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Storia dei Carnesecchi 1434—1494

 

 

 

 

 Benedetto Dei , in un breve manoscritto , traccia un immagine della Firenze del 1470

( in Giuseppina Carla Romby "Descrizioni e rappresentazioni della citta' di Firenze nel XV secolo" con la traduzione inedita dei manoscritti di Benedetto Dei Libreria editrice fiorentina 1976 )

 

Florentia bella a' drento a la citta' 365 casati e parentele , che vv'e' chasato e parentado sia qui di sotto e al dirinpetto a chonfusione de nemici nostri e per alfabeto ciaschuno intendo inchominciare a rachontargli perche' non si crhederia per molti che ssono e in ponente e in levante e nel Mezodi' e per tutti i luoghi e di Francia e di Spagna e di Chatalognia. Ma io Benedetto Dei n'entendo e voglio darne piena notitia.

Acciaiuoli , Alberti , altoviti ,alessandri , amidei , aldobrandini , ardinghegli , anselmi , alderotti , arigucci , Alamanni ,Antellesi , Agli , Amtinori , Ardinghi , Alzani , Albizi , Arnolfi , Allegri , Asini , Aliotti , Aglori , Angiolieri , Aringhi , Arighi , Alfani , Ambruogi , Aringhieri ,Angiolini , Adimari .

Buondelmonti , Bardi , Bisdomini , Buorromei ,Bonbeni , bischeri , Brunelleschi , Biliotti , Baroncegli , Borghini , Buciegli , Busini , Barbadori , Belincioni , Benci , Benino , Bonciani , Bellocci , Branchacci , Bartoli , Bartolini , Berardi , Bini , bagnesi , benvenuti , bonsi , boninsegnia , boni , buglaffi , bonerelli , bardelli , borghognioni , berlinghieri , barducci , bechonugi , brunetti , banchi , bancazzi , bechi , berti , bonvanni , Bonaparte , betti , bonachorsi , bartolegli , bartholi .

Chapponi , Chastellani , Chanigiani ,Chavalcanti , Chuaratesi , Chorsini , Charnesecchi , Chorbinegli , Chorsi , Chonti , cresci , chattani , charadori , chaccini , chambi , chappegli ,chambini , chortigiani , chompibbiesi , chompagni ,chorsellini , choveregli ,chantori , chasini , charcheregli ,cieretani , cierchi , ciciaporci , cai , cei , ciederni , chocchi , Ciglamochi ,cieffini , Ciari , cieffi , Chaponsacchi ,Chasa , Chasavecchia , Charucci , Chovoni .

Davanzati , davizzi , dini , dazzi , deri , dati , doni , dei , donati , dossi , di bardo , di benozzo , di baldo , del rosso , danti , dal chanto .

Figiovanni , freschobaldi , Franzesi , Falchonieri , Fighineldi , fioravanti , falchoni , foraboschi , federighi , ferantini , filichaia , folchi , fortini ,ferucci , fronti , foresi , fiorai , fantoni , forestani , fagiuoli .

Gianfigliazzi , giandonati , ginori , gherardini , guidetti , ghuicciardini , Giugni , Giraldi , Gherardi , Guaschoni , Ghuiducci , Ghuidotti , Ghuidalotti , Ghori , ghiaciato , ghaddi , ghuardi , ghiberti , ghineldi , gherardi , gherardazzi , ghondi , ghineldi , gaglioni , gualterotti ,ghini , ghuadagni

Medici , Manetti , Machiavelli , Minerbetti , Monaldi , Martelli , Morelli , masi , masini , mozzi , mezzoli , mosiccini , manovelli , magalotti , malegonnelle , mazzinghi , maghaldi , mori , manovellozzi , marini , marsili , martini , manni , marucelli , mucini , mellini , martellini , mangioni , mattei , marsuppini , monti , mazzuoli , mazzei , marignolli , marmorai , manicci

Soderini , strozzi , stufa , serristori , salviati , spinelli , sassetti , sacchetti , spini , sapiti , schali , serragli , scharlati , scarfi , sassolini , scarlattini , scarsi , solomei , siminetti , soldanieri , soldani , salvini , soldanieri , salterelli , sommaia , strada , segni , segnini , spina , stechuti , scholari , sorsanti , serzelli , spadini , simoni .

Orlandini , orlandi , ottavanti , inghirami , iscelti , iacopi

Pitti , portinari , pegolotti , peruzzi , pandolfini , popoleschi , panciatichi , pulci , poppi , pilli , paganelli , palmieri , parenti , pugliesi , palarcioni , pucci , particini

Ricci , rossi , rondinelli , rabatti , ramaglianti , rucellai , ridolfi di piazza , rinaldi , ridolfi di borgho , rena , ridolfi del ponte , risaliti , rataconi , ricasolesi , rinuccini , rosa , ristori , randegli , Ruota , Ricoveri , Riccalboni , Rinucci .

Ubaldini , valori ,vettori , venturi , velluti , uguccioni , villani , ughi , viviani , vigna , vernacci , ubertini , vespucci , vecchietti , verrazzani , vieri e lenzori

 Lamberti , luna , lamberteschi , larioni , lenzi , lorini , lanfredini , lioni , lotti , lapi , lapaccini , lapacci , lottieri , lottini , lippi , lotteringhi .

Tornabuoni , tedaldi , tornaquinci , tosa , tosinghi ,tonagli , talani , toregli , torrigiani , tigliamochi , temperani , turradini , Trinciavegli , Tovaglia , Toni , Tazzi , Torsellini .

Nerli , neroni , nasi , nicholini , nobili , nardi , nesi , naldini , neretti , nettoli , nero , nerini , nori , nelli , nicholi , nichola .

Somma delle somme dell'anno 1472 el groriosissimo e potentissimo Popolo fiorentino a' nnella citta' sua casati 365 come chiaro ti s'e' mostrato.......................

 

 

 

 

 

 

 

……………………… e poi Benedetto Dei nomina le botteghe di seta  di Piero Carnesecchi e di Guglielmo Carnesecchi

Inoltre nel descrivere le famiglie di grande ricchezza cita: <<……….nel quartiere di San Giovanni le ricchezze di Antonio , Cristofano , Francesco Carnesecchi…..>>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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una forte mobilità sociale e un’estrema rapidità nei processi di accumulazione e rovina dei patrimoni privati.

 

 

Il banco Cambini di Firenze, attivo tra il 1420 e il 1482, ha lasciato, dopo quello Datini, uno dei più grandi archivi aziendali tardomedievali. I suoi numerosi registri contabili forniscono la base documentaria principale per questo studio, insieme all’analisi dei catasti cittadini e degli atti del tribunale della Mercanzia. Il volume non si limita tuttavia a una semplice microstoria aziendale, ma si propone di collocare l’evoluzione delle strategie d’affari e la geografia economica degli interessi dei Cambini nel più generale contesto dell’economia fiorentina del Quattrocento e della proiezione dei suoi traffici sui mercati mediterranei ed europei. Una fonte di natura microeconomica fornisce quindi lo spunto sia per una complessa analisi delle reti mercantili e bancarie internazionali, sia per l’approfondimento dei legami tra le élites affaristiche fiorentine e le massime istituzioni degli Stati nazionali europei. Nel caso specifico, punti d’osservazione privilegiati risultano essere la corte pontificia di Roma e il Portogallo di Giovanni I, Enrico il Navigatore e Alfonso V.
La storia del banco è sua volta inserita all’interno di un percorso di affermazione sociale e politico seguito dal ramo più intraprendente della famiglia Cambini. Le fonti fiscali e quelle relative alla nomina dei cittadini per gli organi di governo della Repubblica, permettono infatti di evidenziare come, fra i discendenti di un modesto linaiolo, solo quelli dediti al grande commercio e alla banca occuparono posti di rilievo nella politica e nella società fiorentina del XV secolo. Al di là di legami con la fazione medicea, si individua nell’accumulazione della ricchezza e negli investimenti imprenditoriali una delle variabili fondamentali nella storia della famiglia Cambini, sottolineando la persistenza di fondo di fenomeni spesso negati dalla storiografia sulla Firenze dei primi Medici: una forte mobilità sociale e un’estrema rapidità nei processi di accumulazione e rovina dei patrimoni privati.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le giostre del 1469 e del 1475

 

 Paola Ventrone Cerimonialità e spettacolo nella festa cavalleresca fiorentina del quattrocento

Ma le giostre del 1469 e del 1475, rispettivamente giocate e vinte da Lorenzo il Magnifico e dal fratello Giuliano, inserirono in questo contesto una dimensione di finzione cortigiana e di idealizzazione

realizzata che provocò quello scollamento cui prima accennavo rispetto al piano della realtà effettuale. Pur bandite dal Comune nella tradizionale stagione carnevalesca, le due giostre

medicee mirarono infatti a porre in prima evidenza non più il prestigio dell’intera comunità di Firenze, ma quello personale e particolare di Lorenzo e di Giuliano, e a questo scopo

esse vennero accuratamente programmate dagli intellettuali gravitanti nell’orbita familiare.

L’aspetto più interessante che emerge dalla notevole quantità di testimonianze sui due avvenimenti è che essi vennero progettati per parlare con linguaggi diversi a differenti

livelli di ricezione e di comprensione. Se agli occhi del pubblico fiorentino che normalmente assisteva in folla ai giochi cavallereschi le giostre medicee avrebbero dovuto

soltanto, secondo la prassi usuale, accrescere e consolidare il prestigio dei loro protagonisti attraverso lo sfoggio di un numeroso seguito e di sfarzose livree, senza però risvegliare, con

un eccesso di magnificenza, i timori di una possibile svolta tirannica dell’egemonia familiare; al livello della complicità più selezionata e coinvolta degli intellettuali cittadini e

degli ambasciatori forestieri Lorenzo e Giuliano si presentavano nella veste trasfigurata di eroi di un’epopea cavalleresca. Attorno alle due giostre si costruì infatti una finzione di

amore cortese che vedeva i giovani Medici, come nella migliore tradizione epica, combattere e vincere per conquistare il cuore di una dama.

I simulati innamoramenti di Lorenzo e di Giuliano per due donne notoriamente maritate e impossibilitate a ricambiare nella realtà i sentimenti dei rispettivi pretendenti (si

trattava, come è noto, di Lucrezia Donati sposata Ardinghelli e di Simonetta Cattaneo sposata Vespucci; e Lorenzo stesso, pochi mesi dopo il combattimento della giostra,

avrebbe sposato la romana Clarice Orsini) consentirono appunto di trasferire le giostre dal piano reale del combattimento armato fine a sé stesso a quello idealizzato dell’amore

cortese, mentre i due poemetti commissionati dai Medici al Pulci e al Poliziano per commemorare tali avvenimenti trasfigurarono il gioco simulato nell’invenzione letteraria, cosicché Lorenzo e Giuliano, che non potevano nella realtà politica della società fiorentina assumere una posizione veramente principesca, divennero, nell’idealizzazione cavalleresca, gli eroi leggendari di un’impresa cortigiana.

