contatti : pierluigi18faber@libero.it

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

 

 Storia dei Carnesecchi 1532--1800 -- seconda parte

 

 

 

 

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GiovanFrancesco di Gio

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1626 Luca di Giovanfrancesco di Gio: nel Consiglio dei duecento

 

 

 ASF

Manoscritti 560

Spogli della Gabella di Parentadi Nobili Moderni dal MDC al MDCCX

 

Pag. 90 1626 Baldinotto di Fabio Baldinotti Nob. Pistoiese

Alessandra del gia' Gio. Franc.o Carnesecchi nob. fior. s. 2000

 

Pag. 116 1638 Cav. persio di Gio.Batta Falconcini volterrano Segr.io di Stato

Maddalena di Gio. Francesco Carnesecchi s. 500

 

 

Rosso Del Rosso nobile fiorentino sposa nel 1608 Verginia di GiovanFrancesco Carnesecchi ed e' loro figlio Giovanni Andrea Del Rosso

 

Giovanfrancesco di Giovanni nasce intorno al 1550

Giovanni intorno al 1520

 

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Lorenzo di Lorenzo 

 

Lucia di Lorenzo di Lorenzo Carnesecchi e’ madre nei primi anni del seicento di Giovanni Francesco Buonamici di Prato

Il primo Lorenzo nasce quindi intorno al 1500 il secondo intorno al 1540

 

 

 

 

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 Carnesecchi Ferrante del S.e Gio.Batta di Lorenzo P.o S.Lor. 19/10/1592

 

 

 

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ASF

Manoscritti 560

Spogli della Gabella di Parentadi Nobili Moderni dal MDC al MDCCX

 

 

Pag. 325 Condizione 35

Ferdinando Montelatici citt. fior.

Maria Caterina di Antonfranc.o Carnesecchi citt. fior. sc. 300

 

 

 

Pag. 333 Dote celebrate fuor di Stato

 

Pag. 381 1709 Anton Fran.co Rosselli citt. fior.

Teresa Luisa del Dott. Anton Franc.o Carnesecchi s. 1000

 

Pag. 389 1712 Dott. Anton Domenico Gotti di Saiatico citt. fior.

Anna M.a del dott. Antonfranc.o Carnesecchi s. 1300

 

  

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Un patronato :

 Chiesa di S. Angelo a Lecore ( Signa Firenze )

 

Nel luogo oggi occupato dalla chiesa sorgeva anticamente un oratorio intitolato a San Michele Arcangelo. Poco distante sono stati rinvenuti i resti di quello che doveva essere il primitivo edificio parrocchiale dedicato secondo la tradizione a San Biagio, così come si ricava anche dalla Decima pontificia relativa a questo luogo. Intorno all'anno Mille la chiesa apparteneva già al vescovo di Firenze.
Successivamente il patronato passava dai Pulci ai Soldi, alle monache fiorentine di Sant'Orsola e ai Carnesecchi; infine, nel 1693, diveniva proprietà dei Bardi di Vernio.
La chiesa riceveva il titolo di prioria nel 1712. Il complesso subiva, quindi, un considerevole restauro nel 1943.

L'edificio presenta una sobria struttura esterna con portale rettangolare inquadrato da stipiti in pietra serena. Sulla controfacciata Santa Caterina da Siena (1943), del pittore fiorentino Ermanno Toschi. Il San Biagio (1900) è di Maria Lori. Alla parete sinistra, cappella con Deposizione, dipinto di Piero Bargellini (1992).

Nella cappella sinistra del transetto, tela raffigurante la Madonna col Bambino, santi, devoti e i misteri del rosario. Alle spalle di San Giovanni Battista e di Santa Caterina d'Alessandria si indovinano in secondo piano i ritratti delle committenti, colte nell'atto di rivolgere i propri sguardi in direzione dell'osservatore. Il dipinto è di mano di Bernardino Monaldi, che lo ha firmato e datato (1589) sul frammento di ruota di Santa Caterina d'Alessandria.

L'opera, in origine, era collocata sull'altare sinistro della navata, dedicato al Santissimo Rosario.
All'altare maggiore crocifisso in cartapesta dipinta dei XVIII secolo.
La cappella a destra dell'altare maggiore accoglie la tela cinquecentesca con San Macario in trono tra San Gerolamo e San Francesco d'Assisi, opera del fiorentino Giovanni Bizzelli databile fra il 1585 e il 1590. Il dipinto era stato eseguito per la confraternita di San Macario che aveva la propria sede nel locale annesso alla chiesa, oggi adibito a cappella.

Al centro della parete destra, altare con Madonna col Bambino (gesso dipinto?) di stile rinascimentale. Segue fonte battesimale con grande rilievo in terracotta dipinta raffigurante il Battesimo di Cristo, eseguito da padre E. Rossi all'inizio del nostro secolo.

Adiacente alla chiesa si trova l'ampia cappella eretta nel 1576 circa, un tempo sede dell'antica Compagnia di San Macario, fondata il 12 dicembre 1584 e soppressa al tempo di Pietro Leopoldo. All'interno, Cristo morto, scultura lignea del XVIII secolo.

 

 

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Grosseto

 

Quando ancora non mi interessavo alle vicende dei Carnesecchi , mi sembra di ricordare di aver letto un annuncio di vendita immobiliare che aveva per oggetto una villa su una parete della quale figurava un albero genealogico dei Carnesecchi.

Purtroppo ora che la cosa mi interesserebbe non sono piu' in grado di rintracciarla.

 

 

 

 

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Ricevo per la cortesia del conte Angelo Massimo Cavalloni :

estratto dal libro LA VILLA FIORENTINA di Grazia Gobbi Sica, ed. ALINEA

...La successiva denuncia nel 1534 della proprietà di Cosimo del Signor Giovanni de' Medici, oltre ai beni già compresi in essa, rivela un aumento dell'estensione della
proprietà intorno alla Villa. La denuncia infatti riporta:
Un palazzo con sue appartenenze, luogo detto "al Vivaio", con suo podere a 1 via, a 2 strada,a 3 lui detto. Un podere con più pezzi di terra, a 1 via a 2 strada a 3 Mariotto
Carnesecchi a 4 Mariotto Steccuti. Una osteria con un pezzo di terra, a 1 strada a 2 via a 3 Domenico d'Agnolo. Una fornace con due fornegli a 1 via, a 2 e a 3 a lui detto.
un podere luogo detto "Al Pozzino". Un podere con casa da oste e lavoratore luogo detto "laTopaia." con più pezzi di terra parte a livello e parte compri con due altri poderini
luogo detto "Il Casale. Una casa da Signore con vivaio posta a Castello, luogo detto "Al Vivaio" con un podere appartenente a detta casa, confina via e strada; lavora Simone di Mariotto.
Un podere posto in detto popolo presso al sopra detto, confina via e strada e loro medesimi, lavora Jacopo di Mateo di Nanni.
Un podere posto presso ala detta abitazione, confina via e Mariotto Carnesecchi e loro medesimi. Una casa da lavoratore con colombaia e st. 40 di terra lavoratia, confina
via e Mariotto Steccuti; lavora Jacopo di Mateo di Nanni.( anno 1498).

Si tratta di quella che ancor oggi e’ conosciuta come Villa " La Petraia "
 

 
 
per la cortesia del conte Angelo Massimo Cavalloni
 
 
 
 

per la cortesia del conte Angelo Massimo Cavalloni

 

 

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Gioan Antonio Carnesechi

 

 

Miscellanea di storia italiana - Pagina 873
di Regia Deputazione di Storia Patria - 1936
In Lione addì III di marzo 1542. Io Gioan Antonio Carnesechi fiorentino, al ...
in Lione, fo la medesima fede e atesto quanto di sopra a scritto Antonio ...
Visualizzazione frammento - Informazioni su questo libro

 

 

Emilia Carnesecchi a Roma

 

 

 

Libri Google

 

L'Italia delle migrazioni interne: donne, uomini, mobilità in età moderna e contemporanea - Pagina 23
di Franco Ramella, Angiolina Arru - 2003 - 389 pagine
... e del curatore è esplicitamente posta in ... altro atto siglato a Roma nello
stesso 1545: Emilia Carnesecchi eleggeva il marito, il fiorentino Jacopo ...
Anteprima limitata -

 

Anno 1545 Emilia Carnesecchi a Roma elegge suo procuratore il marito Iacopo Balducci

 

 

 

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http://documents.medici.org/medici_index.cfm

1550 633/6

A list of the "casati", or families, in Quartiere Santa Giovanni, subdivided into the four gonfaloni of the quarter. Each gonfalone list is sub-divided again into major and minor, perhaps a reference to the social status of the families listed.

 

4.e [Quartiere] Santo Giovanni. Liona d'oro maggiore: Medi, Martelli, Masi, Rondinelli, Della Stufa […] Minore: Bucherelli, Buti, De Rossi […] Drago Maggiore: Medici, Carnesechi, Cappelli, Adimari […] Minore: Baroncini, Landi, Buonaccorsi, Lapini […] Chiave Maggiore: Albizi, Alexandri, Da Filicaia, Pandolfini […] Minore: Puccini, Calandri […] Della Robbia […] Vaio Maggiore: Pucci, Adimari […] Minore: Del Cittadino, Doni, Mazzei […]

 

 

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Amerigo Carnesecchi lanaiolo

 

 

 

 http://documents.medici.org/medici_index.cfm

 

 1551 636 99

The volume is a register of tax liability of Florentines and residents of the contado. This second section, which runs from folio 99 to fol. 101, is divided alphabetically by first name; it lists residents of Florence whose second name or patronymic is not known.

 

YHS 1551. Apresso saranno le poste [illegible] che non sa el secondo nome […] Amerjgo Carnesechi lanajuolo --- scudi 8--scudi 2 […] Conte Gherardo della Gherardescha --- scudi 30 --- scudi 5 […]

 

 

 

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Filippo Carnesecchi

 

 

Jahresberichte der Geschichtswissenschaft
di Historische Gesellschaft zu Berlin - 1912
Mai 1562 und einem des Filippo Carnesecchi
an denselben ш 27. ... (Abbn.) — 695)
n libro di Giuliano da Sangallo. ...
Visualizzazione frammento -
Informazioni su questo libro

 

 

 

 

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Donna Caterina di Niccolo' Carnesecchi a Barberino di Valdelsa

 

 

 

Il dr Orlando Papei da Siena mi fa avere :

Si, è vero, ho spulciato molto i libri della Curia Arcivescovile, (Siena ) non soltanto quelli dei battesimi, morti e matrimoni, ma anche le cause criminali. E qui ho trovato qualcosa per lei:

 

DATE ESTREME: 30 agosto 1566

TITOLO: c. Donna Caterina Carnesecchi

QUERELANTE: i famigli del Bargello

QUERELATO: Donna Caterina Carnesecchi e Michele di Luca Marchi da Barberino Valdelsa

CAUSA: concubinato

 

 

Di Caterina possiamo scoprire qualcosa di piu' nel libro

Bollettino senese di storia patria - Pagina 59

di Accademia senese degli intronati, Accademia dei Rozzi, Istituto d'arte e di storia del comune di Siena, Accademia dei Rozzi Commissione senese di storia patria, Siena (Italy). Istituto comunale di arte e di storia, Deputazione di storia patria per la Toscana, Florence Sezione di Siena, Accademia senese per le lettere e per le arti - 1990

Caterina di Niccolò Carnesecchi e Michele di Luca Marchi da Barberino di Val
d'Elsa, catturati il 30 agosto 1566, assicurarono di non vivere insieme e di ...

Visualizzazione frammento

 

 

Caterina di Niccolò Carnesecchi e Michele di Luca Marchi da Barberino di Val
d'Elsa, catturati il 30 agosto 1566, assicurarono di non vivere insieme e di ...

 

 

 

 

 

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Bernardo Carnesecchi

 

 

 

FRANCIA : Le jardin des Tuileries

 

 

 

E' assai problematico coi dati che ho ora a disposizione stabilire chi sia questo Bernardo

Bernardo e' un nome assai ricorrente tra le linee genealogiche dei Carnesecchi . E' praticamente impossibile individuarlo senza disporre almeno del nome del padre

 

 

 

 

 

 Leggo su una rivista francese :

le jardin des Tuileries situe dans le 1 arrondissement couvre une superfice de 28 ha

Il a ete'cree en 1564 par Carnesecchi revu par Mollet en 1609 et par Le Notre en 1664. Melgre' les nombreuses transformations qu'il a subies au cors des siecles ,l'empreinte de Le Notre est encore decelable.

  

Si trova tra Place du Carrousel e Place de la Concorde. Il terreno venne acquistato da Caterina de'Medici nel 1563 per sistemarvi un giardino all'inglese. Abbellito da Le Nôtre nel 1663, l'attuale giardino delle Tuileries comprende due vasti settori attraversati da un viale centrale fiancheggiato da grandi aiuole ornate da sculture.

Le jardin des Tuileries est le plus important et le plus ancien jardin à la française parisien. Il s'étend d'ouest en est de la place de la Concorde au Louvre (précisement cette entrée fait face à l'arc de Triomphe du Carrousel), et du sud au nord de la Seine à la rue de Rivoli.

Le jardin comprend de nombreux bassins ou places d'eau et de nombreuses statues. Il est embelli par André Le Nôtre sous les ordres de Colbert (1664). Pour les touristes et promeneurs, de nombreuses chaises sont mises gratuitement à disposition dans tout le parc. Il est également à noter que la grande roue de Paris, autrefois présente sur la place de la Concorde, se situe maintenant dans le jardin des Tuileries, à quelques pas de la rue de Rivoli.

Un peu d'histoire :

http://www.paris.fr/portail/Parcs/Portal.lut?page_id=4974&document_type_id=5&document_id=8115&portlet_id=10670


Le plus ancien et le plus vaste jardin de Paris…

En 1519, François 1er avait choisi ce vaste terrain occupé depuis le 12ème siècle par des fabriques de tuiles et entouré de champs de cucurbirtacées (courges), pour y construire une résidence luxueuse avec jardin, qui ne vit jamais le jour. En 1564, Catherine de Médicis, séduite par les lieux, commença à développer un véritable plan urbanistique et aménagea un palais, les " Tuileries ", au milieu d'un jardin florentin inspiré des jardins du Moyen-Age, où l'on pouvait admirer une grotte ornée des œuvres du céramiste Bernard Palissy et un étonnant mur d'écho. Des réceptions fastueuses s'y déroulèrent, donnant l'occasion aux puissants de l'époque d'exalter leur pouvoir.

En 1664, André Le Nôtre, créateur des jardins royaux de Versailles, de Marly, de Saint-Cloud et de Saint-Germain, fut chargé par Louis XIV de redessiner le jardin. Le roi l'ouvrit à la promenade des " honnêtes gens ", le peuple pouvant s'y rendre à la Saint-Jean. Ce fut le premier jardin public de Paris. Sous Louis XV, certaines sculptures provenant du parc de Marly, dont les célèbres chevaux, vinrent habiller en 1719 les allées élégantes du jardin, suivies, après 1794, par d'autres statues provenant des anciens parcs royaux. Ce n'est que bien plus tard qu'apparurent les galeries de l'Orangerie (1853) et le Jeu de Paume (1861). Fêtes officielles et événements populaires s'y succédèrent à un rythme soutenu, les Parisiens assistants ébahis à l'ascension des premiers ballons à hydrogène (1783), au premier salon de l'automobile (1898), au banquet des 22 000 maires de France (1900), aux attractions du bicentenaire de la Révolution…

Le palais fut détruit partiellement par un incendie lors des affrontements de la Commune, en 1871, et rasé en 1883, laissant un vaste jardin, agrandi peu après grâce à la création du jardin du Carrousel, qui porte le nom d'une parade hippique.

Deux parterres encadrent des buissons d'ifs taillés dans les règles de l'art topiaire, rayonnant à partir de l'arc de Triomphe du Carrousel (1808) qui commémore les victoires napoléoniennes de 1805 et 1806. Il a été redessiné par Jacques Wirtz au moment de la construction des galeries du Carrousel du Louvre, qui abritent la célèbre pyramide inversée de Pei, de nombreux magasins et un accès au musée du Louvre. Ce jardin classique est aujourd'hui un modèle de technicité : un jardin sur dalle suspendu au-dessus des galeries où l'on aperçoit dix-huit statues de Maillol, installées à l'initiative d'André Malraux en 1965, dissimulées dans ses haies bien taillées.

Le jardin des Tuileries a depuis lors subi une complète transformation. Six années ont été nécessaires à l'Etat (1991-1996) pour lui redonner une nouvelle jeunesse : les paysagistes Louis Benech, Pascal Cribier et François Roubaud ont conservé l'essentiel des perspectives de Le Nôtre. Dans le Grand Carré, les pelouses ont été retracées, 68 grands arbres ont été conservés, 1 300 replantés, dont 800 dans le Grand Couvert, les deux exèdres(1799) en marbre (bancs en demi-cercles destinés à la conversation, à l'origine présents dans l'abside des basiliques chrétiennes) ont été mises en eau, apportant une touche romantique au jardin.

Désormais, 125 000 plantes sont placées chaque année par les jardiniers du domaine, l'eau d'arrosage étant acheminée depuis le canal de l'Ourcq (dont la rivière prend sa source dans l'Aisne, à 80km de Paris), grâce à une pompe à forte pression et une gestion informatisée.

 

 

Ricevo da :

Cyril Royer

http://generoyer.free.fr

 

 

Bernardo , gentilhomme servant de la reine-mere , etait en 1570 intendant des plans du jardin des Tuileries ( Leon de Laborde Comptes des batiments du roi II 1880 p-348 ; Boislisle , dans les Memoires de la Societe de l'histoire de Paris III 1876 p.254

 

 

 

 About "le jardin des Tuileries" in Paris, Bernardo CARNESECCHI, "intendant des plantes du jardin des Tuileries" was a kind of important gardeneier, draughtsman of garden. He worked for the queen Catherine de MEDICIS from 1565 to 1571 at least.

I found an article about him on the french national library website. ( I send you this article as attached file).

http://gallica.bnf.fr/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal sito :

http://www.batisseursdestuileries.org/article.php3?id_article=14 

 

 Le commencement et les derniers Valois

Au milieu du XVI ème siècle Catherine de Médicis acheta à l’Ouest du Louvre, à l’extérieur de l’enceinte de Charles V, des terrains où l’on trouvait l’écorcherie des bouchers parisiens et deux tuileries (déjà sous l’occupation romaine, on y trouve une carrière d’argile). Elle souhaitait s’y faire élever un palais de style renaissance, agrémenté d’un jardin à l’italienne inspiré des jardins du Moyen-Age, où l’on admirait une grotte ornée par Bernard Palissy.

Un projet grandiose : un palais de 268 mètres sur 166 mètres. S’il avait été conduit à bout, la résidence avec ses cinq cours intérieures aurait occupé une superficie dix fois supérieure à celle du Louvre.

Les travaux sont confiés respectivement pour la demeure et le jardin au lyonnais Philibert Delorme et au florentin Bernard de Carnessequi. Le 12 juillet 1564, la première pierre du palais est posée. Il reçut le nom d’Hôtellerie royale des Tuileries-lès-Paris.

En 1570, Philibert Delorme meurt, et Jean Bullant lui succède. Il termine la construction du pavillon central, et des deux galeries d’arcades, placées de part et d’autre. Il aura le temps d’adosser à la suite en direction de la Seine, d’un pavillon portant son nom.

Les travaux sont arrêtés en 1571, sur ordre de la Reine, probablement, selon la rumeur la plus répandue, à la suite d’une prédiction prévoyant qu’elle mourrait près de Saint Germain, paroisse des Rois de France, située juste en face du Louvre. Elle mourra à Blois, le 5 janvier 1589, assistée par un écclésiastique, Julien de Saint Germain. Sous les règnes de ses trois fils, Charles IX et Henri III, le royaume est livrée à la guerre civile.

