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indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Come condurre una ricerca genealogica

 

Consigli di Pierluigi Carnesecchi 

 

Ho cercato di ricostruire le genealogie dei Carnesecchi di La Spezia

 

Mi sono recato ai servizi cimiteriali della Spezia dove e' seppellito mio nonno Malacchia e ho ritrovato l'atto con cui e' registrato l'ingresso

della sua salma , in questo atto c'erano i dati di morte e il nome del padre e il luogo di nascita : Collesalvetti

Ho inviato una e-mail al responsabile dei servizi demografici del Comune di Collesalvetti e ho avuto informazioni preziose sul padre

e il nonno di mio nonno per cui ho scoperto che Giovanni padre di Malacchia era nato a Fauglie (Pisa ) da un certo Angiolo in un anno compreso tra il 1825 e il 1829.

 

 

Archivi di Stato e Archivi Diocesani

 

 

 

Nella seconda metà dell'Ottocento, si istituirono le registrazioni da parte dell'autorità civile.

Agli inizi del XIX secolo, in alcune regioni italiane, fu istituito lo Stato Civile comunale che dal 1866 il Regno d'Italia rese obbligatorio in tutto il territorio nazionale.
Anche gli Archivi Storici Comunali conservano una notevole quantità di documenti - in alcuni casi risalenti fino al XIV secolo - preziosi per la ricerca genealogica

 

Quindi a partire dai giorni nostri a circa il 1860 si puo' risalire con sicurezza ai nostri avi attraverso la documentazione dell'Autorita' Civile. In talune localita' tale documentazione si spinge anche ai primi del 1800

 

In Toscana possiamo contare anche su :

 

Censimento del 1841

il microfilm delle nascite, morti, matrimoni dal 1/06/1808 al 30/04/1814

 

Oltre a questa documentazione facile da acquisire possiamo accedere alla documentazione ecclesiastica che si spinge dai giorni nostri fino al 1563 ( Concilio di Trento ) e in taluni casi anche piu' indietro

 

Punto fondamentale per una seria ricostruzione genealogica sono i registri anagrafici parrocchiali.

Il Concilio di Trento, terminato nel dicembre del 1563, rese obbligatoria la tenuta dei libri dei battesimi e dei matrimoni.

All'inizio del Seicento, con Bolla papale, fu resa obbligatoria anche la tenuta da parte dei parroci dei registri dei defunti.

Ciò non significa che immediatamente tutti i parroci cominciarono a tenere questi registri. Ciò varia da parrocchia a parrocchia.

Oltre a questi registri dei battesimi, matrimoni e defunti, sono anche importanti gli elenchi dei cresimati e gli stati delle anime.

Generalmente questi Archivi Parrocchiali si sono conservati in buono stato, anche se terremoti, incendi, alluvioni e guerre hanno causato diverse distruzioni.
In alcune Diocesi gli Archivi Parrocchiali più antichi sono stati in seguito accolti negli Archivi Storici Diocesani.

 

 

Accanto alla documentazione anagrafica vi e' tutta una documentazione notarile fatta di contratti commerciali di testamenti e successioni di acquisti e vendite

 

Inoltre vi e' la documentazione fiscale : tasse e dichiarazioni fiscali

 

I nostri antenati hanno lasciato traccia di sé nelle registrazione delle nascite, dei matrimoni e delle morti, nelle "promesse di matrimonio", negli "stati delle anime", nei testamenti e negli atti notarili che sono ancora conservati nei vari archivi locali.

 

Gli Archivi dello Stato raccolgono copia dei registri dello Stato Civile preunitario e, con gli Archivi Notarili, testamenti e contratti di vario genere, a partire dal XIII secolo.
E' in questi Archivi che è possibile rintracciare gli atti di battesimo o di nascita, di matrimonio e di morte di ogni singolo ascendente in line diretta e, per quanto possibile, in linea collaterale.

 

 

 


Nel Medio Evo manca ogni tipo di registrazione delle nascite e solo con il XV secolo, in alcune località se ne iniziò l'annotazione. Quindi il modo di procedere varia da luogo a luogo

.

