UN' INGIUSTIZIA

Articolo di Duccio Baldassini 

 

 

 

Anno 1829.

E' questa la vicenda che ha condotto il mio trisnonno Bartolomeo a trasferirsi forzatamente a "La Scala" una piccola frazione ai piedi di San Miniato al Tedesco (Pisa).
Bartolomeo Baldassini era Postiglione alla posta di Montecarelli ( Barberino di Mugello ) quando venne ingiustamente licenziato .

Licenziato per essersi sposato nonostante la volonta' contraria della Postiera .

Bartolomeo con l'aiuto del parroco di Montecarelli , Martino Bindi, inizia la sua battaglia per essere mantenuto in servizio.

Una battaglia che ho ricostruito attraverso i documenti ritrovati in Archivio di Stato di Firenze.

Una battaglia che durera' circa un anno.

Come pero' spesso accade anche oggi , alla fine e' il piu' debole a soccombere.

 Duccio Baldassini

du.baldassini@libero.it

 


Archivio di Stato di Firenze
Soprintendenza Generale delle Poste
Reclami
Filza 223
Filza interna n. 8

 

 

 

C24rv

Ill.mo Sig.re Soprintendente
Bartolomeo Baldassini Postiglione all'Imperial e R: Posta di Montecarelli umilissimo servo di V.S. Ill.ma modestamente depone.
Come la Francesca Pollastri vedova Bulletti dimorante nel popolo di S.Maria a Colle Barucci, Postiera alla suddetta posta, senza equi, e giusti motivi, ma per puro e suo capriccio, per appagare la sua insoffribile ambizione, l'oratore non adombra il vero, giacchè ha nominato Francesca Pollastri ha detto, che è padrona della posta, e che può mandare via quando gli pare, e piace i Postiglioni, qualsichè fossero suoi schiavi, vuole togliere al medesimo Bartolomeo Baldassini la sua gubbia, e mandarlo via per questo.
Supplica l'oratore col più vivo del suo cuore, l'innata bontà di V. Signoria Illustrissima a vietare alla già enunciata Francesca Pollastri di mandar via senza consenso di V.S. Ill.ma il detto Postiglione, e in caso di esporle la causa di tal cosa, la quale Ill.mo signore la troverà ingiusta e affatto estranea ai suoi portamenti, e servizio prestati, poiché il suddetto Postiglione d'altronde necessitato sarebbe colla sua moglie e figlia a andare elemosinando, non essendo capace ad altro, essendo già da otto anni che serve la dietro indicata posta di Montecarelli. Giacchè a tanto non si estende l'autorità della Francesca Pollastri che della grazie f.

 

 




C25rv 26 r

Ill.mo Sig.re Soprintendente
Se è debito d'ogni cristiano soccorrere il suo simile nei suoi bisogni, consolarlo, e darsi tutte le indagini per diminuire almeno i suoi infortuni, tanto più tal debito si estende ai Ministri del Santuario e fra questi, a coloro che sono di qualche popolo pastori.
Essendo io dunque, sebbene immeritatamente, e indegnamente il parroco di questo Popolo di S.Michele a Montecarelli, ed a vendo implorato il mio soccorso Bartolomeo Baldassini Postiglione a questa I e R posta, a cagione di un angheria, d'un azione a mio parere ingiusta, disumana, che vuole esercitare contro del detto Postiglione la Francesca Pollastri vedova Bulletti , Postiera di detta Posta, per questo mi sono determinato di praticare quanto mi commette il mio ufficio verso di esso. Ed è, perciò, ill,mo Si.re che con la presente ricorro alla bontà sua raccomandandole caldamente il mio popolano Bartolomeo Baldassini col proibire, cioè, alla dietro indicata Francesca pollastri di mandar via da questa i e R posta il più volte nominato postiglione, e di intimare alla medesima di rendergli la gubbia, se in caso glie l'avesse per forza tolta, assicurandola che il motivo per cui questa donna vuol mandar via il nominato Postiglione non è, perché il medesimo sia disubbidiente, poco rispettoso, e non tenga di conto dei cavalli, poiché l'attestato del ministro di questa posta, che è Giovanni Pierattelli amministratore appunto della suddetta Pollastri al contrario attesta, ma solo perché il medesimo postiglione fino ai primi di giugno anno decorso prese moglie, da qual cosa essa non voleva; ma se il medesimo si ammogliò, fui io stesso che a tanto lo costrinsi per levare lo scandalo, essendo giunto alle mie orecchie, che era molto tempo che il suddetto Baldassini praticava questa ragazza, anche con saputa della Pollastri la quale fingeva di non sapere niente, e che gli aveva tolto molte occasioni, e che finalmente correva voce che la predetta ragazza potesse essere già incinta, per queste ragioni obbligai il più volte nomato Baldassini a riparare a queste cose, il quale fu obbediente, e il quale al presente si porta bene assiduo alle funzioni, pratica i santissimi sacramenti e niente da che ridire delle sue azioni, ed ecco il solo motivo; motivo per altro puerile, ingiusto, per cui la Francesca Pollastri vuol mandar via il suddetto Postiglione. Tutte le I. e R. poste resterebbero per un dato tempo senza Postiglioni essendo quasi tutti ammogliati, cause rigettarle dal nostro amatissimo Sovrano. Mi lusingo Ill.mo signore che saranno esaudite le mie voci, e così consolato il mio popolano Bartolomeo Baldassini onde alienarlo dalla inevitabile circostanza di andare a accattare un boccone di pane. Sicuro di tal favore, colla più alta stima e immutabile ossequio mi segno

