contatti : pierluigi18faber@libero.it

ing.Pierluigi Carnesecchi

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

 

Nello stesso periodo viene assassinato al Termo d'Arcola l'anarchico individualista Dante Carnesecchi uno dei protagonisti del "biennio rosso" spezzino

Un'altra faccia della stoia

qui: http://www.carnesecchi.eu/Dante.htm

 

 

Curzio Carnesecchi

Sindacalista socialista , fascista della prima ora , dissidente fascista

 

Curzio Carnesecchi di Giovanni e di Caterina Barbetti nato a Bibbona frazione di Cecina il 30 settembre 1876 , morto a Piombino 3 febbraio 1929

 

 

 

 

Bibbona : dati del censimento del censimento 1841 fonte dr Roberto Segnini

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per la cortesia di Antonio Bonanni

 

 

per la cortesia di Antonio Bonanni

 

 

Ho corretto l'albero dei Carnesecchi di Bibbona su indicazione del sig. ANTONIO BONANNI di Bibbona che ha svolto un'importante lavoro di catalogazione dei dati presenti sui registri di battesimo della Parrocchia di Sant'Ilario a Bibbona

 

 

 

 

 

La nascita del fascismo italiano e' un fenomeno che prende l'avvio da quello che era successo in Russia

Avvenimenti quelli russi che portarono nella classe operaia italiana riflessioni diversissime

Internazionalismo e nazionalismo con lo sfondo di una guerra vinta ma che aveva causato uno sconquasso sociale

Aspettative e resistenze

La situazione politico sociale italiana e' in quel momento storico un calderone in cui si butta dentro di tutto

Un mondo troppo stretto

Fino a quando non vi sara' una seria presa di coscienza di quello che avvenne vi sara' il pericolo che i fatti del passato diventino parte del futuro dei nostri figli

 

Curzio e' un personaggio le cui vicende sono degne di attenzione , legato ancora ai "Fasci di Combattimento " si richiamava a quel fascismo della "prima ora" carico si di violenza rivoluzionaria ma anche di ideali sociali ma apparteneva anche e nonostante ad un fascismo gia' degenerato nel 1921 nella violenza squadristica

Probabilmente illuso che gli ideali sansepolcristi potessero essere l' anima del nuovo Partito Nazionale Fascista : proclamava "Bisogna spezzare il latifondo" quando il partito si preparava a difenderlo

Considerava probabilmente la violenza dapprima come una fase necessaria ma poi si illudeva sulla possibilita' di una svolta normalizzatrice negli anni 23 e 24 : Il manganello non deve , non puo' essere il sistema . Esso e' e deve essere l'eccezione; In ogni italiano dobbiamo vedere un fratello , redimerlo non e' sopprimerlo .

Disilluso fa parte prima di quella resistenza all'interno del partito fascista e dopo di quella dissidenza che lo portera' all'espulsione . Fenomeno non molto conosciuto

In definitiva un ingenuo idealista utilizzato e tradito dal trasformismo di Mussolini

 

 

 

Una figura centrale del primo fascismo UMBERTO PASELLA

 

Umberto Pasella (Orbetello, 20 luglio 1870 – 1957) è stato un sindacalista e politico italiano. Fu segretario dal 1919 al 1921 dei Fasci italiani di combattimento.

Sindacalista rivoluzionario, fu segretario della Camera del lavoro di Ferrara nel 1906, di Parma nel 1908, dove collaborò con Cesare Rossi e Michele Bianchi, e poi di Piombino. Aderì all'Unione Sindacale Italiana e fu interventista alla vigilia della prima guerra mondiale.

Nel 1919 a Milano fu uno dei fondatori dei primi Fasci e fu uno dei sansepolcristi facenti parte della Massoneria. In agosto divenne segretario generale dei Fasci di combattimento, rimanendolo fino al novembre 1921, quando si sciolsero nel PNF.

Dopo alcuni anni in ombra dopo la marcia su Roma, negli anni '30 e '40 fu attivo nei sindacati fascisti. Aderì alla RSI e il 27 aprile 1945 partecipò a Como con Pino Romualdi alle trattative di resa con il CLN

 

 

 

CURZIO CARNESECCHI

 

legato alla figura di Umberto Pasella

 

DA SINDACALISTA SOCIALISTA A SINDACALISTA FASCISTA

DAI VERTICI DEI FASCI DI COMBATTIMENTO ALL'ESPULSIONE DAL PARTITO NEL 1926

sindacalista socialista

identificato come sovversivo dal 1902

Fascista della prima ora

Ai vertici del movimento fascista nazionale

' molto probabile sia stato poi messo al bando dai vertici per essersi scontrato con gli agrari . Esempio del dissidentismo di una parte dei fascisti della prima ora sostenitori della necessita' di rinunciare ai metodi violenti e della necessita' della normalizzazione , ma anche del perseguimento degli ideali sansepolcristi

iscritto nuovamente nel casellario politico centrale (CPC) come sovversivo e come tale muore nel 1929

 

 

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Figura nel casellario politico centrale :

Curzio Carnesecchi di Giovanni nato nel 1876 a Bibbona residente a Piombino possidente politicamente inquadrato come socialista

cod identificativo 04890 osservato 1902--1932 .

 

 

 

Nel marzo 1902 ha 25 anni

 

Risiede ancora a Bibbona , ed e' sposato

 

il 3 marzo 1902 figura il seguente cenno biografico di pubblica sicurezza (tratte da CPC )

Residente a Bibbona frazione di Cecina , possidente , bracciante, ammogliato con Geri Elena , ha due figli . Socialista .

Nel pubblico riscuote buona fama .E' di carattere indifferente .Educazione da operaio . E' di mediocre intelligenza e cultura.

Ha frequentato le scuole elementari . Frequenta i correligionari .In famiglia si comporta bene .

Non tenne cariche pubbliche ne' amministrative . La condotta e' relativa ai principi che professa . E' iscritto al partito socialista .

Ha influenza nei pochi socialisti esistenti in Bibbona . Non e' in corrispondenza epistolare con individui del partito ne' in Italia ne' fuori.

Non appartiene ad alcuna associazione . Non collabora ne' collaboro' in giornali. Fa propaganda tra gli operai e contadini di Bibbona ma finora con poco profitto .

Verso le autorita' mantiene un contegno piuttosto indifferente . Prese parte al congresso privato socialista regionale di ………tenutosi a Cecina il 29 dicembre 1901.

Risulta promotore di conferenze socialiste ed e' proclive a prendere parte a qualsiasi manifestazione pubblica e privata del partito stesso.

Non fu mai ammonito. Non fu al domicilio coatto . Non subi condanne.

 

 

Nel giugno 1903

 

Il 30 giugno 1903 e' stato denunziato all'Autorita' Giudiziaria siccome responsabile del delitto di cui all' articolo 166 del codice penale e cioe' per avere il 23 giugno occorso insieme ad altri individui usato violenza a 22 donne per impedire di recarsi alla mietitura de grano se i rispettivi padroni non avessero aumentato la mercede giornaliera.

 

 

 

Curzio Carnesecchi corrispondente piombinese del giornale "La Martinella"

 

 

1906-1907 : la vicenda del giornale " Il Martello"

 

La nascita della Camera del Lavoro a Piombino

 

Dopo le conclusioni del congresso di Roma e la reazione dei Sindacalisti , il partito socialista a Piombino continuava a restare unito formalmente ancora per un anno , ma in realta' i due tronconi agivano indipendentemente l'uno dall'altro , con proprie strutture direttive ed organizzative. Gli scontri e i momentanei incontri caratterizzarono tutto l'anno 1907 fino alla definitiva scissione

La definizione dei poteri della federazione socialista sul " Il Martello " e la partecipazione dei Sindacalisti sul Comune sono i nodi immediati che le frazioni del partito vengono chiamate a sciogliere

La situazione de "Il Martello " era divenuta assai difficile. Il giornale veniva stampato a Piombino soltanto perche' questa citta' era il centro piu' importante del collegio , In realta' la direzione politica era affidata alla sezione piombinese e per essa alla maggioranza sindacalista.

Ora se per lungo tempo questa situazione aveva potuto durare dato il carattere di <> << la presenza in redazione di tre membri della minoranza , Bacci Granelli e Carnesecchi che potevano in qualche modo influenzare la tendenza maggioritaria , dopo il congresso di Roma si era fatta insostenibile.

I sindacalisti avevano infatti espulso la minoranza dalla redazione e si era verificato il paradosso che il giornale federale del PSI veniva diretto completamente dai sindacalisti , maggioranza nella sezione di Piombino ma minoranza nel collegio

Del problema si occupava per prima la Commissione federale del partito , poi il congresso collegiale ed infine ancora la commissione federale

 

by Gordiano Lupi

PIOMBINO — La Camera del Lavoro nasce ufficialmente nel 1907, la sua commissione esecutiva è soprattutto rivoluzionaria, con una modesta partecipazione di riformisti. Viene eletto segretario Curzio Carnesecchi, un impiegato comunale che fa da mediatore tra le opposte fazioni per cercare di tenere unito il sindacato. Alcuni nomi di sindacalisti molto attivi: Bacci (fonditore), sempre della minoranza riformista, Pio Dardini (muratore), Primo Lazzeri (macchinista) e Giuseppe Damiani (operaio).

La Camera del Lavoro si compone di 26 leghe, alcune di mestiere (laminatori, fornaioli, tubaioli, elettricisti, attrappatori, forbiciai, macchinisti, fuochisti, muratori, ferrovieri, meccanici…), formate da operai specializzati; altre di reparto (cottimisti delle varie unità produttive, come altoforno e treno a freddo). La maggior parte delle leghe è di natura siderurgica, composte in gran parte da operai della Magona, dopo il vittorioso sciopero del 1906. Accanto agli operai siderurgici piombinesi non mancano leghe di impiegati comunali, fornai e operai dei mattoni refrattari.

by Gordiano Lupi

 

 

Alla riunione della CF del 12 dicembre 1906 gli integral-riformisti mettevano sotto accusa i sindacalisti stigmatizzando l'espulsione della minoranza dalla redazione del "Martello" e la trasformazione ,dello stesso in organo di frazione; proponevano, inoltre, che la nuova redazione fosse eletta dalla federazione e ne rispecchiasse quindi la composizione politica. I sindacalisti rispondevano che Il Martello, con il suo trasferimento a Piombino, era diventato di proprietà della locale sezione, che ne aveva infatti tutte le responsabilità amministrative, e che, quindi la direzione del settimanale spettava alla magioranza della stessa. Essi negavano però che il giornale avesse perduto il carattere di " tribuna libera " e si dichiaravano disposti a pubblicare interventi della minoranza '.

Vista l'impossibilità di superare il punto morto a cui erano giunte le discussioni in sede di CF, si decise di convocare un congresso collegiale straordinario per il maggio seguente. In questa sede i sindacalisti accettavano la proposta che Il Martello tornasse ad essere organo collegiale del PSI, ma continuavano ad insistere perché la redazione venisse nominata dalla sezione di Piombno. Lasciavano inoltre intendere di essere disposti ad accettare nuovamente membri della minoranza nella redazione. A questa soluzione, che poi sarà ratificata dalla maggioranza del congresso, si opponeva decisamente Ferruccio Niccolini, che era ormai convinto dell'inevitabilità della scissione e proponeva la fondazione di un altro giornale, che fosse veramente quello ufficiale della federazione Il compromesso proposto dai sindacalisti veniva sostanzialmente accettato e la Commissione federale, il mese successivo, ne definiva i particolari: Il Martello rimaneva organo collegiale, ma la redazione veniva eletta dalla sezione di Piombino. Sempre secondo il compromesso stabilito i sindacalisti facevano dimettere dalla, redazione Faliero Squarci e cooptavano Carnesecchi e Granelli della tendenza integral-riformista

Per quello che riguarda la permanenza della tendenza sindacalista al governo degli enti locali dopo il congresso di Roma, Il Martello aveva cominciato a dibattere la questione fin dal novembre 1906. Dalle lettere apparse nella rubrica " Tribuna libera " del giornale è possibile vedere come neppure i sindacalisti fossero concordi sui modi di utilizzare il potere locale.

Alcuni sostenevano la necessità di abbandonare definitivamente il Comune e di disimpegnarsi in genere da tutta la lotta elettorale per puntare direttamente sull'organizzazione dei sindacati in fabbrica; questa corrente, decisamente e coerentemente astensionista, rimaneva in questo periodo minoritaria all'interno dei sindacalisti piombinesi: i piú, infatti, propendevano per agire sulla maggioranza consiliare sindacalista perché imponesse una svolta nella politica amministrativa. Tuttavia anche costoro non suggerivano alcuna alternativa concreta agli indirizzi della giunta in carica '. L'unico suggerimento di azione politica a livello comunale, anch'esso però del tutto astratto, veniva da un operaio di Genova, il quale, intervene ' rido nel dibattito in corso, proponeva di restare si nell'amministrazíone locale, ma di " togliere dal bilancio comunale tutte quelle spese che vanno a rafforzare l'ìnteresse della classe borghese e militare per mezzo dello Stato, sopprimere tutte quelle tasse inutili che gravano sulla classe lavoratrice... " '. La mancanza di una visione chiara della funzione dei centri di potere locale in una strategia di lot ta per il socialismo doveva costringere i sindacalisti a congelare la loro maggioranza consiliare ed a lasciare inalterata la politica dell'amministrazione Granelli fino al momento della scissione, quando cioè la corrente astensionista avrà guadagnato molte posizioni tra i dirigenti sindacalisti di Piombino. In quel momento i sindacalisti si dimostravano cosí lontani dall'astensionismo da presentare candidato al consiglio provinciale e da far quindi eleggere uno dei capi della corrente: Leopoldo Conti .

In questo periodo denso di discussioni e di contrasti, che precede la scissione del partito socialista, cade la data di fondazione dell'organismo di classe che avrà parte essenziale nella storia del movimento operaio a Piombino: la Camera del lavoro.

 

Già l'esperienza del vittorioso sciopero alla Magona aveva di-mostrato quale fosse l'importanza di urao elemento di coordinazione e di direzione delle varie forze operaie in lotta; questo strumento fu trovato, allora, con la creazione della Commissione esecutiva delle, leghe riunite. Con la proliferazione delle leghe di resistenza, avvenuta nel periodo immediatamente seguente la conclusione positiva dello sciopero questo organismo si dimostrava inadeguato ai nuovi compiti che lo attendevano; si trattava quindi di muoversi seriamente verso la formazione di una stabile. organizzazione orizzontale. .

Il Martello poneva questa esigenza fin dal gennaio 1907 ed auspicava che l'organismo da crearsi allargasse la sua sfera d'influenza fino a comprendere l'isola d'Elba e la Maremma grossetana .

Nel maggio dello stesso anno, il dirigente sindacalista Umberto Pasella, a Piombino per chiedere solidarietà concreta per gli scioperanti di Terni e per accompagnare i 25 bambini dei serrati ternani ospitati dal Comune, s'incontrava con i dirigenti delle leghe e li esortava a rompere gli indugi ed a fondare la Camera del lavoro . A Pasella interessava affiancare alle importanti CdL già controllate dai sindacalisti quella di un grosso centro industriale in continua espansione come Piombino. Nella fase esecutiva di questa operazione si entrava dopo il compromesso sulla redazione del Martello, ed a questo processo non doveva mancare neppure l'appoggio del blocco integral-riformista; lo stesso Niccolini infatti scriveva elogiando l'iniziativa in corso, che " la Camera del lavoro sconfina al di là della cerchia ristretta serbata ad altre associazioni di mutuo soccorso, essa porta la questione sul suo vero terreno a contatto con il capitale e sul terreno della piu' vera e pura lotta di classe " .

In questo momento, che sembrava essere quello di un parziale riavvicinamento delle due tendenze, Goffredo lermini si lasciava addirittura andare ad affermazioni spericolate quali: " Il socialismo o sarà sindacalista o non sarà "; oppure: " Le rivoluzioni le hanno sempre fatte le minoranze " " .

Con la collaborazione di tutto il partito si giungeva, dunque, a dar vita alla Camera del lavoro di Piombino, alla quale aderivano immediatamente 22 leghe di resistenza.

La Commissione esecutiva risultava composta da Gíuseppe Damiani, Curzio Carnesecchi, Primo Lazzereschi, Alessandro Manetti, Casímiro Tozzi, Pio Dardini, Alfredo Ceppatelli, Alfredo Nelli e Sigismondo Bacci ". La maggioranza rimaneva sindacalìsta, ma la segreteria veniva data a Carnesecchi, che in quel momento rappresentava l'elemento di mediazione tra le due tendenze.

Il Comune socialista metteva a disposizione del nuovo organismo operaio una sede gratuita e decideva di stanziare in bilancio L. 1.000 annue come contributo alla CdL

 

Questo clima di momentaneo idillio di tutte le forze socialiste doveva terminare clamorosamente appena un mese dopo.

 

Nell'ottobre 1907, a Milano, durante uno sciopero di gasisti e di muratori, i carabinieri di scorta ad un treno di crumiri spararono contro la folla. Un vasto sciopero di protesta scoppiò, con la partecipazione dei ferrovieri, a Milano e si estese subito in quasi tutte le città dell'alta Italia. Sicuro che la Confederazione generale del lavoro non avrebbe mai fatto appello alla solidarietà delle categorie per promuovere uno sciopero generale, Giolitti poté esercitare larghe rappresaglie contro i ferrovieri che avevano partecipato allo sciopero dell'ottobre 1907; sedici furono licenziati e migliaia retrocessi.

Con la deliberazione del 19 ottobre 1907 il CD della confederazione sconsigliò il sindacato dei ferrovieri di proclamare lo sciopero generale per protesta contro l'applicazione dei provvedimenti giudiziari e disciplinari; negò, cioè, la solidarietà delle categorie ad un eventuale sciopero .

 

Questa mancata solidarietà del partito e della Confederazione generale del lavoro ebbe una ripercussione notevolissima su tutta l'organizzazione operaia italiana, anche al di fuori di quei settori decisamente influenzati dai sindacalisti, i quali, naturalmente, non mancarono di stigmatizzare " l'ennesimo tradimento " del PSI.

 

A Piombino le ripercussioni della grave decisione fecero precipitare la situazione, rompendo il fragile equilibrio che si era formato al momento della fondazione della CdL. 1 sindacalisti erano ormai decisi alla scissione ed Il Martello dedicava tutta la prima pagina all'avvenimento con un lungo articolo firmato dalla maggioranza redazionale.

La prima parte di questo scritto era incentrata sulla ricostruzione dei fatti; l'ultima, che riportiamo quasi integralmente per rendere piú chiare le posizioni dei sindacalisti piombinesi al momento della rottura, mostrava quali fossero le conclusioni da tirarsi dall'avvenimento.

Noi, - scriveva dunque Il Martello, - per quanto ci addolori profondamente la situazione creata al proletariato italiano dall'ultimo atto del partito socialista e della Confederazione del lavoro, non ci sentiamo l'animo di lanciare invettive o di dettar condanne, quando ormai ben altro compìto e ben altra missione spetta ai veri amici del proletariato in questa ora grigia che attraversiamo. Ben altro compito spetta ora a noi, dopo che esperímentammo fino all'ultimo la possibilità di un ritorno dei partito socialista alle proprie origini. E' la palingenesi che occorre mentre il partito socialista, attraverso vergognose dedizioni, ha perduto definitivamente la fisionomia spiccatamente di classe che ne era la caratteristica e che lo poneva all'avanguardia di ogni movimento proletario. Che meravigliarsi adunque di questo ultìrno atto commesso ai danni dei ferrovieri? Non sono forse gli stessi uomini che, dopo gli anni belli dell'entusiasmo della propaganda evangelica, accortisi come il proletariato italiano sarebbe venuto ben presto con sviluppo precoce alla sua maturità a sconvolgere l'attuale assetto sociale, pensarono bene a salvaguardia delle loro posizioni conquistate, di togliergli i nervi col riformismo? [. ..] Che sperare ancora da questo partito che, fattosi incubatore di ministeri, ha condotto, dopo averlo imbambolato, il proletariato ai piedi di Giolitti prima, a quelli di Sonnino poi? Ma questi uomini non sono forse i medesimi del 1905, all'epoca dell'altro sciopero ferroviario, colpevoli della sconfitta dei ferrovieri mentre stavano accarezzando la vittoria? Che sperare dunque da questi uomini e da questo partito, che, ripudiando la lotta di classe, predicano la collaborazione con le classi della borghesia, calpestando, cosí, tutto il patrimonio filosofico, politico, etico del socialismo? [. ..] Ed è per tutte queste ragioni che noi di buon grado gettiamo definitivamente la tonaca alle ortiche, questa tonaca che volontariamente indossammo con la coscienza di prestare l'opera nostra disciplinata a profitto del proletariato. Oggi che l'esperienza ci ha insegnato e l'ultimo episodio dei ferrovieri ci ha dato la conferma di come il partito socialista di degenerazione in degenerazione siasi trasformato da partito di classe, dà sentinella sempre vigile ed accorta degli interessi operai in partito di difesa degli interessi dello Stato che Marx voleva abolire, prirna che la rabbia e la condanna integralista, come si annuncia, ci raggiunga, ci allontaniamo spontaneamente da questo partito, troncando con esso qualsiasi rapporto e solidarietà. Liberi, senza dogmi e senza pregiudizi sempre fisso lo sguardo nel motto di Marx, che l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi, noi andiamo in mezzo alla massa con la certezza di redimerli dalla. tutela di tutti i pastori e con la coscienza del divenire socialista, che sarà per lo sforzo violento dei lavoratori riuniti nei loro sindacati di mestiere e non per la benevole concessione della classe borghese divenuta minoranza nel Parlamento

Su queste basi di netto rifiuto della " degenerazione riformista " e di ritorno ad un mitico " socialismo delle origini " si effettuava a Piombino la scissione del movimento socialista, scissione verificatasi con circa tre mesi di ritardo da quel congresso sindacalista di Ferrara che aveva realizzato la rottura sul piano nazionale. La sera del 22 novembre si riuniva infatti l'assemblea plenaria dei socialisti di Piombino e la maggioranza sindacalista espelleva dalla sezione il blocco di minoranza íntegral-riformista

Se ormai l'ultima parola era stata detta sui rapporti di partito tra le due vecchie frazioni del PSI, in modo diverso, vennero risolti i problemi riguardanti la Camera del lavoro.

La CdL aveva sí partecipato al congresso di Modena dei 2 novembre insieme alle CdL sindacaliste di Parma, Ferrara e Bologna ed aveva violentemente condannato la decisione del CGL sui ferrovierì, ma non aveva, al contrario delle organizzazioni di classe citate, creduto opportuno distaccarsi dalla Confederazione generale del lavoro, anzi era stata contraria alle decisioni delle consorelle sindacaliste ed aveva proposto un diverso modello tattico

Se la nostra permanenza nel partito - scriveva infatti Il Martello - veniva a rendersi complice di tutto quel socialismo bottegaio, dell'arrivismo e di tutto l'intrigo politico-elezíonista, abbiamo fatto bene, una buona volta, ad uscirne, rimanendoci adesso un compito piú vasto da poter esplicare la nostra azione senza richiami da parte di nessuno e senza pastoie alle gambe. Dividere, però, il proletariato in due forze che inevitabilmente l'interesse riformistíco farà cozzar e tra loro, è uno di quei tanti sbagli che avvengono

nel voler troppo correre dietro all'entusiasmo. Il proletariato ha degli impulsi di ribellione che nessun riformismo potrà soffocare. La maggioranza magari inconsapevolmente e senza saperlo marcia sul terreno della lotta di classe e questo ci dovrehhe incoraggiare a portare nel seno dei suoi organismi tutto il nostro prezioso contributo a vantaggio della nostra tendenza. Lasciamo agli altri la responsabilítà di una scissione operaia che varrà molto facilmente a liquidarli, e nòi facciamo sí che tutte le organizzazioni entrino ìn`massa nella CGL. Sì chieda un congresso nazionale e ci si prepari a marciare compatti alla conquista di tale organismo".

Vedremo in seguito come la CdL di Piombino manterrà caratteri particolari all'interno delle organizzazioni operaie controllate dai sindacalisti.

I socialisti " ufficiali ", intanto, si erano immediatamente organizzati dopo l'espulsione e quelli che erano stati gli organismi direttivi della corrente si trasformavano in direttivi della nuova sezione, dimostrando cosí quanto questa eventualità fosse stata prevista da tempo. Tenendo conto dell'importanza e della influenza sulla classe operaia esercitata dal Martello, che raggiungeva, allora, le tremila copie di vendita, i socialisti riuscirono, a tempo di record, a contrapporre all'organo sindacalista un nuovo giornale collegiale del PSI: La Fiamma, Il primo numero della Fíamma usciva il 16 novembre 1907 e si presentava ai suoi lettori con questo programma:

La Fiamma sorge contro le infiltrazioni anarchiche, anarcoìdi e anarchicheggianti che insidiano il partito, forti dell'appoggio morale degli orgini reazionari e talvolta di quello finanziario del governo; sorge contro ogni disonestà, della cui melma si bruttano oggi i piu' alti organismi dello Stato; contro ogni ingiustizia sociale e politica: sorge per la buona battaglia per l'emancipazione dei lavoratori per il socialismo. Il nostro programma resta immutato: è ad un lavoro lungo, paziente, talvolta doIoroso, senza impulsività e senza debolezze, di educazione, di risveglio, di organizzazione. che ci siamo dedicati. Sarà nostro compito incuorare i timidi, svegliare le coscienze assopite, infondere nei lavoratori la coscienza dei propri diritti, il dovere della solidarietà e dell'organizzazione; spronarli e guidarli alla conquista di migliori condizioni di vita, di sempre rnaggiori libertà. La nostra opera sarà critica e creatrice: di demolizione di tutto ciò che nella presente organizzazione sociale v'è di corrotto, di antiquato, di ingiusto; di trasformazione di quelli ordinamenti che sono suscettibili; di costruzione di un nuovo assetto sociale che a base dell'umano consorzio ponga la proprietà collettiva

A parte le vaghe aspirazioni moralizzatrici, il carattere principale di questo programma era la indiscussa adesione alle tesi dei gradualismo riformista; probabilmente ne era stato estensore lo stesso Ferruccio Niccolini. I sindacalisti, dal canto loro, rifiutavano seccamente la definizione di anarchici e sostenevano che al tradizíonale anarchismo rimanevano piú vicini i " collettivisti autoritari ", in quanto anch'essi lasciavano la classe operaia " senza direzíone politica " Per i sindacalisti non si poneva il problema di una strutturazione organizzativa in senso tradizionale, cosí lasciavano la sezione e stabilivano sostanzialmente la loro sede nei locali della CdL; Camera del lavoro e redazione del Martello divennero, quindi, i punti di forza del sindacalismo piombínese.

Proprio per questo motivo la CdL avrà notevoli difficoltà, nei mesi seguenti la scissione, a porsi come la legittima forza dirigente delle organizzazioni operaie e delle lotte dei lavoro.

 

 

Alla fine del 1907 ed all'inizio d el 1908 scoppiavano alcune vertenze limítate a brevi scioperi di reparto con richieste di piccoli miglioramenti delle condizioni di lavoro, oppure per protesta contro ingiusti licenziamenti, e tutte avevano una soluzione positiva per la parte operaia " . In tutti i casi, però, le dirigenze aziendali avevano rifiutato di trattare con la CdL; la soluzione era stata trovata solo dopo l'opera di mediazione della amministrazione comunale.

Caso tipico. quello della vertenza per la riduzione dei cottimi agli operai della ferriera,. Il 3 dicembre 1907 la direzione di questo stabilimento decideva che i cottimi pagati ai dipendenti fossero dimezzati a causa della bassa produttività della fabbrica. Analoga diminuzione dei cottimi si era già verificata qualche mese prima

Allo sciopero di protesta iniziato nel reparto di lamínazione la risposta era ancora una volta- la solita: la serrata. La proposta della CdL di iniziare immediatamente le trattative per il componimento della vertenza veniva respinta immediatamente dall'ing.Luzzatto. Solo il 10 dicembre l'amministratore del legato delle Ferriere italiane si decideva a ricevere una commissione operaia, che, poteva esibirgli una lettera di accompagnamento dei sindaco.

La mediazione della amministrazione comunale fu decisiva per la soluzione del conflitto in atto. L'ing. Luzzatto si dichiarava disposto a rivedere le tabelle del cottimo senza però che si arrivasse alla situazione precedente l'agitazione. Il compromesso raggiunto tra sindaco e amministratore delegato della soc;età sembrò soddisfacente agli operai che, il 12 dicembre, ritornavano al lavoro. La vertenza si era, dunque, risolta al di fuori di quello che era l'organo massimo di direzione della lotta operaia.

Queste vertenze composte sostanzialmente tra padroni e Comune socialista si erano dimostrate molto utili per alcune " osservazioni " che La Fiamma pubblicava sui metodi di direzione delle lotte operaie. Dopo essersi soffermato a lungo su tutte le vertenze risolte con l'apporto determinante del sindaco, il giornale cosi concludeva:

E', necessaria l'organizzazione economica, si, ma è altrettanto utile quella politica, per tutte quelle funzioni che non sono in grado di esplicare i sindacalisti di mestiere. E necessaria è anche la conquista dei pubblici poteri, in quanto la classe lavoratrice ritrova in essi tutti quei coefficienti che valgono, il piú delle volte, a sorreggerla nella lotta cruenta contro la classe dominante

 

In realtà la CdL non aveva assolutamente fatto tentativi di forzatura delle situazioni di lotta che si erano presentate, per imporre indirizzi avventuristici. Curzio Carnesecchi, però, non doveva rimanere a lungo segretario camerale. Infatti, dopo aver ottenuto un biasimo dalla CE della CdL per i suoi metodi di direzione, egli veniva costretto alle dimissioni .

Lo sostituiva Agostino Benvenuti, il responsabile del sindacato latta. il piú forte di quelli -aderenti alla CdL. Il sindacato latta aveva avuto, infatti, un notevolissimo sviluppo dopo la vittoria nello sciopero del 1906 ed aveva costituito, insieme ai lavoraiori di Savona, un comitato generale dei sindacato, con sede a Piombino ". Naturalmente, anche per il nuovo segretario camerale, il problema príncípale rimaneva quello di far assumere alla CdL l'effettiva e riconosciuta funzione di direzione delle lotte operaie. Una nuova occasione veniva, perciò, aspettata con impazienza. Questa doveva presentarsi

ben presto, ma, sfortunatamente per la CdL, nella sola fabbrica piombinese dove ancora non si erano avute esperienze di lotta e dove gli operai organizzati erano piccole minoranze: alla Altiforni,fonderie e acciaierie di Piombino.

 

 

Alla metà di marzo una commissione di operai altifornisti aveva presentato alla direzione un memoriale in cui erano contenute richieste di aumenti salariali e di miglioramento delle condizioni di lavoro, con particolare riferimento alla lunghezza dei turni per il lavoro notturno. La direzìone in un primo momento decideva di accettare una parte del memoriale, ma immediatamente dopo lo respingeva in blocco. Alla proclamazione di uno sciot)ero di 24 ore deciso

dalla commissione operaia dell'officina meccanica (la vertenza interessava questo reparto) la società rispondeva con la consueta serrata . Solo a questo punto gli scioperanti chiedevano l'intervento della CdL e veniva cosí incaricato della direzione dello sciopero un organismo formato dal Comitato d'agitazione operai altiforni e dellaCE camerale.

Fin dall'inizio si profilava uno scontro senza possibilità di mediazione; infatti le proposte fatte in tal senso dall'on. Ginori-Conti prima e dal sindaco Granelli poi, venivano respinte rispettivamente da parte operaia e da parte padronale. La direzione cominciava immediatamente a ricorrere ai mezzi di ricatto abituali: licenziamenti e sfratti dalle case di proprietà aziendale. La CdL iniziava una vasta campagna di solidarietà a Piombino e nelle sedi di grossi stabilimenti industriali .

………………………

Fu probabilmente questo stato di latente debolezza che spinse gli operai a cercare la soluzione della vertenza nella proclamazione improvvisa di uno sciopero generale al di fuori della decisione della CdL, che per altro non si oppose tenacernente a questo indirizzo spontaneistico. La manifestazione falliva clamorosamente e subito dopo un gruppo dì crumìri si recava al lavoro. All'assemblea dei serrati non restava altro che prendere atto della completa sconfitta e deliberare la cessazione della vertenza.

1 socialistí, che per tutto il tempo erano rimasti sostanzialmente estranei al conflitto, videro nella sconfitta una evidente prova del fallimento delle teorie sindacaliste ed accusarono violentemente la CdL di avventurismo e di incapacità politica.

Tutto ciò - scriveva La Fiamma - era dolorosamente prevedibile e preveduto da chi aveva il cervello a posto: perché per una questione di miglioramento di mercedi è bambinesco provocare una serrata senza aver neppure l'ombra di un fondo cassa, di un'organizzazione seria,………………………….

 

 

 

 

ANNO 1907

http://www.radiomaremmarossa.it/?page_id=1932

14 settembre 1907

PIOMBINO - Nel dare notizia della Costituzione della Camera del lavoro di Piombino, alla quale aderiscono immediatamente 22 leghe di resistenza, Il Martello rende nota che la Commissione Esecutiva è composta da Giuseppe Damiani, Curzio Carnesecchi, Primo Lazzereschi, Alessandro Manetti, Casimiro Tozzi, Pio Dardini, Alfredo Ceppatelli, Alfredo Nelli e Sigismondo Bacci. La maggioranza politica resta in mano alla tendenza "sindacalista" del PSI ma la segreteria viene affidata a Carnesecchi che rappresenta la mediazione con la frazione riformista (CCO).

 

PIOMBINO – Con voto a suffragio universale, viene nominata la Commissione esecutiva della Camera del Lavoro formata da nove componenti: l’impiegato comunale Curzio Carnesecchi, segretario, e il fonditore Bacci come membri della minoranza più moderata, il muratore Pio Dardini, il macchinista Primo Lazzeri, gli operai Giuseppe Damiani, A. Monetti e A. Ceppatelli, il fornaio A. Nelli, il ferroviere C. Tozzi (CDLP).

