I Piccardi di Piandiscò

parte 5

 

da una ricerca del dr Paolo Piccardi

 

 

 

Il 1700 fu un secolo di grandi mutamenti in Toscana: con la morte, nel 1736 di Giangastone, l’ultimo dei Medici, iniziò la successione di principi stranieri, a cominciare da Francesco I di Lorena, che fece il suo trionfale ingresso a Firenze il 19 Gennaio 1738, dove regnò poco, perché con la pace di Vienna divenne Imperatore d’Austria e lasciò il posto di Granduca di Toscana al figlio Pietro Leopoldo I, uomo illuminato e ottimo amministratore, che spazzò via la languente e corrotta classe burocratica medicea, simbolo della decadenza della casata che aveva segnato sia il fiorire del rinascimento fiorentino sia il suo lento declino.

Il risanamento amministrativo comportò anche il miglioramento delle finanze pubbliche, senza l’aggravio di nuove imposte. Le nuove disponibilità gli consentirono di mettere all’ opera le capacità di amministratori e tecnici, quali Leonardo Ximenes, e di avviare lavori di bonifica di importanza vitale, iniziando dalla Valdichiana e dalla Maremma, ma il suo impatto incise profondamente anche sulla vita dei suoi sudditi: abolì la pena di morte, la tortura, la confisca dei beni, soppresse l’ Inquisizione, espulse i gesuiti e chiuse chiese e conventi superflui. Promosse la cultura trasformando profondamente le Università.

Non è da credere che queste riforme passassero in maniera indolore e l’opposizione, specialmente quella fomentata da Pio VI, fece scoppiare rivolte e disordini, ai quali si aggiunsero due tremende carestie, nel 1763 e nel 1782. Ciò nonostante, le condizioni di vita migliorarono, come è dimostrato dall’ aumento della popolazione e dallo sviluppo dell’agricoltura. Sul finire del secolo in Francia era successo il finimondo e alla follia della Rivoluzione seguì l’avvento di Napoleone con le sue mire espansionistiche, tanto da arrivare a Firenze il 30 Giugno 1786 con un reggimento di dragoni di scorta. Venne accolto con tutti gli onori da Ferdinando III, che era succeduto al padre, divenuto anche lui Imperatore d’ Austria. Ma non era sincera l’amicizia di Napoleone, che nel giorno di Pasqua 1799 entrò in Firenze dalla porta san Gallo, recando l’ulivo della pace sulla punta delle baionette. Ferdinando III dovette precipitosamente abbandonare Firenze scortato da un drappello di usseri. A Firenze, e più precisamente nella Certosa del Galluzzo, si era nel frattempo rifugiato anche Pio VI, che in piena notte scappò a Parma.

Nei primi giorni i valdarnesi si appuntarono sul petto la coccarda napoleonica e parteciparono allegramente alle feste e ai balli intorno all’albero della libertà issato in tutte le piazze, ma non appena piombarono sulle loro teste le nuove tasse straordinarie e l’obbligo di consegnare tutti gli arredi sacri d’oro e d’argento iniziarono i tumulti, le truppe francesi vennero aggredite e messe in fuga. Al disordine seguirono i saccheggi e solo l’intervento pacificatore del Vescovo di Fiesole, Mons. Mancini, servì a ristabilire l’ordinata convivenza. Ma intanto da Arezzo erano partite le truppe polacche al soldo degli austriaci, che attraversarono il Valdarno e puntarono su Firenze, mettendo definitivamente in fuga i francesi, che corsero ad imbarcarsi a Livorno. La cosa durò poco perché, con la vittoria di Marengo, Napoleone riconquistò le posizioni perdute e nell’ Ottobre del 1800 anche la Toscana era passata interamente sotto il suo dominio, ma questo è un altro secolo.

Come abbiamo già notato nella parte precedente, le strade dei vari rami della famiglia Piccardi si sono separate, e separatamente verranno trattate in questo capitolo, iniziando dal nucleo rimasto nella casa di Campiglia, discendente da Sebastiano di Pierantonio, nato nel 1641 e sposato con Caterina Renzi, dalla quale ebbe cinque figli maschi e tre femmine. Poiché un figlio si trasferirà alla Canova, anche questo ramo verrà trattato unitamente a quello rimasto a Campiglia.

 

 

 

I Piccardi di Campiglia e della Canova

 

 

ALBERO di SEBASTIANO PICCARDI  ……clicca per vedere l'albero genealogico dei discendenti da Sebastiano Piccardi 

 

Per questo ramo ho preparato un albero genealogico separato, dal quale si può notare come, nonostante l’elevato numero di figli, se ne persero le tracce prima della fine del secolo, per motivi finora ignoti. Non avendo trovato registrazioni di morte, possiamo pensare che si siano trasferiti altrove.

Abbiamo già visto che molti di questi Piccardi abbracciarono la carriera militare. Ecco quale potrebbe essere stata la loro divisa:

1700 Milizia del Granducato

 

Il Caporale Sebastiano, comunemente chiamato Bastiano, anche negli atti ufficiali, venne eletto nella carica di Camarlingo della Compagnia dell’ Assunta anche nel 1701, anno in cui si distinse per l’acquisto di una vitella (53 lire) per la festa della Compagnia.

 

 

1701 Bastiano Piccardi Camarlingo

 

 

Di Sebastiano non ci sono pervenute ulteriori notizie, fino alla registrazione della morte, avvenuta nel 1741 alle Fabbriche, dove evidentemente si era trasferito.

 

 

Addi 17: Aprile 1714

Sebastiano del gia Per Ant: Piccardi abitante q:to popolo d:o alle fabbriche di eta' di Anni 72= rese lo spirito a' Dio il giorno Anteced.e havendo prime rievuto i SS. Sacram.ti della confessione, Viaticho, et extrema Unzione da me P.te Ghio Bin di Priore, et assistito con haverli dato in casa l'assoluzione del SS:mo Rosario il suo corpo fu sepolto in q.ta chiesa nella solita sepoltura de' Piccardi che sono i suoi antenati

 

 

Bastiano ebbe otto figli, ma solo due maschi e una femmina vivranno a lungo. Annamaria sposò un Galletti, il primogenito Giovanbattista rimase a Campiglia mentre l’altro figlio, Antonio, si spostò alla Canova, probabilmente in casa della seconda moglie, Caterinangiola Cherici.

Giovanbattista, nato a Campiglia nel 1670, abbracciò la carriera militare, come apprendiamo da una sola registrazione, quella relativa a un’adunanza dei capifamiglia di San Miniato a Scò per l’elezione del nuovo Priore, tenutasi il 15 Luglio 1721 e alla quale parteciparono sia Simone di Pierantonio che il "caporale" Giovan Battista Piccardi. (Archivio storico di Castelfranco di Sopra ) Non troveremo altre notizie su di lui, fino alla registrazione della sua morte, avvenuta nel 1726 a Campiglia:

Adi 18 Genn:o 1725 Ab Inc:

Gio Batt:a del qd: Bastiano Piccardi d'anni 64 inc:a mori il di 17 del d:ø mese et Anno ad ore 13 in c:a premunito di tutti i SS.mi Sacramenti; et assistito fino all'ultimo periodo di sua vita, fu' sepolto il di ... d:ø nella sepoltura dei Galletti per esser la sua piena, esistente in q:ta Parrocchia sotto lo scalino del Presbiterio di q:ta sop:a nominata Parrocchia

 

 

 

L’altro figlio di Sebastiano, Antonio, nato nel 1674, ebbe due mogli: Maria Maddalena Nuti, con la quale si trasferì alla Canova e che morì nel 1722 e Caterinangiola Cherici, di vent’anni più giovane di lui. Dal primo matrimonio nacque Bartolomeo e dal secondo nacquero un Giovanbattista e due femmine.

Nel 1732 il cognato di Antonio sentì la vocazione di farsi prete, ma non avendo i soldi per costituirsi la "dote", chiese alla sorella di intercedere presso il marito. Antonio si fece convincere, ma, come vedremo dall’ atto che qui trascrivo sinteticamente, la sua generosità si esprimerà solo dopo aver ricevuto congrue garanzie da parte di amici e parenti:

9 Ottobre 1732

Il chierico Giovanni di Giuseppe Cherici di Piandiscò vuole farsi prete ma non ha i soldi per farsi il suo "Ecclesiastico Patrimonio" e chiede al cognato Antonio di Bastiano Piccardi di fargli la carità di donargli parte dei suoi beni per l'importo di scudi 300.

Antonio di Bastiano Piccardi abitante alla Canova dona parte dei suoi beni per l'importo di sc. 300 da stimarsi da pare di due perito nominati dall' Ordinario Fiesolano.

Condizioni:

Se il Cherici muore, o viene spretato, o gli viene assegnata una "provvista competente", la Curia fiesolana gli deve restituire i beni.

Antonio Piccardi affranca i beni della famiglia Cherici di crediti per l'importo di scudi 60 (la dote promessa della moglie). Per salvaguadare i diritti di sua moglie, le assegna suoi propri beni per tale importo.

Giovanni Cherici, a garanzia della "donazione", consegna a Antonio Piccardi un chirografo fatto il 30/8/1732 costituito da una lettera cambiaria di scudi 300 contro Michele Cosci, che resterà nelle mani di Antonio Piccardi finchè non gli verranno restituiti i 300 scudi.

A maggior garanzia, Antonio Maria di Lorenzo Piccardi e Bernardo Galletti, pur non essendone tenuti, si costituiscono mallevadori in solido per la suddetta lettera cambiaria.

Anche i Batignani liberano i beni dei Cherici di crediti per scudi 160, e anche per questa cifra Antonio Maria di Lorenzo Piccardi e Bernardo Galletti si costituiscono mallevadori.

 

Come si può vedere, Antonio si era ben garantito.

Nel 1733 morì una sorella di Antonio di Bastiano Piccardi, AnnaMaria, nata nel 1688, la quale, in occasione del suo matrimonio con Bernardo Galletti, aveva ricevuto dal padre la cospicua dote di circa 200 scudi. In conseguenza della morte, ed in mancanza di figli, il vedovo avrebbe dovuto restituire la dote agli eredi di Bastiano. Non avendo le disponibilità liquide per far fronte alla restituzione della dote, il Galletti fu trascinato in giudizio, come il notaio Baccio Ceccherini di Piandiscò annotò all’ atto della sentenza:

24 Aprile 1734

... formula di rito Clemente XII e Gian Gastone de' Medici imperanti ....

Essendo che Antonio del quondam Bastiano Piccardi e Fran.co del quondam Simone Piccardi per sentenza del Magistrato de' SSS.i di legge della Città di Firenze data a relazione dell' Ill.mo Sig. Giacomo Mercati, già Neroni et ill.mo Dott. Bartol.o Archi Cancelliere del Magistrato sotto dì 9 Febbraio 1733 (1734) ab Inc.e fussero dichiarati veri e legittimi creditori di Bernardo del q. Gio. Galletti della somma e quantità di scudi sessantasei e soldi tredici e denari quattro, che di tanti dissero essergli tenuto et obbligato il d.o Galletti per la restituzione della terza parte della dote di scudi Dugento da esso ricevuta in d.a somma, e per d.a sentenza fu condannato il detto Bernardo Galletti al pagamento alli detti Piccardi la d.a somma di scudi 66.13.4 dentro il tempo e termine di giorni trenta, qual termine spirato fù d.o doversi immettere, come furono immessi, li dd.i Piccardi nel vero reale et attuale possesso dei Beni posseduti dal d.o Galletti fino all' importo di scudi 66.13.4.

Poichè sono trascorsi i 30 giorni il notaio Ceccherini, davanti a testimoni, assegna a Antonio di Bastiano Piccardi e a Francesco di Simone Piccardi l'attuale e corporale possesso dei seguenti beni, dei quali possono raccogliere i frutti fino all'estinzione del debito:

Un territorio di terra arativa, vitata e olivata di st. 4 in Pian di Simonti A' SODACCI attraversato da una stradella che va all'abitazione di detto Bernardo Galletti.

Un bosco a Casa Livo di st. 2

Due terreni a Ostina luogo IL SOLATIO di st. 3 1/2 vitato, ulivato Facendo in dette terre d.o Ant.o Piccardi tutti gli atti necessari con andare a passeggiare per le medesime, cogliere rami di ulivi, frutti et altro, e fare tutti gli atti soliti e consueti, ossia raccogliere i frutti fino alla soddisfazione del credito ed arrivare eventualmente fino alla vendita all'asta.

 

 

In questa sentenza vi sono alcuni particolari che meritano di essere messi in evidenza: in primo luogo non si capisce perché solo il fratello Antonio e il lontano parente Francesco di Simone citano in giudizio il Galletti. In secondo luogo non è chiaro perché chiedono solo un terzo della dote, salvo ritenere che siano state intentate tre diverse cause dai vari aventi diritto, ma delle altre due eventuali cause non ho trovato traccia.

Ultima annotazione di rilievo è la descrizione della procedura che sanciva la presa di possesso di un bene e che ho trovato minuziosamente descritta in tanti atti: il notaio, con testimoni, accompagnava il nuovo proprietario a passeggiare per i terreni oggetto della presa di possesso, gli faceva cogliere frutti, spezzare rami e compiere tutti gli atti che ne dimostrassero pubblicamente la qualifica di nuovo proprietario. Ci possiamo immaginare il rancore di chi perdeva il bene e vedeva la sfrontata ostentazione del subentrante. Possiamo anche immaginare che la stessa procedura avvenne nel 1436 nel podere del copista Francesco di Paolo Piccardi e di sua moglie Biagia, i quali poco sportivamente imbracciarono il forcone per respingere il subentrante Pratesi.

Neppure il Galletti si rassegnò a perdere la terra che circondava la sua casa e si procurò i denari necessari vendendo al Cav. Paolo Marchionni un pezzo di terra palinata di 3 minori circa loc. Casa Livo stimata sc. 66 dagli arbitri Pasquino Cai e Ventura Pasquini . L’ 11 Luglio 1734 consegnò ad Antonio e a Francesco Piccardi i 66 scudi dovuti, rientrando in possesso dei propri beni.

Sul conto di Antonio non esistono altri documenti, fino alla registrazione della morte e alla sepoltura nel sepolcreto dei Piccardi in San Miniato a Scò:

A di 9 Giugno 1740

Antonio del fu Bastiano Piccardi del Popolo di S. Maria a Sco' passo' a miglior vita il sid:ø giorno circa l'ore 16 di Anni 70 premunito de' SS.Sacramenti cioe confessione, SS.ø viatico, estrema unzione, Benedizione del SS:ø Rosario Racco mandazione dell'Anima e con essa assistito fino all'ultimo respiro dal Rev.ø Antonio Lorenzo Mannozzi, Cappel lano della Pieve a Sco' ed il di 10 c.ø fu seppellito nella Sepoltura de Piccardi posta nella Chiesa di q.ta Prioria.

 

 

Passando alla generazione successiva, troviamo Pietro Bastiano, figlio di Giovanbattista Piccardi e di Teodora Bandini, nato nel 1714 a Campiglia. Anche lui militare, come da tradizione familiare, nel 1738 venne eletto Camarlingo della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Scò ed ecco la pagina scritta di sua mano:

 

 

1738 Pietro Bastiano Piccardi Camarlingo

 

 

L’anno successivo Pietro Bastiano cadde ammalato così gravemente, da essere creduto in punto di morte. Venne convocato il notaio di Piandiscò, Baccio Ceccherini, il quale stese il seguente testamento:

28 Agosto 1739

In Dei nom.e Amen. Anno Dom.i nostri Gesù Xsti, ab eius salut. Ind.e millesimo septingesimo trigesimo nono Ind.e Romana secunda, et die vigesima octava mensis Augusti, Clemente XII summo Pontefice, ac Ill.mo Francisco Tertio Lorene secundo Eius nominis, Etrurie Magno Dux Octavo Dom.

Actus in populo S. Miniatis de Scò, in Potesteria C. franci Superioris loco noncupato a Campiglia, Domi propria habitationis infr. testatoris, ibidem praesentib. Francisco de Josephi de Nutis, Bartholomeo Raphaellis de Bondis, Francisco Petri de Totis, nec, non Philippo Rapphaellis de Biondis, tutti del sud. Popolo e Pod.

Non essendo cosa più certa della morte, e niuna altra cosa più incerta dell' ora della sua venuta, perciò s'aspetta ad'ogni huomo, e massime prudente, sempre pensare a quella, essendo stato ordinato una talvolta doversi morire, quindi è che

Pietro Sebastiano del q. Gio. Batta del fù Sebastiano Piccardi da Campiglia del sud. popolo e Pot., sano per la Dio grazia di mente, senso, vista, udito, loquela et intelletto, benchè di corpo indisposto, e giacendo in letto ammalato, volendo, come prudente disporre, et ordinare di suoi Beni, Eredità e sustanze, acciò doppo la sua morte, non naschino scandali e massime per la salute dell' Anima sua, la più importante d' ogni altra cosa, procurò perciò di fare, sì come fece, il presente suo ultimo noncupativo testam. quale di ... scritti nel modo e forma che appresso segue, cioè

Primieramente, cominciando dall' Anima sua, come più degna del suo corpo, quella umilmente devotamente raccomandò e raccomanda, all' onnipotente Dio suo creatore, alla Gloriosissima Maria sempre vergine, al suo Angelo Custode, ed a tutti i Santi e Sante del Paradiso, e quando parrà e piacerà a Dio che l' Anima si sciolga e separi dal suo corpo, ordinò e comandò farsi sepoltura del suo cadavere nella chiesa di S. Miniato a Scò nella sepoltura dei suoi Antenati con spese di mortorio, e funerale, che parrà a piacere, a gli infr.tti di lui eredi e Tutori.

Per ragion di legato lasciò, e lascia all' Opera di S. Maria del Fiore della Città di Firenze la solita tassa di lire tre e soldi dieci.

Domandato da me Notaio infr.tto se volesse lasciare qualche cosa ai poveri di Gio. Batta della Città di Firenze, rispose non aver che lasciare.