Monte Carelli 23 febbraio 1829

P. Martino Bindi

 

 



C23rv

Firenze dal dipartimento 24 febbraio 1829

Al Postiere di Montecarelli

Postiere,
Il Sig. martino Bindi degno parroco di cotesto luogo mi ha caldamente raccomandato il postiglione Bartolommeo Baldassini, quale mi assicura essere stato licenziato dal servizio di cotesta Posta solo per avere preso moglie. Per verità, qualora quella soltanto fosse stata la causa della di lui licenza, e che d'altronde riunisce quei buoni requisiti si nella condotta, che nel servizio, dei quali mi accerta il predetto parroco, e mi fanno fede, non potrei che trovare pregiudicevole ai vostri stessi interessi e al buon andamento del servizio medesimo una tal licenza, e sarei quindi ad insinuarvi di voler riammettere detto Postiglione a cotesta posta al qual fine, e sempre che le cose stiano come sopra, unisco la mia raccomandazione. Datemi per mia regola analogo riscontro, e sono sinceramente.

 



C21rv 22rv

Ill.mo Sig. Cav. Sopr. Generale

"Insinuazione e raccomandazione" parole che ho l'onore di leggere nella pregiatissima sua del 24 cadente, equivalgono per me a dei comandi, che mi dichiaro pronta ad eseguire ciecamente quando tale possa continuare ad essere suo desiderio dopo le osservazioni, che . con tutto il rispetto mi permetto di fare sul conto del licenziato Bartolommeo Bardassini. Questo giovane strappato come due suoi fratelli, che mi servono alla locanda delle Maschere, dalla zappa fino dall'età più tenera, fu da me impiegato alla posta di Montecarelli come creato e quando giunse al punto d'esser postiglione, restò fin d'allora avvisato, che dopo l'obbligo d'essere onesto ed attivo al servizio, . con me la condizione di non prender moglie. Qui è necessario il far conoscere a V.S. Ill.ma l'oggetto importantissimo d'una condizione in astratto troppo dura, e forse stravagante.
La posta di Monte Carelli abbonda per defetto di questa condizione, di postiglioni ammogliati, carichi di famiglia, vicini ad essere impotenti al servizio, e per il colmo di loro e mia disgrazia, miserabilissimi. La conseguenza naturale di questa loro condizione, è tutta a mio carico, ed ecco come. Si comincia in mesi di poco servizio da non corrispondere con fedeltà al ritorno delle corse, si prosegue coll'inquietare per. settimanali sussidi, e si termina col porre a mio carico due terzi della famiglia, e pormi . non ostante nella necessità di tollerarli, giacchè purtroppo è reale il loro bisogno, purtroppo .. Il loro guadagno. Tale è per una dolorosa esperienza, la mia situazione di . ai Postiglioni attuali di Monte Carelli, per due dei quali aggiungendosi il dislesso dell'età, che li rende scomodo lo smontare e rimontare a metter le scarpe ai legni, sono obbligato a tollerarli ogni anno il guasto di qualche cavallo. Dolente di questa ., e non capace a rovinare delle intere famiglie, mi era determinata d'imporre questa condizione, e dal giorno che godo Uso frutto della Posta di Monte Carelli, e della locanda delle Maschere, mi sono fatta in dovere di farla eseguire al numero più tosto grosso de miei inservienti.