 

 

Ricostruzione delle linee genealogiche di famiglie fiorentine

 

Nella ricostruzione delle linee genealogiche possiamo riferirci ai seguenti documenti :

documenti notarili

Intorno al 1360 e al 1390 dovrebbero essersi svolti in Firenze due estimi descrittivi ( cioe' estimi in ci venivano nominati gli individui ) una ricerca su questi documenti ( specie quello degli anni intorno al 90 ) potrebbe chiarire maggiormente la situazione

Fondamentale e' il catasto del 1427 che enumera i componenti di ogni singola famiglia

Prima della fine del quattrocento ci sono altri due catasti

Registro dei battezzati in San Giovanni (iniziano nel 1450 )

Necrologi religioso e privato del convento domenicano di Santa Maria Novella ( iniziano alla fine del XIII secolo e terminano con l'inizio del XVI secolo : quello religioso riporta i nomi di 602 frati, postulanti e conversi ; quello privato cita il nome e la data di morte di 1758 laici tutti seppelliti nel cimitero della chiesa )

Tali nomi sono desumibili da :

<< Nomi di uomini e di donne seppelliti in Santa Maria Novella , tratti da un libro di cartapecora nelle mani de' Frati di detta chiesa >> in "Delizie degli eruditi toscani" vol IX padre Ildefonso di San Luigi pagine 123-203

"Necrologio di Santa Maria Novella" . Testo integrale dall'inizio 1285 al 1504 , a cura di S.Orlandi , O.P. , Firenze 1955 2 volumi

Inoltre esistono i " Libri dei morti "

Gli archivi fiorentini infatti conservano elenchi di defunti molto importanti. La corporazione dei Medici e speziali e l'amministrazione della Grascia iniziarono a rilevare le sepolture all'incirca verso la stessa data ( 1376-1378 ) ; e' probabilissimo che esse raccogliessero essenzialmente le medesime informazioni in forma analoga .( Gli uffici della Grascia avevano la funzione di assicurare l'approvigionamento delle derrate alimentari per l'intera popolazione della citta' e quindi dovevano avere il controllo dei numeri della popolazione ; l'arte dei medici e degli speziali immatricolava anche i becchini e cercava di fissare le tariffe dei funerali e quindi voleva sapere quale fosse l'identita' del morto e la sua condizione sociale ). Quindi a partire da quell'epoca Firenze possedeva due serie diverse di registri nei quali erano annotate le sepolture effettuate in citta'. Di tali registri molte parti sono andate perdute.I registri dell'arte dei Medici e speziali sono perduti tutti quelli del periodo dal 1376 al 1450. I registri della Grascia rimasti partono dal 1385 con buchi per gli anni 1413-1422 ;1431-1438;1450-1456. Anche i registri conservati mancano di fogli e talvolta d'interi fascicoli Tra il 1385 e il 1430 , nonostante molte lacune ,i Libri dei Morti segnalano l'inumazione di 17.560 uomini e di 15.341 donne .

 

 

 

Vi sono alcune matricole delle arti per il Duecento e Trecento ed alcune per il Trecento. Le più importanti sono quelle dell'Arte della Lana, di Por Santa Maria (seta et alia), di Calmala, del Cambio.

La matricola del 1300 del cambio e' intera

Inoltre vi sono documenti amministrativi per il solo Trecento dai quali si traggono notizie di ufficiali delle suddette arti e di quella dei Giudici e Notai.

Poi vi sono anche documenti di arti minori (di poca importanza politica).

Matricole dell'arte dei medici e degli speziali

( pg 172 (CIASCA RAFFAELE - L'ARTE DEI MEDICI E SPEZIALI NELLA STORIA E NEL COMMERCIO FIORENTINO DAL SECOLO XII AL XV . FIRENZE OLSCHKI 1927 )

Le piu' antiche matricole dei medici e degli speziali a noi pervenute e conservate tutte nell'ASF , sono le seguenti

Il cod.7

Contiene gli iscritti dal 1297 al 1444 ,disposti alfabeticamente e distribuiti sotto gli anni 1297,1301,1312,1320 ,1353-1386, 1386-1 gennaio 1409 ,

1409-144. E' una trascrizione di piu' antiche matricole ,eseguita da giovanni di francesco neri cechi , coadiutore del notaio dell'arte; e a fianco di ciascun nome e' indicata la carta della vecchia matricola ,in cui esso si trovava registrato

il cod 8

contiene le matricole dal 1320 al 1347 ,divise per gruppi di anni e distribuiti per quartieri

il cod 9

contiene i matricolati del 1358, del 1363, e dal 1372 al 1380

il cod 21

contiene le matricole della citta',della campagna e dei forestieri dal 1410 al 1444 ,secondo l'ordine cronologico delle iscrizioni

 

 

 

 

 

 

