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indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

 

 Storia dei Carnesecchi 1532--1800

 

 

 

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Albero genealogico   ………discendenza di Piero e Zanobi di Simone di Paolo di Berto Grazini

 

 

Albero genealogico   ………discendenza di Andrea,Pierantonio,Francesco,Carlo,Giovanni,Amerigo ,Cosimo,Alessandro

 

 

Albero genealogico   ………discendenza di Giuliano di Simone di Paolo di Berto Grazini

 

 

Albero genealogico   ………discendenza di Paolo di Simone di Paolo di Berto Grazini

 

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Ramo del Senatore Andrea di Paolo di Simone

 

 

 

 

Albero genealogico   ………discendenza di Paolo di Simone di Paolo di Berto Grazini

 

 

 

 

Abbiamo gia’ parlato delle vicende di Andrea Carnesecchi , nato nel 1460, che fedele alla famiglia Medici , durante l'assedio sara' imprigionato come persona infida

Dopo la caduta della Repubblica sara' il primo senatore ad essere nominato fra i Carnesecchi

Vi sono diversi Andrea tra i Carnesecchi e tra i contemporanei principalmente Andrea di Luca di Luca e Andrea di Bernardo l'amante dei tornei

Sposato in prime nozze con una Capponi figlia di Mico avra'

Antonio , Simone , Paolo , Francesco Mico Bartolomeo (?)

Sposato in seconde nozze con Ginevra Tani vedova di Dovizzi e cognata del cardinale Bibbiena

Da questo matrimonio nasce un figlio Piero e una figlia Selvaggia

 

Questo ramo e’ caratterizzato nel bene e nel male dalla grandiosita' della figura di Pietro il piu' noto dei Carnesecchi fiorentini :

Pietro Carnesecchi il segretario di Clemente VII condannato successivamente come eretico ; anche Canonico del Duomo

 

 

 

 

 

 

 

Simone di Andrea Carnesecchi

Vicario di Lari nel secondo semestre del 1549 

 

 

Potrebbe esser quello stesso ( ??????? )che figura in una celebre corrispondenza di Anton Francesco Doni del 1549

dove il Doni consiglia alcune opere d'arte che debbono esser immancabilmente visitate

Esistendo nello stesso periodo altri Simone tra i Carnesecchi rimane l'incertezza

 

 

 Il Doni a messer Simon Carnesecchi

 

 Accademie e biblioteche d'Italia - Pagina 138
di Italy Ufficio centrale per i beni librari e gli istituti culturali - 1927
In un'altra lettera, indirizzata a Simone Carnesecchi, il Doni si diffonde a
parlare delle bellezze artistiche di Roma, Napoli, Genova, Pavia, Padova, ...
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typology: bibliographic
author: Anton Francesco Doni
addressee: Simone Carnesecchi
date and place of realisation: ante 1549

observations:
La lettera contiene la corretta identificazione iconografica, avanzata per la prima volta dal Doni, della statua posseduta dal vescovo Pighini con Meleagro anziché con Adone, come tradizionalmente creduto.

in:

Mario Pepe [a cura di], Anton Francesco Doni, Disegno., Milano, 1970, 51-52

 

101. Doni, Anton Francesco, Disegno del Doni, partito in più ragionamenti, ne quali si tratta della scultura et pittura;

de colori, de getti, de modegli, con molte cose appartenenti a quest’arti, & si termina la nobiltà dell’una et dell’altra

professione con historie, essempi, et sentenze, & nel fine alcune lettere che trattano della medesima materia, Vinetia

MDXLIX, 51f, to Messer Simon Carnesecchi: "Da che uoi hauete ueduto tutte le cose belle di scoltura & di pittura

et che uolentieri le considerate quàdo andate a spasso p il mòdo. Nò ui scordate di dare un’occhiata in Roma, al

giuditio di MichelAgnolo, & ui stupirete et la uolta; le Camere del Papa di Raffaello d’LUrbino, il Laocoonte,

l’Apollo, il Torso dell’Hercole in Beluedre, il qual non è in molta consideratione de goffi..."

 

 Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma - Pagina 103
di Commissione archeologica comunale di Roma, Rome (Italy). Commissione archeologica municipale - 1945
166, ha pubblicato una lettera di Anton Francesco Doni, del 1549, che raccomanda
al suo amico Simone Carnesecchi " di dare un'occhiata in Roma al... torso ...
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UNA SENTENZA CONTRO

 

1551 Feb 6

"Decreto dei Capitani di Parte nella Causa del Sig. Tommaso Spinelli contra Antonio e Simone Carnesecchi..." 4pp.

