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Gli Hucpoldingi

 

anche famiglia dei "Conti di Bologna "

 

Questa pagina e' dedicata al dr Gianluca Bottazzi

Che mi ha fornito molta della documentazione

 

 

 

 

Gli storici hanno classificato sotto il nome di " Hucpoldingi " o "Ucpoldingi " una delle principali stirpi franche

Appaiono in Italia con Hucpold ,conte del Sacro Palazzo di Ludovico II figlio di Carlo Magno

Da allora si legheranno alle maggiori famiglie dell' Italia Nord Centrale e potrebbero essere discesi da loro gli Estensi , i Canossa , I marchesi di Toscana ,i conti di Bologna , i conti Guidi , i conti Alberti , gli Aleramici e gli Adimari

 

Hucpold

Notizie tratte da Rossella Rinaldi : le origini dei conti Guidi

 

Hucpoldo ci e' noto per l'attivita' di conte palatino svolta a fianco di Ludovico II ;

(Ucpoldo) docc. 851-860, in cui la prima parte del nome = Ugo, di legge ripuaria.

Hucpoldo si era gia' distinto tra i primi optimates dell'impero per il proprio operato militare . Reclutato da Lotario I per la spedizione contro i saraceni ( 846-847 ) aveva guidato il contingente francese con un incarico tra i piu' elevati , quello di SIGNIFER (Capitularia Italica ed. A.Boretius , in M.G.H., Capit 1 Hannoverae 1883 , num 203 pp65-68 )

Due placiti rispettivamente dello 851 e dello 860 lo vedono in Italia accanto ai massimi esponenti dell'aristocrazia del tempo (Vi sono forti possibilita' che il conte di palazzo fosse di natio franco - salica anche se solo la figlia Engelrada I ricorre all'investitura salica , l'anno 896 . I discendenti in III e IV generazione si professeranno , significativamente di legge Ripuaria . Il Hlawitschka , Franken… pp 200,205 non si spinge oltre l'ipotesi della provenienza franca di Hucpoldo ) dapprima a Pavia , con i conti Achedeo ed Adelgiso (quest'ultimo conte di Parma ); quindi in prossimita' di Camerino , dove lo affiancano tra gli altri fideles ed optimates , Wibodo , messo imperiale e potente vescovo di Parma, e Adalberto ,comes , che puo' essere identificato con Adalberto marchese di Toscana ( I placiti …. I , Roma 1955 n.56 (ottobre 851 - gennaio 852 ) p 193 e num 65 (marzo 860 ) p 234

Nello 858 lo rintracciamo Oltralpe , << in villa Salmoringam >> presenziare ad un placito quale membro di una societas comitum (G.D. Mansi Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol 18 B , Graz 1960 (ristampa anastatica ), LXXX coll. 1467-1468

Dopo lo 860 di lui non si hanno piu' notizie

Occorre quantomeno accennare ad una testimonianza narrativa gia segnalata da Hlawitschka che avanzava giuste riserve circa la possibilita' di riferirla al nostro (Franken,Alemannen, Bayern und Burgunder in Oberitalien ( 774- 962) pg 205 nota 5. Dall' EPITOME CHRONICORUM CASINENSIUM (Per il passo della fonte cui ci si riferisce in Muratori R.I.S., 2, Mediolani 1723 pp 347-370 : 370 ) ci giunge notizia dei rapporti intercorsi tra la dinastia imperiale ed il conte palatino << Tucbaldus , secundum ab imperatore regali genere ortum >> L'imperatrice Angilberga , invaghitasi di lui , lo avrebbe adulato promettendogli addirittura l'imperium ; ma inutilmente . E per vendicarsi fingendosi sedotta e violata dal conte , indusse il consorte Ludovico II ad uccidere il fedele Tucbaldo . L'intervento di Andaberta , vedova dello sfortunato conte di palazzo , fu decisiva per la sorte della discendenza : dimostrata l'innocenza del marito , riusci ad ottenere , anche per l'intercessione del pontefice il pentimento di Ludovico II , che accordo a Tucbaldo , figlio omonimo del defunto , un praeceptum valido in perpetuo anche per gli eredi . Le concessioni territoriali contenute nell'atto , di cui la nostra fonte fornisce un elenco , appaiono assai cospicue ; dislocate nell'Italia del nord centro, sino al Camertulano ed oltre , e Oltralpe << In Alemannia >>