 

Dal sito :

http://www.batisseursdestuileries.org/article.php3?id_article=14 

 

 

 

 

 

 Divers jardiniers et pépiniéristes figurent à plusieurs reprises dans les comptes , dressés en 1571 , pour les travaux des Tuileries : ce sont Bastien Tarquin , Jehan Paillard , Jehan Espallard , Girard Auglard et René Le Notre.
La direction d'un des services du jardinage fut confiée à un noble florentin , dont la famille est connue et do nt le nom a été signalé à plusieurs reprises.Cet étranger , parent d'Italiens établis à Lyon et à Paris , ou venu de sa patrie à l'appel de Catherine , se nommait Bernardo CARNESECCHI et était '' gentilhomme servant de la reine et intendant des plants du jardin des Tuileries.
Il apparait dans l'entouerage de la reine dès 1565 , comme le montre un texte retrouvé dans un registre des roles des actes expédiés à la chancellerie royale de 1560 à 1568 , volume conservé à la Bibliothèque nationale.

Cette mention prouve donc que ce CARNESECCHI travaillait comme chef jardinier dès 1565 pour les jardins de la reine .Il remplissait encore des fonctions analogues en 1571 , puisqu'il est alors cité dans le registre des dépenses faites pour la construction et l'aménagement des Tuileries.Ce trxte a été publié sous une forme résumée par L.de Laborde.

 

 

immagine tratta da Wikipedia

 

 

 

 

 

 

 

Il capitano Giovanbattista di Gherardo Carnesecchi alla difesa di Siena

 

 

 

Da :

Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio racconto storico di Agostino Ademollo seconda edizione con correzioni e aggiunte per cura di Luigi Passerini   Stabilimento Chiari Firenze 1845

 

Note del Passerini : nota 17………… pagina 1768……………………….

 

Corse nel 1554 alla difesa della liberta' di Siena , e da Cosimo I fu condannato nel capo e nella confisca.

Passato a militare in Francia fu ucciso in una battaglia contro gli Ugonotti nel 1569.

 

 

Istoria de' suoi tempi - Pagina 232

di Giovanni Battista Adriani, conte Giammaria Mazzuchelli - 1823

... e principalmente Fiorentini, il Capitano Battista ... Alamanni e altri ...

Visualizzazione completa - Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca - Ulteriori edizioni

 

 ……….Essendo Monsignor D'Angio' andato intorno di un castello tenuto dalle forze dell'Ammiraglio chiamato Musidan , il conte di Brisac , giovane di valore e di fede sincera alla Corona , andando intorno per riconoscere il luogo fu da un moschetto di quei di dentro ucciso , insieme con altri gentiluomini Franzesi e Italiani. E principalmente Fiorentini , il Capitano Battista Carnesecchi , Luigi Alamanni e altri : dolse molto questo danno al Generale , e adirato , prendendosi il castello per forza , non volle si perdonasse ad alcuno , e vi furono tutti uccisi

 

 

 

Negli interrogatori del pronotaro Pietro Carnesecchi compare un individuo

………..L'amico mio che mi scrisse credo fusse un mio parente di Carnesechi , il quale si trovava alhora qui soldato in Roma e si chiamava il capitano Battista Carnesechi.

 

…………Interrogatus a quibus haec ipsi domino constituto significabantur , respondit : <<Delle cose mie private ero avvisato da un parente mio , che come altre volte ho detto , si trovava alhora in Roma , chiamato il capitano Battista Carnesechi.

 

 

 

Forse non era un antimediceo , pur avendo combattuto per Siena , forse e' lo stesso individuo che abita a Firenze dell'episodio :

 

Lezioni sul Dante e prose varie di Benedetto Varchi: tratte ora in luce ... - Pagina 141

di Benedetto Varchi - 1841

... torno coti'l'arme ignude in mano; ed il Capitano Batista Carnesecchi medesimamente,
perché Filippo subito dopo il caso del signore ...

 

 

 

 

 

 

Antonio e Luigi Carnesecchi a Parigi

 

 

 

 

 les Carnesecchi de Florence etaient representes a Lyon , en 1516 , par Jean de Salustres , c'est a dire , probablement , Jean de Saluces ( Charpin - Feugerolles pag.71 ). Giambattista etait lui meme etabli dans cette ville en 1541 ( Charpin - Feugerolles pag.182 ) Antonio se fixe a Paris ou Guglielmo et Tommaso dei Guadagni , de Lyon , lui donnent leur procuration par acte du 8 fevrier 1562 , et ou nous le retrouvons en 1573 ( ( Biblioth.nat.ms.fr. 27746 ( Pieces originales t. 1263) , dossier Gadaigne pieces 13 et 30.

Antonio a par successeur Luigi , ou Loys , cite en 1579 ( Biblioth. Nat.ms. fr.26507 ( Pieces originales t.23 ) dossier Albisse fol 4 et 5

 

 

 

Andrea Carnesecchi un sepolcro a Lecce

 

 

 

E' interessante il documento seguente :

 

 Lecce, 07/10/2003

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

ARCHIVIO DI STATO - LECCE

 Prot. n. 3854 Al Sig.

Pierluigi Carnesecchi

 

Risposta al f. del 12.09.2003

Div. .......... Sez. .......... N.

 

 OGGETTO: Notizie storiche sulla "Corte dei Carnesecchi" in Lecce.

 

In riferimento alla nota emarginata, si comunica che da ricerche effettuate negli inventari dei fondi conservati in questo Archivio di Stato, non risulta documentazione relativa alla 'Corte Carnesecchi'.

Si informa, tuttavia che dalla pubblicazione di Italo Madaro "Guida pratica della città di Lecce", Lecce 1904, (pag. 213), si evince che nel censimento del 1901 la corte "Potenza" prende il nome di Corte dei Carnesecchi, e la stessa risulta (p. 219) ubicata a destra di via Imperatore Adriano.

Si legge, inoltre, (p. 36) che: " I Carnesecchi appartennero a famiglia fiorentina, che si trasferì nella città di Lecce, dove si accasarono e stabilirono la loro dimora. Si costruirono una tomba propria nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Vetere (a.1580), che oggi più non esiste, e concedettero che potessero avervi sepoltura tutti i fiorentini che venissero a morire a Lecce, se ne giovarono, infatti, i Peruzzi, i Giugni, gli Ammirato".

 

 

 

F.to IL DIRETTORE

(Dott.ssa Annalisa BIANCO)

 

 

Colgo l'occasione per ringraziare la direttrice dell'Archiviodi Stato di Lecce per la sollecitudine e la cortesia non proprio comuni , mi rispose quando questo sito era ancora in gestazione

 

Lecce ............ Corte dei Carnesecchi

 

Ho dal dr. Celentano di Foggia forumista IAGI

 

"corte" (che nel periodo in esame implica l'idea di una casa piuttosto ampia, probabilmente analoga alle c.d. "case palazziate" delle famiglie di una certa importanza e consistenza

CORTE.
Il lemma, che nasce nel latino medievale (cohors-cortis), non equivale esattamente, nel periodo in esame, al nostro cortile, perché contiene l'idea di un luogo per lo più recintato o chiuso. Nel XII sec., ad esempio, nell'Europa centro-settentrionale sta a significare l'abitato intorno al castello signorile. Non molto più tardi designerà, per estensione, lo stesso consilum o assemblea del signore, che si teneva per l'appunto in un luogo chiuso (in questo senso richiamo alla sua memoria la Corte dei Rossi, di cui dovrebbe rammentare qualcosa...).
Vero è -e questo è opportuno che l'abbia sempre presente- che l'area semantica di un lemma riceve coloriture diverse secondo il luogo ed il tempo in cui è usato, sicché bisognerebbe sapere che uso se ne faceva nel lessico leccese seicentesco, ma sono portato a credere che nel suo caso il sostantivo in esame non individui il luogo della mercatura quanto piuttosto il luogo ove abitavano i Carnesecchi.
Peraltro, evidenzio che è estremamente probabile che i due siti (quello dedicato all'eventuale mercatura, e l'abitazione) coincidessero

 

 

 

Su un libro ( consigliatomi dal dottor Celentano di Foggia ) " Lecce sacra " di Giulio Cesare Infantino (Ristampa anastatica Forni editore ) opera del 1634 trovo la conferma a quanto detto dal Madaro

…………………………………….

Chiesa di San giovanni d'Aimo

Questa nobil chiesa dedicata al precursor di christo Giovan Battista , convento dei padri predicatori; fu fondata da Giovan d'Aimo Leccese nell'anno 1388.

…………………………………….. Nel suolo della Chiesa vicino al Rosario in bel Marmo si legge

Hiiacet Nobilis Vir Sylvester olim Serij de Piglis de Florentia .

Nel medesimo marmo si legge

Hic iacet Nobilis Vir Andreas Carneseccus Florentinus cuius iussa fuit translata lapis hac marmorea die xx , mensis Marzij anno Domini MDLXXX quem tumulum deduxit prole suis que omnibus florentinii

 

Cioe' quanto detto successivamente dal Madaro: " I Carnesecchi appartennero a famiglia fiorentina, che si trasferì nella città di Lecce, dove si accasarono e stabilirono la loro dimora. Si costruirono una tomba propria nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Vetere (a.1580), che oggi più non esiste, e concedettero che potessero avervi sepoltura tutti i fiorentini che venissero a morire a Lecce, se ne giovarono, infatti, i Peruzzi, i Giugni, gli Ammirato".

 

 

 

 

Che significato ha la presenza di questi Carnesecchi a Lecce ? oggi non ho una risposta da dare

 

Sicuramente questi Carnesecchi avevano degli importanti interessi commerciali a Lecce (come mi suggerisce il dr Celentano ) ma e' sufficiente questo per sradicarsi da Firenze e trapiantarsi in un'altra citta' perche' questo stava a significare la costruzione di una tomba di famiglia ?

 

Nel 1575 vi e' una congiura a Firenze una congiura oligarchica diretta contro il granduca Francesco I  !!!

 

In seguito a questa congiura una ventina di giovani aristocratici vengono giustiziati o condannati : sono Pucci ,Capponi , Martelli , Machiavelli ,Ridolfi , Salviati , Soderini ,Alamanni , Rinieri ,Altoviti , ec.

 

Non compare alcun Carnesecchi ..................pero' sarebbe da investigare se questo essere a Lecce puo' avere qualche relazione con la congiura

 

 

 

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Cosimo Bartoli

 

 

Storico nato a Firenze nel 1503 e morto nella stessa città nel 1572. Figlio di Matteo e Cassandra Carnesecchi di Andrea ***, si stabilì a Roma nel 1530, dove prese gli Ordini minori. Tornò a Firenze quando i Medici si instaurarono soppiantando la Repubblica, e frequentò l'ambiente dell'Accademia degli Umidi, poi Accademia fiorentina. Nella questione della lingua aderì alla posizione fiorentinista e nel 1556 curò la pubblicazione della Difesa della lingua fiorentina e di Dante del Lenzoni. Nel 1560 fu nominato segretario del giovane Giovanni de' Medici. Nel 1562 Cosimo de' Medici lo volle con sé a Venezia. Scrisse i Discorsi historici universali (Venezia, 1569) e la versione in volgare della vita di Leone X di Paolo Giovio.

 

*** Mazzuchelli Gli scrittori d'Italia Brescia 1753

 

 

 

Elesse  lo stato ecclesiastico e fu prima priore di San Bartolomeo a Guasta nella diocesi di Fiesole poi proposto della insigne colleggiata i San Battista di Firenze . Applicatosi ad ogni sorta di discipline , e specialmente alle lettere umane ed alle matematiche , fu uno degli ornamenti piu' cospicui dell'Accademia fiorentina , della quale nell'anno 1548 gli fu conferita la dignita' suprema di consolo. Cosimo I che lo teneva in gran conto , lo mando' nel 1562 ambasciatore nella serenissima Repubblica di Venezia . Sostenne molto onoratamente tale legazione fino all'ottobre 1572 , in cui , caduto infermo , dovette abbandonare Venezia .Ma appena ripatriato convennegli il 25 ottobre 1572 , chiudere agli occhi a questa vita ; fu tumulato in Ognisanti

  

 Cavalli/scienz Pol Ita V2 - Pagina 15

Conterraneo di Cavalcanti fu COSIMO BARTOLI II suo natale segui il 20 dicembre 4503.
— Fu figliuolo di Malico Bar- toli (2) e Cassandra di Andrea Carnesechi ...

Anteprima limitata - Informazioni su questo libro - Aggiungi alla mia biblioteca

 

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Ludovico Carnesecchi

 

 

1573 (Nov 26) and 1577 (Jan 30) Entire letters written in Italian by Ludovico Carneschi and Bartholomeo Dell'Ancisa, fine. (2). Venditore Pardy e son £180-220
luogo Rouen

1585 Entire letter written in Italian by Luca Torreggiani to Bartolomeo Corsini, the address panel bearing the Torreggioni guild sign. Some ink erosion affecting several letters in the address but still an attractive address panel. £140-160

Staden

1596 (April 19) Entire letter written in English "To my very good friend Mr Phillip Corsini merchant stranger in London" concerning prices and deliveries of cloth. £180-220

Plymouth

Letters to Filippo or Bartholomew Corsini, Italian merchants resident at Gracechurch Street in London from 1559 until 1602. Further details on this correspondence may be found in the series of articles written by Robson Lowe and published in The Philatelist between May 1984 and March 1987.

1596 Entire letter written in Italian by Lodovico Perez and Cesare Calandrini, to Bartolomeo Corsini, very fine and uncommon from Staden. £150-180

Cremona

1583 and 1585 Entire letters written in Italian by D'Averone and del Caccia, one endorsed "Ptto", fine. (2). £240-300

( Lettere in vendita presso un antiquario inglese )

 

 

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Suor Ginevra Carnesecchi

 

  

Dal libro "Convent theatre in early modern Italy : Spiritual fun and learnig for women"

Elissa Weaver

 

……………………….The Sienese nuns of the convent of the Convertite commissioned Domenico Tregiani to write the Rappresentazione di Santa Marina vergine ( Play of the Saint Marina ) , a play in four parts dated 25 september 1589 ;Tregiani was the autor of at least one earlier religious play entitled Santa Colomba ,staged by the same nuns. Also from Siena is an anonymous play , in 2 parts called " giornate " , entitled the Rappresentazione di San Galgano ( Play of Saint Gargano ) ; a copy , dated 26 october 1573 , was made for suor Ginevra Carnesecchi , a nun at San Donato in Polverosa ( BCS ,G.xi.52. The copy was made by don Mauro , a Cisternian monk .Because of a reference to viewing the relic of the relic of the head of saint Galgano .D'Ancona poits out that ,if it were composed between 1480 and 1526 , the provenance of the play would be the Sienese convent of Ognissanti , wich had possession of the relic ;however , since following the siege of Siena the convent Santa Maria degli Angeli temporarily took possession of it , if later , the play may have been written for that house -D'Ancona. Origini , 1 p 345 - ) another copy was made for suor Flavia Chigi , a nun in Santa Margherita ;………………………

 

 

 

 

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Ferrante Carnesecchi ed un cesto di pesche

 

 

 http://documents.medici.org/medici_index.cfm

 

 1587 Aug 4 270 151

Francesco I thanks Ferrante Carnesecchi for the gift of a basket of peaches.

[...] Habbiamo ricevuto il cestino delle pesche che ci havete mandato con la vostra dell'ultimo del passato, le quali si sono state assai belle rispetto alla stagione, così ci sono state gratissime [...]

  

 

 

 

Censimenti nel periodo

 

CENSIMENTO DEL 1552

CENSIMENTO DEL 1562 ESTESO A TUTTO IL GRANDUCATO : vengono enumerati i nomi dei capifamiglia ???????

 

 

 

 

 

 

Documenti fiscali nel periodo

 

Decime granducali

 

 

 

 

 

 

 

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LE MAPPE DEI CAPITANI DI PARTE GUELFA

 

 

 

Le Mappe furono elaborate fra il 1580 e il 1595 per conto dei Capitani di Parte Guelfa, visto lo stato disastroso delle strade e l' indolenza dei responsabili della manutenzione. Sono alcune centinaia.

Sono state stampate in anastatica dall' Archivio di Stato di Firenze.

Piante di popoli e strade----Capitani di Parte Guelfa----1580-1595 a cura di Giuseppe Pansini Olschki editore

 

L'opera e' corredata da

"Guida all'identificazione del territorio attraverso la cartografia moderna " a cura di Matteo Barbaruto

 

 

 

Carte da 1 a 82 Potesteria del Galluzzo e Lega della Casellina

Carte da 83 a 120 Lega del Bagnio

Carte da 121 a 163 Potesteria del Greve

Carte da 164 a 189 Potesteria di Barberino di Val d'Elsa

Carte da 190 a 210 Potesteria di san Casciano

Carte da 211 a 251 Vicariato di San Giovanni

Carte da 252 a 267 Potesteria di Castelfranco di sopra

Carte da 268 a 323 Chianti

Carte da 324 a 355 Potesteria di Poggibonsi

Carte da 356 a 368 Potesteria di Gambassi e Mont'Aione

Carte da 369 a 396 Potesteria di Sesto

Carte da 397 a 406 Lega di Brozzi

Carte da 407 a 419 Lega di Campi

Carte da 420 a 430 Lega di Signa

Carte da 431 a 460 Lega di Callenzano

Carte da 461 a 519 Potesteria di Prato

Carte da 520 a 544 Lega di Montemurlo

Carte da 545 a 562 Potesteria di Carmignano

Carte da 563 a 578 Potesteria di Cerreto , Santa Croce e Fucecchio

Carte da 579 a 600 Potesteria di Vinci

Carte da 601 a 649 Potesteria di Mugello

Carte da 650 a 694 Vicariato di San Miniato

 

 

 Ricevo dal dr Paolo Piccardi

 

Allego l'elenco delle carte nei quali sono compresi i beni dei Carnesecchi.