Ma a chi era diretta tutta questa complessa elaborazione di significati e di messaggi? Al di là delle apparenze essa non fu certamente concepita per accrescere il prestigio familiare all’interno dei confini di Firenze – per un simile scopo sarebbe stato sufficiente vincere le due giostre senza caricarle di significati ‘altri’ –, ma per diffondere all’esterno un’immagine regale della famiglia che la ponesse su un piano di interlocuzione paritaria con i regnanti forestieri, emancipandola e distaccandola dall’identità collettiva del governo comunale.

 

 

I poemetti del Pulci e del Poliziano, ampiamente diffusi dalle stampe, agirono come veicolo di divulgazione esterna della magnificenza principesca di queste giostre…………………………

 

Addì XII di febbraio 1468 [s.f.] – ricorda Lionardo Morelli – si fe’ una magna giostra in sulla piazza di Santa + con molta pompa di giovani in compagnia de’ giostranti, con molti

ricami, e perle in quantità et con due ricchissimi doni, de’ quali ebbe el maggiore Lorenzo di Piero di Cosimo de’ Medici, e ’l secondo Carlo Borromei.

E ser Giusto D’Anghiari, registrando anche il bando della giostra (una segnalazione alquanto rara nella memorialistica coeva), ricorda: Martedì a dì 22 detto [novembre 1474], in Firenze, i Capitani della Parte Guelfa fecero bandire una giostra alla tela in su la piazza di Santa Croce per a dì 28 di gennaio prossimo che viene, a scudi e roccetti e cavalli di mezza taglia, e che si darebbano due belli honori a due

giostranti che si provassino meglio. Deliberarono detta giostra per allegrezza della lega che s’era fatta co’ viniziani e col duca.

Domenica a dì 29 di gennaio [1474 s.f.], in Firenze, fecesi il dì doppo desinare una magnifica giostra come s’era ordinata. Furono, tra forestieri e terrazzani, circa 20 giostranti e entrarono in campo molto magnificamente. E tra gli altri Giuliano de’ Medici entrò con gran trionfo, che si stimò che tra egli e i suoi compagni avessino d’adornamenti di perle e gioie il valsente di più di 60000 fiorini, e furonci degl’altri ancora con grande apparato. Ebbe il primo honore Giuliano de’ Medici, e meritamente. El secondo honore hebbe Jacopo Pitti. Durò sino a hore 23. Fucci grandissimo popolo.

 

 

 

Queste giostre sottolineano la ripresa di una posizione forte della famiglia Medici sull'oligarchia

 

 

 

Lorenzo de Medici (1469--1492 )

E a dì 10, martedi, si seppellì in Sa' Lorenzo, circa a ore 20. Ben può pensare ogniono ch'è la vita umana nostra; questo uomo era, secondo el mondo, el più grorioso uomo che si trovi, e 'l più ricco e 'l maggiore stato, più riputazione. Ogniuno lo predicava che governava l'Italia, e veramente era una savia testa; e ogni suo caso gli riusciva a bene. E al presente aveva condotto quello che per gran tenpo niuno cittadino l'aveva saputo fare: avere condotto el suo figliuolo al cardinalato. E non tanto à nobilitato la casa sua, ma tutta la città. E con tutte queste cose non potè andare più là un'ora, quando venne el punto. E però: uomo, uomo, qual cosa abbiàno noi da 'nsuperbire?

 

 

Lorenzo il Magnifico dipinto dal Vasari

 

 

Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Quest'è Bacco e Arianna,
belli, e l'un de l'altro ardenti:
perché 'l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.

Queste ninfe ed altre genti

sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo,
se non gente rozze e ingrate:
ora insieme mescolate
suonan, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Questa soma, che vien dietro
sopra l'asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d'anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.


Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò ch'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

 

 

Mèdici, Lorenzo De', Detto Il Magnifico

Enciclopedie on line

Mèdici, Lorenzo de', detto il Magnifico. - Figlio (Firenze 1449 - Careggi 1492) di Piero di Cosimo il Vecchio e di Lucrezia Tornabuoni, ebbe presto incarichi politici: nel 1466 entrò a far parte della balìa e del Consiglio dei Cento. Nel 1469 sposò la nobile Clarice Orsini. Alla morte del padre (2 dic. 1469), accettò "la cura della città e dello stato", pur restando ufficialmente privato cittadino: da quel momento fu il vero signore di Firenze. Modificati in parte gli ordinamenti di Firenze, per acquistare più saldo e legale potere, divenne membro a vita del potenziato Consiglio dei Cento

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Alla morte di suo padre Piero di Cosimo, un consistente gruppo di oligarchi tutti filomedicei (700 cittadini, tutti "principali della città e dello stato") decise, prima in una riunione informale e poi, il 5 dicembre 1469, in una ufficiale (Pratica) di mantenere lo statu quo politico ottenendo, l'antivigìlia, il consenso di Lorenzo. Questo, non aveva nascosto le sue reticenze dinanzi a una così grave responsabilità, tenuto conto anche della sua giovane età (non aveva ancora vent'anni), ma alla fine aveva accettato per considerazioni puramente egoistiche che cosi spiega con non dissimulato cinismo nei suoi Ricordi: "Il secondo dì dopo la sua morte [del padre], quantunque io Lorenzo fussi molto giovane, vennono a noi a casa i principali della città e dello Stato a dolersi del caso e confortarmi che pigliassi cura della città e dello Stato come avevano fatto l'avolo e il padre mio, le quali cose, per essere contro la mia età e di grave carico e pericolo, malvolentieri accettaì e solo per la conservazione deglì amici e sostanze nostre, perché a Firenze si può mal vivere senza lo Stato ... ".

 

 

, malvolentieri accettaì e solo per la conservazione deglì amici e sostanze nostre, perché a Firenze si può mal vivere senza lo Stato ... ".

 

ha ben imparato la lezione di Cosimo il vecchio

 

Cosimo il vecchio e' il fondatore di un sistema intelligente , gli avversari vengono spazzati senza pieta' tramite esilio o comunque tramite misure fiscali . Cosimo si liberava di chi si opponeva tassandoli al punto da renderli indigenti 

 

E' più che probabile che alcuni di quei "principali"fra i quali figuravano personaggi eminenti come Andrea dei Pazzi, Luigi Guicciardìni e Tomaso Soderini coltivassero l'illusione o la vaga speranza di poter manovrare a loro guisa un giovane ventenne, privo di esperienza politica. Ma gli avvenimenti si sarebbero presto incaricati di far crollare questa illusione (Pierre Antonetti )

 

 

 

 

Da "Archivio delle tratte "

 

 6. DAL 1469 AL 1494

 

Nei suoi Ricordi Lorenzo di Piero de' Medici nota come accettasse " malvolentieri " l'invito rivoltogli dai capi medicei a succedere nelle cariche cittadine che erano state di suo padre: " Il secondo di dopo la sua morte, quantunque io Lorenzo fossi molto giovane e di età di anni 21, vennono a noi a casa i principali della città e dello stato a dolersi del caso e confortarmi che io pigliassi la cura della città e dello stato, come avevano fatto l'avolo e il padre mio. Le quali cose, per essere contro la mia età e dì gran carico e pericolo, malvolentieri accettai, e solo per conservazione degli amici e sostanze nostre, perché a Firenze si può mal vivere ricco senza lo stato " `.

 

Il primo problema che Lorenzo e i suoi sostenitori si trovarono a dover risolvere era la garanzia e la fedeltà, nei loro confronti, della Signoria, soprattutto nella prima fase dell'avvento al potere. Così il 5 luglio 1470 la Signoria presentò una proposta di legge con la quale si sottraeva al Consiglio dei Cento la competenza nell'eIezione degli accoppiatori, in quanto quel Consiglio non risultava sempre sicuro per la parte medicea. La provvisione stabiliva che fino al 1468, e cioè per i sedici annì in cui le elezioni della Signoria dovevano tenersi a mano, gli accoppiatori dovevano essere eletti per sorteggio fra quanti erano già stati accoppiatori dal 1434 `. Lo scopo era fin troppo evidente: accentrare in un nucleo ristretto di cittadini i compiti di controllo elettorale. Questa tendenza restrittiva in senso oligarchico ebbe un'ulteriore conferma quando, il 9 gennaio 1471, la Signoria propose che per i successivi cinque anni l'elezione degli accoppiatorì avvenisse ogni anno, in luglio o in agosto, da parte degli accoppiatori e della Signoria in carica . Osserva il Rubinstein che " sarebbe stato difficile ideare, in quelle circostanze e nei limiti della costituzione repubblicana, una centralizzazione più efficace dei controlli elettorali " ; così, mentre agli accoppiatori veniva formalmente addossata la responsabilità della scelta e dell'elezione dei loro successori, allo stesso tempo la Sìgnoria sarebbe stata eletta dagli accoppiatori.

Nel proseguimento, eccezionalmente chiaro, dell'azìone rivolta alla concentrazìone del potere, cade la successìva rìforma del Consiglio dei Cento (non sempre facilmente dominabile per i Medici) attuata da una Balia che avrebbe dovuto tenere lo squittinio rinviato nel 1468, e che era vivamente atteso `. Con questa riforma il Consiglio dei Cento - che ampliava le sue funzioni in materia finanziaria, politica e militare conservava il carattere oligarchíco, ma i " veduti " Gonfalonieri di giustizia non vi avrebbero più partecipato per diritto, ma per elezione, mentre veniva conservato un fidatissimo nucleo permanente.

 

Lo squittinio si incominciò nel novembre 1472, come ricorda anche il Rinuccini `; dopo questo non ne furono fatti più fino al 1484, anno fino al quale rimasero in uso le borse del 1472, mentre le leggi del 1471, di validità quinquennale, vennero via via prorogate. Nel luglio del 1471 era stata prorogata fino al 1486 anche quella sugli accoppiatori.