Sempre coerente a questo principio ho licenziato con dispiacere degli onestissimi uomini, e tale considerando il Bardassini anco quando seppi aver qualche tresca colla figlia di un Postiglione ora sua moglie, tornai, corrono due anni, ad avvisarlo che sarei stata irremovibile fino nel caso che sull'esempio di tutti gli altri postiglioni, avesse adottato l'irreligioso e disonesto compenso di renderla madre prima del matrimonio.
Incredulo alle mie profezie, non distolto e forse assecondato come il fatto mi provò in seguito, da quell'autorità locale cui avrà noto per dovere, il pericolo d'una tresca sotto il medesimo fatto, e finalmente anco avocato dalla passione, fatto che il Bardassini battendo le strade dei più anziani suoi compagni, nascostamente celebrò un matrimonio, che dopo qualche settimana lo fece padre. Alla notizia di ciò, ed alla rottura del nostro patto, io feci intendere a questo postiglione che egli erasi da me licenziato, e tuttavia li accordai per trovar servizio due mesi, che e sue, e le raccomandazioni di Silvestro Fini di Barberino portarono a sei e poi a otto. Dopo una correttezza così personale, e straordinaria non avrei mai creduto il Bardassini capace di portare le sue doglienze a V.S. Ill.ma col ministero dei quell'altronde degnissimo parroco, che avrebbe potuto volendo, impedire in tempo tutti quegli inconvenienti.
Se non ostante tali osservazioni, non ostante l'essere come doveva dopo tanti mesi, occupata la sua gubbia dal postiglione Molini, nonostante non esservi il locale per un'altra famiglia, e non ostante un certo mio rincrescimento per le vantazioni fatte da questo postiglione, io torno rispettosamente a pregarla di darmene il più piciolo? .., che nel momento mi farò un dovere di licenziare il ., e restituire la gubbia a quest'ultimo. Profitto di questa favorevole occasione per ripeterli gli attestati di mio profondo rispetto e con venerazione dirmi

Dalla Posta di Montecarelli

26 febbraio 1829

Francesca Pollastri

 

 

 

c. 1r v

Al Postiere di Montecarelli
Firenze 28 febbraio 1829
Dal dipartimento Sv.

In seguito di quanto dettagliatamente mi esponete con la vostra del decorso giorno rapporto al noto Postiglione Baldassini, non posso che ricostringermi a raccomandavi di tenerlo a servizio per un altro poco di tempo, almeno finche sia decorsa la rigida stagione, ed abbia trovato altro impiego.
Altrettanto farò noto al medesimo, insinuandogli di provvedersi al più presto.

 

 

Al Sig. Martino Bindi parroco di Montecarelli
Firenze 28 febbraio 1829
Dal dipartimento Sv.

Molto Reverendissimo Signor Parroco
Credo di non poter dare migliore riscontro alla lettera da vs. molto reverendissima direttami a favore del Postiglione Bardassini, quanto con accluder che copia della replica storta data alla commendatizia da cotesto Postiere da me analogamente trasmessagli e copia della des..niz..e. respinta al suddetto Postiere. Prego la di lei compiacenza a voler render nota la medesima al Postiglione Baldassini, insinuandogli in mio nome di provvedersi di altro impiego, non senza fargli conoscere in pari tempo le giuste ragioni addotte dal Postiere suo Padrone e da me dovute necessariamente valutare.
Si compiaccia rimettere al Baldassini i due qui uniti certificati.