 

 

 

Sesto fiorentino 

Pianta num 375 Popolo Santo Michele a Castello ( beni )

Pianta num 376 Popolo Santa Maria a Quarto ( beni )

Lega di Signa

Pianta num 425 Popolo di Santa Maria in Castello

( beni , edificio )

Fucecchio

Pianta num 577 Popolo di San Salvatore a Fucecchio

( edificio , uccellare )

Pianta num 578 Popolo di Santa Croce a Fucecchio

Lega di Brozzi

Pianta num 403 Popolo di San Martino a Brozzi ( beni )

Lega di Montemurlo

Pianta num 529 Popolo di Villa di Palarciano ( beni , edificio )

Pianta num 530 Popolo di Villa di Pantano ( beni , edificio )

Pianta num 531 Popolo di Villa di val d’Agnia 

( edificio )

Mugello

Pianta num 644 Popolo di San Iacopo a Villa Nova e Santa Maria a Colle Barucce

( beni , edificio , )

Lega di Campi

Pianta num 411 Popolo di Santa Maria a Campi ( beni )

Pianta num 412 Popolo di San Lorenzo ( beni )

Podesteria di Carmignano

Pianta num 551 Popolo di Santa Crestina in Pilli

( beni )

 

 

 

 

Ovviamente coprendo le carte solo una parte limitata del territorio e' evidente come queste non possono dare un rapporto esaustivo dei beni dei Carnesecchi

 

 

 

 

DURANTI

Beni 472 , 474 , 577 , 578

Edifici 474

Tragetto strada 474

 

GRAZINI

Beni 375 , 376 , 399

Pianta num 472 Popolo di San Piero a Figline

Pianta num 474 Popolo di San Michele a Cerreto

Pianta num 399 Popolo di santa Maria a Peretola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Anno 1591 Suor Brigida Carnesecchi e le spine della corona di Cristo

 

 

 

Viene in terzo luogo la Venerabile suor Brigida Carnesecchi , insigne nel dono della orazione ,e ad essa le suore debbono grado della stupenda , e quasi incredibile , Reliquia di 14 Spine di Gesu' Cristo , la cui invenzione , come dimostrante la santita' di detta suora , sommariamente qui riferiremo . Nell'anno 1591 , essendo badessa suor Maria Sostegni , governatore Iacopo Aldobrandini Canonico fiorentino e confessore mess. Bartolomeo Tantini , nella notte precedente l'invenzione della Santa Croce , suor Brigida ando' in Coro per passarvi alcune ore , nel suo solito esercizio di orazione , nella quale piu' fiate ispirata essendo di accostarsi all'Altare , dove si conservano quelle reliquie , che vennero da Santa Maria da Mantignano , ne' potendo ella piu' resistere all'interno impulso , andovvi a venerarle , e baciandone or una ora un'altra , incontrossi in una borsetta di taffetta' verde non mai avvertita dalle monache , ed al contatto sentendosi pugner le dita , prese in mano il piccolo involto , donde osservo' spuntare delle spine , leggendo astento una scritta , che diceva : Spine del signor Gesu' Cristo. A tale ritrovamento fu grande nella suora , e la divozione , e il timore ; ma quel Dio che l'aveva chiamata all'altare , la illumino' che confidasse la cosa al suo confessore , il quale attonito a tanta copia di spine , poca fede dava al racconto ; ma rifflettendo alla straordinaria santita' della religiosa , volle prender tempo per consigliarsi , come fece col Governatore , e con altre savie persone , che lo condussero dall'Arcivescovo Alessandro de Medici , al quale parimenti parvero le Spine troppe di numero , e pero' da non credersi prudentemente non esser desse : tuttavolta sospendendone il suo giudizio , ordino' , che se ne facessero rigorosi esami , e perquisizioni , tra le quali e' notata la deposizione che fecero due domenicani franzesi del convento di Santa Maria Novella , i quali avevano in Parigi vedute parte delle spine della corona , che il Santo Re Luigi avea portato di Gerusalemme , amendue con giuramento confessando , che tali Spine eran somigliantissime a quelle di Francia , lo che pure asseri la Granduchessa Cristina dui Lorena ; e frattanto avendo Iddio operato in monastero , per la fede nelle dette Spine , grazie straordinarie , dall'arcivescovo si diede licenza alle monache di poterle esporre alla pubblica venerazione , come feccero nel 1592 . con solenne festa ed Indulgenza Plenaria ottenuta da papa Innocenzio IX , veggendosi tutte e 14 con 4 pruni collocate inun ricco e vago reliquiario procurato dalla devozione della suddetta suor Brigida Carnesecchi , la quale avendo sempre il cuore in quel celeste Roveto , volle fondarne la festa in perpetuo per il 14 di settembre ed un ufizio della Congrega Maggiore nel 3 di maggio

Richa Notizie istoriche delle chiese fiorentine volume VIII pg 310 chiesa e monastero di Santa Appollonia

 

 

 

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Pompeo Carnesecchi di Palermo dottore in Utroque

 

18 luglio 1592

 

 La locuzione latina In utroque iure, tradotta letteralmente, significa nell'uno e nell'altro diritto e veniva utilizzata nelle prime università europee per indicare i dottori laureati in diritto civile e in diritto canonico . Il motto è spesso riportato negli atti vescovili e curiali.

 

Annali delle Universitá toscane

1904

Pagina 70

Pompeo Carnesecchi, di Palermo, già studente a Napoli, dottore in utroque. A. a.
18. e. 11. v. 18 luglio 1592. 428. Gius. La Lomia, di Camerata, ...

 

 

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Ridolfo Carnesecchi

 

 

Archivio Mediceo :

Margherita (Gonzaga) d'Este, dowager duchess of Ferrara, writes to Grand Duke Ferdinando I de' Medici on behalf of Ridolfo Carnesecchi, asking that Ferdinando I grant him permission to bear arms, and encloses Carnesecchi's letter of request.

[...] Desiderando Ridolfo Carnesecchi, vassallo di V. Alt.a, d'esser favorito da lei della licenza dell'armi da diffesa et da offesa, non però prohibite così di giorno come di notte, conforme all'inchiuso suo memoriale, et havend'egli tenuto mezo d'adoperare l'intercessione mia, non posso mancare a che me ne ricerca di raccommandarlo a V. Alt.a [...] 1599 July 9

 http://www.medici.org/hum/topics/topicreports/ArmsandArmor_1Page51.html

 

 

1599 Jul 9 2942-nn

Margherita d'Este, dowager Duchess of Ferrara, writes to Grand Duke Ferdinando I de' Medici on behalf of Ridolfo Carnesecchi, asking that Ferdinando grant him permission to bear arms, and encloses Carnesecchi's letter of request.

 

[...] Desiderando Ridolfo Carnesecchi, Vassallo di V. Alt.a, d'esser favorito da lei della licenza dell'armi da diffesa et da offesa, non però prohibite così di giorno come di notte, conforme all'inchiuso suo memoriale, et havend'egli tenuto mezo d'adoperare l'intercessione mia, non posso mancare a che me ne ricerca di raccommandarlo a V. Alt.a [...]

 

 ritengo esser persona diversa da Ridolfo di Giovanni Battista per motivi cronologici

 

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Luca Carnesecchi e il cavalier Mazinghi a Bruxelles imprigionati

 

Lucas Carneschi

 

 

 

 

 

 

 

 

Vedi

 

 

 

 

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Maria Carnesecchi

 

 un altro matrimonio tra Strozzi e Carnesecchi

 

H3. Leonardo Strozzi ( di Benedetto, dei Priori delle Arti nel 1452.), Magistrato dei X di Libertà e Pace, Podestà a Pisa nel 1511,

Capitano di Volterra nel 1514, Gonfaloniere di Giustizia della Repubblica di Firenze nel 1519.

= Maria, figlia di Renato de’ Pazzi e di Francesca Martini (v.)

I1. Nannina

= 1517 Angelo di Bernardo Strozzi (v.)

I2. Costanza

= Jacopo di Francesco Pucci (v.)

I3. Giovanni Strozzi

= Maria Carnesecchi

J1. Zanobi, Patrizio di Firenze, monaco benedettino nella Congregazione di Monte

Cassino e professa in San Martino a Messina l’8-5-1579.

J2. Vincenzo, Patrizio di Firenze.

J3. Leonardo (+ testamento: 1617), Patrizio di Firenze.

J4. Battista, Patrizio di Firenze.

J5. Francesco, Patrizio di Firenze.

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genealogie dal sito www.sardimpex.com

  

 

 

 

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Stratégie des affaires à Lisbonne entre 1595 et 1607: lettres marchandes des ...

di José G. "da" Silva - 1956 - 442 pagine

Pagina 54

Francfort : Grandes faillites en Italie : à Naples, à Bari, à Florence — Fernando
... Strozzi — ainsi que Carnesecchi, à Gênes, les Giunta, d'Anvers, ...

 

 

 

 

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 1591 Mar 20

Carnesechi, Giovanni. 1 letter; 4pp.

http://webtext.library.yale.edu/xml2html/beinecke.SPINELL.con.html

Archivio Spinelli 67 1337

 

 

non disponibile data

Filzetta 40: "Una scrittura de Pozzi, e Carnesecchi" (16th century) 4pp.

http://webtext.library.yale.edu/xml2html/beinecke.SPINMISC.con.html#SI

Miscelanea 581 8516 

 

 

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Luca di Filippo Carnesecchi

 

Un lascito

 

………Siccome nella Messa alla Consacrazione sempre debbono accendersi due ceri per legato di Luca di Filippo Carnesecchi gentiluomo fiorentino , il quale nel suo testamento del 1601 , rogato da ser Antonio di ser Chello dice " lascio due doppieri di cera gialla di libbre 15 , in perpetuo da accendersi alla Madonna di Or S. Michele nel tempo della elevazione dell'Ostia.

 

Tratto da Notizie istoriche delle chiese fiorentine di Giuseppe Richa 

 

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Livia Carnesecchi

 

Giovan Francesco Buonamichi

 

nei primi anni del seicento da Livia Carnesecchi fiorentina e da Piero di Bonamico Buonamici nobile di Prato ebbe vita Giovan Francesco Buonamichi amico di Galileo Galilei e che fu ministro del duca di Neuburg 

 

figlia di Lorenzo di Lorenzo Carnesecchi

 

 

Prato, storia di una città‎ - Pagina 401

di Fernand Braudel, Elena Fasano Guarini - 1986
Gli otto anni del matrimonio di Piero - Livia morì nel 1597 - furono otto anni d
'inferno. ... Lorenzo Carnesecchi, la moglie Dianora, ...

 

Archivio storico italiano‎ - Pagina 42

di Deputazione toscana di storia patria - 1873
... e da più anni sposata a un Lorenzo Nati di Bibbiena , dal quale ebbe una ...
e della Livia Carnesecchi nel 1592, e " fatto studiare diversamente della ...

 

Demografia, movimento urbanistico e classi sociali in Prato: dall'età ...‎ - Pagina 326

di Enrico Fiumi - 1968 - 687 pagine
Da Piero, figlio di Bonamico, e da Livia Carnesecchi, fiorentina, ebbe vita
Giovan Francesco, l'amico di Galilei, che fu ministro del duca di Neu- burg. ...

 

Archivio storico pratese‎ - Pagina 135

di Società pratese di storia patria - 1935
ET SPOLETINI EX LIVIA LAVRENTII CARNESECCHI ...

 

 

 

 

 

 

 

 

Prato, storia di una città‎ - Pagina 401

di Fernand Braudel, Elena Fasano Guarini - 1986

Lorenzo Carnesecchi, la moglie Dianora, Giulio, fratello di Livia, ... Il
rapporto tra Piero Buonamici ei Carnesecchi non è di certo del tutto esemplare
di ...

 

 

 

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BONIFACIO CARNESECCHI FIGLIO DI GIOVANNI --------- ANNO 1572

 

pare muoversi nella citta' di Siviglia : non capisco cosa voglia dire : segunda naturaleza y primera origen y decendencia de la casa Borgona imperial

 

 

 

Copia hecha por Bonifacio Carnesequi hijo legitimo de Juan Carnesequi de stirpe e familiaridad florentina , segunda naturaleza y primera origen y decendencia de la casa Borgona imperial

 

 

 

 

Questo legame di Bonifacio con la famiglia Botti mi spinge a guardare con attenzione ad un Giovanni Carnesecchi che compare nel lavoro della

dottoressa Angela Orlandi (Universita' di Torino ) : Mercanti toscani nell'Andalusia del cinquecento

 

Giovanni Carnesecchi inviato in Andalusia da Matteo Botti nel 1540

 

 

 

Bonifacio nasce intorno al 1545 cinque anni dopo l'arrivo di questo Giovanni in Spagna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da Wikipedia-Inghilterra

Sir Thomas Phillipps, 1st Baronet (2 July 1792 — 6 February 1872) was an English antiquary and book collector who amassed the largest collection of manuscript material in the 19th century, due to his severe condition of bibliomania. He was an illegitimate son of a textile manufacturer and inherited a substantial estate, which he spent almost entirely on vellum manuscripts, and, when out of funds, borrowed heavily to buy manuscripts, thereby putting his family deep into debt. Phillipps recorded in an early catalogue that his collection was instigated by reading various accounts of the destruction of valuable manuscripts.

The Collection

In 1798, when Phillipps was 6 years old, he already owned 110 books, and is recorded to have said that he wanted to own one of every book in the world. Philipps began collecting in earnest while still at Rugby and continued at Oxford. Such was his devotion that he acquired some 40,000 printed books and 60,000 manuscripts, arguably the largest collection a single individual has created, and coined the term "vello-maniac" to describe his obsession.

A.N.L. Munby notes that, "[Phillipps] spent perhaps between two hundred thousand and a quarter of a million pounds[,] altogether four or five thousand pounds a year, while accessions came in at the rate of forty or fifty a week.". Phillipps would go into book shops and purchase the entire stock; he would receive dealers catalogues and buy all the listings; his agents bought entire lots of books at auction, outbidding his rival the British Library.[3] His Middle Hill estate gave over sixteen of twenty rooms to books. Owing to a fear that his son-in-law, James Orchard Halliwell, would get the collection when Phillipps's estranged daughter inherited Middle Hill, in 1863, Phillipps hired 250 men and 125 wagons to spend two years moving the collection to Thirlestaine House, leaving Middle Hill to fall to ruin.[3] On his death in 1872 the probate valuation (by Edward Bond of the British Museum) of his manuscripts was £74,779 17s 0d. His success as a collector owed something to the dispersal of the monastic libraries following the French Revolution and the relative cheapness of a large amount of vellum material, in particular English legal documents, many of which owe their survival to Phillipps. He was an assiduous cataloguer who established the Middle Hill Press (named after his country seat at Broadway, Worcestershire) in 1822 not only to record his book holdings but also to publish his findings in English topography and genealogy.

During his lifetime, Phillipps attempted to turn over his collection to the British nation and corresponded with the then-Chancellor of the Exchequer Disraeli in order that it should be acquired for the British Library. Negotiations proved unsuccessful, and, ultimately, the dispersal of his collection took over 100 years. Phillipps's will stipulated that his books should remain intact at Thirlestaine House, that no bookseller or stranger should rearrange them and that no Roman Catholic, especially his son-in-law James Halliwell, should be permitted to view them. In 1885, the Court of Chancery declared this too restrictive and thus made possible the sale of the library which Phillipps's grandson Thomas FitzRoy Fenwick supervised for the next fifty years. Significant portions of the European material were sold to the national collections on the continent including the Royal Library, Berlin, the Royal Library of Belgium, and the Provincial Archives in Utrecht as well as the sale of outstanding individual items to the J. Pierpont Morgan and Henry E. Huntington libraries. By 1946, what was known as the "residue" was sold to London booksellers Phillip and Lionel Robinson for £100,000, though this part of the collection was uncatalogued and unexamined. The Robinsons endeavoured to sell these books through their own published catalogues and a number of Sothebys sales. The final portion of the collection was sold by Christie's on 7 June 2006, lots 18-38.[9] A five-volume history of the collection and its dispersal, Phillipps Studies, by A. N. L. Munby was published between 1951 and 1960.

da Wikipedia-Inghilterra

 

Uscito dalla collezione di Sir Thomas Phillipps

questo manoscritto sembra sia stato in vendita nel 1859

Acquistato da chissa chi e poi nuovamente in vendita nel 1975/6

 

 

cataloghi di vendita

 

 

Catalogue of the Extraordinary Collection of Splendid Manuscripts: Chiefly ... - Pagina 101

di Guillaume Libri - 1859 - 308 pagine

... a Confession of his Faith in which are particulars of his life, and several
Indulgences, the latter in Italian and Latin. This Carnesequi (or rather ...

 

 

Sotheby, Firm, Auctioneers, London. [Catalogues of sales].

1975

Pagina 40

4/o [\6th century] V The scribe of the whole volume may be Bonifacio
Carnesequi (Carnesecchi), who gives a brief account of his life on ff. 66b-61b. ...

 

 

 

Catalogues of Sales

di Sotheby Parke Bernet & Co - 1976

Pagina 40

4to [\6th century] *„* The scribe of the whole volume may be Bonifacio
Carnesequi (Carnesecchi), who gives a brief account of his life on if. 66b-67b. ...

 

 

 

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Pierantonio Carnesecchi muore a Valladolid nel 1604

 

 

 

 

Libri Google

Acta salmanticensia - Pagina 244
di Universidad de Salamanca - 1945
De 22 di Settembre 1604 Di Valladolid la morte di Pierantonio Carnesecchi.
De 26 detto di Firenze Morto Bernardo ...
Visualizzazione frammento -
Informazioni su questo libro

 

 22 settembre 1604 Morte a Valladolid di un Pierantonio Carnesecchi

 

 

 

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Progetto per il prosciugamento della Valdichiana

 

Da dei calcoli effettuati sulla carta del Ricasoli, risulta che la palude si estendeva per circa 57140 staiora * (equivalenti a circa 9680 ettari).La tavola del Ricasoli divenne il primo atto vero e proprio che definiva le aree che saranno state soggette alla bonifica e che nel 1532 diede inizio ai lavori con l'ordinanza di demolizione che venne imposta ai monaci di S.Fiora e Lucilla, dietro equo compenso, della loro chiusa che veniva ritenuta una delle cause preponderanti del ristagno delle acque. Nel 1545, sotto richiesta dei monaci, fu autorizzata la ricostruzione con il patto che se questa fosse di ostacolo della stessa bonifica si dovrebbe di nuovo demolire. La chiusa andò distrutta varie volte e fu sempre ricostruita con una forte limitazione di altezza, questo è dato dall'interesse maggiore che si dava alla sicurezza di Firenze che alla stessa bonifica.

Nel 1607 la chiusa cadde in occasione di una grande alluvione, il Granduca ordinò, sotto il consiglio del provveditore Carnesecchi, subito la ricostruzione dello sbarramento, che altrimenti si metteva in pericolo oltre che Firenze anche il Valdarno e molti altri possedimenti di sua Altezza. Questi timori, che influenzarono anche le bonifiche successive, grazie ad un esame più approfondito, si sono rilevati infondati.

 

*staioro antica misura agraria di superficie corrispondente all'estensione di terreno su cui si può seminare uno staio di grano 

 

 

 

E' molto probabile che questo sia il Cav Raffaello Carnesecchi

 

 

 

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http://www.archiviodistato.firenze.it/inventari/m/bigallo/dati/repertorio.html

MONTE DI PIETÀ NEL BIGALLO

Archivi delle Famiglie - Carnesecchi

Num 989

 

Registro intitolato "debitori e creditori di Francesco Carnesecchi", segnato di lettera B
Mag.1611 - 1619

 

  

 

 

 

 

 

Le due patrie di Giulio Caccini, musico mediceo (1551-1618): nuovi contributi anagrafici e... - Pagina 33
di Remo Giazotto - 1984 - 90 pagine
Il banco è cambiato, non più Salviati ma i banchieri uniti Soldani e Carnesecchi.
Qui il musico non è nominato col suo casato ma, come quasi sempre, ...
Visualizzazione frammento -
Informazioni su questo libro

 

ANNO CIRCA 1619

In questo libro viene citato un Banco Soldani e Carnesecchi

 

 

 Altrove si parla anche di un banco Carnesecchi--Cambi

 

 

 

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  • Beni sottoposti al fidecommesso dell'Ill.mo Sig. Gio. Ant. di Girolamo Tornaquinci istituito col test.to rogato in Venezia da ser Gio. Fran.co Ciatti il 14.9.1608 ... e come appare anche da un lodo dato dal Sen. Carnesecchi il 19.11.1621 rogato ser Bartolommeo Bussotti: (riferito alla Villa di Tornaquinci una villa luogo detto Monteloro con tutte le sue appartenenze di tinaia, stalla, cantina, fattoio da olio, ... alla quale vi sono annessi orto, prati, ed è questa nel popolo di S. Giovanni a Remole confinata da per tutte le parti dall'infrascritto podere della Volpaia". http://www.storiaecultura.it/cornucopia/ville/vtorna.htm

 

Questo lodo se e' vera la data presenta questa stranezza :

Lo 11 novembre 1621 il senatore Raffaello Carnesecchi era gia' morto ( 31 agosto 1621 ) ed il senatore Antonio non era stato ancora eletto ( 30 gennaio 1622 )

 

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Simone Carnesecchi notaio in Napoli nel 1626

 

 

una notizia curiosa :

 

Ricevo dall'amico dr Roberto Celentano questa informazione :

 

Ti segnalo il seguente riferimento, in cui si parla di un notaio Simon Carnesecchi , attivo intorno al 1650 nel Regno di Napoli:

http://www.attheforum.com/forums/viewtopic.php?t=90&mforum=genmarenostrum

………………………………………………………………………….

chiedevo se qualcuno avesse notizie sulle origini della famiglia d'Alfonso di Santa Severina di Calabria 8oggi prov. di Crotone).
In una pergamena si dice che che la famiglia " Alfonso" ebbe principio in Lisbona con Martino, nato nel 1383, il quale ebbe
due figli, Pietro (maggiordomo del Grande Almirante di Castiglia) e Rodorico (Cavaliere che arrivò in Sicilia al seguito del re Ferdinando I,

che fu poi Maggior Consigliero dell'Infante Don Juan). Si parla poi di Ferdinando, Cavaliere dell'Abito di San Giacomo della Spada,

che fu "Museo" del Re Alfonso, che ebbe come figlio Francesco, e costui Antonio (entrambi cavalieri, come si apprende dal
testamento di Francesco, depositato presso il notaio Simon Carnesecchi e' datato 30 settembre 1626).

