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ing. Pierluigi Carnesecchi

Storia dei Carnesecchi 1

Storia dei Carnesecchi 2

Storia dei Carnesecchi 3

NOTIZIE CHE MI PAIONO SCONOSCIUTE O COMUNQUE MOLTO POCO CONOSCIUTE IN ITALIA

 

 

IL MISCONOSCIUTO GIUSEPPE CARNESECCHI PADRONE DEL CAFFE GRECO A ROMA A FINE SETTECENTO

E

FRANCESCO CARNESECCHI ARTISTA E MERCANTE INTERNAZIONALE IN VIA CONDOTTI

Questa ricerca contiene qualcosa che permettera' di uscire dallo stallo di ripetere le stesse cose da piu' di cento anni

Le cose addombrate in questa pagina cambiano abbastanza la storia delle origini dello "antico caffe' Greco " rispetto a quella proposta tradizionalmente dalla cultura romana e propongono una nuova via di ulteriore ricerca

Sono da prendere in considerazione, perche' propongono una nuova e documentata verita' e perche' e' possibile diano il modo di spostare un poco indietro la data di origine del famoso caffe'

Fanno da sfondo impensabili migrazioni settecentesche ( su cui meditare ) ed aggiungono un tocco di "fiorentinita' " nella bella storia del caffe'

 

 

Sottolineiamo inizialmente che "Carnesecchi" e' spiccatamente un cognome toscano

Premettiamo anche le conclusioni genealogiche per una maggior comprensione del processo di ricerca

QUESTA RICERCA VA COMPLETATA CON GLI

ATTI DI BATTESIMO E GLI STATI DELLE ANIME A FRASCATI DELLA FAMIGLIA DI SERAFINO CARNESECCHI ( completati per la cortesia del dr Valentino MARCON )

STATI DELLE ANIME DI GIUSEPPE E GIOVANNI A ROMA IN SAN LORENZO A LUCINA

ATTO DI BATTESIMO DI AGOSTINO CARNESECCHI A FROSINONE

 

 

PRIME RICERCHE SUL RADICAMENTO DEI CARNESECCHI A ROMA E DINTORNI

 

In questa pagina si parlera 'anche di un incisore di gemme e in particolare di cammei che pur non essendo artista di prima grandezza gode di una certa notorieta'. FRANCESCO CARNESECCHI sembra avere attualmente un certo successo negli Stati Uniti ed in Inghilterra, successo che non mi pare avere alcuna rispondenza in Italia.

Questo artista e' principalmente uno dei massimi mercanti d'arte del XIX secolo romano , e credo che la sua fama come mercante costringera' LA CULTURA ad occuparsi di lui in futuro

 

Quasi tutti i cammei presenti nella pagina sono dovuti ad un esperta del settore che cura una sua pagina web e che ha fornito le fotografie e le informazioni relative. un preziosissimo apporto per cui voglio ricordare sin da ora e ringraziare : la redattrice capo di CameoTimes.com.

 

Cameo Times< …CameoTimes.com è una pubblicazione Internet informativa sul tema dei cammei a New York

 

 

 

I CARNESECCHI A ROMA E NEL LAZIO

 

A Roma ai giorni nostri dimorano diversi Carnesecchi ma essi vi sono arrivati recentemente

A Ceprano ( Frosinone ) esiste auche ai giorni nostri una forte enclave di Carnesecchi e molti dei Carnesecchi sparsi per l'Italia derivano da questo gruppo

da Ceprano infatti molti si sono spostati verso la Romagna , la Lombardia , le province venete, il Piemonte

A questa comunita sono appartenuti Agostino combattente risorgimentale , Giovanni ( l'eroico pluridecorato tenente colonnello dei Carabinieri ) ed i suoi numerosi figli tra cui Enrico morto in azione nella I guerra mondiale ( medaglia d'argento al valor militare ) e i capi partigiani Enrico (commissario politico della divisione Matteotti -Marengo ) e Luigi (tenente e croce di guerra ) figli di Raffaele detto Cesare

Alla fine di questa ricerca li vedremo essere a Roma prima dell' insediamento frusinate e del successivo a Ceprano

 

Il punto di partenza e' come vedremo il legame tra i Carnesecchi romani ( o meglio di Frascati ) ed i Carnesecchi pugliesi discendendo gli uni e gli altri da un Serafino di nazione fiorentina ( un ringraziamento particolare al dr VALENTINO MARCON ) momentaneamente spostatosi a risiedere a Frascati a mezzo Settecento.

 

L'inizio della ricerca e' stato veramente complicato

le uniche tracce erano che un Carnesecchi era stato padrone del caffe' Greco e in una composizione inedita del Mamiani che citava padre e figlio Giacomo e Giulio Carnesecchi

Ed io pensavo che questi derivassero da un'emigrazione fiorentina cinquecentesca

Pur essendoci presenza costante di Fiorentini a Roma e' con Leone X Medici e con Clemente VII Medici che i contatti si fanno residenziali

In particolare e' significativa la presenza di Pietro di Andrea di Paolo Carnesecchi pronotaro di Clemente VII e di Cristofano di Bernardo Carnesecchi segretario del cardinal Salviati

Alcuni Carnesecchi , parenti di costoro, muoiono a Roma a fine cinquecento

 

Il dr De Dominicis mi diceva che il soprannome Carnesecca non e' un termine in uso nel Lazio quindi difficilmente si poteva pensare ad un cognome autoctono ed era piu' facilmente da presumere che tutti provenissero dalla Toscana

Sosteneva ( giustamente ) anche che a Roma non vi erano stati Carnesecchi residenti prima del secolo XVIII

 

La Roma del 1750 --1800 e' una citta' di circa 150.000 ---160.000 persone

Ed e' assai difficoltoso consiltare i registri dei battesini e i registri dei morti. Piu' facile affidarsi agli Stati delle anime

Ecco comunque lo sviluppo della ricerca

E sara' una ricerca piena di sorprese

 

 

 

Terenzio Mamiani della Rovere (Pesaro, 19 settembre 1799 – Roma, 21 maggio 1885) è stato un filosofo, politico, scrittore e patriota italiano. Ultimo conte di Sant'Angelo in Lizzola, fu fra i protagonisti di rilievo del periodo risorgimentale italiano.

 

 

UN TRASTEVERINO DALLA FANTASIA DI TERENZIO MAMIANI : GIACOMO CARNESECCHI

 

UN PERSONAGGIO DI FANTASIA

 

 

Da "Le memorie di Giulio Carnesecchi " di Terenzio Mamiani

ADA DELLA PERGOLA ......... Poesie di Terenzio Mamiani

 

Quest’operetta ( inedita ) e’ forse una opera giovanile scritta dopo il ritorno dall’Apollinare di Roma  a Pesaro : sono le memorie di un giovinetto ( Giulio )  educato in un collegio di gesuiti

Ora io non posso a priori sapere se Giulio e suo padre Giacomo Carnesecchi  abbiano qualche appiglio con personaggi realmente vissuti e conosciuti o siano solo personaggi di totale fantasia

 

 Nacque Giulio Carnesecchi a Roma da genitori popolani. Abitavano in Trastevere e si compiacevano molto della purezza di loro stirpe trasteverina. Il padre faceva professione di friggitore e non pertanto egli avea in serbo qualche centinaio di scudi oltre una buona casetta , ove non mancavano masserizie. Avea da natura sortito qualcosa di splendido.................

......ivi rimase il giovinetto dall'otto novembre 1816 al 13 settembre del 19

........

 

 

 

........

Mi par bella per enfasi popolare una parlata del padre a Giulio , il quale , per consiglio dei suoi superiori , lo pregava di chieder perdono a un nobile . Mentre questi lasciava sbizzarire il suo puledro in mezzo alla folla

Il Carnesecchi con alcuni compagni avea violentemente arrestato l'animale volgendo fiere parole al cavaliere ; perloche'il nobil signore , indignato fuor di misura pretendeva che il popolano gli chiedesse pubblicamente scusa .Quando Giulio comincio' a consigliargli l'umilta' << Il padre lasciollo parlare un buon tratto senza interromperlo , e guardandolo tuttavia con molta attenzione : quindi presa subitamente un'aria severa ed inusitata , cosi gli rispose :Giulio da tutti gli altri ho sopportato con pazienza questa seccaggine di consigli e ammonizioni vigliacche e stolide : ma da te io la soffro con gran dolore : da che io pensava che il figliuolo di Carnesecchi avrebbe attaccati al cuore i sentimenti del padre sua ,Come ! e anche tu creatura mia mi preghi di un azione indegna d'uomo onorato ? Adunque debbo chieder perdono io d'un opera della quale io mi lodo infinitamente, debbo umiliarmi io a colui che insulta i fratelli miei e stima la carne nostra meno del fango , meno delle felci che fa pestare al suo puledro.Tu mi ripeti che egli e' un potente signore , e' il duca di Medina Celi : io ti dico di rimando ch'io sono Giacomo Carnesecchi trasteverino , cioe' a dire nato e concetto di puro sangue romano : intendi tu figliol mio ? di quel sangue che comando' a tutto il mondo : e una sua goccia , viva Cristo , compra in nobiltà tutti i Medina-Celi e cinquanta altri suoi pari! »

 

 

Mi parebbe che gia' il nominar il Duca di Medina Celi nei primi anni dell'ottocento a Roma , deponga per un racconto immaginario non avendo trovato alcun riscontro storico a questa presenza

Ma perche' mi domandavo usare un cognome toscano per un racconto ambientato a Roma ?

 

 

 

 

Carnesecchi , come abbiamo detto, e' un cognome decisamente toscano

Fuori Toscana puoi trovare la forma cognominale Carnesecca o tallora puoi vedere un Carnesecchi toscano esser chiamato Carnesecca

Quindi Carnesecchi non e' un cognome romano , perche' adottare questo cognome per uno scritto ambientato a Roma ?

Pietro il noto eretico ( la cui figura verra' talvolta accostata alla meta' dell'Ottocento simbolicamente alla liberta' di pensiero ) era conosciuto come fiorentino e all'inizio del XIX secolo era ancora figura dimenticata

 

Mi viene da pensare , istintivamente senza prova alcuna , che per aver usato tal cognome il Mamiani abbia effettivamente conosciuto dei Carnesecchi ( vulgo Carnesecca ) romani

Abbia appreso da loro la loro convinzione di essere di origine romana

Un origine che andava aldila' del ricordo della loro vera provenienza , quindi almeno di alcune generazioni

( Nota a posteriori = Come vedremo sembra non essere cosi ----pur rimanendo incongrua la scelta di questo cognome per il racconto)

 

 

Agli inizi inizi dell' Ottocento vi sono pero' dei Carnesecchi ( o vulgo Carnesecca ) reali a Roma che non si possono dire romani ma di provenienza indeterminata :

Il padrone del caffe Greco di via Condotti , come racconta Pascarella

Un Carnesecchi negoziante morto suicida nel 1812

Un Francesco un artista e mercante internazionale di oggetti d'arte con bottega sempre in via Condotti che troveremo attivo fino al 1872 figlio di un Giovanni

Una Caterina , corista ( siamo nel 1834 )

 

Un Carnesecca nel 1872 in questo giornale satirico antiitaliano e filopapale : La Frusta

Un Toto Carnesecca ( soprannome o cognome Carnesecchi vulgato ? ) vivemte nel tardo ottocento , malavitoso e svelto di coltello, nel rione Trastevere o Regola di Roma

..................e Toto Carnesecca assieme a Giachimuccio er Menone hanno fatto una societa' di venti giuvenotti de grinta per meta' Regolanti e pe meta Tristeverini che se so messi in testa de spiana' le cuciture de le pezze a li carzoni e alle giaccacce struciate de sti majali spuzzolosi (scusate l'ingergo ) che ce vienghino a stuzzica in de la riliggione

Motivo pe cui , si una de ste sere sintite de punt'in bianco, che uno o du buzzurri so arimasti a fa orazzione avanti na Madonnella e nun se moveno piu' , nun ve faccia spece , e nun je dite nemmeno un adeprofonneli, che sarebbia peccato mortale e fiato spregato

State sicuro, che doppo una o du lezzione de queste, sti bojaccia impareranno a cunusce, si li Romani de Roma so Turchi , o Abbrei come che loro, oppuramente so Cattolichi Postolichi Romani

 

Toto=diminutivo di Totonno o Totore, varianti dialettali tipiche del sud Italia dei nomi Antonio e Salvatore.

 

 

Carnesecca puo' essere un cognome autictono , un soprannome , o un cognome Carnesecchi vulgarizzato dai locali

 

Nel passato quando non esistevano anagrafi ,fotografie ,impronte digitali , ne si sospettava del DNA

Non esistevano telefoni o fax e le comunicazioni tra Stato e Stato erano pressoche' inesistenti

il cognome poteva essere molto ballerino

Anche se uno il suo cognome non aveva motivo di cambiarlo , c'era sempre il rischio che andando ad abitare in un altro luogo la gente locale te lo cambiasse a forza

Perche' in assenza di anagrafe il cognome dipendeva dalla identificazione della gente del posto

Avevi un bel chiamarti Paoli se la gente del posto diceva che tu eri quello che abitava la casa bianca divenivi un Casabianca

 

Carnesecchi e' pero' un cognome forte cioe' dotato di per se stesso di una forte connotazione . Colpisce l'immaginario

Difficile che venga toccato in maniera radicale

Fuori Toscana non viene praticamente concepito

fuori Toscana CARNESECCHI e' quasi inimmaginabile come cognome ( quindi mai autoctono in altre regioni )

Viene quindi sovente trasformato in CARNESECCA

Perche' CARNESECCHI resista fuori Toscana occorre che la famiglia sia forte economicamente e culturalmente

 

Normalmente la presenza contemporanea dei cognomi CARNESECCA e CARNESECCHI in un luogo del Centro o del Sud nasconde la trasformazione Carnesecchi in Carnesecca sui rami piu' deboli

E induce a pensare in una modificazione di CARNESECCHI in CARNESECCA come avviene spesso fuori Toscana

( A Palermo attira la mia attenzione trovare i Carnesecchi e i CARNESICCA o i CARNISICCA )

 

Vi e' insomma quasi sempre, fuori Toscana, un tentativo di rendere CARNESECCHI piu' familiare trasformandolo in CARNESECCA

E' per questo che metto Toto Carnesecca nella compagnia

 

 

 

Secondo il dr DE DOMICIS curatore dello stupendo sito , Carnesecca non e' un cognome negli usi romani

E sempre secondo il dottore

Dopo la presenza cinquecentesca a Roma legata ai Papi e ai Cardinali fiorentini

Non sembra esserci alcuna traccia da poter essere considerata prova evidente della presenza di Carnesecchi a Roma prima del Settecento

( e i fatti gli daranno ragione )

 

 

Nel 1600 sembra comparire episodicamente a Roma il cognome CARNESECCA o almeno il soprannome , infatti :

Sul pregevole sito sulla storia romana medioevale e moderna , che comprende biografie e famiglie romane ed altri utilissimi strumenti per studi genealogici, curato da CLAUDIO DE DOMINICIS si parla del manoscritto di Domenico Jacovacci "Repertori di famiglie" ( Biblioteca Apostolica Vaticana manoscritto Ottoboni Latini )

in questo manoscritto compare il cognome Carneseccha appunto nel 1600 anche se solo una volta

CARNESECCHA, 1600 (2549, 562)

 

 

INTRODUZIONE DI CLAUDIO DE DOMINICIS

 

INTRODUZIONE DI CLAUDIO DE DOMINICIS

 

COGNOMI ROMANI RIORDINATI DA CLAUDIO DE DOMINICIS

 

COGNOMI ROMANI RIORDINATI DA CLAUDIO DE DOMINICIS

 

 

Ma nel 1600 e' ancora possibile la presenza episodica di parenti del pronotaro arso come eretico nel 1567

Dopo il cognome pare non aver seguito alcuno a Roma

 

 

Annoto ( ancora in ambito XVI secolo ) la notizia della esistenza nei documenti anche di un fabbro ( 20 novembre 1594 )

GIOVANNI CARNESECCA da Magliano, mastro fabbro.

ma non mi e' chiaro di che Magliano si parli : cioe' se GIOVANNI CARNESECCA proviene da Magliano Sabina in provincia di Rieti oppure Magliano dei Marsi in Abruzzo oppure Magliano in Toscana in provincia di Grosseto

 

Dopo un lungo vuoto : la prima traccia certa di un Carnesecca--Carnesecchi abitante a Roma io la trovo tra la fine del settecento e gli inizi del 1800

con Giuseppe e con Francesco Carnesecchi

 

E' evidente l'importanza del confronto con l'utilissimo sito del dr DE DOMINICIS

 

Lo Jacovacci . si legge nel sito , tra il 1621 e il 1642 ha raccolto notizie su 4167 famiglie romane ricavandole da libri , lapidi sepolcrali, in modo particolare da atti notarili

Ovviamente dice Claudio De Dominicis non tutti stipulavano atti notarili ma solo coloro che avevano dei beni , pertanto il lavoro non e' da considersi esaustivo su tutti i cognomi presenti a Roma , piuttosto sulle famiglie di un minimo grado sociale

 

Domenico Jacovacci "Repertori di famiglie": Carneseccha 1600 ( 2549 , 563 )

 

 

Ho chiesto informazioni al dr De Domicis ed ho avuto da lui queste ulteriori indicazioni

Trovo che nel 1534 morì Pierino, nipote de pronotario Piero Carnesecchi e fu sepolto il 31 agosto in S. Giovanni dei Fiorentini ed un altro Carnesecchi fiorentino morto il 24 ottobre 1562 nella parrocchia di S. Giovanni in Ayno [ vedi Claudio De Dominicis, Notizie biografiche a Roma nel 1531-1582 desunte dagli atti parrocchiali, in AccademiaMoroniana.it ].