(in questo caso trattasi di una conferma di beni gia' detenuti ), le proprieta' si addentravano per cosi dire , nel cuore dell'emilia , dove oltre al << comitatum Mutinensem >> l'imperatore accordava agli eredi del conte <<aliis octo comitatibus >>

Aveva fondato il monastero di S.Andrea in Firenze

Sul conte Hucpoldo cfr E. Hlawitschka : Franken,Alemannen, Bayern und Burgunder in Oberitalien ( 774- 962) Freiburg im Breisgau 1960 pp.204-206

Va , inoltre verificata la probabile appartenenza allo stesso gruppo parentale di Hucpaldus , attestato come conte di Verona, certamente , l'anno 820 (E. Hlawitschka : Franken,Alemannen, Bayern und Burgunder in Oberitalien ( 774- 962) Freiburg im Breisgau 1960 pp 203-204 )

 

Hucpoldus

846--847

spedizione contro i saraceni

Hucpoldus

851

Placito

Hucpoldus

860

Placito

Andalberta

 

 

 

Hucpoldus + Andalberta

 Hucbaldus I

 Berta

 Engelrada I

 

Figli di Hucpoldo sono Hubaldus (il solo figlio maschio del conte di cui sia rimasta traccia ), Engelrada I ( o Englerata ) sposa a Martino duca , Berta I (nello 852 ordinata badessa del monastero di S.Andrea di Firenze )

 

 

 

Hucbaldus I

 

Il figlio conte Ubaldo I , sposa una sorella X di Adalberto II di Tuscia,
di legge bavara, e nei discendenti si adottano i nomi della famiglia
marchionale toscana (Bonifacio e Adalberto). E' attivo in Tuscia 871,
partecipa alla battaglia della Trebbia 889.

E' conosciuto soprattutto per il suo ruolo di fedele di Guido da Spoleto e per la brillante carriera militare svolta al fianco dello stesso . Ma altre testimonianze ci inducono a riconoscerlo gia' come fedele e messo di Ludovico II , chiamato nell'anno 871 a compiere un indagine su beni contesi, rivendicati dall'episcopio di Lucca . In quell'occasione gli furono accanto esponenti di spicco dell'aristocrazia toscana , Adelberto marchese e Ildebrando comes , oltre ai vescovi di Pistoia ,Pisa , Volterra ( I placiti… I, num 71 pp 254-256 )

Nell'899 aveva partecipato con 300 uomini alla battaglia del fiume Trebbia nelle file di Guido di Spoleto contro Berengario del Friuli e nel 893 era tra i difensori di Pavia durante l'assedio di Arnolfo di Carinzia.Questa e' l'ultima notizia di lui vivo

E' possibile che abbia sostenuto con tenacia , nel rispetto peraltro delle tradizioni familiari , la dinastia carolingia fino al suo crollo definitivo ; per questo seppure con qualche cautela riteniamo di poterlo identificare con quel comes Hubaldo ,fidelis di Carlo III , che presenzio ad una conferma patrimoniale a favore dei canonici di S.Antonino di Piacenza ( Die Urkunden Karls III 876-887 , ed Kehr in M.G.H. , Dipl. Kar. Germ. 2/1-2 Berlin 1936, 1937 num 40 pp 68 69 )

Altri elementi documentari circa la presenza di Hubaldo nel Bolognese , sono stati segnalati con cautela da Hlawitschka

Hubaldus

871

Placito

Berta

852

Abbatissa Sant'Andrea di Firenze

Engelrada

878

Comitissa ducarissa lex salica

Engelrada

888

Comitissa ducarissa lex salica

 

 

Hucbaldus I + xxxxxxxx

 

 Bonifacio I

 Berta

 

 

 

 

 

 

Bonifacio I (29th Duke) of Spoleto

 