 

 

 

C. 2 r v
Lettera dalla Soprintendenza delle Poste a Francesca Pollastri
Senza data
Da trascrivere (poco leggibile)

 

 

CC. 3 4 5 6 7 8 r v

Memoria di fatto che la Francesca Pollastri vedova Bulletti sottopone all'Ill.mo Cavaliere Soprintendente generale dell'I.I. e R.R. Poste del Granducato

Ill.mo Sig.re
Nel 30 novembre 1820 manco alla vita il prete Antonio Pollastri conduttore della Locanda delle Maschere, e della posta di Montecarelli, e con suo testamento consegnato ai rogiti di Ser Nicola Romagnoli nel suo vero giorno istituì suoi eredi proprietari Carolina di Giuseppe Pollastri moglie di Giovanni Pierattelli fino d'allora ministro alla citata posta, Eufemia Pollastri allora nubile, e Bellinda Guarducci egualmente all'ora, ed adesso non coniugata, e quanto all'usufrutto istituì suoi eredi loro vita natural durante, e con piena indipendenza, Francesca Pollastri che già sotto suo nome amministrava questi traffici e Giuseppe Pollastri che dimorava a Firenze ed al quale impose per condizione dell'usufrutto, l'obbligo di stabilirsi alle maschere. Questa eredità consistente nei mobili di una locanda e nel capitale egualmente mobiliare d'una Posta, e nell'insieme appoggiata alla presunzione di due affitti, venne benché aggravata da un precedente ed antico passivo, onerata oniora da generosi legati a favore della numerosa e fedele Servitù della Locanda delle Maschere. Nonostante tutto ciò la Francesca Pollastri nell'assenza di Giuseppe Pollastri , somministrò anticipatamente vistose somme in conto dell'usufrutto dal quale lo alienava la diversa dimora, potè nel giro di pochi anni distruggere tutto il passivo di questa eredità dotare con scudi 300 una dell'eredi proprietarie, variare nella decenza l'aspetto e i capitali della locanda delle maschere, e con disinteresse esemplare, formare acquisti per l'interesse proprio e di tutti gli eredi.
(..) fece progredire in meglio questi traffici fino al punto che, con il frutto della comune concordia e della fedeltà dei sottoposti, riuscì a questa donna di liberare dalle carceri, e restituire alla civile libertà ed esistenza il fratello e coerede Giuseppe Pollastri, i di cui vistosi debiti, e i di cui traffico di vettura furono da essa e col credito istantaneamente al suo fallimento, del pari redenti.
(.) la Francesca Pollastri si fece dovere di riceverlo in qualità di Compadrone ed amico nella Locanda delle Maschere, per ivi fargli godere la quiete ed i comodi di una vita decorosa e tranquilla.
In questa ragionevole aspettativa (...) la Pollastri di vedere sempre più consolidare la buona economia della famiglia e prosperare i suoi interessi; Ma pochi mesi di dolorosa esperienza hanno a lei confermata la dispiacente verità d'essersi in lui formata un disturbatore della sua pace ed un ingrato. Tra i tanti fatti noti perfino all'autorità locali baste quello che in parte è già noto anco a V.S. Ill.ma, il congedo cioè del Postiglione Bartolommeo Baldassini. Licenziato quest'uomo per le cause già dimostrate a V.S. Ill.ma, e tollerato a suo riguardo fino a questo punto, e così più oltre di quanto graziosamente era stato comandato, Giuseppe Pollastri di concerto col Ministro della Posta Giovanni Pierattelli suo genero, e con il difensore comune sig. Priore Martino Bindi, si è permesso di impedirne l'allontanamento, sotto il vergognoso pretesto d'aver formato sopra il guadagno di questo Postiglione, l'indecente traffico d'una partecipazione. Questa ributtante ragione, l'indipendenza del Ministro, il male esempio già propagato ai subalterni, e quel decoro a cui tutti hanno diritto, e molto più a chi presiede dei traffici industriali, avrebbero determinato la Francesca Pollastri a sopprimere quei sentimenti che fin d'ora ha professati, esercitando contro la libertà del fratello i diritti cedutili dai suoi creditori Mercantili, ed invocando contro il Ministro Pierattelli ed il Postiglione Baldassini, la protezione delle leggi direttamente nei tribunali. Ma l'interesse sommo che gli altri due coeredi Pollastri hanno alla concordia di questo traffico industriale, il vantaggio che alla loro buona condotta non può l'Amministratrice destraudare, un gesto d'amorevolezza verso il fratello, ed il nipote ministro, e finalmente lo sconquasso che momentaneamente hanno a pregiudizio del servizio postale può derivarne da un ostile reciproca insistenza, sono tanti efficaci motivi per invocare con piena fiducia l'autorità V.S. Ill.ma a degnarsi nella sua religione e Giustizia di sopprimere la prima scintilla di quest'incendio, e forse salvare con il suo autorevole intervento una numerosa famiglia dai disastri inevitabili d'una divisione, coll'imporre al Ministro della Posta di Montecarelli quella dipendenza, da cui a carico del servizio (come si potrebbe dimostrare con i fatti alla mano) si è da qualche mese emancipato, ed al Postiglione Baldassini quell'allontanamento, che V.S. Ill.ma non trovò giusto d'impedire a questo punto.
Francesca Pollastri

