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ing.Pierluigi Carnesecchi

indice generale : http://www.carnesecchi.eu/indice.htm

 

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

AGOSTINO CARNESECCHI

 

antefatto

 

La Repubblica Romana del 1849 (nota anche con la denominazione di Seconda Repubblica Romana, per non confonderla con quella di epoca napoleonica) fu uno stato repubblicano sorto in Italia durante il Risorgimento a seguito di una rivolta interna che nei territori dello Stato pontificio estromise Papa Pio IX dai suoi poteri temporali. Fu governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini ed Aurelio Saffi.

La piccola repubblica, nata nel febbraio 1849 a seguito dei grandi moti del 1848, che coinvolsero tutta Europa, ebbe come quest'ultimi vita breve (5 mesi, dal 9 febbraio al 4 luglio) a causa dell'intervento militare della Francia di Napoleone III, che per convenienza politica ristabilì l'ordinamento pontificio, in deroga ad un articolo della costituzione francese. Tuttavia quella della repubblica romana fu un'esperienza significativa nella storia dell'unificazione italiana (che rappresentava l'obiettivo della Repubblica), vide l'incontro e il confronto di molte figure di primo piano del Risorgimento accorse da tutta la Penisola, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli. In quei pochi mesi Roma passò dalla condizione di stato tra i più arretrati d'Europa a banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, fondando la sua vita politica e civile su principi (quali, in primis, il suffragio universale maschile; il suffragio femminile in realtà non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudineà‹[1]; l'abolizione della pena di morte e la libertà di culto), che sarebbero diventate realtà in Europa solo un secolo dopo.

da Wikipedia

 

 

 

 

.................................................http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar26.htm

 

Dal libro Giuseppe Garibaldi e i suoi tempi

Quest'opera, monumentale ma poco nota, perche' rara, fu data alle stampe nel 1884 da Jessie White vedova di ALBERTO MARIO, morto pochi mesi prima (2 giugno 1883) a soli 58 anni. Garibaldi nello stesso giorno era morto a Caprera l'anno prima, e indubbiamente Alberto Mario raccogliendo copioso materiale delle sue gesta, numerosi documenti, ritratti, lettere autografe, carte e piantine, avrebbe voluto celebrarlo con questa grande opera, ma purtroppo lo seguì nella tomba esattamente un anno dopo. La vedova tenne comunque fede all'omaggio che Alberto voleva fare a Garibaldi, e con l'appoggio dell'editore Treves, e con una quantità enorme di stupende incisioni-illustrazioni di Edoardo Matania, dando alle stampe l'Opera gliela dedicò "alla memoria".

....................................http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar26.htm

 

 

CAPITOLO VENTICINQUESIMO

IL 30 APRILE 1849.

Primo assalto dei francesi da Porta Cavalleggeri e Porta Marta. - Fatto eroico di Bigio. - Il 30 aprile; sconfitta dei francesi. - La Repubblica accerchiata da ogni parte di nemici. - Garibaldi mette in fuga i Napoletani. - Stragi a Livorno, a Bologna. - Doppiezze dei diplomatici francesi. - Spedizione contro i i borbonici napoletani.
La giornata di Velletri.

CAPITOLO VENTISEIESIMO

Il generale in capo Roselli e Garibaldi a Velletri. - Ritirata dei napoletani. - Garibaldi progetta di invadere il Regno. - Garibaldi richiamato a Roma. - I tedeschi sotto Ancona. - Di nuovo in lotta con i francesi. - Loro fraudolenze. - Combattimento a Villa Cospine; a Villa Pamphili. - Medici al Vascello. - Le stragi al Vascello

 

http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar26.htm

 

La notte del 19-20 maggio fu una delle più dolorose per Garibaldi.

E non teniamo conto nemmeno dei suoi dolori fisici che pure debbono essere stati acuti, perché il Ripari, quando la mattina dopo lo medicava per la ferita non rimarginata del 30 aprile, lo trovò "tutto una ammaccatura sulla parte destra; malleolo, ginocchio, avambraccio, cubito, spalla. E sul dorso della mano vi era l'impronta d'un ferro di cavallo."

Ma soffrire e tacere era una sua virtù particolare. E tutta la notte, sdraiato fra le viti sui colli Latini, soffriva e taceva. Né apriva bocca se non per sedare il tumulto fra i suoi legionari che con piglio audace gridavano: "A Velletri, a Velletri!".
Né mangiava, né dormiva, ma stava con l'orecchio teso sui rumori della vicina città e in attesa della risposta del messo speditovi alla ricerca di precise notizie.
E oltre il Dandolo, il Masina che vi era entrato all'alba tornò con la conferma che la città era vuota. Garibaldi, che uscendo da Roma si era ripromesso di circondare e fare prigioniero quell' esercito condotto da capi venali e vili, e di guadagnare i poveri soldati alla comune patria, di ravvivare l'insurrezione nel Regno, e, aiutato dai nobili patrioti calpestati dal re spergiuro, farne il caposaldo dell'unità d'Italia, ora vide con l'alba il sogno scomparso; sentì la propria impotenza e perfino inutilizzato per l' Italia il nobile ardore di tale e tanta gioventù bramosa di morire per essa!

"Una vittoria, una sola - egli andava ripetendo - e l' Italia sarebbe nostra."

E come poteva a lui mancare la vittoria? a lui che dieci anni più tardi la afferrò per la chioma con quegli stessi eroi che allora lo circondavano! - Amara notte quella, preludio di altre ancor più amare .
All'alba ricevette l'ordine di Roselli di mandare parte del suo corpo sulle orme dei fuggiaschi. E immediatamente gli scrisse la seguente lettera:

"Velletri, 20 maggio 1849.

