei carabinieri-carnefici escono in borghese (ma ben armati) dalla loro caserma visibilmente ubriachi, cantando provocatoriamente inni come "Bandiera Rossa" e lasciando presagire così quale sarebbe stata la preda della loro incursione.
Giunti sul luogo prescelto per l'agguato i militi, continuando a passarsi la bottiglia e a schiamazzare, costringono con le minacce i passanti e chi si è affacciato alla finestra a scomparire in fretta. Sta per succedere qualcosa, è nell'aria.
Più o meno in quel momento Dante Carnesecchi esce da una casa in compagnia di suo zio Azeglio e di un amico, tale Franceschini (ma in alcune testimonianze, come il resoconto fornito dal giornale anarchico "Gli Scamiciati", questa persona non è riportata). La squadra omicida è subito addosso ai tre che realizzano presto la minaccia, ma ubbidiscono ugualmente all'ordine di alzare le braccia e fornire le loro generalità. È in quel momento che, senza preavviso, colui che si era presentato come brigadiere colpisce con uno schiaffo Carnesecchi, mentre gli altri sgherri estraggono dei robusti scudisci e vibrano una serie di colpi allo zio ed all'amico. Dante, che teneva in mano una chitarra, cerca di proteggersi con lo strumento che finisce subito in pezzi: una serie di vergate gli spaccano la faccia, sputa e perde sangue. I tre uomini, in preda ad un attacco così violento, rinunciano a difendersi e cercano di scappare: i sette carnefici sono ebbri di sangue e spuntano coltelli, moschetti e pistole.
Dante, in fuga disperata ma evidentemente già designato come vittima dalla squadraccia, è raggiunto da un colpo di fucile alla schiena. Una volta a terra, i carabinieri gli sono addosso…è la fine. Il suo corpo è martoriato coi pugnali e i revolver, le urla riportate in seguito dai testimoni presenti sono agghiaccianti: "Vigliacco! Voglio spezzarti il cuore con una revolverata !", "Prendi il pugnale, spaccagli il cuore!".
Finalmente qualcuno trova il coraggio di avvicinarsi, gli assassini li minacciano ancora eccitati ma poi se ne tornano alla loro caserma.
Dante Carnesecchi, 29 anni, anarchico-spauracchio per gli onesti cittadini di Arcola, muore poco dopo. Qualcuno afferma che le sue ultime parole furono: "Sono episodi della vita…non è niente…datemi dell'acqua…sto morendo".
Nei giorni successivi l'episodio dell'aggressione è riportato sia dalla stampa conservatrice, ad esempio "Il Tirreno", sia da quella anarchica, "Il Libertario" di Binazzi in primis. Naturalmente i primi calcano la mano sui mandati di cattura ancora pendenti sul pericoloso anarchico, mentre i secondi sdegnosamente rimarcano l'illegittimità dell'aggressione, ricordando con affetto l'ennesimo compagno caduto.
Su tutto, le parole della madre, Lucia Fontana:

"Mio figlio e gli altri obbedirono chiedendo a quei sette [...] chi fossero. Rispose il brigadiere qualificandosi e mio figlio declinò allora il suo nome. A questo punto il brigadiere, saputo che davanti aveva mio figlio, gli vibrò uno schiaffo e tutti i carabinieri incominciarono a colpire con nerbate e pugnalate i tre disgraziati, i quali tentarono di salvarsi con la fuga. Mio figlio venne travolto e gettato a terra dove fu colpito da vari colpi di rivoltella e dì fucile. [...] E' pure falso che mio figlio fosse colpito da mandato di cattura."

E così finisce la storia, anzi, così voleva finisse la Questura che si prese pure la briga di censurare necrologi e manifesti.
Nonostante questo, al funerale affluirono migliaia di lavoratori e militanti anarchici, comunisti, socialisti e operai iscritti alla Camera del Lavoro sindacale e a quella confederale, tutti uniti per l'ultimo saluto a Dante.
Parlarono a turno l'onnipresente Pasquale Binazzi e il segretario della locale Camera del Lavoro. La bara passò tra la folla su di un carro, coperta dalle corone e da un drappo rosso sul quale spiccava, in nero, la scritta geniale "Giù le armi!".
Così, ai tempi del tramonto dello Stato liberale (che non mancava e non manca mai di mostrare la sua brutalità), la scena anarchica e sovversiva italiana perdeva un altro dei suoi elementi più combattivi, istintivi e coerenti: uno di quelli che poi sarebbero mancati a molti quando effettivamente il fascismo alzò la cresta e la libertà divenne un sogno tra le fiamme di una dittatura e di una guerra mondiale.
Same shit, different days: attenzione!

 

 

 

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