 

 

cc.11 12 13 14 15 16


Ill.mo Signor Soprintendente
Anche supposte vere e reali quelle osservazioni, condoni la mia libertà che ha fatte deporre innante i lanci di V.S.Iillustrissima la nota Francesca Pollastri, vedova Bulletti , Postiera a questa I.I. e R.R. Posta, delle quali V.S. Ill.ma ha voluto onorarmene copia; ciò non ostante sarebbero queste di lieve pondo onde licenziare dal servizio il Postiglione Bartolomeo Baldassini; poiché in ultima analisi tutte quante si riferivano nel perché l'enunciato Baldassini ha preso moglie; motivo neppure approvato da V.S. Ill.ma, come apertamente deducesi da una rispettosissima sua, e tanto più poi, che tal dimissione, fu data dalla summenzionata Pollastri senza saputa di V.S. Ill.ma , azione a un giudizio assai ardita, anzi temeraria, e ingiuriosa alla sua stessa persona.
Dissi anche supposte vere e reali quelle osservazioni, giacchè devo schiettamente e candidamente dirle che avendo bene ponderate le medesime, l'ho trovate tutte erronee e surrettizie. Dissi inoltre che ha fatte deporre ".." Perche la nominata Pollastri non sa scrivere e appena conosce l'Abeciadario. E per rispondere alla gentilissima sua, si è servita, come sempre ha fatto, d'un certo signore Silvestro Fini, famoso cavalocchio, laureato a Pisa al gioco del Ponte, il quale "avec un petit don" sostiene che il sole non risplende, e contemporaneamente con altro equivalente nega avervi proposto tal problema. Ma passiamo a provare essere le dette osservazioni false.
Ed in primo luogo è falso che il Baldassini fosse impiegato dalla Pollastri, come creato, a questa Posta fin dalla sua tenera età, mentre il medesimo teneva allora anni ventidue. Non so, se tal età possa rettamente, anche in un senso largo, chiamarsi tenera. E che forse ai dì nostri si vivono l'età di Fared, Masasel?, Noè e di Matusala? La seconda osservazione che fa la Pollastri, che questa posta abbonda di Postiglioni ammogliati, carichi di famiglia, viene ad essere impotenti al servizio, e per colmo di loro, e una disgrazia miserabilissima. Di cinque Postiglioni che sono in questa Posta, e tutti ammogliati, due soli sono carichi di famiglia, e un solo in certi tempi impotente al servizio; dissi in certi tempi; Imperochè essendo queste sovente assalito da affetti catarrali non può, specialmente nella stagione invernale, fare il suo servizio, ma per altro può supplire per esso il suo figliolo che è creato a questa posta; disse la Pollastri miserabilissimi. Qui la medesima ha errato, oppure ha voluto dire "indigenti" come in realtà che siano tali, ma soltanto due, perché gli altri tre stanno bene, ancor'io per la pura verità attesto, e non già, come dice la Postiera "miserabilissimi" e poi tutti senza eccettuarne tre; il che è falso. La conseguenza poi che tiene la Pollastri e il suo cacografo è falsa, è un paralogismo, e non può essere di meno, giacchè false sono le premesse. Quindi falsa che sia a suo carico la loro indigenza, falso, che sia a suo carico due terzi della famiglia, poiché devo genuinamente propalarle, "che se hanno da mangiare ben per loro, e se non hanno possono morire di fame" . Falso altresì che i detti Postiglioni non corrispondono con fedeltà a depositare nelle mani della Pollastri il quantitativo delle corse; e di questo ne fanno testimonianza gli stessi Postiglioni, ai quali è stato assai dolente nell'udire, che la loro Padrona abbia azzardato tali menzogne. Soltanto ho trovato di vero questa cosa, cioè siccome la Pollastri ha tassati i postiglioni, se poi tal tassa sia giusta la rimetto alla saviezza di VS: illustrissima, di un mezzo paolo per ogni corsa, tutto questo dalla loro"buonamano" uno di questi qualche volta, per bisogno, gli lo ha trattenuto. Che sia vero la quarta osservazione che fa la Pollastri, cioè, che sul riflesso della loro età non potendo smontare