Archivio Spinelli 113 2202

http://webtext.library.yale.edu/xml2html/beinecke.SPINELL.con.html  

 

 

 

 

1549 1170a 144

Unsigned "list of those people required to participate in the expenses that will be incurred during the festivities ordered to take place in the Quarter of San Giovanni on the next feast day of San Giovanni" (probably in the hand of Tommaso de' Medici). 126 names, including: Cardinal of Ravenna [Benedetto degli Accolti]; Don Francesco de' Medici [possibly Francesco I]; Monsignore [Ferdinando] Pandolfini; Pirro Colonna; Monsignore Altopascio [Ugolino Grifoni]; Cav. Lorenzo de' Medici; Iacopo Polverini; Francesco Torelli; Carlo Fei; Sforza Almeni; Iacopo de' Medici; Girolamo degli Albizzi; Cap. Francesco [possibly Francesco di Galeotto] de' Medici; Bernardetto de' Medici; Pandolfo Pucci; Lorenzo Pucci; Pierfrancesco Riccio; Giovanni Conti; Giovanni Naldini; Michele Ruberti; Vecchio da Perugia [Benedetto degl'Alessi]; Giulio de' Medici; Chiarissimo de' Medici; Carlo de' Medici; Alamanno de' Medici; Baldo de' Medici; Alamanno [di Antonio] de' Medici "suo fratello"; Tanai di Vieri de' Medici; Tommaso de' Medici; Vieri di Giuliandonato de' Medici; Tanai di Nicola de' Medici; Francesco di Vieri de' Medici; Alessandro di Chiarissimo de' Medici; Bernardo [possibly Bernardo di Niccolò] de' Medici; Luigi Martelli; Francesco Martelli; Prinzivalle della Stufa; Pandolfo della Stufa; Antonio degli Albizzi; Pietro Carnesecchi; Bastiano da Montauto; Bastiano del Pace; Lorenzo Scala; Alessandro Neroni; Girolamo Inghirlani [Inghirami]; Bernardo Puccini; Piero Landi; Antonio Landi; Bernardo Rinieri; Bernardo Guasconi; Alessandro Arrighi; Giovanni Arrighi; Luigi Bonciani; Antonio [di Matteo] "Credenziere della S.ra Duchessa."

 

[…] Lista di quelle persone che debono concorrere alla spesa della festa che s'ordina per il quartiere di s.to Giovannj per farla in questo S.to Giovannj e prima […] 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella linea di Andrea di Paolo emerge come detto in questi anni a livello romano e italiano la figura di Pietro Carnesecchi Pronotaro di papa Clemente VII dei Medici

 

 

 

 

Pietro Carnesecchi (1508-1567 ) un eroe del libero pensiero

 

Nato per stare davanti ai re……………………….

 

 

ritratto di Pietro Carnesecchi realizzato dal Puligo

Dimensions : 39 cm x 59 cm Matériaux : Tempera sur bois Date : vers 1527 Artiste : Domenico Puligo Lieu : Galerie des Offices de Florence Section 26

nel ritratto ha quindi circa 19 anni

Del Carnesecchi, esistono due ritratti: uno eseguito dal noto pittore Sebastiano del Piombo nel 1530 (o 32), attualmente esposto alla Pinacoteca di Parma e uno del Puligo (Domenico Ubaldini) alla Galleria degli Uffizi a Firenze.

 

 

Sulle vicende biografiche di Pietro Carnesecchi vedi l'importante voce di A. Rotondò in Dizionario biografico degli italiani, DBI, vol. 20, Roma 1977, pp. 466-76.

 

Di lui parlero' diffusamente nella pagina a lui espressamente dedicata

E' il piu' famoso degli uomini che hanno portato questo cognome

Nasce a Firenze il 24 dicembre 1508 da Andrea di Paolo di Simone di Paolo Carnesecchi e da Ginevra Tani

Andrea era alle seconde nozze cosi come Ginevra Tani

Andrea mediceo convinto , sara poi senatore del Ducato

Pietro raggiunge livelli di grande potere al servizio di Clemente VII dei Medici , fino a far pensare ai contemporanei che talora governasse al posto del pontefice

Di grandi qualita' di mente e di carattere aveva il dono di piacere alle persone

Col breve 16 dicembre 1533 diretto al <<Dilecto filio Magistro Petro Medicis alias de Carnesecchis Canonico Florentino Notario et Familiari nostro >>

Clemente VII gli conferiva il canonicato della metropolitana fiorentina, concedendogli il privilegio straordinario di assumere il suo stesso nome di famiglia

Dopo la morte di Clemente VII intraprende con energia una nuova strada che lo condurra' ad una morte annunziata

In lui erano maturate idee ed aveva coltivato amicizie che lo spingevano ad accogliere idee eretiche di rinnovamento

Da questo momento si comincia ad intuire l'uomo che vuole modificare dall'interno il sistema ecclesiastico dei suoi tempi

Nel 1536 nella sua casa paterna di Firenze dove si era ritirato si ebbe una straordinaria riunione di alcuni dei piu' vivaci protagonisti della storia religiosa del cinquecento :Ochino, G.P. Carafa , Caterina Cybo , Pole ,Giberti , Priuli