Quindi due Carnesecchi morti a Roma prima di Pietro Carnesecchi decapitato nel 1567

 

Notizie biografiche a Roma nel 1531-1582 desunte dagli atti parrocchiali DA CLAUDIO DE DOMINICIS

 

REVISIONE alle schede-----CLAUDIO DE DOMINICIS

 

. Cognome Carneseccha : La loro presenza nel periodo pontificio sembra documentata da un unico documento dell’anno 1600 citato dallo Jacovacci nei suoi Repertorii

 

Vi sono poi due richieste di cittadinanza di un Luca Carnesecca nel 1608 e di un Lorenzo Carnesecca nel 1610

Richieste di cittadinanza a Roma................ DA CLAUDIO DE DOMINICIS

Di Luca non viene indicata la provenienza

Lorenzo e’ citato due volte una come Lorenzo Carnesecca una seconda come “Carnesalata da Perralla”, città non individuata

La città di provenienza di Lorenzo non è chiara ma molto interessante è il fatto che Lorenzo una volta è detto Carnesecca ed un’altra Carnesalata ( sempre che si tratti del medesimo). Evidente il fatto che il nome derivi dalla professione del capostipite, che doveva produrre e vendere carne da conservare a lungo.

A Roma il termine “carnesecca” non era in uso e potrebbe essere che la forma trovata di “carnesalata” sia stato un tentativo di traduzione romanesca.

Il commercio di tale generi era fatto dai “salumari”, “pizzicaroli” e “norcini”, provenienti da Norcia e si distinguevano orgogliosamente dagli altri. In tutti i casi l’attività rendeva molto ricchi e non potevano esserci poveri che esercitassero queste mansioni.

La vicinanza tra le due concessioni di cittadinanza a Luca (1608) e Lorenzo (1610) può far supporre un rapporto familiare tra i due.

Nulla pero' ci fa credere in un loro radicamento in città con questo cognome almeno

Dico che non si radicarono a Roma perché, dopo di loro, segue un vuoto molto lungo

Ho molto materiale d’archivio riguardante anche strati sociali poveri e non vi è presente alcun Carnesecca (o simili), ecco perché sono praticamente certo di un “vuoto molto lungo”. Non furono presenti né prima e né dopo. Certo bisognerebbe vedere gli atti notarili, i cui indici sono conservati nell’Archivio Storico Capitolino in piazza dell’Orologio, le cui copie in microfilm, assieme alla documentazione, sono invece presso l’Archivio di Stato in corso Rinascimento.

Anche io ho trovato Carnesecchi Francesco, orefice, argentiere e gioielliere, via Condotti 3 [Oltre 12,000 indicazioni. Guida commerciale, scientifica ed artistica della capitale d’Italia, Roma (Tipografia Sinimberghi), 1871, p. 230].

Di altri in quel secolo non so dirle perché è fuori del mio solito ambito di ricerca. Bisognerebbe andare all’Archivio Storico Capitolino ed all’Archivio del Vicariato di Roma

L’anagrafe napoleonica a Roma si trova presso l’Archivio Storico del Vicariato di Roma in via Amba Aradam ma la consultazione è resa quasi impossibile da orari e norme molto ristrette e, se non ha indicazioni precise, glielo sconsiglio.

 

registri dello Archivio del Vicariato

 

 

 

Importanti considerazioni quelle di Claudio De Dominicis ( che poi si dimostrera' aver piena ragione )

Certo comunque e' che agli inizi dell' ottocento vi sono dei Carnesecchi (vulgo Carnesecca ) a Roma di provenienza sconosciuta :

Il padrone del caffe Greco in via Condotti 86,

Il Carnesecchi negoziante morto suicida nel 1812

Francesco artista e mercante internazionale di oggetti d'arte con bottega in via Condotti 3 che troveremo attivo fino al 1872

Caterina , corista con le suore a Bracciano ( siamo nel 1834 )

E continuiamo a ricordare i Carnesecchi di Ceprano vicino a Frosinone

 

 

 

 

una migrazione da Frascati a Monopoli e poi a Bari

A questo punto della ricerca quella che e' la svolta decisiva

 

Nel tentativo riuscito di capire le origini di un Francesco di Raffaele Carnesecchi, di Bari , citato dal Venosta per un gesto intrepido nella battaglia di Custozza del 1866. E che aveva un cognome ballerino tra Carnesecchi e Carnesecca

Francesco aveva cognome Carnesecchi ma lui ed i suoi fratelli furono registrati come Carnesecca successinamente si ripresero il cognome

( scheda per la cortesia della drssa Sara Micheletta )

Incappavo in un elenco di matrimoni dell'archivio diocesano di CONVERSANO di BARI pubblicato dal dr Carlo De Luca

Elenco dei matrimoni nell'archivio diocesano di CONVERSANO

In cui compare nel 1782 un Mario CARNESECCHI detto nato o proveniente da FRASCATI

 

Come andai a scoprire i CARNESECCHI di Bari erano da porre in relazione con questo MARIO e non ai fiorentini di fine 500

 

STRANEZZE BUROCRATICHE : CARNESECCHI>>>>>>CARNESECCA

I Carnesecchi a Bari ............................................................................... I Carnesecchi in Puglia

I Carnesecchi a Bari

l'ing Francesco Carnesecchi e l'ing Giuseppe Carnesecchi a Bari e l'urna del beato Raimondo a Napoli

 

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Nello stessi tempo la luce si accendeva su la possibilita' vi fosse a FRASCATI una famiglia Carnesecchi

Grazie alla cortesia e all'aiuto del dr VALENTINO MARCON indicatomi dal dr UGO ONORATI come esperto dell'Archivio diocesano di Frascati ho conosciuto questo battesimo che si rivelera' importantissimo :

(10 marzo 2023, VALENTINO MARCON )

 

ATTO di Battesimo di Mario Nicola Ignazio Carnesecchi

Anno Domini 1752 Giorno 6 febbraio

(Archivio Storico Diocesano, Fondo Parrocchia (Cattedrale) San Pietro Apostolo, Frascati. Registro dei battesimi. Liber Baptizatorum 1746-1756, pag. 144)

 

Mario Nicola Ignazio, nato il giorno 2 (del mese) dal legittimo matrimonio di Serafino Carnesecchi figlio del fu Giovanni Domenico di Firenze e donna Caterina Montanari figlia di Anacleto Cesenatense abitanti di Tuscolo (Frascati), coniugi, fu battezzato con l’imposizione dei suddetti nomi da me Valentino Pellegrini Arciprete. Padrini furono M. Paolo Lucci e Agata Dominici romani mediante il loro mandato di procura da essi contestualmente fatto nelle persone di D. Agostino Bergantelli e di Arcangelo Benigni Romana rest …

 

 

Sapevo gia' che Serafino era nato a Soffiano (Firenze ) il 27 aprile 1712 da Giovan Domenico ( 1671) di Piero (1623) e da Caterina di Giuseppe Lumachi

Mario era dunque riconducibile alle genealogie di Soffiano ( Firenze ) che partono intorno al 1500 con un Francesco di cui ancora non conosco il padre

Per le genealogie di Soffiano vedi :

 

I Carnesecchi di Soffiano --Arcetri.......................................... I Carnesecchi di Soffiano ( Firenze )

 

QUINDI I CARNESECCHI di FRASCATI e i CARNESECCHI/CARNESECCA di BARI SONO RICONDUCIBILI CON CERTEZZA AI CARNESECCHI DI FIRENZE

 

 

Fondamentale si rivelera' il nome del padre di Mario : Serafino

Come vedremo ora fratelli di Mario si riveleranno :

Giuseppe nato tra il 1742-43 in luogo non precisato ( che potrebbe essere Cesena ) per gli stati delle anime di Frascati ( figlio di Serafino)

Giovanni per suo testamento ( figlio di Serafino )

Ma merita di considerare anche che Mario a Monopoli sara' cuoco , aprendo alla considerazione che lo stesso Serafino fosse dedito alla ristorazione

 

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Ma torniamo ai nostri Carnesecchi di Roma citta'

 

 

E' importante la storia di un caffe' ?

........... Marc Bloch suggerì di non utilizzare come fonti esclusivamente i documenti scritti, ma di ricorrere anche ad altre testimonianze: artistiche, archeologiche, numismatiche, eccetera. Si orientò quindi verso l'analisi della storia economica, e, ugualmente fautore dell'unità delle scienze sociali, fece costantemente ricorso al metodo comparativo, predicando tra gli storici l'interdisciplinarità e il lavoro collettivo............

Anche la storia di un caffe' dunque aiuta a capire la macrostoria e ci rende uno spaccato di vita quotidiana

 

LA VERA STORIA DELLE ORIGINI DEL CAFFE' GRECO A ROMA

IN VIA CONDOTTI

 

IL CAFFE' GRECO : UN INCONTRO DI CULTURE :

LEVANTINA, FIORENTINA, ROMANA

UNA PROPOSTA DI STUDIO DIVERSA : UNA DIVERSA PROSPETTIVA

 

IL MISCONOSCIUTO GIUSEPPE CARNESECCHI PADRONE DEL CAFFE GRECO A ROMA

 

Parlare di vita quotidiana,cioe' di micrrostorie, e' parlare anche di come la storia o macrostoria ,veniva percepita dalle persone

Parlare di come gli individui si adattavano ai mutamenti sociali o ai mutamenti scientifici

O come si adattavano agli avvenimenti che erano destinati a finire sui libri di storia

Perche' in definitiva si sopravvive a tutto

Ed e' scrutando nella societa' e nei fatti quotidiani delle persone che si legge l'altra storia e si verifica la STORIA

 

 

Professor Le Goff, perché ha scelto la storia?

«Mi ha sedotto da sempre. Però l’importante è capire quale storia. A me piace la storia che ti vedi passare davanti agli occhi. Negli Anni Trenta vivevo a Tolone con i miei genitori. Mi accorsi che per le strade si vedevano sempre più automobili e nelle case sempre più telefoni e frigoriferi. Noi eravamo una famiglia della piccola borghesia, mio padre era professore d’inglese, e non avevamo né automobile né telefono né frigorifero. C’era la ghiacciaia, e sento ancora il venditore ambulante di ghiaccio urlare per strada: "La glace! La glace!". E allora mi facevano scendere per comprarlo. Ma questo non è importante. L’importante, per me, è stato capire molto presto che l’avvento del frigorifero e la scomparsa della ghiacciaia era un avvenimento storico, perché cambiava la vita quotidiana, la vita delle persone, molto più delle guerre e dei Re. Per me, la storia è sempre stata storia sociale».

intervista di Alberto Mattioli a Jacques Le Goff e pubblicata su "La Stampa" il 28 Gennaio 2012

 

 

la storia del caffe' entra nel generale sorgere di questi locali in Europa, e nella funzione culturale di laboratori di idee che vengono a svolgere

 

La storia del caffe' s'incastona, poi, in una moda del tempo significativa che portava Roma all'interno di uno scenario culturale che voleva dire turismo , commercio , denaro

 

Wikipedia

Il successo del libro di Thomas Coryat Coryat's Crudities del 1611 è spesso considerato come l'inizio della mania per Grand Tour. Mentre l'espressione Grand Tour sembra aver fatto la sua comparsa sulla guida The Voyage of Italy di Richard Lassels, edita nel 1670. Al Grand Tour, specie verso l'Italia, non erano estranei i giovani degli altri paesi europei, come la Germania e la Francia. Anche Johann Wolfgang von Goethe, di cui si è già accennato, realizzò il suo Grand Tour in Italia dal 1786 al 1788 di cui scrisse nel suo famoso Italienische Reise. Il Grand Tour fu occasione per la pubblicazione di numerosi libri guida: uno dei primi fu An Account of Some of the Statues, Bas-Reliefs, Drawings, and Pictures in Italy (1722), scritto dai pittori inglesi Jonathan Richardson il Vecchio (1665-1745) e suo figlio Jonathan Richardson il Giovane (1694-1771).

.................

Durante il XIX secolo la maggior parte dei giovani istruiti fece il Grand Tour. Più tardi questo viaggio divenne alla moda anche per le giovani donne. Un viaggio in Italia con la zia nubile in qualità di chaperon faceva parte della formazione della nobiltà e della signora d'alto ceto. La pratica del Grand Tour divenne meno frequente durante le guerre della Rivoluzione francese e l'Impero, ma riprese con la Restaurazione, senza tuttavia conoscere la popolarità del secolo precedente.