Item Per l'amore e benevolenza che ha portato e porta alla M.a Stella sua dilett.ma consorte figliola di Fran.co Bartolozzi e per il reciproco amore, che è passato fra di loro lasciò e lascia alla med.a il libero e intero usufrutto di tutta la di lui eredità e Tutrice degli infr.tti di lui figlioli, mentre si manterrà nello stato onesto, e vedovile e conviverà con dd.i suoi figlioli di modo che, passando alle seconde nozze, e non convivendo con detti suoi figlioli, in tal caso, restituisca d.a Tutoria et usufrutto, e non possa avere, né conseguire altro che la sua dote che d.o testatore e suoi averanno conseguito.

Eredi poi universali di tutti i suoi Beni mobili, immobili e semoventi, ragioni et azioni, debiti e crediti, e di tutta la di lui eredità tale, quale sia, et in qualsivoglia luogo esistente, et a d.o Testatore appartenente, et aspettante tanto di pres.te che del futuro, instituì, fece, e volse che fussero, e che sieno, e di sua propria bocca chiamò, e nominò Gio. Batta Maria Gaspero suo unico figliolo nato di se e di d.a Maria Stella sua consorte e tutti gli altri figlioli maschi, che nascer potessero del med.o testatore, et alle figliole femmine, che nascer potessero del med.o testatore, lasciò e lascia a queste la dote che è solita darsi dalla casa paterna, o secondo lo stato ereditario, e secondo che parrà alla prudenza de gl'infr.tti di lui Tutori.

I Tutori, e per debito tempo Curatori di Gio.Ba. Maria Gaspero e di tutti gli altri figlioli che nasce potesssero di detto Test.e, fece e volse, che fussero, e che sieno d.a Maria Stella sua consorte, mentre che ella come sopra si manterrà nello stato onesto et vedovile, e conviverà con dd. suoi figlioli e Antonio del q.m Sebastiano Piccardi suo zio paterno, Fran.co del fu Simone Piccardi suo Consubrino, Gio. Ant.o del fu Alessandro Galletti e Barto.o del fu Fran.co Bondi confidando nella loro fede e benevolenza, che sempre ha avuto verso di loro, pregandoli per l'amore di Dio a far che per quanto potranno dd.i suoi figlioli vivino fra di loro concordi, e nel santo timor di Dio.

Questo disse e asserì d. Test. essere stata la sua ultima volontà, et il suo ultimo noncupativo testo, e per tale vuole, che voglia e non volendo vuole che voglia per ragion di Codicillo, e non volendo neanco per ragion di Codicillo, intende, e vuole che voglia per rag.e di donazione in caso di morte, e di qualsivoglia altra sua ultima volontà, che più e meglio possa di rag. sussistere per volere con imbam.

 

(ASF Notaio Baccio Ceccherini notarile moderno - Protocolo 23855 )

 

Il testamento contiene tutte le formule standard, identiche per secoli, compreso l’obbligo del tributo all’Opera di S. Maria del Fiore e la domanda rituale se doveva essere destinata qualche elemosina ai poveri, ai quali il testatore rispondeva invariabilmente di no. Tipico è anche l’obbligo per la moglie di mantenersi casta e fedele durante la vedovanza, pena la perdita di tutti i lasciti del testatore.

Pietro Bastiano supererà la grave malattia e proseguirà la sua vita di pubblico ufficiale e di marito, mettendo al mondo una numerosa figliolanza, buona parte della quale morirà in età giovanissima. Nacquero e morirono consecutivamente tre femmine e a tutte fu loro imposto il nome Maria Rosa.

 

Risalgono a questo periodo i primi registri parrocchiali contenenti gli "Stati delle anime", che ogni parroco redigeva in occasione della benedizione pasquale, con il compito principale di annotare chi assolveva l’obbligo dei precetti di confessione e comunione. Al contempo, venivano annotate l’ubicazione della casa, il numero dei componenti, i vincoli familiari che li univano e le rispettive età. Un censimento vero e proprio.

 

Per la famiglia di Sebastiano la descrizione si ripete identica dal 1747 al 1756 e mette in evidenza che nella casa di Campiglia coabitavano Teodora, la vedova di Giovanbattista e Caterinangiola, la seconda moglie di Pierantonio, il caporale Pietro Bastiano con la moglie Maria Stella e i figli, nonché Francesco di Simone Piccardi, celibe.

 

 

1747 fino al 1756 Stato delle anime di Campiglia di Sopra

Teodora di Gio.Battista Piccardi a.76

Pietro Bastiano suo figlio a. 30

Francesco di Simone Piccardi a. 59

Caterinangiola moglie del Pierantonio Piccardi a. 50

M. Maddalena sua figlia a. 18

M. Stella moglie di Pietro a. 30

Gio.Batista M.a Gaspero suo figlio a. 9

M.a Margherita Gaspera altra figlia a. 8

Giuseppe M.a Gaspero altro figlio a. 6

M. Rosa altra figlia a. 2 +

M. Teresia altra figlia a. 1

 

 

Non sappiamo per quale motivo e in quale anno Pietro Bastiano, con tutta la famiglia, si trasferì a S. Michele di Sotto, dove morì Maria Stella nel 1763, che fu sepolta in San Miniato:

Adi 3: 8bre d:ø

Fu' data septra nella Tomba di Sua Casata posta in q.sta Chiesa avanti l'Altare di S: Ant. M.a Stella Mog:e di Pietro Bastiano Piccardi morta il giorno attecd.te in Eta' di Anni 50: onc:a; abita.te nel Pop.ø di S: Mich.e di Sotto e portata in q.sta Chiesa per essere sepolturaria nella med.a

 

 

Pietro Bastiano continuò a svolgere le sue funzioni di pubblico ufficiale e di ragioniere presso il Comune di Castelfranco, come appare da diverse annotazioni, una delle quali è la seguente:

 

 

1766 Pietro Bastiano ragioniere

 

Nonostante l’impiego pubblico, evidentemente le uscite di Pietro Bastiano superavano le entrate, tanto da costringerlo a indebitarsi. Non essendo in grado di restituire le somme ricevute in prestito, ed essendo stato citato in giudizio e condannato, vendette una casa adiacente la chiesa di San Miniato a Scò, pervenutagli dopo la morte della zia, Caterinangiola Cherici. Compratore fu lo stesso parroco, che provvide a saldare i debiti e a pagargli il residuo di 19 scudi, come appare dal seguente contratto, trascritto nei registri parrocchiali:

 

 

2 Ottobre 1765

Nel nome di Dio Amen. L' Anno del Nostro Signore Gesù Christo millesettecentosessantacinque nell Indizione Decima terza, questo di due del mese di Ottobre Clemente Decimo terzo Sommo Pontefice e l' Altezza Reale del serenissimo Arciduca Pietro leopoldo Gran=Duca di Toscana IX felicemente regnante. Fatto il presente Instrumento in Firenze nella Casa d'abitazione di me notaio posta nel Popolo di S. Pier Magg.re et in via denominata dell'Oriuolo ivi presenti l' Ecc.mo Sig. Dott. Gio.Domenico Lori, et il Sig. del fu m.Simmone Civili cittadino fiorentino Testimoni alle Cose Infrascritte.

Per il presente pubblico Instrumento evidentemente apparisca e sia noto qualm. costituito personalmente in presenza di me notaio, e dei soprascritti Testimoni Pietro Bastiano del fu Gio.Batista di Bastiano Piccardi presentemente abitante nel Popolo di S. Gaudenzio a S. Michele, Potesteria di Castelfranco di Sopra, il quale spontaneamente di ragione propria et in perpetuo, siccome in ogni miglior modo diede e vendé, dà e liberamente vende al Reverendo Sig. Angiolo Maria di Giuseppe d' Isidoro Bolognesi Priore di S. Miniato a Sco' Potesteria suddetta, presente stipulante e comprante per sé e per chi egli nominerà: Una Casa da Cielo a Terra posta in detto Popolo di S. Miniato a Sco', consistente in Numero quattro stanze, e due stanzini, ed ha la scala, e un terrazzino a comunione con una casa di proprietà di detta Chiesa e proveniente dalla Ginevera Cherici, compreso in detta vendita una piazzuola avanti a detta casa, e con tutte l'altre sue appartenenze, usi e servitù niuna eccettuata, a cui confina a primo

strada maestra mediante detta Piazzuola, secondo la Casa della Prioria suddetta di S. miniato, proveniente dalla suddetta Ginevera Cherici sopra la quale posa un obbligo di messe, terzo Giovanni de fu Francesco Galletti, quarto l' orto di d.a Chiesa et infra altri più veri, e noti confini che vi fussero ai quali.

.....

E la suddetta vendita e compra gli soprannominati contraenti fecero e fanno per prezzo e in nome di vero, e giusto prezzo di scudi quarantotto di Lire sette per scudo, a spese e gabella del detto compratore, così stimata da Antonio Maria del fu Benedetto Alamanni, e da Lorenzo del fu Bartolommeo Sassolini Periti stimatori eletti, come asserirono le medesime Parti, di loro consenso, e quelle spontaneamente approvarono e approvano.

Qual prezzo di scudi quarantotto le suddette Parti hanno firmato e convenuto che sia pagato e repartito come appresso, cioè scudi diciannove al signore Michele del fu Mariano Tani creditore del suddetto Piccardi in ordine a un decreto del magistrato supremo del di 17 Settembre 1765 confessando il medesimo Tani aver riscosso più avanti altra somma dalla Cassa del Regio Spedale di Santa Maria Nuova in esecuzione dell'istesso Decreto, e scudi dieci a Niccolò di Francesco Cuccoli in nome e per interesse di detto Francesco suo Padre come creditore del suddetto Piccardi venditore ...

 

( Archivio parrocchiale di San Miniato a Scò, libro dei livelli 1756 )

 

Terminano qui le notizie disponibili sul conto del Caporale Pietro Bastiano, e non sapremmo niente neppure della sorte dei suoi figli, se non fosse intervenuta la riforma fiscale introdotta dal Granduca nel 1776, la quale, per la prima volta dopo più di tre secoli, ci riporta la composizione esatta dei beni posseduti dai nostri antenati. I tre figli sopravvissuti di Pietro Bastiano presentarono congiuntamente la descrizione dei loro beni, che qui trascrivo:

 

 

Gio.Batta )

Giuseppe ( di Pietro Sebastiano di Gio.Batta di Bastiano di Pierantonio Piccardi

Luigi )

S.Gio. N. 183

 

 

Sustanze

Una casa composta di N. 17 stanze da terra a cielo con forno stalletto, e piazza a Comune, et altre sue servitu' insieme con due pezzi di terra ortiva contigui a detta Casa di un minore in circa, arativa, vitata, e gelsata, e fruttata il tutto posto nel Popolo di Santa Maria a Sco' Potesteria di Castelfranco di Sopra, luogo detto CAMPIGLIA alla qual Casa, et orto in oggi confina piazza comune colla Mad. Lisabetta Luci, 2. via comunale, 3. M.a Lisabetta Luci, 4., 5. via comunale, 6. dd. Piccardi con un pezzetto di terra Prativa di un sedicesimo in circa, 4. d.a Madonna Lisabetta Luci, 8. viottola comunale et infra stimato il tutto scudi 290.

Un fattoio da olio attaccato al Ceppo di detta Casa con sue macine uno strettoio, Tinaccio, Caldara di Rame, et altri Rami per servizio di detto Fattoio, et altre sue servitu' al quale e' stimato S. 80

Una stalla con sua loggetta davanti insieme con un pezzo di terra ortiva di un sedicesimo circa posto a detta stalla per di dietro con aia, e Piazza a Comune con Lisabetta Luci, il tutto posto nel soprad. Pop. e Potest. luogo di Campiglia, alla quale stalla, et orto confina a p.o via 2. aia comune 3. M.a Lisabetta Luci 4. aia comune stimata scudi 40

Un pezzo di terra arativa, vitata, ulivata e gelsata di un minoro in circa posto in detto Pop. e Potest. luogo detto il CAMPO DA CASA a cui confina a p.mo viottola comunale 2. M.a Lisabetta Luci 3. RR. MM: della SS.ma Concezione della Citta' di Firenze mediante la Peschiera 4. Peschiera comune con M.a Lisabetta Luci a 5. Aia Comune con detta M.a Elisabetta Luci . Stimato scudi 45

I soprascritti beni sono porzione del Podere di Campiglia essendo il restante di d. Podere nei Popoli di San Miniato a Castel Franco, e Santa Maria a Faella con Xma di scudi -.-.6

Un pezzo di terra arativa vitata, e ulivata di st. due e mezzo in circa posta nel Popolo di San Miniato a Castelfranco Potesteria sud. Luogo detto LA MASSINA O IL COLTO NUOVO a cui confina a p.mo Rev.de Monache della SS. Concezzione della Citta' di Firenze, mediante la fossa, e viottola comunale, 2., 3. e 4. dd.e Monache 5. dd. Piccardi con Boschi 6. dd. Monache stimato sc. 195

Un pezzo di terra arativa, vitata, e ulivata di st. 1 ˝ in circa posto nel sud. Popolo e Potest. luogo d.o IL SOLATIVO, a cui confina a p.mo dd. R.R. Monache mediante il Balzo 2. dd. Monache con Boschi, 5, 6, 7 dd. Piccardi con Boschi stimato scudi 95

Un pezzo di terra arativa, vitata, e ulivata, e gelsata pomata di st. 2 in circa con una capanna rovinata con sua aia compresa in dette st. due posto nel Popolo di San Miniato a Sco' Potesteria di Castel Franco di Sopra luogo d.o IL CAMPO DELL’ AIA, a cui confina a p.mo via maestra, 2. via, che va a Simonti, 3. Anton Filippo Galletti, 4. Giovanni Nocentino, nel qual pezzo di terreno e' imposto un annuo obbligo di L. 2 da pagarsi al Sig. Priore protempore di San Miniato a Sco' stimato Sc. 180 con Xma di -.3.1 della somma di -.17.5

Un pezzo di terra, arativa, vitata, ulivata et gelsata di tre quartori in circa, posto nel Comune di Santa Maria a Faella Potest. Predetta luogo detto IL CAMPO DEGLI ANGIOLINI, a cui confina via che va a Faella, 2., 3. Eredi di Agostino della Torre, 3. detti Piccardi con Boschi 5. R.R. Monache della Concezione della Citta' di Firenze mediante la fossetta stimato scudi sessantacinque S. 65

Un pezzo di terra arativa, vitata, ulivata e gelsata di un minoro in circa posta in detto comune di Faella luogo d. IL PRATO, a cui confina a p.mo 2, 3, via che va a Faella, 4. dd. Monache stimato scudi 40

Un pezzo di terra boscata dirupata di st. 2 e mezzo in circa con stipa, e quercia, posto nel Comune di Santa Maria a faella Potest. sudd. Luogo d. IL VALCELLO cui confina a p.mo dd. Monache mediante il viottolo 2. dd. Piccardi 3,4 Eredi di Agostino della Torre, mediante il Borro divisorio 5 dd. Eredi Stimato Sc. 15

Un pezzo di terra boscata con quercie e stipa, quercioli, e con alcune poche ceppe di Castagno di st. 20 in circa posto nel comune di S. Maria a Faella Pot. antedetta luogo d. IL SOLAIO, a cui confina a p.mo via, che va a Faella 2., 3. Eredi di Agostino della Torre 4. dd. Monache con la sommita' di Poggio 5. dd. Piccardi 6. dd. Monache 7 dd. Piccardi 8. dd. Monache, 9. Senatore Strozzi 10. Marchese Rinuccini fino al Borro de Ceci Rossi stimato Sc. 115.

Un pezzo di terra boscata dirupata con quercioli e stipa di st. 3 in circa posto nel Comune di Santa Maria a Faella, Potesteria detta, luogo detto IL BACIO, a cui confina a p.mo 2., 3. eredi di Agostino della Torre 4. dd. Piccardi mediante il Borro Stimate Sd. 25

Un pezzo di terra boscata con qualche quercie, o stipe di staiora 16= in circa posto nel Comune di Santa Maria a Faella Potesteria suddetta luogo detto RANTIGIONI da mezziogiorno, a cui confina a p.mo Eredi di Agostino della Tosse 2. Sommita' di Poggio 3. Senatore Strozzi 4. dd. Piccardi con il Campo e con il Bosco stimato Sc. 65

Un pezzo di terra arativa, vitata, gelsata con alcune ceppe di castagno di st. 5 in circa posta nel Comune di Santa Maria a Faella Potesteria predetta in luogo d. RANTIGIONI, alla qual terra confina a p.mo Borro di Rantigioni, 2. Borro di Ceci Rossi 3. Monache pred. 4,5,6,7 dd. Piccardi stimato Sc. 190 con Xma di Sc. -.8.11

I Soprascritti beni sono porzione del Podere di Campiglia, essendo il restante di detti Beni nei popoli di S. Miniato a Castel Franco, e di S. Maria a Sco'.

Pervenutigli med.e la morte di Pietro loro Comun Padre seguito piu' fa’.

Per Arroto 1775 N. 186 (ASF Decima Granducale 5743 5746a )

 

 

Non posso nascondere la sorpresa nel constatare che il podere di Campiglia, che rischiava di andare perduto per sempre a metà del 1400, e dopo il depauperamento dei secoli successivi, nel 1776 era stato copiosamente ricostituito per un valore complessivo di 1.446 scudi, senza che la documentazione pervenutaci fino a quell’anno lo lasciasse immaginare. Da rimarcare inoltre che si tratta dei beni di proprietà di uno solo dei rami nei quali si era diversificata la famiglia.

Le dimensioni della casa di 17 stanze avvalora l’ipotesi che si trattasse di quella che oggi ospita l’agriturismo "Monna Lisa", che qui vediamo dall’alto:

 

 

Villa Monna Lisa a Campiglia

 

Dei Piccardi di Campiglia non sapremo più niente e dopo questa registrazione anche i tre figli superstiti di Pietro Bastiano svaniranno nell’oblio.