Nota bene non ha niente a che vedere con Bonifazio I e Bonifazio II conti di Lucca padre e figlio nello 813 e 823 vd genealogia Matilde di Canossa

 

Bonifacio ,venne investito dal cognato , re Rodolfo II di Borgogna , dopo la battaglia di Fiorenzuola del 923 che aveva visto in Bonifacio uno dei piu' abili condottieri ( Hlawitschka Franken pp 156-158 ) e la venuta in Italia del sovrano nel 924 , del Comitato di Modena che comprendeva anche i distretti di Brento e del Saltospano nel territorio diocesano bolognese. In seguito (l'attestazione e' del 945 ) Bonifacio fu creato titolare anche della Marca di Camerino e di Spoleto

Un diploma di Ottone I del 962 ricorda come Bonifacio avesse avuto in beneficio la corte regia di << Antongnanum in loco Saltospano , coniacentem in comitatu Motinense, in plebe Sancti Vincenti >> con tutti i diritti pubblici ad essa connessi probabilmente sempre da Rodolfo II

Tali investiture risultano assai coerenti da un punto di vista territoriale : in tal modo infatti si assegnava ad un unica dinastia marchionale il controllo dell'intero perimetro dei confini dell'Esarcato e della Pentapoli, delle terre cioe' rimaste estranee al dominio longobardo prima e alla distrettuazione carolingia poi. (Tiziana Lazzari )

I Conti avevano cosi fatto il loro ingresso nell'area bolognese con l'investitura regia del comitato di Modena , che comprendeva come si e' detto , grande parte del territorio diocesano bolognese, ricordato ancora nell' XI secolo come << iudiciaria Motinensis>>

 

Venuto l’anno 922, Rodolfo re di Borgogna, sollecitato da faziosi italiani, discese a contendere la corona a Berengario, che chiamò gli Ungari in aiuto. Si combattè a Firenzuola, presso al Borgo S. Donnino; e l’esercito borgognone era già rotto ed inseguito, quando Bonifazio conte, cognato di Rodolfo, che s’era tenuto in agguato, assaliti i vincitori, che tutt’altro si aspettavano, diede agio ai fuggenti di riaversi, di rannodarsi, e di tornare a combattere; di guisa che Berengario ne fu sconfitto, e costretto a rifuggirsi a Verona, dove poco appresso fu ucciso. Rodolfo, acquistato il regno d’Italia, investì il detto Bonifazio del ducato di Spoleto. Il conte aveva in moglie Gualdrada, sorella del detto re, donna per bellezza e per ingegno grandemente lodata da Liutprando, che la dice anche commendevole per onestà; nel che, ad onta ch’ei fosse di que’ principi amico, si converrà prestargli una qualche credenza, perchè è forse questa la prima principessa ch’egli non vituperi con taccia di corrotti costumi ( 1 ). Di lei ebbe Bonifazio due figli Ademaro, e Villa che fu poi duchessa di Toscana. Non so dire se il ducato fosse dato a questo conte innanzi o dopo la morte di Alberico; ma è da credere che il novello re non indugiasse a toglier di mano così vasto dominio al vicario imperiale e all’amico di Berengario.

( Sansi Achille 1879 " I duchi di Spoleto " )

 

Da internet

Berengario si era ritirato nella forte Verona, ma non si era certo rassegnato a perdere in quel modo il regno; raccolte delle milizie, diede battaglia nel luglio del 923, presso Fiorenzuola, a Rodolfo e sarebbe riuscito vincitore se non fosse sopraggiunto, mentre il combattimento volgeva sfavorevole per i Borgognoni, un esercito condotto dal conte BONIFAZIO, cognato di Rodolfo.

L'arrivo di questi rinforzi cambiò le sorti della battaglia e le truppe di Berengario furono sconfitte con gravi perdite. Il vinto tornò a ritirarsi a Verona, dove pare che Rodolfo non andò a molestarlo. Stando anzi a quel che scrive COSTANTINO PORFIROGENITO, tra i due rivali sarebbe stato stipulato un trattato di pace con la quale Berengario abbandonava il titolo imperiale e la sovranità sopra una parte del regno. Dai diplomi sappiamo che l'autorità di RODOLFO (nuovo re e imperatore) si estendeva sul marchesato di Spoleto, dove il conte Bonifazio aveva sostituito Alberico, e su tutta l'Italia settentrionale, eccettuata la marca friulana che con la Toscana e forse anche con Roma riconoscevano invece Berengario.