 

 

 

 

http://www.radiomaremmarossa.it/?page_id=2102

3 dicembre 1907

PIOMBINO - La direzione della Ferriera decide che i cottimi pagati ai dipendenti siano dimezzati a causa della bassa produttività della fabbrica. Ne nasce uno sciopero che termina 9 giorni dopo con la mediazione dell’Amministrazione comunale socialista che, di fatto, sostituisce la Camera del Lavoro privandola della sua autorità di direzione della lotta operaia. Ne farà le spese a breve il segretario Curzio Carnesecchi costretto alle dimissioni e sostituito dal responsabile del sindacato della latta, il più forte fra quelli aderenti, Agostino Benvenuti (CCO).

 

 

 

ANNO 1909 : troviamo una "Tipografia Carnesecchi --Gotti" che ci dice qualcosa della sua vita privata

Mauro Carrara nel suo saggio sul mercato coperto di Piombino : Mercato Coperto

scrive :

Per le accresciute esigenze e necessità della popolazione, e per allontanarlo dal centro abitato, nel 1857 si costruì un nuovo Ammazzatojo fuori le mura, in località Lo Sprone, alla distanza di circa 600 metri dalla Porta a Terra. Questa località è presente nelle carte topografiche ottocentesche comeuna vasta zona terriera triangolare che, approssimativamente, si collocava dalla metà della Via B. Cellini, fino altre il termine del Viale della Repubblica.

Qui rimase fino ai primi anni del Novecento, ed una volta abbandonato, il locale fu concesso in affitto alla Tipografia Gotti e Carnesecchi. (Giunta M.le, 26.05.1909).

 

 

 

by Gordiano Lupi

La Camera del Lavoro nasce in un periodo critico di rinnovamento degli impianti e di riorganizzazione lavorativa, terreno sul quale si misurano le pretese della classe padronale e la rivendicazione operaia. Uno dei problemi più importanti sul tappeto è la riduzione dei cottimi, ma il sindacato chiede anche di non creare infiniti livelli salariali, di non lasciare le nuove qualifiche nelle mani dei capireparto e di non perdere la professionalità acquisita dai singoli operai.

La difesa del posto di lavoro è al primo posto, il sindacato punta alla massima occupazione, impostando una lotta per il lavoro disposto su tre turni, aumentando la produttività e cercando (per quanto possibile) di svincolare il salario dalla produttività aziendale. L’azienda non ci sente da questo orecchio, si difende facendo venire a Piombino operai da San Giovanni Valdarno per confrontare la produttività e per forzare il livello di produzione.

La Camera del Lavoro, nel frattempo, diventa sempre più importante, riesce a farsi riconoscere come unico soggetto preposto alla dichiarazione di uno sciopero, cercando di non farsi scavalcare dalle sezioni e pretendendo di essere interpellata prima di ogni agitazione sindacale.

Il primo successo in tal senso è datato 1907, con il nuovo segretario Benvenuti, che si trasferisce a Piombino da Savona e prende il posto del socialista Carnesecchi. La lotta per i miglioramenti salariali è complessa, il sindacato della latta in Magona ottiene qualcosa ma non è così semplice agli Altiforni della Piombino e nelle sezioni siderurgiche. La Camera del Lavoro è attiva anche nella vita civile, promuove una Società di Mutuo Soccorso, una cooperativa tra gli operai degli Altiforni, aderisce alla protesta contro il caro vita, nomina consulenti per i casi di infortunio in fabbrica, istituisce un ufficio di assistenza medica.

Poco a poco si sviluppa un discorso di lotta unitaria che contempla le tre principali industrie cittadine, affrontando le questioni basilari per lo sviluppo della siderurgia. Le lotte riguardano la riduzione del cottimo, l’eliminazione della sovrapproduzione in Magona e la riorganizzazione del lavoro negli Altiforni.

Un ruolo importante per la diffusione di certe tematiche lo gioca il giornale proletario Il Martello, che si batte in funzione antiprotezionista, denuncia i giochi in borsa dei gruppi finanziari che formano il capitale dell’industria piombinese.

In questo periodo storico i portuali (gli scaricatori di Portovecchio) diventano una categoria compatta e combattiva, che si costituisce in cooperativa sull’esempio di Genova e Marsiglia, portando sostegno ai lavoratori dell’industria. Gli Altiforni della fabbrica Piombino sono il punto dolente, dove la Camera del Lavoro stenta a farsi riconoscere, mostrando difficoltà a combattere i giochi azionistici del trust di imprenditori. Una cattiva direzione tecnica della Piombino porta a sprechi di materiali e disorganizzazione nell’impiego della mano d’opera, nonostante i grandi capitali profusi. La battaglia da vincere è la difesa del salario, che va di pari passo con la protezione della professionalità operaia, messa in pericolo dall’assunzione di mano d’opera straniera e di ex braccianti che provengono dalle campagne, utilizzati per i lavori meno complessi. Un altro problema politico è dato dall’Alleanza Cooperativa Padronale che mette i capi delle industrie in una posizione dominante, al punto che una parte dei salari è costituita da buoni cibo da spendere nei magazzini degli stessi padroni. Non solo, si emanano norme assurde che vietano l’infortunio sul lavoro (come se fosse possibile!), minacciando il licenziamento per chi si infortuna troppo spesso. “Un trattamento bestiale degli operai”, scrive Il Martello, “che non vengono rispettati nei loro diritti base, al punto che uno sciopero generale risulta inevitabile”.

La Piombino è soggetta a un regime poliziesco, dove i singoli capireparto hanno in mano gli aumenti salariali e i possibili licenziamenti, in una parola sono arbitri del destino di ogni operaio. Nel frattempo diventa teso il rapporto tra sindacalisti e socialisti, che da Cecina tentano di organizzare contadini, boraciferi e boscaioli per togliere il ruolo guida alla Camera del Lavoro di Piombino. Il disegno socialista non va a buon fine, la Camera del Lavoro finisce per togliere iscritti non solo a Cecina, ma anche a Livorno, portando tra le proprie fila non solo minatori elbani e campigliesi, ma anche i terrazzieri di Riotorto. La Camera del Lavoro estende la sua influenza anche alla Maremma Pisana e prova la sua forza nell’ottobre del 1909, quando proclama uno sciopero generale per protestare contro la condanna a morte in Spagna dell’anarchico Francisco Ferrer.

Tra il 1910 e il 1911 avvengono molti scontri di classe, tesi a spazzare via il trust e la concentrazione aziendale, a eliminare ogni forma di paternalismo (i buoni cibo da spendere negli spacci aziendali), a instaurare orari umani di lavoro (massimo 10 ore) e a regolamentare il lavoro straordinario. La serrata aziendale si contrappone allo sciopero ed è un modo per far ricadere la colpa delle mancanze padronali sugli operai. Il sindacato industriale si rafforza in vista di uno scontro durissimo, mentre i rappresentanti dei lavoratori ottengono modeste vittorie salariali e sul rispetto dei tempi di lavoro. Al termine della lotta che caratterizza questi anni difficili, il sindacato ottiene un orario non superiore a 10 ore, la retribuzione delle ore eccedenti come straordinario, l’abolizione delle 24 ore settimanali di lavoro continuo, infine la stipulazione di un contratto di lavoro della durata convenuta tra le parti.

Il grande sciopero del 1911 è alle porte, ma non sarà la sola dura sconfitta per la classe operaia, perché lo scoppio della Prima Guerra Mondiale sarà il momento peggiore per il tenore di vita delle classi meno abbienti.

by Gordiano Lupi

 

 

 

Ancora qualche squarcio sulla sua vita privata :agente assicurativo :

 

 

ANNO 1913 camera di commercio di Piombino Curzio Carnesecchi rilegatore di libri

 

 

by Internetculturale

 

 

 

1909 -1911 e' in questi anni che puo' essere avvenuto l' incontro con Umberto Pasella

 

Puo' essere quindi che su Curzio Carnesecchi e sulle sue scelte successive all'incontro abbia esercitato una forte influenza Umberto Pasella.

Umberto Pasella, originario di Orbetello, sindacalista rivoluzionario, fra il 1906 e il 1908 era stato segretario della Camera del Lavoro di Ferrara. Nel 1909 divenne segretario della Camera del Lavoro di Piombino dove rimase fino al 1911. Interventista, nel dopoguerra aderì al movimento fascista fino a diventare l'organizzatore della centrale dei fasci di Milano fra il 1919 ed il 1921. 

 

Ivano Tognarini nel libro "Fascismo, antifascismo,resistenza in una citta' operaia , Piombino dalla guerra al crollo del fascismo ( 1918-1943 )" (in cui mi pare particolarmente severo nei confronti di Curzio Carnesecchi e Agostino Benvenuti) identifica un gruppo di sindacalisti ( tra cui Curzio Carnesecchi ) appunto tra i "paselliani"

Il ragionamento del Tognarini ha pero' notevoli carenze perche' lascia il lettore all'oscuro delle fasi e dei tempi della conversione di questi socialisti che appaiono come una massa informe

 

 

 

 

Quindi in queste pagine sembra di capire che Curzio Carnesecchi era vicino come idee a Pasella era cioe' un "paselliano"

Quando e come avvenne questo avvicinamento non mi e' chiaro

 

 

1911--1914

 

non ho alcuna notizia

non so quindi se si esprime o meno in favore dell'intervento in guerra

 

 

 

 

L'Italia entra in guerra il 24 maggio 1915

 

 

 

 

 

Dalle tavole della mitica Domenica del Corriere

 

 

 

 

1915--1918

 

non ho alcuna notizia

Allo scoppio della guerra ha gia' circa 39 anni essendo nato nel settembre 1876

 

 

 

Alla fine del 1918 termina la guerra ( 4 novembre 1918 ultimo "Bollettino di guerra" con la Vittoria )

 

Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12



La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.


Gen. ARMANDO DIAZ

 

 

 

 

Sempre dalle tavole della mitica Domenica del Corriere

 

 

 

Ivano Tognarini nel libro "Fascismo, antifascismo,resistenza in una citta' operaia , Piombino dalla guerra al crollo del fascismo ( 1918-1943 )"

 

 

 

 

 

 

 

1919

 

 

non ho alcuna notizia

 

 

Teatro Faraggiana di Novara

«Lezioni di storia» con Emilio Gentile, il più autorevole storico del fascismo.

Tratto da un articolo sul giornale La Stampa del 2019 a firma Carlo Bologna

 

 

Domanda : Nel 1919 quello che sarà il duce parte sconfitto.

«E’ stato un anno di continui fallimenti. Mussolini non era rivoluzionario, non era capitalista e considerava i Fasci di combattimento sorti nel 1919 qualcosa di temporaneo. Il Popolo d’Italia non era l’organo ufficiale dei Fasci che hanno come segretario Attilio Longone e poi un altrettanto poco conosciuto Umberto Pasella. Tutto questo è molto lontano da quello che sarà il fascismo e Mussolini dopo il 1921.

Domanda :Per invertire la rotta è stato un grande opportunista?

«Difficile che non ci sia un politico opportunista se vuole avere successo. Bisogna considerare che quel movimento fascista di cui Mussolini si fa promotore dopo le elezioni del 1919, è esiguo. Ma il vero fascismo, quello che lascerà il suo marchio nella storia è quello che si sviluppa alla fine del 1920 e nel 1921 con lo squadrismo armato promosso da giovani capi che non hanno nessun rapporto con l’azione di Mussolini. E dovrà faticare molto nell’estate del 1921, perché dopo le elezioni che portano 35 deputati fascisti nelle liste dei blocchi nazionali voluti da Giovanni Giolitti,

Mussolini pensa di addomesticare lo squadrismo armato, di fermarlo e fare un patto di pacificazione con il partito socialista. Firma questo patto, gli squadristi si ribellano e lo accusano di essere un traditore.

Ci vorrà un compromesso, con il cedimento di Mussolini nel novembre del 1921, per dare vita al Partito nazionale fascista che è un partito armato, un partito milizia che non ha ancora Mussolini come capo ufficiale. Il segretario è Michele Bianchi. Mussolini non è ancora il duce, lo diventerà soltanto, forse qualcuno si stupirà, nel 1926 dopo che è stato portato al potere dalla marcia su Roma voluta da Bianchi e dagli altri squadristi. Non da Mussolini. Anche il regime totalitario fu voluto prima di tutto dagli estremisti del partito come Roberto Farinacci il quale non a caso verrà nominato, nel febbraio 1925, segretario generale del Pnf. Solo quando Mussolini possederà il pieno controllo degli organi dello stato e potrà anche sostituire Farinacci con un segretario come Augusto Turati, più prono alla sua volontà, diventerà effettivamente il duce incontrastato. La storia dovrebbe prendere atto che sono cambiate molte cose rispetto a ciò che si sapeva finora tra Mussolini e il fascismo».

 

 

Il primo fascismo ha un programma per il mondo del lavoro molto vicino agli ideali socialisti

Due carte fondamentali quali il Programma sansepolcrista e la Carta del Carnaro promulgata a Fiume da D'Annunzio e da De Ambris hanno contenuti fortemente socialisti

 

 

 

Manifesto pubblicato su "Il Popolo d'Italia" del 6 giugno 1919.

 

 

Italiani!

Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano.
Rivoluzionario, perchè antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore perchè antipregiudizievole.
Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti.
Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali, ecc. li tracceremo quando avremo creata la classe dirigente.

 

Per questo NOI VOGLIAMO:

 

Per il problema politico

a) — Suffragio universale a scrutinio di Lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.

b) — Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i Deputati abbassato ai 25 anni.

c) — L’abolizione del Senato.

d) — La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.

e) — La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell’industria, dei trasporti, dell’igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.

 

Per il problema sociale:

NOI VOGLIAMO:

a) — La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.

b) — I minimi di paga.

c) — La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell’industria.

d) — L’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.

e) — La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.

f) — Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull’invalidità e sulla vecchiaia, abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

 

Per il problema militare:

NOI VOGLIAMO:

a) — L’istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.

b) — La nazionalizzazione di tutte le Fabbriche di Armi e di esplosivi.

c) — Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà, la nazione italiana nel mondo.

 

Per il problema finanziario:

NOI VOGLIAMO:

a) — Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera ESPROPRIAZIONE PARZIALE di tutte le ricchezze.

b) — Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense Vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di pochi.

c) — La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dell’85% dei profitti di guerra.

 

 

 

 

 

La Carta del Carnaro (detta anche, in latino, Charta Quarnerina ) fu la costituzione di stampo sindacalista della Reggenza italiana del Carnaro, scritta dal sindacalista socialista Alceste de Ambris e rielaborata nella forma ma non nella sostanza dal poeta Gabriele D'Annunzio, e da lui promulgata l'8 settembre 1920 a Fiume durante gli ultimi mesi dell'impresa fiumana. Lo statuto non venne mai applicato e, di fatto, rimasero in vigore le leggi municipali.

 

CARTA DEL CARNARO

Già nella Premessa si affermava la chiara volontà di entrare a far parte integrante dello Stato Italiano e consequenzialmente l'italianità di Fiume e vi si sosteneva un futuro stato rivoluzionario-corporativo. Proprio dalla Carta del Carnaro "dannunziana" anche il regime fascista in seguito prenderà spunto per la propria dottrina politica economica riproposta nella Carta del lavoro del 1927, dove attraverso la politica del corporativismo si voleva, in teoria, creare un sistema antagonista nei confronti della società capitalistica, e di quella marxista[1]

" Premessa - Il Popolo della Libera città di Fiume, in nome delle sue secolari franchigie e dell'inalienabile diritto di autodecisione, riconferma di voler far parte integrante dello Stato Italiano mediante esplicito atto d'annessione; ma poiché l'altrui prepotenza gli vieta per ora il compimento di questa legittima volonta, delibera di darsi una Costituzione per l'ordinamento politico ed amministrativo del territorio (Città, Porto e Distretto) già formante il "corpus separatus" annesso alla corona Asburgica e degli altri territori adriatici che intendone seguirne le sorti. "

" Art. 2 - La Repubblica del Carnaro è una democrazia diretta, che ha per base il lavoro produttivo e come criterio organico le più larghe autonomie funzionali e locali. Essa conferma perciò la sovranità collettiva di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di classe e di religione; ma riconosce maggiori diritti ai produttori e decentra, per quanto è possibile, i poteri dello Stato, onde assicurare l'armonica convivenza degli elementi che la compongono. "

" Art. 5 - La Costituzione garantisce inoltre a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, l'istruzione primaria, il lavoro compensato con un minimo di salario sufficiente alla vita, l'assistenza in caso di malattia o d'involontaria disoccupazione, la pensione per la vecchiaia, l'uso dei beni legittimamente acquistati, l'inviolabilità del domicilio, l'habeas corpus, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario o di abuso di potere. "

La Carta ha contenuti riferibili all'interventismo di sinistra, che a Fiume trovava espressione in una frangia di futuristi di sinistra e nel giornale ufficiale Testa di ferro. Il suo direttore, Mario Carli, era infatti (seppur a suo modo) filobolscevico, come filobolscevica e libertaria era una parte dei legionari fiumani

 

 

La Carta ha una matrice che discende dall'interventismo di sinistra dei Fasci d'Azione Internazionalista, ma soprattutto dal sindacalismo rivoluzionario di Alceste De Ambris, Filippo Corridoni e Vittorio Picelli e che in parte si ritrova nel Manifesto dei Fasci italiani di combattimento di piazza San Sepolcro (sansepolcrismo). Nello specifico, dal manifesto pubblicato su Il Popolo d'Italia viene estrapolata la parte più legata al sindacalismo rivoluzionario del manifesto di San Sepolcro (tralasciando la parte imperialistica) e quindi il manifesto pubblicato risulta teoricamente base del fascismo, ma non verrà mai pienamente applicato dal fascismo. Anzi fu in un certo qual modo accantonato dalla cultura ufficiale.

Soltanto il sindacalismo fascista negli anni venti si distaccò in parte dalla cultura ufficiale del Fascismo rifacendo suo il "mito" dell'Impresa di Fiume e della Carta del Carnaro redatta da Alceste De Ambris.[6]

Ma l'atteggiamento più diffuso durante il fascismo fu quello di considerare la Carta del Carnaro come l'espressione più alta e più compiuta di una esperienza ormai conclusa, quindi irripetibile, destinata ad essere superata dalla nuova Carta del Lavoro proposta da Giuseppe Bottai e approvata dal Gran Consiglio Fascista il 21 aprile 1927.

Sostanzialmente dalla Carta del Carnaro furono estratti gli elementi più corporativi mentre furono completamente accantonate le istanze democratico-libertarie.

 

 

 

 

La Carta del Carnaro promulgata l'8 settembre 1920 fu concettualmente concepita da De Ambris, ma curata nello stile da D'Annunzio. Vi si affermava non soltanto l'italianità di Fiume, ma si sosteneva un futuro stato rivoluzionario-corporativo.

  
Premessa

Il Popolo della Libera Città di Fiume, in nome delle sue secolari franchigie e dell'inalienabile diritto di autodecisione, riconferma di voler far parte integrante dello Stato Italiano mediante un esplicito atto d'annessione; ma poiché l'altrui prepotenza gli vieta per ora il compimento di questa legittima volontà, delibera di darsi una Costituzione per l'ordinamento politico ed amministrativo del Territorio (Città, Porto e Distretto) già formante il "corpus separatum" annesso alla corona ungarica, e degli altri territori adriatici che intendono seguirne le sorti.

Parte generale

1 - La Libera Città di Fiume, col suo porto e distretto, nel pieno possesso della propria sovranità, costituisce unitamente ai territori che dichiarano e dichiareranno di volerle essere uniti, la Repubblica del Carnaro.

2 - La Repubblica del Carnaro è una democrazia diretta che ha per base il lavoro produttivo e come criterio organico le più larghe autonomie funzionali e locali.
Essa conferma perciò la sovranità collettiva di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di classe e di religione; ma riconosce maggiori diritti ai produttori e decentra per quanto è possibile i poteri dello Stato, onde assicurare l'armonica convivenza degli elementi che la compongono.

3 - La Repubblica si propone inoltre di provvedere alla difesa dell'indipendenza, della libertà e dei diritti comuni, di promuovere una più alta dignità morale ed una maggiore prosperità materiale di tutti i cittadini; di assicurare l'ordine interno con la giustizia.

4 - Tutti i cittadini della Repubblica senza distinzione di sesso sono uguali davanti alla legge. Nessuno può essere menomato o privato dell'esercizio dei diritti riconosciuti dalla Costituzione se non dietro regolare giudizio e sentenza di condanna.
La Costituzione garantisce a tutti i cittadini l'esercizio delle fondamentali libertà di pensiero, di parola, di stampa, di riunione e di associazione. Tutti i culti religiosi sono ammessi; ma le opinioni religiose non possono essere invocate per sottrarsi all'adempimento dei doveri prescritti dalla legge.
L'abuso delle libertà costituzionali per scopi illeciti e contrari alla convivenza civile può essere punito in base a leggi apposite, le quali però non potranno mai ledere il principio essenziale delle libertà stesse.

5 - La Costituzione garantisce inoltre a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, l'istruzione primaria, il lavoro compensato con un minimo di salario sufficiente alla vita, l'assistenza in caso di malattia o d'involontaria disoccupazione, la pensione per la vecchiaia, l'uso dei beni legittimamente acquistati, l'inviolabilità del domicilio, l'habeas corpus, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario o di abuso di potere.

6 - La Repubblica considera la proprietà come una funzione sociale, non come un assoluto diritto o privilegio individuale. Perciò il solo titolo legittimo di proprietà su qualsiasi mezzo di produzione e di scambio è il lavoro che rende la proprietà stessa fruttifera a beneficio dell'economia generale.

7 - Il porto e le ferrovie comprese nel territorio della Repubblica sono proprietà perpetua ed inalienabile dello Stato con un ordinamento autonomo tale da consentire a tutti i popoli amici che ne hanno bisogno di servirsene con garanzia di assoluta parità di diritti commerciali con i cittadini fiumani.

8 - Una Banca della Repubblica controllata dallo Stato avrà l'incarico dell'emissione della carta-moneta e di tutte le altre operazioni bancarie. Un'apposita legge ne regolerà il funzionamento e stabilirà i diritti e gli oneri delle banche esistenti o che intendessero stabilirsi nel territorio della Repubblica.

9 - L'esercizio delle industrie, delle professioni e dei mestieri è libero per tutti i cittadini della Repubblica. Le industrie stabilite o da stabilirsi con capitale straniero saranno soggette alle norme di una legge speciale che regolerà pure l'esercizio professionale degli stranieri.

10 - Tre elementi concorrono a formare le basi costituzionali della Repubblica:
- a) i Cittadini;
- b) le Corporazioni;
- c) i Comuni.

Dei cittadini

11 - Sono cittadini della Repubblica tutti gli attuali cittadini della Libera Città di Fiume e degli altri territori che ad essa dichiarano di volersi unire; tutti coloro cui venga conferita la cittadinanza per meriti speciali; tutti coloro che ne faranno domanda, quando questa sia accettata dagli organi competenti, in base alla apposita legge.

12 - I cittadini della Repubblica entrano nel pieno possesso di tutti i diritti civili e politici non appena compiuto il ventesimo anno di età, diventando perciò elettori ed eleggibili per tutte le cariche pubbliche senza distinzione di sesso. Saranno tuttavia privati dei diritti politici, con regolare sentenza, tutti quei cittadini:
a) che risultano condannati a pene infamanti;
b) che rifiutano di prestare il servizio militare per la difesa del paese o di pagare le tasse;
c) che vivono parassitariamente a carico della collettività, salvo casi d'incapacità fisica al lavoro dovuta a malattia od a vecchiaia.

Delle corporazioni

13 - I cittadini che concorrono alla prosperità materiale ed allo sviluppo civile della Repubblica con un continuativo lavoro manuale ed intellettuale sono considerati cittadini produttivi e sono obbligatoriamente inscritti in una delle seguenti categorie, che costituiscono altrettante corporazioni, e cioè:
1a. Operai salariati dell'industria, dell'agricoltura, del commercio e dei trasporti. A questa categoria appartengono pure i piccoli artigiani ed i piccoli proprietari di terre che non hanno dipendenti se non in limitatissimo numero o come aiuto saltuario e temporaneo.
2a. Personale tecnico ed amministrativo di aziende private industriali ed agricole, purché non si tratti di comproprietari delle aziende stesse.
3a. Addetti alle aziende commerciali non operai propriamente detti, purché non si tratti di comproprietari delle aziende stesse.
4a. Datori di lavoro dell'industria, dell'agricoltura, del commercio e dei trasporti. S'intendono datori di lavoro coloro che, essendo proprietari o comproprietari di aziende, si occupano personalmente direttamente e continuativamente della gestione delle aziende stesse.
5a. Impiegati pubblici statali e comunali di qualsiasi ordine.
6a. Insegnanti delle scuole pubbliche e studenti degli istituti superiori.
7a. Esercenti professioni libere non comprese nelle 5 categorie precedenti.
Le cooperative di produzione, lavoro e consumo tanto agricole che industriali costituiscono esse pure una corporazione che può essere rappresentata esclusivamente dagli amministratori delle cooperative stesse.

14 - Le corporazioni godono di piena autonomia per quanto riguarda la loro organizzazione e funzionamento interno. Esse hanno il diritto d'imporre una tassa commisurata sul salario, stipendio profitto d'azienda, o lucro professionale degli inscritti, per provvedere ai propri bisogni finanziari. Le corporazioni hanno pure il diritto di possedere in nome collettivo beni di qualsiasi specie.
I rapporti della Repubblica con le corporazioni e delle corporazioni fra loro sono regolati dalle norme contemplate agli art. 16, 17 e 18 della presente Costituzione per i rapporti fra i poteri centrali della Repubblica e i Comuni, e dei Comuni fra loro.
Gli inscritti a ciascuna corporazione costituiscono un corpo elettorale per l'elezione dei propri rappresentanti al Consiglio Economico secondo le norme fissate dall'art. 23 della Costituzione.

Dei Comuni

15 - I Comuni sono autonomi fin dove l'autonomia non è limitata dalla Costituzione ed esercitano tutti i poteri che non sono da questa attribuiti agli organi legislativi esecutivi e giudiziari della Repubblica.

16 - I Comuni sono in diritto di darsi quella Costituzione interna che ritengono migliore; ma devono chiedere per le loro costituzioni la garanzia della Repubblica che l'assume quando:
a) esse nulla contengono di contrario alle prescrizioni della Costituzione della Repubblica;
b) risultino accettate dal popolo e possano essere riformate quando la maggioranza assoluta dei cittadini lo richieda.

17 - I Comuni hanno diritto di stipulare fra loro accordi, convenzioni e trattati sopra oggetti di legislazione e di amministrazione; però devono presentarli all'esame del potere esecutivo della Repubblica, il quale, se ritiene che tali accordi, convenzioni o trattati siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica o con i diritti di altri Comuni, li rimanda al giudizio della Corte Suprema che può dichiararne l'incostituzionalità. In tal caso il potere esecutivo della Repubblica è autorizzato ad impedirne l'esecuzione.

18 - Allorché l'ordine interno di un Comune è turbato o quando è minacciato da un altro Comune, il potere esecutivo della Repubblica è autorizzato ad intervenire:
a) se l'intervento è richiesto dalle autorità del Comune interessato;
b) se l'intervento è richiesto da un terzo dei cittadini in possesso dei diritti politici del Comune stesso.

19 - I Comuni hanno segnatamente il diritto:
a) di organizzare l'istruzione primaria in base alle norme stabilite dall'art. 38 della Costituzione;
b) di nominare i giudici comunali;
c) di organizzare e mantenere la polizia comunale;
d) d'imporre tasse;
e) di contrarre prestiti nel territorio della Repubblica. Quando invece tali prestiti devono essere contratti all'estero occorre la garanzia del governo che la concede soltanto in caso di riconosciuta necessità.

Del potere legislativo

20 - Il potere legislativo è esercitato da due corpi elettivi:
a) La Camera dei Rappresentanti;
b) Il Consiglio Economico.

21 - La Camera dei Rappresentanti viene eletta a suffragio universale diretto e segreto da tutti i cittadini della Repubblica che hanno compiuto il 20° anno di età e che sono in possesso dei diritti politici. Ogni cittadino della Repubblica avente diritto a voto è eleggibile a membro della Camera dei Rappresentanti.
I rappresentanti vengono eletti per un periodo di tre anni, in ragione di uno ogni mille elettori ed in ogni caso in numero non inferiore a 30. Tutti gli elettori formano un unico corpo elettorale e l'elezione si compie a suffragio universale segreto e diretto col sistema della rappresentanza proporzionale.

22 - La Camera dei Rappresentanti tratta e legifera sui seguenti oggetti che sono di sua competenza:
a) Codice Penale e Civile;
b) Polizia;
c) Difesa Nazionale;
d) Istruzione pubblica secondaria;
e) Belle Arti;
f) Rapporti dello Stato con i Comuni.
La Camera dei Rappresentanti si riunisce ordinariamente una volta all'anno nel mese di ottobre.

23 - Il Consiglio Economico si compone di 60 membri eletti nelle seguenti proporzioni a suffragio universale segreto e diretto, col sistema della rappresentanza proporzionale:
- 15 dagli operai e lavoratori della terra;
- 15 dai datori di lavoro;
- 5 dai tecnici industriali ed agricoli;
- 5 dagli impiegati amministrativi delle aziende private;
- 5 dagli insegnanti delle scuole pubbliche e dagli studenti degli istituti superiori;
- 5 dai professionisti liberi;
- 5 da impiegati pubblici;
- 5 dalle cooperative di lavoro e di consumo.

24 - I membri del Consiglio Economico vengono eletti per un periodo di due anni. Per essere eleggibili occorre appartenere alla categoria rappresentata.

25 - Il Consiglio Economico si aduna ordinariamente due volte all'anno, nei mesi di maggio e di novembre, per trattare e legiferare sui seguenti oggetti, che sono di sua competenza:
a) Codice Commerciale e Marittimo;
b) Disciplina del lavoro;
c) Trasporti;
d) Lavori pubblici;
e) Trattati di commercio, dogane, ecc.;
f) Istruzione tecnica e professionale;
g) Legislazione sulle Banche, sulle Industrie e sull'esercizio delle professioni e mestieri.

26 - La Camera dei Rappresentanti ed il Consiglio Economico si riuniscono insieme una volta all'anno nella prima quindicina di dicembre formando l'Assemblea Nazionale, che tratta e legifera sui seguenti oggetti di sua competenza:
a) rapporti internazionali;
b) finanza e tesoro della Repubblica;
c) istruzione superiore;
d) revisione della Costituzione.

Del potere esecutivo

27 - Il potere esecutivo della Repubblica si compone di sette Commissari eletti nel modo che segue:
- Presidenza e Affari Esteri, Finanza e Tesoro, Istruzione pubblica: dall'Assemblea Nazionale;
- Interni e Giustizia, Difesa Nazionale: dalla Camera dei Rappresentanti;
- Lavoro, Economia pubblica: dal Consiglio Economico.

28 - Il potere esecutivo siede in permanenza e delibera collettivamente su tutti gli oggetti che non siano d'ordinaria amministrazione. Il Presidente rappresenta la Repubblica di fronte agli altri paesi, dirige le discussioni ed ha voto decisivo in caso di parità. I Commissari sono eletti per un anno e sono rieleggibili per una volta soltanto. Dopo l'interruzione di un anno possono però essere nuovamente eletti.

Del potere giudiziario

29 - Il potere giudiziario si compone:
a) dei giudici municipali;
b) dei giudici del lavoro;
c) dei giudici di secondo grado;
d) della giuria;
e) della Corte Suprema.

30 - I giudici municipali giudicano sulle controversie civili e commerciali fino al valore di cinquemila lire e sui crimini che importano pene non superiori ad un anno. I giudici di primo grado sono eletti in proporzione della popolazione da tutti gli elettori dei vari comuni.

31 - I giudici del lavoro giudicano sulle controversie individuali fra salariati o stipendiati e datori di lavoro. Essi costituiscono uno o più collegi di giudici eletti dalle Corporazioni che eleggono il Consiglio Economico, nelle seguenti proporzioni: due dagli operai industriali e dai lavoratori della terra, due dai datori di lavoro, uno dai tecnici industriali ed agricoli, uno dai professionisti liberi, uno dagli impiegati amministrativi delle aziende private, uno dagli impiegati pubblici, uno dagli insegnanti pubblici e dagli studenti degli istituti superiori, uno dalle cooperative di lavoro e di consumo. Ogni collegio di giudici del lavoro si divide in sezioni, per il più sollecito disbrigo dei giudizi. Le sezioni riunite costituiscono il giudizio di appello.

32 - I giudici di secondo grado giudicano su tutte le questioni civili, commerciali e penali che non sono di competenza dei giudici municipali e dei giudici del lavoro - (salve quelle di spettanza della giuria) - e funzionano da Tribunale d'Appello per le sentenze dei giudici municipali. I giudici di secondo grado sono scelti in base a concorso dalla Corte Suprema, fra i cittadini muniti della laurea di dottore in legge.

33 - Tutti i delitti politici e tutti i crimini e delitti che comportano la privazione della libertà personale per un tempo superiore ai tre anni sono giudicati da una giuria composta di sette cittadini assistiti da due supplenti e presieduti da un giudice di secondo grado.

34 - La Corte Suprema viene eletta dall'Assemblea Nazionale e si compone di 5 membri effettivi e due supplenti. Almeno due dei membri effettivi ed un supplente dovranno essere muniti della laurea di dottore in legge.
La Corte Suprema è competente a giudicare:
a) sulla costituzionalità degli atti dei poteri legislativo ed esecutivo;
b) su tutti i conflitti di carattere costituzionale fra i poteri legislativo ed esecutivo, fra la Repubblica ed i Comuni, fra i Comuni fra loro, fra la Repubblica e Corporazioni o privati, fra i Comuni e Corporazioni o privati;
c) sui casi di alto tradimento contro la Repubblica ad opera di membri del potere legislativo o esecutivo;
d) sui crimini e delitti contro il diritto delle genti;
e) nelle contestazioni civili fra la Repubblica ed i Comuni; fra i Comuni tra loro;
f) sui casi di responsabilità dei membri dei poteri della Repubblica e di funzionari;
g) nelle questioni circa i diritti di cittadinanza e circa i privi di patria.
La Corte Suprema giudica inoltre le questioni di competenza fra i vari organi giudiziari, rivede in ultima istanza le sentenze pronunziate da questi, e nomina i giudici di secondo grado in base a concorso.
I membri della Corte Suprema non possono coprire alcuna altra carica, neppure nei rispettivi comuni, né esercitare qualsiasi altra professione, industria o mestiere per tutta la durata della carica.