Generale!

Io approfitto della vostra compiacenza ad ascoltarmi, e vi espongo il mio parere. Voi avete mandato ad inseguire l'esercito napoletano da una forza nostra; ed é molto bene. Domani mattina dobbiamo con tutto il corpo dell'esercito prendere la strada di Frosinone e non fermarci fino a giungere sul territorio napoletano, le popolazioni del quale bisogna insurrezionare.

La divisione che seguirà la strada de Terracina non deve impegnarsi con forze superiori, e deve ripiegarsi sopra di noi in caso di urgenza; ciò che potrò farò anche attraverso le montagne, non impedito dal peso dell' artiglieria.

G. GARIBALDI".

http://cronologia.leonardo.it/gariba/gar26.htm

 

 

 

Breve Cronistoria del passaggio di Giuseppe Garibaldi a Rocca d'Arce

 

23 maggio 1849 - Nella notte Garibaldi si trovava a Frosinone proseguendo verso sud per sconfiggere i Borboni;

25 maggio 1849 - Si trova con il suo esercito nelle campagne di Ripi;

26 maggio 1849 - A Ceprano e all'alba entrò nel Regno Borbonico e spediva Manara con i suoi bersaglieri lombardi a snidare i napoletani da Rocca d'Arce, fortissima posizione. Garibaldi,

credendo di trovare gli svizzeri a San Germano, comandò di avanzare il giorno dopo all'alba verso di essa e ai suoi ufficiali raccolti sulla piazza di Arce disse loro " Quì si

decidono i destini dell'Italia. Una battaglia vinta sotto Capua ci darà nelle mani l'Italia".

(Dai Ricordi Manoscritti del Generale Sacchi citati da Gueroni, vol. I°, pag 299).

27 maggio 1849 Mentre era pronto per partire alla volta verso San Germano ricevette una lettere in cui il Triunviro Mazzini lo richiamava a Roma. Garibaldi come sempre ubbidì, ma non, come crede il Guerzoni, "Con gioia"; ma invece con amarezza e con dolore (Archivi Saffi). E Garibaldi rispose: "Cittadino Triunviro Mazzini" egli scrive, "Mi conformerò agli ordini perdendo, secondo l'opinione mia, tutto il frutto di questa spedizione" promette che " Invece di continuare per San Germano e Napoli, l'opinione popolare essendomi favorevolissima, mi incamminerò per Sora e Aquila, ponendo in parte riparo al mal esito, e di quì a Terni, nell'intento di trovarmi sul fianco sinistro ed alle spalle degli Austriaci sempre che essi proseguono alla volta di Roma".

28 maggio 1849 - Garibaldi scrive ancora a Mazzini: " Avendo, dietro gli ordini, ritirato da Arce tutte le mie genti sono pronto ad eseguire il rimanente degli ordini".

 

http://www.roccadarce.com/DOCUMENTO%20INEDITO.htm

 

 

 

Un episodio :

Garibaldi a Ceprano nella locanda Carnesecchi

 

………………….Garibaldi scrisse immediatamente una lettera al Mazzini, in cui lamentava di non poter cogliere il frutto della propria impresa. A malincuore, però, obbedì, lasciando Arce (ed il Regno) la sera dello stesso giorno, pernottando in Ceprano su una panca della locanda Carnesecchi. 

 

 

L'episodio e' anche raccontato in

Ermanno Loevinson

Giuseppe Garibaldi e la sua legione nello Stato romano 1848–49. 3 voll. Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1902–07

...........colonne napoletane , ritirare frettolosamente , sotto la protezione della notte , a Monte S. Giovanni nel territorio romano ( 1 ) . Garibaldi invece nella notte dal 27 al 28 lo troviamo di ritorno a Ceprano , dove dormí alla meglio su una tavola nella locanda Carnesecchi ( 2 ) , e il 28 era a Frosinone col grosso delle sue forze ( 3 ) . Da buon militare obbedi all'ordine , certo per lui durissimo , di ritornare , ma non lo per dono' mai per tutta la sua vita al Mazzini , cui rimproverava ...........

 

 

foto tratta da "Ceprano antico"

prima di essere nota come locanda Carnesecchi sembra si chiamasse locanda Trani

 

foto tratta da : Ceprano, quattro passi nel tempo. Un tour immaginario dal 1870 ai giorni d’oggi ---blog di Aldo Cagnacci

 

 

L'albergo nel 1849 era di Giovanni Carnesecchi e poi passera' al figlio Enrico e successivamente al figlio di questo Vincenzo

Dietro all’albergo c’erano le stalle dei cavalli delle diligenze per il trasporto di persone e servizio postale

 

 

( Aprile 2023 )

Si sta profilando un impensabile movimento migratorio interno che merita molta attenzione per il numero di Carnesecchi in gioco

Serafino Carnesecchi di Giovandomenico di Piero , che nasce a Soffiano ( Firenze ) nel 1712 lo troviamo a Frascati nel 1752 dove battezza il figlio Mario

Figlio di Serafino e' anche Giovanni abitante in via Condotti 73 a Roma nel 1822 quando muore

Anche Giuseppe il padrone del caffe' Greco in via Condotti e' quasi certamente figlio di Serafino ( anche se non ho ancora trovato il battesimo) , per la contiguita' con Giovanni

i Carnesecchi presenti a Roma prima dell'unita' d'Italia derivano dalla famiglia di Frascati

 