 

 

 

 

 

PRIMI 30 MEMBRI

 

S. SPIRITO

Niccolò di Giovanni di Mico Capponi

Bernardo di Tommaso di Bartolomeo Corbinelli

jacopo di Piero di M. Luigi Guicciardini

M. Luigi di Piero di M. Luigi Guicciardini

Bernardo del Nero di Filippo del Nero

M. Antonio di M. Lorenzo di Antonio Ridolfì

Tommaso di Luigi di M. Lorenzo Ridolfi

M. Tommaso di Lorenzo di M. Tommaso Soderini

Artigiano

Michele di Corso di Lorenzo [di Covero] delle Colombe

 

S. CROCE
Giovanni di Taddeo di Giovanni dell'Antella

Ruberto di Francesco di Biagio Lioni

Piero di Francesco di Duccio Mellini

Girolamo di Matteo Morelli

Giovanni di Antonio di Salvestro Serrìstori

Artigiano

Antonio di Bernardo di Miníato di Díno

 

S. MARIA NOVELLA

Tommaso di Piero di Nicolaio Davanzati

M. Bongianni di Bongianni Gianfigliazzi

Piero di Niccolò di Tommaso Malegonnelle

M. Piero di Giovanni di Andrea Minerbetti

Filippo di Francesco di M. Simone Tornabuoni

Artigiano

Ser Niccolò di Michele di Feo Diní

 

S. GIOVANNI

M. Bernardo di M. Giovanni Bongirolami

Andrea di Cresci di Lorenzo di Cresci

Giovanni di Antonio di Filippo Lorini

Ugolino di Niccolò di Ugolino Martelli

Lorenzo di Piero di Cosimo de' Medici

Domeníco di M. Carlo Pandolfiní

Antonio di Puccio di Antonio Pucci

M. Agnolo di Lorenzo di M. Ugo della Stufa

Antonio di Taddeo di Filippo di Taddeo

 ARROTI del quartiere di S.GIOVANNI nell’anno 1471

 

jacopo di Antonio di Tedice degli Albizzi

Maso di Luca di M. Maso degli Albizzi

Giovanni di Aldobrandino di Giorgio di Aldobrandino del Nero di Madonna

Antonio di M. Alessandro di Ugo degli Alessandri

Domenico di Neri di Domenico Bartoliní Scodellari

Francesco di Niccolò di Francesco Cambini

Filippo di Giovanni di Filippo di Barone Cappelli

Antonio di Paolo di Berto Carnesecchi

Francesco di Berto di Zanobi Carnesecchi

Agnolo di Pigello Cavicciuli

Niccolò di Matteo di Niccolò Cerretani

jacopo di Bernardo di jacopo Ciaí

Francesco di Gentile di Ghino Cortigiani

Paolo di Francesco di Paolo Falconieri

Alessandro di Antonio di Luca di Manetto da Filicaia

Francesco di Piero di Francesco Ginori

Gino di Giuliano di Francesco Ginorí

Francesco di Antonio di Francesco Giraldi

Antonio di Migliore di Tommaso Guidotti

Tommaso di Giovanni di Tommaso Lapi

M. Domenico di Niccolò di Ugolino Martelli

Niccolò di Antonio di Ser Tommaso Masi

Alamanno di Bernardo di Alamanno de' Medici

Averardo di Bernardo di Antonio di Giovenco de' Medici

Carlo di Nicola di M. Vieri de' Medici

Giovanni di M. Bartolomeo di Giovanni Orlandiní

Domenico di M. Carlo di Agnolo Pandolfini

Frosino di Andrea di Frosino da Panzano

Guglielmo di Antonio di M. Andrea de' Pazzi

M. jacopodi M. Andrea de' Pazzi

Antonio di Puccio di Antonio Pucci

Antonio di Matteo di Gucciozzo de' Ricci

Girolamo di Gentile di Michele Ristori

Mancino di Ruberto del Mancino

Sostegni Andrea di Lotteringo di Andrea di M. Ugo della Stufa

Giovenco di Lorenzo di Andrea di M. Ugo della Stufa

Francesco di M. Guglielmino di Francesco Tanaglia

Bartolo di Piero di Maffeo Tedaldi

Bartolomeo di Filippo di Bartolomeo Valori

Giovanni di jacopo di Giovanni Villani

Artigíani

Giovanni di Francesco di Ser Andrea corazzaio

Benci di Niccolò di Paolo Benci vinattiere

Giuliano di Ser Bonaccorso di Piero di Bonaccorso corazzaio

Zanobi di jacopo di Niccolò Bucherelli linaiolo

Francesco di Míchele di jacopo Cittadini corazzaio

Domenico di Zanobi del Giocondo bottaio

Zanobi di Ser jacopo di Bonaiuto Landi cassettaio

Giovanni di Andrea di Lodovico Lapini beccaio

Mazzeo di Giovanni di Ser Lapo Mazzeí corazzaio

jacopo di Salvestro di Lionardo di Puccio vinattiere

 

 

 

 

 

 

 

LA LOTTA CON SISTO IV

 

Ancora una nuova ingerenza del Papato nella vita politica fiorentina 

 

APRILE 1476 : CONGIURA DEI PAZZI

 

 Jean Boutier Trois conjurations italiennes : Florence (1575), Parme (1611), Gênes (1628)

A Florence, les conjurations deviennent nombreuses et décisives avec le moment médicéen. La majorité d'entre elles cherche en effet à mettre à bas la "seigneurie" des Médicis pour restaurer les anciennes institutions républicaines, qu'il s'agisse de la conjuration de Luca Pitti en 1465-1466, de celle des Pazzi en avril 1478, ou de celles qui, au XVIe siècle, marquent le maintien d'une forte opposition anti-médicéenne, comme celles de Pier Paolo Boscoli et Agostino Capponi en 1513, au lendemain de la restauration de 1512, du cardinal Soderini en 1522, ou, plus tardive, de Pandolfo Pucci en 1559. Certaines toutefois tentent d'imposer le retour des Médicis comme en août 1497, ou comme celle dite de Santo Spirito en faveur de Malatesta Baglioni, le 10 août 1530. Quelque soit leur objectif politique, toutes regroupent le plus souvent des jeunes gens des "meilleures" familles et se déroulent au sein d'un système social et politique oligarchique.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da "Archivio delle tratte "

 

 6. DAL 1469 AL 1494

 

La congiura dei Pazzi del 1476 e la guerra con Sisto IV non turbarono sostanzialmente la vita elettorale fiorentina; ma la conclusione della guerra, nel 1480, comportò una revisione della forma costituzionale; su di essa dà ampie notizie il Rinucciní '. La Balìa creata in quell'occasione avrebbe dovuto tenere uno squittinio`: ma lasciò cadere l'iniziativa. Viceversa attuò un'altra e fondamentale modifica: sancì, cioè, la costituzione di un nuovo Consiglio, quello dei Settanta, che divenne il supremo e assolutamente sicuro sistema di controllo elettorale, reso tanto più stabile dal carattere permanente dei membri che lo componevano .

 

Con la provvisione del 29 luglio 1482 erano intanto fissati, in modo chiaro ed univoco, i criteri in base ai quali si poteva acquistare il " beneficio " della cittadinanza ed essere quindi dichiarati abili agli uffici. Si stabiliva, infatti, che solo chi fosse " descritto a gravezze ", cioè pagasse le decime al comune - che erano fissate sulla base dei beni posseduti nel contado e nel distretto - per un periodo di trenta anni continuativi, poteva considerarsi " beneficiato ", cioè poteva conseguire ed esercitare le magistrature della città. Ai cittadini dichiarati " abili " non era permesso tuttavia ricoprire gli uffici per cui era necessario che fossero almeno " veduti " a uno dei Tre maggiori uffici `. Si rinnovava in questo modo l'antica divisione esistente tra cittadini ai quali era ridotta la partecipazione alla vita pubblica, e cittadini che godevano dei pieni diritti politici: un sistema per limitare la presenza al governo dello stato ad una sempre più ristretta oligarchia di persone. L'importanza che gli appartenenti al priorato, al gonfalonierato di giustizia e ai Collegi andavano progressivamente assumendo nella vita politica dello stato, è sottolineata dal fatto che lo " status " di beneficiato venne a coincidere con il fatto di essere " veduti " o " seduti " ai Tre maggiori `.

 

Una legge costituzionalè del settembre 1484 prevedeva che nel novembre successivo si dovesse tenere uno squittinio; ma esso veniva regolato direttamente dai Settanta e non più dalle precedenti commissioni per lo squittinio `. Di questo squittinio lasciò un'ampia relazione Piero Guicciardini, che permette di vedere chiaramente quanto Lorenzo de' Medici ne influenzasse i relativi lavori `.

 

Sono questi i momenti fondamentali in cui si sviluppò la politica elettorale di Lorenzo: apparentemente essa fu senz'altro lineare e rispettosa (come già era stata quella di Cosimo) delle norme costituzionali e limitata a pochi avvenimenti esterni (in pratica due soli squittini, nel 1472 e nel 1484), di fatto accentrò tutti gli organi decisionali e tutti i poteri. Anche le cariche che Lorenzo ricopri furono, sì, importanti (egli non fu mai, però, Gonfaloniere di giustizia), ma ben poco direbbero da sole circa l'assoluta supremazia a Firenze, sua e della sua parte: a determinare tale supremazia, dunque, contribuì tutta la sua eccezionale avvedutezza politica. " Si messe nell'animo - scrive il Rinuccini - come quello che era superbissimo e ambiziosissimo, di trasferire in se solo tutta la degnità, potenzia e autorità pubblica, e alfine, come Iulio Cesare, insignorirsi della repubblica " `. Sicché, alla sua morte, l'8 aprile 1492, la situazione fu assai diversa da quella verificatasi alla morte di Piero di Cosimo.

 

 

 

   

Abolita, con una sanguinosa repressione, l'opposizione del clan dei Pazzi, disarmata con prudenza e calcolata audacia l'ostilità armata del regno di Napoli e riconciliatosi col papa Sisto IV, suo fiero nemico che aveva tentato di eliminarlo favorendo segretamente la congiura dei Pazzi, Lorenzo poté passare, nel 1480, a una nuova fase della sua riforma delle istituzioni.

Nell'aprile 1480 i tre Consigli (dei Cento, del Comune e del Popolo) approvarono la creazione di una balia che in teoria avrebbe dovuto cercare di porre rimedio al disordine finanziario che era seguito alla recente guerra contro Napoli e la Santa Sede. Questa balia venne eletta secondo una procedura complessa ma tradizionale: la Signoria elesse 30 membri i quali, con i Signori, ne cooptarono 210 in ragione di uno o due nelle famiglie dell'oligarchia (ma i Medici ebbero tre eletti fra cui Lorenzo). Fra i trenta membri eletti dalla Signoria troviamo, quartiere per quartiere, i nomi delle famiglie dominanti: i Capponi, i Guicciardini, i Ridolfi, i Soderini per il quartiere di Santo Spirito; i Davanzati, i Gianfigliazzi, i Martelli, i Tornabuoni per quello di Santa Maria Novella; i Martelli, i Medici (Lorenzo di Piero di Cosimo), i Pandolfini, i Pucci per quello di San Giovanni; i dell'Antella e i Serristori per quello di Santa Croce.

Fra coloro che furono poi cooptati (arroti) dai trenta figurano gli Alamanni, gli Antinori, i Canigiani, i Capponi, i Guicciardini, i Manetti, i Pitti, i Ridolfi, i Soderini, i Vettori, tutti nel quartiere di Santo Spirito; gli Alberti, i Baroncelli, i Cavalcanti, ì Gherardi, i Giugni, i Morelli, i Sacchetti, i Salviati, i Serristori nel quartiere di Santa Croce; gli Altoviti, i Boninsegni, i Carducci, i Davanzati, i Gianfigliazzi, i Rucellai, i Salutati, gli Strozzi, i Tornabuoni in quello di Santa Maria Novella; gli Albizzi, i Carnesecchi, i Martelli, i Masi, i Medici (Lorenzo di Pierfrancesco di Lorenzo de Medici), i Pandolfini, i Pucci, gli Scala, gli Stufa, i Valori per quello di San Giovanni. Fu cooptato anche un certo numero di artigiani (11 per Santo Spirito, 11 per Santa Croce, 11 per Santa Maria Novella e 12 per San Giovanni).

