Storia dei Carnesecchi

 

 

I Carnesecchi in Francia

 

 

 

Carnasequi , Carnesequi , Carnessequi , Carnesecchi , Carnasegni

 

 

 

 

 

 Traffici e politica fiorentina

 

I traffici fiorentini spiegano molta parte della storia di Firenze

Fin dai tempi piu' antichi del comune la necessita di difendere i commerci e' il motivo di molte risoluzioni della politica fiorentina

Dalla lotta contro i signori feudali che erano d'intralcio ai commerci ………………

Dagli accordi con gli altri comuni e signori , dai diritti di rappresaglia , ………………………

Molto spesso le alleanze ed i compromessi sortiscono dalla necessita' di non danneggiare i mercanti e i banchieri nelle citta' straniere

Inimicarsi il re di Francia poteva voler dire correre il rischio del sequestro delle merci e del mancato rimborso dei soldi prestati dell'espulsione

Inimicarsi il Papa era cosa da tregenda : la scomunica non preoccupava i fiorentini ma li preoccupava che il papa dichiarasse inesigibili i prestiti fatti dai fiorentini

Che forniva l'occasione per contenziosi e ritardi nei pagamenti

La scelta guelfa di Firenze orienta anche la direzione dei traffici dei mercanti fiorentini

 

 

Il fiorino importante strumento

 

 

 

 

 

 

 

Il papato

Le decime e la loro riscossione

Prestiti

Miniere

 

 

Il papato ad Avignone

 

 

 

 

 

 

 

La presenza dei Carnesecchi in Francia

 

Probabilmente la presenza dei Carnesecchi in Francia e' gia' da farsi risalire alla compagnia di Durante di Ricovero agli inizi del 1300 .

Il problema di ritrovare i documenti gia' difficile nell'archivio di stato di Firenze diventa problematico quando questi sono sparsi qui e la' nei vari paesi europei

La ricerca sul commercio internazionale ha ancora bisogno di molto tempo .

Non so dire niente di cosa facessero i Duranti

Agli inizi del quattrocento l'importante Bernardo Carnesecchi e' sicuramente presente in Montpellier .

I figli di lui sicuramente mantengono la presenza ma non ho documenti

Agli inizi del cinquecento :

 

 

 

 

Giovanbattista Carnesecchi a Lione

 

les Carnesecchi de Florence etaient representes a Lyon , en 1516 , par Jean de Salustres , c'est a dire , probablement , Jean de Saluces ( Charpin - Feugerolles pag.71 ). Giambattista etait lui meme etabli dans cette ville en 1541 ( Charpin - Feugerolles pag.182 )

 

 

Ricevo da Paolo Piccardi

Archivio comunale e della comunità etrusca di Cortona .

pergamena datata 7 Settembre 1534

Giovanni Battista Carnesecchi protesta in Lione una cambiale di Mazzingo Mazzinghi non accettata da Francesco e Carlo Marrucelli e soci.

Firma F. Dortui

 La "biblioteca comunale e dell' accademia etrusca di Cortona" non ha un numero di catalogo per le pergamene, che vengono identificate dalla loro data.

 

 

 

 

 

Gioan Antonio

 

 

Miscellanea di storia italiana - Pagina 873
di Regia Deputazione di Storia Patria - 1936
In Lione addì III di marzo 1542. Io Gioan Antonio Carnesechi fiorentino, al ...
in Lione, fo la medesima fede e atesto quanto di sopra a scritto Antonio ...
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Antonio e Luigi Carnesecchi a Parigi

 

 

 

 

 les Carnesecchi de Florence etaient representes a Lyon , en 1516 , par Jean de Salustres , c'est a dire , probablement , Jean de Saluces ( Charpin - Feugerolles pag.71 ). Giambattista etait lui meme etabli dans cette ville en 1541 ( Charpin - Feugerolles pag.182 ) Antonio se fixe a Paris ou Guglielmo et Tommaso dei Guadagni , de Lyon , lui donnent leur procuration par acte du 8 fevrier 1562 , et ou nous le retrouvons en 1573 ( ( Biblioth.nat.ms.fr. 27746 ( Pieces originales t. 1263) , dossier Gadaigne pieces 13 et 30.

Antonio a par successeur Luigi , ou Loys , cite en 1579 ( Biblioth. Nat.ms. fr.26507 ( Pieces originales t.23 ) dossier Albisse fol 4 et 5

Un de leurs parents , Bernardo , gentilhomme servant de la reine-mere , etait en 1570 intendant des plans du jardin des Tuileries ( Leon de Laborde Comptes des batiments du roi II 1880 p-348 ; Boislisle , dans les Memoires de la Societe de l'histoire de Paris III 1876 p.254

 

La maison Carnesecchi avait , conserve , toutefois un etablissement a Lyon , puisque Zanobi , ainsi qu'on l'a vu ci-dessus , voulait y retourner en 1594 ( Voyez p.123 )

En France , le nom est souvent ecrit Carnesequi

 

PICOT EMILE les Italiens en France au XVI siecle 1911-1918

  

 

 

 

 

BANCO CARNESECCHI , STROZZI E COMPAGNI

 

 

 

teoricamente Bartolomeo dovrebbe essere : il senatore

Bartolomeo di Zanobi di Francesco Carnesecchi

(3 ottobre1501-23 maggio 1569)

 Da verificare

 

E potrebbe essere :

 

 

 

Ho notizia che Bartolomeo (detto Baccio ) di Zanobi Carnesecchi scrive una storia di Firenze dall'anno 1526 all'anno 1529

 

Bartolomeo detto Baccio di Zanobi Carnesecchi, Storia di Firenze (1526-1529) - Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Magliabechiano, XXV, 555; edizioni: Storia di Firenze dal 1526 al 1529, in M. Lupo Gentile, Sulle fonti della "Storia Fiorentina" di Benedetto Varchi, "Studi Storici", XIV, 1905, pp. 421-471; B. Carnesecchi, Storia Fiorentina, a c. di U. Dorini, "Rivista Storica degli Archivi Toscani", anno III, 1931, pp. 100-112, 196-207; saggi: U. Dorini, A proposito di un'edizione della Storia di B. Carnesecchi, "Rivista Storica degli Archivi Toscani", anno III, 1931, pp. 290-297.