Occupiamoci adesso dei figli di Antonio di Sebastiano Piccardi che si erano trasferiti alla Canova:

Bartolomeo, nato alla Canova nel 1711 dalla prima moglie di Antonio, Maria Maddalena Nuti, e di

Giovanbattista, nato nel 1730 dalla seconda moglie, Caterinangiola Cherici.

Giovanbattista morirà improvvisamente prima di compiere i 25 anni, per cause imprecisate, come attesta la registrazione di morte. Benché residente alla Canova, anche Giovanbattista venne sepolto nella tomba di famiglia a San Miniato a Scò:

A 18: Marzo d:

Gio:Batta: del fu' Antonio Piccardi abitante alla Canova di la', del pop.ø di S: M:a a Sco' fu' trovato morto presso la Canova di qua', in una strada che conduceva a Sua Casa, la sera del 16 d:o presso le ore 5: della sera, ed il sud.ø giorno fu' sepolto nella Tomba di Sua Casata posta in questa Chiesa presso l'Altare dei SS. Antonio e Carlo, in eta' di Anni 24 in c.a

 

Bartolomeo si sposò con Ortenzia Fabbri, ma dovette tribolare per farsi consegnare dal suocero, un caporale, la dote dovuta e solo dopo un anno l’intero importo di scudi 80 fu saldato, tramite la cessione di un terreno a Ostina, con le modalità che il notaio Baccio Ceccherini di Piandiscò ratificò nel modo seguente:

9 Gennaio 1739

Actu in Populo Plebis S. Maria de Scò in pre.tura C. franci sup.oris, loco noncupato a Ceccherini, Domi mei not. infr. ibidem presentib. Joanne Baptista de Salvadoris de Casinis, nec nn Josepho Laurentiis de Deis suprad.ti populi .

...

Essendo che, come fù asserito, sieno seguiti gli sponsali e dazione dell' Anello sotto suo vero giorno del prossimo Anno scorso 1738 in frà Bartol.o di Antonio Piccardi dalla Canova del comune di S. Tommaso a Ostina Pot. di Cascia, et Incisa da una e l' onesta fanciulla Maria Caterina figliola di M. Bened.o del q.d Gio. Dom.co Fabbri di Via larga del popolo di S. Miniato a Scò, Pot. di Castelfranco di Sopra dall'altra parte, e non avendo le parti trattato in modo alcuno sino ad esso, come asserito, di qual somma deva essere la dote di d.a fanciulla Maria Caterina, et avendo questo med.o sopra.to giorno le parti frà di loro accordato, e convenuto amicabilm.e che d.a dote sia et esser deve in somma di scudi ottanta di lire 7 l' uno, benché non ostante d.o Bartolomeo Piccardi sposo, et in oggi marito di d.a Maria Caterina habbi tenuto e ricevuto a buon conto di d.a dote da d.o M. Bened.o Fabbri suo suocero sotto dì ventiquattro del prossimo caduto mese di Xbre 1739 (in realtà 1738 n.d.r.) la somma e quantità di scudi quaranta in contanti, conforme egli asserisce e confessa, e volendo d.o Benedetto Fabbri satisfare d.o Piccardi suo genero di residuo sua dote, che sono scudi quaranta, e non avendo in pecunia numerata da poterlo satisfare, se non con dargli, assegnarli l' infr.tto effetto, nt infer.

Perciò questo pres.te soprad.tto giorno il pred.o Benedetto Fabbri pres.te per sé e suoi eredi, e success.ri di ragion propria, et in ogni miglior modo dette, consegnò, et aggiudicò in pagam.to per la valuta di dd.i scudi quaranta residuo pred.o di d.a dote con patto resolutivo di tre Anni da oggi al pred.o Bartolomeo Piccardi suo genero pres.te per se e suoi eredi e success.ri ricevente e stipulante l' infrascr.tto effetto, cioè:

Un pezzo di terra, parte arativa, vitata, gelsata e con qualche ulivo, e parte boscata di ontani, vetrici e d' altro legname di uno statioro incirca a seme, e non a misura, e quanto sia esistente in d.o Comune di S. Tommaso a Ostina, pot. pred.a di Cascia et Incisa, luogo d.o GLI O(D)OLINI, al quale dissero confinare a p.mo Eredi Galletti, 2° Fran.co Galletti a 3° da tutte le altre parti il fiume Resco Simontano, infras. assieme con tutte e singole sue rag.ni, ingressi, egressi, solite andare e stare a d.o pezzo di terra sino alle strade pubbliche ad aversi, tenersi, e possedersi con la clausula di Costit. Costituzione di Pre. Cessione di tutte le rag.ni e con la promessa della difesa generale, e generalissima, in caso di evizione, in forma amplissima secondo il più amplio stile, e tenore di modi e form. della presente aggiudicazione fecero, e fanno, le dette parti con patto e cond.e che, se dentro al termine di d.i tre Anni d.o M. Benedetto Fabbri pagherà, e sborserà a d.o Piccardi suo genero la pred.a somma di scudi 40, residuo di detta dote, e tutte le spese che occorreranno farsi da d.o Piccardi suo genero la pred.a somma di scudi 40, residuo di d.a dote, e tutte le spese che occorreranno farsi da d.o Piccardi per causa del pres.e atto, riguardante però per la pred.a somma di scudi quaranta, in tal caso, la presente aggiudicazione sia di niun valore e come stata fatta non fusse, e la qual ricuperazione intendano e vogliano le parti, non habbi luogo in modo alcuno in Gio. B.a uno dei figlioli di d.o M. Benedetto, ma bensì in altri figlioli suoi maschi in caso di morte del med. S. Bened.o entro il pred.o termine di tre Anni e ciò per giusta causa a d.e parti ben note come dissero. In Caso che d.o M. Benedetto Fabbri e suoi non recuperassero dentro al d.o termine di tre Anni da oggi il sudd.o pezzo di terra, come sopra da lui aggiudicata, dovrà in tal caso rimanere al pred.o Bartolomeo Piccardi per la med. somma di sc. quaranta a tutta sua Gabella intera, e spese, che tanto dissero essere stata stimata valere da Michele di Fran.co Piccardi, e da Fran.co di Filippo Cherici eletti, chiamati et approvati da ambe le parti, et in questo caso d.a aggiudicazione fecero con patto espresso, e con solenne stipulaz.e voltato fra d.e parti nel pres.te instr.to, che se accadesse mai per tempo alcuno che il pred.o pezzo di terra, come sopra al pred.o Piccardi dato, et aggiudicato, o vero alcuna parte di esso fusse evitto o molestato al pred. Piccardi, o suoi, sia lecito al med.o e possa e possino ritornare alle ragioni di d.o debito di scudi 40.

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 23852 )

 

Ma il terreno in questione era stato ipotecato con patto resolutivo dal nonno di Ortenzia e, quando il creditore (un nocentino che era stato adottato dai Galletti, dei quali prenderà il cognome), avanzò le sue pretese, la soluzione della vertenza richiese l’intervento di un arbitrato, che si concluse nel 1741 con la vendita, da parte di Bartolomeo, del terreno al creditore, come spiega ampiamente la descrizione del notaio Baccio Ceccherini:

2 Ottobre 1741

Essendo che siano insorte alcune differenze e mozioni di lite per via del Supremo Magistrato della Città di Firenze in frà Bartolomeo del fu Antonio Piccardi dalla Canova come cessionario di M. Benedetto Fabbri da una, e Giovanni delli Innocenti come donatario delli fu' Fran.co e Gio.Batta di Cosimo Galletti dall'altra parte a causa in specie di un pezzo di terra arativa, vitata e fruttata di un minoro in circa, a seme posta nel comune di S. Tommaso a Ostina, Pot.a di Cascia e Incisa luogo d.o ODOLINI, che fu venduto dal fu Caporale Gio.Maria Fabbri autore del pred.o M. Benedetto Fabbri con patto resolutivo a i predd.i Fran.co e Gio.Batta Galletti, e non costa per scrittura autentica essere stato dal d.o Caporal Fabbri, né da' suoi eredi recuperato, et essendo perciò nella causa vertente in fra' i predd.i Piccardi, e Galletti stato ordinato dal pred. Magistrato Supremo per suo decreto del 15 7bre prossimo passato 1741, che per la parte di d.o Piccardi sia riconosciuto, e stimato il pred. effetto dal S. Fran.co Trambusti e che è stato assegnato a d.o Gio. delli Innocenti tempo, e termine di giorni otto ad avere electo anc'esso il suo perito stimatore, et essendo poi per altro decreto di d.o Magistrato come dissero, stato eletto per la parte di d.o Gio. Galletti il S. Lorenzo Bigazzi et essendosi perciò questo med.o sopr.tto giorno trasferiti tanto esso S. Bigazzi, che d.o Fran.co Trambusti a rinosciere il pred.to effetto controverso, et avendo i med.i stimatori visto, e considerato tutto quello e quanto era da considerarsi, e consigliate le parti sud.e per sfuggire le liti, e per non si inoltrare di vantaggio in esse, a devenire per tal pendenza ad un amicabile accordo, et avendo le med.e parti aderito a il loro prudente consiglio, e rimesso liberamente in lor medesimi tali differenze, perciò i medesimi S.ri Trambusti e Bigazzi con il pieno consenso, satisfazione e volontà di d.e parti, hanno arbitrato, accordato, deciso e stralciato, che per tutte le predette differenze, e pretenzioni, paghi liberam.te detto Gio. dell' Innocenti ne non senza veruna eccez.ne per una volta tanta a d.o Bartol.o Piccardi la somma e quantità di sc.15 moneta di lire sette l'uno per tutto il prossimo mese di Xbre 1741 con l'obbligo in defetto, spirato il d.o termine di poterne d.o Gio. dell' Innocenti essere condotto ad ogni foro di ragione, e particolarm.e al Tribunale della Mercanzia della Città di Firenze e che l'istesso Gio. dell' Innocenti rimanga liberam.e nell' intero e pacifico possesso del pred.o pezzo di terra, et havendo ambe le parti con giuram.to da me deferibili e da essi preso in forma fact. approvato et affermato per ben fatto quanto sopra, perciò di tale aggiustam.to e stralcio, alla pres.za di me notaio infra.tto e de soprad.tti testimoni se ne chiamorno e si chiamano interam.te contenti, e ssatisfatti, e renunciorno, e renunciano, ad ogni legge, e statuto, che a lor favor facessi e tutte le quali sopra.tte cose intendano fare, si come fanno con tutti quei patti, promesse, obbligazioni, clausole e solennità solite, e necessarie apporsi in simil transazioni secondo il più amplio stile, e tenore del moderno Formulario Fiorentino.

Item Stanti e ferme tutte e ciascheduna delle soprad.tte cose, il pred.tto Bartolomeo del fu' Antonio Piccardi dalla Canova del Comune pred.o pod. di San Tommaso a Ostina di Cascia e Incisa pres.te per se e i suoi eredi e succ.ri di ragion propria et in perpetuo et in ogni miglior modo dette, e vendé al prenominato Gio: dell' Innocenti pres.te per se e suoi eredi ricevente, comprante, e stipulante Un suo effetto vicino al sopraenunciato stato fra loro controverso, et è l'infra.tto cioè:

Un pezzo di terra arativa, vitata con qualche olivo e alberi di un mezzo staioro in circa, a seme, e quanta fusse esistente ne pred.o Popolo di S. Tomm. a Ostina Pot. C., luogo d.o pure gli ODOLINI, al quale dissero confinare a 1° e 2° fiume Resco Simontano, 3° d.o Gio: compr.re e 4° Fran.co di Matteo Galletti infras. Assieme con tutte e singole sue ragioni, ingressi, egressi, aderenze, e appartenenze...

La qual vend.a e compera respectivamente fece e fa d.o Piccardi vend.re e d.o Gio: Compratore per presso, e nome di vero e giusto presso di scudi trenta moneta di lire sette l'uno e tutte le spese, e Gab.lle di d.o Compr.re. Qual prezzo di scudi trenta promesse e convenne d.o Gio. Compratore dare, pagare, e sborsare a d.o Piccardi vend.re pres.te per se e suoi accettante e stipulante per tutto il prossimo mese di Xbre 1741 senza poter pretendere d. Piccardi in questo tempo frutto compensativo di sorta alcuuna, che, così hanno convenuto fra di loro di accordo, et il quale Piccardi vend.re si riservò, e si riserva, in questo mentre l'intiero Dominio di d.o effetto per insino che non sarà pagato, e satisfato il d.o prezzo di scudi trenta ma ancora da d.o tempo in avvenire possa pretendere da d.o Compratore in frutto compensativo alla rag.ne di quattro per cento.

 

( ASF notarile moderno - Protocolli 23852 )

 

Nel 1743 morì Ortenzia, la moglie di Bartolomeo, il quale si risposò con Annamaria Casini, dalla quale ebbe la prima figlia già nel Dicembre 1744.

Bartolomeo deve essere stato un agricoltore innovativo (a quei tempi si cominciavano a sperimentare nuove forme di coltivazione) perché decise di investire nel suo podere, anche in mancanza di disponibilità finanziarie immediate. Ai piccoli debiti se ne aggiunse uno più grande, quando decise di acquistare due vitelli dal parroco rev. Mannozzi, e Bartolomeo decise di saldare le pendenze ipotecando un terreno, augurandosi di poterlo riscattare quando i raccolti glielo avessero consentito.

Un breve inciso per dimostrare come il frazionamento dei beni, per eredità o per costituzione di doti, portasse invariabilmente a uno stato di povertà, mentre il mantenimento dell’unità dei beni di famiglia consentisse maggiori disponibilità. Mentre i Piccardi continuavano a dividersi i beni, i Biondi di Casa Biondo (e non solo dei Biondi) erano legati da un fidecommesso, che li obbligava a mantenere indivisi i beni ereditati. Numerosi furono gli acquisti di terreni, in via definitiva o con patto resolutivo, annotati dal notaio Ceccherini a favore dei Biondi. Questo è il contratto di vendita di Bartolomeo ai Biondi:

9 Aprile 1745

Per il presente pubblico instr.o apparisca a tutti qualm.te Bartolomeo del fu Antonio Piccardi dalla Canova, del Comune di S. Tommaso a Ostina Pot.a di Cascia e Incisa pres.te per sé e suoi eredi e succ. di ragion propria, e in ogn., e non solo in nome suo proprio, ma in nome ancora di Gio. Batta suo carnal frat.lo di età pupillare per il quale promesse e promette, dette, concesse e vendè con patto resolutivo di quattro Anni da oggi al Sig. Giovanni del fu Gio. Batta Biondi del popolo di S. Donato a Menzano, Pot. Castelfranco di Sopra, presente per sé e suoi eredi, e succ.i, e con gli infra.tti patti, e cond.ni infrascr. ricevente, comprante, e stipulante, cioè

Un pezzo di terra arativa, vitata, e olivata di uno st. e un boccale in circa a seme, e quanta sia esistente nel sud.o Comune di S. Tommaso a Ostina Pot.a pred.a di Cascia e Incisa, luogo d.o ALLA FORNACE, al quale dissero confinare a p.mo Beni livellari della Compagnia della Pieve a Scò posseduti da Amadio Poggesi, 2° e 3° Compr.re e frat.lli di Biondi a 4° Fran.co M.a Benedetti 5° Eredi di Giuseppe Ceccherini infras. Assieme con tutte le sue ragioni, ingressi, egressi, aderenze, appartenenze e servitù solite andare e stare a d.o pezzo di terra sino alle strade pubbliche.

La qual vendita, e tutte e ciaschedune cose in essa contenute fece e fa d.o Piccardi venditore e detto S. Giuliano compratore per la somma e quantità di scudi 50 moneta di lire sette l'uno a tutte spese e Gab.lle di d.o venditore e per stima da farsi in caso di liberazione, da amici comuni da eleggersi amicabilm.te da dette parti. Qual somma di sc. 50, d.o Piccardi vend.re alla presenza di me notaio infr.to e de soprad.tti testi confessò e confessa, averla avuta e ricevuta da d.o S. Biondi avanti la celebrazione del pres. instr.o e della quale se ne chiamò e se ne chiama ben contento, pagato, tacito e satisfatto facendone fine e quietanza di non poter più quella domandare, renunciando all' eccez.ne della non numerata pecunia, e della quale somma di scudi 50 disse e dice d.o Piccardi volersene servire per pagare sc. 13.2 al m.to Rev. S. Anton Lorenzo Mannozzi per residuo di prezzo di un paio di vitelli da esso comprati tempo fa', e del restante per pagare altri suoi creditori.

Qual somma di scudi 50 stata da d.o Giuliano Biondi, come sopra a d.o Piccardi sborsata, disse e dice l'istesso S. Giuliano Bondi compratore, essere de i denari della dote della S.ra Maria Angiola Micheli sua moglie e perciò intende e vuole d.o Giuliano Compr.re , che d.o effetto, che sopra da esso comprato, mentre però non resti dal pred.o Piccardi vend.re ricuperato, resti obbligato et ipotecato per a conto della dote di d.a S.ra M.a Angiola sua consorte e la pres.te soprad.tta vendita fecero e fanno le parti da cordo con patto, e cond.ne che d.o Piccardi vend.re si ritenga in mano e rimanga in pacifico possesso del sudd.to pezzo di terra da essi, come sopra, venduto per tutto il pred.o termine di quattro Anni, con dover egli però pagare per tutto il d.o termine ad S. Compr.re delle dd. scudi cinquanta, il frutto compensativo alla ragione di scudi cinque per cednto a Capo di Anno senza veruna ecc.ne con obligo, in defetto di poterne essere astretto ad ogni foro di ragione niuno eccettuato, e così fatto a condizione assegna, che se d.o Piccardi vend.re renderà e restituità a d.o S. Biondi compr.e la med. somma di sc. 50, e frutti che fossero decorsi e non stati pagati, e dentro a detto termine di Anni 4 in tal caso la pres.te sopr.tta sia di niun valore e come fatta non fusse.