Questa balìa rappresentava dunque il nocciolo duro del partito mediceo. Alla fine di giugno ricevette i pieni poteri in materia finanziaria e per tutte le altre questioni "necessarie e opportune al buon governo della città". Fra la data della sua istituzione (aprile 1480) e la sua convocazione, il campo delle competenze venne consistentemente ampliato. Evidentemente Lorenzo aveva intenzione di pròcedere grazie ad essa a una profonda riforma delle istituzioni per garantire la sua presa sull'intero apparato politico dello Stato.

Il 19 aprile 1480 venne creato un Consiglio di settanta membri, trenta dei quali erano anche membri della balìa e quaranta da essi cooptati. Fra questi ultimi, cooptati per quartiere, ritroviamo le stesse famiglie dominanti legate ai Medici: i Capponi, i Corsini, i Pitti, i Salviati, ì Serristori, i Rucellai, i Ginori, i Masi, i Valori eccetera...

A quei trentatré rappresentanti dell'oligarchia vennero affiancati sette artigiani, uno o due per quartiere, che costituivano l'avallo popolare del regime e garantivano ai Medici il sostegno della "gente nuova" chiamata a integrarsi in seguito alla classe dirigente per fornirle una più ampia base.

Il Consiglio dei Settanta era eletto per cinque anni. Non aveva attività legislative fra le sue attribuzioni: esse restavano affidate ai tre Consigli del Popolo, del Comune e dei Cento nel rispetto di una certa continuità istituzionale. Ma erano i Settanta a eleggere la Signoria e questa era una novità sostanziale poiché non sempre essa era stata medicea; siccome però la sua preminenza costituzionale non era mai stata discussa, era importante conservarla per rispetto della tradizione e in ottemperanza alla legalità repubblicana. Invece era il Consiglio dei Settanta a eleggere nel suo seno i magistrati degli organismi essenziali dello Stato: gli "Otto di pratica" per la politica estera, i Dodici Procuratori per quella interna, gli Otto di Guardia, per la sorveglianza poliziesca degli oppositori ("la sicurezza interna dello Stato" come si direbbe oggi). Si può quindi affermare che "Il Consiglio dei Settanta divenne il supremo istituto di controllo e, attraverso le sue commissioni, il principale organo per tutte le decisioni importanti".

Il Consiglio dei Settanta costituiva il cuore del sistema istituzionale fiorentino. Concentrando in sé tutti i poteri a eccezione del legislativo, controllando la politica estera, quella interna, la polizia politica, popolato di uomini devoti a Lorenzo o a lui legati da comuni interessi, esso costituì una tappa decisiva sulla via del potere assoluto.

Non restava che da renderlo permanente in modo da trasformarlo in una sorta di senato a vita al servizio del Principe, attrìbuendogli anche dei poteri finanziari che ancora spettavano al Consiglio del Popolo e al Consiglio del Comune. Ciò fu eseguito il 4 agosto con l'istituzione di una commissione di 17 membri controllata dai Settanta, incaricata appositamente di mettere ordine nelle finanze del Monte che avevano molto sofferto del recente conflitto fra Firenze, la Santa Sede e Napoli. Questa commissione, che in partenza aveva ricevuto un incarico temporaneo, corrispose così efficacemente alle esigenze di Lorenzo che rimase in carica fino alla fine del 1491.

L'anno 1480 segnò dunque una tappa decisiva nell'evoluzione istituzionale della Firenze medicea ma le nuove creazioni non bastarono a eliminare l'opposizione, che era ben rappresentata nei vari Consigli. Alirnentata da certi Ottimati, essa riteneva eccessiva la concentrazione dei poteri in seno al nuovo Consiglio ma le sue resistenze furono vane. Nel maggio del 1485 i Settanta ricevettero il compito di eleggere la Signoria e gli Otto di Guardia. ………….(Pierre Antonetti ) 

 

 

 

 

 

LE NUOVE FAMIGLIE 

 

LORENZO TENTA DI CREARE UN NUOVO GRUPPO DI FAMIGLIE STRETTAMENTE FEDELI ALLA SUA FAMIGLIA , SOSTITUENDO PARTE DI QUELLE ANTICHE ( quelle o quei rami piu infedeli ) CON FAMIGLIE NUOVE CHE SOLO ORA VENGONO ALLA RIBALTA DELLA VITA PUBBLICA .

………………………………………………………………………..

E' UN CALCOLO ASTUTO

UNA FITTA TRAMA PER IMPADRONIRSI DELLO STATO

 

 

 

 

 

 

 

IL CONSIGLIO DEI SETTANTA DEL 1480

(Balíe, 31, cc. 92 v, 100 v-101 r)

nessun Carnesecchi e' presente

 

 

PRIMI 30 MEMBRI

S. SPIRITO

Niccolò di Giovanni di Mico Capponi

Bernardo di Tommaso di Bartolomeo Corbinelli

jacopo di Piero di M. Luigi Guicciardini

M. Luigi di Piero di M. Luigi Guicciardini

Bernardo del Nero di Filippo del Nero

M. Antonio di M. Lorenzo di Antonio Ridolfì

Tommaso di Luigi di M. Lorenzo Ridolfi

M. Tommaso di Lorenzo di M. Tommaso Soderini

Artigiano

Michele di Corso di Lorenzo [di Covero] delle Colombe

S. CROCE

Giovanni di Taddeo di Giovanni dell'Antella

Ruberto di Francesco di Biagio Lioni

Piero di Francesco di Duccio Mellini

Girolamo di Matteo Morelli

Giovanni di Antonio di Salvestro Serrìstori

Artigiano

Antonio di Bernardo di Miníato di Díno

S. MARIA NOVELLA

Tommaso di Piero di Nicolaio Davanzati

M. Bongianni di Bongianni Gianfigliazzi

Piero di Niccolò di Tommaso Malegonnelle

M. Piero di Giovanni di Andrea Minerbetti

Filippo di Francesco di M. Simone Tornabuoni

Artigiano

Ser Niccolò di Michele di Feo Diní

S. GIOVANNI

M. Bernardo di M. Giovanni Bongirolami

Andrea di Cresci di Lorenzo di Cresci

Giovanni di Antonio di Filippo Lorini

Ugolino di Niccolò di Ugolino Martelli

Lorenzo di Piero di Cosimo de' Medici

Domeníco di M. Carlo Pandolfiní

Antonio di Puccio di Antonio Pucci

M. Agnolo di Lorenzo di M. Ugo della Stufa

Antonio di Taddeo di Filippo di Taddeo

 

40 membri

S. SPIRITO

Piero di Niccolò di Andrea del Benino

Zanobi di Sandro di Giovanni Biliotti

Giovanni di Raffaello di Bernardo Bonsi

Gino di Neri di Gino Capponi

Bertoldo di Gherardo di M. Filippo Corsini

jacopo di Orsino Lanfredini

Piero di Lutozo di jacopo Nasi

Bonaccorso di M. Luca di Bonaccorso Pitti

Agnolo di Neri di M. Andrea Vettori

Artigiano

Piero di Giovanni di Piero [di Bartolorneo] Pieri

 

S. CROCE

Berlinghieri di Francesco Berlinghíeri

Francesco di Piero Dini

Orlando di Bartolorneo Gherardi

Niccolò di Andrea di Niccolò Giugni

Lapo di Lorenzo di Lapo Níccolini

Giovanni di Simone di Mariotto Orlandíni

Nicol di Andreuolo Sacchetti

Averardo di Alamanno di M. jacopo Salviati

Ristoro di Antonio di Salvestro Serristori

Cristofano di Bartolomeo di Bonsignore Spinelli

Artigiani

Cherubino di Francesco di Bernardo Galluzzi

Agnolo di Francesco di Lorenzo Miniati

S. MARIA NOVELLA

Domenico di Giovanni di Domenico Bartoli

Piero di Berardo di Bonaccorso Berardi

Lorenzo di Agnolo di Bartolorneo Carducci

Francesco di M. Carlo di Francesco Federighi

Antonio di Lionardo di Antonio de' Nobili

Giovanni di Paolo di M. Paolo Rucellai

Cipriano di Chimenti di Cipriano Semigi

Artigiani

Carlo di Giovanni di Salvestro Carradori

Nofri di Antonio Lenzoni

S. GIOVANNI

Maso di Luca di M. Maso degli Albizzi

Giovanni di Aldobrandino di Giorgio [di Aldobrandino] del Nero di Madonna

jacopo di M. Alessandro di Ugo degli Alessandri

Francesco di Piero Ginori

Duti di Antonio di Ser. Tommaso Masi

Pierfilippo di M. Giannozzo Pandolfini

Francesco di Fílippo di Bartolomeo Valori

Artigiani

Giovanni di Francesco di Ser Andrea (Puccini)

Francesco di Michele di jacopo Cittadini

ARROTI del quartiere S. GIOVANNI nell’anno 1480

 

Maso di Luca di M. Maso degli Albizzi

Piero di Lucantonio di Niccolò degli Albizzi

Giovanni di Aldobrandino di Giorgio di Madonna [Aldobrandini del Nero]

jacopo di M. Alessandro di Ugo degli Alessandri

Maso di Nicolaio di Ugo degli Alessandri

Zanobi di Niccolò di Zanobi Bonvanni

Carlo di M. Antonio Borromei

Francesco di Niccolò di Francesco Cambíni

Filippo di Giovanni di Filippo Cappelli

Andrea di Bernardo di Cristofano Carnesecchi

Paolo di Simone Carnesecchi

Paolo di Niccolò di Matteo Cerretani

jacopo di Bernardo di jacopo Ciai

Paolo di Francesco di Paolo Falconieri

Alessandro di Antonio di Luca da Filicaia

Francesco di Piero Ginori

Francesco di Antonio di Francesco Giraldi

Ser Giovanni di Ser Bartolomeo Guidi

Migliore di Antonio di Migliore Guidotti

Piero di Salvestro di Michele Lapi

Tommaso di Giovanni Lapi

Antonio di Giovanni di Antonio Lorini

Niccolò di Antonio di Niccolò Martelli

Duti di Antonio di Ser Tommaso Masi

Attilio di Nicola di M. Vieri de' Medici

Averardo di Bernardo di Antonio de' Medici

Lorenzo di Pierfrancesco di Lorenzo de' Medici

Piero di M. Orlando de' Medici

Pierfilippo di M. Gíannozzo Pandolfini

Frosino di Andrea di Frosino [da Panzanol lanaiolo

Alessandro di Piero di Bartolomeo Pecori

Dionigi di Puccio di Antonio Pucci

Francesco di Giovanni di Antonio Pucci

Michele di Antonio di Michele da Rabatta

Geri di Maso di Geri della Rena

M. Bartolomeo di Giovanni Scala

Giovenco di Lorenzo di Andrea della Stufa

Gismondo di M. Agnolo di Lorenzo della Stufa

Francesco di Filippo di Bartolomeo Valori

 