Nel 1782 Mario di Serafino Carnesecchi si sposa a Conversano e si stabilisce a Monopoli

Ha un unico figlio Raffaele che si sposa nel 1817 con una ragazza di Bari

Questo Raffaele crea un pasticcio burocratico mutando il cognome in Carnesecca e registrando i suoi figli con tale cognome a Bari

E' da questo Raffaele che si originano tutti i Carnesecchi pugliesi

Io credo che i contatti parentali si siano mantenuti per lunghissimo tempo : ecco a Ceprano e in Puglia i nomi di Raffaele e di Agostino

 

Anche i Carnesecchi di Ceprano , io dico , derivano dalla famiglia tuscolana-fiorentina di Serafino

 

 

Giovanni quello della locanda

e' considerato per tradizione dai discendenti nato a Frosinone, ma debbo verificare , se secondo la mia ipotesi, e' nato invece a Roma dalla famiglia di Serafino Carnesecchi

Giovanni ha due figli maschi : Enrico ed Agostino

Occorre trovare il nome del padre di Giovanni

forse possiamo trovare suo padre nell'atto di battesimo proprio di Agostino (ca 1837 ) e di Enrico ( nato nel 1839)

Purtroppo con la caduta di Napoleone Bonaparte lo stato civile napoleonico venne soppresso e i dati anagrafici tornarono ad esser raccolti tramite i registri religiosi

Non esiste uno Stato civile alternativo

E' grazie ai dottori Francesco Zangrilli e Luisa Alonzi dell'Archivio diocesano ( di Frosinone Veroli Ferentino) che faccio un passo avanti decisivo

I dottori ritrovano il battesimo di Enrico

 

dal battesimo si vede che il padre di Giovanni ha nome Agostino

Debbo trovare ulteriori conferme , ma il pensiero corre con sufficiente sicurezza all'Agostino di Giuseppe ( padrone del caffe' Greco ) , morto suicida nel 1812

chiesa di Santa Maria Assunta di Frosinone

Registro dei battesimi num 19 ( 1810--1844 )

carta 312 verso

 

N° 2001. Die 26 d(ict)i. Ego D(ominus) Can(oni)cus Gaspari V(ice) C(urato) baptizavi juxta ritum S(anctae) R(omanae) E(cclesiae) Enricum heri natum ex Ioanne q(uondam) Augustini Carnesecchi, et Gertrude fil(ia) Nicolai Testa conj(ugibus). Patrini fuere Ioannes et Dominica conj(ugibus)

26 febbraio 1839

quindi nato il 25 febbraio 1839

traduzione per la cortesia di Luca -Sito Tuttogenealogia

 

Giovanni dopo essere rimasto a Frosinone ( almeno tra il 1837 e il 1839 ) deve essersi trasferito a Ceprano ai confini dello Stato pontificio

Questo trasferimento dovrebbe essere avvenuto dopo la nascita di Enrico ( 25 febbraio 1839 )

Qui acquistera' la locanda Trani che allora diventera' la locanda Carnesecchi

Qui quindi gestira' la locanda, dove pernottera' Garibaldi durante il periodo della Repubblica romana del 1849

( Nel 1849 tutti e due i figli erano troppo giovani Agostino 12 e Enrico 10 )

Giovanni e' stato il conduttore della locanda Carnesecchi e dovrebbe essere morto a Ceprano

 

Enrico ereditera' la locanda

( Locanda e servizio di vetture )

 

 

 

Un episodio cambia la vita :

Agostino figlio piu' grande di Giovanni nel 1849 aveva solo circa 12 anni

Impossibile vista l'eta' che Agostino sia andato allora con Garibaldi

Ma e' probabile che quell'incontro abbia segnato tutta la sua vita e' che Agostino appena potuto sia entrato come volontario nelle file garibaldine

 

 

FRUTTO DI QUESTA SCELTA L'AMICIZIA CON NINO BIXIO CHE SARA' POI TESTIMONE DI NOZZE DI AGOSTINO

NINO BIXIO : Nel 1848 partecipò alla prima guerra di indipendenza, combattendo a Governolo, a Verona e a Treviso. Poi raggiunse Roma, al seguito di Giuseppe Garibaldi, dove tentò invano di difendere la neonata Repubblica Romana dall'attacco restauratore dei francesi. Condusse a termine varie azioni dimostrando una determinazione e un'audacia che rasentavano la temerarietà. Il 3 giugno 1849, respingendo l'assalto francese, si distinse guidando personalmente diversi contrattacchi alla baionetta. Per due volte i colpi francesi gli uccisero la cavalcatura e infine fu ferito in modo serio. La sua condotta gli valse una medaglia d'oro decretata dalla Repubblica Romana ed ebbe il personale elogio di Garibaldi che lo promosse sul campo al grado di maggiore. Venne sommariamente curato da Pietro Ripari e Agostino Bertani, riuscendo poi a raggiungere Genova, dove finalmente fu possibile estrarre la pallottola, rimasta conficcata nel fianco sinistro.

 

 

 

AGOSTINO CARNESECCHI

 

Un fervente patriota

piccolo albero genealogico molto incompleto

GIOVANNI CARNESECCHI + GELTRUDE TESTA

 

Seguiremo in questa pagina la genealogia di Agostino che pervaso da grande patriottismo trascorrera' la gioventu nelle guerre risorgimentali ed infine si sposera' lontano da Ceprano

 

molte delle notizie di questa pagina provengono dal discendente omonimo Agostino Carnesecchi

 

 

 

 

Agostino non ha fatto apparentemente parte della spedizione dei "Mille", ma probabilmente si è unito a loro quando questi sono giunti sulle sponde del Volturno , fermati dai Sabaudi, per impedire che entrassero nello stato Vaticano.