Del Comandante

34 [sic] - In caso di grave pericolo per la Repubblica l'Assemblea Nazionale può nominare un Comandante per un periodo non superiore ai sei mesi. Il Comandante durante il periodo in cui rimane in carica esercita tutti i poteri politici e militari, sia legislativi che esecutivi. I membri del potere esecutivo funzionano come suoi segretari. Può essere eletto Comandante qualunque cittadino, nel possesso dei diritti politici, facente parte o no dei poteri della Repubblica.
Allo spirare del termine fissato per la durata della carica del Comandante, l'Assemblea Nazionale si riunisce nuovamente e delibera sulla conferma in carica del Comandante stesso, sulla sua eventuale sostituzione o sulla cessazione della carica.

Della difesa nazionale

35 - Tutti i cittadini della Repubblica, senza distinzione di sesso, sono obbligati al servizio militare nell'età dai 17 ai 52 anni per la difesa della Repubblica.
Gli uomini dichiarati validi presteranno questo servizio nelle varie armi dell'esercito. Le donne e gli uomini non validi saranno adibiti, secondo le loro attitudini, ai servizi ausiliari, amministrativi e di sanità.
Tutti coloro che a causa del servizio militare perdono la vita o soggiacciono ad un'imperfezione fisica permanente, hanno diritto per sé e per le loro famiglie in caso di bisogno, al soccorso della Repubblica.

36 - La Repubblica non può mantenere truppe permanenti. L'esercito e la flotta della Repubblica saranno organizzati sulla base della Nazione Armata con apposita legge. I cittadini prestano il servizio militare soltanto per i periodi d'istruzione od in caso di guerra per la difesa del paese.
Il cittadino non perde nessuno dei suoi diritti civili e politici durante i periodi d'istruzione o quando venga chiamato in servizio per la difesa della Repubblica, salve le necessità del servizio militare.

Dell'istruzione pubblica

37 - La Repubblica considera come il più alto dei suoi doveri l'istruzione e l'educazione del popolo, non soltanto per quel che riguarda la scuola primaria o professionale, ma anche per le manifestazioni superiori della scienza e dell'arte, che devono essere rese accessibili a tutti coloro che dimostrano capacità d'intenderle.
Le scuole superiori esistenti verranno perciò riunite in un'Università libera e completate con nuovi corsi e facoltà, in base ad una apposita legge la quale dovrà contemplare puranche la istituzione di una scuola di Belle Arti e di un Conservatorio Musicale.

38 - L'organizzazione delle Scuole medie e affidata alla Camera dei Rappresentanti e quella delle Scuole tecniche e professionali al Consiglio Economico. Nelle Scuole medie sarà obbligatorio l'insegnamento delle diverse lingue parlate nel territorio della Repubblica.
L'istruzione primaria è gratuita ed obbligatoria. Essa resta affidata ai Comuni che la organizzano in base a programmi stabiliti da un Comitato di Istruzione primaria composto di un rappresentante per ciascun comune, di due rappresentanti delle scuole medie, di due rappresentanti delle scuole tecniche professionali, e di due rappresentanti degli istituti superiori, eletti dagli insegnanti e dagli studenti.
L'insegnamento primario verrà impartito nella lingua parlata dalla maggioranza degli abitanti di ciascun comune accertata, ove occorra, per mezzo di referendum; ma fra le materie d'insegnamento dovrà in ogni caso essere compresa la lingua parlata dalla minoranza. Inoltre quando lo richieda un numero di alunni sufficiente, a giudizio del Comitato per l'istruzione primaria, il Comune sarà obbligato ad istituire corsi paralleli nella lingua parlata dalla minoranza.
In caso di rifiuto da parte del Comune, il Governo della Repubblica ha diritto d'istituire esso stesso i corsi paralleli caricandone la spesa al Comune.

39 - Le scuole pubbliche devono poter essere frequentate dai seguaci di tutte le confessioni religiose e da chi non professa nessuna religione, senza pregiudizio della libertà di coscienza di chicchessia.

Della revisione costituzionale

40 - Ogni dieci anni l'Assemblea Generale si riunisce in sessione straordinaria per la riforma della Costituzione.
La Costituzione può però esser riformata in ogni tempo:
a) quando lo chieda uno dei due rami del potere legislativo;
b) quando lo chieda almeno un terzo dei cittadini aventi diritto al voto di cui all'art. 12.
Sono in diritto di proporre modificazioni alla Costituzione:
a) i membri dell'Assemblea Nazionale;
b) le rappresentanze dei Comuni;
c) la Suprema Corte;
d) le Corporazioni.

Del diritto d'iniziativa

41 - I componenti dei corpi elettorali hanno diritto di proporre leggi di loro iniziativa sulle materie spettanti ai rispettivi corpi legislativi, purché l'iniziativa sia proposta da almeno un quarto dei componenti il corpo elettorale competente.

Del referendum

42 - Tutte le leggi approvate dai due rami del potere legislativo possono essere sottoposte a referendum quando questo sia chiesto da un numero di elettori non inferiore ad un quarto dei cittadini aventi diritto al voto.

Del diritto di petizione

43 - Tutti i cittadini hanno diritto di petizione in confronto dei corpi legislativi che hanno diritto di eleggere.

Incompatibilità

44 - Nessuno può esercitare più di un potere o far parte contemporaneamente di due corpi legislativi.

Revocabilità

45 - Tutte le cariche sono revocabili:
a) quando gli eletti perdano i diritti politici mediante sentenza confermata dalla Corte Suprema;
b) quando la metà più uno dei componenti il corpo elettorale voti regolarmente la revoca.

Responsabilità

46 - Tutti i membri dei poteri e tutti i funzionari della Repubblica sono penalmente e civilmente responsabili dei danni che possono derivare alla Repubblica, ai Comuni, alle Corporazioni od ai privati in caso di abuso o di trascuranza nell'adempimento dei propri doveri. La Corte Suprema giudica su questi casi. I membri della Corte Suprema sono giudicati in questi casi dall'Assemblea Nazionale.

Indennità

47 - Tutte le cariche contemplate dalla Costituzione sono retribuite mediante indennità da fissarsi per legge votata annualmente dall'Assemblea Nazionale.


 

 

 

 

La questione fiumana

 

da Wikipedia

 

 

 

 

ANNO 1920

 

non ho alcuna notizia di Curzio Carnesecchi in questo periodo

 

 

 

 

ANNO 1921

 

 

 

Curzio Carnesecchi e' segretario politico del fascio di Genova

 

Emerge improvvisamente dal vuoto documentale e lo ritroviamo assai distante da Piombino

La presenza del Carnesecchi a Genova e' probabilmente legata alla conoscenza e all'apprezzamento di Umberto Pasella e l'unica spiegazione che per il momento riesco a dare.

 

 

Storia della rivoluzione fascista - Pagina 218

di Giorgio Alberto Chiurco - Fascismo - 1973

 

…….Nel 1921 il Fascio genovese era diretto dapprima da Curzio Carnesecchi , segretario politico e dal col. A. Costa presidente…………….

 

 

Processo a Mussolini‎ - Pagina 352

di Mino Caudana - 1964

.................L'anno dopo furono nominati segretario politico Curzio Carnasecchi e presidente
il colonnello Costa. Altri esponenti furono la professoressa Elsa Goss,Margherita Spessa … ……

 

 

06 marzo 1921 : Convegno regionale dei Fasci della Liguria

Alla cerimonia inaugurale del Convegno parlano Carnesecchi Curzio e Pietro Rossi . Si svolge la consegna dei gagliardetti del Fascio e dell'Avanguardia : parlano Elsa Goss , Giovanni Pala , Margherita Spessa , Ferruccio Calbazar , Umberto Pasella , Michele Terzaghi , e dott: Ferruccio Lantini . Hanno inizio i lavori del convegno . Sono rappresentati i seguenti Fasci : Alassio : Larcher,Arduini e Valega : Camogli :Colabrese , Di Vecchio , Olivari e Bardellini ; Chiavari : Bancalari , Casaretto ,Mazza e Pigoni ; Cornigliano Ligure : Bartolini, Pietra, Zippoli ,Gobetti . Genova : Pala, Lantini , Colombo ,Crippa, Zanichelli , Della Bella , Luxoro , Baschieri, Carnesecchi , Mastromattei ;……………………………

………………………Viene nominato segretario federale Mastromattei , e riconfermato menbro del C.C. Amedeo Buttafava ; E' confermato il direttorio federale precedente.

Si svolge dopo il Congresso un imponente corteo senza incidenti.

 

 

 

MILANO : COMITATO CENTRALE DEI FASCI E COMITATO ESECUTIVO

 

 Ha quindi un ruolo nei quadri del primo movimento fascista , dove compare in importanti riunioni dove c'e' la presenza dello stesso Mussolini

 

 

=7 Aprile 1921 Riunione del comitato centrale dei Fasci

Si riunisce a Milano il comitato centrale dei Fasci per decidere l'atteggiamento da seguire nelle elezioni politiche imminenti . Presenti :

Mussolini , Pasella , Marinelli , Freddi , Aversa , Bolzon , Bruzzesi , Angiolini , Steffanini , Rossi , Besana , Gioda , Polverelli , Farinacci , Marsich , Bresciani , Giunti , Buttafava , Padovani , Arpinati , Mastromattei , Lantini , Carnesecchi , Terzaghi , Morisi , Tarantini , e De Angelis ( Napoli ) , Ruzier , Forni , Calzabini , Grandi .

 

=29 Marzo 1921 Adunanza del C.E. della C.C.

Presenti : Mussolini, Pasella, Marinelli, Freddi, Aversa, Bruzzesi, Bolzon, Besana, Rossi , Angiolini, Carnesecchi. Si esaminano le situazioni dei Fasci di Parma e Venezia

 

 

 

 

Dopo il 1921 con la fondazione del Partito Nazionale Fascista sembra scomparire dai vertici del movimento fascista !!!

Da notare la scomparsa dai vertici anche di Umberto Pasella

 

 

 

 

 

 

Segretario mandamentale di Piombino dei sindacati fascisti

 

Italia contemporanea‎ - Pagina 159

di Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia - 1988

..…..da un lato esamina gli sforzi ( e i contrasti interni ) dei sindacati fascisti , diretti da Umberto Pasella e Curzio Carnesecchi, per conquistare il consenso degli operai, dall'altro
ha analizzato le vicende dell'antifascismo militante nel Pedi e di quello ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anno 1922

 

CASELLARIO POLITICO CENTRALE

Regia Prefettura di Pisa addi 12 settembre 1922

 

Non professa piu' principi sovversivi , e fa parte della sezione di Piombino del P.N.F.

Ricava i mezzi di vita faccendo il custode presso le scuole elementari di Piombino

 

 

Camera di Commercio di Piombino :28 dicembre 1922 : Carnesecchi Curzio. Concessione in ragione di Monopolio delle pubbliche affissioni per due anni

 

 

 

 

Ivano Tognarini nel libro Fascismo, antifascismo,resistenza in una citta' operaia, Piombino dalla guerra al crollo del fascismo ( 1918-1943 )

 

 

 

 

 

 

 

Professa idee di normalizzazione e di legalitarismo espresse in questo articolo

 

 

Un ritaglio da "L'idea fascista" Pisa-6 agosto 1922

 

Il manganello non deve e non puo' essere il sistema …………………………………………………..

 

 

 

 

( Ho questo ritaglio per la gentilezza di Fausto Bucci di Follonica , storico dell'antifascismo )

 

Da Piombino

Voci fioche di consensi e moniti severi ai fascisti piombinesi

Fa capolino la verita'

Esce sibilando dai denti stretti degli spodestati salvatori del proletariato , ma esce . E' sempre il fischio della biscia , non piu' incantatrice , ma sempre perfida , e' vero , ma pure qualcosa di cambiato c'e'

C'e' per esempio un timoroso cambiamento nel modo di valutare l'azione e gli obiettivi che vuol raggiungere il fascismo . Si manifesta una maggiore comprensione dei nostri scopi e delle nostre idee e quello che e' migliore e' il frequente se pur affiocato << avete ragione >>.

Non e' molto ma e' qualche cosa.

Al fascismo non difetta il coraggio , l'audacia e la costanza : elementi indispensabili per entrare a bandiera spiegata , la bandiera della Patria nel campo della dominazione spirituale delle moltitudini .

Con questo non diciamo che i nemici del fascismo siano debellati . Ne passeranno delle lune prima che i piccoli << Zar >> del passato dominio rosso rinunzino definitivamente al loro sogno di sovvertimento e di distruzione.

Tanto peggio per loro . Noi non disarmeremo finche' avremo la certezza che i loro spiriti son sempre tesi nella contemplazione malvagia delle loro laide nefandezze , ed ogni qual volta vorranno tentare la prova della rivincita si spezzeranno le corna contro la nostra irrevocabile decisione . ma occorre vegliare . E' urgente perfezionare sempre piu' il nostro inquadramento . E' opportuno selezionare gli uomini che si sono convertiti al Fascismo in ventiquattro ore . E' utile fare una divulgazione intensa delle nostre idee. La disciplina nei nostri ranghi deve essere assoluta.

Partire dal concetto che la nostra forza non sta nel numero sempre maggiore degli uomini che dicono di aderire al nostro movimento , ma nella qualita' . Il <<Manganello >> non deve , non puo' essere il sistema . Esso e' e deve essere l'eccezione; In ogni italiano dobbiamo vedere un fratello , redimerlo non e' sopprimerlo .

Le nostre idee debbono essere circondate da una cornice di fatti , cose e gesti moralizzatori. Per questo non c'e' bisogno di debolezze funeste .Basta essere fascisti di convinzione . Basta sentire nell'anima la potenza civile dei nostri postulati , avere la visione precisa degli obiettivi che il fascismo vuol raggiungere . Per questa via arriveremo piu' presto e meglio e l'armonia , la pace , la fraternita' nel popolo italiano sara' indistruttibile .

Fascisti : A NOI !

Carnesecchi Curzio

 

 

 

28 ottobre 1922 : marcia su Roma

Manifestazione di carattere eversivo, organizzata dal Partito nazionale fascista il 28 ottobre 1922, volta al colpo di Stato o quanto meno all’esibizione di una pressione paramilitare che favorisse l’ascesa al potere di B. Mussolini. Seguendo la politica del "doppio binario", ossia combinando la pratica squadrista con il compromesso politico, Mussolini mise in atto efficacemente una nuova tattica di conquista del potere per mezzo di una "rivoluzione conservatrice" dalle forme semilegali. Dopo una prima adunata di squadristi svoltasi a Napoli il 24 ott., e mentre i gruppi dirigenti liberali si confermavano esitanti e divisi, il 27 ebbe inizio l’attacco delle milizie fasciste in varie province, con la presa di una serie di prefetture. Nella notte tra il 27 e il 28 gli squadristi iniziarono ad affluire a Roma, sebbene la resistenza degli Arditi del popolo li bloccasse a Civitavecchia e l’esercito a Orte. Alle cinque del mattino del 28 il governo Facta decise di proclamare lo stato d’assedio, ma il re rifiutò di firmare il decreto. Dimessosi L. Facta, l’incarico di formare il nuovo governo fu dunque affidato ad A. Salandra, e si delineò l’ipotesi di un governo Salandra-Mussolini, cui peraltro guardavano con favore anche settori del grande capitale; il quadriumvirato che reggeva il PNF, tuttavia, dichiarò che la "sola soluzione politica accettabile" era un governo Mussolini. Nelle stesse ore i fascisti occupavano Roma, attuando la loro marcia armata all’interno della città. Il 29, mentre la manovra eversiva si allargava ad altre città del Paese, Vittorio Emanuele III affidò l’incarico a Mussolini. Questi, partito da Milano la sera stessa, giunse a Roma il 30 mattina per ricevere formalmente l’incarico. Con la formazione del suo governo – di cui facevano parte, con i fascisti, esponenti liberali, popolari, democratici e nazionalisti – iniziava il lungo ventennio della dittatura fascista.

 

Curzio Carnesecchi non figura negli elenchi degli squadristi toscani che partecipano all'evento vedi : Giorgio Alberto Chiurco, ( Storia della Rivoluzione Fascista )

Penso tuttavia che abbia in realta' partecipato e sia stato poi semplicemente epurato dopo l'espulsione dal partito Vedi la sorte dello squadrista capitano Bruno santini

l’opera ( scritta alla fine degli anni venti ) e’ apologetica e probabilmente esclude tutti i dissidenti

 

 

 

Ben pochi i Carnesecchi che compaiono tra i partecipanti toscani alla marcia su Roma ( 28 ottobre 1922 ) solo :

Bixio Carnesecchi di Piombino

Guido Carnesecchi di Lorenzana

Pollione Carnesecchi di Firenze

 

 

Fausto Bucci storico della resistenza , dice di Bixio

 

Al principio del 1922 un certo BESIO CARNESECCHI fu eletto o confermato nel Direttorio del Fascio di Piombino

Non sono in grado di dire se fosse parente di Curzio Carnesecchi

 

 

elenchi da Giorgio Alberto Chiurco, ( Storia della Rivoluzione Fascista)

 

http://www.rivoltaideale.com/storia_della_rivoluzione_fascista/

 

Le Legioni Fiorentine alla Marcia su Roma.
Firenze - Città. (1)

(1) Gli squadristi fiorentini il cui elenco è qui riportato in ordine alfabetico, dopo un’accurata scelta fra gli oltre 3400 inscritti al Fascio di Firenze all’epoca della Marcia, erano pressocchè tutti inquadrati nella Ia Legione Fiorentina comandata dal Console ten. Tullio Tamburini.

Abelli Virginio, Agati. Ugo Giovanni, Agnoletti Ferdinando, Agonigi ten. Armando, Aiazzi Adamo, Aiazzi Augusto, Albano Alfredo, Alari Bruno, Albanese Corrado, Albanese Giovanni, Albano Alberto, Albarelli Costanzo, Alburno Mario, Alessi colonn. Teodoro, Aliquo Mazzei Alessandro, Aliquò Mazzei Edoardo, Aliquò Mazzei dottor Filippo, Aliquò Mazzei Orazio, Aliquò Mazzei col. Pietro, Allegretti Oddone, Alli Maccarani Pietro, Aloisi dott. Domenico, Altoviti Igino, Alunno Pilade, Amie Angiolo, Amie Camillo, Amie Ernesto, De Amezaga de’Sidney, D’Amore Eugenio, AncUlotti Augusto, Andreini Aldo, Andreini rag. Ugo, Androsoni Temistocle, Angelini Giuseppe, Angioletti Almerico, Angioletti Arturo Gennaro, De Anna Attilio, Antinori march. Piero, Antonielli Roberto, Arbaci tenente Gino, Arcangeli Giuseppe, Ariani Renato, Arquani Armando, Arquani Ugo, Ametoli Alessandro, Arnone Mario, Arnone Vincenzo, Asinari di Bernezzo-Miranda, D’Aste Aureliano, D’Aste Giuseppe, Attucci Filippo, Baccani Corrado, Baccani Dino, Baccetti Amedeo, Baglioni ten. Vincenzo, Baylon Giovanni, Balani Gleb, Balatresi Cesare, Balatresi Mario, Baldi Baldo, Baldi Moris, Baldini ten. Arturo, Baldoni magg. Leone, Ballerini Gino, Banchelli Umberto, Band Dante, Banci Gino, Bandettini Giuseppe, Baracchi Bruno, Barbèra dott. Gaspero, Barbèra Gino, Barbieri Guido, Bardelli Eugenio, Bardelli Marcello, BargeJlini Umberto, Barlesi Aldo, Barlesi Armando, Baresi cav. Alfredo, Barlesi Attilio, Baroni Arnolfo, Baroni Enrico, Baroni rag. Guido, Baroni Ottorino, Baronti Lisandro, Baronti Pietro, Barontini Licurgo, Bartalesi rag. Roberto, Bartolini Ezzelino-Gusmano, Bartolini Gastone, Bartolomei Adolfo, Basi Vasco, Bastianini Ferdinando, Befani Luigi, Befani Vincenzo, Bellassai Salvadore, Bellenghi avv. Guido, Bellini Alfredo, Bellini Armando, Bellini ten. Francesco, Belluomini Francesco, Belluomini rag. Vittorio, Beltrami Riccardo, Benassai Luigi, Benassai Dino, Bencini Giovanni, Benelli Luigi, Benedetti Amleto, di Raffaelo, Benedetti Amleto di Enrico, Benedetti Gino, Benelli Giuseppe, Benelli Vasco, Bonfaremo Giuseppe, Benini Enrico, Benini ten. Gustavo, Benini Vincenzo, Benvenuti Benvenuto, Benvenuti Bruno di Ranieri, Benvenuti Giuseppe di Carlo, Benvenuti Mario di Rodolfo, Benvenuti Oreste di Giuseppe, Berardi Nicola, Beretta Pier Luigi, Bernardi Gastone, Bernardini Athos, Bernardini Gilberto, Bernasconi Giuseppe, Bernini Egisto, Berta Giovanni, Berta Francesco, Bertelli Dino, Berti Giuseppe, Berti Roberto, Bertini ten. Salvatore, Bertolini Gino, Bertotetti Erinne, Bertoni Antonio, Bertoni Filippo, Bettazzi Luigi, Betti Adolfo, Betti Luigi, Betti cav. uff. Angelo, Betti Igino, Biadi Giorgio, Biadi Giuseppe, Biagi Alberto, Biagini Arnaldo, Bianchi Francesco, Del Bianco Alcide, Del Bianco Ubaldo, Biava Attilio, Bicchierai conte Alessandro, Bicchierai Mario, Bietoletti Lanciotto, Bigazzi Emilio, Billi Luigi, Bini cav. Renato, Bino (Del) Virgilio, Biondi Andrea, Blanc Tassinari D’Alberto, Dal Bò Angelo, Boeri Osvaldo, Boechlin Rolando, Boeri Vitt. Emanuele, Boeri Umberto, Boeri Em. Filiberto, Bogani Rodolfo, Bolaffi avv. Guido, Bolognini Renato, Bonamartini prof. Giuseppe, Boncinelli cav. Guglielmo, Bondi Ubaldo, Bonechi Adamo, Bonechi Enrico, Bonechi Mino, Bonechi Vincenzo, Borelli gr. uff. Aldo, Boretti Gino, Boretti Italo, Borghi Silvio, Borselli Gino, Bortini dott. Giuseppe, Bortolotti Mario, Boschi Ugo, Bovio Natale, Braccesi Gino, Bracciolini Alberto, Brazzini Brunello, Brichieri Colombi Umberto, Bruggisser Feodor, Brunelleschi Brunello, Brunetti Francesco, Brunetti Tito, Bruni Guido, Bucciarelli Rinaldo, Bucciarelli Roberto, Buemi Giuseppe,. Bufalini march. Luigi, Buffi Luigi, Burchi Bruno, Burchi ten. Foscolo, Burci ing. Carlo, Belgodere Vittorio, Cafaggi Alfredo, Cafaggi Mario, Cafiero Ferdinando, Cagli Odoardo, Caglieri Mario, Caiani Freno, Calamandrei Corrado, Calandri Guglielmo, Calaverni Danilo, Calistri Armando, Calistri Dante, Calosi ing. Cleto, Camaiori Tedeschini Dante, Camaiori Tedeschini Renzo, Camici Natale, Canacci Umberto, Candia Victor, Cangioli Vincenzo, Capanni cap. Italo, Di-Caporiano ten. dott. Lodovico, Cappelli Vasco, Cappugi Alfeo, Carbonai cap. cav. Guido, Carbone Gaetano, Caricchio Raffaello, Caridi ten. Andrea, Caridi Carmelo, Del Carlo Ezio, Carnesecchi Pollione, Carotti Adolfo, Carotti Gino, Carraro col. Antonio, Carraro Emilio, Cartei Caflero, Cartei Emilio, Cartei Guido, Cartoni Nello, Casadei Sergio, Casadei Umberto, Casagli Gastone, Casalecchi Curzio, Casati ten. Gastoni, Casini Antonio, Casini Armando, Casini Dante, Casini Gastone, Cassigoli Mario, Cassigoli Ugo, Castellani Dino, Castellani cav. Raffaello, Castellucci Gino, Catalano Gonzaga dott. Filippo, Catalano Gonzaga Fabrizio, Catani Aldo, Catani Ubaldo, Catellini Roberto, Catellini Vieri, Catellini da Castiglione march. Guido, Gavaciocchi Alfredo, Cavaciocchi Baldo, Cavaciocchi Ezio, Cavaciocchi Ugo, Cavalcanti di Verbicaro, Cavini Arduino, Cavini Faliero, Ceccherini gener. Sante, Cecchi Mario, Cecconi Bruno fu Vincenzo, Cecconi Bruno fu Galileo, Cecconi Bruno di Menotti, Celiai ten. col. Eugenio, Cellini Aldo, Cerrina Ferroni Alessandro, Cestini Alberto, Chelotti ten. Pietro Cesare, Chiaramonti Brunetto, Chiari ing. Cesare, Del Chiaro Alberto, Del Chicca Silvio, Chierici Gino, Chiostri Guglielmo, Chiostri cap. Manfredo, Cya dott. Carlo, Ciaccheri Renato, Cianchi ten. Alfredo, Ciancolini Giuseppe, Ciani ten. Ottorino, Ciantelli Valente, Ciardi Bruno, Cigheri rag. Lino, Cimadori Giorgio, Cimino Gino, Cimino Gustavo, Cimino Wilson, Cimino Mario, Cinini Tolemaide, Ciuti Ugo, Ciolini Giuseppe, Golii Bruno, Golii rag. Corrado, Golii Dino, Cioni ten. Alberto, Cioni Galliano, Cioppi Goffredo, Grillini dott. Bremo, Grillini dott. Leone, Ciuti Aurelio, Ciuti Emanuele, Cinti Leonello, Ciuti Guglielmo, Clerici Vincenzo, Coccia Ciro, Codecà dott. Mario, De Cob Giacomo, Colla Alfredo, Collacchioni cap. Mario, Colombini Ferruccio, Colozza Luigi, Comparini Ernesto, Comparini Eugenio, Comparini Ottavio, Comparotto Vittorio, Del Conte Alfredo, Del Conte Antonio, Del Conte Eugenio, Conti Alfredo di Pietro, Conti dott. Filippo, Corcos Rolando, Corradossi Giuseppe, Corrias Domenico, Corsani Angelo, Corvi Corrado, Cosci avv. Aldo, Cosi Senior Arturo, Costa Reghini col. Carlo, Costagli Adriano, Costagli Giovanni, Costantini prof. Emilio, Costantini Emilio Alberto, Cotogni Giovanni, Coviello Paolo, Cozzi Amedeo, Cozzi Ernesto, Cozzi Ettore, Cozzi Giovanni, Cozzi Lorenzo, Cozzi Luigi, Cozzi Mario di Vittorio, Cozzi Mario fu Vittorio, Cozzi Raffaello, Cretoni Marino, Cruicchi Arnolfo, Culicchi rag. Silvano, Cungi Alcide Umberto, Cuoco ten. Tommaso, Curadossi cav. Francesco, Curadossi Giovanni, Daddi Giuseppe, Daliana Aldo, Daliana Ugo, Dali Vitta, Delille Alberto, De Matteis, Dessy ing. Flavio, Dilaghi magg. cav. Giuseppe, Dolis Guglielmo, Di Puccio Aldo, Donati Cino, Donati Piero, Donnini ten. Alfredo, Donnini Priamo, Donnini prof. Vincenzo, O’Donnokoe ing. Guglielmo, Donzelli Roberto, Dumas Guido, Dumini Adolfo, Dumini Amerigo, Dziedustyki conte Massimo, Ermini Corrado, Ermini Giuseppe, Escard Massimo, D’Eufemia comm. Angelo, D’Eufemia gr. uff. Emilio, Fabbri Bruno, Fabbri Carlo, Fabbri Egisto, Fabbri Luigi, Fabbricotti conte Arturo, Fabbrini Corrado, Fabbrini Nello, Fabbrini Angelo, Faccioli Carlo, Faccioli Raffaello, Failli ten. Amedeo, Faini Dante, Falaschi rag Cesare, Falleni Enrico, Falzacappa Angelo, Fanciulli prof. Pietro, Fanelli Ferruccio, Fanelli Saverio, Fanfani Bruno, Fantechi Augusto, Fantoni Pasquale, Fantozzi Dino, Farina Paolo, Faronato col. Bernardo, Faronato Mario, Favati Amedeo, Favati Mario, Favati Rufolo, Favilli Alberto, Favilli Giuseppe, Favilli Ugo, Federici Mario, Fedi ing. Marino, Fagino cap. Giuseppe, Fellini Dino, Feis Valdemaro, Fera Saverio, Ferradini Carlo, Ferradini Ferdinando, Ferrara Alfonso, Ferrari rag. Annibale, Ferri Mario, Ferrini Numa Pompilio, Filippi Cantini cap. Federico, Filippi Duilio, De-Filippis cav. Giovanni, Fiorani Icilio, Fiorineschi cap. Alessandro, Fiorineschi Giuseppe, Fiorini cap. Giuseppe, Fiorini Guido, Fiorini Gregorio, Finali Guido, Fondelli Cesare, Fontana Ettore, Fontana Tullio, Fonterossi Giuseppe, Foresi Ulisse, Formichini Ernesto, Formichini Luigi, Fornari Gino, Fortini Ugo, Fortuna Alessandro, Foscari Niccolò, Fossi Gino, Franchini Mario, Franchini Stappo dott. Mario, Francia Gino, Francia col. Guglielmo, De-Franciscis Amedeo, De-Franciscis ten. col. Edoardo, Francolini dott. Bruno, Francolini ing. Emanuele, Francolini Rodolfo, Frangioni Eugenio, Funaro Giuseppe, Fratiny Fedele, Fredducci Otello, Frullini Bruno fu Cesare, Frullini Bruno fu Enrico, Frullini Ugo, Fulgenzi cap. Rodolfo, Funghi Aldo, Fusi Mario, Gabbrielli dott. Gustavo, Gabbrielli Renato, Gabbrielli Vincenzo, Gagliardi prof. Italo, Gagliardi Beniamino, Gagnoni Alessandro, Gabardini Pietro, Galeotti Giuseppe, Galgani Alessandro, Galli Alfredo, Galli Angelo, Galli Emanuele, Galli Mario, Galli Valentino, Galli Alberto, Gambacciani Lorenzo, Gambacorti-Passerini cap. Gino, Gambassi Mario, Gambi Pio, Gambacciani Angiolo, Gambacciani Attilio, Ganucci-Cancellieri dott. Riccardo, Garoglio dott. Pier Giovanni, Garosi Gino, Gasparo Gino, Gatti Adolfo, Gatti rag. Carlo, Della Gherardesca conte Uguccione, Della Gherardesca conte Valfredo, Giachetti Gino, Giannini Mario, Giannini Marcello, Goffredo Augusto, Ginnasi avv. Giulio, Ginori Conti principe Giovanni, Giordano cap. Odorico, Giorgi Gualtiero, Giovannozzi ten. Aldo, Giovannozzi rag. Alfredo, Giusti Carlo, Giusti rag. Gino, Gobbi capitano Amedeo, Gobbi Umberto, Golini Umberto, Gomez-Flomen Pier Filippo, Gonfiantini Sabotino, Grappolini Guido, Grazzini Bruno, Grimaldi Gian Fabio, Grimaldi Giulio, Grazzini Giovanni, Grazzini Spartaco, Del-Greco Umberto, Guadagni marchese Alberto, Guadagni march. Migliore. Guadagni ten. Piero, Gualtieri Gilberto, Gucci Ugo, Guerrieri colonnello Enrico, Guglielmi Corrado, Guglielmi cav. Guglielmo, Guicciardini conte Carlo, Guicciardini conte Leone, Guicciardini conte dott. Niccolò, Guicciardini conte Piero, Gusmitta Carlo Alberto, Haupt Dante, Haupt Bruno, Haupt Giacomo, Jeri Giuseppe, Jeri Vincenzo, Ilari Giuseppe, Imbert Giulio, Imbimbo avv. Vittorio, Imperiali march. Demetrio, Incontri march. Carlo Lodovico, Incontri march. Roberto, Degli Innocenti Italo, Isola Giuseppe, Lampronti Vittorio, Landi ten. Leone, Lapi Corrado, Lapi Lapo, De Larderei conte Francesco, Lascialfare Ezio, Lastrucci Natale, Lavacchini Angelo, Laubey Roberto, Lazzeri Pasquale, Lazzerini Pietro, Lega Achille, Lelli Augusto, Leoni Ferruccio, Liserani Dante, Liserani Ugo, Lillini Luigi, Lodoli Giovanni, Lopes Pegna Mario, Lottaringhi Della Stufa march. Antonio, De-Luca Athos, De-Luca Renato, Luchi Dino, Luchini avv. Alberto, Luchini Renzo, Lumachi Enrico, Della Lunga Lionello, Della Lunga Vittorio, Luporini ten. Giovanni, Macari Amedeo, Macari Carlo, Maccarelli Ettore, Maccheroni Augusto, Macherelli Alberto, Macherelli Guido Edoardo, Madori Gastone, Maffaccini Aurelio, Maffei Renzo, Magnani Osvaldo, Magnanini Francesco, Magrini ten. Vasco, Maiani Leone, Maiolfì Arturo, Malenchini Vincenzo, Mattanti Libero, Malvicca Alfredo, Manganiello dott. Raffaele, Mannucci rag. Ettore, Mannucci Gian Piero, Manusardi ten. Luigi, Marasco Angelo, Maraviglia Mario, Marasco Antonio, Marasco ten. Francesco, Marasco Nicola, Marasco Vincenzo, Marchi Renato, Marchini Lapo, Margarolo ten. Giovanni, Margarolo Roberto, Margarolo Ugo, Martinuzzi Dino, Mariani Guido, Mariani Gustavo, Mariani Useno, Marguez on. Dionigi, Marri prof. gen. Ezio, Marri Mario, Marri Piero, Martini Aldo, Martinuzzi Ugo, Massai Angelo, Massai Romolo, Mattoini Aldo, Mazza Antonio, Mazzanti Sandro, Mazzoli Averardo, Mazzuccato Piero, Mazzucchelli col. Luigi, Mazzucchelli Franco Attilio, Melani Corinto, Melani Vasco, Meli Melucci Alberto, Menabuoni ing. Alberto, Menabuoni cap. Renzo, Meotti dott. Luca, Merciai Giuseppe, Merciai Renzo, Michelassi Oscar, Micheletti Agostino, Micheletti ten. Gilberto, Michelini Carlo, Michelini Clodoaldo, Migliorini Dante, Mini ten. Dino, Miniati Carlo, Miniati ten. Gastone, Miniati Giulio, Modigliani Rossi ing. Alarico, Modigliani Rossi cav. Angelo, Monari Rocco conte Paolo, Montanari Mario, Montanelli Carlo, Montemaggi Pietro, Montemaggi Giuseppe, Montesi Righetti cap. Piero, Monti dott. Valter, Morandi Lionello, Morelli avv. Giuseppe, Moretto Giulio, Moretto Italo, Mori Dante, Modani Umberto, Morici ten. Dante, Del-Moro Guido, Moroni Lodovico, Moschi Pasquale, Mucke Bruno, Mugnai cap. Arturo, Mugnai Carlo, Musto Eisner, Mutarelli Vincenzo, Naldi Renato, Naldini Umberto, Naldoni Elio, Nannotti dott. Carlo, Narbona Ezio, Nardi Eugenio, Nardi Giuseppe, Nasti Agostino, Natali Aberto, Natali Alfredo, Natali Corrado, Natali Vasco, Natalucci Pompeo, Navarrini Alessandro, Della Nave Tucilio, Della Nave Giuseppe, Nenciolini ten. Decio, Nenciolini Pirro, Nencini Roberto, Nerbini Giuseppe, Nerbini Mario, Nerbini Renato, Nesi Omero, Niccolini Alamanno, Niccolini march. G. Batta, Niccolini dott. Vincenza, Nichesola conte Galesio, Nivet Armando, Nobili Cesare, Nocita Francesco, Noferi cav. Elia, Nozzoli Bruno, Nucci Fernando, Nucci dottor Gino, Nucci Ugo, Nucci Pastacaldi rag. Giulio, Nunzi Angiolo, Nunzi Gastone, Nunzi Giulio, Nuti Giacomo, Nutini Carlo, Novelli Bettino, Occupati Alamiro, Odett Santini avv. Umberto, Olivotti Alberte, Onori Mario, Onori Onorio, Orsini Baroni Guido, Osella Aimone, Osella Andrea, Osella Ottavio, Ottanelli Roberto, Ottavi Dante, Pacilli Arturo, Pacini Ermanno, Padovani ing. Mario, Padovani ten. Renzo, Padovani ten. Rodolfo, Paganini Pio, Paggi ten. Guide, Paiter dott. Ferdinando, Paladini ten. Pasquale, Paloschi Luigi, Pampaloni Dante, Panattoni avv. Guido, Panattoni Amerigo, Pantano, Panteri Carlo, Paoletti Dino, Paoletti Gastone, Paoli Attilio, Pasticchi Emilio, Paolieri Giovanni, Papini Antonio, Papasogli cav. Augusto, Papasogli dott. Emilio, Parenti Carlo, Parigi Vasco, Parolari comm. Gabriele, Pasella Umberto, Pasetti nob. Alessandro, Passerini conte Giuseppe Landò, Patrizi march. Giacomo, Pavolini Alessandro, Pavolini prof. Paolo Emilio, Pavoni ten. Vincenzo, Pelagatti Adelino, Pelagatti Alessandro, Pelagatti cav. Dino, Pelagatti prof. Giorgio, Pelagatti ing. Giuseppe, Pelagatti prof. Mario, Pellas Dino, Pellas Renzo, Pennacchio, Pergolani cav. Augusto, Percoco Gregorio, Pianigiani rag. Quintilio, Pernigotti Luigi, Pernigotti Piero della Valle, Peroni Bruno, Perrone Compagni march. Dino, Perrone Nicola, Peruzzi de Medici march. Ridolfo, Pescini Angelo, Pestellini Eugenio, Petri rag. Felice, Petrilli Mariano, Petrioli dott. Emilio, Petrocchi Giulio, Petrucci Alberto, Pezza Fernando, Pezza Giuseppe, Piacenti Marco, Piacenti Roberto, Piani Luigi, Piazzesi Mario, Piazzesi Massimo, Picchianti Osvaldo, Picchiatiti Raffaello, Piccioli Arturo, Piccioli Carlo, Picchi dott. Scipione, Picchi ten. Roberto, Pieracci Corrado, Pieracci Guido, Pieri Ugo, Pieroni Renato, Pirelli Carlo, Piscopo cap. Giuseppe, Politi Vezio, Pompei Pietro, Polvani Antonio, Ponzolli cav. Guido, Porciani Renato, Porcinai Enzo, Porri Carlo, Poggi Sergio, Pollini prof. Lorenzo, Pucci march. Roberto, Procacci Baccio, Prosperi Alfredo, Prosperi Enrico, Prosperi Ernesto, Prosperi comm. Guido, Pucci Arrigo, Pucci cav. Giuseppe, Pucci Puccio, Pugi Fiorenzo, Pugi Gino, Pugi cav. Guglielmo,’Puliti Arduino, Puliti ten. Enzo, Puliti Ernesto, Puliti Ugo, Quagliata ten. Enrico, Quagliata Vincenzo, Querci Pasquale, Radicchi Getilio, Ramorino ten. Felice, Ranfagni Bruno, Ranfagni ten. Corrado, Ranfagni Guido, Rangi, Raspini Roberto, Rastrelli Renzo, Ricciardi Ricciardo, Ridolfi march. Luigi, Rinaldi Alessandro, Rinaldi Luigi, Rinaldi avv. Rinaldo, Rinaldo Rinaldo, Ristorini Andrea, Roberto cav. Mario, Rogai Damiano, Rogai Giulio, Rogantini Vittorio, Romei Giuseppe, Romanelli Romano, Romoli prof. Dante, Ronchi cap. Luigi, Rosai Bruno, Rosai Ottone, Rosai ten. Piero, Rosai Tito Livio, Rossi Gino, Rossi Giovanni, Rossi ten. Giulio, Rovello Mario, Sabatini Carlo, Salghetti Drioli Dino, Sacchi Piero, Sacchi ten. Rodolfo, Sacuto dott. Piero, Sacut Pierre dott. Mibano, Saloini Renato, Santoni col. Arturo, Santoni Alfredo, Sapocetti Giuseppe, Scarampi di Prunetto Lodovico, Scalpellini Aldo, Scarpellini rag. Arturo, Scarpellini Gino, Scarpellini cav. Gustavo, Scarpellini Enrico, Scatena dott. Giuseppe, Scheggi Bruno, Schoopflin Guglielmo, Scoino Mario, Scoti Luca, Scotti Gio. Adriano, Scotti Domenico, Scotti Fantoni Luigi, Sebregondi Carlo, Sebregondi Gian Giacomo, Sebregondi col. Luigi, Conte Seduceschi, Senesi Aroldo, Serbi Vittorio, Sergio ten. Alfonso, Sestini Alfredo, Sestini Carlo, Sestini Marcello, Sestini Mario, Sgatti Alessandro, Sguanci Otello, Speziali, Spinelli cav. Ferdinando, Soave Mario, Socci Alessandro, Socci Enrico, Socci Gustavo, Soggetti rag. Francesco, Sonino Paolo, Sorbi Vittorio, Soria Roberto, Squilloni Raoul, Speziali Mario, Starnotti Cassio, Strino ten. Umberto, Suckert Malaparte, Suckert Ezio, Talamini Raffaello, Tallarigo dott. Marcello, Tamberi Giovanni, Tamburini cav. Tullio, Tanganelli Marcello, Tango Comincio Vittorio, Tarducci Aldo, Tarli Foscolo, Tassinari Rodolfo, Teghini ten. Domenico, Tenti Alberto, Tenti cap. Luigi, Terlizzi ten. Rodolfo, Terzaghi Luigi, Tibaldi Camillo, Tibaldi cap. Giovanna Tolomei Celso, Torrigiani di Scilla duca Fulco, Torrigiani march. Carlo, Torrigiani march, cap. Carlo Luca, Uboldi ten. Emanuele, Valeriani ten. Giulio, Valgiusti cav. Pietro, Vallecchi Enrico, Valleri Giuseppe, Valtancoli Aldo, Vannini Emilio, Valtancoli Vieri, Vannotti ten. Vannetto, Vannini Aldo, Vannucchi ten. Umberto, Veneziani ten. Raffaele e Corrado, Versari dott. Sebastiano, Vestrini Roberto, Vestrucci Augusto, Vezzosi Alberto, Viliani Ettore, Viliani rag. Rodolfo, Viliani Bruno, Vivarelli Bruno, Vivarelli Gian Franco, Vivarelli della Robbia march. Luigi, Wacki Umberto, Zamboni cap. Luigi, Zetti Alfredo, Zoccolini Arturo, Zuckermann Federico, Zuckermann Ignazio, Zugarini Amerigo, Zanotti Giovanni.