 

 

 

 

Artigiani

Giovanni di Francesco di Ser Andrea

Girolamo di Benci di Niccolò Benci

Lorenzo di Niccolò Beníntendi

Francesco di Michele di jacopo Cittadini

Lorenzo di Domenico di Lorenzo [di Francesco]

Zanobi di Ser jacopo di Bonaiuto Landi

Gherardo di Giovanni di Bartolomeo Marucelli

Mazzeo di Giovanni di Ser Lapo Mazzei

Biagio di Lorenzo di Niccolò Monti

jacopo di Salvestro di Lionardo di Puccio

Niccolò di Giovanni di Sandro di Ser Ricovero

Francesco di Andrea di Nofri Rornoli

 

 

 

 

 

 

 

Anno 1479 Peste a Firenze

 

 

 

Documenti fiscali nel periodo

 

Citta' di Firenze La Scala luglio 1480

Contado

Catasto maggio giugno 1480

Estimo dell'agosto 1487

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vicende genealogiche dei Carnesecchi

  

Ora seguire le vicende genealogiche dei Carnesecchi diventa assai difficoltoso . La precedente generazione era composta da una trentina d'individui maschi

Per tutti e' ipotizzabile un numero di figli elevato per cui negli anni intorno al 1470 possiamo gia' ipotizzare circa un duecento maschi

E' vero che la mortalita' era alta ma comunque il numero dei sopravvissuti e' comunque alto e lo si puo' vedere dal numero di individui che giungono ad aver prole

 

Per evitare lo spezzettamento dei patrimoni durante il Principato si fara' in modo che a sposarsi sia uno solo dei figli ( una delle cause dell'estinzione dei rami aristocratici ) ma nel periodo che stiamo trattando non mi sembra di vedere niente di simile

 

 

 

Ricevo dal dr Paolo Piccardi 

 ASF
Manoscritti 579
Battezzati di Firenze 1450 - 1467
scrittura 1700

Pag. 1 Carnesecchi Antonio di Manetto S. Maria Magg. 19/12/1450
Pag. 2 Carnesecchi Barto di Zanobi di Berto S. Maria Magg. 9/2/1451
Pag. 3 Carnesecchi Gostanza di Ant. di Pagolo S. M. Magg. 14/3/1451
Pag. 21 Carnesecchi Giovanni di Antonio 8/4/1452
Pag. 22 Carnesecchi Zanobi di Matteo 4/5/1452
Pag. 25 Carnesecchi Francesco di Berto S.M.Magg. 23/6/1452
Pag. 25 Carnesecchi Zanobi di Zanobi di Berto 9/7/1452
Pag. 38 Carnasecchi Francesca di Antonio di Paolo 16/3/1453
Pag. 62 Carnesecchi Bernardo di Franc.o di Berto S.M.Magg. 3/7/1454
Pag. 65 Carnesecchi Bernardo di Pagolo di Berto S.M.Magg. 26/8/1454
Pag. 82 Carnesecchi Andrea di Manetto 14/7/1455
Pag. 85 Carnesecchi Maria di Franc.o di Berto S.M.Magg. 2/9/1455
Pag. 102 Carnasecchi Bernardo di Cristoforo di Bernardo 24/8/1456
Pag. 102 Carnesecchi Lisabetta di Manetto 3/9/1456
Pag. 109 Carnasecchi Bartol.o di Ant.o di Pagolo 6/2/1457
Pag. 116 Carnesecchi Piero Ant.o di Franc.o di Berto S.M.Magg. 13/7/1457
Pag. 123 Carnesecchi Romolo di Antonio di Pagolo 1/2/1458
Pag. 140 Carnesecchi Bernardo di Cristoforo di Bernardo 6/2/1459
Pag. 142 Carnisecca Bernardo di Franc.o di Berto 16/3/1459
Pag. 143 Carnisecca Franc.o di Bonaccorso di Franc.o S. Felicita 7/4/1459
Pag. 169 Carnesecchi Cammilla di Cristofano 9/9/1460
Pag. 181 Carnesecca Marco di Cristofano di Antonio 25/4/1461
Pag. 207 Carnesecchi Cosa di Franc.o di Berto 7/8/1462
Pag. 216 Carnesecchi Francesca schiava di Amerigo di S. Simone 19/1/1463
Pag. 220 Carnesecchi Carlo di Cristoforo di Bernardo 14/3/1463
Pag. 253 Carnesecchi Bastiano di Franc.o di Berto 13/3/1464
Pag. 285 Carnesecchi Giovanni di Leonardo di Giovanni 20/3/1466
Pag. 287 Carnesecchi Lucrezia di Francesco di Berto 5/4/1466
Pag. 293 Carnesecchi Cammilla di pagolo di Simone 29/7/1466
Pag. 295 Carnesecchi Clemenza di Bernardo 17/8/1466
Pag. 319 Carnesecchi Alessandra di Francesco di Berto 14/7/1467

 

 

 

L'elenco non e' sicuramente esaustivo 

 

 

 

 

Anno nascita

 

 

 

 

 

 

Antonio di Zanobi di Berto di Zanobi di Berto di Grazino Carnesecchi

1447

 

 

Giovanni di Zanobi di Berto di Zanobi di Berto di Grazino Carnesecchi

1449

 

 

Lorenzo di Zanobi di Berto di Zanobi di Berto di Grazino Carnesecchi

1449

 

 

Berto di Zanobi di Berto di Zanobi di Berto di Grazino Carnesecchi

1450

 

 

Zanobi di Zanobi di Berto di Zanobi di Berto di Grazino Carnesecchi

1452

 

 

 

 

 

 

Carlo di Giuliano di Giovanni di Niccolo di Matteo Carnesecchi

1452

 

 

 

 

 

 

Bernardo di Cristofano di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino Carnesecchi

 1456

 

 

 

 

 

 

Giovanni di Andrea di Luca di Luca di ser Filippo di Matteo Carnesecchi

1456

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 ………………………………continua

 

 

 

 

DUE COPISTI

 

 

 

Leonardo di Cristofano di Bernardo di Cristofano di Berto di Grazino

 

 

Leonardo di Cristofano copia il Driadeo di Luca Pulci ( il Driadeo e ' di Luca Pulci non del fratello Luigi Pulci )

Il Driadeo , poema in ottava rima di Luca Pulci.

Precede il poema una lettera in prosa dell'autore a Lorenzo de' Medici : indi segue l'invocazione , compresa in sei ottave , la prima delle quali cosi comincia :

ecielso olimpio o bel fiume di santo.

Del poema poi , che e' diviso in quattro parti , o canti , ed ha innanzi il seguente titolo :

Inchomincia la prima parte del driadeo chompilato per Lucha Pulcro al mangnifico Laurenzio de Medici ec…, e' questo il principio:

Poiche' la tema del grieve martoro

La quarta parte termina col verso :

che dietro allume vostro in tenebre ambulo.

E sotto di essa e' la nota : questo libro e di me Lonardo di Cristofano Carnesecchi e scripto di mia propria mano , chominciato adi XV novembre effinito q…. di xv di decembre 1478

Lonardo e' figlio di Cristofano il Gonfaloniere di Giustizia del 1479 ( Cristofano muore in carica il 24 settembre 1479 )

 

Codice cartaceo in 4 , del secolo XV , di carte scritte , con un fregio a colori alla faccia verso della terza carta , dove il poema contenutovi principia , e appie' di essa l'arme dei Carnesecchi di Firenze

 

 

Vedi Catalogo dei manoscritti italiani

 

 

 

Leonardo di Giovanni

 

 

 

Ricevo dal dr Paolo Piccardi

 

Bibl. Riccardiana Firenze 1185

Secolo XV

Cronaca Universale

Questo libro è di Lionardo di Giovanni Charnesechi proprio.

Ho trovato alla Riccardiana:

Ricc. 1185

Miscellanea composta di 6 volumi

Alcune pagine di mano di Lionardo di Giovanni Carnesecchi

Riproduzione Tavola CXIII in "Manoscritti datati d’ Italia – 3"

Sismel – Ed. del Galluzzo

Ricc. 1185

Miscellanea composta da 6 volumi

Nel secondo volume a pag. 52: Questo libro è di Lionardo di Giovanni Carnesecchi). Idem a pag. 4. Da pag. 1 a pag. 52 la mano è quella del Carnesecchi.

 

 

Alla Riccardiana c’ è anche:

Ricc. 1345

Sermoni e prediche

Questo libro è di Lionardo di Giovanni Carnesecchi

 

 

 

 

 

PARTECIPAZIONI DEI CARNESECCHI ALLE CARICHE DI GOVERNO

 

 

 

 

 

CARNESECCHI  Gonfalonieri di giustizia nel periodo della dominazione di Lorenzo de Medici

 

 

5

1475

1

1

0

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

5

1479

1

1

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1490

1

5

0

PIERANTONIO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

5

1490

1

5

0

PIERANTONIO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

 

 

 

CARNESECCHI Priori delle Arti nel periodo della dominazione di Lorenzo de Medici

 

 

5

1470

8

1

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1473

8

5

0

GIOVANNI

LEONARDO

PAOLO

CARNESECCHI

5

1473

8

1

0

PIERO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

10

1474

8

5

0

GHERARDO

GIULIANO

CARNESECCHI

6

1474

8

5

0

ZANOBI

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1475

8

5

0

ANDREA

LUCA

LUCA

CARNESECCHI

6

1476

8

5

0

FILIPPO

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1476

8

5

0

FRANCESCO

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1477

8

5

0

ALESSANDRO

LEONARDO

GIOVANNI

PAOLO

CARNESECCHI

6

1477

8

1

0

PAOLO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

5

1481

8

1

0

ANDREA

BERNARDO

CARNESECCHI

5

1483

8

5

0

ANDREA

PAOLO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1483

8

1

0

LEONARDO

GIOVANNI

PAOLO

CARNESECCHI

5

1485

8

1

0

MATTEO

MATTEO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1486

8

1

0

PIERO

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

5

1486

8

5

0

SIMONE

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1487

8

5

0

COSIMO

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1487

8

5

0

ORSINO

GIULIANO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1488

8

5

0

COSIMO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

5

1488

8

5

0

LORENZO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

6

1488

8

5

0

LUCA

ANDREA

LUCA

CARNESECCHI

5

1489

8

5

0

ALAMANNO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

10

1489

8

5

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1489

8

1

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1489

8

5

0

ANTONIO

PAOLO

ANTONIO

BERTO

CARNESECCHI

6

1489

8

5

0

BERTO

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1489

8

5

0

FRANCESCO

AMERIGO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1489

8

5

0

FRANCESCO

MATTEO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1489

8

5

0

GABBRIELLO

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1492

8

1

0

GIULIANO

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

 

 

 

CARNESECCHI Buonuomini e Gonfalonieri di Compagnia nel periodo della dominazione di Lorenzo de Medici

 

 