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 23852 )

 

I raccolti dettero ragione a Bartolomeo, il quale nel 1747 poté rientrare in possesso del terreno ipotecato, pagando il prezzo convenuto più gli interessi:

25 Settembre 1747

Giuliano Biondi retrovende a Bartolomeo di Antonio Piccardi di Ostina un terreno ALLA FORNACE di Ostina, che gli aveva venduto il 9 Aprile 1745 per sc. 50 con patto resolutivo di 4 anni all' interesse del 5% annuo. Paga oggi sc. 57, lire 5, soldi 9

 

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 23853 )

 

 

Probabilmente Bartolomeo aveva suscitato l’invidia di qualche vicino, che lo denunciò per averlo scoperto nell’atto di macellare un agnello "grasso". Perché la cosa costituisse reato non l’ho capito, non essendo avvenuto il fatto in Quaresima né in altri periodi particolari. Questa è la sentenza di condanna:

Agosto 1748

Sentenze e multe criminali date da Zenobi Ferrini Vicario di S. Giovanni Vadarno.

Bartolomeo Piccardi lavoratore alla Canova contro del quale da Noi e dalla nostra Corte e' stato proceduto a comparsa di Angelo Bandelloni, caporale di questi Famigli, ed ora alla presente sentenza detenuto perche' la sera del 14 Aprile 1748 si facesse lecito ammazzare in sua casa un Agnello grasso con animo di servirsi della meta' di esso per la sua famiglia, ed il rimanente venderlo ad altri non avendo cio' potuto effettuare per essersi dal Quer.te e Comp.i la sera stessa portato via insieme con la Pelle, Testa, e i Piedi

Noi Vicario anted. condanniamo detto Bartol.o Piccardi in scudi tre d'oro e perdita dell' Agnello, salvo il ricorso alla Camera Granducale.

 

 

(ASF Camera Auditore Fiscale 2645 Inserto 63 pag. 7 )

 

 

Pur abitando alla Canova, Bartolomeo e Giovanbattista possedevano anche terreni a Ostina, che vendettero ai fratelli Biondi, come appare dai seguenti contratti. La prima vendita servì per riscattare tre cambiali in mano ai Biondi, e il secondo per la costituzione della dote della sorella:

2 Dicembre 1751

Una parte di un pezzo di terra arativa, vitata, olivata e gelsata di uno staioro in circa a seme, a corpo, e non a misura, e situato dalla parte di piede inverso il Fiume Resco Simontano, consistente in numero undici pianelli fra' lunghi e corti, esistente nel pred. Comune di S. Tommaso a Ostina Pot. di cascia e Incisa, luogo d.o LA SOLLICA, o vero IL COLTO NUOVO, per sc. 80

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 23853 )

 

 

 

4 Agosto 1753

Bartolomeo e Gio. Battista di Antonio di Bastiano della Canova vendono ai fratelli Biondi un altro pezzo di terra loc LA SOLICA o IL COLTO NUOVO per sc. 95: 70 a Fran.co Sammoelli per la costituzione della dote della loro sorella Maria Caterina e 25 in contanti.

(ASF Notarile moderno - Protocolli 23853 )

 

 

Terminano qui le registrazioni relative ai Piccardi che abitarono sia a Campiglia che alla Canova nel ‘700, sul conto dei quali non sono venuti alla luce altri documenti e che non appaiono neppure nella Decima Granducale del 1776.

 

 

I Piccardi di Simonti

 

 

ALBERO di FRANCESCO PICCARDI  ……clicca per vedere l'albero genealogico dei discendenti da Francesco Piccardi 

 

Questo ramo, come da albero genealogico parziale allegato, inizia con Francesco, figlio di Michele, nato nel 1662 e che incontriamo nel 1702 annotato nei registri del Comune di Castelfranco con l’incarico di ragioniere per il popolo di San Miniato.

 

 

1702 Francesco di Michele Piccardi ragioniere

 

Esistono alcuni contratti, rogati dal notaio Francesco Luci di Piandiscò, dai quali appare evidente che Francesco Piccardi impiegava le sue disponibilità prestando a interesse, stipulando contratti di compravendita con patto di riscatto a 5 anni. (ASF Notarile moderno Protocolli 20857 pag. 124r, 183, 187v )

 

Nel 1704 Francesco fu nominato Camarlingo della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Sco, come appare dalla seguente pagina autografa:

 

 

1704 Francesco di Michele Piccardi Camarlingo

 

 

Il 14 Agosto 1714 il notaio Baccio Ceccherini di Piandiscò rogò il contratto di vendita di un bosco nell’ Alpe di Pulicciano in località Campoperti di st. 3 ceduto da Francesco Piccardi a Giovanfrancesco Sordi di Bologna. (ASF Notarile moderno Protocolli 23851 )

Francesco morì nel 1727 ed ebbe sepoltura nel solito sepolcreto dei Piccardi nella chiesa di San Miniato a Sco.

Nel 1732 i figli si divisero i beni ereditati, ricorrendo al giudizio di arbitri terzi, per evitare conflitti o, forse, perché non si erano messi d’accordo fra di loro. La stesura dell’atto venne affidata al notaio Baccio Ceccherini di Piandiscò:

13 Settembre 1732

Michele, GiovanniMaria, Arcangelo e Lorenzo, fratelli e figli di Francesco di Michele Piccardi di Simonti e Tommaso fratello, assente ma consenziente, dividono i beni comuni come deciso dagli Arbitri Francesco Trambusti e Ventura di Michele Pasquini:

A Michele vanno:

Una parte di casa a Simonti composta da 3 stanze, camera, fondo sotto detta camera, stanzino allato al fondo.

Un terreno di st. 1 arativo, vitato, ulivato, gelsato luogo detto IL CHIASSO.

A Giovanni Maria vanno:

4 stanze della stessa casa: sala, camera, stanzino sopra la camera, stalla sotto la sala

Un terreno di st. 1 3/4 arativo, vitato, olivato, gelsato e ceppato luogo detto IL CHIASSO nel Pian di Simonti

A Arcangelo vanno:

4 stanze della stessa casa: metà "tinario", la stanza del telaio con uno stanzino a lato a terreno e la colombaia sopra a detta casa.

Un terreno arativo, vitato, ulivato e gelsato di st. 2 1/4 loc. LA VALLUCCIA

A Lorenzo vanno:

Solo la stalla per le pecore della stessa casa

Un terreno arativo, vitato, ulivato di st. 1 loc. IL SOLATIO a Ostina

Un terreno arativo, vitato, ulivato di st. 1 loc. LA CASACCIA a Piandiscò

A Tommaso vanno:

3 stanze della stessa casa: cella, cucina, camera a metà del "terrario" a Simonti

1 terreno arativo vitato, vitato, ulivato di st. 3 a MONTELUPINI.

Lorenzo garantisce che Tommaso, assente, accetterà.

Patti accessori:

Poiché la parte di Arcangelo risulta di maggior valore, Arcangelo pagherà a Tommaso sc. 30

Giovanni Maria aveva messo in Casa Comune sc. 100, ossia la dote della moglie, Verginia Livi, e i fratelli glie l' hanno restituita.

Michele dice che la dote di sua moglie Anastiasia Giusti era costituita da beni ancora in suo possesso, quindi non ne fa menzione.

I mobili, le masserizie, le bestie e le grascie sono state divise dagli arbitri con il consenso di tutti

 

Non conosciamo l’entità dei lasciti in contanti, ma i beni divisi, in realtà, consistevano della sola casa di Simonti (quella che guarda la chiesetta dei Santi Stefano e Margherita dall’altra parte della strada) e di pochi appezzamenti di terreno.

Da notare che degli otto figli di Francesco solo cinque gli erano sopravvissuti.

Sapremo da un altro documento che Lorenzo, nato nel 1703, si era già trasferito a Firenze, e possiamo così comprendere perché a lui non interessava abitare in quella casa, preferendo ottenere terreni dalla spartizione.

Tommaso, nato nel 1700, non era presente e di lui non sapremo mai niente, ma se il suo assenso venne dichiarato dal fratello Lorenzo che viveva a Firenze, si può pensare che anche lui vi si fosse trasferito.

Gli Stati delle Anime, identici fra il 1747 e il 1755, ci descrivono la composizione delle famiglie che abitarono in quegli anni la casa di Simonti:

Casa di Michele Piccardi con la moglie Giusti Anastasia

Piccardi Michele del fu Francesco di anni 64

Anastasia moglie di detto

Mariano figlio di anni 32

Casa di Arcangiolo Piccardi

M.a Gostanza di Francesco Piccardi a. 40

Fran.co del fu Giuseppe Beccanti

Maria sua moglie

Giuseppe lor figlio

Gio.Dom.co altro figlio

Pasquale altro figlio

Casa di Giovanni Maria Piccardi

Gio.Ma di Fran,co Piccardi a. 50

M.a Verginia sua moglie a. 46

Antonfran.co M.a Gaspero lor figlio a. 16

M.a Stella lor figlia a. 14

 

Arcangiolo non viveva nella casa di sua proprietà, che aveva affittato alla nipote Maria Gostanza di Michele, bensì alle Fabbriche, come ci illustra lo Stato delle Anime, sempre identico fra il 1747 e il 1755. Stranamente la casa risulta intestata a suo padre, morto 20 anni prima,

Fabbriche

Casa di Fran.co Piccardi

Arcangelo di Fran.co Piccardi a. 43

M. Cammilla sua moglie a. 38

Anna M.a Dom.ca lor figlia

M.a Angiola lor figlia

M.a Domenica altra figlia a. 2

 

 

 

Arriviamo alla Decima Granducale del 1776, che ci consegna la composizione delle sostanze delle famiglie Piccardi che abitavano a Simonti, iniziando da Michele, il quale morirà proprio in quell’anno 1776:

Michele di Fran.co Piccardi

Camp. 338

Sustanze

Un pezzo di terra posto nel Popolo di San Miniato a Sco' Potesteria di Castelfranco di Sopra di staiora due in circa a corpo e non a misura vitato, olivato, e gelsato, luogo detto PIAN DI SIMONTI, a p.mo confina il Conte Carlo Giglioli, 2. via Comunale, 3. Badia di Gastra con un pezzetto di terra tenuto a livello da Lorenzo Bondi, 4. detto Giglioli.

Un altro pezzo di terra lavorativa, ulivata e gelsata, e da una parte pollonata di st. 2 in circa a corpo e non a misura posta in d.o Popolo e Potest. luogo detto PIAN DI SIMONTI confina a p.mo Antonio Piccardi, 2. d.o Carlo Giglioli e Lorenzo Bondi, 3. il suddetto Piccardi, 4. Giovanni Galletti mediante un Borratello Vicinale detto della Castagnata.

Altro pezzo di terra pollonata di tre quarti a corpo, e non a misura, posto in detto Pop. e Potest. luogo suddetto confina a p.mo Borro Vicinale, 2. Angiolo e fratelli Bondi, 3. dd. Bondi e Antonio Piccardi mediante un greppo con alcune ceppate infra i detti, o altri piu' veri, e noti vocaboli e confini. Livellario della Venerabil Compagnia dell’ Assunta di San miniato a Sco' per annuo canone di Sc. 11 senza Xma Condusse a livello dalla Venerabile Comp.a dell’ Assunta di S. Miniato a Sco' e per d.a da Giuseppe Neroni oggi Mercati suo Procuratore a sua terza generazione masculina per annuo canone di scudi 11, conto atto rog.o M. Fran.co Chiarenti 26 Agosto 1732 in Filza N. 224 Per Arroto 1734 n. 83

 

(ASF Decima Granducale 5743 5746 )

 

Il contratto di affitto del campo di proprietà della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Sco era stato stipulato nel 1731, come riportato nel registro della Compagnia:

1731 Entrate della Compagnia dell' Assunta

Riscosse da Michele del q.m Franc.o Picchardi per il laudemio di livello di nostra Compagnia e' Lire ottanta quattro Denari con.e et una soma di vino computata Lire sette che in tutto sono 92.0.0

 

 

Nel 1749 insorse un contrasto fra Michele e la Compagnia dell’Assunta di San Miniato a Sco a causa di questo contratto di affitto e le spese di causa furono registrate dal camarlingo Lorenzo Romolini:

1749 Spese della Compagnia dell' Assunta Per aver fatto buoni in causa di lite a Michele Piccardi per accordo fatto da Lire 27.13.4

Fare il contrato da misere Filippo Cipolini Lire 2.16.8

 

 

Tutti gli anni successivi Michele Piccardi paghera' Lire 77 l'anno per livello (pari a scudi 11 di lire 7 per scudo)

Questa è la dichiarazione di Lorenzo, che viveva a Firenze, relativa alla sola parte dei suoi beni che ricadevano sotto le competenze della Podesteria di Castelfranco:

Lorenzo di Fran.co di Michele di Carlo Piccardi

Camp. 306

Sustanze

Una parte di casa consistente in una sola stanza terrena, che serve per stalla delle pecore, posta nel Popolo di San Miniato a Sco' Potesteria di Castelfranco di Sopra, luogo detto a SIMONTI alla quale confina a p.mo Piazza Comune, 2. Anton Maria Piccardi, 3. Seminario di Fiesole, 4., 5. altra parte di detta Casa toccata in parte a detto Giovanni Maria senza Xma. S.Gio N. 185

Un pezzo di terra arativa, vitata, ulivata e con ceppaie di castagno di st. uno in circa a stime esistenti in detto popolo di Santa Maria a Sco' Potesteria di Castelfranc, luogo detto La CASACCIA al quale dissero confinare a p.mo fiume Resco Simontano, 2. Lorenzo Bondi, 3. via, 4. Cav. Avvocato neroni, 5. Fran.co Cherici con Beni Livellari della Pieve a Sco' con Xma di-.1.8

Pervenutigli in vigore di Divise seguite infra esse e Gio.Ma e i suoi fratelli, Instrumento rog.. Baccio Ceccherini sotto di 30 Settembre 1732 Fede in Filza N. 451. S.Gio. N. 176

Una parte della meta' di un pezzo di terra ortiva nel detto Popolo luogo detto Al VALCELLO a p.mo via, 2., 3. Piero con Xma di-.-.1 S.Gio N. 182

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa, vitata, e ulivata di st 2 in circa il tutto, luogo detto NEL FOSSATO a p.mo via, 2. Burrone, 3. Gio. di Bartolomeo 4. fiume di Faella con Xma di -.-.4

Una parte della meta' della meta' di un Bosco di staiora uno, luogo detto Nel Fossato a primo e 2. via, 3. Fran.co di iacopo con Xma di -.-.1 S.Gio. N. 176

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa boscata di st. quattro a primo via, 2. Nanni Mannozzi, 3. Bernardo di Giuliano, 4. Michele Pancani, 5. Fran.co di Faella con Xma di -.-.2 della somma di -.-.8

 

 

Per Arroto 1771 N. 127 ( Decima Granducale 5743 5746a )

 

Nel corso delle mie ricerche sono saltati fuori tre fratelli Piccardi, i quali presentarono la dichiarazione dei redditi a Castelfranco, in occasione della Decima Granducale del 1776, per i beni compresi in quella Podesteria. Se prendessimo per buona la schiera di antenati che si attribuiscono, non sapremmo dove collocarli, perché non esiste un Lorenzo di Domenico di Antonio di Carlo, che dovrebbe essere il loro padre.

Ma se prendiamo in considerazione l’ubicazione dei beni elencati, notiamo sia Il Valcello che il Fossato, luoghi presenti anche nella dichiarazione di Lorenzo di Francesco di Michele di Carlo, che da tempo viveva a Firenze, dove erano nati i suoi figli, i quali dimostrano così di avere poca dimestichezza con le vicende dei loro antenati. Questa è la loro dichiarazione, nella quale tengono ad indicare tali beni come non posseduti, dato che sono presenti nella dichiarazione del padre, al quale dovrà essere addebitata la decima relativa:

Marco, Fran.co e Domenico di Lorenzo di Domenico di Antonio di Carlo Piccardi

S.Gio. N. 176

Sustanze

Un pezzo di terra arativa, e vitata di st. uno in circa, posta nel popolo di S. Iacopo a Monte Carelli Potesteria di Castelfranco luogo d.o AL PINO confina a p.mo e 2. via, 3. e 4. dd. Venditori, 5. detto compratore.