Nazionalisti Fiorentini.

Elenco dei "Sempre Pronti" costituenti le due Squadre "Dalmazia e Fiume" di Firenze, 1920-22: Comandante della Coorte: ten. Bellenghi Guido; Benini Lorenzo, De Patre Aurelio, Morosi Giovanni, Franzini Umberto, Passigli Enzo, Albanese Giovanni, Antoni Renato, Berti Dino, Bianchi Dino, Binazzi Bruno, Bruscaglioni Raffaello, Buti Silla, Camporesi Remo, Capecchi Marcello, Caracciolo Filippo, Carminello Mario, Cioni Giovanni, Coen Vittorio, Contini Torquato, D’Agliano Pietro, Di Pietro Giuseppe, Fantinelli Carlo, Fiori Umberto, Francioli Alfredo, Gennazzani Carlo, Governi Ovidio, Ingrà Ugo, Ledda Mario, Lori Aldo, Mazzariel Mario, Morandi Dante, Orlandi Rolando, Salvi Aldo, Sani Nello, Schiapparelli Paolo, Simeone Giovanni, Sironi Rinaldo, Tarabusi Renzo, Tiberi Giulio, Uzielli Alberto, Valleri Luigi, Caroti Renzo, Gentile Raffaello, Russo Umberto, Veltroni Giuseppe, Rovida Mario, Ceramelli, Gelli Giovanni, Niccheri Pio, Castellucci Luigi, Leoni Umberto, Rosso Giorgio, Paoli Bruno, Turi Francesco, Alessandri Gualberto, Battigelli Nilo, Bertini Renato, Bianchi Guglielmo, Brogi Rolando, Bucalossi Gino, Cagnacci Baldo, Cangemi Eugenio, Cappellini Nello, Carini Silvio, Catelli Gino, Chilosi Giuseppe, Colozza Luigi, Curradi Corrado, Degl’Innocenti Luigi, Fanti Giorgio, Fedi Gino, Franchetti Arnaldo, Galandi Aldo, Gobbi Ferruccio, Guidi Fernando, Legnaioli Enrico, Lombardi Luigi, Mariotti Aldo, Mazzi Remo, Pini Guido, Sabatelli Giulio, Sandrelli Francesco, Savelli Giovanni, Scotta Alessandro, Simeone Pasquale, Taj Carlo, Taronti Ugo, Tumminello Sante, Valleri Giorgio, Vignoli Giovanni, Comparetto Vittorio, Galanti Giovacchino, Veltroni Antonio, Rosati Deceraldo, Omarini Giuseppe, Apolloni Antonio, Baggiani Arnaldo, Clerici Vincenzo, Consorti Silvio, Chellini Duilio, Donati Pietro, Lampronti Jorio, Mazzei Osvaldo, Ottaviani Alfredo, Bonamartini Giuseppe, Piccini Mario, Pugi Enzo, Roselli Oscar, Staderini Siro, Serandrei Bruno,. Testi Giovanni, Valleri Alfonso, Borgogni Bruno, Ceccherelli Vittorio, Corsi Guido, Chimenti Angelo, Donati Altiero, Fracassi Arnaldo, Landi Mario, Monti Valfredo, Ottaviani Gilberto, Gasperi Filiberto, Pizzagalli Mario, Parisi Vittorio, Scitrug Mario, Scarselli Valfrido, Traverso Enrico, Ugolini Guglielmo, Cipriani Paolo.

IIa Legione Fiorentina.

Console Ten. Onori Onorio. I Coorte: comandante Quirino Vanni.

Sezione di Ponte a Egola: Giusti Mario (capo squadra), Riccioni Enrico (vice-capo squadra), squadristi: Marianelli Luigi, Bertoncini Tommaso, Morelli Ottavio, Mannini Giuseppe, Arzilli Gino, Terreni Vincenzo, Viligiardi Dante, Rossi Renato, Rossi Giuseppe, Simeoni Alessandro, Bechini Giuseppe, Marianelli Cesare, Morelli Umberto, Giusti Carlo, Giusti Gilberto, Giuseppe Giusti (centurione).

Sezione di Lazzeretto: Antonini Leopoldo (capo squadra), Antonini Rino (squadrista), Angelucci Pietro (id.), Angelucci Faostino (id.). Bruni Luigi (id.), Bruni Umberto (id.), Calugi Gino, (id.), Fontana Italo (vice-capo squadra), Lensi Dino (squadrista), Mazzantini Gino (id.), Prosperi Faostino (id.), Prosperi Primo (id.), Santini Giuseppe (id.), Cappelli Raffaello (id.).

Fascio di Castelfranco di Sotto: Bonnannini Antonio, Di Brigida Tosello, Arzelà Alberto, Marchiani Virgilio, Di Brigida Tommaso, Lenzi Carlo, Fabbrucci Piero, Tacchi Luigi, Martini Alvaro, Giannoni Alvaro, Bracci Gino, Dal Canto Gino, Camerini Ferruccio, Papini Marsilio.

Sezione di Montopoli: Susini Argante (comandante), Bandini Adolfo, Donati Giuseppe, Vanni Virgilio, Tinghi Francesco, Gabbanini Florindo, Tinghi Ottorino, Terreni Ovidio, Del Vivo Giuseppe, Rossetti Vittorio, Cervelli Corrado.

Sezione di Santa Maria a Monte: Acciaioli Angiolo, Gonnella Gaetano, Giuntoli Astolfo, Marchetti Enrico, Carugi Giovanni, Vivaldi. Giovanni, Tognarelli Rodolfo, Martini Nello, Ristori Gennaro, Lorenzi Angiolo, Lazzeri Giovanni, Dini Alessandro, Del Tacca Oreste, Vanni Arturo, Vanni Orfeo, Sardelli Alessandro, Lazzeri Alberto, Dini Giulio, Puccini Vezio, Bagnoli Alfredo, Colombai Amos, Botti Armando, Moroni Cesare, Sevieri Nello, Pupilli Luigi, Sevieri Giovanni, Vivaldi Francesco, Tempestini Rutilio, Gronchi Leonello, Rosi Sabatino, Panchetti Giovanni, Novi Giuseppe, Pieroni Angiolo, Nuti Umberto, Signorini Giuseppe, Gerboni Giuseppe, Guidi Angiolo, Baggiani Alessandro, Maffei Pietro, Mori Leandro, Dini Agostino, Menicucci Gino, Vanni Domenico, Rosati Enrico, Nuti Orfeo, Vivaldi Corrado, Gotti Gaetano, Brilli Brillo, Donati Eugenio, Memmini Raffaello, Novelli Pietro, Mazzanti Giovanni, Freschi Grazioso, Federighi Gino, Cei Virgilio, Toti Gino, Pasi Mario, Corsi Angiolo, Giovannetti Carlo, Bandecchi Alfio, Testai Cartesio, Tognelli Edo, Ristori Vasco, Merini Umberto, Tuccini Paolo.

Fascio di Vinci: Berni Torello, Berni Giuseppe, Martellini Idilio, Martelli Vieri, Gori Armando, Pacini Dante, Bindi Aline, Felici Bianco, Volpi Gennaro, Neri Gino, Santini Vittorio, Donati Guido, Ciattini Tommaso, Fanciullacci Giuseppe, Leporatti Armando, Campigli Ugo, Prosperi Gagliano, Cerboni Foscolo, Cioli Bruno, Mancini Mario.

Fascio di Faltognano (Vinci): Cinelli Lorenzo (caposquadra), Peruzzi Nano, Mazzanti Primo, Lippi Cornelio, Tamburini Modesto, Lippi Elio, Tamburini Ettore; Salvi Mario e Salvi Bianco (studenti, marcianti con la "Legione Tamburini").

Fascio di Montelupo Fiorentino: Comandante di manipolo: Chiabrera Camillo; Cacialli Carlo, Secchioni Galileo, Fernettoli Aldo, Gori Angelo, Volpini Giuseppe, Fossi Zeno, Bitossi Alfredo, Piatti Giuseppe, Bonanni Plinio, Corri Umberto, Giovannini Alberto, Manetti Pietro, Novelli Lorenzo, Italo Gianni, Luzzi Cesare, Bellomini Oliviero, Bellini ten. Francesco, Pensetto Eugenio, Scotti Foscolo, Noccioli Guido, Terreni Guido, Canneri Diego, Barbetti Onorato, Tofani Egidio, Secchioni Egisto, Vignozzi Giuseppe, Masoni Ermindo, Simoncini Luigi, Doni Giuseppe, Nardini Ulderigo, Lucchesi Lido, Morelli Ugo, Ancillotti Umberto, Ventura Alfredo, Cionii Renzo, Penco Piero, Parri Nicolò, Pompi Bruno, Nannelli Luigi, Pucci Battista, Taccini Mario, Campami Umberto, Cacialli Luigi, Tangorra Giuseppe, Cioni Luigi.

Sezione di San Miniato: Cinci Giovanni, Nencini Emilio, Zucchetti Danilo, Gazzarrini Lionello, Mariani Amedeo, Elmi Alessandro,. Quercegrossi Giovanni, Biagioni Athos, Capponi Ugo, Maltinti Antonio, Bernini Armando, Lavanti Aldo.

Fascio di Cerreto Guidi: Luigi Del Vivo (comandante la centuria), Rosso Giovanni (comandante la Sanità della legione), Brogi Nello (comandante manipolo), Brogi Ambrogio (comandante squadra "Gino Pacini"), Serraglini Raffaello (comandante squadra "Montemaggi"). Squadristi: Ciardi Ciardino, Morelli Gino, Noccioli Aurilio, Brotini Umberto, Venturini Adolfo, Caponi Vincenzo, Borgioli Ugo, Serraglini Giulio, Desideri Mario, Batosti Giulio, Talini Cammillo, Brotini Ettore, Tosini Duilio, Maiano Guido, Lelli Alfredo, Rossetti Angiolino, Giuntini Gino, Castellani Alfonso, Baronti Giuseppe, Marradi Lido, Fattori Angiolo, Moriti Benvenuto, Lelli Gino, Serraglini Umberto, Castagnoli Carlo, Naldini Giuseppe, Baggiani Mario, Brotini Vincenzo, Brogi Ernesto, Brogi Primo, Prosperi Giovanni, Talini Ugo, Picchi Giovanni (1).

(1) Gli ultimi sette, non iscritti al Fascio, parteciparono alla Marcia come militi della Misericordia o della Pubblica Assistenza, volontarii nel servizio sanitario.

Fascio di S. Croce sull’Arno: Comandante la Zona: Quirino Vanni; Comandante le squadre: ten. Antonio Melai.

Squadra "Disperata": Biagi Stefano (comandante la squadra), Duranti Ulisse, Cigheri Lino, Barzotti Dario, Berti Giulio, Duranti Andrea, Duranti Gaetano, Giannotti Gino, Macchi Giovanni, Moscatelli Eliseo, Cavallini Luigi, Martelli Umberto, Pierini Pietro, Pinori Marino, Pozzolini Corrado, Poggianti Cesare, Billeri Pietro, Dani Alfonso, Bini Michele, Mancini Efeso, Baldacci Pietro, Malucchi Giulio, Corsagni Tullio, Guastini Lorenzo, Donati Umberto.

Squadra "Sempre Pronti": Pellegrini Galileo (comandante la squadra), Bini Rutilio, Carli Raffaello, Di Quirico Pietro, Luperi Angelo, Masoni Alfonso, Nelli Manolo, Meri Marino, Pacchiani Pietro, Toti Adolfo, Baldacci Luigi, Piccini Durante, Masini Angelo, Puccini Antonio.

Fascio di Staffoli: Mazzanti Lamberto (comandante la squadra): Fontana Tranquillo, Ruglioni Virgilio, Butelli Alfonso, Franchi Livio, Quiriconi Leonetto.

Fascio di Orentano: Cristiani Armando (comandante la squadra), Buoncristiani Oscar, Buoncristiani Armando, Cristiani Averardo, Cristiani Lorenzo, Cristiani Natale, Ficini Felice, Ficini Natale, Marinari Franco, Pinelli Corrado, Lucas Ettore, Casini Augusto, Barghini Abdenago, Barghini Cesare (segretario politico), Riccucci Angelo, Buoncristiani Luca, Lami Leopoldo.

Fascio di Ponte a Cappiano: Dini Giuseppe (capo squadra), Benvenuti Dante, Baronti Bruno, Bimbi Alberto, Domini Michele, Pezzatini Enrico.

Sezione di Fucecchio: Pini ten. Mario, Mori Mauro, Mori Adriano, Bagnoli ten. Gaetano, Micheletti Augusto, Matteucci ten. Giuseppe, Sabatini Alfredo, Mariotti Pietro, Peroni Lorenzo, Del Terra Giuseppe, Fedi Nello, Nacci Adolfo, Benvenuti Tommaso, Mannini Stefano, Soldaini Renato, Masotti Corrado, Calderoni Gastone, Mannini Agostino, Gherardi Alfredo, Battoma Giovanni, Banti Torello, Taviani Dino, Bartoli Renato, Guasqui Mario, Masini Dino, Ciardini Leonardo, Montanelli Angiolo, Banti Ferruccio, Guerrieri Rizieri, Tognetti Enrico, Masi Giorgio, Nelli Amedeo, Tognetti Torello, Lotti Amedeo, Costagli Marcello, Buoncristiani Celestino, Settesoldi Renato, Lotti Attilio, Turchi Francesco, Gori Crocerò, Matteoni Mauro, Marchetti Giulio, Urbani Antonio, Seghetti Bruno, Melani Mario.

Sezione della Torre: Masotti Dante (comandante la squadra), Masotti Fioravante, Rabani Rodolfo, Fabiani Virgilio, Frediani Giuseppe, Giuntoli Maggino.

Fascio di Massarella: Soldaini Duilio, Talini Ulisse, Bonfìglioli Giovanni, Sgherri Sabatino, Bologni Maggino, Giannoni Basilio.

Sezione di Bassa: Luciano Mari Ubaldini, Sani Alcide (segretario politico), Giannini Alberto, Rossetti Angelo, Melani Luigi, Fattori Alessio, Barontini Ugo, Carmignani Giuseppe.

Fascio di Stabbia: Rugiadi Leopoldo, Rugiadi Amos, Banti Gino, Menichetti Leopoldo, Pozzolini Alberto, Marradi Nello, Calugi Francesco, Cioni Mario, Vincenti Dino, Taddei Italo, Innocenti Alberto, Morelli Amedeo.

Fascio di Capraia: Fanciullacci Donatello, Venturi Dante, Gheri Fernando, Parenti Sante, Piatti Goffredo, Scappini Stefano, Gherardini Agoberto, Borgioli Alfredo, Villani Stefano, Cantini Leopoldo, Pucci Adolfo, Scappini Curzio, Scappini Eliseo, Scappini Antonio, Parenti Remigio, Gambacciani Adone, Giorgi Giorgio, Pancani Giuseppe, Lolli Quinto, Cardini Brunetto, Guidi Natale.

Fascio di Empoli: Cinelli Vitruvio (comandante la squadra), Sorbellini Sisto, Boni Carlo, Busoni Alfonso, Panzani Ilio, Mazzantini Tullio, Lenzini Alfio, Terreni Turiddu, Gambacciani Ottorino, Brasca Luigi, Lolli Bruno, Santini Emilio, Lilloni Donato, Bongi Olinto, Sensi Antonio, Bini Giuseppe, Livini Mazzino, Maestrelli Augusto, Lambruschini Pietro, Boni Luigi, Taddei Italo, Tamburini Bruno, Marmugi Pietro, Garbati Adolfo, Nucci Mario, Caiani rag. Andrea, Maltinti Ottavio, Maestrelli Gastone, Gazzarri Giuseppe, Giuntini dott. Leopoldo, Salvadori Fabio, Taddei Ettore, Taddei Ernesto, Bini Leonardo, Macii Giuseppe, Macii Aladino, Becherini Aldo, Ghezzi Oscar.

II Coorte: comandante Ferdinando Bellasi.

Sezione di Brozzi (Firenze): Adami Alfredo, Ramalli Gastone, Luchi Lapo, Ridolfi Elio, Baronti Alfredo, Ugolini Guido, Danti Aldo, Masi Carlo, Filippini Rolando, Bresci Alfonso, Tomberli Romeo, Fiaschi Emilio, Ceramelli Mario, Frizzi Luigi (segretario politico).

Fascio di Varna: Campigli Renato, Bulleri Giuseppe, Semplici Vittorio, Bruni Pietro, Frizzi Umberto, Spini Roberto, Scali Gennaro, Giubbolini Guido, Gasparri Pietro, Campigli Sestilio, Campigli Guido, Niccolai Firmo, Fioravanti Michele, Fioravanti Corrado, Guerrieri Luigi, Lisi Giulio, Signorini Armando.

Fascio di Mura-Alberi: Fontanelli Severino, Gennai Giuseppe, Bacchi Paris, Becherini Leopoldo, Barbieri Elio, Bertucci Valente, Bassi Paolo, Bini Enrico, Galvani Guido, Corti Annibale, Cecchelti Armido, Dei Galliano, Frediani Cesare, Favilli Mario, Rossi Ugo, Vallesi Cesare, Parentini Emilio, Falagiani Oreste, Gennai Nello, Guerrieri Adolfo, Mogozzi Mario, Martelli Giuseppe, Masini Ugo, Neri Adone, Neri Adolfo, Picchi Luigi, Panchetti Carismo, Conforti Armido, Rossi Dino, Rossi Delfo.

Fascio di Gambassi: Franchi Aldo, Seravelli Cesare, Rossi Gino, Volpini Giulio, Michelassi Alberto, Michelassi Antonio, Calonaci Giulio, Seravelli Ugo, Piacenti Vincenzo, Carnevali Allegro, Mugnaini Roberto, Cinotti Ugo, Renieri Emilio, Martini Giuseppe, Pomponi Giulio, Conti Contino, Bagnoli Antonio, Giubbolini Ottaviano, Ghelli Dino, Ghelli Pietro, Monti Pietro, Monti Giuseppe, Marruccì Antonio.

Sezione di Fiano: Baroni Guido, Manetti Ugo, Cappelli Ezio, Parrini Giovanni, Mazzini Francesco, Maioli Corrado, Magazzini Federigo, Manetti Renato, Manetti Giuseppe, Manetti Gastone, Manetti Remo, Ancillotti Corrado, Lombardiri Dino, Matteuzzi Settimo, Fossi Manlio, Calosi Antonio, Foitini Origene, Mariani Tullio, Pettini Angiolo, Costagli Agenore, Strambi Luigi, Meniconi Alberto, Manetti Leone, Bini Carlo, Cappelli Ubaldo, Manetti Odoardo, Parrini Adelindo, Nencioni Gino, Merlini Gennaro, Parri Pietro, Parri Sestilio, Cappelli Sirio, Mugnaini Bruno, Bini Pilade, Mariani Leonardo, Neri Tommaso, Pettini Raffaello, Fratini Torello, Mannucci Fabio, Meniconi Giuseppe, Pestelli Tito, Fiaschi Vittorio, Sordi Cesare, Masini Antonio, Baroni Arnolfo, Pestelli Secondo, Fiaschi Adolfo, Fiaschi Franco, Fiaschi Giuseppe, Belli Carlo, Corti Alberto, Pierazzi Giuseppe, Orsi Sirio, Acomanni Giuseppe, Chellini Niccolò, Fortini Attilio, Merlin! Gian Battista, Fortini Dino, Malanchi Livio, Nencioni Emilio, Toni Alfredo, Checcucci Angiolo, Corti Giovacchino, Fortini Guglielmo, Fiaschi Augusto, Bartolozzi Vittorio, Alfani Attilio, Moretti Roberto, Mugnaini Gino, Chellini Nazzareno, Chellini Giuseppe, Bellosi Luigi, Caselli Cesidio, Falchini Natale, Baldini Primo, Baldini Cesare, Mugnaini Nazzareno, Calosi Vincenzo, Lupi Luigi, Lupi Gino, Lupi Settimo, Conticelli Torello, Parri Enrico, Martini Tommaso, Parrini Dario, Lazzerini Quintilio, Frosali Gino, Mori Olinto, Tortini Abramo, Corti Vittorio.

Fascio di Certaldo. Squadra "Mussolini": Del-Gamba Nello (comandante di manipolo), Castellacci Alberto (id.), Livi Giuseppe (capo squadra), Ridolfetti Pilade (alfiere di squadra), Gcri Giovanni Gori Antonio, Latini Giuseppe, Venturi Franco, Venturi Dario, Luschi Libero, Cappelli Emilio, Bucalossi Sereno, Marcori Giulio, Barnini Guido, Borghini Trento, Chellini Chellino, Bellucci Gabbriello, Cambioni Serafino, Corsi Germano, Catoni Franco, Bonelli Ottavino, Pelagotti Amedeo, Buzzoni Achille, Pampaloni Egisto, Cardinali Gino, Pini Egisto, Vichi Alessandro.

Squadra "Perrone": Dei Narciso (comandante di squadra), Bartalucci Garibaldo (alfiere di squadra), Bellucci Giulio, Bianciardi Armando, Ceccarelli Gabbriello, Ciari Francesco, Corsi Mario, Cianti Luigi, Calamassi Cafìero, Da-Vela Livio, Faraoni Furio, Gualtierotti Paolo, Gori Giorgie, Luschi Guerruccio, Nencini Faustino, Novi Osvaldo, Neri Francesco, Pelagotti Giovanni, Sardelli Livio, Sartarelli Primo, Signorini Mario, Signorini Guido, Susini Guido, Valentini Giovanni, Quercioli Bruno, Peragnoli Antonio, Cantini Pietro, Campami Olinto, Faberi Lorenzo, Fanciullacci Romeo, Morelli Fedele, Giglioli Giulio.

Squadra "Florio": Andreucci Alberto (capo squadra), Ancillotti Gino (alfiere di squadra), Luschi Giulio, Bazzani Giovanni, Barnini Renato, Cineili Leonetto, Cambìcni Livio, Da-Vela Alfiero, Frizzi Nevio, Fontanelli Giulio, Fiaschi Alfredo, Gori Gino, Morelli Guido, Giannozzi Dario, Neii Canzio, Poggi Tullio, Rigacci Costantino, Ricci Giulio, Salvadori Renato, Sardelli Natale, Scali Gino, Taddei Olinto, Vannini Gino, Latini Luigi, Biotti Bruno, Morelli Giuseppe, Susini Giuseppe, Marcori Gino, Lazzeri Giuseppe, Verdiani Giulio, Locci Antonio.

Squadra "Disperata": Dei Giuseppe (comandante di centuria), Bellasi Ferdinando (comandante di coorte), Franceschi Guido (segretario politico), Mori Giuseppe( (capo squadra), Bardotti Giuseppe (alfiere di squadra), Branchi Alberto, Bandinelli Fnrico, Barnini Alfredo, Barnini Girolamo, Bellucci Gino, Campigli Edoardo, Calamassi Paolino, Corsi Antenore, Fougier Francesco, Marmugi Lionello, Mazzoni Novilio, Morelli Vincenzo, Mugnaini Luigi, Pini Pino, Palmieri Arturo, Pelagotti Giuseppe, Sardelli Gino, Tordini Tordino, (trombettiere) Venturi Mario, Pertici Mario, Locci Fidardo, Daddi Foscaro, Salvestrini Vittorio, Benincasa Antonio, Chiti Pietro.

III Coorte: comandante Eugenio Chiti.

Sezione Sambuca Val di Pesa. Ciappi Pietro (capo squadra), Baldi Rolando, Del Lungo Gino, Fiammesi Lorenzo, Bagni Maurizio, Burroni Nello, Gori Cesare, Fiammesi Tullio, Bazzani Gino, Chellini Angiolo.

Sezione San Donato in Poggio: Conforti ten. Francesco (comandante la squadra), Salvietti Gabbriello (vice-comandande squadra), Salvietti Luigi (alfiere), Soldani Antonio, Pieri Venanzio, Goldoni Costante, Pacciani Costante, Coccheri Giuseppe, Vermigli Antonio, Pellizzari Giuseppe, Salvietti Mariano, Ambrogi Federigo, Stefanelli Angiolo, Cubattoli Adriano, Salvetti Nello, Semplici Raffaello.

Sezione di Montefiridolfì (Firenze): Bianchini Gino (segretario politico), Toti Luigi (membro C. E.).

Sezione S. Vincenzo a Torri (Casellina e Torri): Barucci Giuseppe Salvestrini Alfredo, Bandini Giuseppe, Nozzoli Florindo.

Sezione Vico d’Elsa: Falaschi Gino (capo manipolo), Vannini Gino (alfiere); squadristi: Campatelli Gino, Chirici Cesare, Mannari Gino, Borri Dino, Corti Silvio, Tani Giuliano, Bucalossi Giulio, Bacciottini Serafino, Posarelli Antonio, Buonriposi Agostino, Buonriposi Elio, Taddei Eugenio, Ancillotti Cesare, Taddei Guido, Cicali Egidio, Morandi Ovidio, Mori Giovanni, Giachi Michele, Taverni Amedeo, Pasqualetti Attilio, Bisogni Giuseppe, Chiti Giovanni, Bandinelli Pilade, Giani Gino, Vezzosi Raffaello, Mori Alessandro, Cappelli Michele, Ninoli Annibale.