5

1465

12

5

0

PIERO

ANTONIO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1465

12

5

0

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1466

16

1

0

PIERO

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1468

12

5

0

ANDREA

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1468

12

5

0

ANDREA

BERNARDO

CARNESECCHI

10

1468

12

1

0

BERTO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1468

16

5

0

MANETTO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1468

12

5

0

PIERO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

10

1469

12

9

0

BERNARDO

CRISTOFANO

BERTO

CARNESECCHI

5

1470

12

5

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

10

1470

16

5

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

5

1470

16

5

0

BERNARDO

FRANCESCO

CARNESECCHI

5

1470

12

5

0

BERTO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

5

1470

12

9

0

FILIPPO

BERTO

CARNESECCHI

5

1470

12

5

0

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

5

1471

12

5

0

ANDREA

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1471

16

9

0

FILIPPO

BERTO

CARNESECCHI

5

1471

12

5

0

GIOVANNI

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

5

1471

12

5

0

LORENZO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

10

1471

16

5

0

MATTEO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1471

16

1

0

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1471

12

5

0

ZANOBI

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

5

1472

16

1

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1472

12

9

0

FILIPPO

BERTO

FRANCESCO

CARNESECCHI

5

1472

16

9

0

FILIPPO

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1472

12

9

0

MANETTO

CARNESECCHI

6

1472

12

9

0

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1473

12

5

0

ANDREA

PAOLO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1474

16

1

0

AMERIGO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1475

12

5

0

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1476

16

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1476

16

1

0

LORENZO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

5

1477

12

4

0

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

10

1478

12

43

0

BERNARDO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

10

1478

16

9

0

COSIMO

CARNESECCHI

6

1478

12

5

0

SANDRO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1479

16

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

5

1479

16

5

0

CARLO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1479

16

9

0

COSIMO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1480

16

9

0

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

5

1480

16

2

0

PIERO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

 

5

1481

12

5

0

ALESSANDRO

FRANCESCO

CARNESECCHI

6

1481

12

5

0

ANTONIO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1482

16

1

0

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

10

1482

16

5

0

MARIOTTO

ANTONIO

CARNESECCHI

5

1482

12

9

0

ZANOBI

SIMONE

BERTO

CARNESECCHI

5

1483

16

5

0

ALESSANDRO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1483

12

15

0

MANETTO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1483

12

9

0

PIERO

BERNARDO

CARNESECCHI

10

1484

12

1

0

ANDREA

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1484

12

9

0

ANTONIO

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1484

16

9

0

COSIMO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1485

12

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

5

1485

16

9

0

LUTOZZO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

5

1485

12

5

0

MARIOTTO

ANTONIO

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

5

1485

16

43

0

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

5

1485

12

5

0

ZANOBI

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

5

1486

12

5

0

AGOSTINO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

5

1486

12

5

0

GUGLIELMO

GIULIANO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1487

12

1

0

PAOLO

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

5

1488

16

1

0

LEONARDO

GIOVANNI

PAOLO

CARNESECCHI

10

1488

16

5

0

RAFFAELLO

LEONARDO

CARNESECCHI

6

1489

16

5

0

CARLO

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

5

1489

12

5

0

FILIPPO

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1489

12

5

0

FRANCESCO

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

5

1489

12

5

0

GHERARDO

GIULIANO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1489

16

5

0

MANETTO

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

5

1489

16

5

0

ZANOBI

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1490

12

1

0

ANDREA

LUCA

LUCA

CARNESECCHI

5

1491

12

5

0

FILIPPO

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1492

12

5

0

ANDREA

PAOLO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

10

1492

16

5

0

BERTO

MATTEO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1492

16

4

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

5

1492

12

5

0

LORENZO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

6

1492

16

5

0

SIMONE

AMERIGO

SIMONE

CARNESECCHI

 

 

 

CARNESECCHI Consoli delle Arti nel periodo della dominazione di Lorenzo de Medici

 

 

6

1470

26

1

0

FRANCESCO

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1470

6

9

0

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1471

6

1

0

FRANCESCO

BERTO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1471

6

9

0

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1471

6

9

0

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1472

26

1

0

BERTO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1472

6

1

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1472

6

52

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1472

26

5

0

PAOLO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1473

26

9

0

BERTO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1473

6

1

0

FRANCESCO

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1473

25

5

0

LEONARDO

GIOVANNI

PAOLO

CARNESECCHI

6

1473

6

9

0

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1473

26

1

0

PAOLO

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1473

6

9

0

SIMONE

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1474

25

1

0

PIERO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1474

26

43

0

ZANOBI

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

***************

****************

*******************

********

6

1480

26

5

0

ANDREA

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1480

26

9

0

ANTONIO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1480

26

9

0

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1480

25

1

0

GIULIANO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1480

26

9

0

LORENZO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1480

26

1

0

PAOLO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1481

26

1

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1481

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1481

26

43

0

GIOVANNI

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1481

26

5

0

GIOVANNI

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1481

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1481

26

43

0

MARIOTTO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1481

26

43

0

PAOLO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1481

25

1

0

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1482

26

5

0

ALAMANNO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1482

26

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1482

26

1

0

ANDREA

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1482

26

5

0

ANDREA

MANETTO

CARNESECCHI

6

1482

26

9

0

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1482

26

43

0

BERNARDO

ANTONIO

CARNESECCHI

6

1482

26

5

0

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1482

26

9

0

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1482

26

9

0

CARLO

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1482

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1482

6

9

0

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1482

26

43

0

LORENZO

PIERO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1482

26

1

0

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1482

24

3

0

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1483

26

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1483

26

5

0

ALESSANDRO

FRANCESCO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1483

26

5

0

ANDREA

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1483

26

1

0

ANTONIO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1483

26

5

0

BASTIANO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1483

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1483

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1483

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1483

26

5

0

MANETTO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1483

26

5

0

PIERFRANCES

MATTEO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

ANDREA

MANETTO

CARNESECCHI

6

1484

26

1

0

BARTOLOMEO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

BERTO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1484

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

FILIPPO

FRANCESCO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1484

26

43

0

GIOVANNI

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1484

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1484

25

1

0

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

MANETTO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1484

26

5

0

PIERFRANCES

MATTEO

CARNESECCHI

6

1484

26

1

0

ZANOBI

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1485

26

43

0

ALAMANNO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1485

26

9

0

ALESSANDRO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1485

6

1

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1485

26

5

0

BERTO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1485

6

9

0

FRANCESCO

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1485

26

5

0

GABBRIELLO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1485

26

5

0

GABBRIELLO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1485

26

1

0

GIOVANNI

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1486

25

5

0

ALESSANDRO

GIOVANNI

LEONARDO

CARNESECCHI

6

1486

26

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1486

6

1

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1486

26

1

0

ANTONIO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

6

1486

26

5

0

BERNARDO

ANDREA

CARNESECCHI

6

1486

26

1

0

BERTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1486

26

5

0

COSIMO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

6

1486

25

5

0

FRANCESCO

PIERANTONIO

CARNESECCHI

6

1486

25

5

0

FRANCESCO

PIERANTONIO

FRANCESCO

CARNESECCHI

6

1486

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

CARNESECCHI

6

1486

25

1

0

GIULIANO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1486

26

15

0

MANETTO

CARNESECCHI

6

1486

26

1

0

MANETTO

MANETTO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1486

26

5

0

ZANOBI

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1487

6

43

0

ALESSANDRO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1487

26

1

0

ANTONIO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1487

26

5

0

CARLO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1487

26

5

0

COSIMO

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

6

1487

25

1

0

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1487

26

43

0

LORENZO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1488

26

5

0

ALAMANNO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1488

26

5

0

BASTIANO

FRANCESCO

CARNESECCHI

6

1488

26

5

0

BERNARDO

ANDREA

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1488

26

5

0

BERNARDO

ANDREA

CARNESECCHI

6

1488

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1488

26

5

0

MANETTO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1488

24

1

0

PAOLO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1488

26

1

0

PAOLO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1489

6

1

0

ANDREA

BERNARDO

CRISTOFANO

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

BASTIANO

FRANCESCO

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

BERNARDO

ANDREA

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

BERNARDO

FRANCESCO

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

CARLO

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1489

25

9

0

FRANCESCO

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

LORENZO

PIERO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

LORENZO

PIERO

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

LORENZO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1489

26

5

0

MANETTO

MATTEO

CARNESECCHI

6

1489

26

1

0

ZANOBI

SIMONE

CARNESECCHI

6

1490

26

5

0

ALAMANNO

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1490

26

43

0

BERNARDO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1490

6

9

0

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1490

26

5

0

GABBRIELLO

MARCO

MANETTO

CARNESECCHI

6

1490

25

5

0

GIOVANNI

LEONARDO

GIOVANNI

CARNESECCHI

6

1490

26

4

0

GIOVANNI

MANETTO

CARNESECCHI

6

1490

26

43

0

LORENZO

PIERO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1490

26

1

0

MARIOTTO

ANTONIO

PAOLO

CARNESECCHI

6

1490

26

43

0

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1490

25

5

0

SIMONE

PIERO

SIMONE

CARNESECCHI

6

1491

6

1

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1491

6

9

0

ANTONIO

PAOLO

BERTO

CARNESECCHI

6

1491

6

9

0

CRISTOFANO

BERNARDO

CARNESECCHI

6

1491

26

1

0

PIERANTONIO

FRANCESCO

BERTO

CARNESECCHI

6

1492

6

1

0

AMERIGO

SIMONE

PAOLO

CARNESECCHI

6

1492

26

1

0

BERTO

ZANOBI

BERTO

CARNESECCHI

6

1492

26

5

0

COSIMO

ZANOBI

CARNESECCHI

6

1492

28

43

0

GIOVANNI

ANDREA

CARNESECCHI

 

 

 

 

 

Da "Archivio delle tratte "

 

 6. DAL 1469 AL 1494

 

Sono questi i momenti fondamentali in cui si sviluppò la politica elettorale di Lorenzo: apparentemente essa fu senz'altro lineare e rispettosa (come già era stata quella di Cosimo) delle norme costituzionali e limitata a pochi avvenimenti esterni (in pratica due soli squittini, nel 1472 e nel 1484), di fatto accentrò tutti gli organi decisionali e tutti i poteri. Anche le cariche che Lorenzo ricopri furono, sì, importanti (egli non fu mai, però, Gonfaloniere di giustizia), ma ben poco direbbero da sole circa l'assoluta supremazia a Firenze, sua e della sua parte: a determinare tale supremazia, dunque, contribuì tutta la sua eccezionale avvedutezza politica. " Si messe nell'animo - scrive il Rinuccini - come quello che era superbissimo e ambiziosissimo, di trasferire in se solo tutta la degnità, potenzia e autorità pubblica, e alfine, come Iulio Cesare, insignorirsi della repubblica " `. Sicché, alla sua morte, l'8 aprile 1492, la situazione fu assai diversa da quella verificatasi alla morte di Piero di Cosimo.