Da G. M. Anselmi, F. Pezzarossa, L. Avellini, La "memoria" dei mercatores. Tendenze ideologiche, ricordanze, artigianato in versi nella Firenze del Quattrocento, Bologna, Pàtron Editore, 1980, pp. 109-110

 

 

 

 

La conferma che Baccio lo scrittore e’ la medesima persona di Bartolomeo il senatore viene :

Rivista storica degli archivi toscani - Pagina 60
di Roberto Ridolfi, Umberto Dorini, conte G L Passerini - 1933
Zanobi Carnesecchi. Vittorio Landi KE alli 28 si ...
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Baccio Carnesecchi nacque a firenze il 3 ottobre 1501 da Zanobi di Francesco c che il Busini afferma essere stato fra i cittadini piu zelanti del bene pubblico

 

 

 

 

 

 

1565 Nov 5 225-18

Cosimo I de' Medici authorizes payment for ''cordovani'' [leather from Cordova], pens, gold powder imported from Venice, and an animal skin.

 

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carneschi et Cammillo Strozzi e compagni scudi dugentotre [203] soldi vi denari 4 d'oro in oro et sono per il costo et spese di cordovani, penne, oro macinato et pelle di nigre [unclear handwriting: possibly tigre] fattoci venire tutto da Venezia. [...]

1565 Dec 7 225/24

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for an emerald button purchased from Bartolomeo Carnesecchi and Camillo Strozzi.

 

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesecchi, Camillo Strozzi e compagni del banco scudi 150 d'oro in tanta moneta d'argento a lire 7.10 per scudo per uno bottone di smeraldo compero da loro per mezzo di Bernardo Baldini. [...]

 

1566 Mar 8 225-33

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for purchase and transport of 4 small barrels of Malvasia wine from Venice to Palazzo Pitti..

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesechi e Cammillo Strozzi e compagni del banco scudi 41.9.1 di moneta et sono scudi 21.17.7 per il costo di iiij carratelli di malvagia fattici comperare in Venezia et scudi 19.17.6 per le vetture et gabelle et altre spese sino condotti in casa nostra a' Pitti [...].

 

1566 May 18 225-41

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for red cordovan leather.

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesecchi, Cammillo Strozzi e compagni scudi 86, soldi 9, denari 9 d'oro di moneta di lire 7 di piccioli per scudo sono per il costo et spese di cento cordovani domaschini rossi di lacca fatti venire per nostro conto et consegnati nella nostra guardaroba. [...]

 

1566 Aug 2 225-48

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for red leather and for 5 glass tubes from Venice.

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesechi, Cammillo Strozzi e compagni scudi 300 d'oro in oro et sono scudi 286 .-.2 d'oro per costo et spese di 400 cordovarj rossi di lacca fatti venire per servitio nostro et scudi 12.19.10 d'oro sono per costo et spese di 5 cannoni di vetro grandj fatti venire da Venetia. [...]

 

17 ottobre 1566 225-58

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for cinnamon from Venice.

 

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesechi, Cammillo Strozzi e compagni scudi 58 soldi 11.1 d'oro in oro quali facciamo loro pagare per Cammilo Strozzi e compagni di Venetia per costo et spese di libbre 50 di cannella a peso di Venetia mandataci per servitio della nostra fonderia che con peso nostro tornò libbre 42 1/5 [...].

 

1567 Jun 6 225/93

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for emeralds and pearls bought from Alessandro Caravia in Venice.

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bart.o Carnesecchi, Cammillo Strozzi e compagni scudi 138.10.7 d'oro in oro per tanti fatti pagare in Venetia a Alex.ro Caravia in tre partite per tre smeraldi et tre perle mandateci [...].

 

1567 Jul 31 225 102

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for a pearl bought from Alessandro Caravia in Venice.

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartolomeo Carnesecchi, Cammillo Strozzi e compagni scudi venticinque, soldi otto, danari sei d'oro in oro sono per conto di scudi venticinque d'oro fatti pagare in Venetia a Alessandro Caravia per la valuta d'una perla mandataci sino di giugno passato. [...]

 

1568 Feb 5 225 132

Cosimo I de' Medici authorizes a payment for two bales of Cordovan leather for the Biblioteca Laurenziana and for four dozen chamber pots [presumably made of glass] from Venice.

 

[...] Pagate in virtù di questo mandato a Bartholomeo Carnesecchi, Camillo Strozzi e compagni scudi dugentosei soldi cinque danari tre d'oro di cambio o la valuta d'essi per tanti che ne hanno pagati per noi scudi 96.4.11 per una balla di cordovanj fatti venire da Venetia per la libreria et scudi 100.12.8 per un altra balla di cordovani che fece venire Maestro Baccio Baldinj per detta libreria et scudi 9.7.8 per quattro dozzine di ornalj fatti venire da Venetia che tutto fa detta somma. [...]

 

 

nel 1569 muore Bartolomeo ma il banco continua ad operare con il figlio Zanobi

 

 

 

 

 

 

 

 

"Ritratto di Zenobio Carnesecchi"

Pittore fiorentino Cerchia di Santi di Tito (S.Sepolcro 1536 - Firenze 1603)

Dipinto su tavola (cm. 104 x 79) XVI secolo

Antiquario : Giancarlo Pelagotti - Firenze

III Mostra Mercato degli Antiquari Toscani

Città di Firenze Fortezza da Basso 1 - 16 Ottobre 1994

 

 

1570 Jun 19 221 79

Long list of drugs and spices ordered by means of the Carnesecchi and the Strozzi in Venice for the granducal foundry, among which cardamon, coriandor, dittany, incense, manna, mastic, myrrh, mummy, pepper, dragonblood and sugar are included.

 

[...] Copia d'una listra di più droghe data a Carnesecchi e Strozzi per mandare a provederle a Venetia per servitio della fonderia di Sua Altezza [Cosimo I de' Medici] e prima: [...] Aloe epatico [...]; Agarico [...]; Biacca [...]; Ben Bianco [...]; Ben Rosso [...]; Bolo orientale [...]; Curiandoli [...]; Cardamomo maggiore [...]; Cardamomo minore [...]; Cubebe [...]; Carpobalsamo [...]; Costo amaro [...]; Costo dolce [...]; Dittamo di Creta [...]; Dauci comuni [...]; Dronaci [...]; Ecina [...] Gengevo belledi [...]; Gengevo soracco [...]; Gengevo mecchine [...]; Hermodattili [...]; Incenso elletto overo olibano [...]; Mummia [...]; Mirra eletta [...]; Manna masticina [...]; Melaghetta [...]; Mastico [...]; Mirabolani emblici [...]; Mirabolani bellirici [...]; Mirabolani Indi [...]; Mirabolani Citrini [...]; Mirabolani chebuli [...]; Noci metelle [...]; Pepe bianco [...]; Pepe lungo [...]; Pilatro di Levante [...]; Reupontico [...]; Sebesten [...]; Seme di bene [...]; Scinti marini [...]; Sena di Levante [...]; Sarcocolla chiara et scelta [...]; Scordion' di Candia [...]; Sangue di drago in lacrime [...]; Uve passate di Corrato [...]; Xilo balsamo [...]; Zedoaria [...]; Zucchero candido [...]; Zucchero candido violato e ben colorito. [...]