Vincenzo ( zio di Agostino il narratore ) di Udine racconta che lì abbia conosciuto la bisnonna Costanza Ascione, sposata con rito civile a Benevento o provincia, testimone di nozze Nino Bixio..

 

Sulla base della documentazione disponibile, gli storici hanno stimato il numero dei volontari partiti il 5 maggio 1860 da Genova in 1.150, dei quali 1.089 sarebbero dovuti sbarcare a Marsala, in quanto una sessantina erano stati destinati alla diversione dello Zambianchi ed alcuni avevano poi lasciato la spedizione per contrasti politici. Lo storico Mario Menghini cita anche che a Talamone Garibaldi scartò dagli effettivi un centinaio di volontari non ritenuti idonei per vari motivi e per questioni di spazio a bordo. I volontari dismessi fecero quindi ritorno a Genova anche via Livorno (Supplemento al Movimento del 13 maggio 1860); secondo tale dato, il numero dei volontari partiti da Talamone dovrebbe pertanto essere sceso a meno di 1.000.[42] Ai volontari ripartiti da Talamone qualcuno si era aggregato a Porto Santo Stefano, nascondendosi nelle stive. A Porto Santo Stefano furono respinti molti militari che avrebbero voluto unirsi alla spedizione.[43] Le difficoltà di stabilire il numero dipendono anche dal fatto che non sempre i volontari si presentavano con il proprio vero nome e a fine campagna molti non seppero o non vollero essere riconosciuti nell'elenco ufficiale, oltre a quelli caduti dei quali non si conosceva con esattezza l'identità.[44] Si ritiene che, prima dello scioglimento dell'Esercito meridionale, il numero totale dei garibaldini avesse raggiunto i 50.000. Occorre però considerare che l’Esercito garibaldino, anche se ispirato alle norme del regolare Corpo dei Cacciatori delle Alpi, era composto di volontari, anche stranieri, organizzati autonomamente in maniera spesso improvvisata; pertanto le ricostruzioni da parte degli storici, basate solo su documenti, possono incontrare falsi, in quanto la formazione dei reparti e la loro consistenza erano variabili e non sempre documentate come in un esercito regolare, anche per mancanza di tempo e di personale dedicato.

by Wikipedia

 

(Il lasciapassare inglese riferisce di un episodio del 1861).

 

 

Gli elenchi ufficiali tengono conto dei 1000 garibaldini canonici , ma via via si unirono loro un gran numero di uomini di cui moltissimi sfuggono qualunque censimento

 

 

Successivamente, eccolo presente

nel 1866 alla 3a guera d'indipendenza contro gli Austriaci,

nel 1867 alla campagna di guerra nell'Agro Romano e alla tentata liberazione di Roma.

 

 

 

La terza guerra d'indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell'Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l'influenza dell'Austria sulle rispettive nazioni.

 

Dopo l'attacco della Prussia all'Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell'aprile 1866, l'Italia dichiarò guerra all'Austria. Passato il confine, una parte dell'esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l'Italia un'altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca.

 

L'armistizio di Cormòns del 12 agosto 1866 stabilì la fine delle ostilità tra il Regno d'Italia e l'Impero austriaco nel corso della terza guerra di indipendenza e portò, il 3 ottobre dello stesso anno, alla pace di Vienna.

La terza guerra di indipendenza, che si concluse con l'armistizio di Cormons, fu il primo conflitto nel quale fu coinvolto il Regno d'Italia.

 

Nonostante le sconfitte di Lissa e Custoza, grazie agli accordi presi in precedenza e alla vittoria della Prussia sul fronte settentrionale, nonché all'intervento diplomatico della Francia, al termine della guerra l'Austria cedette formalmente alla Francia il Veneto (oltre a Mantova e a parte del Friuli) che fu girato all'Italia. Tale cessione fu poi confermata da un plebiscito.

 

L'Italia non riuscì invece ad annettersi i territori conquistati nel Tirolo meridionale da Garibaldi, al quale, per porre fine alle ostilità e dare seguito agli accordi, re Vittorio Emanuele II chiese di fermarsi. Garibaldi rispose con il famoso "Obbedisco".

 

 

Corpo dei Volontari per la Libertà ( matricola 1160 ) comandati da Garibaldi, nella 2 guerra d'indipendenza

 

elenchi combattenti Bezzecca 1866 : Carnesecchi Agostino

 

 

by drssa Sara Micheletta A S di Torino

 

 

 

"Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma": così venne chiamata la campagna di guerra del 1867, l'ultima che i volontari garibaldini combatterono sul territorio italiano. Durò circa 45 giorni concludendosi negativamente il 3 novembre a Mentana.

 

Nel 1867, approfittando della popolarità derivatagli dalla vittoria di Bezzecca, Garibaldi stava ritentando l'impresa di invadere Roma, raccogliendo un corpo di volontari ai confini del Lazio. Il presidente del consiglio del Regno d'Italia, Urbano Rattazzi, agì in tempo facendo arrestare Garibaldii a Sinalunga (SI) e mandandolo all'isola di Caprera, dove fu posto sotto sorveglianza della Regia Marina. Tuttavia il 28 settembre un gruppo di volontari garibaldini passò il confine dello Stato Pontificio.