Sezione S. Casciano Val di Pesa. Squadra "Intrepida": Baldini Corrado (comandante manipolo), Mariotti Mario (comandante), Mazzei Giuseppe/Salvini Ettore, Fanelli Gualtiero, Mazzei Gino, Bruschettini Gino, Bernardoni Mario, Ciappi Mario, Bastianelli Ubaldo, Fantechi Dino, Del Bravo Gino, Zecchi Virgilio, Checcucci Danilo, Checcucci Remo, Mocarelli Natalino, Landini Tommaso, Mariotti Giovanni, Bartoli Gustavo.

Squadra "Salvestrini": Dini Giuseppe (comandante) , Ciappi Carlo, Bacci Tommaso, Bandinelli Ermete, Bandinelli Giuseppe, Parenti Guido, Bartoli Novello, Bartoli Raffaello, Bini Arduino, Bellini Orazio, Lotti Ugo, Dini Ugo, Razzi Diego, Vergelli Bruno, Zecchi Alfredo.

Squadra "Mista": Beringi Giovanni Mario (volontario di guerra, ten. aviatore), Marchi Nicolò, Baccini Dante, Tinacci Andrea, Corti Bruno (la squadra patecipò colla Ia Legione).

Fascio della Romola. Squadra "Indomita": Carducci Roberto (caposquadra), Quercini Augusto (vice-capo squadra), Papini Roberto (alfiere), Vignozzi Adolfo, Vignozzi Pietro, Rettori Giuseppe, Guarnieri Alcide, Auzzi Giro, Faggioli Giovanni, Del Re Novello, Peschi Antonio, Coli Giovanni, Peschi Francesco, Bandini Angiolo, Borracchini Alessandro, Papini Tito, Del Re Florindo.

Fascio di Marcialla: Egisto Masi (capo manipolo), Forconi Natale (sottocapo), Lazzeri Amedeo (segretario politico), Sodi Natale (alfiere), Provvedi Nello, Giulianetti Nazzareno, Bonechi Umberto, Giardini Ferruccio, Pieraccioli Giovanni, Checcucci Santi, Seghi Giovanni, De Santi Tommaso, Bacci Antonio, Latini Dino, Lazzeri Angelo, Cibecchini Guglielmo, Cardori Luigi, Mori Alessandro, Morrocchesi Gaetano, Bologni Ettore, Bettini Narciso, Marini Gustavo, Becciolini Celeste, Checcucci Angelo, Anichini Gino, Zanaboni Gino.

Fascio di Barberino d’Elsa: Tafi cav. dott. Giuseppe (segretario politico), Padovani Giocondo (comandante di manipolo), Guazzimi Giuseppe (comandante di squadra); squadristi: Frosali Giovacchino, Frosali Giovarni, Manetti Olinto, Galgani Michele, Brettoni Elio, Brettoni Danilo, Bertelli Giuseppe, Magherini Guglielmo, Manetti Davanzato, Brettoni Corrado, Brettoni Ivo, Padovani Giuseppe, Cibecchini Alfonso, Manetti Guido, Viviani Eugenio, Ausiati Renato, Manetti Bruno, Calosi Ferdinando.

Sezione di S. Colombano (San Casciano Val di Pesa): Paoli Gino (segretario politico), Cepparolli Enrico (capo squadra); squadristi: Baccani Giuseppe, Alfani Attilio, Brcgioni Pasquale, Forconi Corrado, Alfani Edoardo, Pucci Adolfo, Mariottini Settimo.

Sezione di Cerbaia. Squadra "Florio": Gradi Roberto (capo squadra), Daddi Guido (sotto-capo squadra); squadristi: Del Francia Roberto, Fobbi Giulio, Agnoloni Ernesto, Burgassi Giovanni, Salucci Armando, Guasto Donatello.

Sezione di Mercatale Val di Pesa. Squadra "Lamarmora": Burzagli dott. G. Batta (comandante), Falchini Novello (vice comandante), Nencioni Antonio (alfiere); squadristi: Berlincioni Giuseppe, Berni Gino, Bussotti Giacomo, Carrai Livio, Checcucci Gino, Del Braccio Carlo, Falchini Guglielmo, Falchini Luigi, Innocenti Giuseppe, Martelli Dino, Pettini Giuseppe, Pucci Carlo, Puccioni Tito,. Razzanelli Scipione, Ricci Basilio, Sardelli Dante, Ambrogi Dino, Pianigiani Giovanni, Lavacchi Corrado.

Fascio di Montespertoli: Chiti Eugenio, Senior, comandante la Coorte; comandante delle squadre della zona del Comune ten. Angiolo Luti, ufficiale di vettovagliamento della legione; Lapi Giovanni (capo squadra), Napoli Brunellesco (aiutante del comandante la III coorte), Mazzi dott. Augusto (alfiere gagliardetto), Cubattoli Bruno (alfiere "Disperata"), Nigi Antonio, Galiberti Aldo, Piazzini Raffaello, Cubattoli Giuseppe, Parrini Lattanzio, Frosali Nello, Bandinelli Guido, Larucci Natale, Cantagalli Primitivo, Fissi Duilio, Giotti Giotto, Crudeli Antonio, Bartalucci Guglielmo, Chellini Armando, Lucchesi Maurizio, Giotti Giuseppe, Vignozzi Pietro, Bellosi Giuseppe, Pieraccioli Vincenzo, Abati Dante, Guerri Gino, Rofi Giovanni, Cinelli Cesare, Giunti Alberto, Casini Dino, Bandinelli Pietro, Pippucci Emilio, Galiberti Renato.

Sotto Sezione di Montalbino (Montespertoli): Cheleschi ing. Mattia (segret. pol. della sotto-sezione), Frosali Giuseppe, Frosali Vittorio, Guarducci Giulio, Bertelli Gino, Casamonti Giuseppe, Ramerini Attilio, Frosali Alfredo, Bartolucci Giuseppe, Fulignati Aurelio, Niccolai Angiolo.

Sezione Fornacette (Montespertoli). Squadra "G. Berta": Benini Alfredo (comandante), Perugi Luigi, Ceccherini Galileo, Gianni Luigi, Belli Mario.

Squadra "Florio": Lazzeri Gino (comandante), Giuntini Francesco, Borri Alessandro, Tozzetti Antonio, Bellori Gino, Sardelli Giuseppe, Grazi Pietro, Forconi Nello.

Sezione S. Pancrazio Val di Pesa. Squadra "Eccoci": Mazzuoli Guido, (comandante), Matteuzzi Gastone, Camici Temisto, Riccii Emilio, Delmaschio Danilo, Giani Giuseppe.

IV Coorte: comandante Gino Bresci.

Fascio di Prato: Bresci Gino.

Squadra "Disperata": Ricceri Giuseppe.

Squadra "Federico Guglielmo Florio": Mazzei Paolo, Lombardi Metello, Bernardi Aldo, Morelli Ezio, Bacci Alpo, Querci Alfredo, Lombardi Tebaldo, Gabbiani Otello, Giorgi Ferdinando, Bauci Riccardo, Siili Carlo, Masciadri Masciadro, Meoni Romeo, Pacetti Mariano, Mazzei Ugo, Chilleri Sirio, Morelli Armando, Corbo Dafny, Monticelli Rafaello, Guarducci Corrado, Simoncini Domenico, Corsi Giuseppe, Denti Giorgio, Fiorelli Tullio, Pucci Adolfo, Tofani Pietro, Guarducci Carlo, Querci Corrado, Vivaldi Tommaso.

Squadra "Arditi F. G. Florio": Sanesi Dulio, Bettazzi Siila, Petracchi Dino, Bresci Donatello, Benelli Fioravante, Badiani Giovanni, Giovannelli Vincenzo, Luconi Ottorino, Lucchesi Ettore, Mascii Stefano, Bauci Buon. Carlo, Magni Giuseppe, Amendrandoli Ermanno, Ponzecchi Tobia, Sturli Renzo, Mungai Danilo, Meoni Giuseppe, Nuti Giacomo, Sanesi Brunetto, Briganti Rodolfo, Sanesi Igino, Parenti Dino, Parenti Cesare, Giorgi Leonello, Reali Leopoldo, Guarducci Vincenzo, Vinattieri Silvano, Zipoli Bruno, Bruzzi Carlo, Sanesi Sem, Sanesi Niccola, Meoni Donatello, Giorgi Martino, Maranghi Alessandro, Moradei Lelio, Reali Gino, Toldo Guido, Massai dott. Arturo, Sgrilli Raffaello, Pratesi Umberto, Desii Otello, Ceri Ferriero.

Squadra "Lottini e Puggelli": Corsi Amilcare, Mazzoni Vittorio, Coronaro Alessandro, Bernocchi Renato, Calamai Umberto, Guarducci Cesare, Nutini Alvaro, Tanini Francesco, Morelli Fosco, Magheri Amerigo, Landini Giovanni, Baldi Faliero, Livi Arturo, Barni Gino, Palmieri Evaristo, Zipoli Alvaro, Mannelli Edoardo, Lenzi Antonio, Lombardi Francesco, Pugi Umberto, Landini Angelo, Marosi Giulio, Brogi Gino, Becciani Renato, Sodini Dino, Fioravanti Renato, Rapezzi Corrado, Orlandi Dino, Gori Emilio, Bigagli Pietro, Amsrini Vittorio, Sforai Giovanni, Paoli Giulio, Sarti Giuseppe, Giannoni Giuseppe, Bessi Amos, Desìi Otello, Monti Carlo, Franchi Armando, Tani Brunetto.

Sezione di Carmignano. Squadra "Berta": Cardini Giulio, Acciaioli Cesare, Benelli Gino, Bocci Carlo, Benelli Venturino, Borgioli Gino, Cartei Gabbriello, Cardini Azelio, Cosci .Aldo, Cosci Giuseppe, Paolieri Antonio, Tasselli Guido.

Squadra "Florio"; Spinelli Nello, Vinattieri Gino, Montagni Alessandro, Mari Morando, Capaccioli Adolfo, Manetti Dario, Acciaioli Dino, Bocci Venturino, Conti Giustino, Cecchi Lido, Biancalani Inigo, Capaccioli Adolfo.

Squadra "Pucci e Verdini": Landi Cesare, Capaccioli Amedeo, Nunziati Anchise, Cosci Alberto, Raugei Tullio, Spinelli Leopoldo, Spinelli Nello, Finocchi Orfeo, Rovai Ugo, Petracchi Luigi, Pagliai Azelio, Panerai Giovanni, Montagnani Ubaldo, Nunziati Amaretto, Spinelli Azelio, Lazzi Filiberto, Pinferi Gino, Rangei Giulio.

Sezione di Vernio. Squadra "Disperata Florio": Grazzini Raffaello, Baldini Osea, I.agana Francesco, Ceretelli Ugo, Chiesi Federigo, Fortinio Francesco, Tosi Michelangelo, Campiolo Antonio, Ceccarelli Enrico, Cangioli Foresto, Bianchi, Lilli Brunetto, Fronzoni Nello, Matteoni Guglielmo, Mazzini Sincero, Montanari Primo, Risaliti Aleardo, Vanucci Omero, Vanucci Dino, Fleretti Giulio.

Sezione di Vaiano. Squadra "G. Barni": Milanesi Milano, Ciolini Nello, Vignolini Pio, Milanesi Emilio, Mascii Alfredo, Ciolini Roberto, Bardazzi Guido, Favi Umberto, Baldi Orlando, Gucci Carlo, Tempestini Raffaello, Zolfanelli Quintilio, Calamai Amerigo, Santoni Armindo.

Sezione S. Giorgio. Squadra "Florio": Nuti Olimpio, Cecchi Alfonso, Ferrantini Amilcare, Ciofi Giacomo, Nuti Dante, Benelli Alvaro, Pagnini Alessandro, Guarducci Oreste, Frati Franco, Bini Pelio, Bernocchi Filiberto, Ferrantini Flaminio, Colzi Oscar.

Sezione di Coiano: Iandelli Alfredo, Becheri Bruno, Bruschi Ezio, Baroncelli Giulio, Barni Guido, Fiaschi Francesco, Fantaccini Guido, Fantaccini Angiolo, Magelli Onorato, Morucci Fioravante, Macchi Giulio, Mariotti Otello, Peruzzi Francesco, Zoppi Ovidio, Gensini Brunetto, Bini Alighiero, Calamai Orindo.

Sezione di Cafaggio. Squadra "Mussolini": Cianchi Orazio, Donati Demando, Franchi Niro.

Squadra "Lottini": Mammoli Giuseppe, Giovannelli Filiberto, Alessi Ruggero, Magnolfi Jago, Rinaldi Tamar, Colzi Alimo, Mochi Giuseppe, Vannini Gino, Buzzegoli Arturo, Nardi Ivan,

Sezione S. Piero a Ponti. Squadra "Per l’Italia": Spagnesi Francesco, Lenzi Lisandro, Danese Gaetano, Dolfì Brunetto, Bini Pietro, Rugi Sestino, Paoli Francesco, Paoli Otello, Spagnesi Ugo, Masi Igino, Pranzini Carlo, Masi Masino, Redi Giuseppe, Generini Luigi, Baroni Sestino, Parretti Alfredo, Pugi Filiberto, Ferroni Arturo, Benelli Leonello, Picchi Gennaro, Meucci Vespasiano, Meucci Dino, Brini Cabrino, Moradei Giovanni, Fondi Brunetto, Novelli Leone, Meucci Amedeo, Tarducci Salvatore, Ramalli Eugenio, Cianchi Luigi.

Sezione Campi Bisenzio. Squadra "Florio": Bacci Aurelio, Ballerini Emilio, Tesi Bruno, Galassi Enea, Meucci Egidio, Sestini Sestino, Masi Alberto, Masi Alfredo.

Squadra "Vezio Cecchi": Gori Osvaldo, Biagiotti Francesco, Paoletti Corrado, Boretti Leonello, Casini Lelio, Masi Archimede, Desìi Siro, Nistri Gino, Paladini Narciso, Panerai Renato, Cioppi Carlo, Sernissi Sestino.

Squadra "Berta": Boretti Fernando, Piccioli Umberto, Mugnaioni Odilio, Innocenti Rino, Targioni Vincenzo.

Sezione Calenzano. Squadra "G. Berta": Biagiotti Duilio, Rossi Elio, Donnini Nello, Masini Masino, Biagiotti Giuseppe, Donnini Roberto, Castellani Roberto, Mariotti Giuseppe, Trattori Romano.

Sezione Montemurlo. Squadra "Florio": Becciani Giovanni.

Sezione Comeana: Cocchi Carlo, Bologni Bruno, Bologni Dante, Fiaschi Giovanni, Fiori Siro, Nesti Giuseppe, Coppini Arrigo, Piccini Oscar, Maderi Gino, Bologni Pirro, Martini Bertino, Paolieri Paolino, Cirri Gino.

Sezione Poggio a Caiano. Squadra "Ettore Cecchi": Attucci Dino, Baldacci Guido, Cavalieri Adelmo, Cecchi Gaspero, Cinti Sandalo, Cioni Giovanni, Cioni Pietro, Donati Gino, Donati Renzo, Giorgetti Vincislao, Lenzi Lenzo, Natali Ugo, Pratesi Armido.

Sezione Carmignanello: Targetti Cesare, Targetti Tersilio, Aldobrandi Pietro, Santi Diego.

Sezione S. Angelo a Lecore. Squadra "Vittoria": Ramalli Carlo, Lombardi Gino, Lombardi Donatello.

Sezione Bacchereto. Squadra "Mussolini": Aldrovandi Piero, Bellini Migliorino, Fochi Corradino, Gestri Italo, Innocenti Ugolino, Lenzi Graziano, Norosi Ottavio, Petrocchi Mario, Rossi Donatello, Bellini Pietro.

Sezione Poggio alla Malva: Lippi Serrano, Lippi Guitto, Pucci Giotto.

Sezione Casale: Luchetti Settimio, Giusti Rizieri, Giusti Aronne, Colzi Aldighiero, Mari Eliseo, Ponzecchi Azelio, Bini Ivan, Luchetti Ubaldo, Bessi Vasco.

Sezione S. Giusto: Sanesi Ugo, Montomo Giovanni, Loffi Primo, Sanesi Tommaso, Vaggi Angelo, Mari Virgilio.

Sezione Mezzana. Squadra "Florio": Bacci Arturo, Giaviè Quinto, Lomi Gironte.

Sezione Figline. Squadra "F. G. Florio"; Marconi Carlo, Bartolozzi Pietro Giuseppe, Cipriani Guido, Montini Vasco, Marconi Alfredo, Crocini Quintiiio, Gabbiani Gino, Crocini Parisio, Bertini Goffredo, Signori Pietro (ferito a Roma), Paoli Giuseppe, Melani Vittorio.

Sezione Galciana. Squadra "A. Puggelli": Coppini Giulio, Nieri Elieser, Belli Filiberto, Balli Silvio, Acciaioli Amerigo, Tuci Rafaello, Bresci Romualdo, Carlesi Gino, Carlesi Primo, Biagini Dino, Magni Duilio.

Sezione Tavola. Squadra "Florio": Raffaelli Robusto, Guarducci Gualtiero, Mannori Primitivo, Borsacchi Luigi, Risaliti Aligi, Macelli Vitaliano, Risaliti Bruno.

Sezione Iolo: Cecconi Leonardo, Palloni Marino, Carlesi Santino, Nistri Vasco, Vannucchi Angelo, Innocenti Gennaro, Cecconi Giulio, Bernocchi Italo.

Sezione Vernio. Squadra "Disperata Florio": Nuti Ugo, La Torre Francesco, Picchioni Michelangelo, Nuti Alberto, Salimbeni Giovanni, Meucci Sante, Becherini Brunetto, Pescarmi Marino, Lubrenti Antonio, Targetti Giuseppe, Biagioli Giustino, Pari Nello.

Sezione Narnali: Dalì Quirino, Dalì Aladino, Nesi Tiberio, Mazzoni Antonio, Melani Alieto, Melani Vitaliano, Innocenti Brunetto, Tempestini Dante, Bindi Renato, Innocenti OsvaJdo, Meoni Bruno, Borsi Modesto, Cecconi Amedeo.

Sezione Grigliano. Squadra "Arditi Florio". Fabiani Giovacchino, Bettazzi Onorato, Tasselli Torquato, Tesi Adelmo, Doni Dino, Santini Tullio, Biagini Luigi, Salvetti Nello, Ballerini Urbano.

Sezione Tobbiana. Squadra "Puggelli". Bertogi Gennaro, Lottini Nello, Sborgi Ferdinando (1).

(1) Erano inquadrati in una Va Coorte i Fasci dell’attuale provincia di Pistoia.

IIIa Legione Fiorentina.

Console in 1a onor. Italo Capanni.

Console in 2a cap. Francesco Baldi.

Comando: ufficiali addetti, magg. Delaghi, magg. Pozzolini; aiutanti maggiori, ten. Bini Renato, ten. avv. Rinaldi Rinaldo; conte Adorni Pierluigi, comandante autoreparti; Pasquale Lazzeri, direttore dei conti; prof. Mario Pelagatti, ufficio propaganda.

Sezione di S. Agata (Mugello): Bessi Alberto (comandante della squadra) Baldanzi Gaspero (capo squadra), Romei Vieri, Biancalani Emilio, Berti Francesco, Torricini Luigi, Belli Giuseppe, Dini Fortunato, Nistri Guido.

Fascio di Galliano (Mugello): Umberto Del Mela, Forasassi Giovanni (comandante una squadra), Guasti Alfredo (comandante una squadra), Varrocchi Giuseppe, Forasassi Guglielmo, Del Mela Giovanni, Aiazzi Serafino, Nencini Pietro, Tempesti Ubaldo, Aiazzi Edoardo, Migliori Raffaello, Pini Giuseppe, Belli Pietro, Forasassi Gino, Forasassi Paolo, Pananti Ubaldo, CiuUi Alessandro, Baldini Giovanni, Ignesti Anchise, Pini Anselmo, Belli Gino, Romagnoli Elio, Martini Luigi.

Fascio di Marradi: Grossi Ugo.

Sezione di Volognano: Tucci Attilio, Tucci Mario.

Fascio delle Filigare: Faggioli Mario, Simoncelli Demetrio, Chiarini Gustavo, Faggioli Cesare, Giovannardi Fulvio.

Sezione di Coniale: Lorenzi Francesco, Naldoni Giovanni, Matti Luigi.

Sezione di Grezzano: Rinfroschi Giuseppe (capo squadra), Faini Omero, Scarpelli Amerigo, Carnevali Giuseppe, Rocchi Attilio, Scheggi Guido.

Fascio di Reggello Valdarno . Ten. Sordi Donato (comandante la squadra), Renzi Alfredo, Sottani Federigo, Sottani Giuseppe, Parigi Ferruccio, Ciari Bruno, Torrini Orlando, Benedetti Adolfo, Gonnelli Angiolo, Sottani Corrado, Aramini Benvenuto, Predellini Luigi, Fabbrini Giuseppe.

Sezione di Molino del Piano: Sottoten. Paolo Paoli (capo squadra), Aldo Paoli (capo squadra), Tatini Galileo, Baglioni Giulio, Biremi Umberto, Bencini Fedele, Biagi Federigo, Bosco Luigi, Carli Otello, Caselli Giovanni, Cirinei Gino, Giannini Giannino, Giorgi Giorgio, Innocenti Fiancesco, Messeri Pietro, Messeri Rodolfo, Messeri Sabatino, Mimi Gino, Torrini Fulvio, Volpi Tito.

Fascio di Troghi: Fabbri Livio, Dilaghi Bindo (comandante di squadra), Benucci Sergio, Focardi Toselli. Luccianti Anselmo, Merendoni Fumo, Luccianti Giulio, Casini Luigi, Merendoni Roberto, Bomboni Ugo, Focardi Gastone, Focardi Pietro, Bufi Morando, Bellesi Albino, Manzini Giovanni, Massini Renato, Morandi Romelio Bencini Gino, Baecchi Natale, Pierini Ruggero, Innocenti Attilio Bellesi Cesare, Agnoletti Giuseppe.

Sezione di Vicchio: Ten. Palmerio dott. Mario (comandante la 4a centuria) Dreoni Giovanni (caposquadra), Pini Dino (id.), Tagliaferri Giuseppe (id.), Alfani Angiolo, Alfani Vittorio, Avvenuti Gino, Bandini Carlo, Bargellini Aleandro, Biagi Attilio, Bolognesi Dino, Bonanni Giuseppe, Bonanni Ugo, Capecchi Corrado, Cecchini .Giuseppe, Cipriani Agostino, Cipriani Baldassarre, Clementi Aurelio, Cucci Guglielmo, Falugiani Ottavio, Galli Angiolo, Giorgi Narciso, Giudici Luigi, Goti Gino, Grigiolini Sebastiano, Innocenti Amarindo, Magherini Nello, Magherini Vittorio, Marchetti Mario, Massai Giuseppe, Materassi Giovanni, Mei Enrico, Messeri Vittorio, Morelli Nello, Orlandi Giuseppe, Palli Vincenzo, Paperini Nello, Parenti Nello, Pieranti Orlando, Pieranti Silvestro, Pieranti Vittorio, Poggiali Corrado, Poggiali Tertulliano, Poggiolini Guido, Poggiolini Natale, Righini Ezio, Romagnoli Pasquale, Rosselli Bruno, Santoni Mario, Scali Renato, Scali Vittorio, Tanini Giovanni, Tantulli Egidio, Vichi Giuseppe, Vichi Pietro, Villoresi Virgilio.

Sezione di Santa Brigida (Pontassieve): Cecconi (capo squadra), Fanelli Ferdinando, Brilli Eugenio, Bencini Gino, Natali Dionisio,

Fascio di Dicomano: Ten. Tanini Carlo (capo squadra), ten. Vestrini Gino, Santoni Santino, Roselli Ruggero, Staccioli Giovanni, Casini Giulio, Casini Luigi, Cambiati Primo, Pini Vittorio, Innocenti Valentino, Pruneti Gino, Bandocci Filiberto, Alberti Umberto, Biagi Luigi, Ciucchi Curzio, Degl’Innocenti Giulio, Santoni Valerio, Marulli Asterio, Santini Guido, Bizzarri Armido, Ciucchi Francesco, Mazzocchi Giovanni, Pompili Giulio, Giannellini Guido, Catelani Vasco-Virgilio.

Fascio di Londa: Ten. Giannoni Adolfo (capo squadra), Fontani Annibale, Pasquini Ciro, Mazzoni Ezio, Materassi Renato, Fontani Annibale, Conti Bruno, Bartolini Angiolo, Giannellini Giovanni, Giannellini Giuseppe, Mattoni Egidio, Ringressi Giuseppe, Marcheselli Dante.

Fascio di Pelago: Sabatini Antonio (capo squadra), Alberti Augusto, Mannini Ugo, Paperini Egisto, Innocenti Vittorio, Capuoni Adelindo, Dolfi Gino, Del Lungo Alberto, Del Lungo Virgilio, Gabbrielli Francesco, Innocenti Guido, Lavarecchi Daniele, Materassi Bruno, Matteini Augusto, Morandi Attilio, Novelli Lepanto, Novelli Giacomo, Priori Ido, Rasponi Faustino, Setini Giuseppe, Tilli Guido, Tilli Adolfo, Valdinoci Redentore, Vanni Gino.

Fascio di Incisa Valdarno: Lapi Corrado (capo squadra), Falugi Giovacchino (capo squadra), Carrani Adalberto, Ricco Bruno, Falsini Pietro, Fantoni Gino, Baldi Agostino, Falorni Luigi, Mannucci Gino.

Fascio di Donnini: Tozzi Foresto, Fornaciai Giovanni, Nocentini Serafino, Fornaciai Pietro, Tanini Virgilio, Neri Giuseppe, Bonaiuti Oreste, Orlandi Orlando, Morandi Faustino, Arnetoli Bruno.

Fascio di Ronta: cap. Guido Masiero (comandante di squadra), Martini Gino, Sforzi Benvenuto, Sicuteri Francesco, Larini Giuseppe.

Sezione di Pontassieve: Toninelli Giuseppe (capo squadra), Torrini Ernesto, Michelini Carlo, Donnini Giuseppe, Pratesi Lepanto, Chiari Fioravante, Benvenuti Alfredo, Rimbotti Angiolo, Carrai Emilio, Benvenuti Bruno, Rimbotti Pilade, Cosi Antonio, Pasquini Bruno, Piermatti Duilio, Taviani Azeglio, Manzini Ugo, Torrini Antonio, (capo squadra), Pierazzoli Arturo, Cipriani Pietro, Bacciotti Olivo, Scartabelli Luigi, Trinciani Natale, Magnelli Ugo, Del Bigallo Virgilio, Rcgialli Domenico, Cosi Ottavio, Manzini Mario, Buzzaffini Virgilio, Brazzini Nlleo, Soni Antonio, Mannucci Gino, Innocenti Garibaldo (capo squadra), Bigozzi Giuseppe, Mannucci Giuseppe, Benvenuti Benvenuto, Piselli Lorenzo, Olivieri Felice, Rimbotti Paolo, Torrini Leone, Guidi Silvio, Toci Mario, Pieraccioni Bruno, Dolfì Giulio, Elisacci Sabatino, Guidi Pietro, Landi Giulio, Cucci Ugo, Caramelli Umberto, Puccioni Uberto, Buccioni Bruno.

Fascio di Scarperia: Bartalini magg. dott. cav. Francesco, (medico della III Legione), Barzoni Lorenzo (capo delle squadre), Baroni Giuseppe (comandante di squadra), Calderai Gino (id.), Bessi Alberto (id.), Pieri Dino (capo squadra), Sgobaro Angiolo (id.), Bettini Giorgio (id.), Barletti Corrado, Bettini Fcrtonato, Marradini Ferdinando, Castelli Alfredo, Bartoloni Giuseppe, Cartacei Carlo, Frascati Marcello, Braschi Nicola, Bartalini Didaco, Gretti Giovanni, Cipriani Pietro, Cappelli Carlo, Paladini Mario, Clerico Edoardo, Giustini Fortunato, Innocenti Giulio, Innocenti Adriano, Saladini Dino, Calderai Attilio, Corsi Zurigo, Fabbri Angiolo, Oretti Gino, Guidotti Lorenzo, Vannini Lorenzo, Cartacei Antonio, Guidacci Gaetano, Bogani Cherubino, Pescetti Giovanni, Giovannini Ermindo, Giovannini Luigi, Rocchi Vittorio, Ballerini Alfredo, Baldanzi Gaspero, Vieri Romei, Biancalani Emilio, Berti Francesco, Torricini Luigi, Belli Giuseppe, Dini Fortunato, Nistri Guido, Guadagni Roberto, Ortolani Orazio, Sabatini Augusto, Cartacei Umberto, Innocenti Luigi.

Fascio di Figline Valdarno: Morelli Stanislao (comandante la coorte del Valdarno), Torricelli avv. Gino (comandante di squadra), Canacci Carlo (id.), Franchini Vittorio (id.), Bianchi Aldo (capo squadra), Becattini Antonio (id.), Pancrazzi Silvio (id.), Bolis Luigi (id.), Bolis Ugo (id), Dini Remo (id.), Calzeroni Augusto (id.), Corso Donati (id.), Staderini Narciso (id.), Banchetti Italo, Bandini Sotero, Benvenuti Giorgio, Barlacchi Raffaello, Bianchi Anselmo, Bianchi Bianco, Bianchi Brunone, Bianchi Pompilio, Bianchi Stanislao, Bianchi Tobia, Bonciani Balilla, Calzeroni Brunetto, Camiciotti Giulio, Cappelletti Giovanni, Cioni Ezio, Dei Giuseppe, Di Tommaso Dino, Donati Corrado, Donati Ezio, Donati Piccardo, Filippesclii Tommaso, Fineschi Francesco, Fineschi Luigi, Fineschi Vittorio, Galanteni Bruno, Lazzerini Narciso, Lazzerini Vittorio, Mannucini Saul, Mancini Ezio, Mannucci Giuseppe, Mannucci Narciso, Margiacchi Italo, Morelli Arnolfo, Morelli Attilio, Morelli Giuseppe, Mugnai Giovanni, Navarrini Augusto, Orsoni Fidaldo, Pagliazzi Torquato, Pagnini Ugo, Pancrazzi Dino, Piccioli Antonio, Rosati Riccardo, Rossi Agostino, Sacchi Mario, Staderini Aldo, Staderini Celestino, Staderini Ezio, Tinalli Giuseppe, Viti Livio, Novelli Francesco, Novelli Novello, Locchi Pergente, Betas Gino, Manetti Alfredo, Cioni Alfonso Bianchi Narciso, Sarri Pietro, Torricelli Franco, Bottacci Arduino, Minozzi Guglielmo.

Sezione di Sieci (Valdarno): Barcucci Ettore (capo squadra), Bandini Anchise, Castaldi Gino, Casati Alfredo, Ciolli Tullio, Martelli Pietro, Martelloni Demetrio, Oculisti Gino, Oculisti Giovanni, Roini Gaspero, Rombenchi Gino, Rombenchi Giuseppe, Rossi Ferdinando.

Sezione di Barberino di Mugello: Lotti Adolfo (comandante di squadra), Cini Rino (id.), Aiazzi Alfredo (capo squadra), Cini Edo, Aiazzi Gino, Cini Armeno, Catani Raffaello, Bulletti Giacomo, Fini Vittorio, Cappelli Alberto, Cappelli Antonio, Tramontani Riccardo, Tacconi Alberto, Parrini Primo, Cipriani Armeno, Strada Leone, Strada Giovanni, Cipriani Umberto, Lapucci Michele; Bulletti Raimondo, Fagotti Michele, Zuffanelli Pietro, Guasti Urvino, Pacini Pietro, Del Macchia Ilo, Biagioni Vittorio, Baroni Umberto, Cardelli Francesco, Cardelli Amedeo, Aiazzi Gino, Azzinelli Giuseppe, Aiazzi Dante, Baldini Orlando, Belli Gino, Belli Mario, Barbieri Pio, Cini Piero, Cioni Gino, Cialdi Piero, Ielpi Ezio, Innocenti Alberto, Landi Francesco, Mensi Armeno, Rinfreschi Nello, Sabbionati Serafino.

Fascio di S. Donato in Avane: Giannini Adorno.

Sezione di Firenzuola: Poli Bruno, Mocchiuti Emilio, Terigi Giuseppe, Pieraccini Demetrio, Puccetti Rodolfo, Semplicini Dino, Bertaccini Roberto, Ungania Ferdinando, Barzagli Ernesto, Casini Rodolfo, Fratti Enrico, Martini Freido, Rossetti Severino, Malavolti Amerigo, Mordini Ubaldo, Puccetti Ermanno, Bellini Girolamo, Margheri Filippo, Perfetti Giuseppe, Puccetti Ernesto, Sagri Arnaldo, Puccetti Gualberto, Marconcini Antonio, Fabbri Emilio, Pieraccini Pietro, Barzagli Carlo.

Sezione di Rignano sull’Arno: Giachi Riccardo, Giachi Oreste, Bellacci Augusto, Olmi Livio, Rosoni Giulio, Minardi Anselmo.

Sezione di Borgo S. Lorenzo: Agostini Alfredo (comandante di coorte), Tesi Ferdinando (comandante di centuria), Berti Alfredo (capo squadra), Paoli Armando (id.), Abbarchi Antonio, Bancini Oreste, Buonamici Francesco, Caiani Luigi, Ciarpaglini Emanuele, Cipriani Cipriano, Costi Luigi, Fiorelli Niccolò, Fusi Pietro, Gori Oliviero, Paoli Pietro, Lombardi Aldo, Manfìriani Angiolo, Papini Bruno, Ragazzini Primo, Materassi Arrigo, Casati Giuseppe, Balletti Gastone, Salvadori Orlando.