E' citata inoltre Ines Alfonsola (registro 1415-1416), che fu moglie di Don Fernado Vasquez, Mastro Sevreto del regno di Sicilia.

 

Ho chiesto maggiori informazioni al dr Celentano con questa risposta :

Circa la pergamena non so dirti. Certo è che riporta dati circostanziati, e non le solite generiche informazioni, che possono valere per chiunque.

A quanto è dato di capire il Notaio Simon Carnesecchi riceve, il 30/9/1626, le ultime volontà di D. Francesco d'Alfonso, che vive nel Regno di Napoli (non ancora Regno delle Due Sicilie) nell'ambito della Corte evidentemente Vicereale, e quindi a Napoli. Se ne deve provvisoriamente concludere che il Notaio Carnesecchi esercitasse in Napoli, e che fosse un professionista di una certa levatura, se aveva tra i suoi clienti maggiorenti di Corte e familiari del Re.

A Napoli, nella sede di Pizzofalcone dell'Archivio di Stato, sono depositati i ruoli esistenti di tutti i Notai, a principiare dal XV sec. (se la memoria non mi tradisce), sicché credo che con una semplice telefonata potresti sapere quasi subito se un Notaio Carnesecchi abbia effettivamente rogato in loco.

 

 

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Niccolo' Carnesecchi in Napoli

 

http://www.archiviodistato.firenze.it/inventari/m/bigallo/dati/repertorio.html

 

MONTE DI PIETÀ NEL BIGALLO

Lettere e corrispondenze

Se i campioni sono il cuore contabile-amministrativo del fondo, questa serie si può definire il cuore economico-sociale della vera e propria attività bancaria svolta dal Monte, soprattutto nei secoli XVI e XVII. Questa impose la costante tenuta di contatti informativi, e con veri e propri corrispondenti commerciali e con gli incaricati degli affari toscani nelle città fuori del Granducato. Materia delle lettere furono le informazioni sulle condizioni economiche dei vari soggetti a cui il Monte era in credito, sullo stato creditizio del mercato dei cambi, sugli esiti delle compra vendite di quelle merci dal Monte trattate in proprio (soprattutto lana e carta). La serie pare incompleta, le lettere si concentrano intorno agli anni 1630-1633, 1649-1650, 1696-1710. Sono archiviate in fasci per nome del corrispondente e si trovano anche documenti miscellanei.

 

Busta 680

Busta c. s. di corrispondenti F
(Federighi Antonio di Roma, Frosini Fiorino di Pisa);
corrispondenti D: (Dati Francesco di Pistoia, Deti Anton Francesco di Roma, D'Elci Orso di San Quirico, Dini Bernardino di Colle, Dolci Bartolommeo di Livorno).
corrispondenti C: ( Carnesecchi Niccolò di Napoli, Cantucci Giovanni Giuseppe di Siena, Cappelli Ottavio di Livorno, Campiglia Cammillo di Pisa, Calihbenner console olandese di Livorno, Ceccherini Rocco di Pescia, Ceuli Curzio di Siena, Cerretani Alessandro di Siena, Cellesi Paolo di Pisa, Cerchi Lorenzo di Siena, Cinatti Giovanni Battista di Madrid, Ciani Augusto di Siena).
Affari vari numerati 47-60 riguardanti: Gucci Orazio, Renuccini Cassandra, mandati per l'Uffizio di Sanità, Orlandini Annibale, decime granducali e decime di Livorno, Guardi Giovanni Battista, eredità giacente Lenzoni Francesco, emolumenti dei presti, marchese Orazio Del Monte, Giugni Simone e diversi Mannelli, Quercesi Niccolò vetturino a' Pazzi, Giorgi Benedetto, Masini Domenico, Capponi Piero, Doni Niccolò e Ximenes, Arte de' Medici e Speziali, Bambagini Cosimo, Doni Niccolò e monastero di Santa Caterina

 

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Merchants, Interlopers, Seamen and Corsairs: the "Flemish" community in ... - Pagina 303

di Marie-Christine Engels - Business & Economics - 1997 - 345 pagine

1500 'salme' - Crew: 20 - Cargo: grain - For: N. Carnesecchi Origin: Agrigento,
perhaps also Sciacca - Destination: Livorno Year: 1630 08 31 Source info: ...

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Giovanna Carnesecchi

 

 

Chiesa della dottrina cristiana di san Francesco in Palazzuolo in Firenze

 

……….Sin qui pero' non ho ancora rammentato la piu' graziosa donazione , la quale mi piace riportare , come leggesi nel testamento fatto nel di 7 di Agosto del 1646 da Giovanna Carnesecchi gia' moglie di Piero de' Mozzi , e dice come segue : "Similmente per ragioni di legato , et in suffraggio dell'anima sua , e per l'amor di Dio lascio e lego' a' Padri Teatini di San Michele , e alla congregazione del Beato Servo di Dio Ipolito Galantini….

 

Da "Notizie istoriche delle chiese fiorentine" di Giuseppe Richa

 

 

 

 

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Un assassino : Gerolamo Carnesecchi

 

Di questo individuo non so proprio niente

Tutto cio che mi racconta la sua disperata esistenza e' in questo frammento :

 

Archivum Bobiense: Revista degli Archivi storici bobiensi, Volumi 27-28‎ - Pagina 395

Anno 2005

Filippo gli concesse il suo perdono con lettera del 22 aprile.

Un criminale professionale e con un lungo curriculum alle spalle era Gerolamo Carnesecchi che venne graziato il 12 maggio per l'omicidio di un suo vicino di casa , Astolfo Maffei ,crimine commesso a causa di una servitu di passaggio tra campi confinanti che il vicino gli contestava.Carnesecchi nella supplica , parte della quale e' trascritta in un documento allegato, come precedenti indicava l'omicidio ad archibugiate del daziere Pietro Solaroli avvenuto a Berceto << loco del signor Duca di Parma >> nel novembre 1571 e l'omicidio con una zappa di Germano Del Pozzo a Cremona commesso nel 1573 per una questione di terre.
...

Visualizzazione frammento

 

IL BRANO E'  TRATTO DA UN ARTICOLO DI RICCARDO DE ROSA : BANDITISMO E CRIMINALITA' A BOBBIO IN EPOCA SPAGNOLA ( 1559-1598 )

 

E' un articolo molto interessante in un certo modo rivive un clima che ricorda quello dei bravi dei "Promessi sposi"

Ho potuto averlo per la cortesia del prof . FLAVIO NUVOLONE 

 

 

Archivum bobiense Rivista degli archivi storici bobiensi  ………Articolo del dr Riccardo De Rosa : Banditismo e criminalita' a Bobbio in epoca spagnola ( 1559-1598 )

 

 

 

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XVII secolo il fiorentino Giuseppe Carnesecchi appaltatore delle poste di Ferrara

 

 

In tutto il seicento le narrazioni di violente uccisioni formano la cronaca quotidiana……le croniche del tempo rintronano di archibugiate………………….

Il fiorentino Giuseppe Carnesecchi teneva in appalto la poste di Ferrara ed aveva promesso ai Marsili che avrebbe preso ai suoi servizi non so qual loro cliente. Manco' ai patti , meno male; ma oso' dire che al postutto i Marsili non erano dei principi e che egli voleva fare a modo suo. Non l'avesse mai detto ! La vendetta dei Marsili lo raggiunse e venne a tradimento ammazzato. Tantae molis erat offendere una nobile casata a quei tempi.

……………..Lo scandalo non stava pero' nei delitti , stava nella loro impunita'. L'uccisore pigliva il largo appena compiuto il misfatto , veniva processato e bandito. nOn passavano , qualche volta, due o tre anni ed il bando veniva tolto o ristretto allo stato bolognese od alla sola citta' di Bologna. dOpo un altro anno quel resticciuolo di pena scompariva e l'assassino tornava in Patria come nulla fosse stato. La pena personale si cambiava in pecuniaria e si risolveva in qualche centinajo di ducatoni versati alla Camera e a qualche decina passati ai notai <<in ricognitione delle loro fatiche >>. Ogni omicidio ne traeva seco altri ………….a titolo di vendetta; a quando a quando si facevano clamorose e solenni paci che interrompevano la triste sequela dei reati .Sembra egli al lettore che in mezzo a questa sanguinolenta cronaca potesse prosperare una popolazione ?

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una notizia falsa

Uno o piu' Carnesecchi pittori " paesisti "

 

Tuttavia puo' dirsi che niuno de' Carnesecchi ha influito nella scuola romana piu' di Lanfranco ,

 

 

 

 

 

 

Pagina 71

 

 Segui il pontificato di Urbano VIII favorevole ugualmente ai poeti e ai pittori , ancorche' piu' felice alla pittura che alla poesia , giacche' conto' oltre al Carnesecchi , anche il Poussin e Pietro e i migliori paesisti che avesse il mondo…………………………….

 

Annibale = Annibale Bellori

Lanfranco = Giovanni Lanfranco

Il pontificato di Urbano VIII va dal 1623 al 1644

 

Pagina 74

 

 

 

 

 

 

 

 

Contano tra gli imitatori del Lanfranco eziandio il Berneschi , ma solo in alcune opere  ; avendo in molte opere seguito il Po' , un degli scolari del Zampieri men nominati.

Tuttavia puo' dirsi che niuno de' Carnesecchi ha influito nella scuola romana piu' di Lanfranco , ………………………………

 

 

SVELATO L'ARCANO

pg 71
Segui il pontificato di Urbano VIII favorevole ugualmente ai poeti e ai pittori , ancorche' piu' felice alla pittura che alla poesia , giacche' conto' oltre al Carnesecchi , anche il Poussin e Pietro e i migliori paesisti che avesse il mondo…………………………….
Pg 74
Contano tra gli imitatori del Lanfranco eziandio il Berneschi , ma solo in alcune opere ; avendo in molte opere seguito il Po' , un degli scolari del Zampieri men nominati.
Tuttavia puo' dirsi che niuno de' Carnesecchi ha influito nella scuola romana piu' di Lanfranco , ………………………………


 

 


non esiste nessun Carnesecchi pittore nel 1630 !

E' un ERRORE DI STAMPA ripetuto due volte : sono un po stranito

sono andato a rivedere il testo ( tutte le volte che mi e' capitato di leggerlo vi trovavo qualcosa di poco comprensibile)

E sono capitato cosi su una diversa edizione e mi sono reso conto di questo errore impossibile a farsi

Due volte e' stato stampato Carnesecchi in punti diversi al posto di carraceschi ( un errore incomprensibile perche' Carnesecchi che non c'entra assolutamente nulla in questo contesto )

adesso capisco perche' non mi tornava il senso dello scritto ,e perche' nessuno ne sapeva niente

 

 

 

 

 

 

 

 

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Carnesecca pictor illius aetatis eximius

 

 

 

 

Contributi alla storia del libro italiano - Pagina 126

di Lamberto Donati - 1969 - 372 pagine

xilografie ebbe nome Carnesecca, definito " pictor illius aetatis eximius " (il
che non impedisce che egli sia del tutto ignorato nei moderni repertori); ...

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 Bulletin des bibliothèques de France - Pagina 543

di Direction des bibliothèques de France, Service des bibliothèques publiques - Bibliothèques - 1956

... disserte savamment des publications grecques exécutées à Venise par Stefano
da Sabbio, tout d'abord l'Iliade (1526) illustrée de bois par Carnesecca, ...

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Fernando Carnesecchi

 

 

 

 A boboli e altrove: sculture e scultori fiorentini del seicento

di Claudio Pizzorusso - 1989 - 221 pagine

Pagina 53

Ma il lavoro sul Cavallo marino era già avviato da qualche anno perché il 6 aprile
1632 era stato registrato un pagamento " a Fernando Carnesecchi per costo ...

 

 Di un lastrone di marmo

 

 

 

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Girolamo Carnesecchi

 

Probabilmente e' un notaio , forse residente a Castiglion d'Orcia

 

 

Castiglion d'Orcia 1625 -- 1631

 

 

 

Guida-inventario dell'archivio di Stato

di Archivio di Stato (Siena, Italy), Archivio di Stato di Siena - 1977

Pagina 43

... Girolamo, Siena: 1780-1813 (2027-2036, 5916-5928) CANTELLI Giovanni, Lucignano
Val di ... Piancastagnaio : 1757-1779 (4676-4679) CARNESECCHI Girolamo, ...

 

 

 

 

 ARCHIVIO NOTARILE POSTERIORE ALLA RIFORMA MEDICEA (NOTARILE MODERNO O POSTCOSIMIANO) > ORIGINALI E PROTOCOLLI > 1 - 500

 

  1. 1355-1358 CARNESECCHI Girolamo 1625 febbr. 18 da Castiglion d'Orcia 1638 mar. 15

 

 

 

PESTE DEL 1630

 

 

 

 

 

GUERRA DEI TRENT'ANNI

 

Da Wikipedia 

 

La guerra dei trent'anni fu una serie di conflitti armati che dilaniarono l'Europa dal 1618 al 1648. I combattimenti si svolsero inizialmente e soprattutto nei territori dell'Europa centrale appartenenti al Sacro Romano Impero Germanico, ma coinvolsero successivamente la maggior parte delle potenze europee, con le eccezioni considerevoli di Inghilterra e Russia. Nella seconda parte del periodo di guerra, i combattimenti si estesero anche alla Francia, ai Paesi Bassi, all'Italia del nord ed alla Catalogna. Durante questi trent'anni, la guerra cambiò gradualmente natura e oggetto: iniziata come conflitto religioso fra cattolici e protestanti, si concluse in lotta politica per l'egemonia tra la Francia e l'Austria.

 

 

 

 

 

 

PESTE DEL 1657 - 1658

 

 

 

 

Spopolamento ed involuzione economica: declino

 

 

Su 240.000 abitanti Napoli ne perse 50.000 , Milano su 200.000 abitanti ne perse 30.000 Venezia su 150.000 ne perse 20.000

 

La controriforma religiosa ha un effetto devastante

La ricerca e le scienze ne sono soffocate

Il ritardo industriale con l'Europa del Nord s'ingigantisce

 

Grossa crisi industriale ed economica

 

 

 

 

 

 

 

 

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Presenza di Carnesecchi in Polonia e Lituania intorno alla meta' del seicento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra le famiglie italiane stabilite in Polonia ed in Lituania , oltre moltissime si distinguevano i Carnesecchi , i Bandinelli , i Soderini , I Pazzi , i Torelli ( poi Ciolek - Poniatowski ) i Colonna , i Gherardini , i Manadori , i Moriconi , Orsetti , Sardi ,(tre familie lucchesi ) Donnini , Soccini , Montelupi , Cecchi , Mannucci , Alemanni ec. ec. Alcune delle quali vi si mantengono tuttavia ;

 

 

 

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Fra Donato Carnesecchi

 

 

 

Le edizioni di Bernardino, Mariano e Girolamo Diotallevi (1631-1666) e di ... - Pagina 133

di Attilio Carosi - 1990 - 373 pagine

... di don Carlo Persiani, vicario generale di Viterbo, e di fra Donato Carnesecchi,
OP A p. ...

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 Mira/bibl Siciliana V1 - Pagina 181

CARNESECCHI (Donato) fiorentino dell'ordine de' Predicatori. — S. Rosalia vergine
palermitana panegirico detto in s. Domenico nel 1654, in-4°. Palermo , per Bisagni 1654

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 Bibliografia siciliana ovvero Gran dizionario bibliografico delle opere ...

di Giuseppe Maria Mira - 1873

Pagina 181

CARNESECCHI (Donato) florentino ...

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?????????? E' lo stesso ?

 

 Analecta juris pontificii.

Canon law - 1855

Pagina 1690

... avec l'imprimatur du P. Donat Carnesechi, compagnon du Rifle
Raymond ...

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Luigi Carnesecchi

 

Tracce di poverta'

 

( Cappella gentilizia in Santa Maria Maggiore ).........Le vicende storiche dell'altare Carnesecchi seguono le mutazioni architettoniche della chiesa di Santa Maria Maggiore, dovute prima alle nuove esigenze liturgiche disposte dal Concilio di Trento e poi all'adeguamento ai cambiamenti di gusto del XVII secolo. Nel 1521 la chiesa passa ai carmelitani riformati che danno inizio a tutta una serie di ammodernamenti; i Carnesecchi più volte adducono scuse di carattere economico per non procedere ad alcun lavoro alla cappella di loro patronato. Infine, il 9 gennaio 1650, i carmelitani ottengono dall'arcivescovo di Firenze il permesso di demolirla, poiché "come antica, e con una cortina che sporta in fuora, guasta ogni ordine di detta chiesa". Nel 1651 la cappella viene soppressa e del polittico, dato ad un membro della famiglia che ne aveva avuto il patronato, si perdono le tracce.

ASF, Conventi Soppressi 114, S. Maria Maggiore, vol. 29, Memoriale, c. 110: "Per li molti rispetti niuno si trovò che ci volesse metter le mani per disfar detta cappella, stette imperfetta havendo disfatto l'altare e levato quelle pietre che stavano per cadere, siccome ancora li Padri concessero al signor Luigi [Carnesecchi] uno dÈ patroni, l'ancona che era a detta cappella, havendola cara per l'antichità di casa sua, e questo fu sotto dì 8 marzo 1651". E ancora: "È stata guastata da restauri fattivi con poca cura. Le mani, parte delle vesti e della faccia sono state ridipinte con colore a vernice". -------Vedi pagina15--------

 

 

 

 

 

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Filippo Carnesecchi

 

 

 

 

Tracce di un fallimento

Carte della famiglia "Buonguglielmi" vedi sito Yale University

Filzetta 1: "Fogli di Fallimento di Filippo Carnesecchi, per cui fu uno dei Deputati Ilarione Buonguglielmi" anni 1672-81

 http://webtext.library.yale.edu/xml2html/beinecke.BUON1.con.html#SI

archivio Buonguglielmi 522 8057

 

 

 

 

 

 

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fra Alessandro e fra Onorato Carnesecchi

 

 

http://www.smn.it/convento/061.htm

I.B.68 Registro di lettere degl'inquisitori generali dell'ordine dei frati Minori Conventuali di Firenze alla Congregazione del Sant'Uffizio (1621-1704)

Cart., 422x272, ff. II-478. Piatti lignei in pelle marrone (logora nel dorso), borchie e puntali metallici su entrambi i piatti (qualcuno distaccatosi); su quello posteriore inoltre tre prese metalliche, deperdite le relative fibbie di chiusura; lit. alla s. congr. stampigliato sul dorso. Vecchia segnatura H4.I.38 nel verso del piatto anteriore.