I documenti utili a ricostruire le figure sociali e le carriere politiche dei nostri sono, molto semplicemente, tutti. Bisogna farne una selezione sulla base della quantità (anche perché raccogliere informazioni prosopografiche COMPLETE su di una persona o, peggio, su di un gruppo familiare fiorentini dopo, diciamo, il 1300 è praticamente impossibile per la quantità dei documenti. Limitandoci ai documenti privati: tipologicamente si può trovare nelle carte dei notai QUALSIASI negozio giuridico. Talvolta anche relativo a quello che noi chiamiamo diritto pubblico, perché nella documentazione privata rifluivano copie o citazioni di qualunque genere di documenti. Ciò significherebbe, teoricamente, controllare un numero altissimo di registri notarili e di pergamene (queste ultime consultabili tramite regesti, cioè riassunti). In pratica occorre trovare un filo rosso che consenta la ricerca. Ad esempio, individuare rapporti con un notaio e poi cercarne tutte le carte. Oppure individuare il radicamento della famiglia nelle zone urbane e nel territorio e cercare di analizzare la documentazione pertinente a tali luoghi (il che è praticamente impossibile per la città, per mancanza di repertori, possibile per il territorio). Ancora, cercare legami con istituzioni ecclesiastiche e controllarne i fondi (se sono rimasti). Purtroppo la verità è che nella documentazione privata le ricerche su individui e famiglie procedono letteralmente al buio. In area fiorentina gli studi i quali analizzano in modo estensivo la documentazione privata di fatto procedono o per nessi cronologici o per nessi geografici (studi di un territorio), e si fanno ormai solo come tesi di dottorato di ricerca.

( Dr VIERI MAZZONI )

 

 

 

 

Prestanza del 1351 a Firenze

 

Sempre Niccolo' Rodolico nel suo " La democrazia fiorentina nel suo tramonto " …….Procedendo nell'esame dei tempi posteriori si trova nel 1351 un dato statistico molto importante .E' questo cavato da una descrizione dei fuochi della citta , delle famiglie , delle famiglie cioe' con i nomi dei capi di casa, fatta in quell'anno per ragione di partire una pubblica prestanza

Nota : Archivio di Stato di Firenze ,Archivio delle Prestanze : Codice della sega del 1351

…….secondo i censimenti , forse incompleti , delle famiglie fiorentine stilati nel 1352 e nel 1355 restavano a Firenze non piu' di 10.000 famiglie ( I Toscani e le loro famiglie D.Herlihy e Ch. Klapisch-Zuber pag 242)

 

 

 

 

Prestanza del 1379 a Firenze

 

Niccolo' Rodolico nel suo " La democrazia fiorentina nel suo tramonto " …….Con il 1379 l'archivio delle prestanze ci offre una serie importante di registri dell'estimo , che ci danno alcuni mezzi per stabilire la cifra della popolazione…………………..

……………La collezione dei registri del

1379 e' per fortuna intiera. Sono quattro corrispondenti ai quattro quartieri , e vi sono notati tanto il ricco lanaiuolo quanto il manovale e il vergheggiatore della Lana. Ecco il numero degli iscritti che pazientemente ho raccolto per i quattro quartieri:

 

numero capifamiglia

 

 

Quartiere di San Giovanni

4780

Quartiere di Santa Maria Novella

2360

Quartiere di Santa Croce

2240

Quartiere di Santo Spirito

3992

 

 

Nota : Archivio di Stato di Firenze , Archivio delle prestanze, Libri dell'estimo del 1379 ; Quartiere S.Spirito, Registro num 369 ; Quartiere S. Croce , Registro numero 367 ; Quartiere S. Maria Novella , Registro num.368 ; Quartiere S. Giovanni Registro num. 369 (?)

…….Un estimo datato 1379 elenca 13779 famiglie nella citta' .Nel 1380 un altro censimento , ne conta un po meno , 13074 con 54.747 persone ( I Toscani e le loro famiglie D.Herlihy e Ch. Klapisch-Zuber pag 242)

 

 

 

 

 

 

 

 

Catasti fiorentini

 

Per quanto riguarda i catasti fiorentini, dobbiamo innanzitutto distinguere tra catasti cittadini, catasti del contado, e catasti del distretto che ebbero date differenti dopo la prima rilevazione:
Nel frattempo le fornisco gli estremi in mio possesso

Città:

1) 1427
2) 1430-1433
3) 1441
4) .....
5) 1480

Contado

1) 1428-1429
2) 1435 (detto estimo)
3) 1451
4) 1458-1460
5) 1469-1471
6) 1480
7) 1487-1490 (detto estimo)

Distretto:

1) 1429

 

 

con i catasti del 1430, 1433, 1441, 1444, 1457, 1480, 1491 (e non ho ancora finito). 