 

La situazione sfuggì nuovamente di mano alle autorità italiane[6] quando, il 19 ottobre, il generale fuggì da Caprera, rischiando la vita perché circondato dalla Marina militare, raggiunse rocambolescamente la Sardegna a bordo di un'imbarcazione di fortuna, un beccaccino[7].

 

I volontari che parteciparono alla campagna militare, che inizialmente erano circa 8.000, furono radunati tra Terni ed Orvieto. Menotti Garibaldi, il figlio di Giuseppe Garibaldi, comandò l'area confinante con Roma, il generale Giovanni Acerbi la zona di Viterbo e il barone Giovanni Nicotera la zona di Frosinone. Vi furono numerosi scontri tra garibaldini e i soldati pontifici a Viterbo, Ronciglione, Bagnoregio, Nerola, Monte San Giovanni Campano, Montelibretti, Farnese e Subiaco.

 

Garibaldi da Caprera sbarcò in Toscana e raggiunse i suoi volontari nell'agro romano. Da qui impartì gli ordini e organizzò l'insurrezione di Roma. Il 22 ottobre due rivoluzionari, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, fecero esplodere una mina nella caserma Serristori, causando 27 vittime. L'attentato doveva essere il segnale che faceva scattare la rivolta, ma la città non insorse.

 

Il 23 ottobre si ebbe il primo scontro tra garibaldini e soldati pontifici. Un drappello di settantasei volontari guidati da Enrico e Giovanni Cairoli, giunti per prendere contatto con i rivoluzionari romani, non trovarono nessuno ad attenderli e vennero sopraffatti dai Carabinieri svizzeri dell'esercito pontificio. Il fatto divenne noto come scontro di Villa Glori.

 

Negli stessi giorni la legione garibaldina si stava dirigendo verso Roma. Il 24 ottobre, i garibaldini ingaggiarono un duro scontro con i soldati pontifici nella piazzaforte di Monterotondo, che fu conquistata al termine di un assalto eseguito il 25 ottobre.

 

vedi : Cesare Carnesecchi, fiorentino

 

Dopo aver atteso invano l'insurrezione di Roma, e mentre le diserzioni si moltiplicavano, Garibaldi decise di raggiungere Tivoli per sciogliere la legione. Il 3 novembre, a Mentana, avvenne lo scontro, prima con i pontifici e subito dopo con i francesi. Terminati i combattimenti, circa 1300 garibaldini furono presi prigionieri, circa 150 furono i morti e numerosi i feriti, trasferiti all'ospedale Santo Spirito di Roma.

 

Nel 1877 la "Società reduci patrie battaglie" con una sottoscrizione nazionale realizzò l'ara-ossario, opera dell'architetto Fallani in peperino di Viterbo, dove riposano i 300 caduti dell'intera campagna del 1867. A questo si aggiunse nel 1905 l'attiguo museo (che conserva i cimeli garibaldini dal Brasile alla campagna di Grecia di Ricciotti Garibaldi), su progetto dell'architetto De Angelis.

 

si dovette aspettare sino al 1898

 

Nel 1898 l'Italia riconobbe ufficialmente la campagna, concedendo a partire dal 1900 riconoscimenti, pensioni e medaglie a quanti vi avevano partecipato. Tra i riconoscimenti, tutti i partecipanti ebbero la medaglia dei "liberatori di Roma", analogamente ai bersaglieri che erano entrati nella capitale il 20 settembre 1870.

 

 

 

 

 

Ora la vita di Agostino prosegue con il matrimonio con Costanza Ascione

e l'impiego nelle Ferrovie Meridionali come impiegato

 

 

Albero Genealogico di Agostino Carnesecchi

 

Queste genealogie hanno bisogno di essere completate

 

 

 

 

passando da Frosinone per stabilirsi definitivamente a Ceprano

 

 

 

 

GIOVANNI CARNESECCHI + GELTRUDE TESTA

 

Giovanni per ora e' il capostipite , considerato per tradizione dai discendenti nato a Frosinone ma da verificare se nato invece a Roma dalla famiglia di Serafino Carnesecchi

Giovanni sembra avere due figli maschi : Enrico ed Agostino

Seguiremo in questa pagina la genealogia di Agostino

Con spostamento della famiglia di Agostino verso la Campania

 

Nel 1872 Agostino e' impiegato delle Ferrovie meridionali

Abita a Benevento Parrocchia di Santa Caterina Ha sposato con rito civile Costanza Ascione fi Gennaro il 28 gennaio 1872 come risulta dall'atto di nascita a Benevento del figlio Adolfo Beneventano

si dichiara figlio del FU Giovanni

Atto di matrimonio non rintracciato

Adolfo Beneventano nasce il 15 dicenbre 1872 a Benevento e Agostino dichiara avere 35 anni e di essere nato a Frosinone e che Costanza Ascione ha 22 anni

Arturo Gastone Beneventano risulta nato il 7 Agosto 1874 e Agostino dichiara 37 anni e che Costanza Ascione ha 24 anni

Alla nascita di Arturo Gastone lavora sempre nelle Ferrovie meridionali

Il 27 Gennaio 1906 mure ad Eboli e figura pensionato. Costanza Ascione gli sopravvive

 

 

 

Agostino Carnesecchi ( nato a Frosinone ca 1837 --- morto a Eboli 28 gennaio 1906 ) + Costanza Ascione di Gennaro

L'ANNO DI NASCITA E' RICAVATO DAI DOCUMENTI MILITARI CHE CI DICONO 1666=29 ANNI

E SEMBRA CONFERMATO DA QUANTO DICHIARA ALLA NASCITA DI ADOLFO NEL 1872 = 35 ANNI

MORENDO NEL GENNAIO 1906 SAREBBE MORTO A 68 ANNI

 

 

Figli :

Spartaco figura nelle Ferrovie dello Stato trasferito a Salerno il 21 04 08

Gastone (nato a Cruccoli 1877 -morto nella guerra 15/18 ( ???? non mi pare ) residente a Milano

Licurgo (morto Avellino 1961 )

Dina residente a Milano , morta 1980 ???