"In hoc libro, qui continet paginas quadringentas, omnia litterarum exempla a rev.mis P.P. (= patribus) inquisitoribus Florentię totiusque ipsius dominii scriptarum sacrę Congregationi... adversus hęreticam pravitatem, generalium inquisitorum a sancta sede apostolica specialiter deputatorum rescribentur. Qui liber ordinatus fuit ab adm(odum) rev.do patre magistro Michaele Messerocto de Bononia ordinis Minorum conventualium sancti Francisci supradictę civitatis eiusque dominii generali inquisitore. In quorum fidem idem fr. Michael qui supra manu propria subscripsit... die viia decembris 1621" (1r). Registro copialettere della cancelleria inquisitoriale, originale sottoscritto e sigillato, d'atti dell'inquisizione generale del dominio fiorentino ai cardinali della Congregazione romana competente; in Santa Croce di Firenze, francescani conventuali; dal 28.XI.1621 (mancanti 1624-1638, lo si annota in 1r, 19v) al 9.IX.1704. Lingua volgare. Stile cronologico a circumcisione.

Inquisitori generali, o vicari, OFM: Michael Messerotti de Bononia (2r, 1621 ss). Bartolomeo Procaccioli da Terni vicario (17r, 1623-24). Ludovicus Corbutii de Montino, Clemens Egidii de Montefalco, Ioannes Mauri de Fratta [= oggi Umbertide, pr. Perugia] (1r). Ioannes Muzzarellius de Fanano (1r, 22r, 1638 ss). Giovanni Angeli vicario (65v, 1645). Iacomo Cima de Sezza (69r, 1645 ss). Modesto Paoletti da Vignanello vicario (186r, 1658). Girolamo Baroni da Lugo (188r, 1658 ss). Francesco Antonio Triveri (212v, 1674 ss). Lodovico Petronio vicario (309v, 1691) poi inquisitore (382r-477r, 1693-1704).

Caso Galileo Galilei † Arcetri 8.I.1642 (1638-42; il Dialogo era stato pubblicato in Firenze 1632) ff. 22v-23r.v (nella sua villa "Il Gioiello" presso pian dei Giullari, Arcetri; opportunità che si trasferisca nella casa di Firenze) ss, 56r. Il registro I.B.68 sembra sconosciuto alla vasta documentazione di Le opere di Galileo Galilei (Ediz. Naz., rpt 1968); vedi vol. XIX, 272 ss (processo; lettere degli inquisitori fiorentini dalle fonti vaticane, non dai loro registri); XX, 168b "Firenze, Inquisitori" .
Frati domenicani:
"fra Costantino Talani Fiorentino dominicano sermoneggiando sabbato sera nella sua chiesa di Montepulciano" (7v, 1622) = Cr SMN n° 1160, † 15.III.1663/4 82enne.
fr. Cosimo Francesco Ricci novizio di SMN (24r, 1638) = Cr SMN II, f. 90r, † 21.X.1684.
p. Nenti tra i consultori, impedito da sordità (27v).
p. Honorato Carnesecchi... contro fr. Francesco Samueli da Chiusi del medesimo ordine (53v-54r, 1641). Onorato Carnesecchi, † San Gimignano 24.III.1685/6 77enne ( I.P. Grossi, "Necrologio" della provincia Romana O.P. dal 1656 al 1694, Firenze (Conv. SMN, ciclostile) 1978, 57 n° 490). Distingui da Alessandro Carnesecchi, † 28.VIII.1680 74enne (ib. 45 n° 403; Cr SMN II, f. 84v-86r).
Francesco Samueli † Montepulciano 1660 75enne (Grossi, "Necrologio" ... 8 n° 95).

 

 

  

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Prete Giuseppe Carnesecchi anno 1671 a Prato

 

 

 L'Archivio del Capitolo della cattedrale di Prato(secolo XI-XX): inventario‎ - Pagina 552

di Laura Bandini, Duomo di Prato Capitolo, Renzo Fantappiè - 1984 - 581 pagine
Carnesecchi, Giuseppe, rettore della chiesa di S. Giorgio di Prato, poi canonico
del duomo (f 1690). 35. 314, 315. ...

 

 

 

 

 

 

 

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Lo scivolone di Pietro Carnesecca della congregazione mantovana

 

Il dr Orlando Papei da Siena mi fa avere :

 

Si, è vero, ho spulciato molto i libri della Curia Arcivescovile, (Siena ) non soltanto quelli dei battesimi, morti e matrimoni, ma anche le cause criminali. E qui ho trovato qualcosa per lei:

 

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DATE ESTREME: 9 dicembre 1685

QUERELANTE: Luogotenente Giovan Battista Franci

QUERELATO: fra' Pietro Carnesecca della Congregazione Mantovana

CAUSA: trovato in casa sospetta

CARTE: 2

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Canonico Anton Francesco Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

 

 

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Antonio Carnesecchi Cancelliere Episcopale e successivamente arcidiacono di Pienza

 

 

  

 

Ricevo dalla dottoressa Elena Trapassi

Sono riuscita ad ottenere l'immagine del dipinto in digitale, purtroppo fotografando la foto originale in b/n, e le ho inviato anche due particolari

(la stampa è stata fatta quando il restauro pittorico non era ancora concluso, si nota soprattutto in corrispondenza dei colori scuri).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elena Trapassi

Restauro di dipinti su tela, tavola e scultura lignea

Via San Niccolò 93r, 50125 Firenze

3336542812-0552023866 fax0552480696

tr.elena@libero.it

www.ass-bastioni.com

 

 

 

LO STEMMA FIGURANTE NEL QUADRO NON E' EVIDENTEMENTE QUELLO DEI CARNESECCHI FIORENTINI !!!!!

ERA UNO STEMMA PERSONALE OPPURE SIAMO DI FRONTE AD UNA DIVERSA FAMIGLIA ?

I COLORI DELLO STEMMA SONO :

CAMPO : VERDE

FASCIA : ROSSA

GIGLI E STELLE : D'ORO

 

 

 

 

 

 

Duomo di Pienza

 

 

 

 

 

Detto questo, per tornare alle vicende della nostra pieve, occorre anche dire che nel frattempo erano state edificate altre chiese, a molte era stato concesso il privilegio del Fonte battesimale (di lì a poco lo avrebbe ottenuto anche la Collegiata di Sinalunga), e la pieve di San Pietro ad Mensulas, pur rimanendo titolare di una parrocchia piuttosto estesa, perse gran parte di quell’importanza che per secoli l’aveva caratterizzata. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………..

Libro di memorie, scritto a più mani tra la fine del Seicento ed i primi dell’Ottocento, contrassegnato dalla sola scritta Memorie, Archivio Collegiata. ……………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Nel libro di memorie della Collegiata precedentemente citato, si trova una nota relativa ad un "Libro di Ricordi del Sig. Piovano Niccolò Mazzi", in cui si riferisce di un patronato legato all’altare della Madonna del Soccorso i cui beni, ai primi del ’700, risultano accorpati a quelli della curia 21. La nota non è particolarmente importante, almeno in questa sede, ma merita di essere ugualmente riportata per il fatto che testimonia l’esistenza di manoscritti, riguardanti in modo specifico la pieve, di cui purtroppo si sono perse le tracce…………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………….

20 Memorie 2 Collegiata.

21 Idem. "A dì 11 Aprile 1678. passò a miglior vita Francesco del già Bartolommeo del Giarda, e lasciò un obbligo al Soccorso d’un Offizio l’anno in perpetuo con 15. Messe, e lasciò a detto Soccorso una Casa con stara tre di terra in circa. = In detto Libro si vede sodisfatto questo obbligo dal di 15. Ottobre 1678. al 26. Ottobre 1714.
In detto Libro a fo. 14. si legge:
= A dì 15. Aprile 1688. passò a miglior vita donna Camilla vedova Lasciata da Cosimo Bruschi, e lasciò alla Madonna del Soccorso uno staro di terra in circa vitato, e arborato, con alcuni mori con l’obbligo di una Messa il Mese in perpetuo.
In detto Libro a fo. [...] si legge:
= Francesco del già Andrea Giomarelli di Sinalonga marito di donna Lisabetta Caporali lasciò dopo la morte di detta Lisabetta la metà di tutti li suoi Beni alla Madonna del Soccorso.
Rogò Antonio Carnesecchi Canc.re Episcopale di Pienza".

 

Da uno scritto di ARIANO GUASTALDI

http://www.sinalunga.it/biblioteca/qs_guastaldi.html 

 

 

 

 

" Pienza , Arte e storia " di Giovanni Battista Mannucci

 

Pagina 214

 

 Esiste un lascito di Antonio Carnesecchi a favore del Duomo di Pienza quindi dovrebbe esistere copia del testamento da cui ricavare i legami genealogici

 

 

Libri Google

Pienza, arte e storia - Pagina 166

di Giovanni Battista Mannucci - 1937 - 386 pagine

Scipione D'Elei stato vescovo di Pienza (1) e poi Cardinale, detta lampada è di
lavoro antico ... Rcv.mi Domini Antonii Carnesecchi huius ecclesiale Cathe- ...

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Pagina 166

 

 

Pienza, arte e storia - Pagina 166

di Giovanni Battista Mannucci - 1937 - 386 pagine

Scipione D'Elei stato vescovo di Pienza (1) e poi Cardinale, detta lampada è di
lavoro ... lavorata a fiori coll'arme del fu Sig. don Antonio Carnesecchi, ...

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…………………………….LAVORATA CON L'ARME DEL FU SIG. DON ANTONIO CARNESECCHI

 

 

 

 

Pagina 259

 

 

 

 

Ritratto dell’arcidiacono Antonio Carnesecchi, olio su tela, sec. XVIII

Duomo di Pienza, Siena

restaurato

Incarico diretto da parte della Fabbriceria del Duomo di Pienza
Direzione dei lavori: dott.sa Laura Martini
Restauratrice : Elena Trapassi

 

L'archivio diocesano di Pienza: inventario‎ - Pagina 553

di Giuseppe Chironi - 2000 - 604 pagine

Arcidiacono Carnesecchi dall'anno 1659 fino all'anno 1676 n. 186. Altro fascio
di istromenti rogati dal detto sig. Carnesecchi dall'anno 1677 fino all'anno ...

Visualizzazione frammento

 

 

Pur avendo richiesto informazioni alla Cattedrale , alla Diocesi  , ad alcuni storici non sono riuscito a raccogliere alcuna informazione dell'origine e della vita di questo arcidiacono .

Quanta poca memoria si ha per il passato !

E quanti fanno solo finta di conoscere

 

  

E' comunque da notare che all'inizio dell'Ottocento a Pienza vi erano ancora dei Carnesecchi non so se con dei legami con l'arcidiacono oppure no

 

 

Presenze di Carnesecchi in Toscana del 1/06/1808-30/04/1814 (Archivi di Stato civile napoleonici ) Lucca esclusa

 

  

Presenze dei Carnesecchi in Toscana agli inizi del 1800

 

Nel 1808-1814 la presenza di Carnesecchi e' fortemente ristretta a 7 nuclei

Sono escluse le zone di Livorno e di Grosseto

Quindi l'espansione in queste zone e' successiva al 1814

Questo e' un dato fortemente significativo !!!

E' totalmente esclusa anche la zona di Pisa non considerando Lari

 

  ( dagli Archivi di Stato civile napoleonici ) Secondo quei dati che prendono in considerazione i soli nati maschi , i Carnesecchi all'inizio del XIX secolo sono presenti a :

 

Firenze

Pellegrino (oggi Firenze )

Sesto Fiorentino

Casellina e Torri ( oggi Scandicci )

 

Montespertoli

Fucecchio

 

Pistoia

 

Lorenzana ( Pi )…………….( non autoctoni )

 

Siena

Monteriggioni ( vicino a Colle Valdelsa )

Asciano

 

Pienza

Montalcino

Sinalunga

 

Arezzo

Bibbiena vicino a Poppi

 

 

 

 

Cioe' nel periodo 1808 1814 sono nati maschi Carnesecchi solo nei luoghi sopraddetti

 

 

 

 

 

 

 

 

Cosi come e' da notare precedentemente la presenza in Val d'Orcia del notaio : Girolamo Carnesecchi che abbiamo gia visto in precedenza

Di questo notaio non so niente , quindi non so se era di passaggio o abitava a Pienza

  

Castiglion d'Orcia 1625 -- 1631

 

Guida-inventario dell'archivio di Stato

di Archivio di Stato (Siena, Italy), Archivio di Stato di Siena - 1977

Pagina 43

... Girolamo, Siena: 1780-1813 (2027-2036, 5916-5928) CANTELLI Giovanni, Lucignano
Val di ... Piancastagnaio : 1757-1779 (4676-4679) CARNESECCHI Girolamo, ...

 

 

 

 

 

 

 

 

CARNESECCHI SEPOLTI IN SANTA MARIA MAGGIORE

 

 

Questi elenchi sono tratti dal formidabile lavoro di consultazione d’archivio e regestazione che sta svolgendo il dr Paolo Piccardi

 

 

Le sepolture dei Carnesecchi in Santa Maria Maggiore incominciano almeno dal 1401 come ricorda la lapide di Luca di Ser Filippo di Matteo

 

 

 

 ASF…………..Manoscritti 587…………..Morti

12/5/1605 Carnesecchi Filippo di Francesco in S. Maria Maggiore

23/7/1607 Carnesecchi Francesco Antonio in S. Maria Maggiore

27/11/1608 Carnesecchi Giovanbattista in S. Maria Maggiore

21/3/1609 Carnesecchi Bartolomeo di Zanobi in S. Maria Maggiore

22/8/1610 Carnesecchi Francesco di Giovanni in S. Maria Maggiore

12/12/1610 Carnesecchi Andrea di Giovanfrancesco in S. Maria Maggiore

17/3/1614 Carnesecchi Francesco del popolo di S. Trinita in S. Maria Maggiore

9/10/1615 Carnesecchi Giovanbattista in S. Maria Maggiore

5/8/1619 Carnesecchi Vincenzio in S. Maria Maggiore

29/8/1620 Carnesecchi Leonardo di Raffaello pop. S. Pier Maggiore in S. Maria Maggiore

1/9/1621 Cav.e Carnesecchi Raffaello in S. Maria Maggiore

23/2/1622 Carnesecchi Giovanni di Giovanni in S. Maria Maggiore

9/3/1623 Carnesecchi Ridolfo di Francesco pop. S. Maria del Fiore in S. Maria Maggiore

13/12/1627 Carnesecchi Orazio di Giovanfrancesco pop. S. Trinita in S. Maria Maggiore

3/11/1634 Ill.mo Sig.e Can.co Pietro Carnesecchi pop. del Duomo in S. Maria Maggiore

10/8/1635 Carnesecchi Antonfrancesco di Francesco in S. Maria Maggiore

25/2/1636 Carnesecchi Pierfrancesco in S. Maria Maggiore

28/5/1645 Carnesecchi Giovanbattista in S. Maria Maggiore

28/10/1645 Carnesecchi Francesco in S. Maria Maggiore

17/12/1648 Sig. Antonio del Sig. Paolo Carnesecchi del pop. di S. Stefano sepolto in S. Maria Maggiore nella sua sepoltura appie' dell' altare di S. Caterina

14/5/1649 Molto Rev.do Sig.re Ottavio Carnesecchi di anni 60 Pop. di S. Frediano sepolto in S. Maria Maggiore come sep.o e' l'ultimo di sua famiglia

ASF………..Manoscritti 588………………Morti

12/11/1655 Carnesecchi Francesco in S. Maria Maggiore

7/3/1662 Sig.re Zanobi Carnesecchi di Giovanbattista pop. S. Maria Ughi sepolto in S. Maria Maggiore nella sua cappella di S. Zanobi

3/2/1665 Sig. Luigi Carnesecchi del Sen.re Raffaello in S. Maria Maggiore

7/3/1679 Sig.e D.e Ferrando Carnesecchi anni 84 in S. Maria Maggiore

29/6/1687 Carnesecchi Alessandro del Sig. Avv. Buonaventura di mesi 14 in S. Maria Maggiore

10/1/1692 Ill Sig.re Sen.re Francesco Carnesecchi di anni 74 in S. Maria Maggiore

31/12/1698 Carnesecchi LuigiMaria del Sig. Avv. Buonaventura di anni 6 in S. Maria Maggiore

 ASF……Manoscritti 589……………..Morti Firenze 1701-1750

2/3/1708 Carnesecchi Avv.to Gio.Bonaventura anni 81 sepolto in S. maria Maggiore nel suo sepolcreto
13/2/1742 Carnesecchi Ill.mo Francesco fu Bonaventura di anni 63 sepolto in S. Maria Maggiore nel suo sepolcreto

Manoscritti 590………….Morti Firenze ………….1751-1800

22/1/1756 Carnesecchi Ridolfo fu Francesco sepolto in S. Maria Maggiore nel suo sepolcreto

 

 

 

CARNESECCHI SEPOLTI IN DUOMO

Questi elenchi sono tratti dal formidabile lavoro di consultazione d’archivio e regestazione che sta svolgendo il dr Paolo Piccardi

 

 

ASF……….Manoscritti 587……………Morti

25/10/1648 Sig.re Can.co Giovanni Carnesecchi in Duomo

 

ASF……….Manoscritti 589……………..Morti Firenze 1701-1750


12/2/1732 Carnesecchi Gio.Andrea di Antonio anni 40 sepolto in Duomo
26/11/1737 Carnesecchi Vincenzo di PierMaria sepolto in Duomo

 

 

 

CARNESECCHI SEPOLTI IN SANTA MARIA NOVELLA

Questi elenchi sono tratti dal formidabile lavoro di consultazione d’archivio e regestazione che sta svolgendo il dr Paolo Piccardi

 

 

ASF……Manoscritti 589……………..Morti Firenze 1701-1750

10/3/1724 Carnesecchi Giuseppe di Benedetto pop. di S. Felicita sepolto in S. Maria Novella

Manoscritti 590………….Morti Firenze ………….1751-1800
21/5/1789 Carnesecchi Antonio fu PierMaria di anni 62 sepolto in S. Maria Novella

 

 

 

CARNESECCHI SEPOLTI IN SAN FREDIANO

Questi elenchi sono tratti dal formidabile lavoro di consultazione d’archivio e regestazione che sta svolgendo il dr Paolo Piccardi

 

ASF………..Manoscritti 588………………Morti

11/9/1665 Carnesecchi Orazio del D.e Filippo di mesi 11 in S. Frediano

21/3/1674 Carnesecchi Vincenzio di Andrea di anni 60 in S. Frediano

ASF……Manoscritti 589……………..Morti Firenze 1701-1750

13/2/1702 Carnesecchi D.re Filipo di Sebastiano anni 78 sepolto in S. Frediano
22/7/1727 Carnesecchi Giuseppe di Lorenzo di Filippo anni 22 sepolto in S. Frediano
19/8/1728 Carnesecchi Lorenzo fu Filippo anni 49 sepolto in S. Frediano

Manoscritti 590………….Morti Firenze ………….1751-1800


1/2/1768 Carnesecchi Sebastiano fu Lorenzo di anni 58 sepolto in S. Frediano
14/11/1732 Carnesecchi Fernando Giuseppe fu Sebastiano di anni 36 sepolto in S. Frediano nel suo sepolcreto
20/4/1799 Carnesecchi Luigi di Giuseppe di anni 36 sepolto in S. Frediano 

 

 

CARNESECCHI SEPOLTI IN CHIESE VARIE

Questi elenchi sono tratti dal formidabile lavoro di consultazione d’archivio e regestazione che sta svolgendo il dr Paolo Piccardi

 

 

17/1/1614 Carnesecchi Giovanfrancesco di Andrea in S. Niccolo'

12/11/1621 Carnesecchi Carlo di Bastiano di anni 2 in S. Niccolo'

6/10/1626 Carnesecchi Carlo di Gio.Battista di giorni 8 in S. Niccolo'

31/12/1626 Carnesecchi Stefano di Bartolomeo di giorni 8 in S. Niccolo'

9/7/1634 Carnesecchi Lorenzo di Giovanni in S. Felice in Piazza

12/9/1672 Carnesecchi Iacopo di Giovanni in S. Felice in piazza

13/1/1674 Carnesecchi Agostino di Giovanni in S. Felice in Piazza

6/11/1705 Carnesecchi Benedetto fu Francesco anni 32 sepolto in S. Felicita

8/1/1768 Carnesecchi Simone fu Arcangelo di anni 62 sepolto in S. Felicita

10/3/1724 Carnesecchi Giuseppe di Benedetto pop. di S. Felicita sepolto in S. Maria Novella

25/2/1680 Carnesecchi Francesco di Lorenzo in S. Romolo

6/4/1681 Carnesecchi Francesco fu Francesco in S. Romolo

7/2/1645 Carnesecchi Francesco di Ridolfo in S. Pier Maggiore

13/3/1739 Carnesecchi Francesco fu Angiolo di anni 32 sepolto in DS. Pier Maggiore

3/1/1648 Carnesecchi Raffaello di Giovanni in S. Iacopo sopr'Arno

20/4/1649 Carnesecchi Giovanni in S. Iacopo sopr'Arno

3/7/1698 Carnesecchi Gio.Francesco di Benedetto di giorni 15 in S. Iacopo sopr'Arno

20/5/1669 Carnesecchi Giovanna piazza del Duomo sepolto in S. Trinita

14/1/1673 Carnesecchi Lorenzo in S. Trinita

4/10/1690 Carnesecchi Antonio di Pierfrancesco di anni 77 in S. Ambrogio

6/6/1718 Carnesecchi Francesco di Domenico a 75 sepolto in S. Remigio
2/11/1722 Carnesecchi Dott. AntonFrancesco di Filippo anni 56 pop. S. Maria Novella sepolto in Ognissanti

28/2/1743 Carnesecchi Francesco Maria di anni 78 sepolto in S. Lucia sul Prato

28/8/1764 Carnesecchi Giuseppe fu Giovanni di anni 74 sepolto in S. Apostoli

 

 

 

 

 

 

 

Battesimi nella sola Firenze : Maschi Visti tutti primo gennaio 1670 a tutto dicembre 1679.