Wikipedia

 

 

Quindi : scrivere di un caffe' e' scrivere di Storia ? secondo Le Goff o Marc Bloch sembra di si

Ma credo che a chiunque non sfugga l'impatto sociale dei caffe' nella vita, nelle abitudini, e nelle idee, e che forza sovvertitrice possa celarsi in un luogo di raduno che sia piu' di un'osteria

Nonostante quanto tanto spesso sbandierato la cultura romana non ha mai inteso , invece, che la storia del caffe' fosse da intendersi come STORIA

La STORIA e' conoscenza umana che richiederebbe metodo scientifico

Esame di tutti i documenti e racconto coerente e congruente con la documentazione raccolta

Ma a ben pensarci , cio' e' molto logico

In una citta' cosi straripante di storia , che non puoi fare un buco senza incocciare in un racconto meraviglioso, gli STORICI di Roma hanno avuto ben altro a cui dedicarsi . E cosi hanno lasciato ad altri il compito di occuparsi di cose per Roma secondarie

 

 

Gli storici hanno lasciato e lasciano ad altri il compito di scrivere di questi aspetti

Questo ha portato a solidificarsi nella cultura romana alcune storie ricostruite con metodo non scientifico, ma ripetute nello stesso modo talmente tante volte da diventare vere

 

Io credo che quando si racconta il passato si debba sempre avvertire dei contenuti d'invenzione e distinguere la storia dal romanzesco ( romanzesco che cosi bene colma i vuoti e rende scorrevole il racconto ) per non ingannare chi ascolta

Pur essendo una delle icone del Gran Tour la storia scritta che tratta il caffe Greco per lunghi tratti non e' cosa storica ma una sorta di favola

Si dovrebbe premettere alla lettura : questo racconto e' tratto da una storia vera lasciando intendere che poi la fantasia ha avuto la sua buona parte

 

Vi e' assai poco di metodo storico nel racconto di Pascarella che attiene piu' a una serie di pettegolezzi che ad una storia documentata e datata ( perlomeno per la parte piu' lontana da lui che scrive nel 1890 )

E vi e' qualcosa di languido e di trasognato in chi dopo ha parlato del caffe' sempre con una certa pretenzione storica

Lasciando credere che di storia documentata si trattava

Cosi oggi abbiamo una serie di racconti lontani dal metodo storico e che danno l'impressione che sull'argomento si sia detto tutto

 

 

In realta' e' lo stesso Pascarella a mettersi in dubbio, sulle sue fonti, infatti dice:

Negli anni oramai lontani, quando incominciai a frequentare la bottega di via Condotti, al vecchio Frezza, che precedette nell'esercizio del locale il presente proprietario, io solevo chiedere spesso notizie sulla preistoria del negozio allora suo, e ricordo che dopo di avermele date egli mi diceva sempre di averle apprese sfogliando un grosso libro posseduto da un certo Raffaele, un vecchio cameriere da lui trovato nella bottega e conservato per qualche tempo al suo servizio. Il libro, a quanto affermava il Frezza, era «un museo», e conteneva firme, indirizzi, poesie, pezzi di musica, disegni, caricature e motti di coloro che avevano frequentato o visitato il Caffè.

 

ORIGINI

I primi caffè nascono in Europa nel ‘600 come piccole botteghe e diventano progressivamente nuclei vitali della vita cittadina. Nell’epoca dei Lumi, essi diventano i luoghi in cui si materializza la creatività dei più fervidi ingegni. Queste botteghe cominciano ad essere frequentate da intellettuali, artisti e letterati, divenendo luoghi di incontro, di ispirazione e di cultura

 

L’epoca d’oro dei caffè letterari è legata all’Illuminismo, che ebbe il suo fulcro in Francia durante il 1700. Solo a Parigi, alla fine del secolo, esistevano oltre 3000 caffè, nei quali si incontravano i giovani intellettuali che diedero il via a una vera e propria rivoluzione, segnando il trionfo della borghesia ai danni della nobiltà, che fino ad allora aveva detenuto quasi completamente il monopolio della cultura. Anche in Inghilterra si diffusero rapidamente le Coffee Houses, nelle quali scrittori, poeti e uomini d’affari si riunivano per discutere di nuovi investimenti, stimolare l’intelletto o semplicemente scambiarsi le proprie opinioni sulla società.

 

In Italia nacquero ben presto molti caffè letterari, frequentati non solo dalla classe borghese ma anche dalla nobiltà. La più famosa rivista illuminista italiana, fondata da Pietro Verri, si chiamava proprio “Il Caffè”, e nei suoi contenuti imitava gli scambi d’opinione e le discussioni intellettuali che si creavano all’interno di tali locali.

 

Il Caffè Florian è un caffè storico della città di Venezia, situato sotto i portici delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco. Fa parte dell'associazione Locali storici d'Italia.È il più antico caffè italiano e del mondo . Venne inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di Alla Venezia Trionfante, ma fin da subito i Veneziani dicevano semplicemente “andémo da Floriàn”, dal nome del proprietario in dialetto veneziano. Da allora ha proseguito ininterrottamente fino ai giorni nostri la sua attività quotidiana di caffè, divenendo meta privilegiata di veneziani, italiani e stranieri. Floriano Francesconi ispirò il personaggio di Ridolfo della Bottega del caffè di Carlo Goldoni ---Wikipedia

 

 

Forse la prima descrizione che sia stata fatta del Caffè Greco è quella che Giacomo Casanova ci ha lasciato di quel "Caffè di strada Condotta" ove egli, chiamato vi dall'abate Gama, entrò nell'ottobre del 1743, trovandovi quella eletta radunanza di maldicenti, di ruffiani, di castrati e di abati che ci descrive con tanta vivezza: dico forse, perché l'avventurier farabutto,' allora al servizio del cardinale Acquaviva, il nome del "Caffè di strada Condotta" non lo dice.

By Cesare Pascarella

 

Il Caffe’ Greco simbolo cosmopolita dell’elegante Via Condotti è il più antico caffè di Roma, aperto nel XVIII secolo, in Italia solo il Florian di Venezia è più antico. Il nome del locale potrebbe derivare dal fatto che Nicola della Maddalena il caffettiere che lo ha fondato nel 1760 era greco, ma anche al caffè decantato al modo greco o turco, che si serviva in origine diverso da quello filtrato all’italiana. Fin dall’inizio le sale del Caffè Greco servivano da punto d’incontro per gli intellettuali.

by......https://www.prolocoroma.it/caffe-greco/

 

 

La notorietà del "Caffè Greco" ebbe inizio nel 1779 quando cominciò ad essere frequentato da Johann Wilhelm Tischbein, Karl Philipp Moritz e Wolfgang von Goethe divenendo ben presto luogo preferito d'incontri di artisti germanici, tanto che lo scrittore Johann Jakob Wilhelm Heinse ne propose la denominazione di "Caffè Tedesco".

by Willy Pocino

 

 

In realta' delle origini del Caffe' Greco si sa molto poco e neppure si e' certi della data in cui nacque l'azienda

La deduzione dell'anno 1760 nasce da un forzoso riconoscimento in uno stato delle anime ,appunto redatto nel 1760 , in cui e' presente in via Condotti un Nicola di Madalena caffettiere, levantino ( quindi nel caso fosse questo il fondatore del Caffe' , nel 1760 questo era gia' in attivita')

Ma questo stato delle anime va esaminato con cura perche' presenta un problema di localizzazione del caffe', nel senso che la posizione indicata nello stato delle anime, non sembra coincidere con la posizione attuale del caffe' Greco

 

Nel volume realizzato nel 1989 a cura della storica dell’arte Tamara Felicitas Hufschmidt e del giornalista Livio Jannattoni, facente parte del circolo letterario “Club dei Romanisti” che, al Caffè Greco, teneva i suoi incontri settimanali

TROVIAMO UNA INFORMAZIONE IMPORTANTE ! :

 

..........Resta tuttavia da identificare il caffe' nel quale Casanova entro' , passando da strada Condotta . Se era il "Greco" bisognera' retrodatare almeno al 1743 le prime notizie che gli si riferiscono , ma, se non lo era , si potrebbe pensare che la bottega di Nicola di Madalena esistesse gia' prima della nostra conoscenza archivistica. Tanto piu' che il citato Libro parrocchiale lascia il dubbio che il caffe' gestito dal levantino non si trovasse proprio dove e' oggi il Greco , poiche' le indicazioni che lo riguardano sono raccolte nella parte concernente "strada Condotti verso il Corso". Cioe' nella sezione opposta a quella " verso piazza di Spagna" , nella quale il celebre locale attualmente si trova.

La prima sicura testimonianza sul nostro caffe'viene cosi ad essere quella di Pierre Prudhon, al dire di Cesare Pascarella che di quelle salette e' stato il sottile biografo..............

 

 

Sul sito dell'Antico Caffe' Greco sono poste in discussione , molto obiettivamente , altre favole :

 

.............................

Ma Gnoli e gli altri ignorarono (ingannati dal fatto che la Biblioteca Nazionale di Roma conservava e conserva soltanto questa incisione) che la tavola Caffè di Roma fa parte di una serie di undici soggetti, tutti dedicati ai Costumes Romains, rappresentati e commentati con vena satirica e apertamente antiromana. Per cui, non potendo prendere in considerazione, per evidenti incompatibilità di ordine cronologico, che la scena riprodotta dal bulino del Bocquet si riferisca all’interno del Caffè Greco (mentre epoca e costumi potrebbero benissimo farla identificare con la sala del Turco, in Piazza Sciarra), questo Giorgio, o Sieur George, sia pure in un ruolo di generale caratterizzazione, finisce egualmente col testimoniare come anche Roma, pur tagliata fuori dalle grandi direttrici di traffico, si trovò ad avere greci ed ebrei e turchi e levantini, ad alimentare i suoi commerci, a mantenere legami con terre lontane.

 

SITO CAFFE' GRECO : ORIGINI

 

SITO ANTICO CAFFE' GRECO

 

 

Quindi che Nicola di Maddalena caffettiere levantino sia proprio il "Greco" a cui si deve apertura e nome del locale e' possibile , diciamo addirittura probabile ma assolutamente non certo

Sicuramente e' una soluzione suggestiva che pero' non puo' accontentare uno storico

La vera strada da seguire per una corretta ricerca e' , come vedremo nel seguito partire da un dato certo : Quel tal Carnesecchi cioe' come vedremo Giuseppe Carnesecchi . E cercare a ritroso

Con la possibilita' di trovare anche un origine piu' antica del caffe' perche' la presenza di Giuseppe (nato circa1740) in via Condotti potrebbe anche collocarsi tra 1765 e 1770 ) e che potrebbe essere stato preceduto nella proprieta' dal padre Serafino

 

 

AHI PASCARELLA !

 

 

ANNO 1890 ( a 130 anni dal 1760 ) : ...........un tal Carnesecchi...................

 

 

nel 2014 ( a 254 anni dal 1760 ) esce un bel libro

La grande bellezza di Roma attraverso i suoi monumenti;

di Claudio Rendina per l'editore Newton manuali e guide;

che dedica una pagina anche all'antico caffe' Greco;

 

ANNO 2014.............. un certo Carnesecchi ........................

 

 

L'Antico Caffè Greco si trova a Roma in via dei Condotti.

Si dice :

È un caffè storico della città, fondato nel 1760, e deve il suo nome al fatto che il fondatore, un certo Nicola della Maddalena, fosse levantino. Oltre all'origine storica, il caffè è celebre per i molti frequentatori famosi avuti nel corso degli anni; è stato per molto tempo, e in parte lo è tuttora, un ritrovo di intellettuali e artisti---Wikipedia

In realta' l'individuazione di Nicola della Maddalena, come proprietario non e' del tutto sicura, perche' lo stato delle anime parrebbe,come detto , collocare il caffe' del levantino Nicola in una posizione diversa dall'attuale

 

Quello che ora importa in questo momento di questa ricostruzione e' che :

IL CAFFE GRECO a Roma in via Condotti 86 e' di proprieta' di un Carnesecchi tra la fine del 700 e l'inizio dello 800

Vedremo piu' avanti che il proprietario aveva nome Giuseppe

Che Giuseppe abitava accanto al caffe' , in via Condotti al num 82, e che accanto a lui abitava suo fratello Giovanni al num 73 ( E per tutti e due potrebbe esser tracciata l'inizio della presenza nella via, utilizzando gli Stati delle anime di San Lorenzo in Lucina , relativi a via Condotti)

Che loro padre era stato Serafino Carnesecchi , fiorentino

 

 

Quello che ora importa in questo momento di questa ricostruzione e' anche capire che cosa in realta' e' successo il quell'intervallo di tempo a cui il Pascarella ed il Rendina dedicano una riga malapena dei loro libri ed in cui sembra quindi non essere successo nulla

 

 

 

 

Probabilmente Cesare Pascarella ha messo una pietra tombale sulla storia dell'antico caffe' Greco perche da quando alla fine dell'ottocento ne racconto' la storia , tutti coloro che ne hanno parlato dopo hanno finito per ripetere le sue parole senza ulteriori ricerche

E' spesso cosi quando un grande esprime una convinzione. Oggi occorrerebbe rimettere mano alla storia con metodi di ricerca piu' moderni

È del 1890 infatti la prosa "Caffè Greco", ( quindi fortemente datata ) che riproduce la conferenza tenuta nell’aula della Gran Guardia a Padova e a Firenze al Circolo artistico. Nel rinomato caffè romano di via dei Condotti Pascarella ritrovava gli amici del gruppo pittorico In Arte libertas (poi ‘XXV della campagna romana’), che formavano la cosiddetta «Brigata dell’Omnibus» (così chiamata dalla forma della saletta del caffè dove si riunivano).

Infatti per quanto riguarda il Carnesecchi il Pascarella non ha raccontato le cose come sono andate

Cosi nessuno di chi ha scritto dopo ( tra gli Italiani ) su questo storico caffe' da alcun merito a questo Carnesecchi che appare come una figura oscura di pura transizione

Invece potrebbe avere il merito di aver iniziato quella raccolta di opere d'arte a cui il caffe' deve parte della sua fama

Nella letteratura tedesca si legge infatti che nel 1805 e' questo Carnesecchi ad acquistare da Joseph Anton Koch un “Paesaggio eroico con arcobaleno”

 

Racconta Pascarella: ...................cosi tutti noi possiamo andare orgogliosi di sapere che il caffe' Greco fu messo al mondo da un greco , il quale a quanto si legge nelle pagine di un vecchio registro della parrocchia di san Lorenzo in Lucina, si chiamava Nicola della Maddalena

L'infanzia del caffe' non fu troppo lieta , e il suo babbo dopo averlo tenuto parecchi anni , ricavandone non grandi utili , lo cedette a un tal Carnesecchi ,il quale, anche lui , dopo averci speso molto e guadagnato poco, lo diede ad un certo Salvioni

 

 

Io ho solo interesse ad attirare l'attenzione sui personaggi per essere aiutato a trovare delle evidenze genealogiche non facili da trovarsi in una citta' come Roma

Giuseppe e' possibile sia il proprietario del caffe gia' dai primi anni 70 / 80 del settecento :

Lo storico deve fare attenzione alle incongruenze del racconto del Pascarella

 

 

Smettiamo per un momento di seguire il Pascarella e vediamo cio' che segue

Lo striminzito spaccato di vita che emerge nel 1797 e' tale da far dubitare anche per gli anni precedenti dell'impalcato del racconto di Pascarella

Nel 1797 troviamo il Carnesecchi ed il caffe' gia' al centro di un giro di artisti che al caffe' facevano riferimento

Tanto da far pensare che le cose andassero gia' cosi da lungo tempo

E se ci pensiamo e' congruente con quello che per altre vie ( che non siano il Pascarella ) sappiamo

 

 

E' rivelatrice la lettera con cui Ernst Mrace raccomanda a Giuseppe Carnesecchi di dar aiuto a Thorvaldsen

ed anche la lettera del padre di Thorvaldsen al figlio in cui dalla Danimarca parla del Greco come luogo dove trovare il Bassi

 

 

 

 

Marzo 1797 Bertel Thorvaldsen raccomandato a Giuseppe Carnesecchi , padrone del caffe' Greco

 

Wikipedia

Bertel Thorvaldsen, noto in Italia come Alberto Thorvaldsen o anche Thorwaldsen (Copenaghen, 17 novembre 1770 – Copenaghen, 24 marzo 1844), è stato uno scultore danese, esponente del Neoclassicismo e maggior rivale di Canova. Operò principalmente a Roma, sua patria artistica adottiva. La sua fama fu grandissima fra i contemporanei e pari a quella di Canova;.................................