Sezione di Vaglia: magg. Pozzolini Eugenie, ten. Liccioli Vincenzo, Bacherini Orazio, Biancalani Tito, Baglioni Pasquale, Baldi Giovanni, Baldini Dante, Bartolacci Enrico, Biancalani Angiolo, Barzagli Tullio, Calamai Olinto, Gori Renato, Cecchini Mario, Cecchini Ugo, Conti Giuseppe, Galli Giuseppe, Messeri Gino, Messeri Italo, Messeri Luigi, Lastrucci Eugenio, Paoli Giovanni, Franchi Virgilio, Pieri Gino, Tortoli Luigi, Gianassi Giovanni, Becchi Nello, Falchi Francesco.

Incisa Valdarno: Lapi Corrado (decurione), Falugi Giovacchino (capo squadra), Carrani Adalberto, Ricco Bruno, Falsini Pietro, Fantoni Gino, Baldi Agostino, Falorni Luigi, Mannucci Gino.

Diacceto: Ranfagni Oreste, Landi Giulio, Torrini Leone, Toci Mario, Elisacci Sabatino, Viti Natale, Arnetoli Paolo, Pieraccioni Bruno. Dolfì Giulio, Santini Lepanto, Guidi Pietro.

Filigare: Faggioli Mario, Simoncelli Demetrio, Chiarini Gustavo, Faggioli Cesare, Giovannardi Fulvio.

Compiobbi: Pucci Da Filicaia Giulio, caposquadra e segr. politico, Barcali Amedeo, Barcucci Carlo, Baggiani Augusto, Casini Gino, Ciabatti Guido, Giampieri Pilade, Morelli Ezio, Maltinti Giovanni, Pistoresi Renato, Ripi Benvenuto, Susini Corrado, Sieni Giuseppe, Vinci Adolfo, Vaggelli Torello.

Castelftorentino: Zani Carlo, Tassinari Mario, Vannucchi Mario, Paoli Cesare, Lombardi Giuseppe, Lombardi Ferruccio, Bastianoni Enrico, Bastianoni Umberto, Salmoria Cesare, Salvadori Alceste, Pertici Gino, Bascherini Giulio, Romboli Alvaro, Nidiaci Emilio, Lunatici Giuseppe, Pertici Amedeo, Mancini Gualtiero, Mancini Mario, Gherardi Obbes, Sussi Roberto, Sadun Duilio, Neri Enrico, Fiorini Giuseppe, Montanelli Rinaldo, Maestrini Francesco, Niccoli Carlo-Alberto, Gasparri Innocenzo, Cambi Eugenio, Poli Antonio, Saroldi Orlando, Salvadori Ivro. Casini Umberto, Salvestrini Angiolo, Masoni Aurelio, Lensi Rodolfo, Bini Augusto, Ciampini Orlando, Sadun Gino, Camelli Roberto, Gherardi Bione, Buggiani Icilio, Ciampalini Gaetano.

Le Legioni della Colonna Perrone alla Marcia su Roma.

Ia Legione "Pisana".

Ten. Camillo Betti, console.

1a Coorte Pisana Benito Mussolini. — Comandante: tenente Poggetti Luigi. — Ufficiali addetti al Comando: cap. Buffarini avv. Guido, ten. Fiaschi Ranieri, De La Vigne Lamberto. Ciclisti: Menna Federigo, Carrara Gino (trombettiere), Morgantini Carlo.

1a Centuria. — Comandante: cap. Mendici Andrea. — 1a Squadra Tito Menichetti "Disperata": Capo squadra onorario m.° Menichetti cav. Giuseppe, Decurione Leoni Bruno, De Floriani Ivo, Angelini Mario, Assirelli Orlando, Betti Emilio, Renai Leonida, Gagliotti Eugenio, Carrara Gino, Pintore Vittorio, Toscano Tullio, Del Genovese Giuseppe, Schimidt Egidio, Gattucci Guido, Tosini Giulio, Mori Alberto, Manciotti Vincenzo, Valle Mario, Valle Carlo, De Guidi Lorenzo, Proietti Aurelio, Com. squadra Mandati Folco, Catarsi Ugo, Baldacci Luigi, Bocci Lamberto, Caramelli Gaetano, Checcucci Giulio, Frassi Pasquino, Lischi Ulderigo, Oberziner Olimpio, Pieri Omero, Segnini Ildebrando, Valeri Umberto, Angelini Massimo, Caramelli Ezio, Caramelli Valentino, Generale Giovanni, Del Genovese Massimo, Sorgili Sebastiano, Maltinti Mario, Capo squadra Valle Benedetto, Sanguinetti Vittorio, Bendinelli Angelo, Leone Corrado, Rinaldi Giovanni, Bani Emilio, Conti Emilio, Gambini Mario, Tognocchi Landerino, Pieri Venanzio, Taconelli Ruggero, Vitti Giuseppe, Veritti Franco. — Aggregati: Sebastiani m.° Sebastiano, Piazzesi Mario, Mauriello Mario, Chelini Ovidio, ten. Chiarini. — 2° Manipolo "Me ne frego": Capo squadra Schneider, Baldini Galliano, Pinotti Augusto, Manetti Pietro, Morelli Giuseppe, Morgantini Giuseppe, Torrini Ottavio, Nardi Oreste, Prosperi Vasco, Bechini Otello, Falchetti Umberto, Segnini Nello, Corradi Giulio, Pracchia Giuseppe, Marconi Augusto, Martinelli Giuseppe, Capo squadra Salvi Gino, D’Angioj Carlo, Casarosa Nello, Mele Giuseppe, Pandolfo Mario, Acconci Federigo, Ventura Luigi, Rosselli Riccardo, Pardini Flaminio, Bertini Aristide, Tellini Carlo, Torri Armando, Pellegrini Ugo, Pellegrini Egisto, Rota Pietro, Balducci Alfredo, Cordoni Giuseppe, Fisauli Giuseppe, Pagni Alberigo, Mazzei Galileo, Potenti Enzo, Giannoni Pietro, Simoni Luigi, Nuti Leopoldo, Cellai Enrico, Martelli Leale, Frassi Comunardo, Farnesi Gino, Volponi Mario, Biagini Bruno, Mazzacurati Mario. — 3o Manipolo "Giovanni Zoccoli": Decurione ten. Triglia Gino, Capo squadra Bergonzi Pietro, Birga Iacopo, Oberziner Giulio, Simoni Gildo, Simoni Neri, Vanni Valfrido, Ramacciotti Renzo, Marconi Egisto, Tonini Carlo, Bellani Mario, Carli Emilio, Supino Roberto, Gotti Lega Augusto, Tabet Celso, Vallicelli Giuseppe, Contoni Mario, Imbasciati Assunto, Baracchini Gino, Azzolini Zeandro, Rouf Armando, Capo squadra Pettini Tino, Mugnetti Ugo, Ceccarelli Mario, Stefanacci Giuseppe, Pagni Renzo, Vosa Lionello, Cappelletti Ettore, Giacomelli Enrico, Bianchi Ugo, Bianchi Alessandro, Di Prete Plinio, Cattermole Guglielmo, De Negri Enrico, Basetti Franco, Cesaroni Tersilio, Paolicchi Alvaro, Del Papa Emilio, Poli Gino, Fiuccì Giuseppe, Ugolini Gherardo, Celli Sabatino, Bianchi Nicola, Baraccarli Mario, Buoni Gino, Pacini Francesco, Da Caprile Mario, Meini Pilade, Giovannoni Augusto, Porciecchera, Garzella Luigi, Sassetti Emilio, Saviozzi Vittorio, Mattioli Lugo, Porciatti Giulio, Colella Francesco, Frizzi Giuseppe, Levi Pier Luigi. — 4° Manipolo "Nazario Sauro": Decurione ten. Bertelli Gino, Baggiani Ugo, Di Ciolo Vittorio, Gori Mario, Barachini Benevieni, Troisi Flavio, Sbrana Bruno, Barsotti Umberto, Frangioli Bruno, Fabbrini Giulio, Gabbanini Ferdinando, Bertoni Giovanni, Orsini Otello, Capo squadra Monteleone M., Carli Mario, Perno Menotti, Salvatorini Renato, Iodice Angelo, Mungai Luigi, Milani Artaserse, De Venera Antonio, De Venera Vincenzo, Cosci Gino, Sassi Ugo, Pippi Walfrido, Mariani. — Squadra "Serlupi": ten. Susini Ferruccio, Moroni Ernesto, Tilgher Beniamino, Romagnoli Giuseppe, Gafforio Ferdinando, Romagnoli Bruno, Garzella Armando, Costa Natale, Chelli Ugo, Taccini Giulio, Favati Ruffo, Bilanci Augusto, Palandri Mario, Piombini Ugo, Favati Nello, Baldacci Francesco. — Aggregati: Taccini Pompilio, Renzoni Clelio, Marmo-lani Sidocle, Buccheri Pasquale, Baldacci Leopoldo, Foschi Ademaro, Micheletti Alfredo, Dominici Emilio, Manetti Silvio, Garzella Mario, Willennann Giuseppe, Manzetti Guido, Tonati Gino. — Squadra di Oratoio Riglione: Capo squadra Ponzo Massimo, Morelli Giuseppe, Baroni Oreste, Felicini Giuseppe, Vierucci Zeffiro, Galli Giovanni, Ponzo Carlo, Maffei Raniero, Panicucci Paride.

2a Centuria. — Comandante cap. Orpello Piero. — Squadra "Cesare Battisti": cap. Mei Gualtiero, Salcito Antonio, Cervelli Danilo, De Guidi Daniele, Bistondi Armando, Pratali Gino, — Aggregati: Plaisant Corrado, Scalfati Mario, Picchi Armando, Giannessi Fernando, Rejch Mario, Ogniboni Aligi, Paci Giovanni, Fantini, Ugolini Giuseppe, Pistoiesi Gualtiero.

Avanguardia - 1a Squadra "Pacino Pacini": Capo squadra Cappellini Giuseppe, Biagi Alfio, Pucci Valente, Macchia Ugo, Vogna Remo, Cheloni Unico, Ardinghi Renzo, Armani Arnaldo, Grandi Elmo, Meini Mario. — 2a Squadra "Libero Turchi": Capo Squadra. Torrini Giovanni, Mammini Ulpio, Gimmelli Bruno, Marchi Aristide, Bei Nello, Cosci Athos, Filippo Alfredo, Ascani Ascanio, Gargani Mario, Puccianti Ruffo, Simoncini Libero, Ardinghi Alvarez, Ghelardi Bruno, Dolfì Alvaro, Segnini Dino, Segnini Renzo, Michelotti Gino, Caturelli Giovani, Buonriposi Nello, Salvini Enrico.

Fascio di Calci - 1° Manipolo: Comandante Biscioni Giuseppe, Decurione Coppini Guglielmo, Capo squadra Danesi Giulio, Colandroni Nello, Colombini Alcide, Armani Pietro, Adami Toscano, Nanni Pieri Osvaldo, Guerrazzi Mario, Fascetti Umberto, Tazzioli Alfredo, Petrini Dario, Passot Francesco, Masetti Luigi, Passot Pilade, Frassi Arturo, Lupetti Lelio, Lupetti Silvio, Derrj Piero, Lupetti Egisto, Fascetti Renato, Vestri Ermolao, Casali Osvaldo, Casali Remo, Barsotti Inaco, Bertolini Umberto, Manetti Cesare, Cei Mario, Delle Sedie Francesco, Monti Amleto, Cei Giovanni, Taccola Frola, Dell’Innocenti Gino, Soldani Paolo, Bandini Gino, Magagnini Dino.

Fascio di Castelmaggiore: Capo squadra Taddei Alvaro, Redini Alipio, Fabbrini Quintilio, Fabbrini Delfo, Montini Marcello, Adami Gualtiero, Adami Elio, Del Punta Giulio, Colombini Grimaldo, Parentini Guido, Consani Sante, Consani Virgilio, Bertolini Dico, Saviozzi Flavio, Tozzini Niccolò, Pellegrini Duilio, Casella Polo, Palamidessi Germano.

Fascio di Montemagno: Capo squadra Tozzini Muzio, Federighi Licurgo, Bruscini Isastro, Armani Giovanni, Pellegrini Vincenzo, Naldini Rodrigo, Pierini Pierino, Tozzini Silvio. — Ex combattenti: Capo squadra Cei Guido, Lupetti Oliviero, Lupetti Ezio, Ciardelli Guido, Mazzei Luigi, Del Corso Emilio, Consani Vittorio, Monteverdi Giuseppe, Malanima Giulio, Pratali Ezio, Fascetti Adolfo.

Fascio di Agnano: Capo squadra Bonaso Carlo, Bonaso Ugo, Corti Gino, Morbelli Sebastiano, Ghelardi Ruggero, Picchetti Matteo, Simonini Brando; Picchetti Canzio, Benvenuti Ovidio, Chiaverini Alvaro, Ghelardi Alvaro, Lippi Paris.

Fascio di Mezzana Colignola: Capo squadra Ferrucci Aldo, Pisani Gino, Taddei Ferdinando, Bartalini Luigi, Piletti Corrado, Zaccagnini De Marre, Pellegrini Polifemo, Coltelli Ettore, Vento Eugenio, Barsanti Ranieri, Ghezzani Armando.

Fascio di Asciano Pisano: Capo squadra Gonzales Hado, Innocenti Attilio, Innocenti Giulio, Zaccagnini Giorgio, Carli Ubaldo, Mariotti Maurizio, Puccinelli Angiolo, Possenti Turio.

Fascio di S. Giuliano: Casieri Ugo, Vaiti Domenico, Casieri Manlio, Casieri Enzo, Romanzini Ugo, Speroni Ferdinando, Bacci Fernando, Fogli Giulietto, Bertolucci Giuliano, Palla Alito, Della Capanna Furio, Sbrana Ruffo, Corti Giovanni, Fontanini Gino, Bandini Manlio, Quaratesi Nello, Fogli Gino, Grimaldi Girolamo, Pardini Aldo, Sbrana Emilio, Gnesi Alipio, Della Capanna Luigi, Della Capanna Nerino, Bertolini Guido, Fontanini Archimede, Taddei Telemaco, Barsotti Lionello, Bandini Menotti.

Fascio di Ripafratta: Quinti Renato, Quieti Anacleto, Monacci Luigi, Bechelli Dino, Briganti Vittorio, Tanganelli Bruno, Niccolai Niccolò, Niccolai Cesare, Magnozzi Leonildo, Pardi Gino, Berchielli Giulio, Lucchesini Orazio, Lucchesini Trento, Scali Alfrido, Fabbrini Francesco.

Fascio di Filettole: Capo squadra Sanguini Antonio, Paoleschi Cesare, Mei Cesare, Verdigi Andrea, Cenci Alfredo, Cola Ranieri, Ancillotti Saul.

Fascio di Caprona: Sighieri Angelo, Sighieri Manlio, Sighieri Enzo, Forti Giulio, Manetti Otello, Danesi Guido.

Fascio di Rosignano Marittimo: Braccini Giuseppe, Battaglia Salvatore, Lottini Lio, Stefanelli Remo, Gravi Carlo, Monti Torquato, Poggianti Enrico, Morelli Galliano, Toti Bruno, Rossi Bruno, Rossi Vincenzo, Gaiozzi Giuseppe, Berti Berto, Lottini Lito, Magni Giulio, Zanobini Vincenzo, Toncelli Quinto, Dini Ettore, Meini Leonardo.

Fascio di Rosignano Nuovo: Lelli Umberto, Marchi Alessandro, Giannetti Annibale, Pescia Eliseo, Pisani Antonio.

Fascio di Riparbella: Paglianti Giuseppe, Lessi Vincenzo, Ghidoni Mario, Dolfi Dolfo, Gremigni Giulio, Alinghieri Alvaro, Silvi Emilio, Silvi Umberto, Gronchi Ettore, Ferretti Alceste, Puri Carlo, Creatini Gino, Sandroni Santi, Tozzini Alfredo.

Fascio di Castellina Marittima: Capo squadra Bertocchi G., S. Capo squadra Castellini Armando, Immella Giuseppe, Giannetti Arturo, Bani Alfredo, Papi Dino, Nassi Candido, Paperini Alvaro Dino, Valacchi Sesto, Tempesti Giulio, Paoletti Amato, Paoletti Nilo, Mangoni Secondo, Paoletti Alfredo.

Fascio di Castiglioncello: Leoni Oscar, Cambi Rodolfo, Fabbri Angiolo, Mannari Trento, Galli Alberto, Tancredi Pasquale, D’Ercole Giulio, Tumiatti Niccodemo, Fanucci Ezio, Morelli Pilade, Cambi Giuseppe.

Fascio di Vada: Balzini Galliano, Bernardeschi Angiolo, Bianchi Renato, Cecchetti Luigi, Gonfiotti Giuseppe, Lami Argante, Lami Aldo, Caciagli Danilo, Morelli Mauro, Malfatti Ferdinando, Marchetti Armando, Balzini Sesto, Neri Napoleone, Pellegrini Ottorino, Pierattelli Francesco, Quaglierini Armando, Quiriconi Secondo, Rocchi Napoleone, Sani Sirio, Sarti Enrico, Tani Dino, Ulivi Ulivo, Bini Bino.

Fascio di Lari - 1a Squadra "Disperata": Comandante Meini

Roberto, Gabbanelli Fabio, Cremoni Antonio, Della Santina Giocondo, Giampieri Alberto, Baroni Antonio, Pieraccioni Alessandro, Baroni Bruno, Fatticcioni Rizieri, Bendinelli Vittorio, Ciabatti Michele. — 2a Squadra "Riccioli": Piazzesi cap. Andrea (Comandante Manipolo), Menichetti Adolfo (Comandante Squadra), Bendinelli Carlo, Pedani dott. Guido, Tremolanti Pasquino, Talozzi Cesare Vanni Antonio, Tognotti Pasquino, Buonamini Giuseppe, Buonamini Leonetto, Rossi Armando, Gesi Oscar, Gabbanelli Guido, Pezzini Giovanni, Bendinelli Enrico, Tani Giovanni, Galluzzi Remo, Terzelli Aleandro. — 3a Squadra "Mussolini": Comandante Ferrini Adelio, Bendinelli Cino, Maggi Ugo, Giannessi Luigi, Del Corso Giuseppe, Caprai Fabio, Barsottini Franzino, Casini Dario, Barsottini Gino, Marchi Ferdinando, Macchi Sangi, Mencacci Purbilio, Mattonai Palmiro, Catelani Giulio, Franchi Nello, Agostini Corrado.

Fascio di Cevoli: Comandante le Squadre Benedetti Ofelio, Capo squadra Antonelli Ernesto, Capo squadra Paperini Antonio, Simoncini Francesco, Donati Eugenio, Scuffi Primo, Perelli Giuseppe, Rossi Gino, Rossi Duilio, Rossi Antonio, Rossi Ilio, Caroti Adolfo, Caroti Natale, Salvadori Galliano, Bonelli Alabindo, Paperini Plinio, Gersiti Torquanto, Frangioni Terzo, Frangioni Rinaldo, Frangioni Archimede, Poggesi Adriano, Rocchi Gagliano, Rocchi Guido, Giusti Giuseppe, Tognoni Alberto, Tognoni Vittorio, Meini Pilade, Cioni Serafino, Bonamini Pasquino, Cayla Fuzier Pietro, Fornaini Gino, Casalini Elia, Candiotti Leonetto, Veracini Giuseppe, Valeri Maurizio, Fulceri Pierino, Santucci Dino, Signorini Ferruccio.

Fascio di Lorenzana: Capo squadra Pardi Giuseppe Ilio, Vice Capo squadra Giannicchi Giuseppe, Tacchetti Guglielmo, Carnesecchi Guido, Turini Ferruccio, Turini Alberto, Galluzzi Antonio, Chiavani Fioravante, Chiavacci Torquato, Parenti Antonio, Ceccanti Emilio, Pardi Lodovico, Bertelli Silvio, Quaratesi Giuseppe, Puccini Corrado, Puccini Renato, Lazzeretti Gregorio.

Fascio di Perigliano - Squadra "D. Serlupi": Com. Squadra Becucci Salerno, Tonini Giulio, Bendinelli Foresto, Bendinelli Furio, Pieranzi Aldo, Geppini Pellegrino, Visconti Vasco, Bacchi Mario, Capineschi Osvaldo, Martini Mireno, Tosi Marino, Coscetti Emilio, Granchi Armando, Bernini Giuseppe, Menichini Pomelio, Giuntini Gino, Tosi Dino, Papineschi Gioacchino, Bendinelli Nello, Menichini Bruno, Michelucci Amedeo, Frosini Donato.

Fascio di Casciana Alla: Comandante di Manipolo Malfatti Mario, Capo squadra Santini Antonio, Caprai Lido, Fontana Beste, Giacomelli Angelo, Memi Guido, Tosi Luigi, Nannetti Agostino, Coltelli Enzo, Testi Giuseppe, Bitozzi Luigi, Dal Canto Angelo, Bellucci Gino, Nerbi Luigi, Tardi Livio, Castellacci Piero, Toncelli Alfredo, Tributi Galliano, Meini Silvio, Perini Narciso, Pistoini Guerrino, Galantini Romeo, Bigazzi Enrico, Gasperini Omero, Ferretti Fernando, Sandri Bruno, Volpi Corrado, Pedini Aldo, Del Listia Giulio, Caroti Cesare, Lusini Luciano, Del Vita Francesco, Falchi Ranieri, Testi Guido, Becuzzi Attilio, Guidi Lorenzo, Signorini Turindo, Pulidori Settimo, Capo squadra Fracassi Emilio, Guidi Guido, Spadoni Marino, Bolluchi Vasco, Parti Angelo, Bolluchi Settimo, Santini Pietro, Diciotti Italo, Bolluchi Rizieri, Guidotti Angelo, Toncelli Giuseppe, Tocchio Ruggiero, Filippeschi Elio, Pacini Cesare.

Fascio di Usigliano di Lari: Gasperini Dino, Grassulini Dino, Scacciati Giorgio, Gorini Pietro, Pachetti Gino, Bitozzi Guido, Pandolfi Dante, Bartoli Mario, Bertini Angiolo, Balestri Pio, Gasperini Andrea, Bacci Eugenio, Cini Giovanni, Meini Filiberto, Gasperini Guido, Caroti Eugenio.

Fascio di Santaluce: Com. Squadra Toscani Gino, Ciardi Giuseppe, Bianchi Menotti, Brogi Mario, Bianchi Bianchino, Cosimi Paolo, Ciardi Lido, Corsani Renato, Lotti Giuseppe, Mannari Ezio, Mariotti Emilio, Macchi Ilio, Niccolini Martino, Nepi Amedeo, Papi Oliviero, Tei Edo, Mannari Gino.

Fascio di Bagni di Casciana: Comandante la Centuria Borri avv Dino, Comandante di manipolo Berretti Delfo. — Squadra "Cardelli": Capo squadra Brunetti Brunetto, Baldini Giuseppe, Colombini Alfredo, Caprai Ferdinando, Caprai Giorgio, Caroti Cesello, Cammilli Metodio, Cammilli Ubaldo, Gatteschi Luigi, Lenzi Tosello, Lenzi Giuseppe, Meini Angelo, Marrucci Alberto, Meini Giuseppe, Meini Luigi, Meini Giulio, Martolini Vincenzo, Pantani Emilio, Pantani Dante, Sonetti Duilio, Tani Ranieri. — Squadra "Battisti": Capo squadta Sgherri Carlo, Bigiotti Olinto, Benvenuti Giuseppe, Bicchierini Pirro, Bacci Piero, Cannellini Galliano, Cignoni Primo, Cignoni Lionello, Citi Leone, Dini Gino, Franchi Giovacchino, Gherardi Alfonso, Lenzi Mario, Marconi Ugo, Nencetti Lelio, Novelli Dante, Otzalesi Pietro, Novelli Novello, Piazza Atturo, Ricci Carlo, Rocchi Pietro, Sammuri Ilario, Tommasi Ferdinando.

Sottosezione di Chianni e Rivallo - Squadra "Ardita": Capo squadra Falugi Ottorino, Balestri Alfonso, Bigazzi Alvaro, Badii Ugo, Costagli Ubaldo, Costagli Carlo, Chiari Romolo, Del Magno Ugo, Maltinti Arturo, Molesti Dante, Regolini Giacinto, Menegazzi ing. Emilio.

Fascio di Fauglia: Com. la 2a Coorte cap. dott. Del Corda Carlo, Com. la 2a Centuria ten. rag. Del Corda Luigi, Amadori Oreste, Bacci Luigi, Barsacchi Tullio, Balestri Guglielmo, Bertini Leandro, Biagioni Giorgio, Biagioni Torello, Biasci Paolo, Catastini Armando, Cecconi Giovanni, Catastini Gino, Chiarugi Fiorindo, Monticelli Cesare, Panicucci Umberto, Pettitossi Secondo, Polini Gaetano, Guerrucci Leo, Profeti Giulio, Rastelli Roberto, Salutini Antonio, Sestini dott. Mario, Tambeti Giuseppe, Tosi Omero, Biasci Paolo fu Pietro, Breschi Guido, Biasci Paolo di Raffaello, Caroti Dante, Cocchi Leonatdo. — Com. Squadra "Mussolini": Di Paco dott. T. Pietro, Fantozzi Danilo, Ferri ten. Giovanni Battista, Ferrini Lorenzo, Ferrini Guido, Frediani Rodolfo, Giustiniani Enrico. — Com. Squadra "Costanzo Ciano": Giustiniani Mario, Incrocci Paolo, Orsi Umberto, Pardini Ilo, Guiducci Michele, Picchi Cesare, Pifferi Gino, Profeti Giuseppe. — Comandante 1° Manipolo: Reali ten. Renzo, Sani Primo, Tempesti Mario, Tempesti Galileo, Turini Turino, Papini Francesco, Pampaloni Lorenzo, Salutini Angiolo, Pacciardi Ferdinando.

Fascio di Collesalvetti: Lepori Ottorino, Chiappatone Tito, Bertolucci Ugo, Armani Fosco, Zanetti Enrico, Innocenti Vittorino, Pistoia Gino, Del Nista Orano, Antonelli Dino, Cannassi Alvaro, Agonigi Nello, Agonigi Vasco, Pistoia Giuseppe, Pistoia Firenze, Costoli Arturo, Cjuochi Ivetto, Del Nista Canzio, Genovesi Gino, Incrocci Gino, Bilanci Dario, Tramontani Silvio, Pupi Antonio, Virgili Carlo, Dal Canto Menotti, Rocchi Piero, Gori Orlando.

Fascio di Crespina - Squadra "Umberto Costi": Marrucci Alessandro, Falchi Viro, PaseÙini Patrizio, Balli Nello, Bernini Nello, Bernini Nello, Barbini Aldemaro, Cerretini Luigi, Cerretini Gino, Coltelli Alfredo, Coltelli Corrado, Coltelli Valente, Ciurli Nello, Ciurli Cesare, Camarlinghi Vasco, Camarlinghi Duilio, Giacomelli Niccolò, Guiggi Virgilio, Donati Gino, Frosini Donato, Masi Gismo, Masi Ottorino, Priami Prio, Polvatti Paolo, Orlandini Luigi, Toncelli Nello, Toncelli Guido, ten. Costi Umberto, — Suadra "D. Serlupi": Marinozzi Ezio, Vannini Giuseppe, Serrini Bruno, Buti Quirino, Barsacchi Egidio, Carli Goffredo, Cappellini Dino, Cerretini Roberto, Contini Ugo, Luschi Giuseppe, Masi Cesare, Masi Rinaldo, Papucci Lanciotto, Sgherri Dino, Spinelli Ferruccio, Silvestri Ugo, Silvestri Mario, Sgherri Guido, Serrini Piero, Serrini Corrado, Tamberi Primo, Tamberi Ferrante, Tamburelli Bruno, Tognoni Giovanni, Pellegrini Ugo, Becucci Alfredo, Carli Mariano, Tamberi Nello. — Squadra "G. Zoccoli": Lodovichi Gino, Bacci Passaggio, Battini Alfredo. Bacci Arsage, Bacci Nello, Biasci Guglielmo, Bendinelli Vasco, Benedetti Gino, Lupi Lamberto, Luppichini Ademaro, Gasperini Adolfo, Cioni Cesare, Nuti Dino, Donati Zelindo, Milianti Socrate, Vanni Nello, Toniotti Primo.

Fascio di Pastina: Com. Squadra Mosti ten. Gino, Pelagaggi Giuseppe, Bernini Ugo, Berteli Angiolo, Berteli Aristide, Casalini Pietro. Cateni Garibaldo, Donati Virgilio, Maccioni Attilio, Mariotti Sestilio, Meucci Aldo, Meucci Ulisse, Mochi Gardino, Mochi Lido, Rocchi Umberto, Bertolì Tullio, Gazzelli Gabriele.

IIa Legione "Zoccoli-Serlupi".

Dott. Marconcini Ennio, console.

Dr. Lando Ferretti aiut. magg. in 1a, Fantozzi Oreste e Filippeschi Enrico uff. addetti. Squadra in servizio di S. M.: Ciompi Guido, Bruschi Orazio, Caifassi Bartolommeo, Cerri Giordano, Bianchi Umberto, Bettarini Attilio, trombettiere Manzani Emilio.

1a Coorte Serlupi. — Comandante Seniore Garzella Ranieri, Comandante 1a Centuria Pierotti Piero, Comandante 2a Centuria Buoni Gustavo, alfiere Barsotti Primo, portordini Garzella Luigi.

1a Centuria. — Fascio di Navacchio - Squadra Lupi di Lupo Serlupi: Capo squadra Ciucci Umberto, Ciucci Renzo, Ciucci Mario, Ciucci Amedeo, Ciucci Ubaldo, Salvadori Gino, Turini Serafino, Du Sacco Renato, Lazzerini Vasco, Guainai Ulderigo, Bottai Umberto, Ceccarelli Angiolo, Filidei Antigone, Viegi Antonio, Cecconi Menotti, Del Punta Guido, Parola Vincenzo, Guainai Giuseppe, Scaramelli Effabo. — Squadra "La Disperata": Capo squadra Caluri Ugo, Paoli Mario, Paoli Vittorio, Balducci Tosello, Ciucci Gino, Cipolli Gino, Cipolli Filiberto, Cipolli Carlo, Savorani Luigi, Bonini Gualtiero, Fagiolini Nello, Monticelli Lisandro, Monticelli Napoli, Orti Ferruccio, Massai Umberto, Virgili Emilio, Cosci Ferruccio, Giusti Giacomo, Del Seppia Primo.

Fascio di Titignano - Squadra "Disperatissima": Capo squadra Gronchi Armando, Bellani E., Mannocci Giuseppe, Benedettini Nello, Saviozzi Ugo, Saviozzi Gino, Bellani Armando, Ceccarelli Angiolo, Ulivelli Ercole, Di Sacco Galliano, Masi Giulio, Papucci Atmosfera, Benedetti Eligio, Bani Sisto, Bani Ottorino, Filippelli Voltolino Neri Colombo, Sbranti Mario.

Fascio di S. Lorenzo alle Corti - Squadra "La Folgore": Capo squadra Gambini Gualtiero, Gragnola Giov. Batt., Riccetti Guelfo, Berretta Mario, Niccolai Ranieri, Riccetti Primo, Calcinai Ricciotti, Ghignola Dario, Bracaloni Gino, Logli Giulio, Giacomelli Armando, Pannocchia Arturo, Saviozzi Epidonio, Cinini Flaminio, Puntoni Radames.

Fascio di S. Lorenzo a Pagnatico: Capo squadra Mugnai Ottorino, Ascani Umberto, Barsotti Antonio, Maffei Santi, Lelli Enrico, Cipolli Ranieri, Lazzerini Rinaldo, Fantozzi Gilliante, Gombi Gino, Gioii Galileo, Scatena Giuseppe, .

Fascio di Ripoli - Squadra "F. Florio": Capo squadra Cini Morando, Bizzarri Giuseppe, Del Guasta Luigi, Raspolli Giulio, Saviozzi Orfeo, Citi Basilio, Pardini Brunello, Passera Luigi, Risorgi Agostino, Chiaverini Mario, Cerri Lido, Puccini Agide, Santerini Argido, Ciucci Angiolo, Nerini Giustino, Mariotti G., Giuntini Baldissero, Puccini Giovanni.

Fascio di Marciana: Capo squadra Cecchetti, Attalla, Marini, Biasci, Santerini G., Damiani, Lisi, Landi, Neri Vittorio, Neri Renato, Gordiani, Gualtieri, Casarosa G., Casarosa A., Gabriellini, Santerini A., Mariotti.

Fascio di S. Anna - Squadra "Serlupi": Capo squadra Puntoni Otello, Capocci Guido, Pierazzini Mario, Bertolozzi Aldo, Chiellini Alvaro, Rossali Secondo, Lodovichi Giuseppe, Baldeschi Guido, Grillai Umberto, Carosi Adolfo, Carpita Gino, Biaschi Napoleone, Lorenzi Eugenio, Puntoni Renato, Rossali Mario, Gordiani Gino, Pierotti Tosello, Lorenzi Luigi, Bani Roberto, Falchi Eliseo, Mazzei Amerigo, Mazzei Silvio.

Fascio di S. Frediano a Settimo - Squadra "Zoccoli": Capo squadra Chiellini A., Scaramelli, Betti, Rofi, Brusich, Baldeschi, Lastrucci, Monacci N., Salvadori V., Massai V., Frassi G., Dini F., Guainai R., — Squadra "Serlupi": Capo squadra Ciampi Arrigo, Barontini M. Mazzei G., Balagi F., Chiellini V., Silvi Giuseppe, Martini Gino, Bertini Domenico, Sighieri Ugo, Pardossi E., Pardossi L., Ferretti N., Biasci F., Silvi Raffaello.

2a Centuria. — Fascio di Cascina - Squadra "Disperata": Bientinesi Perseo, Piccioli Filippo, Dini Emilio, Barsacchi Giuseppe, Barsacchi Umberto, Adorni Adorno, Cavallini Ezio, Cavallini Giuseppe, Bonciani Mario, Iacoponi Angelo, Ccssu Sirio, Cossu Fosco, Giachetti Alberto, Bertini Gastone, Bertini Elio, Ciucci Ilio, Monticelli Gino, Ulivi Giuseppe, Ulivi Oliviero, BuUeri Alberto, Rossi Pietro, Lodigiani Enrico, Vaccai Guido, Simoni Corrado, Giuntoli Corrado, Guainai Diego, Tremolanti Landolfo, Neri Leone, Romeri Alfredo, Savi Carlo, Gelli Gillo, Ceccanti Angiolo, Lenzi Giulio.