Fonte INCIPIT

 

 

 

 

Cognome

Nome

Padre

Nonno

N.

Anno

C.

Pop.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Giovanni Gualberto

Benedetto

 

731

1670

51

 

 

Carnesecchi

Giovan Domenico

Piero

 

679

1671

37

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Iacopo

Giovanni

 

908

1672

53

 

 

Carnesecchi

Francesco

Piero

 

557

1673

31

 

 

Carnesecchi

Giovan Filippo

Luca Antonio

 

692

1673

39

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Antonio

Francesco

 

227

1675

10

 

 

Carnesecchi

Giuseppe

Benedetto

 

987

1675

53

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Santi

Piero

 

1252

1676

81

 

 

Carnesecchi

Giovan Filippo

Luca Antonio

 

789

1677

45

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Lorenzo

Filippo

 

895

1678

61

 

 

Carnesecchi

Francesco

Giovanni Bonaventura

 

323

1679

26

 

 

 

 

Indice dal primo gennaio 1680 a tutto dicembre 1689.

 

 

 

Battesimi nella sola Firenze : Maschi Visti tutti primo gennaio 1680 a tutto dicembre 1689.

Fonte INCIPIT

 

 

Carnesecchi

Domenico [Maria]

[Giovan] Bonaventura

Francesco

320

1681

24

 

 

Carnesecchi

Francesco

Francesco

 

343

1681

27

 

 

Carnesecchi

Francesco

Benedetto

Lorenzo

483

1681

35

 

 

Carnesecchi

Giovan Filippo

Luca Antonio

 

521

1681

38

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Domenico

Luca

 

352

1682

24

 

 

Carnesecchi

Giovan Battista

Giovanni

 

819

1682

55

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Giuseppe

Benedetto

 

952

1684

59

 

 

Carnesecchi

Giuseppe

Giovanni

 

694

1685

46

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Alessandro

Giovanni

 

185

1686

11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Durante

Giovanni

 

334

1688

21

 

 

 

Indice dal primo gennaio 1690 a tutto dicembre 1699.

 

 

Battesimi nella sola Firenze Maschi Visti solo per il 1690-1691

Fonte INCIPIT

 

 

 

 

Cognome

Nome

Padre

Nonno

N.

Anno

C.

Pop.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnesecchi

Corr. Carnasciali

Bartolomeo

Giovanni

 

281

1690

15

 

 

Carnesecchi

Giovanni Andrea

Antonio

 

889

1690

51

 

 

Carnesecchi

Luigi

Giovanni

 

1037

1691

69

 

 

 

 

 

Sesto Fiorentino

assieme ad altri battesimi

17 giugno 1688

Francesco di Pier Maria di Paolo Carnesecchi e Lisabetta di Michele Banchelli con altri fratelli prima e più tardi del popolo di S. Maria a Quinto.

 Fonte INCIPIT

 

 

 

 

 

 

Bonaventura Carnesecchi e' ancora nel 1705 proprietario di un castello.

 

 

Frutto di una donazione antica di Virginia di PierAntonio che sposata nei Mozzi deve aver lasciato un eredita' favorevole ai Carnesecchi come testimonierebbe questa lapide presente nel castello che debbo alla cortesia

 

 

 

Bonaventura non avra' fortuna coi suoi figli che lasceranno estinguere il ramo

Giuseppe Maria sara' missionario nelle Filippine e Francesco Maria morira' nel 1742 senza prole

Il castello passera' a quel ramo degli Aulla che aveva assunto il cognome di Aulla Carnesecchi

 

 

 

Castello di Santa Maria Novella a Fiano

 

vicino a Certaldo e vicino a Tavernelle val di Pesa

 

Del castello di Santa Maria Novella si hanno notizie intorno al 1020.
In epoca assai remota vi fu un castello dei Gianfigliazzi distrutto dai ghibellini dopo la battaglia di Montaperti.
Subito ricostruito fu di nuovo distrutto nel 1313, quando Corrado Gianfigliazzi si oppose inutilmente alle truppe del fratello di Arrigo VII - Baldovino di Lussemburgo - Arcivescovo di Treviri. A seguito di tale distruzione il castello rimase abbandonato per oltre cento anni.
Nel XV secolo, esso fu riedificato con le forme odierne dalla famiglia Samminiatesi passando poi agli Acciaiuoli, ai conti Alberti e quindi ai Carnesecchi, sicuramente presenti nel 1705, come attestato da una lapide.
Da questi passò per via femminile alla famiglia Aulla e quindi ai Franceschi Galletti che fra il 1820 e il 1860 operarono delle sostanziali trasformazioni di gusto neogotico.
Una serie di lapidi nella chiesa, anch'essa risalente all'XI secolo, ma più volte rimaneggiata, attestano la completa estinsione nel 1898 della famiglia di Alessandro Lottaringhi della Stufa marchese e conte del Calcione. La proprietà andò così alle sorelle Bertolli e da esse al nobile casato dei Ruschi.
Proprietario attuale è l'Azienda Agricola Castello di Santa Maria Novella S.r.l.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Storia cronologica di Firenze :

Dinastia degli Asburgo - Lorena

 

 

FRANCESCO STEFANO

1737 - 1765

PIETRO LEOPOLDO I

1765 - 1790

FERDINANDO III

1790 - 1801

LUDOVICO I di BORBONE

1801 - 1803

LUDOVICO II dI BORBONE

1803 - 1807

 

 

 

 

 

Carnesecchi nei libri d'oro della nobilta' del Granducato di Toscana

 

Alcuni rami dei Carnesecchi erano considerati nobili della citta' di Firenze

 

 

Parlare di nobilta' in uno stato il cui gran vanto fu di essere libero e repubblicano appare ed appariva strano

Parlare di nobilta' ai giorni nostri ha un sapore di anacronismo e di fuori moda

 

Sul concetto di nobilta' si legga Vincenzio Borghini che cerca di darne una definizione. La definizione di nobilta' e' un concetto vaghissimo e legato a convenzioni , basti considerare che molte famiglie poi considerate nobili traggono origine da individui che esercitarono i commerci anche piu' umili.

Se quindi il termine "nobile" non ha alcun valore sul piano etico ha pero' valore come indice della considerazione sociale nei secoli addietro

 

Scipione Ammirato nel suo "Delle famiglie nobili fiorentine " (pubblicate nell'anno 1615 ) non include i Carnesecchi nelle famiglie nobili, che prende in esame

Neppure Eugenio Gamurrini nella sua istoria genealogica delle famiglie nobili toscane ed umbre (1668) mette i Carnesecchi tra quelle famiglie nobili fiorentine che descrive

Nonostante non siano presenti nel Gamurrini o nell'Ammirato ( questi autori trattano di un numero limitato di famiglie , seguendo un loro criterio ) i Carnesecchi erano pero' considerati nobili fiorentini.

 

 

Il concetto di nobilta' aveva un significato vago e non codificato

 

 

Nel libro di Bruno Casini : " I Cavalieri di Pistoia,Prato e Pescia membri del sacro militare ordine di S.Stefano papa e martire " edizioni ETS pagine 361-363

Si parla delle provanze di nobilta' di Giovanni Francesco Buonamici

487

Giovanni Francesco Buonamici di Prato discese, da parte del padre, dal cavaliere Pietro del cavaliere Buonamico Buonamici, e, da parte della madre, da Lucia, figlia di Lorenzo di altro Lorenzo Carnesecchi e di Dianora di Niccolaio Neretti di Firenze.Il detto Giovan Francesco supplicò il granduca di concedergli di fare le provanze de vita et moribus oltre a quelle dei quarti materni per ottenere l'abito di cavaliere milite dell'Ordine di S. Stefano e per essere investito della commenda di suo padronato, vacata a seguito della morte di suo padre cavaliere Pietro. Il 4 maggio 1624, si svolse il processo della vita e dei costumi davanti a Ridolfo Landi, vicario generale del cardinale Medici, proposto di Prato, e al cavaliere Giovanni Battista Bicicci; testimoni furono: Alberto Bizzi, gonfaloniere di Prato, Giovanni Benintendi, dottore di legge, Vannozzo Rocchi, Ferrante Ferracani e Lazzero Migliorati.Il 12 e 14 giugno 1624, si svolse il processo per le provanze di nobiltà delle famiglie Carnesecchi e Neretti, per disposizione dell'auditore Niccolò dell'Antella, davanti ai notai Andrea di Filippo Valentini e Agostino Cerretesi; testimoni furono: Agnolo di Carlo Niccolini, senatore fiorentino, Orazio di Giovanni Battista Gianfigliazzi, senatore fiorentino, e Piero di Lionardo Pescioni, nobile fiorentino.

I dodici cavalieri del consiglio elessero commissari i cavalieri Giovanni Battista Bandinelli ed Enrico Oltrana per vedere le risultanze processuali e riferire al consiglio quello che sarebbe dovuto essere rappresentato al granduca. Il 9 luglio 1624, i detti dodici inviarono una informazione al granduca, nella quale esposero che il supplicante aveva giustificato, per mezzo di testimoni esaminati dal vicario generale della terra di Prato, che discendeva legittimamente; che era di vita cristiana e di costumi onorati; che era dottore di belle lettere; che aveva l'età di anni 32; che allora era in Germania segretario di monsignor Carlo Carafa, nunzio presso la Maestà Cesarea; che aveva sposato una donna dei Bocchineri; che, per altri testimoni esaminati in Firenze, aveva provato che discendeva, per madre, dalla famiglia Carnesecchi e, per ava materna, da quella dei Neretti, ambedue famiglie nobili in detta città; che i Carnesecchi avevano avuto 11 gonfalonieri e 59 priorí dal 1297 al 1530 e dal 1532 fino ad allora 7 senatori; che i Neretti avevano avuto 9 persone che in tempi diversi (1447-1530) avevano riseduto 15 volte tra i priorí; che egli supplicante aveva servito in Roma per segretario dell'ambasciata il marchese Guicciardíni e che allora serviva in Germania come segretario del nunzio apostolico. Il 1 settembre 1624, con un rescritto granducale fu disposto: "Diasegli l'abito di cavaliere milite et sia investito della commenda".Il 4 ottobre 1624, il detto Giovanni Francesco prese l'abito di cavaliere milite dell'Ordine di S.Stefano, come successore in commenda di suo padronato, in Firenze, per mano del gran priore Armeni

 

 

Un primo tentativo di definire meglio la nobilta' toscana e di dare una logica ai criteri di accettazione fu fatto dal principe Ferdinando dei Medici nel 1685

 

 

Libri d'oro della nobilta' fiorentina

 

Ferdinando dei Medici sente la necessità di avere un elenco, ( elenco quanto piu' affidabile possibile visto le differenze tra un priorista e l'altro) degli individui e delle famiglie che avevano esercitato uffici di rilievo

(massime quelli della Signoria) durante il periodo repubblicano.

Adotta quindi l'unico criterio possibile , per la storia passata della Repubblica , cioe' quello di considerare nobile chi avesse avuto antenati che avessero occupato le massime magistrature repubblicane

Un'opera finalizzata anche ad appoggiare le provanze di nobilta' per l'ammissione all'ordine di Santo Stefano.

Affida l'incarico di compilare quest'opera a Bernardo Benvenuti ;

Doveva il Benvenuti vedere e copiare i vari prioristi ufficiali o eruditi compilati fino ad allora , al fine di costruirne uno nuovo ; la fonte primaria da utilizzare era indicata nel "Priorista fiorentino" di Francesco Segaloni del 1625 (ASF Manoscritti Filza 226 ).

Il lavoro del Benvenuti fu lungo e complesso , tanto che , morto il Benvenuti , nel 1708 l'impresa fu proseguita da Lorenzo Maria Mariani , che dette compimento all'ultimo volume nel 1722

 

Questo concetto escludeva dal riconoscimento della nobilta' le famiglie magnatizie che a causa degli ordinamenti di giustizia erano state private del diritto di partecipare agli scrutini alla massime magistrature repubblicane ed escludeva anche le grandi famiglie ghibelline e pure escludeva le famiglie consolari

Cancellava di fatto la storia fiorentina prima del 1282

 

Secondo il Mariani erano da considerarsi nobili alcuni rami delle seguenti famiglie ( potendo dimostrare di aver partecipato alla Signoria ) :

 

Acciajuoli , Alamanni , Albergotti , Alberti , Albizzi , Aldana , Aldobrandini , Alessandri , Almeni , Altoviti , Ambra , Ambrogi , Dell'Ancisa , Andreini ,Anforti , Ansaldi , Anselmi , Antinori , Arrighi , Arrighetti , Asini , Assirelli , Astudilo ,Attavanti , Alessandri Cilibi , Da Bagnano , Bagnesi , bandinelli , Bardi , Bardelli , Barducci , Baroncini , Bartoli Agorai , Bartoli Filippi , Bartolini Salimbeni , Bartolini Baldelli , Bartolommei , Del Beccuto , Del Bene , Del Benino ,Benedetti , Benricevuti , Bentivogli , Benvenuti , Betti , Berardi , Biffoli , Biliotti , Bini , Bocchineri , Bonsi , Bonsi Succhielli , Del Borgo , Borghi , Borgherini , Borboni del Monte , Bracci , Bruni , Brunaccini , Bucetti , Buini , Buondelmonti , Buonguglielmi , Buonaccorsi , Buonaccorsi Pinadori , Buonarruoti , Buonaventuri , Buontalenti , Berardesca , Del Caccia , Caccini , Cambi , Cambi del Bali ,Caniggiani , Cantucci , Capitani , Capponi , Carcherelli , Carducci , Carlini , Carnesecchi , Castelli , Castellani , Da Castiglione , Cattani , Cavalcanti , Cecchini ,Cecchini per Lion d'oro , Ceffini , Da Cepperello , Cerbini Buonaccorsi , Cerchi , Cerretani , Cicciaporci , Del Chiaro , Chiavacci , Cocchi Donati ,Comi , Cini , Compagni , Comparini , Coppoli , Corbinelli , Corboli , Corsi , Corsini , Cortigiani , Covoni , Dati ( Bencivenni , Capirossi ) , Davanzati , Dazzi , Dini , Dondori , Doni , Durazzini , D'Elci , Fabbrini , Falcucci , Falconieri , Fantoni Angiolotti ( Giotti , Del Pace ) ,Fedini , Federighi , Feroni , Fiaschi , Da Filicaja , Fiorini , Firidolfi da Panzano , Forti , Forzoni Accolti , Franceschi , Fabbreschi ; Frescobaldi , Gabburri , Gaddi , Gaetani , Galilei ,Galli , Ganucci , Del Garbo , Gatteschi , Geppi , Gerini , Gherardi , Gherardini di Pistoia , Gherardini ( Nipotececi ), Della Gherardesca , Giacomini , Gianni , Gianfigliazzi ,Ginori ,Giraldi , Girolami , Giugni , Giunti Modesti , Gondi , Gori ( Ciampelli ) , Grazzini , Grifoni , Guadagni , Guasconi , Guerrini ,Guicciardini , Guidarrighi , Guidetti , Guiducci , Guasconti , Incontri , Landi , Lanfredini ,Lancieri , Lapi , Larioni , Lenzoni , Libri , Lippi , Lorini , Lorenzi , Lupicini , Lucattini , Machiavelli , Macinghi ,Macciagnini , Del Maestro , Malaspini ,Malegonnelle , Mancini , Manetti , Mannelli ,Marchi , Marsili , marsuppini , Martelli , Martellini del Falcone , Martellini della Cervia , Marmi , Martini , Martini di Guccio , Marucelli , Marzichi , Marzimedici ( Marzi) , Marchionni , Masetti , Mazzei , Mazzinghi , Medici , Da Meleto , Mendes , Mercati , Miccieri , Michelozzi ,Milanesi , Minerbetti , Mini , Migliorucci , Miniati , Da Montauto , De i conti di Montauto , Montalvi ,Montemagni , Morelli , Del Monte , Mori Ubaldini ,( Aldobrandinelli ) , Mozzi , Del Mazza , Naldini , Nardi pieruzzi , Narvaez Saavedra , Nelli , Del Nente , Nerli , Neri , Neretti , Neroni , Del nero , Niccolini , Nobili , Nomi , Orlandi , Orlandini ,Paganelli , Palmieri , Panciatichi , Pandolfini ,Panichi , Panzanini ,Paolini ,Pasquali , Passerini , Pazzi , Papi , Pecori , Pelli , Pepi , Peruzzi , Pitti , Pollini , Popoleschi , Portigiani , Portinari , Poltri , Pucci , del pugliese , Pierucci , Quaratesi , Da Rabatta , Rassinelli , Della Rena ,Della Rena di Messer Pace , Ricasoli , Riccardi , Ricci , Del riccio , Ricciardi , Ridolfi di piazza , Ridolfi di ponte , Rigogli , Rilli , Rimbotti ,Rinaldi , Rinuccini , Risaliti , Roffia , Da Romena , Ronconi , Rondinelli , Rossi , Rossi da bergamo , Del Rosso , Del Rosso viajai ,Rosselli , Rucellai , Ruoti , Da Ruota ,Ruspoli ,Sacchetti , Sacchettini ,Salvatici , Salviati ,Salvini , samminiati ,Sassi ,Scalandroni ,Scarlatti , Schiateschi , Segni , Del Sera ,Serristori , Serzelli ,Sesti , Settimanni , Signorini ,Seminetti , sirigatti , soderini , Soldani benzi , Da Sommaja , Spigliati , Spinafalconi , Spinelli , di spinello , Stendardi , Stiozzi ,Strozzi , suares ,Taddei , Talenti , tamburini , Tebaldi , Tempi , Teri ,Ticci ,Tolomei , Tornaquinci , Torrigiani , Del tovaglia , Tucci , Del Turco , Ubaldini , Vecchietti , Venturi , Vernacci , Del Vernaccia , Verrazzano , Vespucci , Vettori , Ughi , Ugolini , Uguccioni ,Vieri , Del Vigna ,Vitelli , Viviani , Usimbardi , Ximenes , Zati , Zefferini .