da cavallo, per mettere la scarpa, e poi rimontare, viene obbligata a tollerare ogn'anno il guasto di qualche cavallo. Se sia vera, dissi tal osservazione lo può rilevare VS: illustrissima da quanto ho qui sopra detto e che si persuada forse la Pollastri, che i suoi cavalli siano di bronzo, o siano immortali? Chi più conosce bene, Ill.mo Signore, la Pollastri, so il suo carattere, che è appunto quello d'essere priva di compassione, e il fatto del Baldassini abbastanza prova, così che, se fosse vero il suo supposto, a quest'ora avrebbe fatto tanto che i medesimi fossero levati dal servizio adducendo al suo solito dei mendicati pretesti.
Dice la Pollastri nella detta osservazione che dolente di questa scuola, mi ero determinata d'imporre questa condizione di non prender moglie, e mi era un dovere, fatta di farla eseguire al numero più tosto grosso dei miei inservienti, e che per questo ho licenziato degli onestissimi uomini. Che la Pollastri sia padrona d'imporre la condizione di non prendere moglie agli inservienti dell'Osteria delle Maschere di cui ella è la Padrona .. concedo, non però così ai postiglioni, poiché questi non dipendono da detta, se non che indirettamente. E che gli fa tenere tanti inservienti, se il numero gli sembra grosso? Quelli dell'osteria può diminuirli, non però questi della Posta, perché tal numero ci deve essere; e questa cosa a sufficienza prova che la Pollastri non è la vera Padrona. Aggiunge, che per questo ha licenziato degli "onestissimi uomini". Non diceva cosi un anno fa, ma più tosto male ne parlava, voglio dire ill.mo Signore di un certo inserviente che teneva all'osteria, di nazione francese, quale giunto a un età assai adulta fece istanza alla Pollastri di volersi ammogliare, sul riflesso che nella sua vecchiaia non avrebbe chi lo assistesse. Non acconsentì la Pollastri a questa domanda, ed era Padrona, ma il francese suddetto niente di meno volle ammogliarsi, e sortì dal suo servizio, ma cosa vuol dire con questo la nostra Pollastri? Di quell'inserviente era padrona, e poteva mandarlo via, non però d'un Postiglione, perché portano la livrea, dirò così del Sovrano, e non la sua.
Finalmente nella medesima osservazione dice che quando seppi avere il Baldassini qualche tresca con la figlia di un Postiglione l'avvisai, che sarei irremovibile a quanto più da principio gli annunciai. Qui la Pollastri avrebbe fatto assai bene, se dopo avere avvisato il Baldassini ad abbandonare le dette tresche, seguitando, avesse esercitate, per incutergli timore, quell'ardita azione, che ha ingiustamente esercitata ora, cioè gli avesse levati i cavalli. E quante mormorazioni di meno? quanti meno scandali vi sarebbero stati! Di più, quanto avrebbe fatto bene la Pollastri, se avesse proibito al Baldassini di stare a dozzina col padre della ragazza con cui trescava, ma questa cosa non volle farla, e perché? Perche ill.mo signore, lo aveva messo lei a dozzina con quel Postiglione, credendo di far pena agli stessi suoi Nipoti con i quali stava prima a dozzina, che forse non sarebbe successo quello che è accaduto. Mi muovono le risa, perdoni Ill.mo Sig.re. Mi muovono poi le risa quelle dizioni, che si leggono dietro la retrindicata osservazione, cioè "Incredulo alle mie profezie" Che belle profezie inverità! Profezie da astrologo di Brozzi. Anche un bambino avrebbe fatto tali prognostici. E che? credeva forse la nostra Pollastri, che dovessero essere uno, un casto Giuseppe, l'altra la pudica Susanna? Pensare da cervelli meschini, e stravolti! Lo stare nel continuo nell'.. prossima, e non cadere? E chi può mai vantarsi di tanto? Nessuno al certo, E son caduti pure i più santi, i più dotti, i più forti, i più potenti? David con Bersabea, Salomone con Moabite, Sansone con Dalila fanciulla filistea, e Alessandro in Persepoli, e Annibale in Capua, e Cesare in