Dopo una serie di peripezie , processi , assoluzioni nuove inquisizioni rifugiatosi sotto la protezione di Cosimo I dei Medici sara' dal principe a tradimento consegnato all'inquisizione

 

Il sangue di Pietro Carnesecchi sara' il prezzo della corona granducale di Toscana

 

 

dalla "Storia del Granducato di Toscana" di Riguccio Galluzzi editore Marchini Leonardo 1822

 

Fosse in Borromeo debolezza di lasciarsi guadagnare dal Farnese , ovvero perfetta cognizione del Soggetto nominatoli dal medesimo e' certo che egli s'impegno' a proporre il Cardinale Alessandrino , il quale a pieni voti li sette gennaio resto' assunto al Pontificato. …....... facendosi denominare Pio V; …................Niuno certamente si rallegro' di tale elezione temendo di veder risorgere in esso il genio feroce di Paolo IV , di cui si era dimostrato sempre sincero ammiratore…...................

Estremamente zelante della purità della Fede introdusse un nuovo metodo nel Tribunale della Inquisizione, e sì prefisse di purgar l'Italia da tutti quei soggetti , che fossero infetti delle nuove opinioni; ne richiese perciò a varj principi per averli nelle sue forze, il che sparse per l'Italia il térrore, quale tanto più si accrebbe quando si rese noto l'impegno con cui richiese a Cosimo il Carnesecchi.

Pietro Carnesecchi Fiorentino era di una famiglia assai riguardèvole, e di quelle che seguitarono la fortuna dei Medici: servì Clemente VII in qualita' di Segretario e ciò gli meritò la protezione della Regina Caterina , la benevolenza di Cosimo, e l'acquisto di un competente Patrimonio Ecclesiastico ; dopo la morte di Papa Clemente , nauseato della permanenza di Roma , scorse per le varie Citta' dell'Italia., occupandosi unicamente delle lettere , e della conversazione dei dotti ; era egli versatissimo nelle lettere Greche e Latine , eloquente parlatore , e poeta. Passò in Francia , dove, mediante il favore, di quella Regina, e del suo proprio merito fu tenuto in sommo onore, e stimato da quella Nazione.

Siccome nei suoi viaggi avea contratto' amicizia con alcuni settarj, e singolarmente con Pietro Martire, e con Bernardino Ochino, s' imbevve percio' facilmente delle loro opinioni: ciò diede occasione alla Inquisizione di Roma di processarlo mentre era in Francia , ma il favore di quella Regina pote' liberarlo da ogni molestia. Nel 1552 ritornò in Italia , e stabili la sua dimora in Venezia, dove nel 1557 giunsero novamente a turbarlo le citazioni di Roma , e: in conseguenza il terrore dell'inesorabile Paolo IV. In tale occasione la protezione del Duca fu efficace a salvarlo dalle mani dell'Inquisitore Fra Míchele per mezzo di commendatizie, proroghe, e attéstazioni d'infermità, tanto che lo trattenne dal comparire , finché ebbe' vita quel Papa. Successe poi Pio IV. , e allora non fù dìfficile a Cosimo di renderlo immune da qualunque molestia , che anzi volle si portasse egli medesimo a Roma a difendere la propria causa : nel 1561 ne riporto' una sentenza assolutoria, che lo dichiarava purgato da ogni macchia d' imputazione, e riconosciuto per vero Cattolico, e obbediente alla Chiesa Romana. Dopo tanti travagli prevalse nondimeno nel Carnesecchi il fanatismo alla prudenza , poiche' non solo continuò con i settarj le antiche corrispondenze , ma apparve ancora complice , e fautore della evasione del Pero. Era questi Pietro Gelido da Samminiato, denominato comunemente il Pero, Ecclesiastico di molta dottrina, esercitato anch' esso in sua gioventù neila Corte di Clemente VII. Avea servito il Duca con carattere di Segretario alla Corte di Francía , e poi trattenutosi alla Corte di Ferrara si era meritato la benevolenza della Duchessa Renata , per opera della quale s'imbevve delle nuove opinioni di Calvino, che essa professava palesemente. Dipoi il Duca Cosimo lo dichiaro' suo Segretario Residente presso la Repubblica di Venezia, e dal 1552 al 1561 servì in questo incarico con molta lode, e sodisfazione del suo Principe. Ma infine la familiarità, e domestica conversazione del Carnesecchi avendo posto in agitazione il suo spirito, mosso dal fanatismo si risolvè di abbandonare l'Italia . e portarsi in Francia presso la Duchessa Renata per professare liberamente la nuova Setta con la di lei protezione . I Fiorentini della Regina avendolo diffamato per uno spione di Cosimo lo posero in necessita' di ritirarsi in Ginevra ,dove incorporatosi con quella Chiesa , e ridottosi a mendicare il cibo ,scriveva a Cosimo lettere oratorie , perche' inducesse il Papa a convocare un Concilio nel centro della Germania , e v'intervenisse personalmente. Fu comune opinione che il Carnesecchi , oltre ad aver fomentato il Pero a questa risoluzione , lo ajutasse ancora con le rimesse di danaro. Nondimeno egli si stava in Firenze godendo il favore del Duca , e conversando con esso domesticamente , essendo quel Principe singolarmente inclinato alla compagnia degli uomini di lettere . Questa tranquillita' del Carnesecchi doveva pero' essere turbata sotto un Papa Inquisitore , a cui erano ben noti i suoi andamenti , le corrispondenze , e le antecedenti imputazioni.