Aggiunge il Mecatti

Adami , Adimari , Ardinghelli , Baldigiani , Bargigli ,Giovagnuoli , Guidi , Masi , Mormorai ,Neri di Pompeo , Pappagalli , Salvatici , Tanucci , Velluti , Ulivi ,

 

 

Nel 1737 si estingue la dinastia medicea e viene sostituita dai Lorena

 

Qualche tempo dopo il granduca Francesco Stefano di Lorena con la legge del 31 luglio 1750, emanata a Vienna e pubblicata a Firenze il 1 ottobre di quell'anno provvide a disciplinare tutta la materia nobiliare e di cittadinanza .

Presso l'Archivio di Stato di Firenze ( Leggi e bandi volume IV ) e' conservato il testo a stampa della " Legge per regolamento della nobilta' e cittadinanza " pubblicato in Firenze il di primo di ottobre 1750 e l'annessa " Istruzione alli deputati sopra la descrizione della nobilta' del Granducato di Toscana "

Nel volume XV della stessa raccolta in data 14 giugno 1793 e' la notificazione che essendo stati condotti a termine i registri relativi si sono stabilite delle regole per il loro uso e aggiornamento

Con questa legge furono prima di tutto precisati i concetti di nobile e cittadino

 

La "legge per regolamento della Nobiltà e Cittadinanza", publiée à Florence le 1er octobre 1750, établit, "per levare ogni dubbio circa allo stato delle persone, e distinguere

chiaramente tralli nostri fedeli sudditi li veri nobili", la première définition juridique de lanoblesse en Toscane : "Riconoschiamo " Nobil esser " tutti quelli che possegono, o

hanno posseduto feudi nobili, e tutti quei, che sono ammessi agli Ordini Nobili, o hannoottenuto la Nobiltà per diplomi nostri o de' nostri antecessori, e finalmente la maggior

parte di quei che hanno goduto, o sono habili a godere presentemente il primo, e più distinto onore delle Città Nobili loro Patrie". Elaborée à l'issue d'un vif débat politique

qui, autour d'Emmanuel de Richecourt et de Pompeo Neri, avaient vu s'affronter depuis 1745 les principaux protagonistes de la Régence lorraine, la loi, si elle ne créait pas

véritablement la noblesse en Toscane, et à Florence, en modifiait profondément les bases et les fonctions. Elle mettait en place deux groupes, ou "classi" : les "nobili patrizi", ou le

"patriziato", qui regroupait les familles qui pouvaient prouver la continuité de leur noblesse depuis au moins deux-cents ans, et les simples "nobili". Elle respectait ainsi la

tradition longue de la Florence républicaine tout en lui intégrant plus de deux siècles de gouvernement monarchique. Si un "noble" florentin restait avant tout l'héritier d'une

famille dont un ancêtre avait détenu, avant la réforme de 1532, la charge de prieur, il pouvait aussi descendre du bénéficiaire d'une décision granducale, comme une

nomination au Sénat des Quarante-Huit, l'attribution d'un titre de noblesse ou l'autorisation de fonder une commanderie de l'Ordre de Santo Stefano. Mais la loi

introduisait une double rupture. D'une part, et c'est sans nul doute l'aspect majeur, l'anoblissement devenait désormais le seul fait du prince : "L'acquisto della Nobiltà per

tutti i tempi avvenire dependerà dal supremo volere nostro, e de' Nostri succesori Gran-Duchi [...]. Cosicchè qualunque volta piacerà a noi, ed ai nostri successori decorare

alcuna persona della Nobiltà, dovra il nostro Segretario di Stato subito speditone il diploma, farlo registrare nel Libro vegliante de'Privilegi." D'autre part, la noblesse ne

constituait plus un ensemble flou, à la fois bien connu des contemporains -à plusieurs reprises, ils en avaient dressé officieusement des listes-, et mal défini sur ses marges. La

loi, en effet, organisait une "pubblica descrizione" de la noblesse par une "deputazione della nobiltà", qui devait établir des "registri originali del patrimonio della nobiltà",

devenus rapidement les "Libri d'Oro del granducato di Toscana". Ces registres constituaient désormais l'unique preuve de la noblesse des familles, puisque "tutti gli altri

nostri fedeli sudditi non descritti in questi registri dichiaramo non essere, ne doversi reputare Nobili, non ostante qualsivoglia Sentenza, Privilegio, Godimento d'Onore, e

consuetudine, che si pretendesse allegare" . Pour la première fois, la "nobiltà" florentine devenait un groupe légitime, défini et décrit, il est vrai, à travers la totalité de ses familles

plutôt que de ses membres. ……………………………………………………………………..

De décembre 1750 -le 6 décembre exactement, soit 12 jours après la publication de la notification- à septembre 1752, 414 chefs de famille nobles de Florence déposèrent les

preuves et s'acquittèrent de la taxe de 7 lires prévues par la députation6; 378 (93%) le firent avant le terme légal du 31 décembre 1751, sans toutefois s'empresser d'accomplir

cette obligation; que les nobles florentins aient manifesté quelques réticences, les 86 taxes

(soit 21% de l'ensemble) acquittées au cours du mois de décembre 1751 le prouvent aisément, d'autant que 56 d'entre elles ne l'ont été que durant les trois derniers jours du

mois……………………………………………………………………………………………………

Dans les années 1750-1752, 267 familles sont inscrites au Livre d'Or de Florence, dans la classe du patriciat pour celles d'antique origine, dans celle de la noblesse pour les

familles plus modernes. Pour les familles anciennes, la preuve de noblesse est le plus souvent constituée par la première nomination à la charge de prieur des arts, durant la

période républicaine, ce qui ne va certes pas sans soulever quelques difficultés : les institutions urbaines antérieures aux Ordonnances de Justice ne sont pas prises en

considération; les familles de magnats qui ont été chassés de Florence à la fin du XIIIe et au cours du XIVe siècle mais, comme C. Klapisch l'a récemment montré, ont été en

quasi-totalité réintégrées de fait au plus tard au cours du XVe siècle, risquent d'être sousestimées, ou rajeunies22; la participation au pouvoir communal devient aussi l'unique

critère d'appartenance aux élites urbaines, critiques déjà en partie formulées dès le XVIe siècle par Vincenzio Borghini. Malgré tout, Le Livre d'Or et sa version minimale de

l'ancienneté de la noblesse florentine décrit un groupe social ancré dans un passé lointain, qui n'a guère été affecté, au cours des siècles, par une profonde mobilité sociale.

…………………………………………………………… Jean Boutier : Una nobiltà urbana nell' età moderna . Aspetti della morfologia sociale della nobiltà fiorentina

 

 

 

 

Questa legge non solo non sanava i difetti della "legge medicea " ma anzi la peggiorava legando l'appartenenza alla nobilta' anche a criteri patrimoniali : chi era sotto una certa soglia patrimoniale non poteva appartenere alla nobilta' qualunque fossero i meriti dei suoi antenati

 

Questo spinge il Mecatti a scrivere :

 Da Giuseppe Maria Mecatti : " Storia genealogica della nobilta' e cittadinanza di Firenze "

Lo stampatore a chi legge

Perche' , in vigore di una certa Legge promulgata , che non e' gran tempo in Firenze , in cui si dispone della Nobilta', e Cittadinanza Fiorentina , e si conchiude , che non saranno ammessi alla Cittadinanza , se non coloro , i quali avranno dieci fiorini a decima ; e resteranno per grazia speciale nella borsa de' Cittadini coloro , i quali saranno antichi , ma che avranno al presente sei fiorini a decima ; e coloro i quali non avranno questi sei fiorini non ostante la loro antichita' , ed i loro fin ad ora goduti onori , saranno cavati fuori da dette borse, e saranno accomunati colla plebe , e col volgo ; e si danno anche varie altre Leggi per dividere in due classi la Nobilta': Perche' (dico) in vigore di questa Legge puo' addivenire che molte casa Nobili e Cittadinesche per mancanza di beni di fortuna , o non lo siano piu', o non lo siano in quel grado , che veramente loro competeva , mediante la loro vera Nobilta' e antichita', onde coll'andare del tempo , promulgata , che sia questa nuova legge si sperdano di loro memorie ; un certo Nazionale Fiorentino mio Amico , temendo , che non sia per accadergli un tale infortunio ; perche' fornito di beni di fortuna ei non e' troppo ; credendo di far beneficio ad altri suoi Nazionali , i quali si troveranno forse nel medesimo caso di lui ; avendo presso di se varie notizie Istoriche Genealogiche , tanto edite , che inedite , me le ha partecipate ; e parendomi queste buone , perche'rimanga alla memoria della posterita'il grado , e condizione di tutte le Famiglie , alle quali prima che detta Legge fosse eseguita , niuno ha mai potuto contrastare la loro Nobilta', e Civilta' , la quale per difetto di facolta', e di sostanze pare strano , che ora abbiano da perdere; le ho volute dare alla luce colle mie stampe . In virtu' adunque delle medesime apparisce chi siano veramente , e realmente i piu' , o i meno Nobili , e in che tempo , e in che maniera ei siano Nobili addivenuti. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Cosi' potranno consolarsi quelle famiglie le quali si vedranno notate in questo Priorista , se decadute sono presentemente , e mancanti di beni di fortuna ; mentre che tutto il Mondo fara' loro giustizia , che benche' povere ; sono pero' nobili e antiche , e in conseguenza degne di tutta la considerazione ; non essendo al parere dei piu' savi le sole ricchezze quelle , che costituiscono le Famiglie nobili, e grandi.

 

………………………………………………………………………………………………………………cita le famiglie che hanno goduto l'appartenenza alla Signoria

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

 

Tutta questa e' la serie delle Famiglie , che hanno avuto governo Governo nella Repubblica Fiorentina ; alcune delle quali sono montate in nobilta', ed altre sono venute in decadenza , come avviene di tutte le cose caduche e mortali . Ma chi pero' puo' provare d'essere d'alcuna di dette soprannominate Famiglie , non vi e' dubbio che nobile puo' riputarsi , mentreche' , presso dei suoi Antenati e' stato finalmente il governo della Repubblica . Ne' la poverta' in cui possa taluno esser decaduto gli puo' contrastare un tale onore , essendo le ricchezze beni della fortuna , e del caso , e la poverta' un male , che partorisce la disgrazia ; onde chi soffre la poverta' non ci ha colpa propria il piu' delle volte ; essendoche' a questa le forze umane difficilmente possono riparare

 

 

Alla pubblicazione del libro d'oro nella nobilta' del Granducato di Toscana compaiono in esso ( 1793 ) : solamente 2 linee di Carnesecchi ,

 

 

Nelle prime sette "Citta' nobili "del Granducato di Toscana ( Firenze,Siena,Pisa,Pistoia,Arezzo,Volterra.Cortona e Montepulciano ) i nobili si distinguevano in due classi ,cioe' i nobili patrizi e i nobili semplicemente nobili . Della prima classe facevano parte tutte le famiglie nobili nelle quali erano state raccolte le provanze per giustizia all'ordine di santo Stefano e quelle famiglie nobili che potevano comprovare la propria nobilta' da duecento anni senza discontinuita' . Nella seconda classe dei nobili erano descritti i discendenti di quelle famiglie accolte nell'ordine di santo Stefano e le altre famiglie nobili che non potevano comprovare la loro nobilta' per il predetto periodo di tempo , ma per uno inferiore.

 

 

 

 Famiglia nobile patrizia :

 

Giovanni di Andrea

Ridolfo di Giovanni priore nel 1524

Giovanni Batista figlio di Ridolfo nel 1589 sposa Clarice Tanai Medici

Ridolfo di Giovanni Batista sposa Laura Baldovidi

Francesco di Ridolfo nel 1696 sposa Dorotea del cav Francesco Simi muore nel 1724

Ridolfo di Francesco nato il 20 genn 1698 morto il 23 gennaio 1756 senza prole

Questo ramo si estingue

Quartiere san Giovanni gonfalone drago

Famiglia ammessa al patriziato della citta' di Firenze

Dati ricavati da "I Libri d'oro della nobilta' fiorentina e fiesolana di Bruno Casini " ediz. Arnaud

 

 

 

 

Famiglia Nobile :

Sebastiano Carnesecchi sposa Diamante di Domenico del Sere 1731

figli : Giuseppe e Anna 4 marzo 1765

Quartiere Santa Maria Novella gonfalone vipera

Famiglia ammessa alla nobilta' della citta' di Firenze

 

 

NOTA BENE

in realta' questa linea non appartiene ai Carnesecchi bensi' ai Carnesecchini di Prato

Ne' i Carnesecchi di Prato ne' i Carnesecchini poi Carnesecchi pur adottando le armi dei Carnesecchi o simili hanno legami di sangue coi Carnesecchi fiorentini

( mio commento )

Dati ricavati da "I Libri d'oro della nobilta' fiorentina e fiesolana " di Bruno Casini ediz. Arnaud

 

 

 

 

Molto probabilmente alcune delle famiglie Carnesecchi non possedevano piu' i requisiti patrimoniali per essere ammessi nelle liste della nobilta' altre non erano interessate perche' fuori da quel mondo

 

 

 

 

dal libro :

Le tre Nobiltà, di Marcella Aglietti a cura dell'Istituzione dei cavalieri di S.Stefano, ed. ETS Pisa:

Nota delle famiglie fiorentine patrizie che non hanno la Decima di fiorini 10…….
……….Tra i Patrizi che non raggiungevano quel livello minimo si ricordavano ( secondo un ordine decrescente a partire dal meno povero): i fratelli Aldana, Giovanbattista e Alemanno Rossi, Giuseppe e Niccolò Scarlatti, Spinello Castellani, i fratelli Orlandi e i Tealdi, i fratelli Mori Ubaldini, Bartolomeo Bartoli, gli Ubaldini da Gagliano, gli Stendardi, i fratelli Carnesecchi e i Roti, Giovanbattista Arrighi.
Tra i nobili si segnalavano i cavalieri Fabbreschi, Settimanni, D'Ambra, Tamburini e Salvadore Rossi.

Nobili di Prato:
Sebastiano Carnesecchi di Lorenzo. 4 marzo 1765, residenze nel Gonfalonierato per giustizia.

Nobili di Firenze:
Capitano Sebastiano Carnesecchi da Prato, 4 marzo 1769, prime cariche cittadine.

Patrizi di Firenze:
Ridolfo di Francesco Carnesecchi, squittinati per risiedere nelle maggiori magistrature nel 1524. cavaliere dell'Ordine Stefaniano ma non per giustizia.

 

Per la cortesia del conte Massimo Angelo Cavalloni

 

 

 

 

 I Carnesecchi piu' che una famiglia nobile sono soprattutto una famiglia storica della Toscana ,

infatti sono tra le famiglie che hanno partecipato significativamente alla costruzione

delle vicende della Repubblica di Firenze e del Granducato di Toscana .

 

 

 

 

 

UN DUELLO 7 giugno 1764

 

 

Storia aneddotica dei teatri fiorentini ...: I.-Il teatro della Pergola (da ... - Pagina 20

di Jarro - 1912 - 103 pagine

Il capitano si alzò da quella panca per ... Uu cronista in data del 7 giugno 1764
scrive : " Da San Firenze seguì un duello fra il capitano Carnesecchi ed ...

 

 

 

 

 

 

GIUSEPPE CARNESECCHI CAPITANO DELL' ESERCITO GRANDUCALE MORTO NEL 1772

 

 

Lorenzo Mari (Montevarchi, 11 giugno 1766 – Firenze, 11 febbraio 1824) è stato un militare italiano.

Lorenzo Mari, battezzato Gio. Pietro Lorenzo Maria Baldassarre, fu l' ultimo dei quattro figli del fiorentino Filippo Mari e di Francesca Nesterini di Montevarchi.

Alla scomparsa del padre, avvenuta il 27 settembre 1767, lui, le sorelle Vittoria e Maria Teresa, e il fratello Pietro rimasero soli con la madre che però, nel 1769, si risposò con Giuseppe Carnesecchi, capitano dell' esercito granducale di stanza a Livorno. Ma il loro nuovo patrigno morì poco dopo nel 1772 e nel 1774 lo seguì anche Francesca Nesterini cosicchè i piccoli Mari dovettero essere affidati alla tutela dello zio canonico Silvio Francesco che li crebbe ed educò fino al 1781 quando, morendo, li lasciò eredi della fortuna montevarchina della famiglia.

 

Da Wikipedia articolo di Giorgio Monteforti

 

 

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GIUSEPPE MARIA CARNESECCHI

 

 

figlio di Giovanni Bonaventura di Francesco

 

 

ANNO 1738 : MISSIONARIO NELLE FILIPPINE

 

 

 

 

Readings in Leyte-Samar History - Pagina 69

di Maria Luz C. Vilches - 1979 - 340 pagine

... (Borongan) Fr. Wolfgangus Bertold (Sulat) Fr. Hieronimus Ketten (Tubig) (Phil.
4, f. 156v) 1738 Fr. Josephus Carnesequi, ...

 

Leyte-Samar studies - Pagina 83

di Divine Word University of Tacloban Graduate School, Graduate School, Divine Word University of Tacloban - 1968

... (Borongan) Fr. Wolfgangus Bertold (Sulat) Fr. Hieronimus Ketten (Tubig) (Phil.
4, f. 156v) 1738 Fr. Josephus Carnesequi, ...

 

 

Missions religieuses modernes : notre lieu est le monde

Pierre-Antoine Fabre Bernard Vincent 2007

Cf Philip. 3 c 106 n 7

Giuseppe Maria Carnesechi est arrive aux Philippines en 1718. Ne le 5 octobre 1685 a Florence , il est devenu jesuite le 7 septembre 1704. Il a etudie' pendant trois ans philosophie et la theologie . Il a enseigne pendant 4 ans la grammaire. Giovanni Battista Dario est arrive en 1718, en meme temps que Carnesechi dans les iles

 

 

 

 

 

 

 

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Ricevo dal dr Paolo Picccardi

ASFi

Corporazioni religiose soppresse dal governo francese

119 57

Pag. 567

 

24 Ottobre 1771

E’ passato all’eternità il Ven. R.re Angiolo Carnesecchi circa alle ore 7 di questa sera; fino dallo scorso Luglio fu assalito da lenta febbre e universale debolezza, con nausea di cibo, onde fin d‘allora fu costretto guardare il letto o vero le sue camere, dalle quali per consiglio del medico si stimò opportuno in questa m.a sera essendo più aggravato condotto nell’infermeria. Camminando adunque da se med.o sebbene appoggiato scese la scala del suo quartiere, e passando per il Dormentorio si portò nella camera a lui destinata, ma ivi appena giunto fu sorpreso da una mortale sincope con tale violenza, che appena un Sacerdote fu in tempo ad amministrargli l’estrema Unzione, e l’ Assoluzione Sagram. che rese l’anima al Divino Creatore in età di anni (in bianco). La Religiosa vita condotta ci può rendere con ragione sicuri che la subitanea morte non sia stata improvvisa, onde abbia reso l’Anima tra le braccia del suo Divino Signore.