Fascio di Fornacette - Squadra "Ardita": Capo squadra Ceccanti Severino, Bernocchi Armido, Barsotti Pio, Barsotti Giovanni, Taliani Enrico, Orsini Felice, Malacarne Gino, Ceccotti Dino, Masoni Fosco, Ferruccio Marino, Lupicchini Raul, Luppicrini Orfeo, Casalini Galliano, Martinelli Ottavio, Martinelli Giovanni, Battini Carlo, Basetti Ersellino, Cioni Gino, Salvadorini Ivo.

Fascio di S. Giovanni alla Vena: Capo squadra Pozzolini L., Meucci Gino, Filidei E., Bandecchi Gino, Battaglia Ernesto, Peri Vittorio, Bandecchi Vasco.

Fascio di Vicopisano: Capo squadra Bertini A., Santerini Pietro, Gemma Cesare, Gambassi Vincenzo, Filippi Alceste, Panattoni Aladino, Fiori Enrico, Danesi Renzo, Monti Curzio, Tognetti Parigi, Svani lolando, Pardini Sesto, Viola Giovanni, Garbini Gino, Poli-dori Giovanni, Fogli Nobile, Baroni Pellegro, Venturi Lionello, Ciampi Nello.

Fascio di Cucigliana: Capo squadra Vincenti Nello, Gini Gino, Verdini Amedeo, Orsolini Artemisio, Danesi Alberto, Danesi Luigi, Leonardi Tommaso, Bertini Bruno, Luperini Ulisse, Orsolini Otello.

2a Coorte Zoccoli. — Pierazzini Piero (Senior), Colombini Amerigo (1° Aiut), Morelli Morello (2o Aiut), Mazzei Gino, Sartini Gustavo (Alfiere), Zocchi Gino (Sanità), Cecchetti Raffaello (Porta ord.), Cernili Gastone (Porta ord.).

1a Centuria. — Comandante Ciompi Enrico. — Squadra "Libero Turchi" (Avanguardia): Bartoli Alberto, Arcolini Dino, Cecchetti Raffaello, Cerulli Gastone, Cerulli Mario, Orsini Guglielmo, Zeppini Giuseppe, Panicucci Arduino, Cei Fernando, Luperini Cafiero, Luperini Alfio, Vanni Settimio, Cartei Catullo, Giorgi Angiolo, Fontana Aldo, Cioni Luigi, Marianelli Mazzino, Taliani Giotto, Paffi Spartaco, Marrucci Pietro, Pratesi Lido, Barbi Gastone, — Squadra "Me ne frego": Ciampini Augusto, Marconcini Dino, Maffei Diego, Sartini Gustavo, Ceccanti Sergio, Molinari Vasco, Conti Giuseppe, Mariani Bruno, Bagnoli Osvaldo, Bachini Gisberto, Arrighi Renato, Bruschi Tullio, Giuntini Luigi, Nuti Gino, Quercetani Narciso, Ferretti Gino, Morelli Natale, Romiti Comunardo, Ricciarelli Riccardo, Pesciolini Luigi, Pesciolini Antonio, Giorgi Giovanni, Barbetti Ulderigo, Falossi Dario, Borgherini Settimo, Barsotti Romolo, Giuntoli Giulio. — Squadra "Cesare Battisti": Arcolini Quintino, Colombi Amerigo, Morelli Fernando, Giangrandi Gino, Giangrandi Ernesto, Donati Rodolfo, Tosi Galliano, Diomelli Alberto, Antonelli Lelio, Bertelli Gino, Bartoli Armando, Calastrini Piero, Marconcini Alberto, Marconcini Alfredo, Ceccanti Alderigo, Andreoli Dino, Bartoli Goffredo, Balducci Adamo, Chiappari Emilio, Elmi Arturo, Fantozzi Flavio, Matteoli Duilio. — Squadra "La Disperata": Ciompi Raffaello, Ciompi Diego, Ciompi Guido, Ciompi Niccolo, Ciompi Manlio, Bertoncini Giovanni, Burschi Orazio, Gabbani Nello, Morelli Morello, Caifassi Bartolommeo, Del Rosso Luigi Mario, Bianchi "Umberto, Cerri Giordano, Testai Giuseppe, Bettarini Attilio, Marconcini Vittorio, Zocchi Gino, Zecchi Giulio, Leoncini Renato, Volterrani Antonio, Bartaloni Mario, Frangioni Ettore. — Squadra "Alvarado e Bisio Marconcini": Massei Egidio, Agonigi Giovanni, Bani Renato, Romiti Alberto, Manzini Damiano, Castellini Giulio, Marianelli Marianello, Rossi Guido, Masi Osvaldo, Orsini Gino, Lombardi Enrico, Burchelli Alfio, Corsini Aleandro, Salvadori Angiolo, Citi Giuseppe, Moncini Mario, Angiolini Pasquino, Sarti Riccardo.

2a Centuria. — Comandante T. Ambrosini Corrado. — Fascio di Ponsacco: Bellucci Gino, Lombardi Gino Giulio, Ferrini Luigi, Toni Orfeo, Lombardi Filiberto, Ferrini Gastone, Gorini Mario, Aringhieri Ilo, Orsini Giovanni, Iacoponi Giuseppe, Galluzzi Guerrino, Menichini Gino, Boni Vittorio, Falconcini Francesco, Gasperini Alfredo, Merli Giuseppe, Mattei Santi, Novi Pietro, Cignoni Mario, Ciampalini Antonio, Guiducci Guiduccio, Caroti Mario, Patacchini Giovanni, Pierini Alfredo, Guidi Ottorino.

Fascio di Marti: Fantappiè Cirro, Ceccarelli Augusto, Caramelli Vincenzo, Caramelli Caramello, Regoli Renzo, Falossi Gerardo, Sani Nello, Bagnoli Orazio, Pitti Catullo, Fiaschi Raffaello, Toni Vessillo, Geri Giulio.

Fascio di Capannoli - Squadra "La Disperata": Sperinzi Giulio, Giuntini Giuntino, Panicucci Oscar, Falomi Gino, Belli Leonello, Macelloni Giordano, Nossi Onesto, Salvini Aligi, Bertini Giovanni, Ferrini Nello, Pergi Minello, Novi Augusto, Salvini Pio, Giuntini Luigi, Copponi Amato, Bani Ferdinando, Ferretti Attilio, Giovannetti Giovanni, Dal Canto Eugenio, Turini Eugenio, Dal Canto Danilo, Ferretti Guido, Lombardi Pietro, Calderani Vittorio, Lombardi Niccolò, Iacoponi Alessandro, Cioni Ranieri, Graspilini Francesco, Orsini Marsilio, Romboli Felice, Aringhieri Umberto, Salutini Leo, Dal Canto Leopoldo, Caciagli Lincoln, Riccetti Lamberto, Ferrini Aldo, Lombardi Lombardo, Galluzzi Amerigo, Guiducci Russo, Casalini Gino, Cignoni Gino, Macchi Gino, Cionini Pilade, Celleno Alessandro, Orsini Francesco, Valeri Primo, Ferretti Alfredo, Lombardi Arnolfo, Valeri Attilio, Mugnaini Quintilio.

Fascio di Bientina: Iacopetti Giovanni, Orlandi Ettore, Sassi Nello, Pellegrini Pietro, Buti Lamberto, Buti Giulio, Corsi Giovanni, Paoli Giuseppe, Ferri Secondo, Tonissi Scipione, Corsi Antonio, Puccinelli Armando, Toti Piero, Baggiani Angelo, Baroni Giovanni, Ferri Giovacchino, Fogli Tosello, Bernardi Oreste, Bernardi Enrico, Vincenti Giuseppe, Musolino Antonio, Santarnecchi Francesco.

Fascio di Buti: Di Ciolo Lelio, Baschjeri Perfetto, Caturelli Carlo, Del Cangia Giuseppe, Del Cangia Francesco, Valdiserra Romolo, Baroni Corrado, Di Ciolo Vittorio, Barachini Gino, Bernardini Alvaro, Gozzoli Romeo, Volpi Adriano, Volpi Alfredo.

Fascio di Calcinaia,: Ambrosini Corrado, Barachini Felice, Gianfaldoni Celestino, Morelli Osvaldo, Lippi Silvio, Macchia Adriano, Cesqui Vincenzo.

Fascio di La Rotta: Frosini Giulio, Lami Angelo, Morelli Novembrino, Burchielli Osvaldo, Calamini Nello, Pistoiesi Carlo, Pasquini Raffaello, Vaglini Florindo, Lazzeretti Nello, Braccini Vasco, Soldaini Emilio, Gemmi Germiglio, Bernardini Fiore, Bernardini Nello, Bernardmi Romeo, Malventi Agostino, Remorini Emilio, Caponi Rinaldo, Masini Arturo, Braccini Luigi, Lami Cimbro, Mannucci Alfredo, Volpi Bernardino, Giani Carlo, Bianchi Galileo, Toncelli Giuseppe, Bargioli Giuseppe, Barbensi Carlo, Lupi Ugo, Doni Ernesto, Guerrazzi Vittorio, Doni Flario, Bertini Paris, Campinotti Niccolò, Doni Rinaldo.

3a Centuria. — Comandante di Centuria ten. Cini Roberto. — Fascio di Montecastello: Notti Adriano, Tognetti Silvestro, Gorini Gino, Bolognesi Renato, Magozzi Igino, Sartini Alfredo, Casalini Adelindo, Monzani Emilio, Morelli Vittorio, Badalassi Romeo, Belli Alcide, Falconerai Angiolino.

Fascio di Palaia: ten. Cini Roberto, Fiorentini Livio di Giuseppe, Cecchi Francesco, Tonelli Benigno, Messeri Angiolo, Giglioli Italo, Gradassi Gino, Vanni Maurizio, Sartini Alfredo, Fiorentini Livio di Augusto, Marmugi Danilo, Marmugi Nello, Lazzereschi Guido, Lazzereschi Quintilio, Filidei Antonio, Lazzeri Primo, Macchi Cesare, Rossi Edoardo, Baldacci Fanetto, Pagni Netto, Rossi Francesco.

Fascio di Forcoli - Squadra "Guido Brumer": Morelli Giotto, Bimbi Varese, Toni Antonio, Maccanti Lavinio, Danesi Dino, Consolini Giulio, Turini Costantino, Celiai Lanciotto, Lucchesi Pasquino, Morelli Lionetto.

Fascio di Partino - Squadra "Me ne frego": Marconcini Gastone, Vannini Luigi, Vannini Orazio, Marcnocini Angiolo, Bruschi Gino, Monti Quintino, Monti Faustino, Bruschi Giulio.

Fascio di Soiana: Zeiro Valentino, Zeiro Attilio, Doccini Aristide, Bimbi Alfredo, Landi Natale, Baldereschi Pietro, Barbensi Umberto, Antonelli Giuseppe, Zaccannetti Luigi, Tessieri Antonio, Colombini Giuseppe, Lelli Mario.

Fascio di Treggiaia: Monteforti Umberto, Giorgi Luigi, Bellagamba Ettore, Riccanni Libero, Sartini Nazzareno, Tommasini Sino, Dal Monte Francesco, Signorini Gino, Pasqualetti Luigi, Rossi Dante, Bellagamba Bruno, Fantozzi Vasco.

Fascio di Peccioli: Marmugi Adelo, Perdei Gino, Fabbrichesi Giuseppe, Casagli Gino, Stacchini Umberto, Toncelli Giuseppe, Merlini Giovacchino, Volterrani Aldo, Rocchi Pietro, Pagni Gino, Giuggi Pietro, Ricci Ostilio, Ribechini Luigi, Dell’Agnello Remo, Federighi Polo, Casati Cosimo, Sacchini Lanciotto, Ferretti Giovanni, Stacchini Guido, Rossi Faliero, Volpi Guido, Fiorentini Umberto, Biliotti Giuseppe.

Fascio di Morrona: Magni Candido, Vestri Giulio, Rossi Ferdinando, Fornai Gino, Mazzantini Isolo, Fornai Remo, Gironzoli Wladimiro, Stacchini Sireno, Fornai Leopoldo.

Fascio di Terricciola: Giovannelli Gaetano, Becuzzi Giuseppe (Com. squadra), Catarzi Serafino (alfiere), Prini Adamo, Perini Giovanni, Santarucchi Angelo, Cantini Ernesto, Crecchi Alfonso, Friani Nello, Campani Armando, Campani Vittorio, Profeti Giorgio, Donati Ariosto, Capantini Angiolo, Bulleri Gino.

Fascio di Montefoscoli: Filippeschi Enrico, Comelli Giuseppe, Chiesi Naderigo, Pardini Vittorio, Macchi Giocondo, Comelli Gino, Baldi Aurelio, Pacini Giuseppe, Trovatelli Ferdinando, Benelli Elete, Giuliotti Angiolo, Lenzi Guido, Galloni Luigi, Masini Alberto, Bitossi Egidio, Turini Enrico, Braccini Michele.

IIIa Legione "Maremmana".

Capitano Piero Pelamatti, console.

Fascio di S. Vincenzo: Centurione Ambrosino Magdalo, Capo squadra Giovanni Cini, Capo squadra Ambrosino Piero, Puccini Nello, Magagni Leopoldo, Frati Vittore, Frati Baiardo, Ambrosino Costanzo, Barca Annibale, Marchi Giuseppe, Lachi Angiolo, Ferrarmi Pasquale, Raspolli Davide, Cantini Eugenio.

Fascio di Canapiglia Marittima: cap. Pelamatti Pietro, ten. Lippi Bruno, Chesi Aldrefo, Biagi Garibaldo, Maruzzi Alessandro, Silvestri Pietro, Vieri Walfredo, Rustici Cesare, Baldassarri Francesco, Micheli Gaetano, Costi Giovanni, Rustici Alessandro, Benedettini Aldo, Lippi Amulio, Mansani Armando, Barsotti Antonio, Bertini Egisto, Donati Ireneo, Marzucchi Mario, Magnolfi Costante, Romanelli Giuseppe, Dondoli Agostino, Falaschi Enrico, Fanciullacci Quintilio, Ricotti Marco.

Fascio di Volterra: Pedani Paolo (Seniore), Gherardo Maffei (Segr. pol.), ten. Dell’Aiuto Guido, Raifaelli Guido, Guidi Marco Valdo, Grossi Giulio, Grossi Gino, Galgani Settimo, Trafeli Giulio, Immorali Giuseppe, Maffei Niccolo, Maffei Mario, Maffei Ascanio, Maffei Salinuccio, Mancini Doddo, Nerei Guido, Del Testa Secondo, Cantini Guido, Fiumi Pietro, Del Rosso Giuseppe, Pini Giuseppe, Tommasini Giulio, Guerrieri Gino, Corrieri Ubaldo, Mannucci Umberto, Lupetti Antonio, Parenti Mentore, Cheli Luigi, Mariani Mario, Caprioni Dino, Lupetti Roberto, Santi Libero, Isolani Emilio, Lupetti Giulio, Alboni Bruno, Del Secco, Le Due Alberto, Taddeini Carlo, Piras Giovanni, Ghilli Silla, Ghilli Olinto, Guidi Guido, Gazzanelli Dino, Mannucci Manfredo, Bessi Donatello, Bimbi Bruno, Ormanni Armanno, Landucci Landò, Paoìini Renato, Pagnini Gino, Guelfi Guelfo, Incontri Mario, Baccerini Libero, Ghionzoli Valente, Tamburini Primo, Pesagalli Tersilio, Duccini Faustino, Cancelli Mario, Menchini Federigo, Berti Argante, Guerrieri Guido, Dello Sbarba Emilio, Brogi Escamillo, Maggiorelli Umberto, Pagnini Iacopo, Benassai Pilade, Conte di Leo, Inghirami Ennio, Inglesi Umberto, Papalini Pietro.

Fascio di Villamagna: Pedani Giuseppe, Pedani Mario, Busdraghi Alberto, Busdraghi Giulio, Busdraghi Paolino, Baldini Igino, Simoncini Pietro, Simoncini Italo, Simoncini Ernesto, Giannelli Sisto, Bernardeschi Dario, Pasquinucci Giuseppino, Pitti Guglielmo, Mannucci Gualtiero, Baroncini Livio, Mazzei Maurizio, Gori Ugo, Gronchi Dante, Gronchi Nello.

Fascio di Saline di Volterra: Bardi Dante, Barlettani Ezio, Barlettani Raffaello, Bartolini Guido, Becorpi Socrate, Bigazzi Angiolino, Boni Carlo, Cappellini Leo, Cardellini Renato, De Vespri Arturo, Donati Pilade, Gazzarri Garibaldi, Gazzarri Valfrido, Gori Vittorio, Gotti Carlo, Guerrieri Gino, Manzi Gino, Manzi Giovanni, Meucci Pietro, Morelli Mario, Pasqualetti Alvaro, Pasqualeti Wladimiro, Pratelli Bruno, Ricca Francesco, Simi Liberato, Tani Giulio, Trovato Orazio, Vanini Natale, Volterrani Guido.

Fascio di Montecatini: Staccioli Tranquillo, Martini Ernesto, Ceppatelli Giuseppe, Sarperi Ferdinando, Lenci Francesco, Demi Alfredo, Colò Mario, Lenci Ivo, Bianchi Rodolfo, Giagagnini Raffaello, Bartolini Rodolfo, Bartolini Verdi, Cavicchioli Francesco, Rossi Narciso, Berti Giuseppe, Francalacci Guido, Magazzi Secondo, Marsili Furio, Giuntini Primo, Mori Francesco.

Fascio di Lustigniano: Nasti Gennaro, Bianchi Ermindo, Spinetti Guido, Spinetti Augusto, Bianchi Severino, Bianchi Ghino, Gherardi Dionisio, Gherardi Gherardo, Musi Licurgo, Musi Guglielmo, Musi Vincenzo, Musi Spinello, Bulichelli Pietro, Bulichelli Enrico, Pineschi Ugo, Tassi Emilio, Socci Dante, Rossi Iroldo, Nati Raffaello, Baldassarri Fabrizzo, Bocci Boccino.

Fascio di Larderello: ten. Gallori Aldo, Matteucci Ugo, Maccanti Pietro, Guiducci Ugo, Chiti Amerigo, Alocci Ettore, Rosselli Rodolfo.

Fascio di Pomarance: ten. De Franceschini Umberto, dott. Pollina Bartolomeo, Nichesola Conte Galesio, Galletti Celso, Giudici Giordano, Zoccolini Giulio, Lamdi Elio, Dal Canto Giuseppe, Falcini Cesare, Cavatorta Pietro, Ristori Pompilio, Tani Ascanio, Cappellini Gino, Baldini Giovanni, Bacci Angiolo, Gazzarri Cesare, Zani Antonio, Pasquinucci Luigi, Taviani Enrico, Ghilli Leone, Fignani Giuseppe, Pini Enrico, Fontanelli Fontanello, Galgani Albano.

Fascio di Castelnuovo: Talanti Giuseppe, Menichelli Alfìero, Antonelli Gino, Ovidi Piramo, Pierattini Francesco, Nardi Ofaleno, Togoli Domenico.

Fascio del Sasso Pisano: Trenti Edoardo, Bertini Modesto, Pineschi Tertulliano, Chiti Pietro, Trenti Iacopo, Fillini Remo, Androvandi Etimio, Battieri Pietro, Casalini Antonio, Fillini Osvaldo, Baroncini Giulio.

Fascio di Cecina: Comandante di Legione Cammellotti avv. Renato, Comandante di Coorte Pieretti Pieretto, Aiutante Maggiore Pistoiesi Zeno, Capo squadra Davini Eugenio Lorenzo, Vitartali Bruno (Capo squadra), Nencini Vittorio (Capo squadra), Bonciani Bruno (Capo squadra), Semoli Renzo, Chiavacci Aldo, Amadori Fernando, Amadori Gualberto, Bendinelli Armando, Bianchi Tito, Berghi Bruno, Biondi Giuseppe, Barsacchi Elio, Baggiani Mario, Barlettani Gino, Burlacchini Creso, Butelli Elio, Bardini Bino, Chiavacci Giorgio, Costagli Artero, Cartei Benso, Cardelli Giuseppe, Del Corso Duilio, Fiumalbi Guido, Frassoni Marchino, Fantini Giorgio, Faccini Gualberto, Giansanti Mario, Jacopini Vilando, Jacopini Vasco, Goffredo Angiolino, Luperi Ottorino, Lessi Adolfo, Meucci Ugo, Mazzei Ettore, Mazzei Livio, Meucci Appio, Morosi Settimo, Panichi Attilio, Quiriconi Gradivo, Quagli Sirio, Riccucci Gerbino, Simoncini Sirio, Semoli Ugo, Sforzi Luigi, Toncelli Urbino, Olmi Libero, Tonnerini Pieretto, Tani Galliano, Vanni Guido, Zazzeri Rodolfo, Papini Ettore, Papini Bruno,- Benvenuti Agostino, Gina Silvio, Londi Licurgo, Cavallini Roberto, Poggetti Eugenio, Londi Emo, Vomberge Otto, Vomberge Corrado, Valori Lino, Giannini Ferruccio. — Avanguardisti: Carlevaro Luigi, Galoppini Dino, Piretti Guido, Piretti Ugo, Berghi Domenico, Barbini Ernesto.

Fascio di Piombino: Comandante di Centuria ten. Foresi Galliano, Comandante 1° Manipolo Vesentini Ettore, Comand. 2° Manipolo Betti Masino, Comand. 3o Manipolo Vesentini Enrico, Capo squadra Collavoli Domenico, Capo squadra Lanza Renato, Capo squadra Puccini Aldo, Capo squadra Comotto Adolfo, Capo squadra Carnesecchi Bixio, Capo squadra Volpi Gherardo, Scaniglia Gino, Bellesi Bartolomeo, Fragola Lorenzo, Murzi Biagio, Badanelli Angelo, Pieracci Arnaldo, Pieracci Giovanni, Rossi Giovanni, Manfredini Giuseppe, Manfredini Valente, Bernardini Romeo, Bernardini Cesare, Meini Egisto, Galeotti Oreste, Catelli Jacopo, Bianconi Fini molo, Guani Renzo, Giubilato Enrico, D’Apollo Ugo, Lazzeretti Giuseppe, Tortolini Settimio, Toncelli Ghino, Ufficiale viveri Maroccu Enrico, Maroccu Efisio, Agnelli Rodolfo, Parenti Alberto, Orazzini Tulivio, Matteoli Aldo, Bussetti Umberto, Valpieri Vittorio, Viale Giuseppe, Carlotti Felice, Chellini Esubio, Cecchini Eugenio, Bensi Lorenzo, Trafiletti Francesco, Fardella Giovacchino, Gabrielli Italo, Belcari Tortoli, Proietti Siro, Nannini Valente, Maccioni Colombo, Pagni Gioia, Danielli, Monaci Edoardo, Di Domenico Paolo, Frasconi Nello, Miserini Alvaro, Piccioli ing. Arturo, Gennai Giuseppe, Mariti Ulisse, Mariotti Elvezio, Leonetti Leonetto, Filidei Domenico, Razeto Orfeo, Giulini Gaetano, Mei Ernesto, Nuti Enrico, Martelloni Giulio, Marchi Dante, Giglioli Remo, Paoli Silvestro, Corti Lapo, Poggetti Romolo, Carnieri Aristide, Zaia Domenico, Zaia Mario, Cadetti Emilio, Virdis Mario, Melani Gino, Benvenuti Agostino, Hermit Mario, Lessi Primo.

 

http://www.rivoltaideale.com/storia_della_rivoluzione_fascista/

 

 

 

 

DISSIDENZA ED EMARGINAZIONE

 

 

 

 

Ivano Tognarini nel libro Fascismo, antifascismo,resistenza in una citta' operaia , Piombino dalla guerra al crollo del fascismo ( 1918-1943 )

 

 

 

essendo nato nel settembre 1876 nel 1915 Curzio aveva circa 39 anni

 

 

 

 

l'autore accusa Curzio di confusione mentale mentre si trattava di coerenza , la stessa coerenza che lo pertera' ai margini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ivano Tognarini nel libro Fascismo, antifascismo,resistenza in una citta' operaia , Piombino dalla guerra al crollo del fascismo ( 1918-1943 )

 

 

 

 

 

 

 

INDRO MONTANELLI : I DUE FASCISMI

 

 

..........Sociologicamente parlando l’elemento piu’ forte e agguerrito erano gli ex combattenti della piccola borghesia urbana : quella che aveva pagato il piu’ forte contributo di sangue alla guerra e che ora piu’ gravemente ne pagava le conseguenze dell’inflazione e della disoccupazione . In essa sulle idee prevalevano gli umori , e quegli umori erano rivoluzionari , anzi eversivi . Il piccolo borghese imbestialito >> come sprezzantemente lo chiamava Trotzky , era imbestialito un po contro tutti : contro i socialisti che al ritorno dalle trincee , lo avevano svillaneggiato e aggredito , ma anche contro i capitalisti << pescicani >> che avevano lucrato alle sue spalle , la Monarchia , la Chiesa , i Partiti , la << Politica>> in generale , insomma quello che si chiama l’establishment

Con simile materiale umano , pronto a contestare anche lui , era difficile per Mussolini fare il gioco con un uomo della forza e della esperienza di Giolitti . Ma proprio in quel momento il fascismo subiva una trasfusione che ne cambiava radicalmente il sangue , grazie alla conversione delle campagne , specialmente della Padania della Toscana e delle Puglie

 Proprio per le sue tendenze rivoluzionarie , il fascismo non aveva fatto molta breccia nella vecchia proprieta’ agraria naturalmente conservatrice , anzi retriva . Ma questa classe , soprattutto in Emilia , impaurita dall’occupazione delle terre operata dalle << leghe>> rosse e bianche , nella quale aveva visto il prodromo di una definitiva espropriazione aveva venduto , anzi aveva svenduto le proprie cascine e fattorie , E i nuovi proprietari , tutti ex mezzadri , o farttori , o piccoli coltivatori , portavano nella difesa dei loro diritti ben altro spirito o grinta, Essi videro nei Fasci la << guardia bianca >> della proprieta’ e vi accorsero in massa col loro bagaglio di idee ( se cosi vogliamo chiamarle ) reazionarie. Per loro fascismo era sinonimo di ordine , e ordine era sinonimo di repressione

A inventare la la tecnica della mobilitazione di squadre e della spedizione punitiva furono loro che per numero e violenza fecero presto a sovverchiare la vecchia guardia cittadina

Le cifre parlano chiaro in pochi mesi gli 88 fasci diventarono 834 e i 20.000 iscritti 250.000 Molte zone , e precisamente le zone agrarie come la Toscana e l’Emilia cominciarono a passare quasi nelle loro mani .

Questo imponente afflusso di ceti terrieri infuse uno spirito nuovo , francamente reazionario , al <<movimento >>

Mettendo in crisi la vecchia direzione dei Pasella , dei Rossi , dei Bianchi eccetera . Ma per il momento dava a Mussolini , nei confronti di Giolitti , una grossa forza contrattuale e soprattutto gli consentiva di cambiare le carte del gioco : egli poteva far credere che il fascismo fosse un elemento di stabilita’ e conservazione , come in quel momento gli conveniva.

( I due fascismi --Indro Montanelli )

 

 

 

Fascisti di diverso orientamento :

- fazione normalizzante e legalitaria

- fazione rappresentante il più violento fascismo provinciale .

 

 

 

 

 

 

28 gennaio 1923 : << Bisogna spezzare il latifondo >>

 

 

Fascismo, antifascismo, Resistenza in una città operaia

Ivan Tognarini - 1980 - 328 pagine
La Sezione Socialista Riformista di Piombino fu costituita da una decina di " ex socialisti ufficiali " ("La Fiamma ", 29 dicembre 1920), tra cui Benvenuti, dirigente del Sindacato Latta (ivi, 28 marzo 1920) e Curzio Carnesecchi, ...
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.....Significativamente Carnesecchi aveva intitolato il suo articolo: Bisogna spezzare il latifondo.

 

 

 

sopratutto Orlando Fontanelli, segretario del fascio di S. Vincenzo, un paese dove più forte si sentiva l'influenza del latifondismo aristocratico e feudale, ad attaccare per primo Carnesecchi, e soprattutto un suo articolo "Disoccupati ed industriali" in cui si propugnava il dovere del sindacato di difendere i lavoratori e il diritto al lavoro

 

Fascismo, antifascismo, Resistenza in una città operaia, di Ivan Tognarini

 

 

 

Le aspirazioni ad un fascismo meno violento espresse nell'articolo del 1922 e l'antica fede socialista lo spingono molto probabilmente su posizioni di aperto dissenso di fronte alla svolta del fascismo in senso reazionario

 

25 Aprile 1923

 

Il dissidentismo fascista: Pisa e il caso Santini, 1923-1925 - Pagina 114

di Mauro Canali - 1983 - 164 pagine
Con la presente ho inteso compiere un dovere verso il mio partito e della quale
assumo intera la responsabilità. Curzio Carnesecchi, Piombino ...

 

 

Il dissidentismo fascista: Pisa e il caso Santini, 1923-1925

Mauro Canali - 1983 - 159 pagine
vi e' un interessante, ancorche' sgrammaticata , lettera del segretario mandamentale di Piombino dei sindacati fascisti Curzio Carnesecchi, ex-sindacalista rivoluzionario e fascista della prima ora, indirizzata a M. Bianchi, E. Rossoni e C. Rossi, dove questi, denunciando atti ...
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Ecco la lettera interessante, ancorche' sgrammaticata

 

 

 

 

 

 

Questa lettera mi pare profondamente significativa del sentire di questo uomo e della sua azione politica per portare avanti scelte sansepolcriste

 

 

 

SINDACATO BOSCAIOLI

 

Internetculturale

 

 

 

 

10 giugno ---- 16 agosto del 1924 : OMICIDIO DI GIACOMO MATTEOTI

 

È il 10 giugno del 1924, sono da poco passate le quattro del pomeriggio, e Giacomo Matteotti si sta recando a Montecitorio, passando dal Lungo Tevere Romano.

Una macchina con a bordo: Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo , si avvicina al deputato socialista.

I cinque fascisti, aggrediscono Matteotti e dopo una lunga colluttazione, durante la quale Giacomo cerca di farsi cadere di tasca la tessera di deputato, lo caricano in macchina rapendolo.

Dopo poco tempo trascorso in macchina e dopo essere stato pestato a sangue, Matteotti viene accoltellato sotto l'ascella e al torace da Giuseppe Viola.

Il corpo viene portato sulla via Flaminia e seppellito lontano dal centro della capitale. Verrà ritrovato solo il 16 agosto dello stesso anno.

 

 

 

 

 

 

COME SI SCOMPARE DALLA STORIA : il capitano Bruno Santini

 

Abbastanza rilevante e’ la eliminazione operata da Giorgio Alberto Chiurco, ( Storia della Rivoluzione Fascista ) dagli elenchi degli squadristi della marcia su Roma ad esempio di Bruno Santini fondatore del fascio pisano

Ingiustificata perche’ Bruno Santini e’ sicuramente elemento importante per la storia del fascismo pisano , ma giustificata dall’essere ad un certo punto il Santini dissidente verso la nuova politica di Mussolini

 

Da

 

Cenni sulla Goliardia pisana dal fascismo al ’68

Fabrizio Amore Bianco

Paolo Nello*

* Comunque frutto del lavoro comune, questo saggio è stato materialmente steso da Paolo Nello per la parte riguardante il fascismo, da Fabrizio Amore Bianco per quella successiva.

…………………………………………

Il Fascio pisano di combattimento venne fondato il 28 aprile 1920 da alcuni studenti universitari; e goliardi furono i suoi primi due segretari politici: Luigi Malagoli (Lettere) e Bruno Santini (Legge). Credendo – a torto – di ripetere le gesta dei compagni battutisi a Curtatone e Montanara, oppure sull’Isonzo e sul Piave, molti studenti furono squadristi (con 7 caduti: Tito Menichetti e Piero Gattini di Legge, Eugenio Picciati e Giovanni Zoccoli di Medicina, Giorgio Moriani di Ingegneria, Gino Giannini di Chimica, Domenico Serlupi di Agraria), fondarono il Guf nell’autunno del ’21 (circa 200 gli iscritti nel giugno successivo) e parteciparono alla Marcia su Roma nell’ottobre ’221.

Dopo la Marcia i gufini si dettero da fare, con le maniere forti e il sostegno delle autorità, per debellare le organizzazioni studentesche antifasciste e apolitiche, prime fra tutte l’Unione goliardica per la libertà e la Corda fratres (solo la Fuci – citeremo per essa i nomi di Michele Maccarrone, Vittore Branca, Giovanni Getto, Arsenio Frugoni, oltreché dei professori Francesco Arnaldi e Giovan Battista Picotti – sopravvisse per patrocinio vaticano, ma al prezzo di subire ruvide attenzioni e atti di sopraffazione e di violenza gufini pure in seguito, specie nel ’31 e nel ’37-’38)2. Garantitisi il monopolio della rappresentanza studentesca, e instauratasi definitivamente la dittatura, i gufini presero ulteriormente di mira singoli studenti e professori antifascisti, o semplicemente "tiepidi", come allora si diceva

 

 

Fascisti di diverso orientamento :

- fazione normalizzante e legalitaria dell'ex squadrista capitano Bruno Santini

- fazione rappresentante il più violento fascismo provinciale di Filippo Morghen.

 

 

Da Treccani GRAY, Ezio Maria articolo di Giuseppe Sircana

…………………………….

Rieletto alla Camera nel 1924 per la circoscrizione lombarda, il 9 luglio di quell'anno il Gray. fu nominato commissario straordinario della federazione fascista di Pisa, al centro di un clamoroso caso di dissidenza interna.

Bruno Santini, figura di grande carisma, aveva ingaggiato una battaglia contro i "ras" locali e l'estremismo squadrista, a favore di una politica normalizzatrice, riuscendo ad aggregare la gran parte dei fascisti pisani con il consenso della borghesia cittadina. Ma quando, per superare la crisi seguita al delitto Matteotti, Mussolini cercò e ottenne il sostegno del cosiddetto fascismo provinciale, il destino del dissidentismo pisano apparve segnato. Il Gray venne appunto inviato a Pisa con il compito di riabilitare e riportare in auge quegli esponenti locali dello squadrismo intransigente, che Santini aveva espulso dal partito.