 

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Spartaco Carnesecchi

Figli :

 

Gastone Carnesecchi

Figli :

 

 

 

Licurgo Carnesecchi + Teresa Califano

Figli :

Agostino nato e morto ad Eboli

Mario residente a Roma

Armando nato ad Auletta il 17/11/1918 morto ad Avellino 1986

Vincenzo

Adelina

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Agostino Carnesecchi +……………………………..

Figli :

Z1

Z2

Adele residente ad Eboli

 

 

 

 

Mario

Figli :

Y1

Y2

Y3

Y4

 

 

Armando Carnesecchi (17/11/1918 --morto Avellino 1986 ) + Angelina Amodeo

Figli :

Agostino nato ad Avellino 25/02/1953

Maria Rosaria residente a Latina

Lucia deceduta

Paola deceduta

 

Vincenzo Carnesecchi + ……………………….. residente ad Udine

Alfredo

Mauro

 

 

 

Adelina Carnesecchi + -------------------------------

Figli :

T1

Carla Milano

 

 

Agostino di Armando di Licurgo Carnesecchi + …………………………….

Anna nata a Varese 24/04/1985

 

 

 

 

 

Licurgo termina il corso da allievo e viene trasferito a Napoli come Guardia di citta' il 1 giugno 1906

Storia dei Carnesecchi .................................GUARDIA DI CITTA'

 

 

 

 

 

 

Non so se si sia sposato in Chiesa oppure no

Con la presa di Roma vi e' il distacco tra matrimonio religioso e civile

Fatto sta che sara' costretto a sposarsi civilmente a Benevento il 28 gennaio 1873 per legittimare il figlio Adolfo nato il 15 dicenbre 1872

 

 

 

Probabilmente come impiegato delle ferrovie meridionali e' costretto a pellegrinare in vari luoghi

 

 

 

 

REGNO DELLE DUE SICILIE..............................PIANTINA

 

 

 

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Costituzione della Repubblica Romana 1849

 

PRINCIPI FONDAMENTALI

I.

La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.
II.

Il regime democratico ha per regola l'eguaglianza, la libertà, la fraternità. Non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
III.

La Repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV.

La Repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l'italiana.
V.I

Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI.

La piú equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll'interesse politico dello Stato è la norma del riparto territoriale della Repubblica.
VII.

Dalla credenza religiosa non dipende l'esercizio dei diritti civili e politici.
VIII.

Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l'esercizio indipendente del potere spirituale.

TITOLO I
DEI DIRITTI E DEI DOVERI DEI CITTADINI

ART. 1. - Sono cittadini della Repubblica:Gli originarii della Repubblica;Coloro che hanno acquistata la cittadinanza per effetto delle leggi precedenti;Gli altri Italiani col domicilio di sei mesi;Gli stranieri col domicilio di dieci anni;I naturalizzati con decreto del potere legislativo.

ART. 2. - Si perde la cittadinanza:Per naturalizzazione, o per dimora in paese straniero con animo di non piú tornare;Per l'abbandono della patria in caso di guerra, o quando è dichiarata in pericolo;Per accettazione di titoli conferiti dallo straniero;Per accettazione di gradi e cariche, e per servizio militare presso lo straniero, senza autorizzazione del governo della Repubblica; l'autorizzazione è sempre presunta quando si combatte per la libertà d'un popolo;Per condanna giudiziale.

ART. 3. - Le persone e le proprietà sono inviolabili.

ART. 4. - Nessuno può essere arrestato che in flagrante delitto, o per mandato di giudice, né essere distolto dai suoi giudici naturali. Nessuna Corte o Commissione eccezionale può istituirsi sotto qualsiasi titolo o nome.Nessuno può essere carcerato per debiti.

ART. 5. - Le pene di morte e di confisca sono proscritte.

ART. 6. - Il domicilio è sacro: non è permesso penetrarvi che nei casi e modi determinati dalla legge.

ART. 7. - La manifestazione del pensiero è libera; la legge ne punisce l'abuso senza alcuna censura preventiva.

ART. 8. - L'insegnamento è libero.Le condizioni di moralità e capacità, per chi intende professarlo, sono determinate dalla legge.

ART. 9. - Il segreto delle lettere è inviolabile.

ART. 10. - Il diritto di petizione può esercitarsi individualmente e collettivamente.

ART. 11. - L'associazione senz'armi e senza scopo di delitto, è libera.

ART. 12. - Tutti i cittadini appartengono alla guardia nazionale nei modi e colle eccezioni fissate dalla legge.

ART. 13. - Nessuno può essere astretto a perdere la proprietà delle cose, se non in causa pubblica, e previa giusta indennità.

ART. 14. - La legge determina le spese della Repubblica, e il modo di contribuirvi.Nessuna tassa può essere imposta se non per legge, nè percetta per tempo maggiore di quello dalla legge determinato.

TITOLO IIDELL'ORDINAMENTO POLITICO

ART. 15. - Ogni potere viene dal popolo. Si esercita dall'Assemblea, dal Consolato, dall'Ordine giudiziario.

TITOLO IIIDELL'ASSEMBLEA

ART. 16. - L'Assemblea è costituita da Rappresentanti del popolo.