..........................Fu soltanto il 29 agosto 1796 che Thorvaldsen poté finalmente iniziare il suo viaggio per Roma, dove giunse l'8 marzo dell'anno successivo a causa di soste a Malta e Napoli. Tale data venne in seguito festeggiata dall'artista come il suo "compleanno romano"; nell'Urbe Thorvaldsen decise di farsi chiamare Alberto, nome con cui fu popolare in Italia. Poco tempo dopo il suo arrivo a Roma Thorvaldsen conobbe l'archeologo Jörgen Zoega, che lo aiutò nello studio dell'antichità classica e che col tempo divenne anche il suo mentore, nonché il pittore Asmus Jacob Carstens, che parimenti si prese cura di lui. Nel 1797 Thorvaldsen inaugurò il suo primo studio in via del Babuino 119, nell'atelier previamente utilizzato dallo scultore inglese John Flaxman.

Wikipedia

 

 

DOCUMENTI......................................Documenti conservati

m1 1797 nr 2................Ernst Morace raccomanda Thorvaldsen a Giuseppe Carnesecchi padrone del Caffe' Greco perche' lo aiuti ad alloggiare all'arrivo a Roma

 

The Thorvaldsens Museum Archives

Carnesecca Giuseppe

Der har ikke kunnet opspores megen viden om Carnesecca. Han kendes kun fra en anbefaling af Thorvaldsen, som billedhuggeren fik med til ham på sin rejse fra Napoli til Rom i 1797.

Non si hanno molte conoscenze su Carnesecca. È noto solo per una raccomandazione di Thorvaldsen, che lo scultore gli portò nel suo viaggio da Napoli a Roma nel 1797.

 

The Thorvaldsens Museum Archives

is a Documentation and Research Centre on the life, work and context of Bertel Thorvaldsen.

The Archives is presently holding 10247 documents from, to and about the sculptor.

They are the primary written sources to our knowledge on the activities of Thorvaldsen.

 

La lettera del Morace sembrerebbe comunque dimostrare che nel 1797 questo Carnesecchi era gia' padrone del caffe' Greco (e questo precedentemente al 1797 quando Morace era stato alloggiato ) e che il giro di artisti intorno al caffe' era gia iniziato e che il caffe'godeva di una certa fama presso gli stranieri

lascia perplessi il segno interrogativo che segue Giuseppe vista la familiarita' tra i due

la lettera conservata nel museo Thorvaldsen e' ed era nota anche al Thiele alla neta dell'Ottocento

Nessuno ha pero' identificato ANCOR OGGI il padrone del caffe' Greco nel destinatario della lettera.

Uno sconosciuto per il museo Thorvaldsen

Un religioso per il Thiele : padre Carnesecca

 

Ernest Morace (1766-1820) è un incisore del Württemberg, originario di Stoccarda , che ha fatto carriera a Parigi .

Nato Ernst o Ernesto Morace, nel 1774 entrò nella Hohe Karlsschule , l'accademia militare fondata nel 1770 dal principe Charles-Eugene, duca di Wurthemberg . Sembra che le origini dei suoi genitori siano napoletane

Divenne allievo di Johann Gotthard von Müller (1747-1830) e perfezionò l'arte dello scalpello . Nel 1797 si trovava a Napoli .

Secondo la maggior parte delle fonti, rimase a Parigi prima e dopo la Rivoluzione francese . È nella capitale francese che produce gran parte delle sue stampe.

Copperplate engraver

Kobberstikker -----incisione su lastra di rame o zinco.

 

la presenza di Ernst Morace a Roma e' da datarsi nel regno di Ludovico Eugenio Giovanni di Württemberg cioe' tra il 1793 e il maggio 1795

Ludovico Eugenio Giovanni di Württemberg (Francoforte sul Meno, 6 gennaio 1731 – Ludwigsburg, 20 maggio 1795) fu dal 1793 al 1795 il tredicesimo duca del Württemberg. Terzo figlio del Duca Carlo I Alessandro e di Maria Augusta di Thurn und Taxis, succedette nel 1793 al fratello Carlo II Eugenio come Duca del Württemberg e regnò sino alla morte, quando venne succeduto dal fratello minore come Federico II Eugenio ( fonte wikipedia)

Un opera successiva al British Museum sempre stampata a Roma da Filippo Piale ( Virgo cum Puero Iesu adstantibus angelis ) e' del 1796 , precede le opere nel Regno delle due Sicilie

 

 

The Thorvaldsens Museum Archives

https://arkivet.thorvaldsensmuseum.dk/om

Generel kommentar

Om denne anbefaling, se Thiele I, p. 101-102. Hverken afsender eller modtager kan identificeres med sikkerhed, men afsenderen kunne muligvis være identisk med den tyske kobberstikker Ernst Morace (1766-1820), der på dette tidspunkt var i Italien og i øvrigt født i Napoli ifølge Friedrich Noack: Das Deutschtum in Rom seit dem Ausgang des Mittelalters, Berlin & Leipzig 1927, p. 408, (Thieme-Becker skriver dog født 1768 i Stuttgart).

Modtageren Giuseppe Carnesecca kendes ikke.

Thiele I, p. 101 slutter rimeligt nok, at Thorvaldsen aldrig benyttede sig af anbefalingen, da den forblev i Thorvaldsens eje.

Arkivplacering

m30 I, nr. 11

Thiele

Både den italienske og danske tekst gengivet hos Thiele I, p. 101-102.

In conclusione :

Il destinatario Giuseppe Carnesecca è sconosciuto.

"Thiele I, p. 101 conclude ragionevolmente che Bertel Thorvaldsen non ha mai utilizzato la raccomandazione poiché è rimasta in possesso di Thorvaldsen"

 

 

Probabilmente, questo Giuseppe, ( col senno del poi ) e' la prima persona che invece Bertel Thorvaldsen ha cercato a Roma dovendo questo Giuseppe fornirgli alloggio secondo le indicazioni del Morace

E' improbabile quindi che non si sia servito della raccomandazione ( la missiva pare comunque aperta )

Ed e' possibile che il suo primo alloggio sia stato quello indicato nella lettera

 

 

Al cavalletto forse e' questo .........................Il bel rettilineo di oltre mezzo chilometro destinato ad unire l’eleganza raffinata di piazza di Spagna alla luminosità mondana di piazza del Popolo un tempo non si chiamava Via del Babuino (nella foto sopra). Nel Quattrocento la strada era suddivisa in due denominazioni: un tratto si chiamava “via dell’Orto di Napoli“, perché vi si era accampata una colonia di napoletani; un secondo tratto era chiamato “via del Cavalletto“, perché qui si praticava uno dei supplizi effettuati dalle autorità pontificie, dove il condannato era posto a cavallo di un legno affilato con pesi alle gambe di entità proporzionata al reato commesso.

by https://www.romasegreta.it/campo-marzio/via-del-babuino.html

 

 

 

Lettera del padre a Thovaldsen

græske Kaffehus i Strada Condotta

 

DOCUMENTI......................................Documenti conservati

m1 1797 nr 2......................................Thorvaldsen e Caffe' Greco

 

Lo 08 maggio 1797 ( due mesi dopo ) Gotskalk Thorvaldsen in risposta ad una lettera del figlio padre del 21 febbraio 1797 cita il caffe' Greco

Der er i Rom en svensk Arcitect som heder Carlo Bassi som er en god Ven af Gainelli efter ham spør du paa det græske Kaffehus i Strada Condotta Jeg ønskede at du kunde kome til at logere der som Gainelle har logeret den Kone som han har veret hos skal vere en overmaade rar Kone og ei intresat

 

Il padre sapeva che il figlio era in procinto di spostarsi a Roma

Il caffe' Greco era un luogo di Roma la cui esistenza era a conoscenza sia del figlio che del padre

 

 

 

Kiære Søn

Ditt meget kiærlige Brev dateret Neables 21de Febr. haver ieg rigtig bekomet hvilket overmaade glæder mig og din Moder at du er frisk og er komen paa Landiorden og er sluppen fra din besverlige Søe Reise ...............................

................Der er i Rom en svensk Arcitect som heder Carlo Bassi som er en god Ven af Gainelli efter ham spør du paa det græske Kaffehus i Strada Condotta Jeg ønskede at du kunde kome til at logere der som Gainelle har logeret den Kone som han har veret hos skal vere en overmaade rar Kone og ei intresat

 

 

 

Ragionavo cosi prima di scoprire chi fossero Giuseppe e Giovanni :

Il punto interrogativo dopo il nome Giuseppe non mi lascia tranquillo sul nome effettivo del caffettiere

E' giustificato dall'essere Morace tedesco e quindi non abituato ai nomi italiani

Morace intanto da comunque un nome anche se incerto al caffettiere

 

 

L'amico GUIDO BULDRINI di Roma mi trasmette (17 luglio 2023 ) un'interpretazione importante del punto interrogativo

...........I dubbi sulla lettera del 6 marzo 1797 sono presto sciolti: "Pad" seguito da "r apice" non può che essere "padrone": "padre" non si abbrevia così perché basta "P." e il "?" ha il senso di "posso chiamarti così ?".

L’aggettivo “colendissimo” era di moda perché entrato nel “breviario” da poco, nel 1632 con la nuova versione dell’inno “Iste confessor [Domini colentes]” voluta da Urbano VIII migliorando (e mutando) il latino di quella originale (8° secolo) dove le prime due parole, che sono anche il titolo, erano seguite da “Domini sacratus”. L’inno era previsto per le memorie dei Santi.

 

 

Questa interpretazione della forma interrogativa da parte di Guido Buldrini mi pare , a dir poco, intelligente

Io sono puntiglioso perche' la mia e' una ricerca genealogica probabilmente alla "STORIA" poco importa come si chiamasse

Io ritengo che Giuseppe fosse un uomo nato intorno agli anni 40 ( mi fa pensare a questo il tono con cui il Morace 31nne si rivolge a lui ) e che fosse entrato in possesso del caffe' negli anni 70-80.

Ritengo che stabilirne la data di nascita ed i legami familiari possa esser utile a qualche considerazione anche alla "STORIA"

 

Comunque la letteratura tedesca ( non l'italiana e forse nemmeno la danese visto che il museo Thorvaldsen non riesce a riconoscere chi e' Giuseppe Carnesecca ( e il riconoscerlo gli avrebbe evitato conclusioni sbagliate ) assegna un nome al caffettiere, come vedremo adesso, anzi ne assegna addirittura due Giuseppe e Giovanni

La fonte di "Giuseppe" dovrebbe essere molto sicura : il rovescio della tela di un quadro di Koch del 1805

 

Das Erste wird durch die große Aufschrift „ Giuseppe Carnesecchi / Coche ( = Koch ) " hinten auf der groben Leinwand bestätigt .

La prima è confermata dalla grande scritta "Giuseppe Carnesecchi / Coche (= Koch )" sul dorso della tela grossolana.

 

Giovanni potrebbe invece essere un errore trasmesso a catena

Oppure mi e' venuto da pensare che insieme al padre Giuseppe nel caffe' bazzicasse un figlio di nome Giovanni......oppure ?????

Se cosi fosse probabilmente questo impatterebbe sulle origini del caffe'

La chiarezza puo' venire solo dall'indagine anagrafica sui documenti religiosi

 

registri dello Archivio del Vicariato

 

Anche considerando che chi gestiva il locale non doveva necessariamente abitare in via Condotti e quindi poteva figurare negli stati delle anime di zone vicine, e che comunque doveva figurare nei documenti fiscali cioe' pagare delle tasse per quell'attivita' ( vedremo poi come stanno le cose)

 

 

Intanto mi limito a dire che per ora ho trovato la letteratura tedesca confondere i nomi di Giuseppe o di Giovanni, come padroni del caffe', solo in relazione all'anno 1805 e ad un quadro di Koch

 

 

Joseph Anton Koch (Elbigenalp, 27 luglio 1768 – Roma, 12 gennaio 1839)

Verso la fine del 1794, grazie a una borsa di studio del mecenate George Nott, dopo aver attraversato a piedi le Alpi, giunse in Italia. Visitò Bologna, Firenze, Napoli e Salerno, e si entusiasmò per i capolavori della pittura italiana; finalmente, all'inizio del 1795, arrivò a Roma. Qui si integrò rapidamente nel cerchio artistico dei Deutsch-Römer, i tedeschi residenti a Roma, stringendo amicizia in particolare con Asmus Jacob Carstens, da cui imparò a rappresentare le forme umane, capacità che gli tornerà utile più tardi per le illustrazioni della Divina Commedia o per la creazione di numerosi quadri a soggetto biblico o mitologico. Strinse inoltre amicizia con lo scultore danese Bertel Thorvaldsen, con cui condivise un alloggio a Via Sistina. Divenne assiduo frequentatore del Caffè Greco, dove ancor oggi è presente un suo ritratto.

Nel 1805 dipinse per Giuseppe o Giovanni Carnesecchi allora padrone del caffe' Greco di Roma

The present painting,the final one of the series and the preparatory sketch for which isin the Kunsthalle, Karlsruhe (fig. 2), is the culmination of hisdeveloping thoughts on, and ambitions for, this panorama. The earliest version of the composition (Karlsruhe, StaatlicheKunsthalle, fig. 3) of 1805 was painted for Giuseppe Carnesecchi, the owner of the Caffè Greco in Rome. The second version (fig. 4),and also the smallest, now in a German private collection, waspainted in 1806. Koch worked on the third and largest version(Munich, Neue Pinakothek, fig. 5) for eleven years

 

 

 

anno 1805 Joseph Anton Koch : Paesaggio eroico con arcobaleno h=117cm l=113 cm Heroische Landschaft mit Regenbogen

The earliest version of the composition (Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle,) of 1805 was painted for Giuseppe Carnesecchi, the owner of the Caffè Greco in Rome.

le varie composizioni del paesaggio eroico

 

 

 

 

 

Wahrscheinlich gab doch erst der Auftrag des Caffetiere Giuseppe Carnesecchi , der das damals schon berühmte , von den deutschen Künstlern und Literaten bevorzugte Caffè Greco führte , schließlich den Anstoß zur Ausführung .Koch bemerckt ausdrucklich er habe das Bild fur den wirt Carnesecchi gemalt

 

Fu probabilmente la commissione del Caffetiere Giuseppe Carnesecchi, che dirigeva l'allora già famoso Caffè Greco, preferito da artisti e letterati tedeschi, a dare finalmente impulso all'esecuzione, Koch riferì espressamente di aver dipinto il quadro per l'oste Carnesecchi

 

NON SO QUANTO CI SIA DI VERO IN QUEST'AFFERMAZIONE : Koch riferì espressamente di aver dipinto il quadro per l'oste Carnesecchi

BASTA COMUNQUE L'EVIDENZA DELLA SCRITTA RETRO QUADRO ( ma resta da chiarire per che vie il quadro sia finito in Germania )

 

( Sembrerebbe comunque avvalorato dal fatto che da qualche fonte si dice che l'opera sarebbe stata dipinta in soli 18 giorni per Giuseppe Carnesecchi padrone del caffe' Greco )

 

 

Questa serie di Giovanni penso sia dovuta a quella serie di passaparola e di ripetizioni pedisseque di quanto scritto che alimentano un'altra di quelle convinzioni sbagliate che che alla fine rischiano di diventare vere

 

 

 

 

 

Abbiamo stabilito cin sicurezza il nome del caffettiere : GIUSEPPE

Abbiamo anche stabilito che la fortuna del caffe' era bella che fatta presso gli artisti del nord Europa probabilmente per merito di Giuseppe

Quindi contrariamente a quanto asserito da Pascarella , Giuseppe non e' per niente una figura marginale ma anzi e' probabilmente l'inizio dell'avventura artistica del "Greco" e la sua presenza al timone del locale e' probabilmente piu' lunga

Ed abbiamo stabilito un momentaneo limite inferiore alla proprieta' Carnesecchi : coincidente con la presenza di Ernst Morace a Roma da datarsi tra il 1793 e il 1796

Nel 1805 , secondo quanto detto dagli autori tedeschi il Carnesecchi era ancora proprietario del caffe' e aveva gia' iniziato ad acquistare quadri dagli artisti che frequentavano il locale

E non sappiamo stabilire con certezza quando vendette il locale

 

Indagare su Giuseppe unico gestore documentato del caffe' vuol dire in effetti indagare sulla vera nascita ( e sull'eta' vera ) del caffe' che potrebbe essere piu' antica

La stessa figura di Nicola della Maddalena infatti non e' sicuramente associabile al caffe'. Da quello che capisco lo stesso "stato delle anime" che ci presenta Nicola della Maddalena lascia dei dubbi parendo collocare il locale gestito da questo uomo in un punto diverso della strada Condotti cioe' nel tratto che va verso via del Corso e non nel tratto di via Condotti verso piazza di Spagna

 

 

 

Seguendo il destino del "Paesaggio eroico" possiamo fare qualche riflessione interessante :

Il paesaggio eroico era in Italia ed oggi e' in Germania a Karlsruhe, nello Staatliche Kunsthalle come e' finito in Gemania

E come si fa a sapere che e' stato dipinto nel 1805 ? in 18 giorni e per il padrone del caffe' Greco : Giuseppe Carnesecchi

Sembra sia lo stesso J.A. Koch a dirlo nella lettera a Robert von Langer di g. Febbraio 1824 !