La meta' di un pezzo di terra arativa, e vitata di quartori cinque in circa il tutto posto in detto Popolo luogo detto AL PINO, popolo e Potesteria pred. Confina a p.mo via, 2. Messer Agostino Cerretesi, 3. Mannozzi venditore con Xma di-.1.- della somma di -.2.-

Beni che disse non possedere

La quarta parte di un pezzo di terra ortiva nel popolo di santa Maria a Faella, luogo detto Nel VALCELLO, a p.mo via, 2., 3. loro cose Xma-.-.1

Un quarto della meta' di un Bosco di st. uno luogo detto NEL FOSSATO a p.mo e 2. via, 3. Fran.co di Iacopo con Xma di-.-.1

Un quarto di un pezzo di terra lavorativa, e boscata di st. 4 a primo confina via, 2. Nanni Mannozzi, 3. Bernardo di Giuliano, 4. Michele Pancani, 5. Fran.co di Faella con Xma di-.-.4

Un casolare nel popolo di S. Iacopo a Monte Carelli Potesteria di Castelfranco di Sopra luogo detto AL PINO infra i sud. Confini per uso-.-.-

La quarta parte di un pezzo di terra, lavorativa e orata di st. due in circa, il tutto posto nel Popolo di Santa Maria a Faella, luogo detto NEL FOSSATO a p.mo via, 2. Borrone, 3. Giovanni di Bartolomeo, 4. fiume di Faella con Xma di -.-.2

Dei quali beni la meta' attiene al sud.o Marco come sua rata e porzione e come prima nominato, e l'altra meta' ai soprad. Fran.co e Dom.co med.e la morte di Lorenzo loro Padre, seguita piu' fa'. -.1.8 Per Arroto 1776 N. 85

Gius. Magnani (ASF Decima Granducale 5743 5746 )

 

Il 2 Agosto 1766 Lorenzo di Francesco Piccardi, che ormai da molti anni viveva a Firenze, vendé la stalla per pecore a Simonti al parente Federigo di Lorenzo Piccardi (del ramo di famiglia che esamineremo successivamente a questo), abitante a Terranova Bracciolini. Questo è l’atto di vendita:

Al Nome di Dio amen l' Anno del nostro Signore Gesù Cristo millesettecentosessantasei Indizione Xma quarta eqquesto dì due del mese di Agosto di d.o Anno regnando Clemente Xmo terzo sommo Pontefice e l'Altezza Reale di Pietro Leopoldo Primo, Gran Duca di Toscana felicemente dominanti, fatto, rogato, e pubblicato il presente contratto in Terranuova e nella villa dell' Ill.mo Sig.e Cav.e Niccolò Inghirami di Volterra quivi presenti

Il M.to Rev.o Sig.e Carlo di Bartolomeo Taddei di Terra nuova Pasquale di Niccolò Papini di Montevarchi

Testimoni

Appaia per il presente pubblico instrumento, e sia noto qualmente cost.o personamente avanti di me Not. infr.o e Testimoni sudd.i Lorenzo del fu Fran.co Piccardi di Simonti in Pian di Scò Podesteria di Castel Franco di Sopra e presentemente abitante nella città di Firenze, spontaneamente non per forza, ò inganno, ma di sua certa scienza, e libera volontà, e non per errore alcuno di ragione per se, suoi eredi e successori di ragion propria, ed in perpetuo, ed in ogni miglior modo dette cedé, trasferì e vendé, siccome dà, cede, trasferisce, e liberamente vende al Sig. Federigo del fu Lorenzo Piccardi abitante in Terranova, presente se, suoi eredi, e successori ricevente, stipulante, ed accettante, e comprante un Fondo di una stalla posto nella Podesteria di Castel Franco di Sopra, e in luogo d.o Simonti, a cui primo confina d.o Sig. Compratore, 2°, 3° e 4° Fran.co del fu Gio.Maria Piccardi, 5° Piazza Comune, salvis aliis, cum omnib. et singulis, ad avere, tenere e possedere, e con tutti e tutte, colla clausola del ... Cost.e di Procuratore, cessione pienissima di ragioni, e colla promessa della difesa gen.e in forma amplissima in ogni caso di evizzione, ò molestia tanto nel petitorio che possessorio et tot. quat. e con tutte l'altre clausole opportune, e necessarie, e solite opporsi in simili Istrumenti, e secondo il più amplo stile del Formulario Fiorentino, da intendersi qui per apposte ed inserite, et da apporsi e da inserirsi a volontà di d.o Signore Compratore ad sensum sapientis remossa ogni eccezzione in ogni qual vendita, e respettiva compra di d.o Fondo di Stalla dette parti fecero e fanno per prezzo, e nome di giusto, e vero prezzo di scudi otto d.o Sig.e Federigo Piccardi Compratore alla presenza di me Not. infr.tto e Testimoni sudd.i diede, sborsò, effettivam.e numerò in tante e correnti monete d'oro, e d'argento d.a somma di scudi otto facienti al pred.o Lorenzo Piccardi venditore presente, ricevente, e a sé effettivamente Traente, e tanti essere asserente e confessante facendone di essa somma a d.o Sig.re Federigo Piccardi compratore fine, e quietanza, saldo e patto perpetuo ... non potendo detta somma ricevuta come sopra, chiamandosi ben contento, tacito, e satisfatto di tutto l'intiero prezzo di d.o Fondo di Stalla, come sopra venduto, renunziando perciò, conforme renunziò all' eccezione del non numerato, e contato Denaro, e al Benefizio della lesione enorme, ed enormissima e dalla Legge seconda cod. de rescindenda venditione.

E per maggiore cautela, e sicurezza di d.o Sig.e Federigo Piccardi compratore cost. personalmente avanti di mé Not. infr. e Testimoni sudd.i, Fran.co del fu Gio.Maria Piccardi stiede, e sta Mallevadore come principale, e principalm. insieme, e non solo obbligato a favore di d.o Sig.e Federigo Piccardi compratore per qualsivoglia cosa di evizioni, e molestie qual mai potesse per tempo alcuno venire sopra d.o Fondo di Stalla venduto da Lorenzo Piccardi, obbligando perciò se stesso, suoi effetti, e Beni, e Beni de suoi eredi, presenti, e futuri nella più ampia, e valida forma, renunziando ancora, e conforme renunziò e renunzia, a qualunque privilegio che adesso si competesse, e competere se li potesse, e tutti in ogniq. omnia dict. fortes prominerunt attendere et observare sub pena Dupli, que, quod, proquit, obbligarerum in rov. per quarantigiam rogan, aq probo hoc verbum sub presenti signa rogant.

 

(ASF Notaio Andrea Ubertini VENDITIO N° 95 pag. 136 )

 

La fiducia fra parenti non deve essere stata eccelsa, se Lorenzo, per garantirsi di non venir molestato dai parenti di Simonti, chiese la mallevadoria del nipote (Anton)Francesco, che dal 1732 si era trasferito prima a Pavelli e poi al Ponte Rosso, in quel di Figline e che, nel 1768 venderà a Domenica Tognaccini la sua parte di casa di Simonti, ereditata dal padre GiovanniMaria:

9 Settembre 1768

Francesco di Gio.Maria Piccardi abitante a S. Maria a Ponte Rosso, Figline, vende a Domenico Tognaccini una casa con stalla, stalletto, aia e forno al terreno, cucina e camera al 2° piano, palchetto al 3° piano

Confini: 1° Giovanni Bondi 2° Cammillo Piccardi 3° Michele Piccardi

Forno e aia però sono comuni con i confinanti

Prezzo scudi 34 moneta fiorentina di Lire 7

 

(ASF Notaio Iacopo Anichini )

 

Morto Arcangelo di Francesco Piccardi, i suoi beni passarono alla figlia Domenica Angiola:

Domenica Angiola di Arcangiolo di Fran.co di Michele di Carlo Piccardi

Camp. a 148

Sustanze

Una parte di casa consistente in n° 4 stanze cioè la metà del terrazzo a comune la stanza del telaio con una stanzina allatoli a terreno, una camera, nel popolo di S. miniato a Scò Potest. Di castelfranco di Sopra luogo d. a SIMONTI, alla qual parte di casa dissero confinare a primo Piazza Comune, 2° l’altra parte di casa, assegnata in parte a Michele 3° Seminario di Fiesole 4° altra parte di casa da assegnarsi all’ infradetta et al sud.° Tommasi, senza Xma -.-.-

Beni, che disse non possedere

Una parte della metà di un pezzo di terra lavorativa, vitata; e ulivata di st. 2 incirca, il tutto luogo detto del FOSSATO, a primo confine via, 2° Borrone, 3° Giovanni di Bartolomeo, 4° fiume di Faella per X di -.-.1 della somma di -.-.

Una parte della metà di un pezzo di terra lavorativa, boscata, di staiora 4 a primo confina confina via, 2° Nanni Mannozzi, 3° Bernardo di Giuliano, 4° Michele Pancali, 5° Fran.co da Faella con Xma di -.-.2 della somma di -.-.8

Pervenutigli med.e la morte di Arcangelo loro padre seguita più fa’. Arroto 1771 N° 12

 

(ASF Decima Granducale 5743 )

 

 

I figli di Michele, Mariano e Angelo Maria (chiamato però Gaspero) presentarono unitamente la loro dichiarazione, dalla quale appare che avevano ereditato anche il contratto di affitto del terreno di proprietà della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Sco:

Mariano e Gaspero di Michele di Fran.co di Michele Piccardi

S.Gio. N. 176

Sustanze

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa, vitata e ulivata di st. due in circa il tutto luogo d.o NEL FOSSATO nel Popolo di San Iacopo a Monte Carelli Potesteria di Castelfranco di Sopra confina a p.mo via, 2. Borrone, 3. Giovanni di Bartolomeo, 4. fiume di Faella e piu' altri con Xma di-.-.1

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa boscata di st. 4 a p.mo confina via, 2. Nanni Mannozzi, 3. Bernardo di Giuliano, 4. Michele Pancali, 5. Fran.co da Faella con Xma di-.-.2

Una parte ella meta' di un bosco di st. uno luogo detto NEL FOSSATO a p.mo e 2. via, 3. Fran.co di Jacopo con Xma di-.-.1

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa, vitata, e ulivata dt. St. due in circa il tutto luogo detto NEL FOSSATO, a p.mo via, 2. Borrone, 3. Giovanni di bartolomeo, 4. fiume di Faella con Xma di-.-.1

Una parte della meta' di un pezzo di terra lavorativa boscata di st. 4, a p.mo via, 2. Nanni Mannozzi, 3. Bernardo di Giuliano, 4. Michele Pancali, 5. Franco da Faella con Xma di-.-.2

Per Arroto 1775 N. 224

Una parte della meta' di un pezzo di terra ortiva nel d. Popolo luogo detto AL VALCELLO a p.mo confina via, 2. e 3. Loro nel Popolo di santa Maria a Faella Potesteria di Castelfranco di Sopra con Xma di-.-.1

Per Arroto 1775 N. 225

Un pezzo di terra lavorativa, vitata e ulivata nel Popolo di San Miniato a Castelfranco luogo d. SIMONTI e il Campo di Frantoia di st. 4 in circa a p.mo Chiesa di San Miniato, 2. via, 3. Borrone, 4. Jacopo Pasquini, 5. Chiesa di Simonti con Xma-.2.7

Una parte di casa consistente in n. 6 stanze con uno stanzino e uso terrazzo, e altre sue appartenze posta nel Popolo di san Miniato a Sco' Potest. sud. Luogo detto SIMONTI a p.mo confina Beni del Seminario di Fiesole, 2. Gli eredi di Cosimo Biondi, 3. Lorenzo di Gio. Bondi per uso-.-.-

Una stanza terrena ad uso di cella con tutti gli suoi ingressi, et egressi usi, servitu' aderenze, ed appartenenze fino nelle Strade Pubbliche posta in detto luogo di Simonti nel Popolo di San Miniato a Sco' Potesteria di Castelfranco confina a p.mo Piazza Comune, 2. d.o' Compratore, 3. Lorenzo Biondi, 4. Carlo Piccardi, 5. detto venditore salvo … con Xma di-.-.9

Una stanza ad uso di camera posta sopra all’altra stanza del med.o Compratore luogo detto a SIMONTI Popolo e Comune, e Prioria di San Miniato a Sco' Potesteria di detto luogo, cui a p.mo fa detto confinare per di sotto detto Piccardi compratore, e per di sopra da parte i venditori, e seguendo alla destra a 2. Lorenzo di Giovanni Biondi, 3. detto Compratore, 4. il med.o con Xma di-.-.8

Pervenutegli mediante la morte di Michele loro comune padre seguita piu' tempo fa'

Per Arroto 1775 N. 226

Un pezzo di terra arativa vitata, e ulivata di st. uno e mezzo in circa posto nel Popolo di San Miniato a Sco' Potesteria di Castelfranco di Sopra, luogo detto NEL PIANO DI SIMONTI livellario della Compagnia di San Miniato a Sco' per il livello di sc. 28 li quali si devono pagare da detto Giovanni. Confina a p.mo via, 2. Beni livellari di gastra, 3. e 4. il suddetto Giovanni Giglioli con Xma di -.-.2 della somma di -.-.6 Stati livellati in conto come possessioni e paganti la Xma ai SS.ri Nove -.4.1

 

Per Arroto 1775 N. 253

Gius. Magnani (Decima Granducale 5743 5746 )

 

 

Gli Stati delle Anime degli anni 1794, 1795 e 1796 ci mostrano come a Simonti le famiglie si fossero assottigliate e nel 1800 troveremo solo i discenti di Francesco di Angelo Maria, detto Gaspero.

1794 1795 stato anime Simonti Piccardi

Anna Bencivenni vedova del fu Gaspero Piccardi (60)

Francesco del fu Gaspero Piccardi e della Anna Bencivenni (27)

Giuseppe del fu Gaspero Piccardi (23)

Cecilia del fu Gaspero Piccardi (18)

Agata del fu Gaspero Piccardi (14)

1796 stato anime Simonti Piccardi

Anna vedova del fu Gaspero Piccardi

Francesco del fu Gaspero Piccardi e della Anna Bencivenni

Maria Teresa moglie di Francesco (25)

Serafina di Francesco Piccardi e Maria Teresa

Giuseppe del fu Gaspero Piccardi

Cecilia del fu Gaspero Piccardi

Agata del fu Gaspero Piccardi

 

 

I Piccardi di Ostina

 

Vediamo adesso le vicende del ramo più popoloso dei Piccardi che vissero nel 1700 e dai quali discesero i genitori dei Piccardi nostri contemporanei. Come appare immediatamente dall’ albero genealogico parziale allegato, si tratta di un notevole numero di persone e il numero, a quei tempi, era sinonimo di povertà, essendo la sussistenza basata quasi esclusivamente sui limitati frutti della terra, anche se qualche componente di questo ramo ebbe la fortuna di scegliere una strada diversa.

Ho titolato " I Piccardi di Ostina", perché questo fu il luogo nel quale visse più a lungo la maggior parte di questo ramo dei Piccardi del 1700, ma in realtà, come vedremo, ebbero vite molto movimentate.

Come abbiamo già visto, CarloMaria, nato nel 1638, era amico del Turchi, fattore di Casa Medici, il quale fece assumere alcuni Piccardi nel medesimo incarico, notevolmente remunerativo. Il primo fu Niccolò, che abbiamo già visto morire senza discendenti in località Le Fabbriche nel 1707.

L’ unico figlio di CarloMaria che lasciò una discendenza fu Lorenzo, del quale sappiamo solo che nacque al Peschierone nel 1659 e sposò Elisabetta Tognaccini dalla quale ebbe quattro figli maschi e sette femmine. La sua vita deve essere stata quanto mai dura, se dovette spostarsi dal Peschierone per andare a lavorare come mezzadro presso il podere di Ostina di proprietà del marchese Ximenes insieme al fratello Giuseppe. ( Ximenes : Famiglia di origine portoghese, ma trasferitasi in Spagna nel ‘500, dove divenne una delle più ricche d’Europa grazie ai traffici con le Americhe. Convinta dal re Ferdinando I ad investire in Toscana, fra le altre cose costruirono il Castello di Sammezzano al Leccio ed acquistarono diversi poderi in prossimità di Cascia e Reggello, fra i quali il suddetto Podere di Ostina che, come ho già spiegato, si trova sulla parte sinistra della Castagneta, andando verso Piandiscò, immediatamente dopo il cimitero di Vaggio. Estintasi la linea maschile degli Ximenes, la proprietà passò all’ ultima figlia, sposata con un Panciatichi )

 

Lorenzo e Giuseppe non arrivarono a vivere fino alla compilazione della Decima Granducale del 1776, quindi non ne conosciamo le sostanze, ma l’unico contratto pervenutoci è relativo all’ acquisto di un terreno.:

5 Marzo 1710

Gli eredi Ciantelli di San Miniato vendono a Giuseppe e Lorenzo del fu Carlo Piccardi abitanti al Peschierone un terreno di un quartoro circa alle Fabbriche confinante con Ippolita Concini ne' Capponi.

 

(ASF Notarile moderno Protocolli 20859 Francesco Luci di Piandisco' Pag. 21v )

 

 

Giuseppe morì nel 1725 celibe, quindi la discendenza proseguì attraverso i figli di Lorenzo: AntonioMaria, nato nel 1691, Anton Camillo, nato nel 1694 e Federigo, del 1702. In realtà solo AntonioMaria ebbe figli e da loro i Piccardi proseguirono fino ai giorni nostri.

Mentre AntonioMaria rimase al Podere di Ostina, i suoi fratelli AntonCammillo e Federigo si spostarono a Terranova Bracciolini. Il primo con l’impiego di fattore dei Medici, e l’altro degli Inghirami, come lo zio Niccolò.

AntonioMaria venne eletto Camarlingo della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Sco, nel 1721, come vediamo dalla sua scritta autografa:

 

 

1721 AntonioMariaPiccardi camarlingo

 

 

Non sappiamo per quale motivo, nel 1732 Federigo acconsentì ad estinguere un debito dello zio Giuseppe, come da atto rogato dal notaio Baccio Ceccherini di Piandiscò:

4 Aprile 1732

Essendo che, conforme mi fu asserito, il fu Fran.co del fu Dom.co Biondi da Casa Biondo acconcedette a cambio al fù Giuseppe del q.dam Carlo Piccardi la somma e quantità di sc. 50 moneta, come per instr. cambiario di S. Piero Filippo Pierazzi a Castelfranco di Sopra, notaio pubblico fatto dì 4 Xbre 1720.

Et essendo il S. Federigo figliolo del fu Lorenzo Piccardi, come nipote, et erede fra gli altri, di d.o Giuseppe Piccardi, pagato, et affatto estinto l'intiera sorte di detto Cambio, e tutti i frutti ancora del med.o decorsi sino a questo presente giorno nelle mani del Sig. Gio. Dom.o del fu Gio.B.a Biondi, come erede e succ. fra gli altri del pred.o Fran.co Biondi senza che di tal' estinzione ne sia seguita ricevuta di sorte alcuna conforme il sud.o Sig. Gio. Dom.co Biondi asserisce e conferma; Perciò q.o presente soprad.o giorno il prenom.o Sig. Gio. Dom.o di Gio. B. Biondi da Casa Biondo di Popolo e comune di S. Donato a Menzano, alla presenza di me not. infr. e de' soprad.i testi confessò e confessa di essere stato dal pred. Sig. Federigo Piccardi intieramente pagato, e satisfatto di d.o Cambio e frutti di esso decorsi sino a q.o presente giorno, siccome anco di ogni altro credito, che tanto esso, che tutti i di lui Autore tenevano, e tener potevano, con detto Giuseppe Piccardi, e con tutti i di lui eredi e successori.