 

Come consultare i Catasti ( di Paolo Piccardi )

 

Alcuni catasti sono su pellicola. Le bobine non cominciano e finiscono per ogni libro ma dipendono da quanta pellicola avevano

a disposizione, per cui può accadere (ed è accaduto spesso) che nella bobina, per esempio, 122 ci sia l'indice del Gonfalone, ma che poi le portate si trovino nella bobina 123.

Le portate originali invece sono rilegate in libroni e si consultano in originale

Dunque, come funziona il catasto. Poichè è stato microfilmato, dobbiamo rintracciare la bobina. Si parte da un elenco di cognomi, dal quale si
ricava il quartiere, il gonfalone e il numero del documento. Passando per un altro paio di registri si giunge al numero della bobina.

Semba facile, ma non lo è, come ho spiegato nel messaggio precedente.

Per esempio, non sono ancora riuscito a trovare le bobine del contado.

Quello che mi fa imbestialire è il fatto che, nel corso dei secoli, tutti i documenti del catasto sono stati scandagliati e trascritti da un migliaio di
studiosi. Possibile che non si riesca a mettere insieme tutto il lavoro fatto?

 

Oggi ho ripulito la portata del catasto del 1480 della vedova di Francesco di Paolo, Agnese,

 

- Le portate del 1491 presentano un' ulteriore stranezza:

- Ho letto tutte le portate del popolo di San Miniato a Scò e ho trovato Niccolò con il figlio Paolo, ma non i discendenti di Francesco

- Però un altro dichiarante specifica, fra i confinanti dei suoi beni "redi di Francesco Piccardi"

- Poichè "redi" non indicava delle persone, ma "l'eredità di..", adesso so che devo cercare Guodantonio e Antonfrancesco, ossia mi devo rileggere tutte le portate. (a meno che non siano rientrati a Firenze e abbiano dato inizio ai Piccardi di Bagno a Ripoli e di Firenze. Cosa questa che mi farebbe quadrare molte cose.

 

 

Non ricordo se e ho inviato lo stralcio della portata al Catasto del 1457 di
Francesco di Paolo Piccardi, nel quale descrive i confini di una proprietà.

 

Io ho avuto fortuna con i notai perchè ho individuato quelli che operavano a Piandiscò (c' è un elenco per nomi e uno per località),

ma pescare quello giusto fra i tanti di Firenze... 

 

 

 

Consigli di PAOLO PICCARDI

 

 

( Paolo Piccardi ) ……………..La voglia di mettermi a scavare alla ricerca delle radici della mia famiglia venne fuori l' anno scorso, quando un mio cugino mi fece vedere un quadernuccio ricoperto in pergamena, che presentava alcune stranezze, sulle quali non mi sto a dilungare.

Premetto che né mio fratello, né i miei cugini, né tantomeno io, sapevamo neppure il nome del padre di nostro nonno, che sapevamo venire da Cascia, trasferitosi poi con la famiglia a Piandiscò, sempre nelle vicinanze e che nostro padre era venuto a Firenze verso il 1930.

La prima cosa che feci fu di andare a Reggello a consultare l'anagrafe e saltò fuori che il trasferimento a Piandiscò era avvenuto nel 1877, ma non trovai altre notizie.

……………………………………………..ho passato giornate intere all'archivio vescovile di Fiesole e a quello di Stato di Firenze e sono stato premiato:

A Fiesole ho potuto ricostruire tutto l'albero genealogico fino al 1400, grazie anche al fatto che per 600 anni i miei non si sono mossi da un fazzoletto di terra chiamato San Miniato a Scò, ma i semplici dati di nascita, matrimonio e morte niente poteva raccontare della vita vissuta.

Il caso ha poi voluto che un Piccardi (per ora non parente) mi dicesse di aver saputo di un libro dello Stopani, in cui si accenna a una descrizione del pellegrinaggio a Santiago di Campostela scritta da Francesco di Paolo Piccardi nel 1472.

Sono riuscito a rintracciare il libro dello Stopani, che attinge a un convegno dell' Università di Perugia del 1983, ho rotto l'anima alla prof.a che ha curato la trascrizione e sono riuscito ad averne una copia. Nell' ultrima pagina c'è scritto: Scritto da Francesco di Paolo Piccardi, cittadino fiorentino, abitante a Castelfranco di Sopra.

A questo punto le ricerche si sono spostate all' archivio di stato di Firenze, dove ho trovato le registrazioni del catasto, con la "dichiarazione dei redditi" originale, scritta di proprio pugno da Francesco, il quale dichiara il possesso del podere di CAMPIGLIA, a San Miniato a Scò, ossia lo stesso in cui sono nati i successivi Piccardi fino all' epoca moderna.