Nella qual lettera direbbe anche che in quel momento tutte le versioni del quadro erano in mani di collezionisti inglesi : febbraio 1824

 

Chi e in che data vendette il quadro pare essere sconosciuto

Otto von Lutterotti ipotizza che il quadro sia stato visto nel caffe' Greco da Johan Christian Claussen Dahl dopo il 1820 e che quindi la tela fosse venduta dopo il 1820 dagli allora proprietari del caffe' Greco

Considerazione probabile . E' difficile se non impossibile che la tela fosse stato venduta durante il periodo napoleonico a collezionisti inglesi

 

 

Dahl må ha følt sig beæret ved å samarbeide med den aktede Nestor. Man kan kanskje se hans staffasjegruppe i Lauterbrunnental — med en fløytespillende gjeter og en kvinne omgitt av beitende dyr – som en hyldest og referanse til Kochs lignende hyrdegruppe i Heroisk Landskap med Regnbue, hvorav Dahl kan ha kjent til en av variantene, malt for eieren av Café Greco, Giuseppe Carnesecchi. Varianten (nu i Karlsruhe) ble malt alle prima som et leilighetsarbeide i 1805. Samtidig arbeidet Koch på den store varianten (nu i München) som etter mange omarbeidelser ble ferdig i 1815. I et brev til Robert von Langer av g. februar 1824 nevner Koch at alle prima varianten nu var i engelsk eie. Lutterotti antar derfor at bildet kom til England “zu Beginn der zwanziger Jahre”. Siden man ikke vet sikkert hvilket år kaféverten avhendet maleriet, kan det ha hengt i Café Greco ennu i 1820 og 1821 da Dahl var i Rom på vei til og fra Neapelgolfen. En annen mulighet er en nyoppdaget variant, nu i Hamburger privateieXXXVI, som tidligere skal ha vært i dansk og svensk eie, nemlig hos hans venn George Fr. Mott i Winchester. Det kunne kanskje ha vært hos en av skandinavene i Rom på den tid.

SU TELA DI KOCH : PAESAGGIO EROICO CON ARCOBALENO 1805

 

SU TELA DI KOCH : PAESAGGIO EROICO CON ARCOBALENO 1805

 

 

 

 

Da un'orribile traduzione dal danese col traduttore automatico : ( e' comunque un poco assurdo che il museo Thorvaldsen non abbia riconosciuto Giuseppe Carnesecca=Giuseppe Carnesecchi . Questone di lingua penso )

Dahl deve essersi sentito onorato di collaborare con il rispettato Nestor. Si può forse vedere il suo gruppo di membri del personale a Lauterbrunnental - con un pastore che fischietta e una donna circondata da animali al pascolo - come tributo e riferimento al gruppo di pastori simili di Koch in Paesaggio eroico con arcobaleno, di cui Dahl potrebbe aver conosciuto una delle varianti, dipinto per il titolare del Caffè Greco, Giuseppe Carnesecchi. La variante (ora a Karlsruhe) fu dipinta tutta bene come opera d'appartamento nel 1805. Allo stesso tempo Koch lavorò alla variante grande (ora a Monaco) che dopo molte rielaborazioni fu completata nel 1815. In una lettera a Robert von Langer di g. Febbraio 1824 menziona Koch che tutte le varianti prima erano ora in possesso inglese,cioè con il suo amico George p. Ricevuto a Winchester . Lutterotti presume quindi che l'immagine sia arrivata in Inghilterra "all'inizio degli anni Venti". Dal momento che non si sa con certezza in quale anno il proprietario del caffè abbia venduto il dipinto, potrebbe essere stato appeso al Café Greco già nel 1820 e nel 1821 quando Dahl era a Roma in viaggio da e per il Golfo di Napoli. Un'altra possibilità è una variante scoperta di recente, ora di proprietà privata di Hamburger XXXVVI, che in precedenza era di proprietà di danesi e svedesi. Potrebbe essere stato con uno degli scandinavi a Roma in quel momento.

 

in pratica Lutterotti direbbe che Johan Christian Claussen Dahl ha visto il "Paesaggio eroico" all'interno del caffe' Greco ( e Johan Christian Claussen Dahl puo' essere stato a Roma solo dopo il 1820 ) e Koch avrebbe detto che nel febbraio 1824 tutte le copie del Paesaggio erano in Inghilterra

Questo porterebbe a desumere che il paesaggio eroico del 1805 sia stato venduto tra il 1820 ed il 1824

Una copia scoperta recentemente potrebbe confutare questa tesi : Un'altra possibilità è una variante scoperta di recente, ora di proprietà privata di Hamburger XXXVVI, che in precedenza era di proprietà di danesi e svedesi. Potrebbe essere stato con uno degli scandinavi a Roma in quel momento.

Un insieme di circostanze non facile

La presenza di una o piu' opere di Koch alle pareti del Greco e' confermata da quanto scritto nel 1816 da Friedrich Heinrich von der Hagen

 

Abbiamo trovato cosi che il proprietario si chiamava effettivamente Giuseppe e che probabilmente era ancora a quanto dice Koch ancora proprietario del caffe' Greco nell'anno 1805

Abbiamo visto quindi Giuseppe Carnesecchi in quell'anno intento a comperare un quadro presumibilmente per il locale

Non ci e' difficile capire che la lettera del marzo 1797 di Morace era diretta a lui pur chiamato Giuseppe Carnesecca

Dobbiamo cominciare invece ad aver dei dubbi su quanto afferma il Pascarella anche perche' cio' che dice non e' suffragato da alcun documento

 

 

 

 

Un Carnesecchi negoziante di Roma morto suicida tra il primo gennaio e il 30 giugno 1812 compare nella "rassegna stampa" sottoposta a Napoleone Bonaparte

morte per suicidio che dovrebbe comparire nell'anagrafe napoleonica per la citta di Roma

libro : "La police secrète du Premier Empire, Bulletins quotidiens adressés par Savary à l'Empereur de janvier à juin 1812: Tome 4 " Edizione Francese di Nicole Gotteri (Autore) Editore CHAMPION 11 luglio 2000 a pagina 261

ISBN-10 : 274530335X ISBN-13 : 978-2745303356

 

Dal bollettino del 17 Aprile 1812 il 3 ( 3 aprile 1812 ) il sr Carnesecchi , negociant de Rome, 40 ans, s'est tue' d'un coupe de pistolet (joueur)

Si tratta quindi di un Carnesecchi romano rovinatosi col gioco ,e comunque nato intorno al 1772 ,

 

 

Resta da chiarire chi sia e quale posto genealogico occupi

(un ringraziamento per la pagina 261 alla biblioteca Beghi di La spezia)

 

 

L’Archivio di Stato di Roma conserva i seguenti fondi di stato civile: – Atti dello Stato Civile Napoleonico (1810-1814) : costituito da atti dello stato civile di Roma e del suo circondario, e da una piccola appendice di libri parrocchiali (1565- 1849) pervenuta all’Archivio di Stato insieme al resto del fondo.

 

Dal sito dell'Archivio di Stato di Roma : Lo Stato civile fu istituito con ordine della Consulta straordinaria degli stati romani del 2 ag. 1809 ed il suo funzionamento è descritto nel codice napoleonico (tit. II, cap.1, artt. 43 e 44). I registri in duplice copia dovevano essere chiusi e firmati alla fine di ogni anno dall' ufficiale di Stato civile. Entro un mese dalla loro chiusura i registri dovevano essere depositati il primo negli archivi del comune e l' altro presso la cancelleria del tribunale di prima istanza. Le procure e gli altri documenti allegati agli atti di Stato civile dovevano essere firmati dalla persona che li aveva prodotti e dall' ufficiale di Stato civile e poi dovevano essere depositati nella cancelleria del tribunale di prima istanza. Il 13 mag. 1814 il governo pontificio soppresse lo Stato civile ed ordinò di consegnare ai parroci tutte quelle scritture che, prima del periodo napoleonico, sarebbero state di competenza parrocchiale (atti di nascita, di morte, di matrimonio ed altro). L' archivio comprende gli atti di Stato civile di Roma e suo circondario e cioè: Allumiere, Anguillara (Anguillara Sabazia), Ardea, Bracciano, Campagnano (Campagnano di Roma), Canale e Monte Virginio (Canale Monterano), Castel Giuliano [1]. Castelnuovo di Porto, Ceri [2], Cerveteri, Civitavecchia, Colonna, Fiano (Fiano Romano), Formello, Frascati, Leprignano (Capena), Manziana, Marino, Mazzano (Mazzano Romano), Montecompatri, Monteporzio (Monte Porzio Catone), Morlupo, Oriolo (Oriolo Romano) [3], Pratica (Pratica di Mare) [4], Riano, Rocca Priora, Scrofano (Sacrofano), Tolfa, Trevignano (Trevignano Romano). In appendice al fondo sono collocati alcuni libri parrocchiali che coprono l' arco cronologico dal 1565 al 1849 e sono probabilmente pervenuti nell' Archivio di Stato di Roma insieme con gli atti di Stato civile.

consistenza 65 buste e registri

ARCHIVIO STATO ROMA ..............................STATO CIVILE NAPOLEONICO

Grazie al fondamentale aiuto dell'encomiabile dottoressa Paola Ferraris ho :

Il suicida e' Agostino Carnesecchi di anni quaranta , abitante a Roma via di CacciaBove( ???) num 5, marito di Maria Giuseppa Bagerini (??) di figlio di Giuseppe Carnesecchi abitante in via Condotti 82

la data del suicidio e' 2 aprile 1812 e non 3 aprile

Quindi Agostino e' figlio di Giuseppe il padrone del Caffe' Greco che nel 1812 era ancora vivo ( a questo punto era nato tra il 1740 ed il 1750 ed abitava in via Condotti 80

 

la busta 7 era quella giusta, e organizzata per date, benché pure per "Sezioni", e con parecchie lacune: nella "Sezione" principale, degli atti prodotti dal Maire, alla data del 3 aprile 1812, c'è l'atto di morte di Agostino Carnesecchi, con età e nomi dei genitori

 

 

I dati anagrafici napoleonici sono presenti ANCHE :

registri dello Archivio del Vicariato

 

 

un libro che aiuta a definire i confini delle parrocchie ed ad orientare nella scenta della parrocchia

confini delle varie parrocchie nel 1847

Sembra che nell'Archivio del Vicariato usino ancora una vecchia mappa disegnata negli anni 1950

 

Comunque via Cacciabove era una via della Roma papale vicina a Piazza Colonna , non so se fosse come possibile la sua residenza

 

 

 

 

 

 

Credo che piu' notizie potrebbero esser ricavate dalla letteratura d'arte straniera seguendo le tracce delle opere della collezione e non , come nel caso di Joseph Anton Koch che ci ha permesso di determinare la committenza e quindi ci ha dato indicazioni sulla proprieta'

 

 

 

 

 

 

1822 : TESTAMENTO DI GIOVANNI DI SERAFINO CARNESECCHI ABITANTE IN VIA CONDOTTI 73

 

 

Ancora una volta una traccia molto importante mi viene fornita dal dr CLAUDIO DE DOMINICIS che mi segnala in quel suo sito incredibilmente utile e stracolmo di informazioni per chiunque cerchi notizie genealogiche sulle famiglie romane ( ACCADEMIA MORONIANA ) la presenza di un prezioso elenco di testamenti da lui strutturato ad una ricerca per cognome

E dove compaiono anche dei Carnesecchi

compaiono due personaggi di cui ora andremo a parlare e che ritengo parenti del Giuseppe proprietario del Greco Giovanni il padre e Francesco Antonio uno dei figli di Giovanni

Giovanni Carnesecchi il cui testamento viene aperto a Roma il 17 gennaio 1822 ( La morte e' avvenuta il giorno stesso )

Il testamento fa parte dei 30 notai capitolini, successore Sacchi, CC (Curia Capitolina )

Volume X Claudio De Dominicis INDICE DEI TESTAMENTI ROMANI presso l’Archivio di Stato di Roma

 

decimo volume_De_Dominicis ...........................................................Accademia Moroniana : Indici testamenti X volume

 

 

 

All'archivio di Stato di Roma ho avuto l'aiuto del dr Angelo Restaino e della dressa Paola Ferraris

La gentile e competente dottoressa Ferraris dell'Archivio di Stato di Roma da la collocazione archivistica precisa e rintraccia

testamento di Giovanni Carnesecchi, in Trenta Notai Capitolini, uff. 4, vol. 602, alle carte 40r-42r,

Questo testamento e' fondamentale :

Giovanni abita a Roma in via Condotti 73 con la moglie Francesca Trali e i tre figli : Luigi , Francesco e Caterina ancora minore

Pare godere di buona agiatezza economica

La cosa importante e' che anche lui e' figlio di Serafino Carnesecchi ed e' quindi fratello di quel Mario fondatore dei Carnesecchi pugliesi che abbiamo trovato a Conversano nel 1782

Cioe' anche Giovanni proviene dalla famiglia di Frascati

non e' possibile stabilire per il momento dove sia nato e quando

Appartiene alla Parrocchia di San Lorenzo in Lucina dove dovrebbe comparire nel registro dei morti

 

 

Un poco per la rarita' del cognome a Roma e contemporaneamente per questo insistere su via Condotti sia di Giuseppe che di Giovanni mi viene da pensare che sia molto probabile una parentela stretta tra i due

Aggiungerei a Mario e a Giovanni come fratello questo Giuseppe

 

E' interessante notare come i fratelli di Serafino avevano nome : Giuseppe Maria ; Giovanni Battista; Giovan Pietro ;Piero; Antonio:

erano morti bambini i suoi fratelli : PierBenedetto; Benedetto; Gaetano

E come i suoi figli si chiamino : Giuseppe , Giovanni , Mario

 

Avevo detto :

"Fondamentale si rivelera' il nome del padre di Mario : Serafino

Ma merita di considerare anche che Mario a Monopoli sara' cuoco , aprendo alla considerazione che lo stesso Serafino fosse dedito alla ristorazione"

 

Eccoci ad aggiungere ad una possibile presunta vocazione familiare : Giuseppe e Giovanni

Ritengo che la famiglia di Serafino godesse di un certo benessere e potesse essere gia' legata alla ristorazione : cuoco (??)