 

Il figlio di Lorenzo, Piero, successe al padre senza difficoltà in quelle cariche che Lorenzo aveva ricoperto. Anche il problema cui doveva far fronte Piero era, come sempre, il mantenimento dell'equilibrio con i principali sostenitori del regime, dai quali dipendeva, in definitiva, la validità dei sistemi dei controlli elettorali. Così, quando, agli inizi di novembre, un gruppo dei Signori si volse contro Piero, trovando rispondenza negli altri, poco significò che quella Signoria fosse stata eletta da accoppiatori che comprendevano lo stesso Piero. Di fronte a Carlo VIII, certamente, Piero dimostrò di non saper affrontare la situazione: la sua fuga dell'8 novembre fu però una mossa imprevedibile per i suoi stessi oppositori, che pensavano ad una riduzione del suo potere piuttosto che ad una totale eliminazione. A quel punto, tuttavia, una restaurazione medicea - Filippo Nerli dice che si guardò a Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, quale successore di Piero` diventava insostenibile, come affermò anche il Guicciardini"'.

 

E la Signoria, su proposta della Pratica, abolì l'11 novembre le classiche manifestazioni istituzionali del regime mediceo: il Consiglio dei Settanta, quello del Cento, gli Otto di pratica". Questa abolizione fu confermata da un parlamento convocato il 2 dicembre, che stabilì un nuovo squittinio, da tenersi alla fine del 1495. Intanto le elezioni della Signoria erano per un anno affidate a venti accoppiatori, eletti dalla Signoria e dai Collegi. Non vi fu, dunque, un istantaneo ritorno alle elezioni per tratta per una ragione precauzionale, in quanto le borse erano quelle dello squittinio del 1484: ciò avrebbe significato l'elezione di una Signoria favorevole ai Medici, e che quindi avrebbe sicuramente richiamato Piero a Firenze`.

 

 

 

 

 

IL LANDUCCI SULLA MORTE DI LORENZO

 

 E a dì detto, lo recorono in Firenze, la notte alle 5 ore, e messolo in San Marco nella Conpagnia; e quivi stette tutto dì 9, che fu lunedì. E a dì 10, martedi, si seppellì in Sa' Lorenzo, circa a ore 20. Ben può pensare ogniono ch'è la vita umana nostra; questo uomo era, secondo el mondo, el più grorioso uomo che si trovi, e 'l più ricco e 'l maggiore stato, più riputazione. Ogniuno lo predicava che governava l'Italia, e veramente era una savia testa; e ogni suo caso gli riusciva a bene. E al presente aveva condotto quello che per gran tenpo niuno cittadino l'aveva saputo fare: avere condotto el suo figliuolo al cardinalato. E non tanto à nobilitato la casa sua, ma tutta la città. E con tutte queste cose non potè andare più là un'ora, quando venne el punto. E però: uomo, uomo, qual cosa abbiàno noi da 'nsuperbire? El vero atributo umano è la vera umiltà e però ogni volta che noi insuperbiàno, e che noi ci stimiàno più che gli altri, e non riconosciàno da Dio ogni benifizio spirituale, corporale e tenporale; allora usciàno de' termini umani. Ogni cosa ch'esce de' termini sua, quella cosa è guasta, e le cose che gli doverrebbono fare bene gli fanno male. La vera propietà dell'uomo si è la vera mansuetudine e umilità, e stimare Iddio ogni cosa, e' resto nulla, se non in tanto quanto l'à fatta buona Iddio: el quale sia benedetto in etterno da tutte le creature, com'è degno. El quale mi perdoni e miei peccati, e così perdoni al sopradetto morto, come voglio che perdoni a me; e così a tutte le creature umane.

 

 

 

 

 

 

 

Ser Niccolò Carnesecchi da Pisa (cc. 20r, 71v; ancora cc. 19v, 29r, 30v, 77r).

 

 

 

DOMENICO da Pistoia
di P. Scarcia Piacentini

TRECCANI

 