1571 Aug 4 238/5

Authorization of various payments, including those for the purchase of houses at Cerreto Guidi; for the "library" [presumably Libreria di San Lorenzo]; for work carried out in the Boboli gardens by Antonio Lupicini; for chemicals destined to the ducal "fonderia"; for the purchase of gold buttons; for work of "Giovanni orefice" [presumably Hans Domes]; for the erection of a column [in Piazza San Felice], supervised by Vieri de' Medici; and a payment to "Cristofano dipintore" [presumably Cristofano dell'Altissimo].

[...] vi conmettiamo che paghiate a Ms. Thommaso de' Medici nostro Tesoriere scudi tremila sessanta sette di moneta soldi XIII p.li per tanti pagati del mese di giugno passato per più conti come appresso. / scudi 1300 al nostro Maiordomo per le spese ordinarie della casa / scudi 306, lire 5, soldi 13, denari 4 pagati a parte della nostra famiglia a conto della paga del mese di Giugno passato / scudi 320 pagati sotto di 23 di luglio per la compera della case di Cerreto da Thommaso Adimari / scudi 200 alla S.ra Cammilla [Martelli] nostra consorte per la provisione di Luglio passato [...] / scudi 30 a spese della libreria [...] / scudi 61, 2, 10, 8 a spese de lavori che fa Maestro Antonio Lupattini [Lupicini] a Buoboli [...] / scudi 20 a Veri de' Medici per le spese di 4 settimane per la colonna [...] / scudi 48, 1, 8, 8 a Carnesecchi e Strozzi per drogherie fatte venire da Venetia per la fonderia / scudi 43, 5 a Maestro Giovanni [Hans Domes] orefice in scudi quaranta d'oro in oro per lavori / per [proposed reading: mille] bottoncini d'oro comperi et a noi consegnati / scudi 10 a Cristofano [dell'Altissimo] dipintore a conto di suo credito [...]

 

 

 

Lettera di cambio pubblicata dal notaio G. Domenico Mancini il 18 Giugno 1580 alla presenza dei testimoni: Magnifico Berardino e Magnifico Costantino Balduino, nonché Magnifico Jacopo Bardi fiorentino, dal settore adibito alla vendita della cristalleria nella fiera di Lanciano. "Intus vero. Al nome de Dio 1580 a di 19 Aprile ducati 250 a 107 per cento, uso
pagarò io Paolo de la Luna nella proxima fiera de Lanzano alli Magnifici Scipione Bardi ed Alixandro Brandolini ducati 250 a 107 per cento corr., la valuta delli mag.ci Guadagnino e Carnesecche e a Dio, io Paolo la riconosce di propria mano et "che la vol pagare, ma perché in presente fiera non si è fatto denari, offerisce pagare lo cambio alla ragione di 4 per cento siccome corre nella presente fiera et così offerisce pagare tum loco alli mag.ci Guadagni Francesco et Zenobio Carnesecche et compagni in Venezia et a maggior cautela di diritti mag.ci Guadagnino e Carnesecche pone in sicurtà e pegno in fondaco del magnifico Negrini (in Lanciano) casse 13 di cristalli con infrascritta marca (una doppia croce con p) alli quali da mo' gli dà autorità, non pagando, detto debito et cambio nel tempo predetto che possa pigliare detti cristalli e venderli a loro libertà per sodisfactione de detto debito et interesse".
(Arch. Not. Lanciano, Notar Mancini vol.XXI 1580)

Documento fornitomi da Stefano Mari

 

  

 

1582 Jan 5 257 98

 

Francesco I de' Medici authorises payment for four cannonballs bought in Venice.

[...] In virtù di questo nostro mandato, mettete a uscita a spese nostre generali scudi sette [proposed reading: lire] XI. XI d'oro in oro, che questi dì n'havete fatti buoni a' Carnesecchi et Strozzi di Venetia [...] che vi hanno scritto essere il costo et spese di quattro palle di sagri compere di nostro ordine [...] le quali sono stete consegnate a noi per le mani del Cavaliere [Belisario] Vinta nostro secretario. [...]

 

Ricevo dal dr Piccardi ------( dal fondo Carlo Carnesecchi )

17/8/1583
Don Fran.co de' Medici Gran Duca di Toscana
Mag.ci Zanobi Carnesecchi e Alessandro Strozzi et Com.i di Banco.
Noi abbaimo ordinato alli Mg.ci Uffitiali del Monte della Pietà che faccino pervenire in voi a nostro nome s. 300.000 et la medesima somma la pagherete
all' ambasciatore in Genova del Re di Spagna, il quale ne restituirà una parte al rientro della flotta dall' India che si aspetta in q.to presente
anno e il resto alla venuta della flotta d' India nell' anno prossimo 1584.
Interessi e condizioni vi verranno comunicati privatamente dal nsotro Depositario generale.
Data in Pratolino addi 17 Agosto 1583
Ant.o Serguidi Segr.rio

 

 

1586 Jul 12 269 94 Archivio Mediceo

 

Belisario Vinta gives instructions to Asdrubale Fiorelli regarding precious clocks and jewels from the German jeweler Johann Miller.

 

[...] Giovanni Miler Gioelliero Todescho [Johann Miller] riporta in dietro li due orioli gioiellati, che S.A. N. S.re [Francesco I] non gli ha volati comperare altrimenti, et gli ha consegnati al Procaccio nostro [Bartolomeo Mastacco] che gli consegnerà a voi, perché li diate al detto Miler. Il quale Miler consegnerà a voi un pendente con una perla grossa, et lunga in forma di uno cornetto, legata con tre catenuzze d'oro, et uno rubinetto, et uno diamante, per mandarlo qua a S.A., et come l'habbiate nelle mani, harete a farlo sapere alli SS.ri Carnesecchi, et Strozzi, acciò che gli paghino il prezzo, che s'è ordinato loro, et voi accomoderete detto gioiello nel piego, con la soprascritta a S.A. N.S.re, acciò che venga bene condizionato, et sicuro [...]  

 

 

1586 Aug 23 269 124

Payment for a piece of jewelry purchased for Francesco I in Venice by Asdrubale Fiorelli from the German "gioielliere" Johann Richer.