Alessandria, e che cosa si farà noi meschinissimi, fragilissimi? Non si cadrà? La Pollastri con le parole dice di si, ma nel suo interno al contrario la pensa, poiché se tanto prevedeva, e perché ripeto non levarlo dalla ... prossima, e perché seguitando il Baldassini a trescare, non fare tutti quei passi per mandarlo via? Crederei, Ill.mo Signore di non azzardare troppo, se dicessi che la Pollastri per difetto di quelle diligenze, che doveva fare e prendere, abbia cooperato alle tresche del Baldassini. A torto si lamenta la Pollastri del Baldassini perché portò le sue querele a V.S. Ill.ma, mentre gli leva la gubbia ? A un tratto, e senza dirgli nulla, e se va per raccomandarsi lo mandaria quale importuno . Costretto dunque fu a fare dei passi presso di VS. Ill.ma, onde implorare il suo soccorso. Finalmente è falso quello che dice la Pollastri sul finire della sua lettera, cioè "non ostante l'essere come doveva dopo tanti mesi occupata la gubbia del Baldassini dal postiglione Mulini, vi è non ostante un certo mio rincrescimento per le valutazioni fatte dal Postiglione Baldassini, dopo il ricorso da V.S. Ill.ma "
E' falso io dicevo tutto questo, perche il Mulini, anzi ha errato la Pollastri, si cognomina Simonetti non Mulini, sarà un anno e mezzo, dalla Pollastri in qualità di creato, e non di Postiglione, poiché solo il posto di creato era vacante, e mai il suddetto Simonetti è stato Postiglione. Dunque come può dire la Polastri" dal Postiglione Mulini?" falso ancora che il Baldassini si sia vantato, mentre appena fu giunto quassù disse, che V.S. Ill.ma gli aveva detto, che tornasse a casa, e che riavrebbe al gubbia. Che sono queste vantazioni? E che ci ha a che fare, se la Pollastri presta fede a dei falsi delatori?
In conseguenza io nelle dette osservazioni non trovo di vero altro che questo, cioè che la Pollastri aveva data la gubbia al Baldassini con la condizione di non prendere moglie. Ma questa condizione non deve considerarsi, perché a tanto non si estende l'autorità della Pollastri, e perché dato e non concesso, che possa apporre tal condizione, Lei medesima è stata la prima ad annullarla, mentre che dopo qualche anno che il Baldassini era già Postiglione prese creato un ammogliato di recente, macchiato come il Baldassini della stessa colpa, cioè d'essere padre prima di contrarre matrimonio, e quindi non andò . che lo prese per Postiglione, e questo si chiama Ferdinando Zanieri.
Torni dunque l'argomento da principio. Anche supposte vere, e reali quelle osservazioni che ha fatte deporre . i lumi di V.S. Ill.ma la Pollastri, ciò non ostante sarebbe di poco valore per licenziare il Baldassini dal servizio, ma , ma di subito riprendo, ma di più queste sono false come a tutta prova mostrai, dunque. E se prima la carità mi spinse ad umiliare a V.S. Ill.ma una mia commendatizia per il Baldassini, ora e la giustizia e la carità insieme collegate vogliono che le depongo la presente, scongiurandola a prendere in considerazione quanto mi sono permesso marcarla, e quindi poi pronunziare alla Pollastri, non i dolci accenti "vi insinuo, vi raccomando" ma invece loro "voglio e comando di riprendere al servizio di codesta posta il Baldassini" giacchè in vista di quanto diceva alla Pollastri nella sua rispettabilissima"che tenesse il Baldassini, passata la stagione rigida" e che si sia impegnato per nulla di meno ha deciso di levargli la gubbia il di ventuno del corrente mese.
Questa infatti è la grazia che io stesso benché privo di meriti, umilmente le addemando, non potendo soffrire il mio cuore di vedere andare elemosinando questa famiglia. Che intanto, sempre mai memore di tal condiscendenza, ne starò attendendo con ansietà la favorevole circostanza, onde porgerle attestato certo di mia riconoscenza, mentre con immutabile ossequio, e distintissima stima mi segno.