ART. 17. - Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici a 21 anno è elettore, a 25 è eleggibile.

ART. 18. - Non può essere rappresentante del popolo un pubblico funzionario nominato dai consoli o dai ministri.

ART. 19. - Il numero dei rappresentanti è determinato in proporzione di uno ogni ventimila abitanti.

ART. 20. - I Comizi generali si radunano ogni tre anni nel 21 aprile.Il popolo vi elegge i suoi rappresentanti con voto universale, diretto e pubblico.

ART. 21. - L'Assemblea si riunisce il 15 maggio successivamente all'elezione.Si rinnova ogni tre anni.

ART. 22. - L'Assemblea si riunisce in Roma, ove non determini altrimenti, e dispone della forza armata di cui crederà aver bisogno.

ART. 23. - L'Assemblea è indissolubile e permanente, salvo il diritto di aggiornarsi per quel tempo che crederà.Nell'intervallo può essere convocata ad urgenza sull'invito del presidente co' segretari, di trenta membri, o del Consolato.

ART. 24. - Non è legale se non riunisce la metà, piú uno dei suoi rappresentanti.Il numero qualunque de' presenti decreta i provvedimenti per richiamare gli assenti.

ART. 25. - Le sedute dell'Assemblea sono pubbliche.Può costituirsi in comitato segreto.

ART. 26. - I rappresentanti del popolo sono inviolabili per le opinioni emesse nell'Assemblea, restando inerdetta qualunque inquisizione.

ART. 27. - Ogni arresto o inquisizione contro un rappresentante è vietato senza permesso dell'Assemblea, salvo il caso di delitto flagrante.Nel caso di arresto in flagranza di delitto, l'Assemblea che ne sarà immediatamente informata, determina la continuazione o cessazione del processo.Questa disposizione si applica al caso in cui un cittadino carcerato fosse eletto rappresentante.

ART. 28. - Ciascun rappresentante del popolo riceve un indennizzo cui non può rinunziare.

ART. 29. - L'Assemblea ha il potere legislativo: decide della pace, della guerra, e dei trattati.

ART. 30. - La proposta delle leggi appartiene ai rappresentanti e al Consolato.

ART. 31. - Nessuna proposta ha forza di legge, se non dopo adottata con due deliberazioni prese all'intervallo non minore di otto giorni, salvo all'Assemblea di abbreviarlo in caso d'urgenza.

ART. 32. - Le leggi adottate dall'Assemblea vengono senza ritardo promulgate dal Consolato in nome di Dio e del popolo. Se il Consolato indugia, il presidente dell'Assemblea fa la promulgazione.

TITOLO IVDEL CONSOLATO E DEL MINISTERO

ART. 33. - Tre sono i consoli. Vengono nominati dall'Assemblea a maggioranza di due terzi di suffragi.Debbono essere cittadini della repubblica, e dell'età di 30 anni compiti.

ART. 34. - L'ufficio dei consoli dura tre anni. Ogni anno uno dei consoli esce d'ufficio. Le due prime volte decide la sorte fra i tre primi eletti.Niun console può essere rieletto se non dopo trascorsi tre anni dacché uscí di carica.

ART. 35. - Vi sono sette ministri di nomina del Consolato:1. Degli affari interni;2. Degli affari esteri;3. Di guerra e marina;4. Di finanze;5. Di grazia e giustizia;6. Di agricoltura, commercio, industria e lavori pubblici;7. Del culto, istruzione pubblica, belle arti e beneficenza.

ART. 36. - Ai consoli sono commesse l'esecuzione delle leggi, e le relazioni internazionali.

ART. 37. - Ai consoli spetta la nomina e revocazione di quegli impieghi che la legge non riserva ad altra autorità; ma ogni nomina e revocazione deve esser fatta in consiglio de' ministri.

ART. 38. - Gli atti dei consoli, finché non sieno contrassegnati dal ministro incaricato dell'esecuzione, restano senza effetto. Basta la sola firma dei consoli per la nomina e revocazione dei ministri.

ART. 39. - Ogni anno, ed a qualunque richiesta dell'Assemblea, i consoli espongono lo stato degli affari della Repubblica.

ART. 40. - I ministri hanno il diritto di parlare all'Assemblea sugli affari che li risguardano.

ART. 41. - I consoli risiedono nel luogo ove si convoca l'Assemblea, né possono escire dal territorio della Repubblica senza una risoluzione dell'Assemblea sotto pena di decadenza.

ART. 42. - Sono alloggiati a spese della Repubblica, e ciascuno riceve un appuntamento di scudi tremila e seicento.

ART. 43. - I consoli e i ministri sono responsabili.

ART. 44. - I consoli e i ministri possono essere posti in stato d'accusa dall'Assemblea sulla proposta di dieci rappresentanti. La dimanda deve essere discussa come una legge.

ART. 45. - Ammessa l'accusa, il console è sospeso dalle sue funzioni. Se assoluto, ritorna all'esercizio della sua carica, se condannato, passa a nuova elezione.

TITOLO VDEL CONSIGLIO DI STATO

ART. 46. - Vi è un consiglio di stato, composto da quindici consiglieri nominati dall'Assemblea.

ART. 47. - Esso deve essere consultato dai Consoli, e dai ministri sulle leggi da proporsi, sui regolamenti e sulle ordinanze esecutive; può esserlo sulle realzioni politiche.

ART. 48. - Esso emana que' regolamenti pei quali l'Assemblea gli ha dato una speciale delegazione. Le altre funzioni sono determinate da una legge particolare.