DOMENICO da Pistoia. - Le sole notizie che attualmente si hanno su questo domenicano figlio di Daniello o Daniele da Pistoia sono strettamente legate con la storia della tipografia di S. Iacopo di Ripoli a Firenze, da lui fondata e diretta, insieme con frate Pietro di Salvatore da Pisa, fra il 1476 e il 1484, e della quale è conservato il Diario autografo, oggi nella Biblioteca nazionale di Firenze (Magl. X, 143).
Nulla si sa della sua giovinezza, dei suoi studi, del suo iter monastico. Il Chiappelli suppone possa essere appartenuto a famiglia ebrea convertita o alla famiglia pistoiese dei Filiarchi, la sola in cui il nome del padre, Daniello, ricorre con una notevole frequenza. I suoi studi dovevano essere stati di tipo "umanistico" - anche se la sua scrittura, come risulta dal Diario, era una semigotica usuale piuttosto rozza - perché si diletta a Copiare testi, come un Cicerone, De amicitta e De senectute, che nel 1480 presta a ser Antonio Nerli (a quanto pare un cartolaio il cui nome ricorre più volte nel Diario, forse parente del tipografo Bernardo),
per ser Niccolò Carnesecchi da Pisa (cc. 20r, 71v; ancora cc. 19v, 29r, 30v, 77r).
Secondo il Fineschi, venne nominato vicario e procuratore presso il convento femminile di S. Iacopo di Ripoli a Firenze dal capitolo generale del 1474, ma nulla risulta dagli atti di questo capitolo, tenutosi a Roma in S. Maria sopra Minerva (B. M. Reichert, Acta capitulorum generalium Ordinis praedicatorum, III, Romae 1900, pp. 331-333; A. M. D'Amato, Gli atti dei capitoli generali del 1474 e del 1486 e altri frammenti, in Archivum fratrum praedicatorum, XVII [1947], pp. 221-224). Nel Diario si accenna invece alla sua provenienza dal convento di S. Domenico di Fiesole (uno dei conventi riformati che aderiscono alla congregazione di Lombardia) e, ripetutamente, alle sue cariche di vicario, sindaco, procuratore, priore (c. iv, a. 1477; cc. 113v, 114v) 123r, a. 1483; vedi anche Arch. di Stato di Firenze. Protocolli notarili di Piero di Bernardo Cennini, c. 345, a. 1480, e. 138v, ediz. Marzi, p. 435: gubernator).
In genere viene indicato come anno della sua morte il 1484 - anno in cui cessa l'attività della stamperia -, fra il maggio e l'agosto (il 17 maggio D. annota nel Diario un deposito; il 19 agosto procuratore del convento è Vincenzo di Bernardo Brunetti, c. 127v), ma non è possibile escludere, al contrario, il trasferimento in un altro convento.
Quella di S. lacopo di Ripoli è una delle prime e delle più importanti tipografie fiorentine, che lavora senza interruzione per otto anni, con una produzione copiosa e variata, spesso formando società, sia pure di breve durata, con altri tipografi. Nel Diario si trovano nominati don Ippolito (1477: cc. 2rv, gr), - il tedesco Giovanni da Magonza, che il 12 maggio 1477 vende ai frati le matrici di una serie di caratteri romani "colle maiuschole e sue breviature", gli stessi poi usati per alcune delle edizioni ripoliane (per esempio il Libro da compagnie, B. M. C., VI, 620, I.G.I., 3107; Diario, cc. 7r, 8r, 9v, 103v); il tedesco Niccolò di Lorenzo (1480-1483: i contraenti sono da un lato Bartolomeo Fonzio in vece di Niccolò, dall'altro D. e il cartolaio Bartolo di Domenico di Guido: Arch. di Stato di Firenze, Protocolli notarili di Piero di Bernardo Gennini, ediz. Marzi, pp. 434-436). Più importante la "compagnia" con il veneziano Lorenzo di Francesco Alopa, fratello di un altro tipografo che lavora per Ripoli, Antonio, che nel 1477 0 1478 entra nella stamperia come "garzone allo stampar libri"; nel 1483 fa compagnia ad un terzo con D. e dopo il 1484 rileva i torchi ed i caratteri della tipografia (cc. 9v, 2r della seconda numerazione, 114v e passim).
Per la preparazione e lo smercio dei libri, con notevole senso pratico ed abilità, D. si serviva sia di personale e di attrezzature interne (fra l'altro anche alcune suore del monastero lavoravano come compositrici), sia della collaborazione di numerosi cartolai e dei loro lavoranti. Annessi alla stamperia, che si presentava come una sorta di "artista collettivo" (Perini), erano locali per la rubricazione e la rilegatura dei libri e una fonderia per i caratteri.
Fra i cartolai, con alcuni dei quali D. forma società, spesso brevi e tavolta ripetute, i nomi che ricorrono più spesso sono quelli di Bartolomeo Particini, Giovanni di Nato del "popolo" di S. Lucia d'Ognissanti, committente di molte fra le opere stampate, Bartolo o Bartolomeo di Domenico, Zanobi di Mariano, Gherardo e Monte di Giovanni, ser Francesco di Piero di S. Felicita, i fratelli Varnucci (M. Levi D'Ancona, Miniatura e miniatori a Firenze dal XIV al XVI secolo, Firenze 1962, pp. 380, 404-405 e passim). Per la stamperia lavorano anche ser Piero Pacini da Pescia, che collabora con D. come notaio, fornitore di materiali, committente, intermediario per la vendita dei libri, e Bartolomeo Fonzio, che nel 1477 entra in contatto con la tipografia tramite il cartolaio Bartolomeo di Domenico per la edizione della Explanatio in Persium (ilFonzio cura personalmente la stampa, ed il manoscritto autografo consegnato a D. è oggi il Riccard. 666 della Bibl. Riccardiana di Firenze) e continua ad avere rapporti saltuari con i frati: fra il 1478 e il 1480 corregge libri per Ripoli (anche se nel 1478 cura per il tedesco Niccolò di Lorenzo l'editio princeps del De medicina di Cornelio Celso), si impegna a venderli, fornisce la carta, forse aiuta a stampare, si interessa alla edizione di alcune opere come le Vite dei pontefici e imperatori romani del Petrarca e, forse, il Lamento in morte di Giuliano de' Medici (Diario, c. 49r, e Arch. di Stato di Firenze, S. Iacopo di Ripoli, Contratti, filza I, n. 17, ediz. Nesi, pp. 61-62), annota di sua mano sul Diario i contratti per la stampa della Logica dello pseudo Agostino e delle Selve di Stazio (Diario, cc. 68v, 69r, 76r, 77r).
Le opere edite in S.Iacopo di Ripoli sono circa 94, in latino ed in volgare, antiche e moderne: non sembra che alle spalle delle edizioni vi sia un lavoro filologico e una collaborazione culturale con unianisti e studiosi contemporanei: forse si ripropongono edizioni già esistenti, come nel caso del Fiore di virtù (G. K. W., 9920-9921), ristampato dall'edizione veneziana del Beretin Convento, e solo sporadicamente si trovano nominati nel Diario correttori come il Fonzio o un frate, Niccolò di Tobia di S. Marco (c. 85r: ma il Defecerunt di S. Antonino che gli viene affidato non risulta fra le edizioni ripoliane conosciute, nelle edizioni di Ripoli mancano sempre le prefazioni). È probabile quindi che i criteri di scelta siano stati in parte di carattere economico e in parte di carattere culturale, in modo da potersi rivolgere a un mercato assai vasto, che si estendeva anche al di fuori di Firenze (Pistoia, Siena, San Gemignano, Bologna, Pisa, Milano, Venezia), attraverso vari canali: il popolo (religiosi, ambulanti, cerretani, cantastorie), i cartolai e, più raramente, gli intellettuali e i nobili.
Si trovano quindi testi più o meno impegnativi, che vanno da quelli usati nelle scuole di primo grado a quelli che presuppongono nel lettore un discreto grado di cultura, e, accanto a questi, opere adatte a un pubblico di livello culturale non altissimo: opuscoli di devozione, orazioni, sacre rappresentazioni, leggende, salteruzzi miniati, spesso fogli volanti o fascicoli di poche pagine, che venivano tirati anche in parecchie centinaia di esemplari e che venivano pagati subito dai committenti, come le mille copie dei Miracoli della Vergine (I. G. I., 6502), della Storia di S. Margherita (L G. I., 6178), delle Orazioni della Croce e di S. Giuliano (Nesi, pp. 32 s.).
I caratteri usati sono di due tipi: quattro alfabeti romani, di cui uno con varianti, un alfabeto gotico e uno greco; le iniziali sono in genere rubricate o assenti, salvo nel Driadeo di Luca Pulci, dove sono bianche su nero con decorazione fioreale, forse quelle comprate dall'orafo Banco (Diario, c. 87v: "piastruccie da fogliame" e lettere per mini piccini e grandi). È possibile che, fra i primi, D. abbia usato anche la xilografia, sempre che sia uscito da Ripoli il Margutte privo di note tipografiche che si trova alla Bibl. Casanatense di Roma, Inc. 1553 (L G. I., IV, p. 344; Audiffredi, pp. 395-396; D. Reichling, Appendice ad Hainiicopingeri..., 1004; Nesi, p. 48).
Gli elenchi più completi delle edizioni di Ripoli sono stati pubblicati dal Follini, nell'introduzione al catalogo della Magliabechiana del Fossi; dal Bologna, in ordine alfabetico; dalla Nesi, in ordine cronologico, basato essenzialmente sui dati forniti dal Diario.
La prima opera pubblicata, già in vendita il 14 nov. 1476, è l'Ars minor di Donato in 400 copie (G. K. W., 8990); la seconda - senza tener conto delle varie orazioni messe in vendita fra il dicembre 1476 e il marzo 1477 - l'unica che riporti nel colophon il nome dei due frati stampatori oltre a quello del monastero, la Leggenda di s. Caterina di Raimondo da Capua del 24 marzo 1477 (L G. I., 10327). Si susseguono poi, per citare solo i principali, testi di narrativa come l'episodio del Margutte ed il Morgante maggiore di Luigi Pulci (L G. I., 8227), le Centonovelle del Boccaccio (I. G. I., 1775 e G. K. W., 4447: due edizioni), il Driadeo di Luca Pulci (I. G. I., 8213), l'anonimo cantare La Sala di Malagigi (L G. I., 6042); testi scolastici tradizionali e libri di carattere educativo, come i Donatelli, i Rudimenta grammatices del Perotti (B. M. C., VI, 623; Nesi, p. 49), le Regulae grammaticales del Guarino più volte ristampate (L G. I., 8124-8125), l'Aesopus moralisatus (I. G. I., 90; G. K. W., 387); opere moralizzanti e religiose, come il Confessionale volgare di s. Antonino (I. G. I., 666; G. K. W., 2153), l'Arte del ben morire di Domenico Capranica (L G. I., 887-890; G. K. W., 2619: due edizioni), le Regole della vita spirituale e le Regoledella vita matrimoniale di fra' Cherubino da Siena (I. G. I., 2730, G. K. W., 6600), i Salteri, il Vangelo.
Vengono ancora stampate opere dell'antichità classica: la Catilinaria e la Giugurtina di Sallustio (I. G. I., 8537), il De viris illustribus urbis Romae di Sesto Aurelio Vittore (I. G. I., 1086), il De grammaticis etrhetoribus di Svetonio (I. G. I., 9226), forse un Lattanzio (Diario, cc. 72v, 73v), l'Argonauticon di Valerio Flacco (I. G. I., 10051) e le Selve di Stazio ad opera del Fonzio. Fra le opere di logica e di astronomia si trovano la Expositio di Donato Acciainoli all'Etica aristotelica tradotta da Giovanni Argiropulo (I. G. I., 14; G. K. W., 140), la Logica dello pseudo Agostino ristampata due volte (I. G. I., 1003-1004, 9152; G. K. W., 2957-2958), le Obiectiones e le Annotationes di lacopo Riccio d'Arezzo alla Logica di Paolo Veneto (L G. I., 8355), la Sfera di Gregorio Dati (I. G. I., 3323; G. K. W., 8020); due volumi sono forse suggeriti da una epidemia di peste, il De regimine sanitatis di Moses ben Maimon (I. G. I., 6750) e il Consiglio contro la pestilenza di Marsilio Ficino (I. G. I., 3862); non vengono trascurati testi, anche in volgare, degli autori del Trecento italiano Petrarca e Boccaccio. In editio princeps vengono stampate la ExpIanatio in Persium (I.G.I., 4012) e il De ponderibus et mensuris di Bartolomeo Fonzio nel 1477, nel 1478 le Vite del Petrarca (I.G.I., 7563), il Lamento in morte di Giuliano (I.G.I., 9703), le Storie di Alessandro Magno di Curzio Rufò tradotte da Pier Candido Decembrio (I. G. I., 3292; G. K. W., 7877), la Expositio dell'Aeciaiuoli, nel 1481-82 forse il Morgante del Pulci (A. Pellizzari, I tre Morganti, in Scritti vari dedicati a Mario Armanni, Milano 1938, pp. 230 ss., e, contra, F. Ageno, Le tre redazioni del Morgante, in Studi di filologia italiana, IX (1951), p. 7 e passim), nel 1483 la traduzione di Marsilio Ficino dei Dialoghi di Platone (I.G.I., 7860).
La traduzione dei Dialoghi platonici è l'ultima opera stampata a Ripoli in 1.025 copie: D. inizia il lavoro il 25 genn. 1483 insieme con Lorenzo Veneziano su commissione dei discepoli ed amici del Ficino Filippo di Bartolomeo Valori e Francesco di Niccolò Berlinghieri e dopo un inizio stentato, in pochi mesi, con ritmo intenso ed utilizzando un secondo torchio con dei nuovi caratteri fatti venire da Lucca, vengono consegnati ai committenti circa due terzi del lavoro; rimasto interrotto, forse per la morte del frate, il Platone è completato e sottoscritto nel 1485 dal solo Alopa, mentre la stamperia, priva del suo animatore, è costretta a chiudere.
Bibl.: J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum..., Parisiis 1719, I, p. 885; F.A. Zaccaria, Bibliotheca Pistoriensis, Augustae Taurinorum 1752, p. 213; V. Fineschi, Notizie stor. sopra la stamperia di Ripoli, Firenze 1781; G.B. Audiffredi, Specimen historicum criticum editionum Italicarum saeculi XV, Romae 1794, passim; F. Fossi, Catalogus codicum saec. XV impressorum qui in publica Bibliotheca Magliabechiana Florentiae adservantur, III, Florentiae 1795, pp. VI-XXX (annali della tipografia di Ripoli a cura di V. Follini); V. Follini, Lezione sopra due edizioni del sec. XV, Firenze 1831; G. Ottino, Di Bernardo Cennini e dell'arte della stampa in Firenze nei primi cento anni dell'invenzione di essa, Firenze 1871, pp. 47, 48; V. Capponi, Biografia pistoiese..., Pistoia 1878, p. 152; F. Roediger, Diario della stamperia di Ripoli, in IlBiblioffio, VIII (1887), pp. 33, 34 (ediz. del Diario, ibid., pp. 50-53, 73-77, 91-94, 117-123, 132-135, 171-175; IX (1888), pp. 89-96, 119-126; X (1889), pp. 37-41); P. Bologna, La stamperia fiorentina del monastero di Ripoli e le sue edizioni, in Giornale storico della lett. ital., XX (1892), pp. 349 ss.; XXI (1893), pp. 49 ss.; K. Burger, The printers and publishers of the XV Century, with lists of their works. Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, London 1902, pp. 403-404; E. Nesi, Il Diario della stamperia di Ripoli, Firenze 1903; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Florence 1905, pp. 134-135, fig. 49; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Ausland, München 1924, pp. 157-160; A. Chiappelli, Stampatori, stamperie e librai pistoiesi degli antichi tempi, in Bull. stor. pistoiese, XXVII (1925), pp. 98-100; M. Armanni, Editori e stampatori ital. del Quattrocento, Milano 1929, p. 117. tavv. XCII-XCIV; Catalogue of books printed in the XVth Century now in the British Museum (B.M.C.), VI, London 1930, pp. XIII-XIV, 619-624, tav. XLIV"; D. Marzi, Itipografi tedeschi in Italia, in Festschrift zum 500 -Geburtstage von J. Gutenberg, a cura di O. Hartwig, Mainz 1900, pp. 434-436, 446, 447; P. O. Kristeller, Supplementum Ficinianum., Florentiae 1937, I, p. LX; II, pp. 108-109; G. Avanzi, Bibliografia stor. dell'arte della stampa in Italia (1901-1940), in Maso Finiguerra, IV (1939), p. 185, n. 36; G. Galli, Gli ultimi mesi di vita della stamperia di Ripoli e la stampa del Platone, in Studi e ricerche sulla storia della stampa nel Quattrocento, Milano 1942, pp. 159-184; M. Bevilacqua, Tipografi ecclesiastici nel Quattrocento, in La Bibliofilia, XI-V (1943), p. 13; M.-H. Laurent, Essai de bibliegraphie Catherinienne. Les premières éditions italiennes (1474/75-1500), in Archivum fratrum praedicatorum, XX (1950), p. 361; G. S. Martini, La bottega di un cartolaio fiorentino della seconda metà del Quattrocento, in La Bibliofilia, LVIII (1956), Supplemento, pp. 16, 32; R. Ridolfi, La stampa in Firenze nel secolo XV, Firenze 1958, pp. 16-19; B. Maracchi Bigiarelli, Editori di incunabuli fiorentini, in Contributi alla storia del libro italiano. Miscellanea in onore di L. Donati, Firenze 1969, pp. 24, 215; S. Caroti-S. Zamponi, Lo scrittoio di Bartolomeo Fonzio umanista fiorentino, s. I. (ma Milano) 1974, pp. 14, 21-22, 50, n. 6, 76, n. 23, tav. XXXII; S. Noakes, The development of the book market in late Quattrocento Italy: printers' failures and the role of the middleman, in The Journal of Mediaevaland Renaissance studies, XI (1981), p. 43. Vedi ancora per le edizioni di D. Indice generale degli incunaboli delle Bibl. d'Italia (I.G.I.); e Gesammtkatalog der Wiegendrucke (G. K. W.).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003