 La sostituzione ai vertici del regno che porto' all'affermarsi di re Ugo , comporto' per la famiglia la perdita della carica comitale; nel 931 infatti in un placito tenutosi a << villa Renno , iuditiaria Motinensi >> e' presente << Supo comes eiusdemque comitatu >>. ( si noti come nella battaglia di Fiorenzuola che aveva aperto l'ingresso in Italia di Rodolfo II , i Supponidi erano schierati in campo avverso Fumagalli : Terra e societa' nell'Italia padana pp 114-115 ) Negli anni successivi la politica di re Ugo decisa a contrastare il potere dell'aristocrazia franca e il favore concesso in seguito da Berengario II alle pretese vescovili fecero si che non sia piu' attestato alcun titolare del comitato di Modena

In tal modo si puo' spiegare il significato dell'azione patrimoniale di Bonifacio che nel 936 stipulo' una consistente permuta di beni con l'Abbazia di Nonantola, il potente monastero che godeva , insieme ad altre vastissime pertinenze , di consistenti diritti patrimoniali e giurisdizionali nella bassa pianura a nord di Bologna e Modena . Bonifacio si libera in favore di Nonantola di una consistente quantita' di possessi , piuttosto frammentati , collocati in gran parte nel Persicetano, e riceve in cambio un'intera corte situata probabilmente nell'appennino toscano

Bonifacio dunque si disfaceva di possessi fondiari in una zona in cui difficilmente avrebbe potuto mantenerne il controllo , in favore di una consistente acquisizione in un area di maggior valore strategico

Anno 936

Bonifacio effettuo' nel 936 un ingente permuta con San Silvestro di Nonantola cedendo dei beni nel modenese e ferrarese in cambio di beni nel comitato fiorentino

 

 

Anno 953 secondo Alessandro Pallavicino Bonifazio I muore intorno a questo anno

 

 

Berta

893

 

Bonifacio

923

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonifacio I + Waldrada

I pareri degli storici nell'individuazione dei figli di Bonifacio I sono diversi

 

 

Presento qui due alberi genealogici tratti da :

 

Tiziana Lazzari Comitato senza citta' , Bologna e l'aristocrazia del territorio secoli IX--XI Paravia scriptorum

 

Alessandro Pallavicino "Le parentele del marchese Almerico II (945-954 ) " in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo : marchesi conti e visconti nel regno italico (sec IX-XII ) . Atti del III convegno Nuovi Studi Storici per il medioevo Istituto Storico Italiano per il medioevo

 

 

 Anno 1034

Ubaldo che ha per figlio Maginfredo
Enrico che ha per figlio Bonifacio.


La ricostruzione si basa sul noto documento del 1034 in cui si spartisce l'eredità di Adimaro, avus suorum, nell'Appennino Bolognese tra Bonifacio di Canossa e Maginfredo del fu Ubaldo, e alla fine della carta si segnala che in relazione all'eredità di Adimaro il marchese e l'omonimo Bonifacio figlio di Enrico si sarebbero comportati nello stesso modo.

 

 

 

 le due tavole genealogiche rispetto ai figli di Bonifazio duca concordano su

Everardo episcopus aretinus lex ripuaria attestato 963 979

Willa comitissa 930 988

Teobaldo o Tebaldo Marchio , dux Spoleti Camerini 946 957

Adalberto comes lex ripuaria 958 981 (?)