 

[...] Mettete a uscita a spese nostri generali scudi cento ottanto cinque soldi X et denari X d'oro di cambi, che questo dì n'havete per mezzo del' Banco de' Ricci pagati a Lorenzo Bonnanni per tanti in lui trattovi li Carnesecchi, et Strozzi di Venetia in ducati 226 5/8 corr[en]ti a 81 7/8 d'oro per cento per valersi con le loro spese della valuta di talleri 250, che han pagati di vostro ordine a Gio. Miller, et per lui a Gio. Richer gioielliere todesco, li quali sono per prezzo d'uno gioiello, con una perla pera torta consegnato in Venetia a Asdrubale Fiorelli, il quale l'ha mandato qui a noi, et al rendere de' nostri conti vi saranno fatti buoni [...] 

 

 

 

RACCOLTA ALESSANDRI

Lettere ricevute da Don Giovanni de' Medici:

Da Zanobi Carnesecchi e Alessandro d' Alfonso Strozzi:

1587 - 1594 4 lettere

20/5/155 1 lettera da Venezia

 

notizie da dr Paolo Piccardi

  

 

 

 Diario di Firenze e di altre parti della cristianità (1574-1579) - Pagina 63
di Bastiano Arditi, Roberto Cantagalli - 1970 - 243 pagine
... il suo bel casamento che è in sul canto de' Cini [attuale angolo di via de'
Banchi con via Panzani] a Zanobi Carnesecchi, scudi 7000, si disse ". ...
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Acta salmanticensia - Pagina 223
di Universidad de Salamanca - 1945
A di 17 di Marzo Ho scritto al Signor Zanobi Carnesecchi, et portò la Lettera
Filippo Buontalenti. A di 19 detto Dal Signor Rena di Madrid de 13 detto. ...
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Valadolid

 

Memorie economico-politiche o sia de' danni arrecati dall'Austria alla Toscana dal 1737 al 1859 - Pagina 102
di Antonio Zobi - 1860
... mento publico da Banchieri Zanobi Carnesecchi, ed Alessandro Strozzi in
apparenza ( ma in verità dallo stesso Granduca Francesco, come ...
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Storia arcana ed aneddotica d'Italia, raccontata dai veneti ambasciatori annotata ed ed. da F.... - Pagina 31
a cura di Fabio Mutinelli - 1855
Noi Zanobi Carnesecchi, Filippo Strozzi e compagni di ...
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Navires et marchandises à l'entrée du port de Livourne (1547-1611) - Pagina 28
di Fernand Braundel, Ruggiero Romano - 1951 - 122 pagine
rap Vecchietti et surtout Zanobi Carnesecchi (99.600). (47) VIVOLI, III, p.
165, et BARUCHELLO, op. cit., p. 149. (48) GALLUZZI, op. M., Florence, éd. ...
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Enorme ricchezza di Zanobi 99600 Livorno 1611 

 

 

 

 

Ricevo da :

Archivio di Stato di Venezia

 

OGGETTO : Banco Carnesecchi Strozzi a Venezia (sec. XVI).

 

In risposta alla richiesta della S.V., qui pervenuta tramite il servizio di posta elettronica, utilizzando lo stesso mezzo si comunica quanto segue.

Dalle prime indagini qui svolte non è nota a Venezia la presenza del Banco in oggetto, la consultazione in tal senso:

  1. degl’indici onomastici dei Regesti dei Commemoriali e -a campione-
  2. 2) dei Diari di Marin Sanudo,

ha dato esito negativo.

 

Numerosi riferimenti a membri della famiglia Strozzi sono reperibili invece, oltre che nei citati indici onomastici, in:

-EMANUELE ANTONIO CICOGNA, Delle inscrizioni veneziane, voll. I-VI, Venezia 1824-1853;

-ID., Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847;

-GIROLAMO SORANZO, Bibliografia veneziana…, Venezia 1885.

Eventuali ricerche in questa sede potrebbero essere compiute infine nei seguenti fondi archivistici:

Senato, Mar (regg. 247 aa.1440-1796, filze 1286 aa.1545-1797),

Senato, Terra (regg. 411 aa.1440-1785,1788, filze 3128 aa.1543-1797, rubriche 7 aa.1542-1586, 1640-1645),

Collegio, Notatorio (regg.191 aa.1327-1391,1397-1796, filze 627 aa.1549,1560-1797),

Cinque savi alla mercanzia (bb., filze, regg. 1130 aa.1540-1797),

ma per la loro complessità ed il conseguente dispendio di tempo restano di necessità affidate alle cure del diretto interessato.

 

Il direttore

(dott. Raffaele Santoro)

 

 

 

 

 

 

 

SUPPLICA AL RE DI FRANCIA

 

Sire

La Nation fiorentina solita a dimorare in Lione devotissima a V.M.ta’ essendo stata costretta dalle spesse impositioni a partirsi di la' , hor sotto la sua benigna protettione desidera ritornarvi con ferma speranza di godere dei privilegi conceduti alle nationi et in particolare alla nostra , come piu' affetionata alla corona di Francia , si come gia' in nome di lei , da chi in Lione la rappresenta al nostro consolo , e’ stato certissimamente promesso . Fra questi privilegi uno dei principali e’ la prerogativa di conferire l’offitio di maestro de’ corrieri in Lione , che per lunghezza di tempo sotto i re Suoi antecessori habbiamo a diversi conferito et ultimamente ad Orlandino Orlandini , devotissimo servitore di V.M.ta’ , si come con l’opere ha dimostrato che hora dalla natione legittimamente continua possederlo . Hor intendendo che Asdrubale Guerini aspira a detto offitio per concessione fattali da V.M.ta’ ( la quale non possiamo credere che habbia inteso o intenda pregiudicare a’ nostri antichi privilegi ) humilissimamente la supplichiamo che , si come gia’ il re Arrigo terzo di gloriosa memoria ( benche’ ad Alfonso Bartoli ne l’avesse fatto dono ), su le dimostranze che a noi era data tale prerogativa , volse che la nostra elettione prevalesse , cosi le piaccia conservare l’offitio all’Orlandini et il privilegio a noi , i quali ci allegreremo di ritornare a vivere nel suo reame , gioiendo de’ nostri privilegi in nessuna parte alterati o diminuiti , ma conservati et accresciuti , come speriamo dalla begnissima e giustissima mente di V.M.ta’ , la quale Dio sempre esalti.