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 23852 )

 

 

AntonioMaria si indebitò per comprare un cavallo, ma, non essendo in grado di estinguere il debito contratto per comprarlo, d’accordo con i fratelli vende un terreno:

24 Dicembre 1735 n° 40

Anton Maria Piccardi, abitante a Pulicciano loc. MONTI, anche a nome dei fratelli Cammillo e Amerigo (non esiste, si tratta di Federigo n.d.r.) vende a Gio.Batta di Raffaello Pasquini un pezzo di terra incolto, in parte querciolato, di st. 1 AI PIANACCI per sc. 3 e lire 3.

AntonioMaria dichiara a verbale di aver ricevuto tale somma prima della stipula del presente contratto e essersene servito per pagare Jacopo Rossi per un cavallo che non aveva ancora pagato interamente.

 

(ASF Notaio Baccio Ceccherini )

 

 

Salta subito all’ occhio che AntonioMaria si è trasferito dal Podere di Ostina a Monti di Pulicciano e questo ci viene confermato anche dalle registrazione di battesimo dei suoi dodici figli: i primi quattro (dal 1728 al 1734) a Ostina, i successivi quattro a Monti di Pulicciano (dal 1735 al 1741) e gli ultimi quattro a Simonti (dal 1743 al 1752). Essendo rarissimi gli Stati delle Anime del 1700 e non avendo trovato documenti chiarificatori, non sappiamo perchè AntonioMaria si spostò a Monti di Pulicciano e successivamente a Simonti e se mantenne il lavoro di mezzadria a Ostina. Sono portato a credere che gli siano pervenuti beni acquistati da quel Niccolò di Carlo, fattore dei medici al Belvedere di Pulicciano, morto nel 1707.

Trasferitosi a Simonti, AntonioMaria partecipò più attivamente alla vita della Compagnia dell’Assunta di San Miniato a Sco e, nel 1745, ne venne eletto Camarlingo.

Questo trasferimento è certificato anche dagli Stati delle Anime di San Miniato a Sco, gli unici rimasti del periodo, invariati dal 1747 al 1755:

Casa di Lorenzo Piccardi.

Simonti

Casa di Lorenzo Piccardi

Antonio M.a di Lorenzo Piccardi 59

Astasia sua moglie 41

Maria Maddalena lor figlia 21

Anna Maria altra figlia 19

Agostino altro figlio 12

Maria Agata altra figlia 8

Giuseppe M.a altro figlio 6

M.a Lisabetta altra figlia 5

M.a Teresia altra figlia 4

M. Rosa altra figlia 2

Michelang.o fil.o di d. (1753) A. 1

 

 

Chi sia il Lorenzo titolare della casa non lo sappiamo. Potrebbe essere quel Lorenzo, figlio di Francesco di Michele, che nacque a Simonti, ma poi si trasferì a Firenze. Sarebbe strano, perché dalla divisione dei beni paterni non ottenne stanze per abitazione. Altrimenti dobbiamo pensare al padre di AntonioMaria, che però non ha mai abitato a Simonti e che era morto già dal 1729. Unico dato certo è che la casa non era di proprietà di AntonioMaria, che vi viveva in affitto.

Arriviamo al fatto che produce un radicale cambiamento nella vita di AntonioMaria e della sua famiglia: nel 1761 suo fratello AntonCammillo, fattore dei Medici a Terranova Bracciolini, in punto di morte dettò al notaio Pietro Dini il suo testamento:

Al nome di Dio amen. Gli Anni del nostro Sig. Giesù Cristo mille settecento sessantuno Ind.e Nona e questo dì p.mo Giugno Clemente XIII° Sommo Pontefice e la S.M.I. di Fran.co p.mo Imp. dei Romani granduca di Toscana nostro augustissimo felicem.e dominante.

Fatto, rog.o e pubblicato il pres.e Testam. in Terra Nova e nel palazzo degli Ill.mi S.ri Medici, quivi presenti:

1. Il M.o Rev.o Sig. B. Bened.o Dini Priore di S. Maria a Cennina.

2. Il M.o Rev. Gio. Dom.co Landroni Priore della Villa

3. Il Sig. Gaspero Leoni di Firenze

4. Il Sig. Dott. Ignazio Brilli di Terra Nova

5. Il Sig. Pauolo Bellagamba Fattore al Borro di ... Medici

6. Maestro Dom.o Lippi di Terra Nova

7. Vincenzio Minghetti di Pian di Ripoli

Test.

Essendo cosa certissima il dovere una volta morire ed incerta l'ora della morte è perciò da uomo saggio lo star preparato è bene spesso pensare alla medesima, il che considerando il presente uomo

Sig. Cammillo anzi Anton Cammillo del quondam Lorenzo Piccardi oriundo del Pian di Scò abitante al presente in Terra Nuova sano per la Dio grazia di mente, senso, vista, udito et intelletto, tenere languente il corpo e, volendo ora che è d'intiero conoscimento disporre intorno alle di lui sostanze per toglier via ogni litigio e controversia che doppo la sua morte insorger potesse mediante la di lui eredità, ordinò, fece e dispose nel modo e forma seguente:

Premieramente lasciò voler esser sepolto nella chiesa arcipretura di Terra Nuova coll' intervento al di lui funerale di tutti li Sacerdoti e Cherici di d.a Terra e delle quattri Compagnie e dd. Sacerdoti oltre al dover celebrare per l'anima del Testatore sieno tenuti cantar tutto l'Offizio dei Defunti e Messa colle solite elemosine e candele e che gli infrascritti suoi eredi siano obbligati a farli celebrare in d.a Chiesa quattro offizi coll' int.o dei med. SS.i Sacerdoti cioè nel secondo, terzo, quinto e settimo giorno doppo la di lui morte.

Item jure leg. lasciò e lascia all' Opera di S. Maria del Fiore della Città di Firenze lire 3 e soldi dieci, more solito e secondo gli ordini.

Item jure leg. lasciò e lascia alla Maria Teresia, Maria Agata, Maria Rosa e Maria Lisabetta sue nepoti carnali e figlie di Anton Maria Piccardi suo fratello scudi Dugento di un credito cambiario di tal somma, che attivam.e tiene contro il Sig. Cav.e Ingrami, cioè scudi cinquanta per ciascheduna con più i frutti, che matureranno in seguito dal dì della sua morte da riscuotersi annualmente dagli infrascritti suoi esecutori Testamentari tutto per loro sussidio dotale da consegnarsili tanto la somma che i frutti maturati in occasione del loro accasamento.

Item jure legis lasciò e lascia al Sig. Federigo suo fratello scudi cento moneta fior. per una sol volta da ritirarsi da altro Creditore del Testatore pregandolo ad essere contento di questa sola suscrizione nel ... di aver egli ben provveduto, e che veda di buon animo che dal Testatore si dia aiuto alla Casa paterna aggravata di famiglia e che si trova in indigenza di ... per tirarsi avanti con onestà, e Decoro.

Item per un atto di gratitudine da cui si sente portato verso la Casa dell' Ill.mo Sig. Marchese Fran.co de' Medici suo padrone e per l'affetto che ha sempre avuto al servizio e vantaggi di d.a Nobilissima Casa lasciò e lascia in proprietà del Sig. Marchese Francesco Medici una casa posta nella Terra di Monte Varchi che confina a' canto, la Ven. Compagnia di Giesù comprata dal Testatore pochi anni sono per prezzo di scudi centoquaranta.

Item ordina e vuole che degli infrascritti suoi eredi nel termine di due mesi dal dì della sua morte se li faccino celebrare messe centoventi ch'è numero sessanta dalli RR.PP. Cappuccini di Monte Varchi e sessanta dalli RR. PP. di Monte Carlo coll' elemosina di un pauolo per ciascheduna messa.

Item ordina che da med.i infra.tti suoi eredi se li faccino celebrare nel B.e di un mese dal dì della sua Morte nell' Oratorio della SS. Vergine di Cennina due Uffizi con tutti li SS. Sacerdoti di Terra Nova coll' elemosina di lire una per chiascheduna messa con darsi a detto Oratorio per il ... et una competente quantità di cera.

Item ordina che nel termine sudd.o da detti suoi eredi se li faccia celebrare un Uffizio con tutti li Sacerdoti di Terra Nova all'altare della Madonna del Buon Consiglio posto nella Chiesa delle RR: Monache di Terra Nova d.a con la consueta elemosina.

Item ordina e vuole che nel giorno del suo funerale dagli infra.tti suoi eredi si distribuischino alli poveri lire venti quattro di pan venale e che tutti li sudd. legati ... siano del tutto adempiuti in remedio e suffragio dell'anima sua, che così sia.

I.m. tutti gli altri beni mobili et immobili ... azioni e crediti tanto per sì che futuri suoi eredi universali nominò e nomina ... sieno Anton Maria del fu Lorenzo Piccardi, suo carnale fratello e Gaetano, Gaspero, Agostino, Giuseppe e Angelo tutti e cinque tra di loro fratelli e figli del sud.o Anton Maria e respettivamente suoi nepoti et fratres lavoratori al pres.te dell' Ill.mo Sig. Marchese Ximenes in luogo d.to Il Podere nel Popolo di Ostina, Pod.ria di Reggello.

Esecutori Testamentari elesse et elegge e pregò voler essere l' ill.mo Sig. Marchese Francesco de' Medici al ... Sig. Dottor Ant. Fran.co Brilli nell'osservanza dei quali unicamente confida.

Il qual Testamento d.o Sig. Piccardi testatore ha inteso e intende aver fatto secondo le leggi e Bandi di Sua maestà Imperiale alle quali si referisce.

(termina con formula di rito in latino)

 

(A.S.F. - Notarile moderno- Protocolli - 25202-25205 testamento N° 68 )

 

Dalla generica formula di lasciare tutti i beni ad AntonioMaria e ai suoi figli non appare chiaramente l’entità dei beni accumulati, che scopriremo dopo quindici anni, quando gli eredi dichiareranno le loro proprietà in occasione della Decima Granducale del 1776.

L’altro fratello di AntonCammillo, Federigo, dovette "accontentarsi", perché il testatore sentì l’obbligo di favorire il fratello più indigente, facendo così capire che Federigo viveva già bene di suo, essendo il fattore degli Inghirami a Terranova Bracciolini.

Non abbiamo il testamento di Federigo, pure lui celibe, ma vedremo che anche i suoi beni passarono ad AntonioMaria e ai suoi figli.

Analizzando il testamento, possiamo osservare che fu redatto nel palazzo dei Medici a Terranova, alla presenza di ben sette testimoni, accuratamente scelti fra i maggiorenti del paese e fatti venire addirittura da Firenze e da Bagno a Ripoli. Lo stesso Medici fu non solo nominato esecutore testamentario, ma anche destinatario di una casa a Montevarchi: il fattore che donava al padrone era cosa quanto mai inconsueta e denotava o una grande familiarità, o il pentimento di aver accumulato tanti beni. Quest’ultima ipotesi sembra avvalorata dallo spropositato numero di Messe e di elemosine, al clero e ai poveri, stabilita dal testatore.

Vedremo in seguito che AntonCammillo aveva prestato soldi anche all’ Inghirami, nel cui podere lavorava il fratello Federigo, in qualità di fattore, cui succederà, nel medesimo incarico, il nipote Gaspero, figlio di AntonioMaria.

Fra il 1752 e il 1758 Anton Cammillo Piccardi aveva effettuato sei prestiti a Gio. Batta Galletti, per un totale di scudi 200, ricevendone altrettante cambiali. Ambedue erano morti e l'erede del Galletti era un minorenne, che viveva a Citerna nello Stato Pontificio. Il Magistrato dei Pupilli nominò Procuratore del minore Filippo Galletti di via Larga, lav.re del Sig. Salvadori (il proprietario della Casa Bianca a San Miniato).

I periti Biondi e Cuccoli selezionano 2 pezzi di terra a I SODACCI di st. 4 per un totale di Sc. 240.

Poichè gli interessi maturati hanno portato il debito a sc. 212, i 28 che avanzano rimangono in mano ai Piccardi, che si impegnano a pagare il 4% annuo di interesse al minore, come disposto dal Magistrato dei Pupilli e ratificato dal notaio Pietro Taddei il 28 Luglio 1764. (ASF notarile moderno - Protocolo 28797 )

AntonioMaria morì nel 1769 nel Podere di Ostina, ma venne sepolto nel sepolcreto dei Piccardi a San Miniato a Sco, come appare dal registro dei morti:

A di 17 Agosto 1769

Ant: M.a Piccardi abitante in l: d: al Podere del Pop.o di S. Tommaso a Ostina in eta' di anni 80 inc.a passo' a miglior vita la notte anteced.e e la mattina del sud.o fu' portato in q.sta chiesa ove fu sepolto nella tomba di sua casata posta avanti l'alt.e di S. Antonio.

 

 

Il 30 Agosto 1773 I figli di Antoniomaria Piccardi comprarono un terreno da Giovanni degli Innocenti (quello che aveva assunto il cognome dei Galletti, che lo avevano preso in affidamento), come rogato dal notaio Arrigo Palmieri e che così sintetizzo:

Giovanni degli Innocenti, detto Galletti, già abitante in via Larga e al presente a S. Martino a Pontifagni, per riscattare una cambiale in mano di Domenico Venuti di Reggello, vende a Gaetano, Gaspero, Agostino, Giuseppe e Angelo, fratelli e figli di Antoniomaria di Lorenzo Piccardi, abitanti a S. Tommaso a Ostina:

Un pezzo di terra palinata a castagni, loc. I SODACCI di un minoro, confinante a levante con la chiesa di S. Margherita a Simonti per sc. 16.

Il Degl'Innocenti, alias Galletti, chiede ai Piccardi di trattenere i 16 scudi e di incaricarsi di pagare il Venuti.

Poichè non si sa se il Venuti, che sta lucrando il 4% annuo, sarà d'accordo nell'estinguere il debito e cessare d'incassare gli interessi, i Piccardi decidono di depositare i 16 scudi nella Cassa del Regio Spedale di S. Maria Nuova, o altro luogo sicuro, a favore del Sig. Degl'Innocenti, il quale acconsente e rilascia ampia e piena ricevuta liberatoria.

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 27006-27016 )

 

 

Gaspero, uno dei figli di Antoniomaria, nato nel 1732 e battezzato con il nome di Lorenzo, ottenne l’incarico di fattore degli Inghirami (quelli indebitati con AntonCammillo) a Terranuova, succedendo allo zio Federigo, come apprendiamo dal seguente contratto di acquisto, rogato dal notaio Pietro Taddei:

7 Aprile 1764

Luigi Borbotti vende al Sig. Gaspero del Sig. Antonio Maria Piccardi di Piandiscò, Giurisdizione di Castelfranco di Sopra, ed al presente Agente in Terranuova dell' anted. Ill.mo Sig. Cav. Niccolò Inghirami pres.te per sè, e suoi ricevente:

Una casa con uno stallone alla med. annesso composta da Cielo a Terra di stanze sei, posta in Terranuova, in via pubblica, e nel popolo di S. Biagio a Mori, cui a primo via Maestra, 2° Opera, ossia Cappella del SS. Crocifisso di d.o luogo con casa, 3° via di dietro, 4° via transversa

Per un totale di scudi 100 (60 per la casa e 40 per lo stallone) pagati alla stipula del pres.te atto in contanti monete d'oro e argento

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 28797 )

 

Lo stesso Gaspero, cinque anni dopo, aderirà alla richiesta di un certo Francesco Bindi, il quale lavorava al suo servizio, consistente nel patto di prendersi cura di lui vita natural durante, sottoscrivendo contestualmente un atto di donazione di tutti i suoi beni. Ecco l’atto rogato dal notaio Pietro Taddei:

29 Maggio 1769

Fatto e pubblicato il presente contratto nella casa rusticale del Podere luogo d.o IL DOCCIO di proprietà dell' Ill.mo Sig. Cav.re Niccolò Inghirami, posta nel comune e pop. di San Bartolommeo al pozzo, e nella Podesteria di Terranuova presenti Pier Lorenzo Nardi e Antonio Righeschi amb.e di d.o luogo Testimoni.

Per il pres.te pubbl. instr.o apparisca e noto qualmente const. avanti di me Notaio pubbl. infr.o e T.T. anted.i Francesco del fu Giuseppe del q.m Pietro Paolo Bindi di Terranuova quale non per forza, dolo, timore, o inganno alcuno, ma di sua certa scienza, libera, e determinata volontà per se e suoi in perpetuo puramente, liberamente e col titolo di mera, libera, semplice ed irrevocabile donazione tra i vivi, dimodochè non possa revocarsi e annullarsi per alcuna causa ancorchè d'ingratitudine, ed in ogni altro miglior modo, dà, trasferisce, concede e dona al sig. Gasparo di Anton Maria Piccardi, oriundo di Piandiscò, Podesteria di Castelfranco di Sopra, ed al pres.te dimorante in Terranuova pres.te e per sè, suoi eredi e successori riceve, stipula, e accetta Tutti i suoi beni pres.ti e futuri, mobili, immobili, semoventi, azioni, ragioni, nomi di Debitori, di qualunque sorte ed in qualsivoglia luogo posti, o spettanti al sud.o Francesco Bindi donatore ponendo il sudd. Sig. Piccardi in universum ...

Qual Donazione detto Bindi fece, e fa, ed intende di fare con espresso patto, e condizioni, che dal pred. Sig. Gaspare Piccardi e suoi success. sia ad esso Donatore, di lui vita durante, somministrato ogni opportuno e congruo sussidio di alimenti, abitazione, e vestiario insieme con ogni altra amorevole assistenza ed aiuto, con dover ancora esso Donatore altresì prestare, fin che potrà al Sig. Donatario pred.o e suoi ogni possibile, fedele ed attivo servizio personale che così sia.

E per validità della pres.te donazione il rif. Donatore si riservò e si riserva la facoltà di poter testare, ed in qualunque altra maniera disporre per il valore di scudi Dieci di cui non disponendo, vuole, e intende, che il tutto resti compreso nella pres.te donazione.