 

Discordano su :

 

Ubaldo inesistente come figlio di Bonifazio per la Lazzari esistente per Pallavicino e padre dell' Adalberto dell'atto del 981

Adimaro che dalla Lazzari e' dato figlio di Bonifazio non so in base a quale documento , inesistente quale figlio per Pallavicino

 

 

In base a questo documenti :

Atto anno 981 Adalberto figlio del marchio e dux Ubaldo ( non di Bonifazio I ) compare con la moglie Bertilla e i figli Adalberto ,Bonifazio , Valfredo e fonda il monastero di San Bartolomeo di Musiano alle porte di Bologna

Atto del 992 un atto dei conti Guidi presente nei documenti del Rauty

Villa figlia del marchio Ubaldo e vedova di Tegrimo II dei conti Guidi (puer nel 963 ) fa una donazione nel Casentino

 

 

Nella generazione successiva

Adalberto di Bonifazio duca e' senza prole secondo Pallavicino

Adalberto di Bonifazio duca per la Lazzari ha come figli Adalberto ,Bonifazio , Valfredo e Ermengarda ( perche' la Lazzari identifica questo come quello dell'atto del 981 )

Ubaldo figlio di Bonifazio duca secondo Pallavicino ha tre figli : Adalberto (atto 981 ) Gisla o Villa (atto 992 ) e Adimaro ( non so in base a quali considerazioni presumo cronologiche )

 

Nella generazione successiva

Adimaro figlio di Bonifacio (per la Lazzari ) o figlio di Ubaldo di Bonifazio ( per Pallavicino ) visto il documento :

Anno 1034 La ricostruzione si basa sul noto documento del 1034 in cui si spartisce l'eredità di Adimaro, avus suorum, nell'Appennino Bolognese tra Bonifacio di Canossa e Maginfredo del fu Ubaldo, e alla fine della carta si segnala che in relazione all'eredità di Adimaro il marchese e l'omonimo Bonifacio figlio di Enrico si sarebbero comportati nello stesso modo.

Ubaldo che ha per figlio Maginfredo
Enrico che ha per figlio Bonifacio.

Willa che sposa a Tedaldo di Canossa e genera Bonifacio di Canossa ,Marchio Tusciae ( 1001- 1052 )

 

Adalberto di Ubaldo di Bonifazio duca ha per Pallavicino tre figli : Bonifazio marchese di Tuscia (981-1011) Adalberto Valfredo

 

Nella generazione successiva :

Atto del 1056 Alberto nipote del marchese di Tuscia Bonifacio , autore nel 1056 di una donazione all'Abbazia di Fontana Taona e facilmente identificabile con l'Alberto ricordato nel 1068 come conte di Panico , figlio di Guido di Adalberto e membro della famiglia dei Conti di Bologna ( su di lui cfr P Foschi La famiglia dei Conti di Panico ,una signoria feudale fra Toscana ed Emilia , << Bollettino Storico Pistoiese >>95 (1993) pp 3-22: 5, che pero' non cita il documento perduto del 1056 ( riferito da Repetti, Dizionario ecc. I p 12 , ripreso da E. Gualandi , Le origini dei conti di Panico << Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Romagne>>, ser III , 26 (1908) pp.285-384 : 338) e confonde questo Alberto con i conti dell'atto seguente ( Maria Luisa Ceccarelli Lemut )

 

 

Alcuni documenti : ( da Tiziana Lazzari )

Dal 1002 al 1009 era stato investito della carica di marchese di Toscana Bonifacio , e figlio di un Adalberto nel 1004 dona consistenti beni al monastero di Fontana Taona sugli appennini ( S. Bruni Le carte del secolo XI dell'Abbazia di S. Salvatore a Fontana Taona << Bullettino storico Pistoiese >> 67 (1966) pp 38-46 e 98-107, n.1

Tiziana Lazzari dice Bonifacio figlio di quel conte Adelberto che nel 981 aveva fondato ,insieme alla moglie Bertilla , il monastero di San Bartolomeo di Musiano alle porte di Bologna

Non e' attestata alcuna discendenza maschile del marchese Bonifacio

Nell'atto del 981 compaiono tre figli di Adalberto eBertilla cioe' Bonifacio , Adalberto , Gualfredo

Atto del 1056 compare un conte Guido figlio di Alberto conte ,che dichiara di essere nipote del fu marchese Bonifacio , l'atto e' una donazione di beni all'Abbazia di Fontana Taona ( Fantappie' Le carte )