 

Di Firenze il di VJ di Marzo 1594

Humilissimi et obligatissimi servitori

Paulo Capponi

Lorenzo Strozzi

Zanobi Carnesecchi

Pierfrancesco Rinuccini

Alessandro d'Alessandro Strozzi

Niccolo' Capponi 

Ottavio Galilei

Antonio Maria Bartolomei

Lorenzo Giacomini

Filippo Gondi

 

Nous Croyons que les Florentins obtinrent gain de cause ; en tout cas ils rentrerent a Lyon

 

Da PICOT EMILE les Italiens en France au XVI siecle 1911-1918 pg 123 

 

 

 

Tutti coloro che sulla piazza veneziana agiscono come assicuratori appartengono a gruppi di capitale rilevante, e molti tra essi compaiono nei documenti raccolti come

partecipanti a vario titolo alle fiere di Bisenzone; nessuno di essi domina completamente il mercato assicurativo, preferendo dividere il capitale su diverse

navi senza sottoscrivere mai somme troppo elevate per un solo viaggio, tanto che non si trovano sottoscrizioni sopra alle 200 lire di grossi (2.200 ducati), e

raramente sopra le 5061. Ma è pur vero che tra i più attivi vi sono proprio i genovesi, seguiti dai fiorentini: una delle compagnie più potenti, la Compagnia

degli otto assicuratori creata nel 1594 sotto il nome di Mari e Spinola, riunisce Paolo Battista Sivori, Pier Francesco Mari, Girolamo Spinola, Nicolò Pallavicino,

Paolo e Battista Serra, Nicolò Spinola, Agostino Spinola, Cesare Pallavicino, tutti genovesi, come genovesi sono le società Maruffo e Sauli, Spinola e Doria,

Senestrari e Giudici. Al versante fiorentino appartengono invece gli Strozzi, soli o in società con i Carnesecchi, i Capponi, i Manelli, i Fioravanti, i Michelozzi, i

Bartoli, i Marsuppini, i Tornaquinci, i Balbiani, i Bonvisi, i Simoni. Genovesi e fiorentini assieme soddisfano più di un terzo delle domande; fatta eccezione per

una piccola porzione di olandesi, il resto del mercato è in mano veneziana62, eppure nel settore assicurativo, e non solo, si tocca con mano la forte presenza di capitali

non veneziani, un fenomeno che permea tutta la vita economica della città sebbene si manifesti qui in maniera più forte che altrove, mancando le rigidità

protezionistiche degli altri settori.

 

Aricordi, che li farà girare per due fiere75; o i 300 ducati che l’eccellente Alvise Venier medico chiede di poter prendere "à cambio e ricambio […] sotto

obligatione di tutti suoi beni" dal clarissimo Francesco Barbarigo76; o anche il denaro necessario per un contratto di nozze, con una parte della dote consistente in

un giro di sei anni in mano agli Strozzi, per un mercante ebreo77. E non è neppure detto che le tratte debbano esser fatte per forza su una piazza: una scrittura di

Vincenzo Bardi, registrata due anni dopo la morte di costui, promette di ripagare i 500 ducati tratti per suo conto su un altro fiorentino, Orazio Gatteschi, che doveva

prenderli a cambio su Piacenza o su Francoforte "al meglio", su cauzione (solidissima, crediamo) di Zanobi Carnesecchi e Filippo Strozzi e soci. Spesso le

richieste sono fatte da commercianti: come i duecento ducati a cambio prestati da Girolamo Provaglio che è definito patron di nave ma sta in calle dei Bombaseri a

Rialto, all’insegna dello Spirito Santo, a Battista Fornareto, che sembra trasportare bestiame, e che glieli ha chiesti ripetutamente ("pero mezi bona valuta, et mezi

bezi")79; o i cinquecento ducati dati a cambio "per bisenzone" da Vincenzo Barocci ad Alvise Milioni, gioielliere, che si è "obligato" con un capitale di pietre preziose

mandato ad Aleppo con due navi80. La ditta Capponi presta, probabilmente sotto nome del suo negociator in città, Orazio di Vincenzo Rucellai, 3.500 ducati a

Giovan Pietro Orobon nel 1583, i quali ducati vengono ripagati otto anni dopo dal cognato, il marzer Cristofolo Rubbi, girando loro anche affitti di botteghe a San

Salvador. Ed anche per compagnie più impegnative, quali, ad esempio, il "partito delle beccarie", il prendere a cambio per i necessari anticipi di denaro da parte dei

soci era considerato prassi normale81. Le scritture che sono fatte registrare all’Officio dell’Esaminador, per sicurezza del

creditore, rivelano giri di denaro contante o di scritta che serve per le operazioni commerciali. Ferigo di Tommaso Fedrici, probabilmente di origine bergamasca,

saldati i conti in essere con il cognato Antonio Comenzuolo, si trova essere suo debitore di 537 ducati, che non può soddisfare immediatamente e che verranno

presi a cambio dal magnifico Bortolo Zanoli, con l’obbligo di Fedrici di pagar lui gli interessi, compresi quelli per un cambio preso a nome di Antonio, ma goduto da

Ferigo, dal clarissimo Orsato Giustinian…82 Lo stesso Fedrighi compare qualche mese più tardi in un piccolo consorzio di commercianti che noleggia un galeone

per trasportare vini da Candia in Inghilterra, e poiché "detto magnifico Tizzone per total espeditione di detto Galion, li bisognano ducati doi mille correnti detti signori

 

 

 

 

 

 

El imperialismo hispánico en la Toscana durante el siglo XVI - Pagina 120

di Eladi Romero García - History - 1986 - 157 pagine

... asiento de 300.000 escudos de plata por los mismos Carnesecchi y Strozzi. ...
Esto obligó a que Fernando de Medici, hermano y sucesor de Francisco, ...

 

 

Goethe, der Kollege - Pagina 279

di Hans Tümmler - 1970 - 403 pagine

... Niccolo Cattaneo, Fernando Dazza, Geronimo Litta, Francesco Lomellino, ...
und exportierte in Zusammenarbeit mit Carnesecchi und Strozzi Zucker ua nach ...