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 28797 )

 

Non so cosa pensare della genesi di tale atto, sappiamo solo che dopo pochi mesi il povero Bindi passò all’altro mondo ed il notaio Pietro Taddei fu chiamato a rogare l’effettivo passaggio di proprietà dei beni, in misura insospettabile per un semplice domestico, il quale, però, era rimasto solo al mondo ed erede unico dei beni di famiglia:

14 Ottobre 1769

Al nome di Dio Amen. L'Anno del Nostro Sig.re Gesù millesettecentosessantanove Ind.ne Rom. seconda, e questo dì quattordici del mese di ottobre, Clemente XIIII P.P. e S.A.R. il serenissimo Pietro Leopoldo primo Granduca nono di Toscana felicem. Regnante.

Fatto e pubblicato il pres.te instr.o nell' infra.tta casa da lav.re posta nel Comune del Cocollo, Popolo di S. Maria a Querceto, presenti Antonio del fu Silvestro Bacciarini di Terranova, e Domenico del fu Michelangelo Lalli della Penna Testimoni.

Essendochè il fu Dom.co Bindi di Uliveto (Ufficialato di Loro) con suo aperto Testamento del dì 10 Gennaio 1525, imponesse un perpetuo fidecommisso in tutti i suoi propri e Patrimoniali Beni, ed in esso chiamasse tutti li suoi Discendenti maschi in infinito, come più, e meglio per d.o Testamento rogato dal N. Pietro Galeotto Portelli di Loro, ed esistente mel Pub.co Gen.le Archivio Fiorentino, al quale .

Ed essendosi fatto luogo non tanto nella sudd.a successione fidecommissaria, quanto ancora nella libera successione dei beni, liberi del fù Sig. Pier'Antonio Bindi, e di Gio: Pietro Felice Bindi, di lui figlio impubere defunti il primo fin dell' anno 1751 ed il secondo fin dell' anno 1763, come fu asserito, a favore di Fran.co del fu Giuseppe di Pietro Paolo Bindi nipote ex fratre del sud.o Pier Antonio Bindi come fu prossimo alla vocazione del sud.o fidecommisso, ed alla successione intestata dall' infr.tto a Gio: Pietro Felice Bindi definito impubere.

Ed avendo il pred.o Francesco Bindi donato e trasferito inter vivos tutte le di lui azioni, e ragioni dipendenti dalle pred.e ereditarie successioni al S. Gaspero di Anton Maria Piccardi di Piandiscò al presente abitante in Terranuova come per pubbl. instr. rogato io Not. pub. infr.o sotto dì 19 Maggio 1762 al quale …

Quindi è che richiesto io Notaio infr. dal precisato Sig. Gaspero Piccardi a volergli dare il Possesso dei Beni infra.tti come assertì provenienti dal rif.o fidecommisso e dalla successione ereditaria del pref.o Gio: Pietro Felice Bindi Pupillo.

Eppoichè justa petenti non est denegando assenso, trasferitomi io Notaio pubbl.o infr.o con d.o Sig.e Gaspero Piccardi nell' infr.tti comuni, e precisam.e sopra gli infr.tti Beni in vigore del presente fidecommisso, ho posto il med.o alla presenza dei T.T. anted. nel vero, reale, e corporal Possesso di d.i Beni facendolo in essi possessione prender zolle di terra, sveller frondi de' alberi, ulivi, e viti, e respettiv.e aprire, e serrare usci, e finestre, e fare qualunque altro atto possessorio solito farsi dai veri, e reali Padroni, protestandosi d.o Sig.r Piccardi, non tanto di ritenere animo, et corpore d.o Possesso, ancorchè si parta dai rispettivi Luoghi, quanto ancora di recedere, conforme ora e per sempre recede e renunzia ad ogni Atto di Possesso che potesse aver fatto sopra alcuno stabile, che non se gli competesse di ragione, e tutto in ogni miglior modo, super quibus rog.

Seguono i Beni

Un Poderino con Casa luogo d.o LA CASA DI TERI, ovvero I PIANI posto nel Comune di Cocollo, Popolo di S. Maria a Querceto, consistente nelli appresso descritti quattro pezzi di terra cioè:

Un pezzo di terra luogo d.o IL BASSO lavorativo, vitato, ulivato e gelsato di st. 4 in circa, cui a p.mo, 2° e 3° RR. PP. della SS. Annunziata di Firenze, 4° Eredi del fu Sig. Giuseppe Guerrini

Un pezzo di terra parte lavor., vit, uliv. e parte castagn. e querc. luogo d.o LA COSTA, cui a p.ma via Comunale, 2° Benedetto Bindi, 3° Sig. Mariano Bindi, 4° Sig. Antonio Bindi

Un pezzo di terra parte lavor., vit, uliv. e parte querc. luogo detto LA VIGAIA di st. 5 cui a primo strada, 2° chiesa Prioria di Loro, 3° e 4° Sig. Antonio Bindi

Un pezzo di terra castagn. e bosc. luogo detto PIAN DI CALCIO di st. 8 in circa,

Item un pezzo di terra posto nel Comune selv. castagn. luogo detto GAMBAGUIZZA di st. dieci

Item un pezzo di terra posto nel Comune di Monte Marciano lav. vit. e uliv. luogo d.o IL POZZO di st. uno

Item un pezzo di terra di st. 3 in circa luogo detto LA VIGNA GRANDE

Item un pezzo di terra lav., vit., uliv. posto in detto Comune luogo detto LE MACINE di st. 1

Un pezzo di terra con capanna murata, posto nel Comune di Cocollo luogo d.o PAPIANI di st. 4 lavor., vit., e uliv.

Un pezzo di terra bosc. e castagn. luogo d.o GAMBAGUIZZA di st.7

Un pezzo di terra luogo detto PIAN D' ARCA bosc., castagn. di st. 5

Una Casa da Padrone posta nel Castello di Uliveto .

 

(ASF notarile moderno - Protocolli 28797 )

 

 

Anche in tale occasione fu ripetuta la pantomima della presa di possesso dei beni, che abbiamo già visto in precedenza. Poiché non solo di terreni si trattava, ma anche di case, il rito comprese anche l’apertura e la chiusura di usci e finestre.

Arriviamo alla Decima Granducale del 1776, dove, con sorpresa, troviamo anche l’elenco dei beni di AntonioMaria Piccardi, defunto già dal 1769. In realtà si tratta dei beni non ancora divisi fra gli eredi:

Anton Maria di Lorenzo di Carlo Piccardi

Camp. a 26

591-215-531-290

N:176 S.Gio.

Sustanze

La quarta parte di un pezzo di terra lavorativa vitata; e olivata di st. 2 incirca, a corpo e non a misura nel popolo di Sant’Iacopo a Monte Carelli Pot.a di Castelfranco luogo detto NEL FOSSATO, a primo via, 2° Borrone, 3° Giovanni di Bartolomeo, 4° fiume di Faella per X di -.-.2

Un quarto della metà di un bosco di st. 1 luogo detto NEL FOSSATO, a primo, 2° via, 3° Franco di Jacopo per X di -.-.1

Un quarto di un pezzo di terra lavorativa boscata di st. 4, a 1° via, 2° Manni Mannozzi 3° Bernardo di Giuliano, 4° Michele Pancali, 5° Fran.co di Faella per Xma di -.-.4 Per Arroto 1762 N° 6

Un pezzo di terra lavorativa castagnata, e marronata di tre minori incirca o quanto fussi nel Popolo di S. Maria a Scò luogo detto LA LAMA DI NENCIONE a primo Resco, 2° Domenico Cherici, 3° Cav. Ambra, 4° Jacopo da Simonti 5° Rede di Orazio Batignani con Xma di -.1.-

Un pezzo di terra ortiva, arativa, vitata gelsata di un quartorio circa, e quanto sia, a corpo e non a misura, posta nel comune e popolo della Prioria di S. Miniato a Scò Pot. di Castelfranco di Sopra luogo d.o alle FABBRICHE con a primo Giuseppe di Fran.co Cellai, 2° eredi di Ipolito Concini ne Capponi, infraS. Senza

-.-.-

Due stanze poste nel popolo di Sant’ Andrea a Pulicciano con una poca terra a canto a dd. Stanze, nella quale esiste un gelso luogo detto a MONTI, alla quale fu detto confinare, a primo detto venditore con la Casa, 2° strada Maestra, 4° Domenico Cappelli in prese per uso -.-.- (N° 183 S. Gio.)

Un pezzo di terra boscata di stipa, e quercioli con alcune ceppe di castagni di un quarto luogo detto i PIANACCI e confinante per lunghezza B.a 15 e per larghezza da pie’ fino a capo, alla quale fu detto confinare a primo Borrone, 2° Cav. Ambra, 3° Medici, 4° Caporale Gio. Maria Fabbri infra i dd., e predd. e altri S senza Xma-.-.- Per Arroto 1762 n° 3

La quarta parte di un pezzo di terra ortiva nel popolo di S. Maria a Faella luogo detto Valcello, a primo via, 2°, 3° loro per X di-.-.1 (N° 182 S. Gio.) per Arroto 1762 n° 5

Un pezzo di terra lavorativa, ortata, olivata di st. incirca nel popolo di S. Miniato a Castelfranco luogo d. a SIMONTI confina a primo Chiesa, 2° Antonio Guidotti 3° Salvi di Berna, con i

Un pezzo di terra lavorativa e vitata, ed ulivata di st. ˝ incirca in d. popolo luogo detto a SIMONTI, confina a primo via, 2° Domenico di Nardo, 3° Borrone, 4° Rede di Mariotto infras. Con i

Un pezzo di terra lavorativa, e vitata di st. 2 ˝ incirca, e pe quanto fussi on d. popolo luogo d. a SIMONTI confina a primo fiume del Resco, 2° via, 3° Fran.co di Berna da Simonti con X.ma di -.3.10

Pervenutegli mediante la morte di Lorenzo loro padre, e di Giuseppe loro zio paterno seguita d'ambedue piu' tempo fa. Arroto 1762 n. 1

(La parte che segue è cancellata perche', in effetti va in Reggello)

Un pezzo di terra lavorativa, vitata, olivata e gelsata di st. 3 in circa, o quanto sia, posta in luogo d.o IL SALARIO popolo di S. Tommaso a Ostina potesteria di Castelfranco confina a primo Fran.co di Cosimo Galletti.

Altro pezzo di terra .. e sodo … palinata e boscata di st. 2 ˝ in circa e questa è posta in luogo d.o MONTE LUPINI, 2° Seminario di Fiesole, 3° Fran.co di Matteo Galletti, 4° Fran.co di Cosimo Galletti, 5° Borrone da bacio, 6° Ferdinando salvadori, infras. Con Xma s. 3

(fine cancellatura)

Un fondo di una stalla posto nella Potest. Di Castelfranco di Sopra, e in luogo d.o SIMONTI, a cui a pr.mo confina detto Compratore, 2°, 3°, 4° Fran.co di Giovanni Maria Piccardi 1/3 Piazza Comune salvo per uso.

(altra calligrafia:)

Compro' Federigo Piccardi uno de suddetti, da Lorenzo Piccardi per prezzo di scudi otto. Contratto rogato d. Andrea Ubertini, sotto di 2 agosto 1766. Fede in Filza N° 271 Per Arroto 1766 = N° 236 Totale -.5.6

 

 

(firmato) Gius. Magnani

(ASF Decima Granducale 5743 )

 

Ed ecco la dichiarazione che i figli (maschi) di AntonioMaria presentarono congiuntamente. Da notare che Gaetano era stato battezzato con il nome di Niccolò, Gaspero con quello di Lorenzo e Angiolo con quello di Michelangiolo:

Gaetano

Gaspero

Agostino

Giuseppe

Angiolo

Fratelli e figlioli AntonMaria di Lorenzo di carlo Piccardi

Camp. a 238

Sustanze

Un podere luogo d.o IN POGGIO composto dagli infra.tti pezzi di terra cioe':

Un pezzo di terra lavorativa vitato e ulivato di tre quartori in circa, e per Quanto sia a corpo, e non a misura posto nel Pop.o di S. Andrea a Pulicciano Pot. di Castelfranco di Sopra, a cui confina a primo Borrone, 2° Strada che conduce alla Casa di Poggio, 3° Eredita' di Anton Francesco Fabbrini 4° Strada di sopra, che conduce alla Casa di Poggio salvo item …

Un pezzo di terra lavorativa, vitata, e olivata di st. uno e mezzo in circa posto in d.o Pop. e Potest. luogo d. IL COLTO da Casa con l’aia in Comune con i RR. Padri di Camaldoli a cui confina a primo detti Padri di Camaldoli, 2° Borrone 3° Bartolomeo Vannini 4° Eredità d’ Anton Vincenzio Fabbrini, 5° Margherita Grazini s

Un pezzo di terra lavorativa, vitata e boscata, marronata e ceppata di st. 3 in circa e per tanta quanta sia posta in d.o Pop. e Pot. luogo d. in SAN MARTINO, a cui confina a primo Borro, 2° Padri della SS. Annunziata di Firenze, 3° Rev. M. Giulio Frilli, 4° Marchese Medici, 5° Cappella del SS. Crocifisso eretta nella Chiesa di S. Andrea a Pulicciano Rettore al presente il rev. Messer Diodato Sordi, 6° Bartolomeo Vannini a 7° Eredi di Anton Vincenzio Fabbrini.

Un pezzo di terra lavorativa vitata e ulivata e boscata di st. 5 incirca, e per tanto Quanto sia posto in d. Popolo e Pot. luogo d. IL POGGIO, a cui confina a primo Strada che conduce a Belvedere, 5° Spedale della SS. Annunziata di Figline, 6. Domenico Caccerini e 7 Romualdo Fani.

Una casa di 5 stanze da Cielo a Terra posta in d. Popolo, e Pot. luogo d.o LA VIA Con un pezzo di terra confina a primo strada maestra 2° Borro 3° Domenico Cepperelli.

Un pezzo di terra lavorativa, vitata e ulivata e gelsata di st. 1 ˝ in circa e per tanto quanto sia posto in d: Pop. e Pot. luogo d. ALLA VIA a cui confina a primo Borro, 2°, 3° Romualdo Fani, 4° M.se Medici

Un pezzo di terra lavorativa, vitata, e ulivata e gelsata di un quartoro incirca, e per tanto quanto sia, posto in d. Pop. e Pot. luogo ALLA LASTRA, a cui confina a primo strada, che va all’ Alpe 2°, 3° Domenico Rossi e 4° Domenico Pasquini.

Un pezzo di terra castagnata con alcune ceppate da Palina di st. 6 in circa, e per tanto quanto sia, posto in d: Pop. e Pot. luogo detto IL SOLATIVO a cui confina a primo Lorenzo Dei, 2° Orazio Pasquini della Canova 3° Diacinto Batignani e 4° Domenico Dei.

Una casa per uso da lavoratore detto Pod.e di n° 9 stanze, e una colombaia, et un forno con un pezzo di terra ad uso di orto contigua a d. Casa posto in d. Popolo e Potest. luogo d. IN POGGIO, alla qual Casa, e pezzo di terra confina a primo RR.PP. di Camaldoli, 2 Eredita' di Anton Vincenzio Fabbrini e 4° dett. RR. Padri di Camaldoli con Xma di-11.10

Un pezzo di terra lavorativa e olivata di st. 1 in circa luogo d.o AL POGGIO a primo via 2° Antonio di Domenico, 3° Agnolo loro zio, 4° Filippo d’ Antonio oggi a primo rede di Gio. Batt. Fabbrini con Xma di-.1.1

Pervenutagli mediate la morte di Anton Maria Piccardi loro padre seguito piu' fa'. Per Arroto 1775 n° 197 N° 185 S.Gio

Tratto d.° pezzo di terra da una Casa, e 9 staiora di Terra per metà assieme con altri beni, in scudi -.6.6, che alle sudd.e st. 4 toccagli là.

Un pezzo di terra lavorativa, vitata, olivata e gelsata e fruttata con alcuni castagni salvatichi, e poste di alberi assieme con la metà dell’aia toccata per la loro porzione delle divise con Fran.co del fu Gio. Galletti loro cugini, con la metà delle vestigie di una casa rovinata il tutto di st. 4 in circa e per tanto quanto sia a corpo, e non a misura, posto nel Pop. di S. Miniato a Scò Pot. di Castelfranco di Sopra luogo detto I SODACCI, a cui confina a p.mo strada comunale 2° Conte Giglioli 3° Rev. Monache di S. Ambrogio e mediante un Borratello 4° Fran.co Galletti, med. Stradella 5°, 6° l’altra metà delle vestigia di d. Casa per Xma -.1.8

Pervenutogli come eredi universali di Anton Cammillo loro zio Paterno costituiti per di lui testamento rog.° Pietro Dini 1 Giugno 1761 Fede in Filza dell’ Anno 1762 n° 40

Tratto d.° pezzo di terra da una Casa, e 9 staiora di Terra per metà assieme con altri beni, in scudi -.6.6, che alle sudd.e st. 4 se le dà.