Da altre portate catastali e dai rogiti notarili ho cominciato a rendermi conto del vissuto dei vari componenti la famiglia. Per fortuna sono arrivato a questo punto delle ricerche dopo aver ben chiarito l'albero genealogico.

 

 

 

 

 

 

 

 

Consigli di PAOLO PICCARDI

 

 

Sono d'accordissimo sul fatto che la mera ascesa su per i rami dell' albero genealogico è un esercizio simpatico e interessante, ma che poco ci dice sulla vera vita vissuta, che si può ricavare da altre fonti, che non siano le mere registrazioni di battesimi, matrimoni e morti.

La mia esperienza è stata particolarmente fortunata, perchè, pur senza averlo preventivamente programmato, mi sono ritrovato ad aver percorso un cammino abbastanza spedito e conseguente, e forse può servire per le sue ricerche.

Come già ebbi modo di scriverle, da quando misi piede nell' archivio di Fiesole, le mie ricerche furono benedette dall' abbondanza di dati, che qualsiasi registro mi forniva, perchè i miei, benchè abbondanti, rimasero fermamente radicati in un minuscolo territorio.

In pochi mesi misi insieme i dati relativi a più di 500 Piccardi. Con un semplice programma in DOS raggruppai i dati trovati e con un bel programma, chiamato ANCESTRY, costruii l' albero genealogico, che l' archivio di Fiesole mi aveva consentito di risalire fino ai primi del 1500 (ma i dati più antichi riportavano anche i nomi dei padri e dei nonni, che arrivavano al 1400)..

Facendo un passo indietro, occorre ricordare che, prima dell' inizio delle ricerche, nessuno dei Piccardi viventi conosceva il nome del bisnonno, che esistevano tre stemmi differenti con differenti didascalie e origini, che i nostri nonni vivevano da contadini e che non c'era memoria di condizioni di vita diverse nel corso dei secoli.

Quindi, un ramificato albero genealogico di quasi 6 secoli era un bel passo avanti, anche se vi era incasellata solo la metà dei Piccardi trovati, perchè mi mancano collegamenti certi, specialmente per l' 800 e il 900, periodi certamente meno interessanti.

A questo punto ho abbandonato Fiesole e mi sono rivolto all' archivio di stato per trovare i fatti della vita e ho preferito seguire il denaro.

Il punto di partenza è stata la Decima Granducale del 1776, centrata sul comune di Castelfranco di Sopra.

Ho deciso questo tipo di approccio perchè si trattava della prima indagine molto accurata, e i fatti mi hanno dato ragione: per ogni individuo viene dettagliatamente descritta non solo la registrazione patrimoniale, ma anche gli estremi dei rogiti di acquisto dei beni elencati.

Setacciando i registri dei notai menzionati dagli atti relativi ai Piccardi ho trovato altre notizie impreviste, relative a testamenti, doti ecc.

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cioe' ha trovato dati relativi a secoli precedenti ? si puo' spiegare meglio magari con qualche esempio ?

Allora: dalla prima indagine sulla decima granducale del 1776 ricavai non solo l'elenco dei beni posseduti, ma anche gli estremi dei rogiti di acquisto.

Ho ricavato i nomi dei notai, mi sono messo a leggere pazientemente i loro registri ed ho trovato quello che mi aspettavo, ossia i rogiti di acquisto di cui sopra, ma anche cose che non speravo di trovare, quali le vendite, i testamenti, i patti dotali. A volte nel rogito si fa riferimento ai rogiti precedenti di acquisto e così via.

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Al termine di questa prima ricognizione ho capito che i Piccardi dell' epoca erano possidenti, che qualcosa derivava da proprietà antecedenti e che altri beni erano stati accumulati da almeno tre Piccardi, fattori dei Medici e degli Inghirami.

Dai rogiti era saltato fuori anche che, mancando in Toscana il diritto di primogenitura, alla morte del capofamiglia i beni venivano suddivisi fra i figli maschi, mentre alle femmine veniva assegnata una congrua dote.

Ecco che viene spiegato come, nel corso del tempo, le ricchezze si accumulavano e poi si disperdevano.

Dalle registrazioni di morte, raccolte precedentemente a Fiesole, mi ero accorto che i Piccardi, ovunque morissero, venivano sepolti nel sepolcreto di famiglia in S. Miniato a Scò, almeno fino a quando fu consentita la sepoltura all' interno delle chiese.

Ho quindi rintracciato l'archivio della soppressa compagnia dell' Assunta di S. Miniato a Sco e ho avuto la gioia di trovare pagine e pagine autografe della dozzina di Piccardi che si sono succeduti, fra il 1638 e il 1740, nella carica di Camarlinghi. Bellissime le calligrafie del 1600. Tutte fotografate.

