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ing.Pierluigi Carnesecchi

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

Personaggi

 

 

Bernardo di Andrea di Bernardo di Cristofano Carnesecchi ( 1481--1557 )

 

 

 

 

Michele Luzzati ……….Tra i suoi figli (di Andrea di Bernardo , nato nel 1442 e commissario di Cortona nel 1498 ) e non come dice il Passerini tra i figli di Andrea di Paolo di Simone di Paolo , e' da annoverare il Bernardo che fu eletto senatore nel 1547 , da cui un Pierfrancesco senatore nel 1571 e morto nel 1576 , padre del Cristoforo eletto senatore nel 1586

 

Appartenente ad un ramo sicuramente filomediceo 

 

Priore nel 1515

Vicario di Pescia

Commissario di Pistoia

Senatore del granducato dal 1546

Conte palatino ereditario

 

 

 

 Papa Leone X concede a Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi il titolo di Conte Palatino ereditario

Anno 1515

Papa Leone X ,quando ando' a Firenze ,con bolla del 25 dicembre 1515 insigni della contea palatina ereditaria colle relative prerogative i priori ( tra i quali Bernardo di Andrea di Bernardo Carnesecchi ) e il gonfaloniere della repubblica con facolta' di aggiungere alle loro armi gentilizie , in memoria di questo benefizio , la palla azzurra con entro i tre gigli d'oro , dell'arme medicea , posta tra le lettere L e X . e contemporaneamente dono' loro lo stocco e il berettone , com'era di costume verso i regnanti , e come tali li tratta chiamandoli nobiles viri , distinzione assiografica che, come tutti sanno , i documenti pontifici riservano ai principi e ai gran signori

Raffaello, Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Lorenzo de' Rossi, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze

 

 

 

 

 

La palla azzurra con entro i tre gigli d'oro , dell'arme medicea , posta tra le lettere L e X

 

 

 

 

Ademollo A. Marietta dei Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio a cura di L. Passerini V Firenze 1845 pp 1768 ss 

 

 

BERNARDO CARNESECCHI GIUDICE

LODO   : Decisione presa da Bernardo di Andrea di Bernardo

 

Bernardo Carnesecchi legal decision, 1516 (1517)

Physical description: 1 item (6 leaves) : parchment.

Summary:

Legal decision by judge Bernardo di Andrea Carnesecchi of Florence concerning the dispute between the brothers Cosimo, Giovanni, Niccolo`, and Simone di San Miniato over the estate left by their father, Bartolomeo di Bartolomeo di San Miniato. Notarized by Francesco di Giovanni Anselmi of San Miniato on 23 March 1516. Filed with the document is a short, later summary written in Italian on paper.

Contained in: Samminiati Records

Manuscript location: University of Pennsylvania, Kislak Center for Special Collections, Rare Books and Manuscripts Ms. Coll. 764 Item 179

Sold by Renzo Rizzi (Milan).

 

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in questa decisione viene ricordato un lodo pronunciato il 30 aprile 1507 da Giovacchino Guasconi, Bernardo Carnesecchi e Alessandro Acciajoli arbitri tra le comunita' di Castelfiorentino e quella di Montaione

 

 

In altra parte della filza dell’Archivio di San Miniato si trova copia della decisione del Magistrato dei Nove, in data 14 novembre 1624, che riporto nelle parti essenziali.

In Dei Nomine Amen

Noi Carlo Berardi Preposto, Senat. Iacopo Corsi, Senat. Angelo Niccolini, Cav. M. Giuliano Poltri, Neri Bonciani, Francesco Ghetti e Benedetto Ruscelli

Sette del numero del Magistrato dei Sig.ri Nove Conservatori della giurisdizione e dominio fiorentino, assieme adunati nella solita audienza in valido numero per rendere ragione nella causa vertente al Magistrato di Lor Signorie, infra la Comunità di Castelfiorentino da una parte, e gli uomini e Comunità di Montajone dall’altra parte.

Erano presenti Messer Iacopo Pinelli procuratore di Montaione, Bartolommeo Visconti per Castelfiorentino e i testimoni Angiolo Paletti comandante e Fiorillo Cuorgentili tessitore.

.....Invocato prima il SS. Nome di Dio,

sentenziamo, pronunziamo, e dichiariamo le cose esposte e domandate per Messer Iacopo Pinelli in detti nomi, essere state ed esser vere e potersi e doversi fare ragione e secondo la forma degli Statuti e Ordinamenti di Firenze et del nostro Magistrato; e successivamente diciamo agl’uomini, Comunità e Castello di Montajone essersi aspettato e appartenersi come veri padroni e fondatori della chiesa et eremitorio di S. Vivaldo, posto nella Selva e Bosco di Camporena, Podesteria di Montajone, l’uso, dominio, possessione e governo di detta chiesa et eremitorio con tutti quelli titoli, onori, dignità e proeminenze che hanno avuto e aver sogliono i veri padroni dei luoghi pii.

E gl’uomini di Castelfiorentino non vi avere, né vi avere a che fare in conto alcuno; siccome diciamo ancora, che lo eleggere e licenziare il procuratore di detto luogo si aspetti alla detta Comunità di Montaione in conformità degli ordini dati dal nostro Magistrato in esecuzione dei benigni rescritti della felice memoria del granduca Ferdinando Primo, degli 19 luglio 1591, e 4 agosto 1596, come ancora il poter disporre della fiera in detto luogo il primo, 2do e 3° di maggio ogn’anno in perpetuo, conforme all’indulto datoli dalla Repubblica Fiorentina l’anno 1451 il dì 19 febbraio, rinnovata l’osservanza dal nostro Magistrato per sua lettera de 27 aprile 1596.Come ancora il poter diramare e far legna nel Bosco di detto luogo per uso, comodo e servizio delle trabacche 16 , botteghe e frascati di detta fiera, senza che gl’uomini di Montajone paghino, o diano mercede o tassa alcuna per detto conto agl’uomini e Comunità di Castelfiorentino, come fu deciso dal lodo de 30 aprile 1507 fra dette Comunità per Giovacchino Guasconi, Bernardo Carnesecchi e Alessandro Acciajoli di loro arbitri, ratificato dalle suddette parti, sotto il medesimo giorno come per rogito di Francesco Ottaviani arretino, not. pub. fiorentino.

E per ovviare a qualunque inconveniente, che mai in avvenire potesse più nascere in fra dette Comunità per detto conto, diamo facoltà che dagl’uomini e Comunità di Montajone se ne possa fare iscrizione in pietra o marmo per affiggerla in detto luogo a perpetua memoria a fine et effetto che si sappia et osservi universalmente e inviolabilmente da tutti la verità di quanto sopra si contiene in questa nostra sentenza. E per giusta causa assolviamo le parità delle spese.........

 

 

 

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