Considerando Pio V , che siccome costui era il piu' autorevole e illustre corrispondente dei Settarj in Italia. Il toglierlo di mezzo era percio' della massima importanza per estirpare da questa Provincia il seminio delle nuove opinioni. Sapeva la protezione , che avea Cosimo per il medesimo , e trattò in Congregazione del modo di obbligarlo con gli ufficj per non avere una negativa. Ecco come il Cardinale Pacecco li diciannove di Giugno prevenne il Duca di questo affare: Dalla lettera ,che N.S. scrive a Vostra Eccellenza , e dalla persona , che spedisce, potra' Ella ben giudicare di quanta premura sia il negozio , che il Padre Maestro Le dirà , nel quale Le posso assicurare che ho visto con i miei occhi cose nuovamente scoperte, che non solo non si possono dissimulare , ma sarebbe gran peccato davanti a Dio se sua Santita' non ne venisse a capo , e di Vostra Eccellenza come Principe Temporale se non desse al Papa tutto il favore , di cui ha bisogno per fare il suo uffizio come Vicario di Gesu' Cristo . Sua Santita' mi ha parlato di questo affare con gran premura e ansieta', e io l'ho assicurata di due cose , l'una che in tutta la Cristianita' non vi e' principe piu' zelante della gloria di Dio , e delle cose della Inquisizione quanto Vostra Eccellenza, e Sua Santita'conosce molto bene questa parte in Lei , e la predica. L'altra che per suo particolar contento e consolazione non vi sarebbe cosa per grave che fosse , che Ella non facesse , e mi ha detto che non poteva venir negozio in cui Vostra Eccellenza gli potesse mostrare il suo animo come questo ;e per dichiararglielo in una parola diro' che mi commesse nella Congregazione due volte che io venissi in persona a far l'uffizio, che viene a fare il P.Maestro, e se gli illustrissimi miei Colleghi non avessero disapprovato questa risoluzione non mi scaricava di tal peso ,dicendo queste parole : << Se bisognasse per la buona spedizione di questo affare che andassi io in persona lo farei volontieri , perche' questo e' il mio uffizio. >>

Non si meravigli Vostra Eccellenza che per un uomo solo si faccia questa istanza , perche' sarebbe possibile ricavare altre cose che importassero moltissimo , e forse qualcuna che fosse di suo servizio. La supplico intanto che , considerando questo negozio con la sua solita Cristianita' e prudenza , si risolva in quello come suole nelli altri maggiori , tenendo Dio davanti agli occhi , e tenendo ancora per certo che da questo caso dipendera' gran parte della buona corrispondenza , che Vostra Eccellenza deve tenere col Papa in questo Pontificato ecc.

Fu percio' spedito a Firenze il Maestro del Sacro Palazzo , accompagnato da una lettera di proprio pugno di Sua Santita' in data del 30 Giugno del seguente tenore : Dilecte fili ecc..Per causa molto importante al servizio di Sua Divina Maesta', e della Religione Cattolica mandiamo il portatore della presente Maestro del nostro Sacro Palazzo , e e quando non fossero stati i caldi eccessivi avressimo mandato il Cardinale Pacecco per la stessa causa , tanto l'abbiamo a cuore per l'importanza suddetta , nella quale dara' ad esso Maestro quella credenza , che daria a nostra medesima persona. Cosi Sua Divina Maesta' benedicavi ecc..Cosi vigorose premure del Papa posero il Duca Cosimo in un grave cimento, ma prevalendo in esso il desiderio di guadagnarsi la sua benevolenza , e dimostrare il zelo per la Religione , delibero' di concederlo , lusingandosi che in progresso i buoni ufficj , e forse la giustizia della causa avrebbero potuto renderli la liberta'. Condotto a Roma li quattro di Luglio fu rinchuso nelle carceri della Inquisizione . Dopo nove mesi di silenzio il Duca spedi espressamente al Papa per implorare la di lui clemenza , e impiego'a questo effetto l'autorita', e il favore dei Cardinali ; tento' di scusarlo , attribuendo i suoi errori a leggerezza piuttosto che a matura riflessione ; ma tutto fu inutile perche' il Carnesecchi si aggravava da per se stesso nei costituti .Li ventuno di Settembre 1567 fu letta pubblicamente la sua sentenza e dichiarato convinto di trentaquattro opinioni condannate ; fu privato di tutti gli onori , dignita', e benefizj , e consegnato al braccio secolare; gli fu posto indosso il Sambenito , dipinto a fiamme ,e diavoli , fu degradato. Si tento' a nome del Duca di muovere il Papa a compassione per risparmiarli l'ultimo supplizio ; e siccome era impenitente , Sua Santita' sospese l'esecuzione per dieci giorni , promettendo la grazia qualora si convertisse . Un Cappuccino da Pistoja fu incaricato di esortarlo , e ridurlo con la speranza della vita , ma egli godeva di disputare , e non di pentirsi , e sprezzava la morte . Riconosciute inutili le prove di Fra Pistoja li 3 Ottobre 1567 fu decapitato in Ponte , e abbruciato. Sostenne fino alli ultimi momenti il suo fanatismo , e volle intervenire alla esecuzione come in pompa, affettando di avere biancheria , e guanti nuovi , ed eleganti , giacche' il Sambenito infiammato non gli permetteva l'uso di altre vesti.