TITOLO VIDEL POTERE GIUDIZIARIO

ART. 49. - I giudici nell'esercizio delle loro funzioni non dipendono da altro potere dello Stato.

ART. 50. - Nominati dai consoli ed in consiglio de' ministri sono inamovibili, non possono essere promossi, né trasclocati che con proprio consenso, né sospesi, degradati, o destituiti se non dopo regolare procedura e sentenza.

ART. 51. - Per le contese civili vi è una magistratura di pace.A

RT. 52. - La giustizia è amministrata in nome del popolo pubblicamente; ma il tribunale, a causa di moralità, può ordinare che la discussione sia fatta a porte chiuse.

ART. 53. - Nelle cause criminali al popolo appartiene il giudizio del fatto, ai tribunali l'applicazione della legge. La istituzione dei giudici del fatto è determinata da legge relativa.

ART. 54. - Vi è un pubblico ministero presso i tribunali della Repubblica.

ART. 55. - Un tribunale supremo di giustizia giudica, senza che siavi luogo a gravame, i consoli ed i ministri messi in istato di accusa. Il tribunale supremo si compone del presidente, di quattro giudici piú anziani della cassazione, e di giudici del fatto, tratti a sorte dalle liste annuali, tre per ciascuna provincia.L'Assemblea designa il magistrato che deve esercitare le funzioni di pubblico ministero presso il tribunale supremo.È d'uopo della maggioranza di due terzi di suffragi per la condanna.

TITOLO VIIDELLA FORZA PUBBLICA

ART. 56. - L'ammontare della forza stipendiata di terra e di mare è determinato da una legge, e solo per una legge può essere aumentato o diminuito.

ART. 57. - L'esercito si forma per arruolamento volontario, o nel modo che la legge determina.

ART. 58. - Nessuna truppa straniera può essere assoldata, né introdotta nel territorio della Repubblica, senza decreto dell'Assemblea.

ART. 59. - I generali sono nominati dall'Assemblea sopra proposta del Consolato.

ART. 60. - La distribuzione dei corpi di linea e la forza delle interne guarnigioni sono determinate dall'Assemblea, né possono subire variazioni, o traslocamento anche momentaneo, senza di lei consenso.

ART. 61. - Nella guardia nazionale ogni grado è conferito per elezione.

ART. 62. - Alla guardia nazionale è affidato principalmente il mantenimento dell'ordine interno e della costituzione.

TITOLO VIIIDELLA REVISIONE DELLA COSTITUZIONE

ART. 63. - Qualunque riforma di costituzione può essere solo domandata nell'ultimo anno della legislatura da un terzo almeno dei rappresentanti.

ART. 64. - L'Assemblea delibera per due volte sulla domanda all'intervallo di due mesi. Opinando l'Assemblea per la riforma alla maggioranza di due terzi, vengono convocati i comizii generali, onde eleggere i rappresentanti per la costituente, in ragione di uno ogni 15 mila abitanti.

ART. 65. - L'Assemblea di revisione è ancora assemblea legislativa per tutto il tempo in cui siede, da non eccedere tre mesi.

DISPOSIZIONI TRANSITORIE

ART. 66. - Le operazioni della costituente attuale saranno specialmente dirette alla formazione della legge elettorale, e delle altre leggi organiche necessarie all'attuazione della costituzione.

ART. 67. - Coll'apertura dell'Assemblea legislativa cessa il mandato della costituente.

ART. 68. - Le leggi e i regolamenti esistenti restano in vigore in quanto non si oppongono alla costituzione, e finché non sieno abrogati.

ART. 69. - Tutti gli attuali impiegati hanno bisogno di conferma.

 

 

 

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I Carnesecchi di Soffiano --Arcetri.......................................... I Carnesecchi di Soffiano ( Firenze )

 

 

Avevo detto :

"Fondamentale si rivelera' il nome del padre di Mario : Serafino

Ma merita di considerare anche che Mario a Monopoli sara' cuoco , aprendo alla considerazione che lo stesso Serafino fosse dedito alla ristorazione"

 

Eccoci ad aggiungere alla presunta vocazione familiare : Giuseppe e Giovanni

I Carnesecchi da Firenze a Frascati e a Roma ...................I Carnesecchi da Firenze a Frascati e a Roma

Ritengo che la famiglia di Serafino godesse di un certo benessere e potesse essere gia' legata alla ristorazione : cuoco (??)

Una presenza quella di Serafino che potrebbe avere legami con il fiorentino vescovo di Frascati e poi Papa Clemente XII Corsini

Uno dei padrini al battesimo di Mario e' Augustino Bergantelli un possidente della zona a conferma del benessere familiare a Frascati

 

 

La locanda di Ceprano ed i nomi di Giovanni e di Agostino paiono porre un ponte tra Frascati Roma e Ceprano, probabilmente passando per Frosinone

 

I Carnesecchi a Ceprano .........................................................Albero di Enrico Carnesecchi

I Carnesecchi a Ceprano........................Albero di Agostino Carnesecchi

I Carnesecchi a Ceprano ...........................................L'eroico tenente colonello dei Carabinieri Giovanni Carnesecchi

 

 

 

I Carnesecchi a Bari ............................................................................... I Carnesecchi in Puglia

I Carnesecchi a Bari

l'ing Francesco Carnesecchi e l'ing Giuseppe Carnesecchi a Bari e l'urna del beato Raimondo a Napoli

 

 

Un Carnesecchi fiorentino ..............................................................................Tommaso Carnesecchi a Napoli

 

 

 

 

 

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