Due pezzi di terra di st. 4 in circa posti nel Pop. di San Miniato in luogo d. i SODACCI, parte lavorativa, vitata, ulivata, e pomata compreso di due pezzi di paline, e un casale, confina a primo le RR. Monache di S. Ambrogio di Firenze, a 2° la Chiesa di Simonti, 3° via, che conduce a Bagnoresi 4° i pred. Piccardi per Xma di -.1.8 Comprorno da Gio. Batt. Galletti, quale vendè in esecuzione del Decreto del Magistrato dei Pupilli come bene d’ Antonio per il prezzo di Scudi 240 Conto Atto rog. Pietro Taddei sotto dŤ 28 Luglio 1764, Fede in Filza N 415 Arroto 1764 N° 299

Un pezzo di terra palinata a Castagni di un minoro in circa, e per tanta quanto sia a corpo, e non a misura posto nel Popolo di S. Miniato a Scò Pot. Di Castelfranco di Sopra luogo I SODACCI, a cui di pre.nte fù detto confinare a p.mo a levante chiesa di S. Margherita a Simonti, a mezzogiorno strada che da Simonti conduce a Sodacci 3 a Ponente Monache di S. Chiara di Firenze, mediante viottola, e 4 a Tramontano fiume Resco Simontano con Xma di -.1.1

Comprorno da Giovanni dell' Innocenti d.o Galletti per prezzo di scudi 16, Contratto rog.° Enrigo Palmieri 30 Agosto 1763 al quale in Filza N° 187 Per Arroto 1766 N° 216

Un pezzo di terra di mezzo staioro in circa posto nel Pop.° di San Tommaso luogo d. ALLA COSTA, O CILIEGIATO con una fornace rovinata confina a p.mo la Faella, 2° Pier Fran.co Mannozzi, 3° un vicolo per andare alla Fornace con Xma di _.-.2 della somma di -.6.6 Arroto 1775 N° 252

Gius. Magnani (ASF Decima Granducale 5743 )

 

 

A parte quanto acquistato dal Galletti (che i Piccardi chiamano cugino perché quattro ragazze Piccardi avevano sposato dei Galletti), i beni sono il risultato di beni accumulati in successive eredità e comprendono terreni e case sia a Simonti che a Monti di Pulicciano, dove continuerà ad abitare quel ramo dei Piccardi che porterà a Elio, il cantastorie, e agli odierni Simona, soprano, e a Giovanni di Gallipoli.

Il solo Agostino di AntonioMaria presenterà una dichiarazione addizionale, limitatamente ad un terreno condotto a livello:

Agostino di Anton Maria di Lorenzo Piccardi

Camp. a 50

591-215-531-290

N:185 A posti in più Popoli e S.Gio. luoghi descritti in conto della Pieve di S. Maria a Sco.

Sustanze

Un pezzo di terra arativa, vitata e ulivata nel Popolo di San Miniato a Sco Potest. Di Castelfranco di Sopra di st. 1 in circa a corpo e non misura, al quale confina a pr.mo Seminario di Fiesole, 2 il Sig. Conte Giglioli 3 d. Seminario di Fiesole, 4 Monache di S. Ambrogio di Firenze.

Conduce a livello il sudd.o assieme con i di lui fratelli e loro terza linea masculina dalla Pieve di S. Maria a Sco per l' Annuo Canone di s. 4 per l’ Anno e con i patti e condizioni, di che per contratto rog. F. Antonio Filippo Lanini 3 lug.o 1769 in Filza n 121 di Cancell. A N ..Arroto 1771 N 208

Gius. Magnani

Tratto da piu' pezzi di terra lavorativa, e sodi, Xmati ai libri dei Religiosi Esclusi S Sp:o dell’ Anno 1495 in conto alla Pieve detta in f. 5.1.3 che al sud. pezzo di terra non celi da Xma per non vi essere avanzo dedotto il Canone.

 

 

(ASF Decima Granducale 5743 )

 

 

Il podere "Il Poggio" descritto nella dichiarazione dei figli di Antoniomaria ha subito la stessa sorte di altre ville che furono di proprietà dei Piccardi ed è diventato un agriturismo, dal nome "I Camini", visitabile virtualmente sul sito: http://www.icamini.com/ita/storia.html dove potrete vedere anche la riproduzione della parte iniziale della dichiarazione dei fratelli Piccardi.

Le descrizioni dei beni contenute nella Decima Graducale del 1776 meriterebbero ulteriori indagini, per poter rendere un’idea dell’ estensione dei poderi di proprietà dei nobili nel territorio di Piandiscò. Per il momento ho trascritto solo quelli dei Medici, ma dagli archivi parrocchiali risultano anche altri cognomi nobiliari:

Cav Francesco Gius. Anton M.a Gaspero ) del M.se Cav. Francesco del Cav. Giulia-

Cav. Luca Casimiro M.a Gaspero ) no di Cosimo Medici

Podere con casa da signore e lavoratore luogo detto Il Palagio con 7 pezzi di terra

Altri beni:

Casa Cherico con mulino e frantoio venduto dai Cherici

Podere alle Cave vicino al Palagio

Terreni alle LACCATE, BOSSOLINO, IL COLTO, CASA BROGIO, CASA MEO, IL RENACCIOLO, CASA STAGI, LE VIACCE, AL ROSSELLINO, ALLA CANNUCCIA, LE DONICHE DI PULICCHIANO (tonache), LE CACCIE, CODILUNGO, ALLA CASELLINA, IL QUERCETO, CASA MERLINI (podere con casa da signore), CHIASA CHIANTINO (casa da lavoratore), LA PESCAIA, PIANO DELLE CELLE, PONTE PETTOLI, IL VIGNALE, AL MULINO DI CAMPIANO, ALLE FABBRICHE, CASA VAGGIO, MULINO SUL RESCO

Xma Scudi 23.19.10

 

 

 

 

Al termine della narrazione dei fatti del 1700, trascrivo alcune annotazioni interessanti o insolite scovate nel corso delle ricerche.

Dallo spoglio dei documenti mi ha colpito la contemporanea presenza a Piandiscò di famiglie dal cognome altisonante, quali i Medici, i Ricasoli, i Dietisalvi Neroni, il Cav. Ambra, il conte Giglioli di Ferrara (protagonista della commedia "Gelosia" di Alfredo Oriani : http://www.liberliber.it/biblioteca/o/oriani/gelosia/pdf/gelosi_p.pdf ), il Cav. Del Sera e, per finire, i Salvadori della Casa Bianca. Forse un supplemento di indagine potrebbe far venire alla luce il perché di tale concentrazione in quel di Piandiscò.

Nel 1723 il parroco di San Miniato a Scò trascrisse la parte del testamento, dettato da Vincenzo Salvadori in epoca anteriore, che riguardava un lascito per l’edificazione dell’ oratorio che ancora oggi si trova in prossimità della Casa Bianca e che qui è raffigurato in un pregevole acquarello di mio fratello Piero:

 

 

Piero Piccardi Oratorio alla Casa Bianca

 

Abbiamo già visto nella narrazione dei fatti del ‘600 che i Salvadori erano cittadini fiorentini proprietari della Casa Bianca e dell’ annesso podere. I voleri di Vincenzo Salvadori furono esauditi e la cappellina edificata. Pochi sanno che ancora oggi vi sono conservate le spoglie di Cammilla Salvadori, come indicato dalla registrazione di morte:

 

 

 

1762 Salvadori sepolta alla Cappella della casa Bianca

 

 

Adi 27 d.to (Febbraio 1762)

La Sig.ra Cammilla Vedova del fu' Ferdinando Salvadori abitante nella propria sua Casa posta in l: d: la Casa Bianca in Età di Anni 70 inc.a passò a miglior vita il di 25 d.to a ore 8: della sera, premunita dei SS.mi Sa.ti Cioè Conf.e e SS.mo Viatico, e nulla più, sorpresa, come credesi, da repentino accidente catarroso, che non permise ulteriori assistenze, tutto che fussero usate diligenze.

La mattina del sud. le fù data sepoltura nella cappella di Sua casata sotto il Titolo di S. Ant.o di padova posta presso la sud.a Sua casa, incassata però, previa la dovuta permissione, conforme e nel mezzo della med.a Cappella, ove è stato pensato di farvi a suo tempo la sepoltura.

 

 

I parroci erano tenuti ad annotare periodicamente l’inventario dei beni e delle masserizie di pertinenza della Chiesa. Alcuni erano sbrigativi, altri molto accurati, come don Ignazio Tani, il quale nel 1736 non solo stilò un meticoloso inventario, ma dette anche incarico al perito Trambusti di eseguire le planimetrie dei terreni di proprietà. Il Trambusti svolse il compito accuratamente, lasciandoci una serie di acquerelli, unici nella storia della parrocchia, che troverete in allegato.

Allego anche la trascrizione integrale dell’ inventario, la quale comprende, oltre alle masserizie, anche l’elenco delle famiglie che pagavano la decima e che possedevano un sepolcreto all’ interno della chiesa.

Dal registro della Compagnia dell’ Assunta di San Miniato a Sco si evidenziano alcune spese sostenute per l’abbellimento della Compagnia stessa e/o della chiesa:

1722 Spese della Compagnia dell' Assunta

Per satisfazione a Giuseppe Piccardi creditore Lire 2.5.0 Per un crocifisso indorato, fornito con velo, et altro bisognevole come per ricevuta apparisca Lire 166.14.8

 

 

 

1728

Nota delle spese fatte per la fabbrica della nostra casina nuova alzata sopra la sagrestia della Pieve per uso nostro e per uso del Predicatore della Quaresima in perpetuo a tenore del baratto fatto fra la compagnia nostra e il Rev.ndo Sig.re Piovano Tani, rogato ser Baccio Ceccherini 3624 mattoni. 238 tegole e giornate piu' calcina legnami e ferri per un totale di circa 1500 scudi

 

 

 

1750 Spese della Compagnia dell' Assunta

Dato alla Sig.a Mariangiola Rossi lire venti per a conto di fare il quadro Lire 21

 

 

 

1751 Spese della Compagnia dell' Assunta

Alla Sig.a Mariangiola Rossi lire venti per mancia del quadro per l'altareLire 20

Per passare alla Porta di Firenze d.o quadro Lire 1.1.0

Di portatura a Tommaso Staderini Lire 2.11.08

 

 

Con la proliferazione delle famiglie e la conseguente separazione dei vari rami delle stesse, si perse il computo dei gradi di parentela. In una piccola comunità erano possibili matrimoni fra consanguinei e, nei registri parrocchiali dei matrimoni si inizia a vedere la paziente ricostruzione, da parte del parroco, degli alberi genealogici degli sposi, al fine di scongiurare tali eventualità.

Avveniva anche che solo dopo il matrimonio si giungesse alla conclusione che lo stesso era nullo per consanguineità degli sposi. Ad esempio, nel 1737, all’ atto del battesimo del primogenito, il parroco si sentì in dovere di annotare che il matrimonio, nullo per consanguineità, era stato sanato dalle autorità ecclesiastiche

Adi 19 Marzo 1736(7)

gaetano Marsili

Io P. Valerio Cappellano di questa Pieve ho battez.o un Bambino figlio di Fra.co di Dom.co del fu Fra.co Marsili e di Margherita di Carlo Bati creduta sua legittima Moglie di n.a Cura i quali adesso però hanno ottenuto dal Sommo P. la dispensa sopra l'impedimento di affinità di terzo in quarto grado per cui fu nullo il primo loro matrimonio; nacque la notte antecedente alle ore 7 in c.a se gli pose nome Gaetano.:

 

 

Già da tempo la riforma gregoriana del calendario aveva imposto l’abbandono dello "stile fiorentino", che prevedeva l’inizio dell’anno il 25 Marzo (Incarnazione) per spostarlo al 1° Gennaio, come nel resto del mondo. Passavano i decenni ma i fiorentini restavano fedeli al loro vecchio metodo, tanto che il granduca fu costretto ad emanare un editto con pene severissime per coloro che avessero proseguito con il vecchio sistema dopo il 1750 ed impose a tutti i parroci di annotare tale imposizione sui loro registri, cosa che tutti i parroci eseguirono, come si può osservare dagli allegati, fra i quali una breve descrizione del metodo fiorentino di computo dei giorni e delle ore.

Nel 1760 avvenne un fatto increscioso, così annotato dal parroco di Faella:

A di 30 Ag:o 1760

Dianora del Fu' Filippo Sati di questo popolo in eta' di Anni 22 in c:a in stato celibe, alle ore sette in c:a della sera dalle acque impetuose della Faella cagionate da una pioggia copiosa, e furibonda resto' annegata, e fatta vittima di morte, e la mattina seguente 31 d:o il di lei Cadavere fu trovato arrenato in d: fiume distante un quarto di miglio dal Luogo ove annego', come puo credersi tutto pesto, lacero, livido, ed infranto, e del tutto nudo il Luogo ove annego' dicesi il Ponte, ove fu ritrovata dicesi ai Macchioni, e la sud: sera dopo la visita criminale di S: Giovanni fu condotta a questa Chiesa ove fatteli le solite esequie fu sepolta nella sepoltura de Ridolfi al 129.40. Sebbene la morte sembri cattiva nel cospetto degli uomini, senza alcuna esitazione, e' stata preziona nel cospetto di Dio, per essere stata d: Fanciulla dotata di ottimi costumi, e placidissima indole, piena d'ogni rispetto verso Dio, Umile assai, obbediente al segno mag:e caritatevole, onestissima, modesta, casta, e finalmente piena di timor di Dio.

Verdiana Moglie del Sud: Filippo Sati, e Madre della sud:a sorti' nell'istesso giorno, nell'istessa ora nell'istesso luogo l'istessa disgrazia della sua Figlia, essendo insieme nell'istesso fiume per riparare i filati, che quivi erano per macerarsi, et il di lei cadavere dalle acque med: fu rotolato, e trasportato fino al Suddetto Popolo di Faella distante c:a tre miglia, ove fu ritrovato la mattina sud:a del di 31, e la sera med: dopo la visita criminale fu' portata di mio consenso, e di suo figlio alla d:a Chiesa di Faella, ove fattole le solite esequie fu' sepolta.

 

 

Altra registrazione di morte avvenuta in circostanze inconsuete, tanto da essere descritta dal parroco di San Siro a Cascia:

A di 2 Luglio 1737

Salvadore di Bartolomeo di Salvadore Renzi dopo essere escito da Lavorare con Le sue opre che mietevano, arrivo' a' Casa sua, in pian S. Giovanni, e si messe a sedere fuori della porta di Casa, aspettando il Suo Contad.o di Campiano, che tornasse dal Fabbro; e fu trovato (dal medesimo contadino) morto nella panca fuori di Casa a ore 21 in circa: Arrivato che fu il vespro nella Chiesa di S. Siro, perche in d. giorno vi concorsero in d.a Chiesa tutti i SS: Sacerdoti del Piviere di Cascia, celebrandovisi in d.a Chiesa La festa della Visitazione Titolo di nostra Congrega e il di seguente fu sepolto in questa Chiesa nella sua Tomba.

 

 

Termino con due registrazioni di morte rivelatrici della vita dei genitori del parroco di San Michele di Sopra (La Lama), che vissero con lui gli ultimi anni di vita:

Adi 2 Febb:o 1764

Il Sig.re Francesco M.a Balsinelli Citt.no F.no mio Padre in eta' di anni 80 abitante in questa Canonica quindici mesi dopo il di lui ritorno da Napoli ove trovavasi al servizio di S: M: il Re di Napoli in qualita' di computista e razionale alle Delizie di Portici, ed inspettore all'escavazione della Citta' Ercolana Giubbilato per Reale Dispaccio de 4: 7bre 1762 assalito da piomonia nota che non potevo ne confessare, ne comunicare munito soltanto del Sagram.to dell'estrema unzione, Bened.ne in artic: Mortis D: di SS. Raccomandazione dell' Anima coll'assistenza fino all'ultimo per me Antonio Balsimelli Suo figlio I:C:S:M:C: rese lo spirito a Dio alle ore sei della sera, et il di seguente fatteli le solite Esequie fu il di lui Cadavere incassato e sepolto in fondo di questa Chiesa dalla parte dell'Altare della SS: An.ta a mano destra

 

 

 

A di 27 = Agosto 1775 =

La Sig.ra Violante Balsimelli mia Madre, Abitante in questa Canonica in eta' d'anni 69= dopo la permanenza d'anni 19 e mesi 6= fatta in questo Luogo per abitare con me Stipendiata con pensione dalla F. M: di S: A: R: Gio: Gastone Granduca di Toscana, e dopo aver premurosamente assistito con tutto L' impegnio per vantaggio e decorazzione di questa Chiesa, con pittura (incerto) ed altro prodotto della Sua Scienza, assalita da Fiera infiammazzione di cerebro, munita di tutti gli SS. Sagramenti Soliti darsi agli infermi, Assoluz.ne Pontif. Bened: di SS: Rosario, e del Carmine, Raccomandazione dell'Anima, ed assistita fino al ultimo respiro dal M. Rev.° Sig.re Lorenzo Sassolini, i: c: S: M: C: rese lo Spirito a S: D: M: alle ore otto della mattina, et il di seguente fatte le solite Esequie Fu il di lei cadavere incassato e Sepolto nel Fondo di questa Chiesa dalla parte dell' Altare della SS: An.ta a mano destra una all'altra Cassa del Fu Sig.re Fran.co Balsimelli Suo Consorte.

 

 

Il Balsimelli fu condotto a Napoli dall’ Altoviti, che possedeva case e beni a Faella, e fu nominato dal Re di Napoli, per intercessione dello stesso Angelo Altoviti, sovrintendente alle Delizie di Portici. In quel periodo un contadino, casualmente, rinvenne i primi resti di Ercolano, sepolta dalle ceneri del Vesuvio, ed iniziarono gli scavi. Un bel servizio sugli scavi di Ercolano è stato mandato in onda da "Bell’Italia". Per pura combinazione, nella stessa puntata si parlava dell’ architettura della Pieve di S. Maria a Sco. Possiamo rivederla su questo sito:

http://www.rai.tv/mpplaymediageneric/0,,News%5E0%5E156623,00.html#

I dipinti di Violante Balsimelli si possono ancora vedere sia nella chiesa suddetta che nell’ oratorio che si trova in prossimità della chiesa stessa.

Ultima annotazione sugli affreschi del periodo: nessuno ricorda che la parete sinistra della chiesa di San Miniato a Scò (quella che ospitava anche il Sepolcreto dei Piccardi) era interamente affrescata. Io ricordo una scena campestre e una scritta in caratteri maiuscoli di colore rosso, molto deteriorata, su fondo bianco, che copriva la balza della parete dal pavimento per un’altezza di oltre un metro.

Sciaguratamente, nel 1984 circa, il parroco dell’epoca ebbe la brillante idea di imbiancare tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scegli la pagina   ……………VAI ALL'INDICE GENERALE