La compiacenza di Cosimo accrebbe certamente nel Pontefice la stima , e l'amicizia verso di esso;

 

 

 

 

anno 1567 dopo un lunghissimo processo il 16 agosto 1567 la condanna a morte. La lettura della sentenza duro' oltre 2 ore

 

 

Alcuni passi da Oddone Ortolani "Pietro Carnesecchi"

 

SENTENZA DI MORTE

(Roma, 16 agosto 1567)

Noi Bernardino di Santo Mattheo de Trani, Scipione di Santo Angelo di Pisa, Francesco di Santa Croce in Hierusalem Pachecco et Giovanni Francesco di Santa Potentiana di Gambara' de' titoli per la mìseratione divina della santa romana Chiesa preti cardinali et nella universa republica christiana contro l'heretica pravità inquisitori generali dalla Santità di nostro signore Pio per la divina providentia papa quinto spetialmente deputati, ogni giorno per esperienza vederno verificarsi quello che il divino apostolo san Paulo scrivendo a Thimoteo predisse: "Erit enim tempus cum sanam doctrinam non sustinebunt, sed ad sua desíderia coacervabunt síbí magístros prurientes auríbus et a veritate quidem auditum avertent, ad fabulas autem convertentur ", sì come in questi infelici et calamitosi tempi si vede continuamente fare da molte scelerate sette di heretici, con irreparabíl danno della republica christiana et perditione d'infinite anime, et particolarmente se può considerare nella presente causa.

Poiché, essendo tu Pietro Carnesecchi, chierico fiorentino già prothonotario apostolico, in questa corte di Roma stato allevato et liberalmente beneficato di honori, beneficii ecclesiastici et pensioni, non bavendo riguardo all'ineffabile verità della santa fede catholica né rispetto veruno all'authorità della santa romana et apostolica Chiesa, né considerando il grado tuo ma deviando dalla diritto strada della vera salute, cadesti in alcune beresie contro la detta santa fede et tenesti et credesti molte et diverse opinioni beretiche et erronee:

Et prima dal 1540 in Napoli, instituito dalli quondam Giovanni Valdés spagnolo, Marc'Antonio Flaminio et Bernardino Occhino da Siena et conversando con loro et con Pietro Martire' et con Galeazzo Caracciolo et con molti altri beretici et sospetti d'heresia, leggendo il libro Dei beneficio di Christo et scritti del detto Valdés…......................................................................................................................................................