P.Martino Bindi

Montecarelli 14 Marzo 1829

 

 




c.9 r
Ill.mo sig. provveditore
In esecuzione della veneratissima sua del 28 febbraio perduto ho l'onore di significare a V.S. Ill.ma, come il noto Postiglione Bardassini fu riammesso istantaneamente al suo posto non senza prevenirlo, che ciò era per un equitativo riguardo avutoli da V.S. Ill.ma che al più presto egli dovesse provvedere alla sua persona con nuova piazza. E' cambiata stagione, io non ho mancato di accompagnarlo di raccomandazioni, ed egli tuttavia mi assicura, che non ha trovato impiego, ma ha speranza di trovalo. Sia questa una verità, o un compenso, mi farò un dovere di penetrarmi dello spirito della sua pregiatissima lettera, e quando o la stagione inoltrata, o una volontaria negligenza mi assicureranno della nessuna disposizione di questo Postiglione ad andarsene, allora soltanto mi permetterò di valermi della libertà di cui si è degnata di pormi.
Tanto mi autorizzo a significarle rispettosamente in prevenzione di altri reclami, e con profonda stima e rispetto mi pregio dichiararmi

Dalla Posta di Montecarelli 25 marzo 1829
Umilissima devota servitore
Francesca Pollastri

 


c.10 bianca

 

 

 

C18rv 19rv
Ill.mo Signore.
Che non sarebbero state da V.S. Ill.ma, secondate le mie brame, ne appagati i voti del Postiglione Baldassini esitar me lo faceva la privazione di una sua desideratissima responsiva all'ultima mia inviatagli, ma di tutto ne sono stato accertato dalla mia sorella, quale ebbe l'onore di suo confabulare. Per altro non avrei mai creduto, che V.S. Ill.ma non fosse per esaudire le voci, se non della carità, almeno quelle della giustizia, poiché dissi, dico e sempre dirò, e meno ne convengono persone savie e stimabili, che il mandar via dal servizio di questa posta il Baldassini dopo otto . nove anni di servizio, per il solo motivo d'essersi ammogliato, è una vera ingiustizia. La VS. Ill.ma era pure a principio di questo sentimento? Mentre nella Sua mandata alla Pollastri diceva "Supposto che non vi sia altro motivo, che quello di aver presa moglie, vi raccomando di riprenderlo a servizio; E perché dunque ill.mo signore, perdoni la libertà; ora rimutarsi? Che forse gli hanno fatta sensazione quelle osservazioni della Pollastri? Ma queste, ripeto, sono false, , si falsissime, e ..., E Vs. Ill.ma può giustificarsene, che se poi V.S. Ill.ma mi obietta dicendo "che gli dette la gubbia con questa condizione di non prendere moglie, altrimenti lo manderebbe via p. rispondo ; siamo arrivati a quel punto, che i logici chiamano "circolo vizioso" cioè, si ripetono le medesime cose; oltre di che gli aggiungo che tal condizione non devesi altrimenti considerare, perché la Pollastri ha cooperato alle tresche del Baldassini, perché doveva fare allora quello che ha fatto ora, e perché fu la prima da annullare quella condizione, giacchè replico, che prese per postiglione un ammogliato di recente, e inquinato dello stesso crimine del Baldassini. E non creda già, Ill.mo Sig.re, che o l'interesse m o qualche altra causa, che suggerire può l'umana malizia mi abbiano indotto a difendere il Baldassini, poiché il parroco Bindi vantasi d'essere immune da queste cose, ma solo la carità, e la giustizia mi hanno stimolato a patrocinarlo, e me ne appello al divino giudice, il quale sa "quod ego non mentior" e a tutto il mio Popolo, e finalmente allo stesso Baldassini.
Frattanto mi permetta, che per l'ultima volta mi riconfermo col più d.. rispetto di V.S. Ill.ma

P.Martino Bindi

Montecarelli 1 aprile 1829

 

 

Conclusione



Nell'Aprile del 1830 Il postiglione Bartolomeo Baldassini venne trasferito dalla Posta di Montecarelli a quella della frazione "La Scala" presso San Miniato al Tedesco.

 

 

 

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