 

 

 

 

Zanobi di Bartolomeo di Zanobi Carnesecchi e’ il fondatore di questa cappella in Santa Maria Maggiore

 

……..la quarta Cappella e' dei Carnesecchi la cui arme : che qui vedessi ,oltre l' avere le tre liste d'oro con un rocco sotto d'oro , mostra da una parte l'arma

dei Capponi e dall'altra quella dei Velluti , mediante due donne entrate in casa Carnesecchi , che furono Violante di Piero Capponi e Maria Velluti questa madre

e quella moglie di Zanobi Carnesecchi che restauro' la Cappella di stucchi dorati nella volta con certe graziose storiette della vita di S. Zanobi dipinte da

Bernardino Poccetti

Nelle nicchie laterali le due statue di San Bartolommeo , e di San Zanobi , sono delle prime opere fatte da Gio: Caccini e la tavola sull'altare , ove e' dipinto

San Francesco di Assisi in atto di ricevere le Sacre Stimate , e' delle belle opere , che abbia fatto Pier Dandini. ………

…..( Richa Giuseppe :Notizie istoriche delle chiese fiorentine )

Lo stemma dei Carnesecchi : nella navata sud tra l'arme dei Capponi e quella dei Velluti ( da Agostini : Pietro Carnesecchi )

 

nelle carte dell'Ancisa figura nel 1565

 

 

 

in data 18/9/1566 Matrimonio di Carnesecchi Zanobi di Bart.o con Violante di Piero di Gino Capponi nella chiesa di S. Procolo

 

 

 

 

Ministero dell’Interno Pubblicazioni dell’Archivio di Stato

 ARCHIVIO   DI   STATO   DI   FIRENZE ,I.

Archivio Mediceo avanti il Principato

Inventario-sommario, Roma 1966

Lettere di diversi dalla Spagna e dal Portogallo a Ferdinando I ed alla segreteria, di Ambrogio Spinola, dalla Spagna.

Zenobi Carnesecchi foglio 5032.

 

 

 

Due celebri mascherate : 1566 , 1577

 

Da Mellini Domenico : LE DIECI MASCHERATE DELLE BUFOLE mandate in Firenze il giorno di Carnovale l'anno 1566.
Con la descrittione di tutta la pompa delle maschere, e loro inventioni. CON LICENTIA E PRIVILEGIO. In Fiorenza appresso i Giunti. MDLXVI.

 

MASCHERATA PRIMA,
Fatta da M. Zanobi Carnesecchi e M. Tomaso del Nero, gentilhuomini Fior.

La prima Mascherata che entrasse in piazza fu di duoi gentilhuomini, M. Zanobi Carnesecchi e M. Tomaso del Nero, i quali, così nobili d'ingegno come di sangue, havevano con bella inventione figurata la SCELERATEZZA,
cacciata dal Flagello, con questi abigliamenti et habiti che qui appresso si diranno.
Habito della Sceleratezza.
Rappresentavasi la Sceleratezza un Lupo naturale vestito di due pelli d'Agnelli, col vello d'oro filato, et le teste e zampe dorate, che in testa haveva una chioma feminile, sopra la quale era una ghirlanda di spine fioriti. Et s'atteneva
con le zampe dinanzi a un sagginale che guidava la Bufola per il naso, la quale, dalli occhi in fuori, era tutta coperta di tela d'argento, tutta piena di velli lunghi di seta cruda. Haveva sopra la bardella una pella d'Asino con testa et gambe, figurata di seta bigia.

Habito del Flagello.

Le sei Maschere figurate per il Flagello erano vestite tutte con un medesimo habito, in questa forma.

Era la capellatura arruffata, e di color foscho; nascevan senz'ordine quattro zanne di Cinghiale sanguinose, e cinque fiamme di fuoco. La faccia era horribile, di color bronzino, con occhi affocati et spaventevoli, e barba arruffata, ricinta da un velo Bigio. Il collo era cinto da un tronco di Cipresso secco di tela d'argento, ricamato in velluto turchino, dal qual tronco uscivono alcune coccole simili; e di simile velluto e ricamo erano i bracciali fino al gomito. Vestivasi per sopraveste d'una pelle di Drago, la quale, essendo aperta per mezzo del collo, veniva a mostrare la sua testa davanti, che cascava sul petto del Mascherato, et le zampe dinanzi, che s'attaccavano in sulle spalle; et con l'ali et col resto della pelle adornava la parte di dietro, dalla quale era di modo staccata, che il di sotto tutto appariva. Era di raso verde ricamato di scaglie d'oro filato, et la testa et zampe di tela d'argento, dipinte; arricchita con un numero grandissimo d'occhi di tela d'argento dipinti, accommodati nell'ali et per tutto il dorso, fin alla punta della coda. Heveva di sotto una vestetta corta di tela d'oro pagonazza, con opera tutta orlata di foglie di cipresso, finte con seta verde et oro, et arricchita con infinite coccole di tela d'argento, dipinte. A questa faceva sottana un habito di velluto chermisi rosso, tutto ricamato di tela d'oro, perle e gioie finte, con alcune mascherette di tela d'argento dipinte che reggevono certo velo bigio, che andavano ricignendo tutto l'habito. Il quale da mezo in giù era diviso in otto falde,

similmente ricamate; fra l'una et l'altra delle quali usciva una maschera di tela d'argento dipinta, che reggeva un ramuscello di cipresso finto con seta verde et oro. Mostrava tutto il ginochio, come ancora l'uno e l'altro braccio dal gomito in giù; et i piedi et le mani ignude et augnate, con molte piastre di sangue. I calzari erano di tela d'oro pagonazza, sopra ciascuno de' quali erano avvolte due gran serpi di tela d'argento dipinte; et al piede, dalla banda di fuori, erano attaccati i talari simili all'ale del Vipistrello, e per isprone si serviva d'uno scorpione, che abbracciando il Calcagno pugneva con la coda. Portava in mano o sferza, o dardo, o tronco di lancia, o spada, o face funerale, o l'antica accetta. La testa del cavallo era coperta da un Teschio d'animale horribile, con un corno in fronte sanguinoso, et era ferma da otto serpi simili alle di sopra, che variamente avvolgendoseli attorno adornavan ancor la testa del Cavallo, et reggevano il morso. Fra le orecchie del quale usciva una Mascheraccia d'oro che reggeva un
gran pennacchio, e un velo bigio che cigneva il collo del cavallo; sotto la gola della quale pendeva
un gran ramo di Cipresso, di seta verde e d'oro. Le redine erano due catene di ferro inargentate. Il resto del cavallo era tutto bardato di tela d'oro, et nel petto e nelle punte di dietro di dette barde erano teste di Morte di tela d'argento
dipinte, con assai catene grosse della medesima tela, e veli retti da mascherette simili, tutta orlata di foglie e coccole di cipresso, dalle quali pendevano, a uso di nappe, molti rami di detto Cipresso. Et sopra la sella, a foggia di gualdrappa, era gettata una pelle intera di Lione, figurata con seta; gli staffili di catene della medesima tela, et
le staffe due maschere sbarrate. Havevano alla staffa dodici littori vestiti all'usanza loro antica, che portavano in mano le verghe et l'accette.