Invocato il santissimo nome di nostro signore Jesu Christo et della gloriosissima vergine Maria , dalla faccia delli quali procedono li retti giuditii et gli occhi dei giudici riguardano la verita', in questa causa et cause vertenti nel Santo Officio , tra il magnifico m. Pietro Belo procuratore fiscale di esso Santo Officio, da una parte e te Pietro Carnesecchi, reo, processato , confesso et colpevole respettivamente ritrovato, dall'altra parte , per questa sentenza definitiva, che in questa scrittura proferimo, pronunciamo, sentenziamo , diffinimo et dechiariamo , che tu Pietro Carnesecchi dall'anno 1540 et seguenti sei stato eretico , credente agl' eretici , et loro fautore , et recettatore respettivamente , et percio' sei incorso nelle sentenze, censure e pene legittime et ecclesiastice, dalli sacri canoni, leggi, et constitutioni, cosi generali come particolari, a simili delinquenti imposte. Et attesi tanti inganni fatti alla Santa Chiesa ,et tanti periurii , varieta', vacillationi , et l'incostantia et instabilita' tua et la durezza nel confessare la verita', et la impenitentia da te mostrata in molte cose , per molti segni , et tra gl'altri essendo prigionenel scrivere et dare avisi in favore di heretici ,come si e' detto,et la inveterata vita nelli errori et conversatione d'heretici et l'incorrigibilita'tua,poiche' in tre altre instanze oltra di questa e' stato giudicato di te et tua causa,havendo in quelle deluso et et ingannato il Santo Offitio, né doppo le prefate due assolutioni ti sei emendato né corretto, et considerando che perciò il Santo Offitio di te non si può più fidare né haverne sigurtà che sii vera et sinceramente pentito, né può sperarne correttione alcuna; per questo similmente ti dichiaramo et giudichiamo heretico impenitente, fintamente converso et diminuto et esser ipso iure privato, et quatenus opus est di nuovo ti priviamo d'ogni grado, honore et dignità et de' beneficii, pensioni et offitii ecclesiastici et temporali, qualunche si siano et in qualsivoglia modo qualificati, et quelli essere vacati dal tempo delle tue beresie, et doppo quello te essere stato inhabile a conseguirli, et alla confiscatione de tutti li tuoì beni mobili et stabili et semoventi, ragioni et attioni, secondo la dispositione de' sacri canoni, da applícarse sì come l'applichiamo a chi di ragione si debbono.Et come incorrigibíle, impenitente et fintamente converso parimente dechiaramo et decretiamo dovere essere degradato, sì come ordiniamo che sii attualmente degradato, dalli ordini nelli quali sei constituito. Et così degradato ex nunc prout ex tunc come inutil palmíte"' ti scacciamo dal foro nostro ecclesiastico et dalla / protettione della nostra santa Chiesa et diamo et relassiamo alla corte secolare, cioè a voi monsignore governatore di Roma, che lo riceviate nel vostro foro et a vostro arbitrio da punirsi con debito gastigo, pregandovi però si come caldamente vi preghiamo a moderare la sentenza vostra intorno la persona sua senza pericolo di morte et effusione di sangue.

Ita pronunciamus nos cardinales inquisitores generales infrascripti

Bernardinus cardinalis Tranensis

Scipio cardinalis Pisarum

Franciscus cardinalis Pacheco

Ioannes Franciscus cardinalis de Gambara

 

La pubblicazione della sentenza avvenne nel corso di un solenne autodafe'svoltosi nella chiesa della Minerva in Roma al quale Pio V volle dare particolare importanza appunto per la funzione d'esempio che la condanna dell'alto prelato doveva assumere presso i componenti della Curia. A tutti i cardinali di stanza a Roma venne imposto di parteciparvi

 

 

 

…...Segui la lettura della sentenza del secondo condannato a morte. E poi i due vennero condotti in sagrestia per subire la degradazione. Carnesecchi passo' in mezzo a una folla di grandi personaggi quasi tutti da lui conosciuti che lo guardavano con interesse misto a disprezzo. Anche in questa occasione volle far sfoggio di superiorita' agli eventi e a un gentiluomo di vista corta che si sporgeva per guardarlo <<Non vi affaticate tanto per vedere questo ricamo >>disse gentilmente , alludendo alla veste d'infamia con la quale era stato coperto << ecco che ve la mostro con comodita'>> e al proprio compagno di sorte fu sentito dire : <<Padre , noi andiamo vestiti a livrea come se fussi di carnevale>>

 

Il primo ottobre 1567 il C. (in questi casi la decapitazione doveva precedere il rogo) lasciò il carcere di Tor di Nona e salì al patibolo con dignità e decoro. Il taglio della testa, notano gli agenti di Cosimo I che assistettero all'evento, avvenne senza problemi nella piazzetta antistante il ponte S. Angelo. Qualche problema ci fu per l'azione del rogo a causa della pioggia.

 

E ancora

 ….............. Al momento di lasciare il carcere Carnesecchi non pronuncio' parole di circostanza ,ne' lascio' ricordi personali ; soltanto quando fu sul punto di muoversi verso il luogo dell'esecuzione, scorgendo che la minaccia di pioggia era cessata per il tempo che gli restava da vivere si tolse il ferraiolo per donarlo ai confortatori. Apparve allora elegantissimo, come se si recasse a una gran festa con indosso un vestito << tutto attillato con la camicia bianca ,con un par di guanti nuovi e una pezzuola bianca in mano>> . Fra i presenti si rinnovo' l'ammirazione che al cronista dell'autodafe'della Minerva aveva fatto esclamare << pulcherrimus erat aspectu et magnum nobilitatis signum ostendebat >>

 

Il tragico corteo si mosse alle sei del mattino…....Agli scarsi spettatori Carnesecchi apparve straordinariamente sereno e sicuro di se'; sali' sul palco con atteggiamento di alto decoro e di distacco di quanto accadeva intorno a lui <<nel condursi non mostro' vilta' non per altro se non per ostentatione del mundo e perche' andasse fuori voce che lui fosse morto con molta costantia per la nuova religione.>>