Del resto, proprio durante il dibattito al consiglio nazionale attorno alla crisi del fascismo e alle misure per uscirne, il G. aveva chiaramente fatto intendere quale fosse il suo pensiero al riguardo. Dopo aver affermato che "il delitto Matteotti non è affatto un delitto fascista" e che se "una parte del fascismo è responsabile delle conseguenze del delitto, è la parte annacquatrice pacifista tendente alla conciliazione affaristica" - e aggiungeva, "tanto è vero che se vi è una provincia dove non ci sono violenze e speculazioni, è quella di Cremona" -, il G. si dichiarò convinto che per uscire dalla crisi il fascismo avrebbe dovuto "fare appello alla vecchia e solida fanteria contadina" (Canali, p. 72). Cosa che puntualmente egli fece, rivitalizzando lo squadrismo agrario pisano e schierandolo contro il fascismo normalizzatore cittadino.

L'aspro scontro sfociò, l'11 sett. 1924, nella costituzione da parte dei dissidenti del fascio pisano di combattimento e, l'11 ottobre, del nuovo fascio ufficiale, tenuto a battesimo dallo stesso G. e da G. Buffarini Guidi. Le due fazioni si dotarono anche di propri organi di stampa: il 6 ottobre uscì La Provincia di Pisa, diretto dal G. e il 12 ottobre Camicia nera, giornale dei dissidenti.

 

 

Credo che anche Curzio Carnesecchi abbia subito la medesima sorte

 

 

 

 

 

 

 

PROBABILMENTE CURZIO CARNESECCHI SI AVVENTURA IN UNA BATTAGLIA CONTRO GLI AGRARI PERSA IN PARTENZA PER I NUOVI ORIENTAMENTI DATI AL PARTITO DA BENITO MUSSOLINI,PROBABILMENTE E'ESPULSO DAL PARTITO , MARGINALIZZATO E SCHEDATO COME SOVVERSIVO

CASELLARIO POLITICO CENTRALE

Livorno 7 maggio 1932

Regia prefettura di Livorno ,

oggetto Carnesecchi Curzio di Giovanni---Sovversivo----deceduto

 

on/le Ministero dell'Interno Casellario politico centrale Roma

Pregiomi comunicare che il sovversivo Carnesecchi Curzio e' morto nell'Ospedale civile di Piombino il 3 Febbraio 1929.

Trasmetto l'atto di morte del Carnesecchi

Il prefetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL FRATELLO LUIGI

 

 

 

Un ultima nota :

 

Luigi Carnesecchi fratello di Curzio e' morto a Follonica il 26 maggio 1956

Era coniugato

Nella sua vita era stato anche sbozzatore di pipe

Volle un trasporto civile perche' "contrario alla religione"

Fausto Bucci di Luigi ( che pero' non ha inquadrato come fratello di Curzio ) mi dice :

Luigi era socialista . Il 2 luglio 1919 l'Avanti pubblico' una lunga lista di sottoscrizioni ricevute da Follonica ("Follonica i socialisti offrono ") e Luigi aveva versato 9 lire . Nella lista comparivano socialisti " sovversivi " che negli anni seguenti saranno duramente perseguitati come Francesco Agresta ( sbozzatore di pipe ) segretario della Federazione internazionale degli sbozzatori costretto all'esilio in Francia ; Pierino ......( i fascisti cercarono piu' volte di entrare con la violenza nella sua abitazione ,Carlo Bianco ( costretto a fuggire a Livorno nel 1922 , fu piu' volte arrestato negli anni seguenti ); Gino ...Spagneri...corrispondente dell'"Avvenire" di Pistoia , de "Il Martello " di Piombino e redattore de " Il Risveglio " socialista di Grosseto ; i fascisti invasero la sua casa , gettarono in strada tutte le suppellettili e le bruciarono in una selvaggia notte di "italianita'". Gio Batta Santini presidente dell'Amministrazione provinciale di Grosseto ( fu primo sindaco di Follonica dopo la liberazione ) i fascisti gettarono bombe sulla sua casa di Rondelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla riunione della CF del 12 dicembre 1906 gli integral-riformisti mettevano sotto accusa i sindacalisti stigmatizzando l'espulsione della minoranza dalla redazione del "Martello" e la trasformazione ,dello stesso in organo di frazione; proponevano, inoltre, che la nuova redazione fosse eletta dalla federazione e ne rispecchiasse quindi la composizione politica. I sindacalisti rispondevano che Il Martello, con il suo trasferimento a Piombino, era diventato di proprietà della locale sezione, che ne aveva infatti tutte le responsabilità amministrative, e che, quindi la direzione del settimanale spettava alla magioranza della stessa. Essi negavano però che il giornale avesse perduto il carattere di " tribuna libera " e si dichiaravano disposti a pubblicare interventi della minoranza '.

Vista l'impossibilità di superare il punto morto a cui erano giunte le discussioni in sede di CF, si decise di convocare un congresso collegiale straordinario per il maggio seguente. In questa sede i sindacalisti accettavano la proposta che Il Martello tornasse ad essere organo collegiale del PSI, ma continuavano ad insistere perché la redazione venisse nominata dalla sezione di Piombno. Lasciavano inoltre intendere di essere disposti ad accettare nuovamente membri della minoranza nella redazione. A questa soluzione, che poi sarà ratificata dalla maggioranza del congresso, si opponeva decisamente Ferruccio Niccolini, che era ormai convinto dell'inevitabilità della scissione e proponeva la fondazione di un altro giornale, che fosse veramente quello ufficiale della federazione Il compromesso proposto dai sindacalisti veniva sostanzialmente accettato e la Commissione federale, il mese successivo, ne definiva i particolari: Il Martello rimaneva organo collegiale, ma la redazione veniva eletta dalla sezione di Piombino. Sempre secondo il compromesso stabilito i sindacalisti facevano dimettere dalla, redazione Faliero Squarci e cooptavano Carnesecchi e Granelli della tendenza integral-riformista

Per quello che riguarda la permanenza della tendenza sindacalista al governo degli enti locali dopo il congresso di Roma, Il Martello aveva cominciato a dibattere la questione fin dal novembre 1906. Dalle lettere apparse nella rubrica " Tribuna libera " del giornale è possibile vedere come neppure i sindacalisti fossero concordi sui modi di utilizzare il potere locale.

Alcuni sostenevano la necessità di abbandonare definitivamente il Comune e di disimpegnarsi in genere da tutta la lotta elettorale per puntare direttamente sull'organizzazione dei sindacati in fabbrica; questa corrente, decisamente e coerentemente astensionista, rimaneva in questo periodo minoritaria all'interno dei sindacalisti piombinesi: i piú, infatti, propendevano per agire sulla maggioranza consiliare sindacalista perché imponesse una svolta nella politica amministrativa. Tuttavia anche costoro non suggerivano alcuna alternativa concreta agli indirizzi della giunta in carica '. L'unico suggerimento di azione politica a livello comunale, anch'esso però del tutto astratto, veniva da un operaio di Genova, il quale, intervene ' rido nel dibattito in corso, proponeva di restare si nell'amministrazíone locale, ma di " togliere dal bilancio comunale tutte quelle spese che vanno a rafforzare l'ìnteresse della classe borghese e militare per mezzo dello Stato, sopprimere tutte quelle tasse inutili che gravano sulla classe lavoratrice... " '. La mancanza di una visione chiara della funzione dei centri di potere locale in una strategia di lot ta per il socialismo doveva costringere i sindacalisti a congelare la loro maggioranza consiliare ed a lasciare inalterata la politica dell'amministrazione Granelli fino al momento della scissione, quando cioè la corrente astensionista avrà guadagnato molte posizioni tra i dirigenti sindacalisti di Piombino. In quel momento i sindacalisti si dimostravano cosí lontani dall'astensionismo da presentare candidato al consiglio provinciale e da far quindi eleggere uno dei capi della corrente: Leopoldo Conti .

In questo periodo denso di discussioni e di contrasti, che precede la scissione del partito socialista, cade la data di fondazione dell'organismo di classe che avrà parte essenziale nella storia del movimento operaio a Piombino: la Camera del lavoro.

Già l'esperienza del vittorioso sciopero alla Magona aveva di-mostrato quale fosse l'importanza di urao elemento di coordinazione e di direzione delle varie forze operaie in lotta; questo strumento fu trovato, allora, con la creazione della Commissione esecutiva delle, leghe riunite. Con la proliferazione delle leghe di resistenza, avvenuta nel periodo immediatamente seguente la conclusione positiva dello sciopero questo organismo si dimostrava inadeguato ai nuovi compiti che lo attendevano; si trattava quindi di muoversi seriamente verso la formazione di una stabile. organizzazione orizzontale. .

Il Martello poneva questa esigenza fin dal gennaio 1907 ed auspicava che l'organismo da crearsi allargasse la sua sfera d'influenza fino a comprendere l'isola d'Elba e la Maremma grossetana .

Nel maggio dello stesso anno, il dirigente sindacalista Umberto Pasella, a Piombino per chiedere solidarietà concreta per gli scioperanti di Terni e per accompagnare i 25 bambini dei serrati ternani ospitati dal Comune, s'incontrava con i dirigenti delle leghe e li esortava a rompere gli indugi ed a fondare la Camera del lavoro . A Pasella interessava affiancare alle importanti CdL già controllate dai sindacalisti quella di un grosso centro industriale in continua espansione come Piombino. Nella fase esecutiva di questa operazione si entrava dopo il compromesso sulla redazione del Martello, ed a questo processo non doveva mancare neppure l'appoggio del blocco integral-riformista; lo stesso Niccolini infatti scriveva elogiando l'iniziativa in corso, che " la Camera del lavoro sconfina al di là della cerchia ristretta serbata ad altre associazioni di mutuo soccorso, essa porta la questione sul suo vero terreno a contatto con il capitale e sul terreno della piu' vera e pura lotta di classe " .

In questo momento, che sembrava essere quello di un parziale riavvicinamento delle due tendenze, Goffredo lermini si lasciava addirittura andare ad affermazioni spericolate quali: " Il socialismo o sarà sindacalista o non sarà "; oppure: " Le rivoluzioni le hanno sempre fatte le minoranze " " .

Con la collaborazione di tutto il partito si giungeva, dunque, a dar vita alla Camera del lavoro di Piombino, alla quale aderivano immediatamente 22 leghe di resistenza.

La Commissione esecutiva risultava composta da Gíuseppe Damiani, Curzio Carnesecchi, Primo Lazzereschi, Alessandro Manetti, Casímiro Tozzi, Pio Dardini, Alfredo Ceppatelli, Alfredo Nelli e Sigismondo Bacci ". La maggioranza rimaneva sindacalìsta, ma la segreteria veniva data a Carnesecchi, che in quel momento rappresentava l'elemento di mediazione tra le due tendenze.

Il Comune socialista metteva a disposizione del nuovo organismo operaio una sede gratuita e decideva di stanziare in bilancio L. 1.000 annue come contributo alla CdL

 

Questo clima di momentaneo idillio di tutte le forze socialiste doveva terminare clamorosamente appena un mese dopo.

Nell'ottobre 1907, a Milano, durante uno sciopero di gasisti e di muratori, i carabinieri di scorta ad un treno di crumiri spararono contro la folla. Un vasto sciopero di protesta scoppiò, con la partecipazione dei ferrovieri, a Milano e si estese subito in quasi tutte le città dell'alta Italia. Sicuro che la Confederazione generale del lavoro non avrebbe mai fatto appello alla solidarietà delle categorie per promuovere uno sciopero generale, Giolitti poté esercitare larghe rappresaglie contro i ferrovieri che avevano partecipato allo sciopero dell'ottobre 1907; sedici furono licenziati e migliaia retrocessi.

Con la deliberazione del 19 ottobre 1907 il CD della confederazione sconsigliò il sindacato dei ferrovieri di proclamare lo sciopero generale per protesta contro l'applicazione dei provvedimenti giudiziari e disciplinari; negò, cioè, la solidarietà delle categorie ad un eventuale sciopero .

 

Questa mancata solidarietà del partito e della Confederazione generale del lavoro ebbe una ripercussione notevolissima su tutta l'organizzazione operaia italiana, anche al di fuori di quei settori decisamente influenzati dai sindacalisti, i quali, naturalmente, non mancarono di stigmatizzare " l'ennesimo tradimento " del PSI.

A Piombino le ripercussioni della grave decisione fecero precipitare la situazione, rompendo il fragile equilibrio che si era formato al momento della fondazione della CdL. 1 sindacalisti erano ormai decisi alla scissione ed Il Martello dedicava tutta la prima pagina all'avvenimento con un lungo articolo firmato dalla maggioranza redazionale.

La prima parte di questo scritto era incentrata sulla ricostruzione dei fatti; l'ultima, che riportiamo quasi integralmente per rendere piú chiare le posizioni dei sindacalisti piombinesi al momento della rottura, mostrava quali fossero le conclusioni da tirarsi dall'avvenimento.

Noi, - scriveva dunque Il Martello, - per quanto ci addolori profondamente la situazione creata al proletariato italiano dall'ultimo atto delpartito

socialista e della Confederazione del lavoro, non ci sentiamo l'animo di

lanciare invettive o di dettar condanne, quando orinai ben altro compìto

e ben altra missione spetta ai veri amici del proletariato in questa ora grigia

che attraversiamo. Ben altro compito spetta ora a noi, dopo che esperímentammo fino all'ultimo la possibilità di un ritorno dei partito socialista alle proprie origini.E' la palingenesi che occorre mentre il partito socialista, attraverso vergognose dedizioni, ha perduto definitivamente la fisionomia spiccatamente di classe che ne era la caratteristica e che lo poneva all'avanguardia di ogni movimento proletario. Che meravigliarsi adunque di questo ultìrno atto commesso ai danni dei ferrovieri? Non sono forse gli stessi uomini che, dopo gli anni belli dell'entusiasmo della propaganda evangelica,

accortisi come il proletariato italiano sarebbe venuto ben presto con sviluppo precoce alla sua maturità a sconvolgere l'attuale assetto sociale, pensarono bene a salvaguardia delle loro posizioni conquistate, di togliergli i nervi col riformismo? [. ..] Che sperare ancora da questo partito che, fattosi incubatore di ministeri, ha condotto, dopo averlo imbambolato, il proletariato ai piedi di Giolitti prima, a quelli di Sonnino poi? Ma questi uomini non sono forse i medesimi del 1905, all'epoca dell'altro sciopero ferroviario, colpevoli della sconfitta dei ferrovieri mentre stavano accarezzando la vittoria? Che sperare dunque da questi uomini e da questo partito, che, ripudiando la lotta di classe, predicano la collaborazione con le classi della borghesia, calpestando, cosí, tutto il patrimonio filosofico, politico, etico del socialismo? [. ..] Ed è per tutte queste ragioni che noi di buon grado gettiamo definitivamente la tonaca alle ortiche, questa tonaca che volontariamente indossammo con la coscienza di prestare l'opera nostra disciplinata a profitto del proletariato. Oggi che l'esperienza ci ha insegnato e l'ultimo episodio dei ferrovieri ci ha dato la conferma di come il partito socialista di degenerazione in degenerazione siasi trasformato da partito di classe, dà sentinella sempre vigile ed accorta degli interessi operai in partito di difesa degli interessi dello Stato che Marx voleva abolire, prirna che la rabbia e la condanna integralista, come si annuncia, ci raggiunga, ci allontaniamo spontaneamente da questo partito, troncando con esso qualsiasi rapporto e solidarietà. Liberi, senza dogmi e senza pregiudizi sempre fisso lo sguardo nel motto di Marx, che l'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi, noi andiamo in mezzo alla massa con la certezza di redimerli dalla. tutela di tutti i pastori e con la coscienza del divenire socialista, che sarà per lo sforzo violento dei lavoratori riuniti nei loro sindacati di mestiere e non per la benevole concessione della classe borghese divenuta minoranza nel Parlamento

Su queste basi di netto rifiuto della " degenerazione riformista " e di ritorno ad un mitico " socialismo delle origini " si effettuava a Piombino la scissione del movimento socialista, scissione verificatasi con circa tre mesi di ritardo da quel congresso sindacalista di Ferrara che aveva realizzato la rottura sul piano nazionale. La sera del 22 novembre si riuniva infatti l'assemblea plenaria dei socialisti di Piombino e la maggioranza sindacalista espelleva dalla sezione il blocco di minoranza íntegral-riformista

Se ormai l'ultima parola era stata detta sui rapporti di partito tra le due vecchie frazioni del PSI, in modo diverso, vennero risolti i problemi riguardanti la Camera del lavoro.

La CdL aveva sí partecipato al congresso di Modena dei 2 novembre insieme alle CdL sindacaliste di Parma, Ferrara e Bologna ed aveva violentemente condannato la decisione del CGL sui ferrovierì, ma non aveva, al contrario delle organizzazioni di classe citate, creduto opportuno distaccarsi dalla Confederazione generale del lavoro, anzi era stata contraria alle decisioni delle consorelle sindacaliste ed aveva proposto un diverso modello tattico

Se la nostra permanenza nel partito - scriveva infatti Il Martello - veniva a rendersi complice di tutto quel socialismo bottegaio, dell'arrivismo e di tutto l'intrigo politico-elezíonista, abbiamo fatto bene, una buona volta, ad uscirne, rimanendoci adesso un compito piú vasto da poter esplicare la nostra azione senza richiami da parte di nessuno e senza pastoie alle gambe. Dividere, però, il proletariato in due forze che inevitabilmente l'interesse riformistíco farà cozzar e tra loro, è uno di quei tanti sbagli che avvengono

nel voler troppo correre dietro all'entusiasmo. Il proletariato ha degli im-

pulsi di ribellione che nessun riformismo potrà soffocare. La maggioranza

- magari inconsapevolmente e senza saperlo - marcia sul terreno della

lotta di classe e questo ci dovrehhe incoraggiare a portare nel seno dei suoi

organismi tutto il nostro prezioso contributo a vantaggio della nostra ten

denza. Lasciamo agli altri la responsabilítà di una scissione operaia che

varrà molto facilmlmente a liquidarli, e nòi facciamo sí che tutte le organizzazioni entrino ìn`massa nella CGL. Sì chieda un congresso nazionale e

ci si prepari a marciare compatti alla conquista di tale organismo".

Vedremo in seguito come la CdL di Piombino manterrà caratteri particolari all'interno delle organizzazioni operaie controllate dai sindacalisti.

I socialisti " ufficiali ", intanto, si erano immediatamente organizzati dopo l'espulsione e quelli che erano stati gli organismi direttivi della corrente si trasformavano in direttivi della nuova sezione, dimostrando cosí quanto questa eventualità fosse stata prevista da tempo. Tenendo conto dell'importanza e della influenza sulla classe operaia esercitata dal Martello, che raggiungeva, allora, le tremila copie di vendita, i socialisti riuscirono, a tempo di record, a contrapporre all'organo sindacalista un nuovo giornale collegiale del PSI: La Fiamma, Il primo numero della Fíamma usciva il 16 novembre 1907 e si presentava ai suoi lettori con questo programma:

La Fiamma sorge contro le infiltrazioni anarchiche, anarcoìdi e anarchicheggianti che insidiano il partito, forti dell'appoggio morale degli orgini reazionari e talvolta di quello finanziario del governo; sorge contro ogni disonestà, della cui melma si bruttano oggi i piu' alti organismi dello Stato; contro ogni ingiustizia sociale e politica: sorge per la buona battaglia per l'emancipazione dei lavoratori per il socialismo. Il nostro programma resta immutato: è ad un lavoro lungo, paziente, talvolta doIoroso, senza impulsività e senza debolezze, di educazione, di risveglio, di organizzazione. che ci siamo dedicati. Sarà nostro compito incuorare i timidi, svegliare le coscienze assopite, infondere nei lavoratori la coscienza dei propri diritti, il dovere della solidarietà e dell'organizzazione; spronarli e guidarli alla conquista di migliori condizioni di vita, di sempre rnaggiori libertà. La nostra opera sarà critica e creatrice: di demolizione di tutto ciò che nella presente organizzazione sociale v'è di corrotto, di antiquato, di ingiusto; di trasformazione di quelli ordinamenti che sono suscettibili; di costruzione di un nuovo assetto sociale che a base dell'umano consorzio ponga la proprietà collettiva

A parte le vaghe aspirazioni moralizzatrici, il carattere principale di questo programma era la indiscussa adesione alle tesi dei gradualismo riformista; probabilmente ne era stato estensore lo stesso Ferruccio Niccolini. I sindacalisti, dal canto loro, rifiutavano seccamente la definizione di anarchici e sostenevano che al tradizíonale anarchismo rimanevano piú vicini i " collettivisti autoritari ", in quanto anch'essi lasciavano la classe operaia " senza direzíone politica " Per i sindacalisti non si poneva il problema di una strutturazione organizzativa in senso tradizionale, cosí lasciavano la sezione e stabilivano sostanzialmente la loro sede nei locali della CdL; Camera del lavoro e redazione del Martello divennero, quindi, i punti di forza del sindacalismo piombínese.

Proprio per questo motivo la CdL avrà notevoli difficoltà, nei mesi seguenti la scissione, a porsi come la legittima forza dirigente delle organizzazioni operaie e delle lotte dei lavoro.

 

 

Alla fine del 1907 ed all'inizio d el 1908 scoppiavano alcune vertenze limítate a brevi scioperi di reparto con richieste di piccoli miglioramenti delle condizioni di lavoro, oppure per protesta contro ingiusti licenziamenti, e tutte avevano una soluzione positiva per la parte operaia " . In tutti i casi, però, le dirigenze aziendali avevano rifiutato di trattare con la CdL; la soluzione era stata trovata solo dopo l'opera di mediazione della amministrazione comunale.

Caso tipico. quello della vertenza per la riduzione dei cottimi agli operai della ferriera,. Il 3 dicembre 1907 la direzione di questo stabilimento decideva che i cottimi pagati ai dipendenti fossero dimezzati a causa della bassa produttività della fabbrica. Analoga diminuzione dei cottimi si era già verificata qualche mese prima

Allo sciopero di protesta iniziato nel reparto di lamínazione la risposta era ancora una volta- la solita: la serrata. La proposta della CdL di iniziare immediatamente le trattative per il componimento della vertenza veniva respinta immediatamente dall'ing.Luzzatto. Solo il 10 dicembre l'amministratore del legato delle Ferriere italiane si decideva a ricevere una commissione operaia, che, poteva esibirgli una lettera di accompagnamento dei sindaco.

La mediazione della amministrazione comunale fu decisiva per la soluzione del conflitto in atto. L'ing. Luzzatto si dichiarava disposto a rivedere le tabelle del cottimo senza però che si arrivasse alla situazione precedente l'agitazione. Il compromesso raggiunto tra sindaco e amministratore delegato della soc;età sembrò soddisfacente agli operai che, il 12 dicembre, ritornavano al lavoro. La vertenza si era, dunque, risolta al di fuori di quello che era l'organo massimo di direzione della lotta operaia.

Queste vertenze composte sostanzialmente tra padroni e Comune socialista si erano dimostrate molto utili per alcune " osservazioni " che La Fiamma pubblicava sui metodi di direzione delle lotte operaie. Dopo essersi soffermato a lungo su tutte le vertenze risolte con l'apporto determinante del sindaco, il giornale cosi concludeva:

E', necessaria l'organizzazione economica, si, ma è altrettanto utile quella politica, per tutte quelle funzioni che non sono in grado di esplicare i sindacalisti di mestiere. E necessaria è anche la conquista dei pubblici poteri, in quanto la classe lavoratrice ritrova in essi tutti quei coefficienti che valgono, il piú delle volte, a sorreggerla nella lotta cruenta contro la classe dominante

 

In realtà la CdL non aveva assolutamente fatto tentativi di forzatura delle situazioni di lotta che si erano presentate, per imporre indirizzi avventuristici. Curzio Carnesecchi, però, non doveva rimanere a lungo segretario camerale. Infatti, dopo aver ottenuto un biasimo dalla CE della CdL per i suoi metodi di direzione, egli veniva costretto alle dimissioni .

Lo sostituiva Agostino Benvenuti, il responsabile del sindacato latta. il piú forte di quelli -aderenti alla CdL. Il sindacato latta aveva avuto, infatti, un notevolissimo sviluppo dopo la vittoria nello sciopero del 1906 ed aveva costituito, insieme ai lavoraiori di Savona, un comitato generale dei sindacato, con sede a Piombino ". Naturalmente, anche per il nuovo segretario camerale, il problema príncípale rimaneva quello di far assumere alla CdL l'effettiva e riconosciuta funzione di direzione delle lotte operaie. Una nuova occasione veniva, perciò, aspettata con impazienza. Questa doveva presentarsi

ben presto, ma, sfortunatamente per la CdL, nella sola fabbrica piombinese dove ancora non si erano avute esperienze di lotta e dove gli operai organizzati erano piccole minoranze: alla Altiforni,fonderie e acciaierie di Piombino.

 

 

Alla metà di marzo una commissione di operai altifornisti aveva presentato alla direzione un memoriale in cui erano contenute richieste di aumenti salariali e di miglioramento delle condizioni di lavoro, con particolare riferimento alla lunghezza dei turni per il lavoro notturno. La direzìone in un primo momento decideva di accettare una parte del memoriale, ma immediatamente dopo lo respingeva in blocco. Alla proclamazione di uno sciot)ero di 24 ore deciso

dalla commissione operaia dell'officina meccanica (la vertenza interessava questo reparto) la società rispondeva con la consueta serrata . Solo a questo punto gli scioperanti chiedevano l'intervento della CdL e veniva cosí incaricato della direzione dello sciopero un organismo formato dal Comitato d'agitazione operai altiforni e dellaCE camerale.

Fin dall'inizio si profilava uno scontro senza possibilità di mediazione; infatti le proposte fatte in tal senso dall'on. Ginori-Conti prima e dal sindaco Granelli poi, venivano respinte rispettivamente da parte operaia e da parte padronale. La direzione cominciava immediatamente a ricorrere ai mezzi di ricatto abituali: licenziamenti e sfratti dalle case di proprietà aziendale. La CdL iniziava una vasta campagna di solidarietà a Piombino e nelle sedi di grossi stabilimenti industriali .

………………………

Fu probabilmente questo stato di latente debolezza che spinse gli operai a cercare la soluzione della vertenza nella proclamazione improvvisa di uno sciopero generale al di fuori della decisione della CdL, che per altro non si oppose tenacernente a questo indirizzo spontaneistico. La manifestazione falliva clamorosamente e subito dopo un gruppo dì crumìri si recava al lavoro. All'assemblea dei serrati non restava altro che prendere atto della completa sconfitta e deliberare la cessazione della vertenza.

1 socialistí, che per tutto il tempo erano rimasti sostanzialmente estranei al conflitto, videro nella sconfitta una evidente prova del fallimento delle teorie sindacaliste ed accusarono violentemente la CdL di avventurismo e di incapacità politica.

Tutto ciò - scriveva La Fiamma - era dolorosamente prevedibile e preveduto da chi aveva il cervello a posto: perché per una questione di miglioramento di mercedi è bambinesco provocare una serrata senza aver neppure l'ombra di un fondo cassa, di un'organizzazione seria,………………………….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRESENZA A PIOMBINO E A BIBBONA DI CARNESECCHI

 

ALL'ORIGINE DELL' EMIGRAZIONE VERSO IL SUD TOSCANO DEI CARNESECCHI ???

 

 

poveriocontadini

 

Forse l'origine dell'espansione verso la Maremma e' in questi documenti

 

 

A PIOMBINO UN BATTESIMO NEL 1633

 

 

 

 

 

ASSEGNAZIONE DI TERRE

Matteo di Michele Carnesecchi anno 1669

 

 

Si tratta di un registro cartaceo legato in pergamena composto da cc. 1-38 con numerazione a pagina, che raccoglie i disegni (con relative descrizioni) degli appezzamenti di terreno che nel 1654 furono assegnati a più particolari nel piano di Bibbona, con sentenza dell’Auditore Valentino Farinola. Questo fu realizzato nel 1669 da Orazio Federighi copiando l’originale realizzato dall’ingegnere Lorenzo del Nobolo, appunto nel 1654.

 

pagina 19

Questi semplici schizzi raffigurano due appezzamenti di terreno situati nel piano di Bibbona, assegnati con sentenza dell’Auditore Valentino Farinola rispettivamente alla Badia de’ Magi e a Matteo di Michele Carnesecchi. Il primo, di staiora 100, si trova in località “Traverso” a confine con i beni granducali e quelli della comunità di Bibbona. Il secondo, di staiora 13, situato in località “Bottico” è compreso fra il fosso Sorbizi ed i beni granducali.

 

pagina 20

Questi semplici schizzi raffigurano due appezzamenti di terreno situati nel piano di Bibbona, assegnati con sentenza dell’Auditore Valentino Farinola rispettivamente a Matteo di Michele Carnesecchi e Biagio Adessi. Il primo, di staiora 90, si trova in località “Maggioratico” a confine con i beni granducali, la via cha va da Bibbona a Campiglia, il fosso del Livrone e i beni della Badia de’ Magi. Il secondo, di staiora 78, situato in località “Calcinaiola” è compreso fra la Banditella ed i beni granducali.

 

 

 

Mappe in Toscana pagina 19  Matteo di Michele Carnesecchi a Bibbona

 

Mappe in Toscana pagina 20  Matteo di Michele Carnesecchi a Bibbona

 

 

Mappe in Toscana pagina 19  Matteo di Michele Carnesecchi a Bibbona

 

Mappe in Toscana pagina 20  Matteo di Michele Carnesecchi a Bibbona

 

 

 

 

BIBBONA ANAGRAFE NAPOLEONICA

 

ATTO

B

1810

23 DICEMBRE

DOMENICO ANTONIO DI CELESTINO

B

1812

24 LUGLIO

ANNA DI CELESTINO

M

1808

08 FEBBRAIO

PIETRO ANNI 3

M

1809

12 DICEMBRE

ANGELO DI FLORINDO ANNI 3

M

1810

25 DICEMBRE

DOMENICO DI CELESTINO ANNI 3

M

1810

17 GENNAIO

VIOLANTE DI PIETRO ANNI 3

M

1810

25 DICEMBRE

ELISABETTA DI GIUSTO ANNI 25

MTM

1809

25 GIUGNO

CELESTINO DI INNOCENZIO

MTM

1811

03 SETTEMBRE

CELESTINO DI INNOCENZIO

MTM

1813

14 NOVEMBRE

GIUSEPPE DI INNOCENZIO

       

 

 

 

Bibbona : dati del censimento del censimento 1841 fonte dr Roberto Segnini

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per la cortesia di Antonio Bonanni

 

 

per la cortesia di Antonio Bonanni

 

 

Ho corretto l'albero dei Carnesecchi di Bibbona su indicazione del sig. ANTONIO BONANNI di Bibbona che ha svolto un'importante lavoro di catalogazione dei dati presenti sui registri di battesimo della Parrocchia di Sant'Ilario a Bibbona

 

 

 

 

Nota bene : la terra assegnata a Matteo di Michele Carnesecchi confina con la Badia dei Magi ( a sua volta assegnataria di una gran quantita' di terreno )

Non conosco le motivazioni di queste assegnazioni di terre da parte del Governo granducale;

Ne so se queste terre fossero demaniali o requisite

 

 

per la cortesia di Antonio Bonanni

 

 

MORTI A FOLLONICA

 

Fausto Bucci mi segnala ::

 

CARNESECCHI ELISA LEA di GIUSEPPE e di LILIA PELLEGRINI morta a Follonica il 12 novembre 1922 a 1 anno di eta'

Alcuni discendenti di Giuseppe Carnesecchi e Lilia Pellegrini vivono oggi in Francia

 

 

MARINA CARNESECCHI di GIOVANNI e ANGIOLA BONI morta a Follonica il 4 marzo 1882 a 37 anni

Era nata a Monticciano ed era sposata con Giuseppe Moggi colono della fattoria Bicocchi di Follonica

 

 

 

 

 

SITI CONSULTATI

 

BANCA DATI DI ANTONIO BONANNI SUI BATTESIMI DI BIBBONA

 

< SITO CURATO DAL DR MARCO ANDRENACCI SULLA STORIA DI BIBBONA E DINTORNI

 

Ed i saggi della d.ressa Paola Ircani su Bibbona

 

BIBBONA castello terre e famiglie nel cinquecento

BIBBONA castello terre e famiglie nel cinquecento

Lo studio inizia con una premessa su Bibbona (oggi comune in provincia di Livorno) e il suo territorio dall’Antichità, passando per il Medioevo, fino alla seconda metà del Cinquecento. Le fonti consultate per quest'ultimo periodo sono gli Estimi dei Fiumi e Fossi dell’Archivio di Stato di Pisa (1574) e un paio di Visite Pastorali del vescovo di Volterra (1550 e 1574).

 

Santa Maria della Pieta' a Bibbona

Santa Maria della Pieta' a Bibbona

La Madonna della Pietà fu fondata a seguito di un miracolo avvenuto in un tabernacolo fuori delcastello, come ricorda Luca Landucci nel Diario, al 1482: “E in questo tenpo molto si parlava d'unadivozione di Nostra Donna trovato a Bibbona, d'un tabernacolo fuora di Bibbona, un trarre di balestro; ch'è una Vergine Maria a sedere con Cristo in braccio come si levò di croce, come si dipingonol'altre Piata. La quale cominciò insino a dì 5 d'aprile 1482, la quale si trasfigurava, cioè diventavad'azurra rossa, e di rossa poi nera e di diversi colori. E questo dicono avere fatto molte [volte] insino aquesto dì, e sanato diversi infermi e fatto molti miracoli e di molte paci, intanto che vi correva”. Daqui, per ospitarla degnamente, il santuario, che venne eretto tra 1482 e 1483.

Nell'ultimo decennio del Cinquecento si verificò nel territorio di Bibbona un evento centrale che ne determinò la storia successiva e interessò anche la Santa Maria della Pietà. Ebbe un prologo lontano, sulla montagna pistoiese allorché il 26 maggio 1594 ...

 

 

 

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ing. Pierluigi Carnesecchi La Spezia anno inizio 2003