 

 

 Mascherata famosa del 1577 : mascherata della fuga dei veneziani per la peste

 

Realizzata da : Bernardo Strozzi, Sinibaldo Pitti, Vincenzo Filicaia, Alessandro Acciaiuoli, Sansonetto de' Bardi, Zanobi Carnesecchi, Girolamo Guicciardini, Neri Capponi, Ernilio Ricasoli, Pietro de' Medici e tanti altri appartenenti all'aristocrazia fiorentina

 

 

 

 

Zanobi e’ forse cavaliere di Santo Stefano ……………. No !

Pag. 44 1610 Ms. Piero di Ms. Luigi Mozzi citt. fior.o

Ginevera del Cav. Ms. Zanobi Carnesecchi citt. fiorent.o s. 8500

 

 

 Stratégie des affaires à Lisbonne entre 1595 et 1607: lettres marchandes des ...

di José G. "da" Silva - 1956 - 442 pagine

Pagina 54

Francfort : Grandes faillites en Italie : à Naples, à Bari, à Florence — Fernando
... Strozzi — ainsi que Carnesecchi, à Gênes, les Giunta, d'Anvers, ...

 

Ho trovato su un sito americano :

 

Nel febbraio 1596 la banca Carnesecchi falli' ……..

 

Non si tratta pero della banca Carnesecchi - Strozzi bensi della banca Carnesecchi Cambi

 

?????

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se e' lo stesso Zanobi sembra avere un fratello di nome Pierantonio , molto probabilmente lo stesso che muore a Valladolid nel 1605

 

Acta salmanticensia - Pagina 319

di Universidad de Salamanca - 1945

... et Don Fernando Pizzarro. ... che era morto il Carnesecchi. A Helena d'Ansa
le Comedie di Lope che mi rese il Dottor Hernandez. ...

Visualizzazione frammento - Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca - Ulteriori edizioni

 

 

 

 Quindi all'albero genealogico puo' mancare un Pierantonio figlio di Bartolomeo di Zanobi

 

 

La Banca Carnesecchi - Strozzi sembra esser in vita dopo il fallimento della Carnesecchi - Cambi

 

 

 

 

 

 

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Bernardo Carnesecchi

 

Non ho trovato alcuna identificazione di questo Bernardo

Bernardo e' un nome assai ricorrente tra le linee genealogiche dei Carnesecchi .

citato solo come Bernardo Carnesecchi senza patronimico , io ritengo si debba identificare in Bernardo di Francesco di Zanobi di Simone Carnesecchi

il padre Francesco (fratello dell'eroico commissario della Romagna fiorentina : Lorenzo ) era figlio di una dei Gondi francesi : Picchina

 

FRANCIA : Le jardin des Tuileries

 

 

 

 

 

 

 Leggo su una rivista francese :

le jardin des Tuileries situe dans le 1 arrondissement couvre une superfice de 28 ha

Il a ete'cree en 1564 par Carnesecchi revu par Mollet en 1609 et par Le Notre en 1664. Melgre' les nombreuses transformations qu'il a subies au cors des siecles ,l'empreinte de Le Notre est encore decelable.

  

Si trova tra Place du Carrousel e Place de la Concorde. Il terreno venne acquistato da Caterina de'Medici nel 1563 per sistemarvi un giardino all'inglese. Abbellito da Le Nôtre nel 1663, l'attuale giardino delle Tuileries comprende due vasti settori attraversati da un viale centrale fiancheggiato da grandi aiuole ornate da sculture.

Le jardin des Tuileries est le plus important et le plus ancien jardin à la française parisien. Il s'étend d'ouest en est de la place de la Concorde au Louvre (précisement cette entrée fait face à l'arc de Triomphe du Carrousel), et du sud au nord de la Seine à la rue de Rivoli.

Le jardin comprend de nombreux bassins ou places d'eau et de nombreuses statues. Il est embelli par André Le Nôtre sous les ordres de Colbert (1664). Pour les touristes et promeneurs, de nombreuses chaises sont mises gratuitement à disposition dans tout le parc. Il est également à noter que la grande roue de Paris, autrefois présente sur la place de la Concorde, se situe maintenant dans le jardin des Tuileries, à quelques pas de la rue de Rivoli.

Un peu d'histoire :

http://www.paris.fr/portail/Parcs/Portal.lut?page_id=4974&document_type_id=5&document_id=8115&portlet_id=10670


Le plus ancien et le plus vaste jardin de Paris…

En 1519, François 1er avait choisi ce vaste terrain occupé depuis le 12ème siècle par des fabriques de tuiles et entouré de champs de cucurbirtacées (courges), pour y construire une résidence luxueuse avec jardin, qui ne vit jamais le jour. En 1564, Catherine de Médicis, séduite par les lieux, commença à développer un véritable plan urbanistique et aménagea un palais, les " Tuileries ", au milieu d'un jardin florentin inspiré des jardins du Moyen-Age, où l'on pouvait admirer une grotte ornée des œuvres du céramiste Bernard Palissy et un étonnant mur d'écho. Des réceptions fastueuses s'y déroulèrent, donnant l'occasion aux puissants de l'époque d'exalter leur pouvoir.

En 1664, André Le Nôtre, créateur des jardins royaux de Versailles, de Marly, de Saint-Cloud et de Saint-Germain, fut chargé par Louis XIV de redessiner le jardin. Le roi l'ouvrit à la promenade des " honnêtes gens ", le peuple pouvant s'y rendre à la Saint-Jean. Ce fut le premier jardin public de Paris. Sous Louis XV, certaines sculptures provenant du parc de Marly, dont les célèbres chevaux, vinrent habiller en 1719 les allées élégantes du jardin, suivies, après 1794, par d'autres statues provenant des anciens parcs royaux. Ce n'est que bien plus tard qu'apparurent les galeries de l'Orangerie (1853) et le Jeu de Paume (1861). Fêtes officielles et événements populaires s'y succédèrent à un rythme soutenu, les Parisiens assistants ébahis à l'ascension des premiers ballons à hydrogène (1783), au premier salon de l'automobile (1898), au banquet des 22 000 maires de France (1900), aux attractions du bicentenaire de la Révolution…

Le palais fut détruit partiellement par un incendie lors des affrontements de la Commune, en 1871, et rasé en 1883, laissant un vaste jardin, agrandi peu après grâce à la création du jardin du Carrousel, qui porte le nom d'une parade hippique.