 

….........Due anni dopo Cosimo I riportava il premio del suo tradimento e riceveva il titolo ambito di Granduca e una Bolla pontificia che diceva come per suo merito, per la sua virtu'e per la prudenza la provincia della Toscana era , tra tutte le altre, la piu' libera dalla perniciosa tabe delle pestifere eresie

 

(Da Agostini Antonio "Pietro Carnesecchi e il movimento Valdesiano" )

 

 

 

Pietro Carnesecchi e' commemorato , dagli Evangelici , come martire il 2 di ottobre

 

 

 

 

 Cronologia della vita di Pietro Carnesecchi

 Abate di San Piero di Ebuli (Diocesi di Salerno ) Abate di Santa Maria di Garello ( Diocesi di Adria ) Governatore di Tivoli e Castellano della Fortezza

Canonico del Duomo di Firenze dal 1533 al 1542 anno in cui rinunzio' all'incarico

 

Anno 1508 Nasce a Firenze il 24 dicembre 1508

Anno 1518 Scholarus et clericus presso il seguito del cardinale Bibbiena insieme ai figli del suo fratello uterino Antonio Dovizi :Marcantonio e Vittorio

Anno 1524 entra al servizio di Giulio dei Medici eletto papa il 18 novembre 1523 col nome di Clemente VII

Anno 1527 sacco di Roma

Anno 1529 presenzia all'investitura cardinalizia di Ippolito dei Medici

Anno 1529 presenzia all'incoronazione di Carlo V in Bologna

Anno 1530 ottiene da Clemente VII la grazia per Filippo Del Migliore condannato al confino dalla reazione medicea a Firenze

Anno 1532 conosce il Vergerio nunzio in Germania da cui negli anni a venire sara' relazionato dei fatti in Germania

Anno 1533 e' nominato da clemente VII segretario pontificio al posto di Giacomo Salviati ( Trionfa la politica di avvicinamento alla Francia )

Anno 1533 matrimonio di Caterina dei Medici nipote di Clemente VII con Enrico di Orleans

Anno 1533 16 dicembre breve di Clemente VII in cui gli concede il canonicato della metropolitana fiorentina

Anno 1534 frequenta a Roma Vittor Soranzo, Pietro Gelido ,Giovan Tommaso Sanfelice , Giovanni Valdes

Anno 1534 segue la predicazione di fra Bernardino Occhino a Roma

Anno 1534 muore Clemente VII viene eletto Paolo III Farnese antimediceo Carnesecchi e' destituito dall'incarico di segretario

Anno 1535 conosce Vittoria Colonna la poetessa

Anno 1535 conosce nel castello di Fondi Giulia Gonzaga Lei ha 25 anni lui 27 tra i due s'instaura una fortissima amicizia spirituale

Anno 1536 segue Giulia Gonzaga a Napoli che l'introduce nella nobilta' napoletana e dove ritrova Giovanni Valdes e ne segue la predicazione

Anno 1536 incontro a Napoli con Carlo V , reduce dall'impresa di Tunisi ,

anni 1536-1539 si ritira nella casa paterna a Firenze

anno 1536 nella sua casa paterna di Firenze dove si era ritirato si ebbe una straordinaria riunione di alcuni dei piu' vivaci protagonisti della storia religiosa del cinquecento :Ochino, G.P. Carafa , Caterina Cybo , Pole ,Giberti , Priuli

anni 1536 1539 diventa familiare del duca Cosimo I

anno 1538 incontra vittoria Colonna a Bagni di Lucca alle terme

anno 1539 torna a Napoli ed incontra Giulia Gonzaga rimane a Napoli circa un anno e aderisce al Valdesianesimo

anno 1540 conosce e diventa amico del Flaminio

anno 1541 Carnesecchi torna a Firenze viaggiano con lui ,il Flaminio ,il Rullo , il Villamarina sostano presso il cardinale di Mantova Ercole Gonzaga

anno 1541 il flaminio risiede per 6 mesi presso il Carnesecchi ed hanno contatto col Vermigli ,l'Occhino e con Caterina Cybo

anno 1541 legge il Calvino

anno 1541 su invito del Pole il Carnesecchi ed il Flaminio lo raggiungono a Viterbo dove trovano anche il Soranzo , il Priuli ,il Merenda ,il Rullo, Bartolomeo Stella ed altri

anno 1541 Vittoria Colonna e' a Viterbo ed invita Giulia Gonzaga a raggiungerla , ma Giulia non accetta

anno 1541 Carnesecchi ,Flaminio ,Soranzo,Priuli studiano Luttero

anno 1542 Carnesecchi e' a Venezia

anno 1546 Paolo III intima a Carnesecchi di presentarsi a Roma per rispondere dell'accusa di eresia