Atto del 1055 compare un conte Guido figlio di un conte Alberto , che dona alcune terre nel Casentino ( J.B. Mittarelli - A. Costadoni Annales Annales Camaldulenses Ordini Sancti Benedicti II Venetiis 1756 Appendix n. LXXVIII cc.145-146 ) e dichiara di vivere secondo la lex ripuaria; le dichiarazioni di legge sono sempre utili nelle ricostruzioni genealogiche , a maggior ragione se la dichiarazione riguarda una legge raramente attestata come quella ripuaria. La famiglia dei conti di Bologna e' caratterizzata proprio da tale attestazione di legge : e' evidente che la coincidenza di due nomi tipici della famiglia , Alberto e Guido , del titolo comitale e ,insieme della dichiarazione di vivere secondo la legge ripuaria renda quanto meno plausibile la discendenza di questo conte Guido dai " Conti di Bologna "

 

Alcuni documenti : ( Maria Luisa Ceccarelli Lemut )

Atto del 1056 Alberto nipote del marchese di Tuscia Bonifacio , autore nel 1056 di una donazione all'Abbazia di Fontana Taona e facilmente identificabile con l'Alberto ricordato nel 1068 come conte di Panico , figlio di Guido di Adalberto e membro della famiglia dei Conti di Bologna ( su di lui cfr P Foschi La famiglia dei Conti di Panico ,una signoria feudale fra Toscana ed Emilia , << Bollettino Storico Pistoiese >>95 (1993) pp 3-22: 5, che pero' non cita il documento perduto del 1056 ( riferito da Repetti, Dizionario ecc. I p 12 , ripreso da E. Gualandi , Le origini dei conti di Panico << Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria per le Romagne>>, ser III , 26 (1908) pp.285-384 : 338) e confonde questo Alberto con i conti dell'atto seguente

Atto del 1055 Guido comes filius quondam Alberti , lege mea vivente Rubuaria ,con i suoi figli Alberto e Ugo che dona alcune terre nel Casentino ( dove afferma Maria Luisa Ceccarelli Lemut : ne' gli Alberti ne' i Conti di Bologna ebbero proprieta' ) A costoro si dovette la fondazione del monastero di S. Maria di Poppiena e il suo passaggio alla congregazione camaldolese . In tale contesto i due fratelli furono definiti " Ormine comites" cioe' conti di Romena , appellativo che insieme con le localita' cui si riferiscono i documenti fa senz'altro pensare a personaggi collegati con i conti Guidi

(mio commento : il Rauty dice che le terre del Casentino appartenenti ai conti di Bologna furono portate in dote ai conti Guidi da Ghisla figlia del marchese Ubaldo )

(mio commento la dr Ceccarelli Lemut mi sembra dica che la dr Lazzari e' stata tratta in Inganno da Gualandi che confonde alberto di Guido con Guido di Alberto )

 

Atto agosto 1099 il conte Alberto del fu conte Guido............................

 

Alcuni documenti : ( Alessandro Pallavicino ) 

 anno 960--979 Everardo vescovo di arezzo

anno 973 Adalberto figlio di Bonifazio Dei gratia comes

anno 981 Adalberto del marchio e dux Ubaldo con la moglie Bertilla e i figli Adalberto ,Bonifazio , Valfredo

anno 992 Villa figlia del marchio Ubaldo e vedova di Tegrimo II dei conti Guidi (puer nel 963 )

 

 

 

 I dati di San Miniato , non si accordano con nessuna delle due descrizioni genealogiche

 

Anno 988 gli Adimari del conte furono benefattori dell'abbazia di San Salvatore a Settimo con elargizioni effettuate da Bonifacio e da Rubaldo (Cfr la charta firmationis dell'anno 988, deperdita , il cui testo rimane regestato in un cartulario dell'ASF, compagnie religiose soppresse num 479 ,302 ,c.11r , a ricordo e conferma di beni concessi a quella chiesa da Rubaldo e Bonifacio e confermati per cartula iudicati da Adimaro di loro nipote e figlio