 

 

 

 

 

Nel 1754 troviamo :

Monsignor Carnesecchi a Padova , cappellano domestico di Sua Altezza Nettunia

 

 

Dalle " Lettere familiari dell'abate Giuseppe Gennari padovano " 

 

Lettere famigliari dell'ab - Pagina 130

di Giuseppe Gennari - 1829 - 226 pagine

Pin qui aveva scritto, quando seppi da Paluello, ch'era capitato monsignor di
Carnesecchi cappellano domestico di Sua Altezza Nettunia. ...

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All'abate Giovanni Nani Venezia

 

Sono andato farneticando col cervello buona pezza di tempo per trovar materiale da scrivervi degna di voi ; impercioche' voi non somigliate niente , niente que' gentiluomini de' nostri tempi , che si stanno tutto di ad acculattare le panche , e ritti al muro come gli arazzi senza mai far cosa che li distingua dal volgo. Cappiterina ! voi leggete , scrivete , studiate , meditate , e che so io ; sicche' non bisogna venirvi innanzi con vivande viete e stranie , o triviali e scipite , ma con ghiotti e saporiti bocconi . E quindi appunto nasce l'imbroglio in che ora mi trovo, perocche' da un lato l'amore che vi professo non comporta che piu' a lungo mi taccia , e dall'altro ne' il mio ingegno grossolano , ne' la citta' quasi spoglia d'abitatori mi somministra argomento con cui trattenervi , almeno piacevolmente , se non con frutto . Qui non si parla ne' di armi ne' di lettere , ma di vendemmia e di mosto , delle biade svilite , del denaro che non circola , e della rotta del Pigozzo , che alla barba dei preti e dei matematici non vuole stabilmente rimarginarsi. Or pensate se queste sono cose che tocchino l'ugola ad un giovane , qual siete voi , dedito a si gravi studi ! Vi potrei dire che il Marsili e' gramo e malcontento d'essere gito a Parigi , dove le tanto da noi magnificate grandezze sono cosi immaginarie come gli orti d'Alcina ; che benedice gl'Italiani e l'Italia , e che generalmente i Francesi gli paiono una razza di pazzi e di matterulli . Ma che dee importarvi di cio' quando l'eccellentissimo vostro cugino il signor Alvise Emo vi avra' pienamente informato del vero ? Opra perduta ancora sarebbe il dirvi , che il conte Algarotti non tornera' piu' a Berlino , ne' l'abate Rocchi a Venezia , imperciocche' sono certo che l'abbiate gia' inteso dal Patriarchi . E per la stessa ragione nulla vi scrivero' della critica di fra Bastiano contro il Zanetti , il quale ha fermato di non volerla nemmeno leggere . Pure , chi sa ? a ogni porco viene il suo Sammartino. Anche frate Zaccaria scrivendo villanamente contro il Polcastro ha stuzzicato un vespaio che a un bel bisogno ne lo fara' pentire. Intanto nella prima settimana d'ottobre e' uscita dai torchi del Valvasense una lettera che gli sapra' molto di sale . Ben gli sta ; non mi duole : Qual asino da in parete tal riceve. Credete voi che chi si pigliasse il fastidio di rivedere le bucce a quel suo libraccio delle Scorrerie , non vi troverebbe della robaccia tanta e poi tanta ? Io parlo per ver dire . Non per odio d'altrui ne' per disprezzo , Ma tornando su quel che importa , diro' come disse colui che tosava il porco : gran rumore e poca lana. Ho ciarlato assai senza dirvi cosa che valesse un puntal di stringa .Ma che n'ho a fare io ? la botte non da se non del vino ch'ella ha ; se io avessi la piacevol fantasia del conte Gozzi , e la testa sintetica dell'abate Rocchi , o m'intendessi di calcolo come il conte Ottavio di Sbrogliavacca , o di storia barbara come il Brunacci , o fossi tanto dabbene quanto il Patriarchi amor de' cherubini , potrei mandarvi un capitolo berniesco , o una nuova dimostrazione , o la soluzione di qualche problema , o una pergamena del decimo secolo , o una qualche divota meditazione ricopiata d san Bernardo o da sant'Agostino . Fin qui aveva scritto , quando seppi da Paluello , ch'era capitato monsignor Carnesecchi cappellano domestico di Sua Altezza Nettunia . Permettetemi che vi pianti per ora e vada in traccia di lui. Assicurate della mia verace servitu' l'eccellentissima cognata , e i fratelli , e tenetemi nel numero de' vostri.

Padova , 20 Ottobre 1754

 

L'abate Giuseppe Gennari all'abate Giovanni Nani in Venezia 

Sono andato farneticando……………………………………………….

……..Fin qui aveva scritto , quando seppi da Paluello  , ch'era capitato Monsignor di Carnesecchi capellano domestico di Sua Altezza Nettunia . Permettete che vi pianti per ora e vada in traccia di lui . Assicurate della mia verace servitu' l'eccelentissima cognata , e i fratelli , e tenetemi nel numero dei vostri .

Padova 20 ottobre 1754

 

 

 Non ho la piu' pallida idea di chi possa essere e non so nemmeno chi sia Sua Altezza Nettunia

 

 

 

 Monsignore è un titolo mutuato dal francese monseigneur, che significa "mio signore". Esso è riservato, all'interno della Chiesa cattolica, a coloro che hanno ricevuto il sacramento dell'ordine sacro nel grado dell'episcopato. Viene anche dato a seguito di speciale concessione della Santa Sede anche ai membri del presbiterato (cioè ai preti).

Il titolo di monsignore è puramente onorifico, quindi non comporta un aumento di "capacità" o di "poteri" rispetto ai preti che non sono monsignori. Il monsignore può essere distinto dagli altri preti a motivo delle sue vesti: i cappellani e i prelati d'onore possono portare l'abito talare nero filettato (cioè con un bordino violaceo) e la fascia parimenti violacea; i protonotari possono portare la veste e la fascia interamente violacee (esattamente come quelle usate dai vescovi).

 ( da Wikipedia )

 

 

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Con la dinastia Lorenese i Carnesecchi nobili si estinguono e quindi scompaiono dalla vita politica del Granducato

 

 

 

Come abbiamo visto in questo periodo le linee iscritte alla nobilta' o ricche si estinguono o perche’ senza prole o per via femminile

 

Ridolfo di Francesco nato il 20 genn 1698 morto il 23 gennaio 1756 senza prole

…….ove era la casa di Francesco Maria , il quale non e' molto ch'e' passato all'altra vita senza successione . (Mecatti :1754 )

 

Le ricchezze dei Carnesecchi passano per via ereditaria ad altre famiglie

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 Una proprieta' dei Carnesecchi (??? ) : Villa Lanfranchi Chiccoli Aulla Prini (oggi Zalum) (S. Casciano, Via di Mezzo Nord)

Esempio di villa fattoria, con facciata lineare e imponente, con importanti annessi agricoli che costituiscono le due ali laterali e simmetriche della residenza. La villa è dotata inoltre di vaste proprietà terriere. Portata in dote alla famiglia Prini (importante casato pisano, che abitava in un palazzo sull'odierno Lungarno A. Pacinotti) da Camilla Aulla Poggi Carnesecchi, in occasione del suo matrimonio con Pier Gaetano Prini, celebrato il 21 settembre 1800

Abbiamo precedentemente visto come il castello di Santa Maria Novella fosse passato per via femminile agli Aulla , puo' essere che la proprieta' fosse degli Aulla divenuti Aulla Carnesecchi e non ereditata dai Carnesecchi

 

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Ma i Carnesecchi non si estinguono

A portare avanti il nome ci pensano i discendenti delle linee estranee al patriziato mediceo

I discendenti di quei Carnesecchi che concorsero alle glorie della repubblica fiorentina

ma che furono estromessi o si estromisero dalla corte medicea

 

 

 

 

Io ritengo che molti Carnesecchi gia' dalla meta' del 1500 divenissero poveri : ad esempio molti degli antimedicei costretti all'esilio si impoverirono gia' nei tempi antichi

Di molti rami si persero le tracce

Nell'albero Genealogico rintracciato tra le carte del canonico del Duomo Piero di Francesco di Ridolfo si nota chiaramente la mancanza di alcuni individui ( dimenticati nella ricostruzione ) , a denotare l'incapacita' gia' dal seicento a ricostruire le vicende e lo svolgersi di famiglie di decine di figli .

 

Negli interrogatori di Pietro Carnesecchi ( il Pronotaro Apostolico arso nel 1567 ) compare un individuo

………..L'amico mio che mi scrisse credo fusse un mio parente di Carnesechi , il quale si trovava alhora qui soldato in Roma e si chiamava il capitano Battista Carnesechi.

 

…………Interrogatus a quibus haec ipsi domino constituto significabantur , respondit : <<Delle cose mie private ero avvisato da un parente mio , che come altre volte ho detto , si trovava alhora in Roma , chiamato il capitano Battista Carnesechi.

 

Nemmeno Pietro e' in grado di stabilire che grado di parentela ci fosse col Capitano Battista Carnesecchi ( e siamo solo intorno al 1567 )

 

Quindi la dispersione dei Carnesecchi fu cosa antica

 

E non mi meraviglia affatto di trovare dei Carnesecchi poveri o molto poveri , ridotti a fare i contadini , gia' ai primi dell'ottocento

 

Anche se questo legame tra gli odierni Carnesecchi e gli antichi e’ abbastanza evidente occorre una seria analisi genealogica ………………

 

 

 

 

 

 

 

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 una ( tra le tante ) linea genealogica fiorentina ricostruita

 

  

 

 

 

 26/10/1724 Carnesecchi Giuseppe fu Benedetto sposa Maria Angela Gandi in S. Frediano

29/11/1750 Carnesecchi Pietro fu GiovanDomenico di Pietro sposa Maria Margherita Palestri in S. Michele Visdomini

15/2/1768 Carnesecchi Antonio fu Pietro di Domenico sposa Maria Rosa Sborgi in S. Romolo ???

 

 

 

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 1/1/1614 Carnesecchi Bastiano di Gio. con Verginia di Bart.o in S. Niccolo' sopr' Arno ………….matrimonio

 12/11/1621 Carnesecchi Carlo di Bastiano di anni 2 in S. Niccolo'……………………………morte

 
 2/10/1616 Carnesecchi Gio. di Gio.Batt.a con Franca Papucci in S. Niccolo' sopr' Arno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

http://digilander.libero.it/multilabpitagora/lavori_studenti/sito_napoleone/napoleone_in_italia/1796.htm

 

Il 2 Marzo 1796 Napoleone viene nominato comandante supremo dell’armata d’Italia.

Nel 1796 Bonaparte cominciò la prima "Campagna d’Italia" costringendo il Regno di Sardegna alla pace e a riconoscere l’annessione di Nizza e della Savoia.

Il generale Bonaparte sconfisse ripetutamente i piemontesi e attuò nei confronti degli austriaci un’ampia manovra avvolgente. Il 10 maggio sbaragliò la retroguardia austriaca al ponte sull’Adda presso Lodi. La via per Milano era così aperta. Entrò a Milano il 15 maggio dove fu accolto trionfalmente.

La Francia tolse così la supremazia che l’Austria aveva posseduto nella penisola italiana; grazie al genio militare di Napoleone, le inflisse numerose sconfitte finchè Vienna accettò di firmare i preliminare per l’armistizio.

Il papa Pio VII fu costretto nel 1797 a firmare la Pace di Tormentino con la quale cedette Bologna Ferrara e la Romagna. Napoleone decise allora di dar vita nell’Italia settentrionale e Repubbliche sorelle indipendenti. La prima di queste fu la Repubblica Cispadana proclamata il 27 dicembre 1796 dai deputati di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio

a Reggio Emilia per volere di Napoleone.

Fu durante questo congresso che come vessillo della neonata Repubblica fu adottato il tricolore verde, bianco e rosso.

Questo organismo ebbe però vita breve perché i suoi territori furono aggregati alla Repubblica Cisalpina creata a Milano nel maggio’97 ingrandita poi con ex Veneto di Bergamo, Brescia, Crema e Valtellina.

Nel giugno 1797 la Repubblica Ligure viene trasformata in senso democratico.Napoleone il 17 ottobre ’97 firmò la pace di Campoformio con l’Austria che in cambio del riconoscimento della Repubblica Cisalpina e dei Paesi Bassi ottenne il Veneto, l’Istria e la Dalmazia.

Questo "commercio di popoli" amareggiò molti italiani che avevano creduto nei francesi.

Dopo ciò abbandonò l’Italia ma l’espansione non ebbe termine.

Le sue truppe nel Febbraio’98 occuparono lo Stato Pontificio e espulsero PioVI e proclamarono la Repubblica Romana.

Nel novembre’98 i re di Napoli, Ferdinando IV,lanciò un attacco nel Lazio all’esercito francese che però mise in fuga i Borboni.

 

 

 

 

 

HREF="http://digilander.libero.it/multilabpitagora/lavori_studenti/sito_napoleone/napoleone_in_italia/1806.htm">http://digilander.libero.it/multilabpitagora/lavori_studenti/sito_napoleone/napoleone_in_italia/1806.htm

La repubblica Cisalpina,ricostituita da Napoleone dopo la vittoria di Marengo e ampliata a est fino all'Alto Adige,a ovest fino al Sesia,fu trasformata nel gennaio 1802 in Repubblica Italiana,con una nuova Costituzione basata su quella francese del 1799.

La presidenza della Repubblica venne assunta dallo stesso Bonaparte, che nominò vice presidente un patrizio milanese Francesco Melzi d'Eril.

Nel marzo 1805 la Repubblica Italiana venne trasformata in Regno d'Italia;Napoleone, che ne cinse la corona si fece rappresentare a Milano col titolo di vicerè dal figliastro Eugenio di Beauharnais.vennero creati nuovi organi di governo:un Consiglio di Stato,con il compito precipuo di elaborare i progetti di legge , e un Senato composto da almeno due rappresentanti per dipartimento scelti anch'essi dal re.

Nel 1086 il Regno d'Italia venne ingrandito con l'aggregazione di tutto il Veneto , dell'Istria e della Dalmazia.

La sistemazione definitiva data da Napoleone all'Italia si basava su due ampi Stati:il Regno d'Italia nel centro nord e il Regno di Napoli nel sud.

Piemonte, Liguria e Ducato di Parma e Piacenza furono invece annessi all'impero francese.

Il regno d'Etruria(Toscana) e lo Stato della Chiesa, inizialmente autonomi, saranno successivamente incorporati alla Francia.Conservo un governo autonomo il Principato di Lucca e di Piombino, affidato a Elisa Bonaparte (sorella di Napoleone) e a suo marito Felice Baciocchi.

 

 

 

 

Annessione all'Impero Napoleonico

1807 - 1809

ELISA BONABARTE BACIOCCHI

1809 - 1814

FERDINANDO III (2^ reggenza)

1814 - 1824

LEOPOLDO II

1824 - 1859

 

 

 

 

 

 

 Presenze di Carnesecchi in Toscana nel 1808-1814 (censimenti napoleonici ) Lucca esclusa

 

Queste presenze si basano su dati non esaustivi : infatti si basano sui nati maschi nel periodo 1808-1814

 

 

Firenze

Pellegrino (oggi Firenze )

Fucecchio

Montespertoli

Sesto Fiorentino

Casellina e Torri ( oggi Scandicci )

Pistoia

Lorenzana ( Pi )

Siena

Monteriggioni ( vicino a Colle Valdelsa )

Asciano

Pienza

Montalcino

Sinalunga

Arezzo

Bibbiena vicino a Poppi

Quindi nel periodo 1808-1814 i Carnesecchi sono presenti in Toscana

In 6 localita' fiorentine

A Pistoia

A Monteriggioni vicino a Colle Valdelsa

A Lorenzana (Pi)

A Bibbiena vicino a Poppi

Ad Arezzo

A Siena e ad Asciano di Siena

E inoltre nel territorio a sud di Siena cioe' a Pienza , Montalcino e Sinalunga

Cioe' nel 1808-1814 la presenza e' fortemente ristretta a 8 nuclei

Sono escluse le zone di Livorno e di Grosseto

Quindi l'espansione in queste zone e' successiva al 1814

Questo e' un dato fortemente significativo !!!

E' totalmente esclusa anche la zona di Pisa non considerando Lari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutte le storie ora viste fanno parte della vita ,

Qui hanno trovato principalmente spazio i potenti , i ricchi : i " sciur "

Ma nella vita ci sono anche i poveri

Nel corso delle generazioni c'e' chi da ricco diventa povero e chi da povero diventa ricco

Mentre alcuni dei Carnesecchi rimasero ai vertici dello stato tanti altri divennero nello stesso periodo poveri se non poverissimi

Cosi' si passa dal nobile abitante nel castello al contadino della Maremma , da un Carnesecchi padrone del Caffe' Greco in via Condotti a Roma alla fine del 1700 ad un Carnesecchi padrone di una locanda a Ceprano in cui pernotta Garibaldi nel 1849 .

Anche questi sono i Carnesecchi e anche loro meritano o meriterebbero spazio in questa storia , ma dei piu' poveri e delle loro sofferenze spesso non rimane traccia

 

Io comunque credo , come dicevo innanzi , che negli anni intorno al 1700 inizi il generale declino familiare , le linee nobili si estinguano e i Carnesecchi si allontanino dalle aree del potere dalla vita pubblica e dalla storia

 

 

 

 

 

Si scuoteranno finalmente nel 1800-1900 dal loro torpore con :

 

Agostino Carnesecchi

Giovanni Carnesecchi

Dante Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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  ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno 2003

 

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Nome e cognome: Irene Fosi
Luogo e data di nascita: Siena, 21.3.1951
E-Mail:
irenefosi@unich.it
Indirizzo di lavoro: Dipartimento di Studi Medievali e Moderni Campus Universitario 66013 Chieti Scalo
Telefono di lavoro: 08713556471
Posizione lavorativa: professore ordinario Università Università degli Studi G. D'Annunzio di CHIETI Dipartimento Dipartimento di Studi Medievali e Moderni

 

Archivi di famiglie toscane nella Roma del Cinque e Seicento: problemi e prospettive di ricerca, in Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica, a cura di L. Casella e R. Navarrini, Udine 2000, pp. 255-276

I mercanti fiorentini, il Campidoglio e il Papa: il gioco delle parti, in Roma e lo Studium Urbis, Roma 1992, pp. 169-185;
La memoria di Firenze. Genealogie e storie di famiglie fiorentine nella Roma del Seicento, in Società e istituzioni in Toscana nell'età moderna, I, Firenze 1994, pp. 179-195;
I Fiorentini a Roma nel Cinquecento: storia di una presenza, in Roma Capitale (1447-1527), a cura di S. Gensini, Pisa 1994, pp. 389-414;

 

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 Ho dalla dottoressa Maria Pia Paoli :

 

 Un'altra ottima fonte manoscritta per notizie su personaggi fiorentini di vari secoli sono le schedine in ordine alfabetico di cognome contenute nel cosiddetto Poligrafo Gargani

conservato nella Sala manoscritti della Biblioteca Nazionale di Firenze.

 

GARGANO GARGANI, autore del Poligrafo Gargani, ha compiuto un lavoro di spoglio di tutte le fonti prosopografiche

delle famiglie nobili fiorentine, ed ha messo insieme una miniera di notizie preziose per gli studi storici, artistici e letterari

riguardanti la Toscana dal secolo XII al secolo XIX. L’opera, consistente in una raccolta di trecentomila schede ordinate

per nomi di famiglie, è conservata nella sala manoscritti della Biblioteca Nazionale di Firenze. 

 

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