Sono passato allora al mitico catasto del 1427, dal quale è saltato fuori che di Piccardi c'erano solo i due fratelli Francesco e Niccolò, che erano arrivati a Firenze da un paio d'anni, provenienti da Roma, che abitavano in San Niccolò e che avevano comprato un podere a Piandiscò, in quel di Campiglia. Il mio quadro era completo.

Perchè si fossero poi ridotti a fare i coltivatori diretti non mi risultava chiaro, ma la verità è venuta fuori poco alla volta, con i catasti del 1430, 1433, 1441, 1444, 1457, 1480, 1491 (e non ho ancora finito).

Ecco il fatto saliente: nel 1431 la Biagia, moglie di Francesco di Paolo Piccardi, viene condannata al confino (isbandita da Firenze) e a 1000 Fiorini di multa (da notare che fra casa a Firenze e podere a Pianciscò la spesa totale era di circa 500 fiorini).

Ecco che i Piccardi cominciano a vendere pezzi di terreno per pagare la multa, ed ecco perchè non rientrano a Firenze (la condannata era la Biagia, ma anche Francesco dichiara di essere "isbandito senza colpa").

Non so se lo stesso sia accaduto ai Carnesecchi, però devo dire che la pratica del confino era abbastanza frequente.

Nel corso della ricerca degli atti del processo alla Biagia, che non ho ancora rintracciato, sto trovando ordinanze di confino emesse dai Signori Otto e del Giudice degli Appelli a ogni piè sospinto.

Quando una fazione vinceva, l'altra veniva spedita lontano. Impressionante il numero di bandi di confino al rientro di Cosimo a Firenze nel 1434, con premio di 1000 fiorini oro a chi uccideva un confinato, al quale non era permesso avere contatti con la città, neppure in forma epistolare, e i familiari che fossero andati a trovare un confinato, compresa la la moglie e i figli, non avrebbero potuto fare ritorno a Firenze. Ecco da dove nasce l'isolamento, accresciuto anche dall' impoverimento.

Quindi, per rispondere alla sua domanda, ci sono due tipi di impoverimento: quello legato ad eventuali condanne, anche per motivi politici, e quelli derivanti dalla frammentazione dei beni fra gli eredi.

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uno perche' fu bandita la Biagia ? ( mi colpisce questo bando ad una donna ! )

Solo in una denuncia dei redditi viene indicato "per possessione turbata" e per questo sto sfogliando l' archivio del giudice degli appelli, per vedere se trovo gli atti del processo. Come ho detto, la pena è molto grave e non riesco a capire che genere di reato possa essere stato.

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Per quanto riguarda i Carnesecchi, ritengo probabile che la ricerca presso gli archivi parrocchiali possa portare almeno fino agli inizi del 1500, ossia dove sono arrivato io. A questo punto si può cominciare l'indagine presso i vari catasti e capire se c'è collegamento fra i suoi, quelli fiorentini, quelli di Cascia, i senesi eccetera.

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non pensavo che con le chiese si potesse risalire a dati precedenti al concilio di trento. Quale tipo di documenti

Infatti, anch'io sono rimasto sorpreso, ma credo di aver capito che, specialmente nel caso dei matrimoni, il prete aveva la duplice funzione di notaio (per i patti dotali fra quelli che non avevano i soldi per pagare il notaio) e di pubblico ufficiale. Credo di aver capito, infatti, che il matrimonio consisteva nel dare l'anello di fronte alla porta della chiesa. Ogni tanto, poi, il prete raccoglieva gli estremi di coloro che si erano scambiati l'anello nel periodo (un mese o anche molto più).

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Quindi, il procedimento che ho seguito io, e che mi sembra abbastanza razionale, è il seguente:

1. scavare negli archivi parrocchiali fino a dove è possibile, cercando un aggancio con i catasti del 1400

2. proseguire con le denunce dei redditi successive

3. ricavare da questi catasti i rogiti notarili di acquisto o di vendita

4. battere a tappeto i protocolli dei notai di famiglia

Se avessi cominciato dai catasti, dal Monaldi, dalle carte dell' Ancisa ecc. sarei andato per strade che non mi avrebbero portato a niente.

 

 

Si faccia dire a quale parrocchia appartenevano i Carnesecchi nel 1600-1700 e vedrò fra le compagnie soppresse.

