Ricerca by Angelo Gravano Bardelli

Luglio 2025

 

 

MATERIALI CREATORI DELLA MANIFATTURA ARETINI

(1837-1900)

 

 

Il ritrovamento di alcuni stampi in terracotta ottocenteschi ed in gesso di inizi '900 provenienti dai luoghi della Manifattura Aretini in Borgoforte a Monte S.Savino - e pertanto con buona probabilità da ascrivere alla loro produzione - ci permettono di fare alcune considerazioni inedite sulle origini della ceramica popolare decorata a rilievo savinese.

In particolare lo stampo in terracotta con decorazioni a rami, fiori e grappoli datato 1837 e con le iniziali “OAF”, forse da leggere come “O... [Opificio? - nessun vasaio della famiglia porta un nome con iniziale O!] Aretini Fece” (vedi foto 1 e 2) ci porta a confermare che già nella prima metà del '800 la famiglia Aretini produceva ceramica decorata a rilievo come già anticipato dal dr. Renato Giulietti nei suoi studi sin dal 1991. (1)

 

 

 

Foto 1

 

 

Foto 2

 

 

All'epoca a Monte San Savino della famiglia risultava residente unicamente il cocciaio GIUSEPPE di PIETRO ARETINI (nato nel 1811 a Castiglion Fiorentino e morto nel 1855 a M.S.Savino) già attivo nel censimento del luglio 1841 (2) mentre il vasaio ULISSE RAFFAELLO di BARTOLOMEO ARETINI (nato nel 1828 a Castiglion Fiorentino e morto nel 1877 a M.S.Savino), nonno del famoso Zulimo, è documentato al Monte solo dal suo matrimonio con la savinese MARIA ANNA di DOMENICO BERTINI (1823-84) il 13.11.1850 all'età di 22 anni.

Escludo le diverse famiglie di vasai antecedenti agli Aretini attivi in loco nel Borgoforte: Saracini, Bertini, Canonici e soprattutto l'ultimo esponente vivente vasaio e possidente DOMENICO di ANTONIO BERTINI (1795-1872) suocero di Ulisse Aretini semplicemente perché le iniziali non corrispondono a nessuno di loro.

Inoltre ULISSE ARETINI che risulta ragazzo di 13 anni ancora in famiglia col padre BARTOLOMEO bettoliere nel censimento del 1841 a Castiglion Fiorentino, sarebbe da escludere per la sua giovane età e la poca esperienza infatti a suo nome non è indicata alcuna attività. (3)

Siccome tra gli Aretini censiti a Castiglion Fiorentino nella parrocchia di S.Giuliano, ben otto nominativi, non sono presenti vasai o cocciai ma solo quattro “calzolari” (Angiolo di Pietro, Pietro di Bonaventura, Giuseppe di Bartolomeo, Lorenzo di Luigi), un bettoliere (Bartolomeo di Mattio), un sarto (Antonio di Luigi), un falegname (Giuseppe di Bartolomeo), una “rivendaglia” (Olimpia) anche se nel 1837 l'autore degli stampi fosse stato residente a Castiglion Fiorentino non rimane attribuzione che al suddetto GIUSEPPE di PIETRO. Tale tipo di decoro può essere messo in relazione con un piatto similare della mia collezione con tipico decoro a traforo forse coevo (vedi foto 3).

Foto 3

 

 

Un altro stampo in terracotta forse di targa o acquasantiera con S.Antonio in edicola rinascimentale con devoto inginocchiato orante non datato ma coevo con descrizione mutila in basso “S. ANT...” e firmato “G.M.A.F.” forse “Giuseppe M... [Manifattura?] Aretini Fece” (vedi foto 4) sembrerebbe confermare l'attribuzione precedente.

Foto 4

 

 

Non sono riuscito a scoprire quale parentela lega il cocciaio GIUSEPPE ad ULISSE ma probabilmente lo erano in antico nella vasta consorteria di artigiani degli ARETINI. La loro comune origine insieme alla successiva migrazione al Monte da Castiglion Fiorentino di entrambi nell'ambito del decennio 1840 insieme al rapporto di due generazioni successive potrebbe aver determinato nella stessa arte il tipico rapporto del maestro con il suo allievo. Questa potrebbe essere la causa dell'esistenza degli stampi da una bottega all'altra di vasai avvenuta entro o con la morte di Giuseppe nel 1855.

Segnalo un bellissimo stampo tondo in terracotta anonimo per piatto o fiasca con busto di profilo di nobildonna con diadema e collana vestita alla moda dell'epoca napoleonica, forse (?) Elisa Bonaparte Baciocchi (vedi foto 5), accostabile alla borraccia prodotta dal padre Federigo raffigurata dietro la sua figura a sinistra nel pannello in Borgoforte de “Il ceramista” di Zulimo Aretini del 1930 (vedi foto B).

 

 

 

Foto 5

 

 

 

Foto B

 

 

 

 

 

Infine tra gli stampi in terracotta alcuni decorativi: anfora classica e gallo in corona di quercia (vedi foto 6).

 

Foto 6

Tra gli stampi in gesso, sicuramente successivi ai precedenti descritti forse da attribuire a Federigo Aretini, sono quelli di alcune acquasantiere: due con la Madonna delle Vertighe (vedi foto 7 e 8) di cui una datata “M S S 1900”, un Gesù con Sacro Cuore (vedi foto 9) ed una targa con Madonna col Bambino forse con uccellino (vedi foto 10) anch'esso di simile stampo raffigurato nel suddetto pannello in alto a destra su scaffale, infine alcuni elementi decorativi con gigli (vedi foto 11).

 

 

 

Foto 7

 

 

 

 

Foto 8

 

 

 

 

Foto 9

 

 

 

 

Foto 10

 

 

 

Foto 11

 

 

Tutto ciò rileva ancora le capacità artistiche della Manifattura Aretini nel corso dell'800 nell'ambito di diverse generazioni.

 

by ANGELO GRAVANO BARDELLI

 

 

 

 

NOTE

 

(1) R.Giulietti, Nuove fonti per uno studio sulla ceramica savinese, in Ceramiche di Monte San Savino dal XVIII al XX secolo, Comune di Monte San Savino, Firenze 1991, pag. 19.

(2) Archivio di Stato di Firenze - Censimento 1841 Monte San Savino (Parrocchia dei Santi Egidio e Savino) pag. 52:

“casa 242, famiglia 278, persona 1246, ARETINI GIUSEPPE di anni 30, celibe, cocciajo”.

Vedi Portale Antenati

(3) Archivio di Stato di Firenze - Censimento 1841 Castiglion Fiorentino (Parrocchia di S.Giuliano) pag. 5:

“casa 9, famiglia 14, persona 62, ARETINI ULISSE di anni 13, celibe”.

Vedi Portale Antenati

 

 

 

 

 

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