Luciana Mosiici " Le carte del monastero di san Miniato al Monte" OLSCHKI 1990

 

Anno 1046

Bernardo filio Adimari olim comes ,in presenza Eppi et Ughi germani filii Adimari ,Alberti notarii ,di Davitjo vicedomino et Gherardi figlio Berte et Petrus filio Florentj et Petrus et vuido et ugo germani filii Petroni et Tetbaldo filio Brinci ,qui fuit iudex,et alii plures

In eorum presentjis Bernardo filio Adimari olim comes, per lignum, qua sua detinebat manum, reflutavit Petroni avocato ecclesie et oratorio sancti Petri sito in Yma,omnibus terris et rebus qui contra pars ipsius ecclesie contendebat in locas qui nominatur a Ripa et in insula de Yma et a Fontanelle e a Fornaci

Luciana Mosiici " Le carte del monastero di san Miniato al Monte" OLSCHKI 1990

 

 

L'atto del 1046 apre la serie dei documenti riguardanti i discendenti del conte Adimaro cioe' gli Adimaringi

  

 

 Un diploma di Ottone I del 962 ricorda come Bonifacio avesse avuto in beneficio la corte regia di << Antongnanum in loco Saltospano , coniacentem in comitatu Motinense, in plebe Sancti Vincenti >> con tutti i diritti pubblici ad essa connessi probabilmente sempre da Rodolfo II; Ottone I assegnava invece la corte al prete fiorentino Erolfo ( attraverso un passaggio che la documentazione non ci aiuta a chiarire , la corte risulta poi essere nel 970 di pertinenza del marchese Ugo di Tuscia, che ne fece dono al monastero toscano di S. Michele di Marturi : Annales Camaldulenses t. I Appendice n XLVI )

Comunque la politica di Ottone I si rivela se non ostile certo poco favorevole alla discendenza di Bonifacio

Ottone I investe del Comitato di Modena il canossano Adalberto Atto

Adalberto Atto dava origine col proprio rapporto privilegiato con l'impero alla straordinaria fortuna della sua discendenza; un uomo nuovo , Adalberto Atto , fidelis dell'imperatore , che riusciva a rafforzare attraverso l'investitura pubblica una condizione di gia' consolidato potere patrimoniale in ambito padano

Un uomo nuovo scelto da dall'imperatore all'ufficio comitale nel modenese , in probabile esplicita contrapposizione ai rappresentanti della famiglia dei Conti che dovevano la loro fortuna politica e le loro cariche funzionariali al re di Borgogna

Quali che fossero i calcoli imperiali relativi alla zona territoriale tra Modena e Bologna ,fra le due famiglie si addivenne in tempi assai precoci a un accordo sottolineato da legami parentali

Legami parentali che sembrano unire le due discendenze alla generazione di Tedaldo di Canossa , figlio di Adalberto Atto la cui moglie Willa ( definita ducatrix da Donizone ) sembra essere una discendente dalla famiglia dei Conti

Dal punto di vista territoriale l'accordo dovette comportare una spartizione delle competenze nel comitato modenese che prevedeva il permanere del controllo della ......................

 

Nonostante la perdita precoce della carica funzionale

 

 

Note di fondo pagina

 

 

Vorrei dare evidenza a questo documento

 

Nel 1098 il 9 agosto a Prato Vescovo

La contessa Matilde emana un documento a favore del monastero di San Salvatore a FontanaTaona

Questo documento e' il numero 47 a pagina 150 del

RegestaChartarum Pistoriensum : monastero di San Salvatore a Fontana Taona secoli XI e XII

signum manum

Alberto comite et Ragineris filius q.Bulgarelli et Corbolo et Alberto filiis Maginfredi et Sasolo da Bibianello et Uberto de Stangno qui rogati sunt testes

 

 

 

Vorrei evidenziare la fondazione del monastero di S.Andrea in Firenze

Vorrei evidenziare lo scambio di terre con il monastero di Nonantola

Vorrei evidenziare Curtis Upaldi

E il legame con i conti di Panico

 

 

 

 

 

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  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003