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Quelli di Firenze a Santa Maria Maggiore di quelli di Lorenzana , quello che ad oggi so e' che arrivarono poco prima del 1760 a Tremoleto (oggi comune di Lorenzana (Pisa) )

Vedrò cosa c'è all'archivio di stato su Lorenzana e se c'erano compagnie soppresse dal Granduca Pietro Leopoldo

Fra le Compagnie soppresse ce n'è una di Lorenzana, la compagnia di S. Rocco e S. Sebastiano.

Stasera mi sono scartabellato l'archivio della Compagnia di S. Rocco e S. Sebastiano di Lorenzana e Tremoleto.

Gli atti vanno dal 1648 al 1780, comprendono le elezioni ai vari incarichi, i censi e livelli, i libri di entrate e uscite.

Purtroppo i Carnesecchi non vengono mai nominati.

(NB arrivarono poco prima del 1760 a Tremoleto )

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Salutoni

P.

scavare negli archivi parrocchiali fino a dove è possibile, cercando un aggancio con i catasti del 1400

ad esempio ?

Seguendo il denaro, come sempre. La chiesa è stata sempre attentissima e molto scrupolosa nella difesa dei diritti accampati sui propri beni, ben definiti con l'indicazione dei confinanti, dei venditori, dei livellari ecc. (questo senza limitazione temporale, anzi, i documenti più antichi conservati sono proprio quelli relativi al patrimonio). Anche le visirte pastorali servivano a verificare la "contabilità". Credo che a Lorenzana abbiano copia degli inventari dei beni della parrocchia. Io ne ho trovati di dettagliatissimi, con piantine, indicazione di case e confini, elenco delle famiglie ecc.

 

 

 

 

Consigli di Roberto Angelo Segnini

Con consigli importanti per la frequenza all'Archivio di Stato

 

 

 

Sono partito da due dati:il mio trisnonno era nato all’Elba nel 1845.All’archivio di Stato di Firenze, lo stato civile è stato microfilmato(è la conseguenza del lavoro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni(mormoni) di Salt Lake city).Sono partito dalla Bobina 116-Stato civile di Toscana- repertori dove si trovano i nati del 1845 in ordine alfabetico( Segnini). Ho trovato il comune(Marciana) e il Nome del Padre Franco o Francesco. A questo punto ho richiesto il cartaceo sulle nascite 1845 relativo al comune di Marciana( atto di battesimo).All’interno stava scritto al n°205 che Segnini Luigi era nato il 21/12/1845 a Poggio, nella parrocchia di S. Niccolò in Poggio con il padre di nome Francesco di professione soldato e di Pavolini Giovanna. Ho consultato la bobina 43,

Stato Civile di Toscana censimento dell’aprile 1841 relativa al comune di Poggio. Non ho avuto molta fortuna perché Francesco viveva con una coppia di parenti. Però : aveva 29 anni ed era vedovo. Da qui si deduceva la data di nascita di Francesco e il fatto che si era sposato tra il 1841 e il 1844/45. Ho consultato i matrimoni in questi anni: era il 1843.

Parallelamente ho visto la bobina 163- stato civile di Toscana anni 1808-1814- atti, località Poggio. Alle nascite, nel 1812, troviamo Francesco, figlio di Sebastiano Segnini di anni 36 circa, coltivatore ( non sa né scrivere né segnare) e di Mazzei Rosa ,contadina, di anni 30. Nel prossimo futuro comincerò a fare delle ricerche catastali; qui comincerà la parte difficile...

 

 

Puoi spiegare meglio ?

All’archivio di Stato di Firenze, tutto lo stato civile di Toscana è stato microfilmato

Gli anni consultabili sono :

il periodo 1808--1814

e quindi dal 1815 al 1865 ( tieni conto che inoltre nel 1841 vi sono anche i dati del censimento )

i dati comprendono nascite, matrimoni, morti di Toscana

particolarmente descrittivo e' l'anno 1838 infatti dovrebbero esserci gli atti di nascita, di matrimonio e di morte( tutti insieme) relativi al paese cercato.

 

Sei sicuro che non ci siano precedenti censimenti anche locali ?

NON TRA I MICROFILMATI.

BISOGNEREBBE CONTROLLARE L' ARCHIVIO CARTACEO N/300 E N/301.

Nell'Asf c'è uno schedario cartaceo, per singole opere ( non di tutti). Se cerchi lo Stato Civile, ti rimanda o all'M/10 che è la descrizione dei microfilm o al N/300 e N/301 che è l'archivio cartaceo( tutti e due riportano quelle parti che sono state danneggiate dall' alluvione).Generalmente il microfilm contiene un estratto di quanto è riportato sul cartaceo.