Deux parterres encadrent des buissons d'ifs taillés dans les règles de l'art topiaire, rayonnant à partir de l'arc de Triomphe du Carrousel (1808) qui commémore les victoires napoléoniennes de 1805 et 1806. Il a été redessiné par Jacques Wirtz au moment de la construction des galeries du Carrousel du Louvre, qui abritent la célèbre pyramide inversée de Pei, de nombreux magasins et un accès au musée du Louvre. Ce jardin classique est aujourd'hui un modèle de technicité : un jardin sur dalle suspendu au-dessus des galeries où l'on aperçoit dix-huit statues de Maillol, installées à l'initiative d'André Malraux en 1965, dissimulées dans ses haies bien taillées.

Le jardin des Tuileries a depuis lors subi une complète transformation. Six années ont été nécessaires à l'Etat (1991-1996) pour lui redonner une nouvelle jeunesse : les paysagistes Louis Benech, Pascal Cribier et François Roubaud ont conservé l'essentiel des perspectives de Le Nôtre. Dans le Grand Carré, les pelouses ont été retracées, 68 grands arbres ont été conservés, 1 300 replantés, dont 800 dans le Grand Couvert, les deux exèdres(1799) en marbre (bancs en demi-cercles destinés à la conversation, à l'origine présents dans l'abside des basiliques chrétiennes) ont été mises en eau, apportant une touche romantique au jardin.

Désormais, 125 000 plantes sont placées chaque année par les jardiniers du domaine, l'eau d'arrosage étant acheminée depuis le canal de l'Ourcq (dont la rivière prend sa source dans l'Aisne, à 80km de Paris), grâce à une pompe à forte pression et une gestion informatisée.

 

 

Ricevo da :

Cyril Royer

http://generoyer.free.fr

 

 

Bernardo , gentilhomme servant de la reine-mere , etait en 1570 intendant des plans du jardin des Tuileries ( Leon de Laborde Comptes des batiments du roi II 1880 p-348 ; Boislisle , dans les Memoires de la Societe de l'histoire de Paris III 1876 p.254

 

 

 

 About "le jardin des Tuileries" in Paris, Bernardo CARNESECCHI, "intendant des plantes du jardin des Tuileries" was a kind of important gardeneier, draughtsman of garden. He worked for the queen Catherine de MEDICIS from 1565 to 1571 at least.

I found an article about him on the french national library website. ( I send you this article as attached file).

http://gallica.bnf.fr/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal sito :

http://www.batisseursdestuileries.org/article.php3?id_article=14 

 

 Le commencement et les derniers Valois

Au milieu du XVI ème siècle Catherine de Médicis acheta à l’Ouest du Louvre, à l’extérieur de l’enceinte de Charles V, des terrains où l’on trouvait l’écorcherie des bouchers parisiens et deux tuileries (déjà sous l’occupation romaine, on y trouve une carrière d’argile). Elle souhaitait s’y faire élever un palais de style renaissance, agrémenté d’un jardin à l’italienne inspiré des jardins du Moyen-Age, où l’on admirait une grotte ornée par Bernard Palissy.

Un projet grandiose : un palais de 268 mètres sur 166 mètres. S’il avait été conduit à bout, la résidence avec ses cinq cours intérieures aurait occupé une superficie dix fois supérieure à celle du Louvre.

Les travaux sont confiés respectivement pour la demeure et le jardin au lyonnais Philibert Delorme et au florentin Bernard de Carnessequi. Le 12 juillet 1564, la première pierre du palais est posée. Il reçut le nom d’Hôtellerie royale des Tuileries-lès-Paris.

En 1570, Philibert Delorme meurt, et Jean Bullant lui succède. Il termine la construction du pavillon central, et des deux galeries d’arcades, placées de part et d’autre. Il aura le temps d’adosser à la suite en direction de la Seine, d’un pavillon portant son nom.

Les travaux sont arrêtés en 1571, sur ordre de la Reine, probablement, selon la rumeur la plus répandue, à la suite d’une prédiction prévoyant qu’elle mourrait près de Saint Germain, paroisse des Rois de France, située juste en face du Louvre. Elle mourra à Blois, le 5 janvier 1589, assistée par un écclésiastique, Julien de Saint Germain. Sous les règnes de ses trois fils, Charles IX et Henri III, le royaume est livrée à la guerre civile.

 

Dal sito :

http://www.batisseursdestuileries.org/article.php3?id_article=14 

 

 

 

immagine tratta da Wikipedia

 

 

 

 

  

 

 

 

 

le 31 août 1587

Alexandre Carnesequi

 

avant son dé part en guerre contre les ennemys de Dieu et de la Sainre Eglise

 

 

Forse l’autore dello studio cita l’esempio sbagliato

Questo Alessandro Carnesecchi fiorentino forse era un parente del Gondi

 

 

 

Le grand bassin en vermeil dit "des Gondi" au musée du Louvre : les pièges d'un poinçon parisien du XVIe siècle

Michèle Bimbenet-Privat

 

 

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/rvart_0035-1326_1995_num_110_1_348232

 

 

nommé Alexandre Carnesequi, passe son testament chez deux notaires parisiens " avant son départ en guerre contre les ennemys de Dieu et de la Sainte Eglise"

 

en ait laissé invention aux seuls orfèvres

Le bassin des Gondi est entré dans les collections du musée en 1830 Sa provenance est pasindiquée mais il figure sur le registre des entrées du musée la suite oeuvres provenant Alger

Si elle reste improbable la provenance algéroise ne peut pas être totalement écartée du fait de lastature diplomatique de Jérôme de Gondi introducteur des ambassadeurs et fréquent négociateur pour le compte du roi de France Dans sa requête au roi en novembre 1586 Gondi précise que les travaux il fait réaliser son domicile sont destinés son usaige seulement et esti-e offert sic Envisageait-il en faire présent quelque ambassadeur du dey Alger

On sait combien Jérôme de Gondi était généreux sinon prodigue et volontiers hospitalier le 31 août 1587 un de ses hôtes demeurant Paris en Hôtel de Gondi un gentilhomme francais nommé Alexandre Carnesequi passe son testament chez deux notaires parisiens avant son dé part en guerre contre les ennemys de Dieu et de la Sainre Eglise

Le bassin pu faire objet un présent Et quelles que tussent ses tribula……

 

 

 

 

 

 

 

 

LUDOVICO CARNESECCHI

 

Inventario dell’Archivio della famiglia Guadagni di Firenze

a cura di Rita Romanelli

(2007)

 

[Atti e diplomi]

6 fogli membranacei in fascicolo.

- Costituzione di procura da parte dei mercanti fiorentini Ludovico Carnesecchi e Bartolomeo Lanchisi (Parigi

14 luglio 1582).

 

 

 

 

 

 

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ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2005