Uno dei padrini al battesimo di Mario e' Augustino Bergantelli , possidente di Frascati

 

 

 

Quindi Giuseppe e Giovanni dovrebbero figurare dapprima negli Stati delle anime di Frascati poi negli Stati delle anime di San Lorenzo in Lucina ed infine nei registri dei morti di San Lorenzo in Lucina

Non sono riuscito a rintracciare gli elenchi dei registri religiosi di Frascati. In particolari gli stati delle anime ( perche' possiamo pensare Giovanni e Giuseppe nati altrove da Frascati )

Leggo dal dr Armando Guidoni pubblicato il10/10/2023 su https://www.controluce.it/

L’archivio vescovile e quello capitolare inizialmente furono distinti e situati in due diverse sedi in cattedrale. Quando l’archivio vescovile, a fine Ottocento o inizi del Novecento, fu collocato nel palazzo vescovile in piazza Paolo III, comprendeva numerosi documenti dalla metà del 1500 (1557). Durante la prima guerra mondiale, e col finire del 1919, il bibliofilo e libraio romano Giacomo Morgante ne compilava un preciso inventario. L’archivio fu nei decenni successivi, soggetto a ‘prelevamenti’ non autorizzati. L’archivio è ubicato nella stanza a pianterreno che probabilmente era stata la tipografia del Seminario al tempo dello Stuart e, dalla fine negli anni ’40 agli inizi ‘70 del Novecento, anche sede di un’associazione. Questa nuova ed ultima collocazione custodisce i documenti dell’archivio vescovile e il fondo della Cattedrale (già archivio capitolare), ma nel locale è stato trasferito (dal 2015) anche l’archivio del Movimento cattolico e dell’Azione Cattolica Tuscolana (Fondo ‘MC e AACT’, con documentazione dalla metà dell’Ottocento al 2000) e della Consulta dei laici (CDAL= Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, con documenti dal 1986).

 

..............il bibliofilo e libraio romano Giacomo Morgante ne compilava un preciso inventario.

 

 

 

Giuseppe credo sia nato intorno o poco dopo il 1740 e lo stesso Giovanni che potrebbe essere stato interessato in parte alla gestione del caffe'

E' possibile che Giuseppe abbia acquisito presto quell'attivita'

Dovrebbero esser utili gli stati delle anime della parrocchia di san Lorenzo in Lucina, cercando quando questi vennero ad abitare in via Condotti

 

 

COI DATI IN POSSESSO E' PRATICAMENTE CERTA LA FRATELLANZA TRA GIOVANNI E GIUSEPPE E L'ORIGINE FIORENTINA DEI DUE

ERANO DI QUELLA FAMIGLIA DI FRASCATI , CIOE' FIGLI DI SERAFINO DI GIOVANDOMENICO CARNESECCHI

 

 

 

Per stabilire l'inizio della proprieta' Carnesecchi occorrera' far ricorso agli stati delle anime , ma possiamo gia' dire che questo e' anteriore al 1795, e la ricerca potrebbe riservarci delle sorprese

PER ULTIMO;

Il caffe' nel 1805 secondo Koch ( che dice di aver dipinto per il padrone del caffe' Greco ) era ancora di proprieta' del Carnesecchi

Quindi buona parte del racconto di Cesare Pascarella per quegli anni e' evidente essere molto imprecisa

E addirittura bisogna capire se la vendita del caffe' al Salvioni debba addirittura posdatarsi all'evento tragico che sicuramente ha sconvolto la vita di Giuseppe cioe' il suicidio del figlio Agostino, nel 1812 probabilmente per debiti di gioco

La citazione di Maderno potrebbe aiutare a dirimere la questione

Rammentanto che Pascarella (Roma, 28 aprile 1858 – Roma, 8 maggio 1940) poeta e non storico, scriveva nel 1890 a ottanta anni dai fatti e su ricordi forse romanzati raccolti qui e la'

( Il Caffè Greco, letto dall’Autore nel 1890 a Padova nell’aula della Gran Guardia e a Firenze nella sala maggiore del Circolo artistico, )

 

 

seguiamo ancora cosa dice Pascarella nel 1890 ( ora pero' PONENDOCI QUALCHE DUBBIO perche' abbiamo visto che nel 1805 il caffe' era ancora di proprieta' di Giuseppe e lo era gia' da molto tempo ) :

by Cesare Pascarella

 

 

L'infanzia del Caffè non fu troppo lieta, e il suo babbo dopo di averlo tenuto PARECCHI ANNI, ricavandone non grandi utili, lo cedette A UN TAL CARNESECCHI, il quale, anche lui, dopo di averci speso molto e guadagnato poco, lo diede a un certo Salvioni.

 

 

.....Venuto nelle mani del Salvioni il Caffè, passando da un padrone all'altro, era anche passato dall'infanzia all'adolescenza : le vecchie vesti non s'addicevano più al suo nuovo stato, e il buon uomo lo fece ricoprire di pitture da un certo Maderno, e lo corredò di nuova mobilia. Tutto bene ; ma il povero Caffè anche così rinnovato e abbellito, seguitò a tirare innanzi la vita stentatamente come il suo padrone. Questi però non pensò mai di abbandonarlo. E di non averlo abbandonato non ebbe davvero a pentirsi; poiché coll'avanzar degli anni la bottega fondata dall'uomo di Levante, uscendo finalmente dall'adolescenza debole e malsicura ed entrando in una virilità gagliarda e prosperosa, seppe cosi ben ricompensare il suo padrone di Ponente da assicurargli, se non la ricchezza, un'agiatezza invidiabile.

La gratitudine, questa dolcissima catena i cui anelli una volta arrivavano perfino a stringere con legami di benevolenza un Caffè che riceveva un benefizio al padrone che glielo aveva fatto, chi me lo sa dire dove si trova più ai giorni nostri? La cosa da cui il Caffè Greco trasse i mezzi per poter rimunerare con buona moneta sonante il suo benefattore fu giusto appunto quella da cui tutta l'Europa ebbe tanti dolori: il Blocco continentale.

 

 

Le strade nelle quali si diletta di camminare la Provvidenza per assettare i cosi ed i casi di questo mondo, facendo quasi sempre il bene degli uni col male degli altri e viceversa, sono davvero incalcolabili ! Chi mai lo avrebbe pensato che essa per favorire l'umile bottega di via Condotti si sarebbe servita di Napoleone, dettandogli a Berlino, nel novembre del 1806, quel decreto dal quale egli doveva poi esser messo sulla via di Sant'Elena? Eppure fu cosi. Il decreto famoso, vietando ogni commercio ed ogni corrispondenza fra il Continente e le Isole Britanniche, fece salire i prezzi dei cosi detti generi coloniali a tale altezza che gli uomini più alti, anche rizzandosi sulle punte dei piedi, non arrivavano a toccarli : il caffè, quando se ne trovava, valeva uno scudo alla libbra, e i caffettieri romani non sapendo più quali cose mettere a bollire nelle cogome, invece dei semi della coffea arabica, ci mettevano i ceci, i fagiuoli e le castagne di Ciociaria.

Il Salvioni ebbe una idea felicissima da cui derivò la sua fortuna: rimpicciolì di un terzo la misura delle tazze che, ricolme della aromatica bevanda, nella sua bottega valevano allora due baiocchi e mezzo, e per cinque le offri ai suoi avventori ripiene di vero caffè. Più tardi, cessato il Blocco, il galantuomo tornò a riempire, sempre di caffè eccellente, per due baiocchi e mezzo le antiche tazze; gli avventori vecchi non si mossero; i nuovi, chiamati in gran numero dalla sua idea felicissima, non se ne andarono, e la fama del Caffè Greco fu assicurata. E via via arricchitosi di nuove stanze, ornatesi di altre pitture e confortato da sempre maggior numero di frequentatori procedette sicuro e tranquillo senza mai più incontrare ostacoli sul suo cammino glorioso; e pur vedendo intorno a sé mutarsi e rimutarsi tante e tante parti della terra, salire e discendere dalla cattedra di S. Pietro tanti pontefici, apparire e sparire dalla scena del mondo tanti re e imperatori, sorgere e tramontare tante rinomanze e nascere e morire tanti suoi colleghi, il vecchio Caffè romano, in mezzo a cosi infinito, tumultuoso, tragico e comico avvicendarsi di uomini e di cose, se pur talvolta fu obbligato a cangiar padrone, non cangiò mai bandiera e rimase ognora un Caffe' onesto e morale.

 

http://www.tesoridiroma.net/letteratura/pascarella/caffe_greco_01.html

 

 

 

In realta' non c'e' discontinuita' tra la gestione Carnesecchi e la gestione Salvioni

Nel 1805 tutto era gia iniziato. Gli artisti stranieri frequentavano il caffe' e dall'estero lo conoscevano. Alcune opere d'arte erano gia' state acquistate o donate ed erano appese alle pareti...................

Ed il Salvioni altro non fa che proseguire sulla medesima strada

Questo escamotage di legare il successo alla tazzina di vero caffe' ha il sapore di favola

e in definitiva a ben pensarci quello della "tazzina di vero caffe'" ha una logica suggestiva ma veramente deficitaria , semplicistica , quasi miracolistica

 

Nella storia delle origini del caffe' fatta da Pascarella vi sono insomma diversi elementi incingrui.........................

Ma oramai fissatissi nella cultura romana

 

 

 

l'unico elemento di discontinuita' puo' essere collegato all'occupazione francese della citta'

 

by Almanacco di Roma a cura di Stefano Crivelli - 17 Maggio 2020

Il 17 Maggio del 1809 Napoleone decreta la fine del potere temporale dei Papi: Roma e il Lazio entrano a far parte dell’Impero Francese. Il Generale Miollis è Governatore di Roma.

Per capire meglio come si arriva a questa singolare “annessione” bisogna tornare indietro nel tempo, al 1804, quando Napoleone Bonaparte viene incoronato Imperatore della Francia da Papa Pio VII. Da allora i rapporti tra lo Stato Pontificio ed il nuovo Imperatore diventano però sempre più difficili. Nel 1805 le Romagne e i territori delle Marche vengono incorporati nel Regno Italico, del quale il Bonaparte stesso è Sovrano. Dal febbraio 1808 Roma viene occupata dalle truppe Francesi.

Il 17 Maggio del 1809 la bandiera tricolore di Francia viene innalzata su Castel Sant’Angelo. Il Papa è costretto a lasciare la città, diventando di fatto prigioniero dei Francesi. Vi farà ritorno solo nel 1814 a seguito della disfatta Napoleonica.

 

 

 

 

Le opere contenute nelle nove sale sono state analizzate e catalogate in un volume realizzato nel 1989 a cura della storica dell’arte Tamara Felicitas Hufschmidt e del giornalista Livio Jannattoni, facente parte del circolo letterario “Club dei Romanisti” che, al Caffè Greco, teneva i suoi incontri settimanali

Leggendo :

E' di un evidenza quasi sconcertante ( perche' ci si domanda come sia potuta sfuggire a chi si e' occupato del caffe' ) come tutto sia iniziato ben prima del 1805 )

Altrettanto evidente come ci sia stata una vendita di quadri ed un ricambio intorno agli anni 20 dell'Ottocento

 

scrive Friedrich Heinrich von der Hagen nel 1816

....da molto tempo e' stato scelto dai Tedeschi come loro particolare sede, anche perche' soltanto una panca , vicina alla porta, e' stata in esso riservata ai non fumatori. Alle pareti erano appesi alcuni paesaggi di REINHART, RODHEN e KOCH, ma, causa il denso fumo , non si riuscivano a scorgere

 

ECCO QUINDI KOCH SECONDO QUESTA TESTIMONIANZA ANCORA PRESENTE SULLE PARETI DEL GRECO NEL 1816 !

 

 

 

Alcune opere attualmente presenti databili prima del 1805 ( ne elenco una decina tratte dal libro di Tamara Felicitas Hufschmidt ) :

 

Angelica Kauffmann,

nata in Svizzera nel 1741. Giovanissima, gira l’Italia col padre e ben presto viene apprezzata per il suo talento artistico. Per quindici anni vive a Londra e diventa socia della Royal Academy, per poi tornare a Roma e stabilirsi in via Sistina, sino alla data della sua morte nel 1805. Amica di Marianna Dionigi e di Goethe, il suo studio era un noto salotto artistico e la Kauffman raggiunge l’apice della notorietà internazionale. Si trovano suoi quadri nella Galleria degli Uffizi, al Metropolitan Museum di New York, al Victoria and Albert di Londra e… nella sala Gubinelli dell’Antico Caffè Greco di Roma, dove si può ammirare il piccolo ma splendido olio su tela “Orfeo ed Euridice

 

 

“Che seccatura!” è il titolo di un disegno a matita dei primi dell’ottocento esposto nell’Antico Caffè Greco di Roma e che ritrae un avventore, probabilmente un ecclesiastico, che è visibilmente infastidito da una venditrice di fiori.

 

 

Marianna Dionigi, col suo paesaggio del 1797 o le Cascate di Tivoli di Jakob Hackert, amico prediletto di Wolfgang Goethe.

 

 

 

................................................SEGUE....................................................

 

 

Insomma resta anche da capire e' come mai tra le opere presenti attualmente nel caffe' poche sembrano esser anteriori ad una certa data

Il via vai di artisti e' chiaro

l'acquisto del "Paesaggio eroico" sembra indicare una propensione all'acquisto di opere

E' possibile cercare possibili vendite ? come dovrebbe essere avvenuto per il "paesaggio eroico"

Questa e' un ulteriore strada di esplorazione nella storia del caffe'

La genesi delle opere attualmente presenti e la possibilita' abbiano sostituito opere prima presenti e poi finite all'estero o comunque vendute dai successivi proprietari

 

 

 

Sunto

 

 

Mi colpisce come i discendenti di Serafino siano in qualche modo tutti legati all'ambito della ristorazione

Cosi ho pensato,senza elementi concreti, anche che Serafino fosse cuoco.

avevo pensato che la sua venuta a Frascati fosse legata in qualche modo a Papa Corsini : Clemente XII

ma esaminando meglio la cosa

Lorenzo Corsini e' cardinale vescovo di Frascati; 17 novembre 1725 e lo e' fino alla elezione al Papato il 12 luglio 1730

Muore il 6 febbraio 1740

Serafino era del 1712 quindi alla morte del Papa Corsini aveva 27 28 anni e sua moglie e' definita "cesenatensis" e poi di Cesena

 

Nel battesimo di Mario nel 1752 figura come padrino delegato Agostino Bergantelli che era un benestante di Frascati

Ecco qualcosa che definisce Agostino Bergantelli nel 1777

 

 

Nel Catasto Gregoriano i figli di Agostino Bergantelli mi paiono aver a che fare col vino, cosi mi e' venuto anche il sospetto che Serafino avesse un commercio di vini e forse fosse in societa' col Bergantelli e che da questi mutuasse il nome Agostino suo nipote , figlio di Giuseppe

Ho pensato senza elementi concreti che anche Serafino commerciasse in vino

 

 

Famiglia di servitori oppure famiglia benestante con delle conoscenze gia' abbastanza radicate nel 1752 quando sono a Frascati e nasce Mario ?????