Altro caso: Mi hai scritto del manoscritto del Segaloni, con indicazioni precise. Mettiamo il caso che devi fare una ricerca ex novo. sai che devi cercare il Segaloni e pensi sia un manoscritto. La scheda ti dice che effettivamente il segaloni va cercato nell'archivio cartaceo dei manoscritti. Al numero 226, si scrive dell'opera del Segaloni e del suo contenuto. Quindi si fa un'ordinazione tramite computer: fornisci il tuo nome utente e la password, successivamente i dati.

Se i libri ci sono, ti verranno consegnati in due ore. Si può fare l'ordine da casa il giorno prima di recarsi all'ASF, ma devi possedere nome utente e password. Lo saprai certamente, ma il grosso inconveniente è che ti ritrovi a sera e non hai fatto nulla.

All'Asf sono, in genere estremamente pignoli: consentiti solo lapis e carta: bisogna farsi approvare materiale accessorio. Non si può avere bottigliette d' acqua dietro.

 

 

 

 

Consigli di PAOLO PICCARDI

 

Antonio dell' Ancisa, a metà del 600, si ripassò tutti i protocolli notarili esistenti all' epoca e compilò una diecina di volumoni

credo uno per argomento, ma non mi è del tutto chiaro, riempiendo le pagine, cognome per cognome (quindi penso avesse fatto una brutta copia) per ogni documento che esaminava. Purtroppo le note a margine non consentono di risalire al notaro, a meno che non siano simboli spiegati nel primo volume, non disponibile.

Quelli che ho visto io sono in condizioni pietose.

 

Cosa bisogna richiedere all'Archivio di Stato ?

 

 

 

 

 

Il cittadinario fiorentino

di Paolo Piccardi

 avrei bisogno di sapere cosa e' il Cittadinario fiorentino

come e' formato e diviso

in quanti volumi

chi lo ha scritto

quando

come si consulta

come si richiede materialmente all'archivio di stato

che utilita' ha ?

 

 

 

Il cittadinario fiorentino è una cosa molto strana, in merito alla quale neppure gli esperti in sala di studio mi hanno saputo chiarire il significato.

Sembra sia un elenco, compilato fra il 700 e l' 800, di persone che hanno ottenuto la cittadinanza fiorentina e in che data.

La sua consultazione mi ha sprofondato nel buio completo.

Ecco un esempio:

Cittadinario Fiorentino

S. Spirito 10

pag. 48

Piccardi del Sole 6 Gennaio 1500

+ Antonio di Francesco di Piero

Piero e Giovanni di Antonio di Francesco

Giuliano di Piero di Antonio

Sembra che questo nucleo si sia installato in Firenze il 6/1/1500. Tutti insieme, nonno, padri e nipoti.

Ma non dice da dove provenivano e non fornisce nessun'altra indicazione in merito all' età, le mogli ecc.

Le stesse indicazioni sono riportate pari pari nella raccolta Sebregondi e nelle schede del fondo Ceramelli Papiani.

Un po' poco per andare avanti, non sembra?

 

 

 

 

 

 

 

Alcune note sparse

Autori vari

 

 

 

 

 Dopo il concilio di Trento………

 

In forza di una disposizione adottata durante il Concilio di Trento del 1563, tutte le parrocchie, probabilmente per evitare matrimoni tra consanguinei, furono tenute ad istituire e ad aggiornare alcuni libri, detti parrocchiali, dove venivano segnati i battesimi, le cresime, i matrimoni, nonchè i decessi che avvenivano nel territorio della loro cura.
Successivamente a questi registri, si affiancarono gli "Stati delle Anime", che costituirono un vero e proprio censimento delle famiglie della comunità, stilato dal pievano in occasione della benedizione pasquale delle case.
Qui erano riportate le generalità del capofamiglia, della moglie, dei figli, dei fratelli e di chiunque abitasse nella casa, con specificata l'età (anche se spesso approssimativa), l'occupazione e i relativi gradi di parentela.

Infatti punto fondamentale per una seria ricostruzione genealogica sono i registri anagrafici parrocchiali.

Il Concilio di Trento, terminato nel dicembre del 1563, rese obbligatoria la tenuta dei libri dei battesimi e dei matrimoni.

All'inizio del Seicento, con Bolla papale, fu resa obbligatoria anche la tenuta da parte dei parroci dei registri dei defunti.

Ciò non significa che immediatamente tutti i parroci cominciarono a tenere questi registri. Ciò varia da parrocchia a parrocchia.

Oltre ai registri dei battesimi, matrimoni e defunti, sono anche importanti gli elenchi dei cresimati e gli stati delle anime.

 

 

 

 

  

 

 

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