anno 1546 si muovono a suo favore il Pole ,Cosimo I, il cardinale Farnese

anno 1546 e' a Napoli presso Giulia Gonzaga

anno 1547 e' a Bagnorea invitato da il Pole e dal Flaminio

anno 1547 muore Vittoria Colonna

anno 1547 e' a Fontaineblau accolto cordialmente da Caterina Dei Medici

anno 1547 Caterina dei Medici da un incarico di prestigio al Carnesecchi , per 5 anni il Carnesecchi segue la corte francese ed e' in grande favore dei reali di Francia

anno 1549 muore Paolo III , il Pole rifiuta la nomina per acclamazione , viene eletto Giulio III

anno 1549 i cardinali francesi denunciano il Carnesecchi come eretico al re di Francia senza risultato

anno 1547 -1552 influenza del Carnesecchi su Margherita di Valois

anni 1547 - 1552 e' in rapporti a Parigi con il tipografo Roberto Stefano d'idee calviniste

anni 1547 - 1552 gravemente ammalato fa un atto di rinunzia a favore del cardinale Morone e' la prima notizia che si ha della loro intimita'che doveva gia' essere molto forte

anno 1552 il Carnesecchi rinuncia alla sua carica presso il re di Francia e si stabilisce a Lione

anno1552 il Carnesecchi ha intensi contatti con i mondi della riforma

anno 1553 torna a Venezia

anno 1553 Giulia Gonzaga finisce nel mirino dell'inquisizione

anno 1555 muore Giulio III e sale al pontificato Paolo IV Carafa azione forte contro gli eretici sono accusati il Pole e il Morrone

anno 1557 secondo processo a Carnesecchi si muove in suo favore Cosimo I e Giulia fa muovere in suo favore Ferrante Gonzaga

anno 1558 muore il Pole

anno 1559 il Carnesecchi condannato A morte in contumacia 24 marzo 1559

anno 1559 muore Paolo IV Carafa 19 agosto 1559

anno 1559 viene eletto pontefice Pio IV Medici

anno 1560 muore Alvise Priuli

anno 1561 Pio IV proclama solennemente che il Carnesecchi era stato sempre <<innocente e catholico >>

anno 1561 e' a Napoli con la Gonzaga

anno 1561 il Gelido e il Brancuti fuggono da Venezia e si rifugiano a Ginevra

anno 1562 settembre abbandona Napoli e va a Roma

anno 1563 a Roma tenta di pubblicare le oper del Pole

anno 1564 e' a Venezia

anno 1565 muore Pio IV sale al pontificato Pio V Ghisleri

anno 1565 Carnesecchi si rifugia a Firenze sotto la protezione di Cosimo I

anno 1566 16 aprile muore giulia Gonzaga tutto l'epistolario col Carnesecchi cade in mano all'inquisizione . La posizione del Carnesecchi e' irrimediabile

anno 1566 Cosimo I consegna il Carnesecchi all'inquisizione

anno 1566-1567 il processo durante il quale il Carnesecchi viene torturato

anno 1567 dopo un lunghissimo processo il 16 agosto 1567 la condanna a morte. La lettura della sentenza duro' oltre 2 ore

anno 1567 la condanna venne eseguita il 1 ottobre mediante decapitazione , quindi il corpo venne arso

 

 

Da :

Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio racconto storico di Agostino Ademollo seconda edizione con correzioni e aggiunte per cura di Luigi Passerini   Stabilimento Chiari Firenze 1845

 

Note del Passerini : nota 17………… pagina 1768……………………….

 

E' famoso Piero Carnesecchi protonotario apostolico , uomo distinto per letteratura ed amico di Cosimo I. Essendosi imbevuto delle opinioni dei Luterani , andava altamente

predicandole , talche' viveva in gravi disturbi con l'inquisizione e solo sicuro perche' sempre ai fianchi del Duca (sic : non ando' cosi ) . Quando il Medici si maneggio' presso Pio V

per aver titolo granducale , uno dei patti impostigli dal Pontefice si fu la consegna del Carnesecchi . Cosimo I lo fece immediatamente arrestare e condurre a Roma nelle carceri dell'inquisizione.

La fu processato ; e il 10 Agosto 1562 (SIC : fu giustiziato il 01 ottobre 1567 ) gli fu recisa la testa e quindi abbruciato il cadavere 

 

 

I beni di Pietro che avrebbero dovuto essere incamerati dalla chiesa come beni di un eretico furono da Pio V messi nella disponibilita' di Cosimo I che ne dispose a favore della famiglia

 

 

 

 

 

 

Il processo e la condanna di Pietro avranno conseguenze sul nipote Marcantonio Dovizzi

e su una figura che ancora non mi e' chiara;

Paolo Sebastiano

 

 

 

 

 

 

FILIPPO DI PAOLO DI ANDREA E LA MAPPA DI ROMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003 revisione Giacomo Carnesecchi