Non e' detto poi che Serafino non possa essere messo in relazione col caffe' Greco

 

 

Il caffe' Greco deve avere avuto il tempo di consolidare il suo nome in relazione quasi sicuramente ad un primo proprietario levantino

poi :

Serafino nasce con certezza nel 1712 ( registro 79 dei battesimi del Duomo di Firenze ), nel 1740 ha 28 anni

Mario di Serafino ( che si sposta a Monopoli e si sposa a Conversano ) e' con certezza nato nel 1752 ( battesimo a Frascati )

Ho ipotizzato che Giuseppe ( e' vivo nel 1812 ) e Giovanni di Serafino ( muore nel 1822 ) fossero nati negli anni 1740 -1750 ( e non e' detto a Frascati ) e fossero entrati in proprieta' del caffe' nell'intervallo 1770 -80 o poco prima del 1770

Agostino figlio suicida di Giuseppe ( viene specificato che era un giocatore ) ha circa 40 anni nel 1812 . quindi nato intorno al 1772

Giovanni ha 3 figli nel 1822 quando muore Sono Luigi, Francesco Antonio ,Caterina

Vedremo. Nel censimento londinese del 1841 figura un William che non sono riuscito a collocare genealogicamente di 65 anni ( circa 1780 ) nel nucleo familiare di Francesco Antonio di Giovanni ( le date appaiono pero' grossolane ) che potrebbe essere il fratello Luigi con nome mal compreso o un fratello di Giovanni

Pistrucci parla della presenza a Londra del fratello di Francesco ! nel qual caso William=Luigi , Luigi sarebbe molto piu' vecchio di Francesco e nato appunto intorno al 1780

Vedremo. Francesco nascere infatti circa nel 1796 , poi c'e' ancora Caterina di Giovanni che nel 1822 e' ancora minore

Che mi fa pensare Giovanni piu' giovane di Giuseppe

 

 

le abitazioni e gli immobili in possesso dei nostri come ora risultano, sono :

via Condotti 73 che direi sicuramente di proprieta' visto che passa in eredita'

 

 

 

 

Per la competenza e la gentilezza del dr Valentino Marcon : UN PASSO AVANTI il 21 aprile 2024

 

Dall’Archivio storico Diocesano di Frascati. (a cura di V.MARCON)

 

Con una più approfondita ricerca, sono riuscito a trovare altri riferimenti ai Carnesecchi.

La famiglia Carnesecca/Carnesecchi, secondo lo ‘status animarum’, risulta abitare in Frascati dal 1752 al 1754 e, anche se nell’atto di battesimo di Anna Maddalena Carnesecca, risulta la data del 1755, nello status animarum di quell’anno non risulta più la famiglia residente a Frascati Abitava nella ‘Villa dell’Eccellentissimo principe de Comitibus, quasi certamente la Villa Boncompagni, che erano duchi di Sora. Infatti la Villa in seguito verrà denominata ‘Villa Sora’ e poi acquistata dai salesiani nel 1900. In questa Villa probabilmente i Carnesecchi vi lavoravano (inizialmente con un’altra famiglia che risulta abitarvi). Forse erano inservienti, giardinieri o cosa(?). Questa la sequenza delle presenze:

 

 

1752 Serafino ha 40 anni, la moglie 28, il figlio Giuseppe 9, la figlia Andreana 2, e l’altro figlio Mario, ‘infans’, perché nato da poco).

 

 

 

N.B. Dal 1755, non risultano più abitare in Frascati, anche se in questo anno risulta il battesimo di Anna Maddalena Rosa.

Tuscolo (Frascati). (Liber Baptizatorum 1746-1756 p.163).

Anna Rosa Maddalena, nata il 29 ottobre del 1755 e battezzata il 30. Figlia di Serafino Carneseccha (figlio del fu Giovanni Domenico da Firenze, e Maria Caterina Montanari figlia di Anacleto da Cesena, incolae (abitanti) a Tuscolo (Frascati).

 

Si noti come le registrazioni dei parroci (registri e status animarum) non sempre risultino precisi e si trasformino nel passare del tempo. Ad esempio la moglie di Carnesecchi, di cognome Montanari, poi si scriverà ‘Bontanari’! La famiglia di Carnesecchi era composta dal marito Serafino, dalla moglie M. Caterina Montanari (o Bontanari), il figlio Giuseppe, la figlia Andreana, l’altro figlio Mario, quindi nascerà Anna Maddalena Rosa.

by dr VALENTINO MARCON

 

dr Valentino Marcon , grande esperto della Diocesi tuscolana , autore anche di :

L'archivio storico diocesano di Frascati

Per la storia della chiesa tuscolana. La diocesi di Frascati

Storia del movimento lavoratori di Azione Cattolica

 

ilmamilio.it - 20 Novembre 2023 -contenuto esclusivo Valentino Marcon, storico cattolico tuscolano, è tra gli studiosi più appassionati ed attenti che il nostro territorio possa vantare. In queste ultime settimane, Marcon ha dato alle stampe un nuovo testo, incentrato sulla storia della diocesi tuscolana.........................

https://www.ilmamilio.it/c/news/58470-duemila-anni-di-chiesa-tuscolana-nell-ultimo-libro-di-valentino-marcon.html

 

 

In definitiva

abbiamo la conferma documentale ( dopo quella deduttiva ) che anche Giuseppe fosse figlio di Serafino di Giovan Domenico e di Caterina Montanari

I Carnesecchi paiono comparire a Frascati nel 1751 dopo la stesura dello stato delle anime di quell'anno.

Nel 1752 subito nasce Mario e paiono esser considerati gia' residenti

il battesimo ad ottobre 1755 in cui sono definiti ancora abitanti e la mancata presenza nello stato delle anime di quell'anno paiono parlare di una presenza in bilico dove la partoriente e' presente a Frascati forse solo per avere assistenza nel suo stato da persona amica

 

 

l'eta' dichiarata nello Stato delle anime coincide perfettamente con i dati di battesimo a Firenze nel 1712, che fa pensare ad un minimo di istruzione e all'attendibilita' delle eta' dichiarate

Da non trascurare l'ipotesi fatta che Serafino fosse un cuoco

 

 

Altre cose importanti che emergono con questi nuovi elementi:

Il cognome si e' decisamente vulgarizzato rispetto al battesimo di Mario dall'originario CARNESECCHI a CARNESECCA

( Dove i padrini di Mario parevano personaggi interessanti , da valutare con attenzione per avere un quadro dell'ambito sociale in cui collocare Serafino )

 

Giuseppe e' il figlio maschio piu' anziano : era nato circa nel 1742-43 ( come immaginavo )

il trasferimento della famiglia avviene intorno al 1755 altrove da Frascati ( probabilmente a Roma )

Quando Mario nel 1782 si sposa a Conversano di Bari ( archivio antico bruciato ) intende quindi non di abitare a Frascati ma di essere ivi nato

Il fatto che Giovanni nel 1755 non era ancora nato ( come non immaginavo ) e quindi era il fratello piu' giovane

 

 

conclusioni :

Il caffe' Greco deve avere avuto bisogno di un periodo d'incubazione levantina per conservare quel nome

E' possibile la presenza di Serafino a Roma gia' durante il 1755

Giovanni e' nato quindi probabilmente a Roma

Giuseppe il futuro padrone del Greco nel 1755 aveva 13 anni

che rende possibile che nel 1767 o prima fosse gia' proprietario del Greco

o anche che lo stesso Serafino fosse stato coinvolto nella proprieta' del caffe' Greco

Il fatto che Giuseppe e Giovanni in via Condotti vivano vicini , fa pensare ad una famiglia abbastanza unita

la prossima tappa e' l'esame degli Stati delle anime di San Lorenzo in Lucina a Roma dal 1755 in poi, a intervalli per via Condotti

e l'esame degli Stati delle anime di Sant’Andrea delle Fratte a Roma dal 1755 in poi, a intervalli per piazza Mignanelli

 

anno 1796 per verificare come sono censiti sapendo della presenza di Giuseppe ( al num 82 ) e di Giovanni (al num 73)

anno 1756 per verificare se gia presenti

anno 1772 per verificare se gia' presenti

a salire fino a verificarne la presenza ,poi tornando indietro fino a stabilire l'inizio della presenza dei Carnesecchi ( CARNESECCA ) nella via

fotografie

Tenendo conto che per essere chiamato Greco deve essere rimastoin proprieta' di un levantino per un consistente lasso di tempo

 

 

 

 

 

 

 

 

La storia di questa famiglia continua

Incontriamo a far vita in via Condotti quasi accanto al caffe' : Francesco Antonio Carnesecchi uno dei due figli maschi di Giovanni

Francesco e' possibile abbia respirato l'atmosfera del caffe' Greco , e questa abbia condizionato le sue scelte di vita

 

Una sua collezione di intagli e' conservata al Metropolitan Museum of Art di New York

Impressions of intaglios after the statuary of Canova and Thorvaldsen

Ma la letteratura italiana e straniera non ha notizie su di lui. Questa ricerca colma una lacuna

 

 

 

Nel caso dei Carnesecchi possiamo distinguere tre onde di immigrazione

Una cinquecentesca al tempo dei Papi medicei che non vedra' alcuno stanziamento

Una prima di Roma capitale legato solo alla presenza della famiglia di Serafino a Frascati e quindi a Roma

Una post Roma capitale con Roma centro politico della Nazione e di interessi economici vari che vedra' convergere a Roma Carnesecchi con provenienze diverse

 

Nelle prime decadi del 1800 troviamo a Roma e sempre in via Condotti ( il caffe' greco e' attualmente al numero civico 86 ) un negozio d'arte al num 74 ed un immobile da affittare al 73 di proprieta' di un Francesco Carnesecchi di Giovanni , mercante d'arte internazionale, orafo e incisore di gemme, autore di alcuni pregevoli manufatti , degni di un posto nei musei statunitensi , di cui parleremo ora (col sospetto possa trattarsi di un parente stretto del caffettiere del Greco )

 

 

SUCCESSIVAMENTE SOLO VERSO LA FINE DELL'OTTOCENTO RICOMPARIRANNO A ROMA I CARNESECCHI PROVENIENTI DALLA PUGLIA

DA ESAMINARE QUINDI CON MOLTA ATTENZIONE I BATTESIMI DI FRASCATI , CONSIDERANDO CHE TUTTI I CARNESECCHI LAZIALI POSSANO AVER QUI ORIGINE

 

 

FRANCESCO O MEGLIO FRANCESCO ANTONIO CARNESECCHI DI ROMA

OREFICE ED INCISORE DI GEMME

MERCANTE D'ARTE INTERNAZIONALE DI UNA CERTA LEVATURA

UNA STORIA MOLTO MODERNA

 

 

La storia di Francesco Antonio Carnesecchi pare piu' che una storia ottocentesca una storia dei nostri tempi

un uomo di successo , con una vena artistica di sottofondo che portera' alcune sue opere ad avere un valore museale, ma principalmente un mercante di oggetti d'arte a livello europeo

 

 

un ringraziamento per un aiuto importante agli amministratori del sito di ricerca genealogica

https://www.tuttogenealogia.it/ ...........................ottimo sito di ricerca genealogica

 

aiuto che e' servito a puntualizzare meglio diversi episodi

vedi anche :

ULTERIORI DATI SULLA VITA DI FRANCESCO

 

 

Di Francesco Antonio o meglio di Francesco come si firmava non conosco l'atto di battesimo

nasce comunque da Giovanni Carnesecchi ( John ) mercante tra il 1796 e il 1797 . Giovanni che abbiamo visto esser figlio del fiorentino Serafino di Giovandomenico di Piero

due documenti testimoniano dell'anno di nascita :

 

questo viaggio per nave da Genova a Livorno del 12/2/1834

Cognome: CARNESECCHI Nome: FRANCESCO Sesso: M

Età alla registrazione: 37

Luogo di nascita: non specificato

Luogo di destinazione: Livorno

Nome dell'imbarcazione: Francesco I

Fonte:Archivio di Stato di Genova. Liste di imbarco tratte dai Registri di Sanità Marittima.

 

Ed il suo matrimonio avvenuto a Londra da cui conosciamo anche il nome del padre

 

Dobbiamo pensare che la sua vocazione artistica nasca col contatto con il clima del caffe' Greco

Non so quando il caffe' passo' di mano effettivamente dai Carnesecchi al Salvioni ma e' pensabile che il giovane Francesco continuasse ad aver contatti

 

la prima traccia della sua attivita' e' in queti gessi intagliati

pare siano datati al 1820 , e comunque se ne puo' ipotizzare una datazione quasi coincidente

 

GESSI INTAGLIATI RIPRODUCENTI OPERE D'ARTE ( segnalati dalla redattrice di CAMEO TIMES )

 

descrizione

ATTRIBUTED TO FRANCESCO CARNESECCHI, A BOOK OF 'GRAND TOUR' PLASTER INTAGLIOS

DATED 1820

After sculptural models by Canova and Thorvaldsen, the plaster impronte with original list written in an old hand

the box 33 x 21.5cm

Provenance: The Simon Neal Collection

These impressions of intaglios in a marbleised box, are after the most famous works by the great neoclassical sculptors Antonio Canova (1757 - 1822) Berthel Thorvaldsen (1770 - 1844). Another, almost identical, example by Carnesecchi is in the collection of the Metropolitan Museum of Art, New York (1992.405.1-.35), which forms the basis of this attribution.

Qui il Canova figura come ancora in vita

E Canova muore nel 1822

 

Si possono fare anche considerazioni sui titoli anche se la mancanza puo' essere dovuta ad un episodica lacuna di deferenza

Antonio Canova viene nominato marchese di Ischia nel 1816

in questa raccolta non viene chiamato con alcun titolo

Nel 1816 esistevano due Ischia e potevano esser confuse tra di loro : il comune nell'isola e un omonimo comune nel Lazio che solo nel 1872 inizio' a chiamarsi Ischia di Castro

Papa Pio VII come ricompensa per aver riportato in Italia opere trafugate per conto di Napoleone, conferi ad Antonio Canova nel 1816 il titolo di Marchese di Ischia ( dove Ischia era quella laziale )

 

Thorvaldsen

anno 1826 Cavaliere dell'Ordine del Moro (Stato Pontificio)

anno 1842 Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite (classe di pace)

 

sicuramente questa collezione e' precedente alla collezione del Metropolitan Museum of Art, di New York dove Canova e' "il fu marchese" e Thorvaldsen e' "cavaliere"

Auctioneer's estimate 600 GBP - 800 GBP Additional fees apply 36.00% Inc.VAT/sales tax

 

Nel 1820 FRANCESCO ha circa 23/ 24 ANNI

Suo padre morira' nel 1822 come abbiamo visto : lasciando eredi lui e suo fratello Luigi ( la sorella Caterina dovrebbe essersi fatta poi monaca )

 

 

 

 

Dopo ho di lui e' questo documento del 1830 ,in cui lo vediamo gia' assestato in un laboratorio suo in via Condotti a Roma

Ecco l'annuario del 1830 in cui lo troviamo col negozio in via Condotti al num 74

 

 

INGHILTERRA E FRANCIA

 

Nel 1829 ho questa notizia della sua presenza a Londra per la vendita di cammei e' il primo segnale che ho trovato di un estensione dei suoi affari all'Europa

 

Storia dei Carnesecchi 1 .............................The british newspaper archive

 

 

 

Interessante questo viaggio di ritorno per nave da Genova a Livorno del 12/2/1834

 

Cognome: CARNESECCHI Nome: FRANCESCO Sesso: M

Età alla registrazione: 37

Luogo di nascita: non specificato

Luogo di destinazione: Livorno

Nome dell'imbarcazione: Francesco I

Fonte:Archivio di Stato di Genova. Liste di imbarco tratte dai Registri di Sanità Marittima.

 

 

Gia' almeno dal 1829 Francesco pone una sua base in Inghilterra. Nel 1836 gli nascera' una figlia Fanny ( Francesca) da Ellen che ancora non ha sposato

Pare avere una vita commercialmente complicata tra Italia , Francia e Inghilterra. Sempre in movimento da un luogo all'altro

 

 

Nel 1839 pare godere di una certa agiatezza

Infatti nel 1839 Annibale Taddei autore de Manuale di notizie riguardanti le scienze, arti e mestieri dice : Carnesecchi Francesco , negoziante di cammei, mosaici ed altri oggetti di belle arti ,via Condotti n 74 . Lo posiziona anche in via Condotti 73 e in piazza Mignanelli num 5 con appartamenti da locare quindi con un piccolo patrimonio immobiliare

Quindi almeno dal 1830 ha il negozio di cammei ed oggetti d'arte in via condotti 74. Nel 1839 possiede anche degli appartamenti da affittare in via Condotti 73 e in piazza Mignanelli 5 !!!! Pur avendo la famiglia a Londra

 

Nel 1862 in via Condotti al num 73 e 74 comparira' un negozio di oggetti d'arte possesso dell'artista BENEDETTO BOSCHETTI

 

Francesco e' a quarantatre anni nel pieno del suo successo commerciale e quindi niente ci permette di dedurre da quanto tempo possedesse questi immobili

Da da pensare comunque il posizionamento del negozio di orefice in via Condotti

 

 

Nel 1841 in un censimento in Inghilterra troviamo Ellen e Fanny Carnesecchi in casa Portch con la presenza di un Guglielmo Carnesecchi

 

Sul sito di Family Search

Fanny 5 anni nata nel 1836

Ellen 40 anni nata nel 1801 ma piu' probabilmente 30 anni

William =Guglielmo Carnesecchi nato circa nel 1776

Qui si fa fatica senza ulteriori dati a districare la faccenda.

Sappiamo che Giovanni e' padre di Francesco Antonio di un Luigi e di una Caterina e non e' padre di nessun William. Quindi a meno di un errore di questo censimento londinese siamo in presenza di un parente del padre

il Pistrucci nel 1842 parla della presenza a Londra del fratello di Francesco ,non della presenza di un fratello del padre

 

 

Filippo Pistrucci figlio di Benedetto da Londra spiega nel 1842 a suo fratello Camillo a Roma, i movimenti del flusso di oggetti d'arte tra Roma e l'Inghilterra e di materie prime tra Inghilterra e Roma

E parla di un fratello di Francesco " Carnesecca" e del lavoro che sta facendo in Inghilterra per acquistare conchiglie da cammeo per il fratello

Sappiamo che William = Guglielmo non e' il nome del fratello di Francesco che si chiama invece Luigi

 

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Benedetto Pistrucci incisore

Benedetto Pistrucci incisore

 

Benedetto Pistrucci (Roma, 29 maggio 1783 – Windsor, 16 settembre 1855) è stato un medaglista italiano, incisore di gemme, cammei, monete e medaglie. Si recò a Londra nel 1815 ed incominciò a lavorare alla Royal Mint, la zecca britannica, come incisore. Qui il suo lavoro più famoso è stato la rappresentazione di San Giorgio ed il drago che è usata nel rovescio della sovrana d'oro e della corona dal 1817 fino ad ora.

Pistrucci ha anche inciso i conii di molte altre monete, medaglie e medaglioni, tra cui la famosa Waterloo Medal (Medaglia di Waterloo), che lo ha impegnato per più di trenta anni.

Pistrucci non volle copiare il lavoro di altri artisti ed incisori e volle sempre creare lavori originali. A causa della sua origine italiana non gli fu mai riconosciuto il ruolo di incisore capo della Royal Mint, e ci furono rivalità con gli altri incisori tra cui i Wyon

 

 

 

Nel 1842 dovrebbe esser presente in Francia dove e' interessato nell'acquisto di una serie di bronzi da spedire a Londra

 

 

 

 

 

Finalmente nel 1843 consolida il rapporto con Ellen

Sul sito di Family Search compare la fede del matrimonio londinese cosi descritta :

"England and Wales Marriage Registration Index, 1837-2005," database, FamilySearch ------citing 1842, quarter 3, vol. 1, p. 167, Marylebone, London, England, General Register Office, Southport, England.

ANNO 1842 Francesco Carnesecchi celibe e mercante di anni 49 figlio di Giovanni (John ) mercante ( che qui pare vivente ma che sappiamo morto nel 1822 ) si sposa nel settembre 1842 a Marylebone London con la 33nne Ellen figlia di James Whelan

 

 

ove si leggesse sul documento, come a me pare di leggere, 1843 anziche 1842 e un eta' di 47 anziche' 49 l'anno di nascita tornerebbe al 1796

Interessante la firma di Francesco che ritroviamo nel retro dei cammei con la R abbastanza particolare

 

 

Francesco Carnesecchi , si dichiara al momento del matrimonio celibe avendo pero' gia' una figlia dalla donna che stava sposando : Fanny o Francesca nata nel 1836

Londra fino a questo momento pare essere il centro della sua vita sentimentale e commerciale

 

Nel 1845 la coppia invece vive certamente a Parigi dove nasce loro una seconda figlia Maria (Parigi 29 agosto 1845--Parigi 16 ottobre 1846 )

 

 

 

E' possibile quindi uno spostamento del centro di interessi verso Parigi gia dal 1845

 

Nel 1851 dalla Francia giunge un' accusa che lascia presupporre qualcosa di piu' vasto per la sua attivita'

 

 

ANNO 1851 UN ACCUSA FRANCESE A FRANCESCO CARNESECCHI

QUALI SONO I REALI RISVOLTI DI QUESTA ACCUSA ?

Benedetto Pistrucci dira' nel 1842 che Francesco Carnesecchi sta facendo incetta di conchiglie tramite il fratello : per farne che cosa ?

E' possibile abbia ingaggiato artigiani in Francia e Inghilterra a lavorare per lui ?

 

 

 

non e' facile capire che cosa si vuole dire nell'articolo dove e' accusato di aver dato un colpo mortale alle esportazioni romane

Forse l'accusa e' di introduzione sul mercato di oggetti stranieri a buon mercato che abbassavano i prezzi facendo una concorrenza sleale alla produzione romana di piu' alta qualita' e quindi assai piu' costosa

 

 

A 18 anni il 4 novembre 1854 Fanny Carnesecchi a Londra sposa Jean Leon Kowalski di religione protestante

E' probabile che ambedue gli sposi abitassero a Parigi , e che il matrimonio venisse celebrato a Londra per avere vicino i parenti inglesi della madre di Fanny

Fanny il 3 settembre 1855 ha a Parigi un figlio Antoine Edouard Kowalsky ( registri della chiesa protestante ) poi il 26 gennaio 1858 Helene Marie Kowalski sempre a Parigi

Probabilmente e' questo legame che rafforza la societa' e la fiducia tra Francesco Carnesecchi e Eduard Kowalski

Da Parigi successivamente Fanny si spostera' a Roma dove morira' nel 1906 . Il 26 giugno 1906 infatti muore a Roma Francesca (Fanny ) Carnesecchi moglie di Giovanni Leone Kowalski e figlia di Francesco Carnesecchi ed Ellen Wilden ( il cognome straniero di Ellen e' storpiato )

Quindi anche Fanny sara' poi presente a Roma

Il centro familiare pare in questo momento e dalla nascita di Maria essere Parigi

 

Nel giugno 1856 in Inghilterra a Marylebone, London (Londra), muore Ellen

 

 

( Molto interessante la presenza di un o una Carnesecchi per ora sconosciuto a Roma come fabbricante di mosaici : CARNESECHI A. --- suppongo Angela Carnesecchi )

 

Nel 1857 da questo documentto sappiamo che Francesco e' sicuramente ancora domiciliato a Parigi

truffato da un cittadino inglese TURNER ; tenta invano di aver giustizia nel luogo della truffa : il Belgio

Si parla di 6.000 franchi

 

 

PRIMO PROCESSO

 

anche nell'appello del 1858 il tribunale belga si dichiara incompetente

 

SECONDO PROCESSO

 

 

Successivamente questa traccia a Parigi nel 1859 in rue Meslay 56

Compare anche Kowalski con cui era imparentato tramite il matrimonio di Fanny

Qui condivide una bottega con altri commercianti :

Kowalasky mosaiques o meglio Kowalsky ( che vedremo poi in societa' con Francesco a Roma )

Chenaillier orefice

ed altri due tra cui il proprietario del fondo

 

 

Una traccia a Nizza di un luogo di vendita pomposamente chiamato " Museo Carnesecchi"

 

 

Nel 1862 lo troviamo trasferito in un fondo sempre in rue Meslay al numero 47

 

 

 

Aprira' infine un negozio a Parigi in boulevard des italiens.

In una data imprecisata spostera' il negozio romano in via Condotti 3 e 4

 

 

Il 4 novembre 1854 si era sposata a Londra sua figlia Francesca=Fanny

Francesco Antonio testa a Roma in data 3 Agosto 1855

Il testamento fa parte dei 30 notai capitolini, successore Valentini

Debbo questa importante segnalazione al dr Claudio De Dominicis riportata anche sul Sito ACCADEMIA MORONIANA

 

Francesco Antonio fa testamento a Roma e lo consegna in data 3 Agosto 1855

Il testamento fa parte dei 30 notai capitolini, successore Valentini

La dressa Paola Ferraris mi dice : il testamento di Francesco Antonio, che Lei indica come solo "consegnato" alla data del 3 agosto 1855, non si trova nel volume dell'anno, sempre dell'uff. 4: me lo aspettavo, perché tutti i testamenti sono inseriti in volumi solo se aperti. Quindi mi servirebbe la data della morte del testatore, sperando che l'apertura ci sia stata e tempestiva, comunque cercherei in più volumi.

 

 

E tra il 1857 e il 1860 Francesco pare scegliere nuovamente Roma come centro operativo col negozio in via Condotti al numero 3

Piu' probabilmente il ritorno a Roma e' da collocarsi intorno al 1860

A questo punto dovrebbe avere 63-64 anni

Interessante questa cartolina con veduta di Trinita' dei Monti e piazza di Spagna con lo sbocco su via Condotti e l'immagine del suo negozio nel 1857-1860 all'inizio della via

tratta dal sito del sig Fanelli

 

Piazza di Spagna ....................del sig. Fanelli (2014) e del sig Andrea Sciolari

 

In seguito Francesco si allarghera' occupando anche l'adiacente num 4

 

 

 

 

 

La posizione politica filopapale e ruolo politico

 

... Carnesecchi , che ha viaggiato alcuni anni come negoziante di belle arti , è conosciuto per le sue truffe e pe ' suoi rapporti con Nardoni , Strinati ed altri di questa risma con cui si riunisce sovente in casa di un tal Stefano Rei ..

 

Nardoni e Strinati, Pancaldi , Valentini erano ufficiali della Gendarmeria papale

 

 

 

ANNO 1865 : ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI DUBLINO

 

 

La manifestazione di Dublino vede la partecipazione di molti artigiani dello Stato pontificio

Nell'elenco degli oggetti presentati da Kowalski-Carnesecchi compare una colonna di marmo rosso antico che potrebbe essere simile a quella esposta a Parigi l'anno successivo

Gli esiti della manifestazione sono assai lusinghieri : medaglia per dei vasi di rosso antico

Romalsky e' chiaramente un errore per Kowalski

 

 

Esposizione internazionale di Dublino

 

 

 

 

 

 

Da questa pubblicita' del 1866 si puo' vedere che l'attivita' di vendita di oggetti artistici si e' estesa occupando anche il civico num 4 di via Condotti a Roma e mantiene la presenza a Parigi con un locale in boulevard des Italiens al num 58

 

 

 

ANNO 1867 : GRANDE ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PARIGI

 

Nell'elenco generale ragionato di tutti gli oggetti inviati alla grande esposizione internazionale di Parigi nell'anno 1867 dal Governo Pontificio figura :

Una colonna di marmo rosso antico massiccio ornata di figure e di bronzo dorato bassorilievi ecc.....alta metri 2,50 ,larga metri 0,63

di Francesco Carnesecchi

 

 

La funzione di Eduard Kowalski ( non Romalski. non Kowalaschi ) a Roma nel 1869 ( Francesco ha ora 72 anni ) lo chiarisce questo estratto :

 

Infatti nella dichiarazione si esprime come farebbe un proprietario e l'autorita giudiziaria lo ritiene idoneo a rilasciarla

Eduard probabilmente e' un poco piu' giovane di Francesco

La parentela nata nel 1854 con il matrimonio di Jean Leon Kowalski ( evidentemente parente di Eduard ) e Fanny Carnesecchi ha probabilmente intensificato anche il rapporto commerciale

Nasce tra i due una sorta di societa'

Quindi Eduard e' prima socio e poi probabilmente il continuatore dell'attivita' ( mantenendo la stessa denominazione della ditta in "Francesco Carnesecchi" ) dopo il ritiro o la morte di Francesco ( anno 1872 ) ( andrebbe verificato con la camera di commercio ) sotto il logo Francesco Carnesecchi che infatti nel 1894 e' ancora esistente nello stesso luogo via Condotti 3

La presenza di Fanny a Roma fa pensare ad una continuazione a livello familiare dell'attivita'

 

quello che sembra essere un biglietto da visita dell'attivita'

 

 

 

 

 

 

l'amico dr Angelo Gravano Bardelli abilissimo nella consultazione degli archivi mi scrive infatti :

.......da una rapida ricerca sul sito Antenati - Archivio di Stato di Roma, i Carnesecchi ivi iscritti (1871-1911) sono pochissimi, ti segnalo quanto segue:

ROMA - indici decennali 1871-81 lettera C (foto 79) FRANCESCO fu GIOVANNI morto 1872, purtroppo non c'è il registro E relativo dei NATI; forse è l'orafo-incisore? che mi risulta ancora vivente nel 1867 quando una sua opera appare ad una mostra.

E' presumibile che Francesco sia morto a Roma centro della sua attivita'

in questo caso Angelo Gravano ha visto controllando le morti nei vari registri delle morti decenali a Roma troviamo che dal 1882 al 1911 non vi sono morti col cognome Carnesecchi

Quindi Francesco muore a Roma nel 1872 /P>

Cerchiamo comunque un ulteriore conferma per evitare che si tratti di un omonimo

 

 

 

Questo annuario del Regno d'Italia come detto registra l'attivita' di Francesco in Roma in via Condotti 3 ancora presente nel 1894

Ma e' praticamente sicuro ( Francesco e' nato nel 1796 o 97 ) che l'attivita' sia stata continuata sempre col medesimo nome ma con un altro gestore. Infatti Francesco nel 1894 avrebbe avuto circa 97 anni

Ed infatti ecco la conferma della morte di Francesco a Roma nella sua abitazione in via Mario de Fiori 42 ( con lui coabitano Fanny e il marito )

Fanny oltre a Edoardo e Elena ha avuto anche Leopoldo, Adele,Carlo e Bianca

Testamento aperto e pubblicato per gli atti del notaio Sarmiento in data 18 dicembre 1872

Stranamente il marirto di Fanny si dichiara Odoardo ----quindi aveva adottato il terzo nome

 

 

Difficilmente questo gestore e' il vecchio Eduard Kowalski anche lui ormai avanti con gli anni e probabile sia il giovane marito di Fanny ( ora Odoardo )

Il 26 giugno 1906 muore a Roma Francesca (Fanny ) Carnesecchi moglie e vedova di Giovanni Leone Kowalski e figlia di Francesco Carnesecchi ed Ellen Wilden (il cognome straniero di Ellen e' storpiato )

Ha 77 anni e risulta abitante a Roma in via del Babbuino 22

La denuncia di morte e' presentata dal nipote (?) Kowalski Edoardo di 21 anni e da Luigi Grifi (??) di 24 anni

Quindi anche Fanny era poi presente a Roma col marito e coi figli e la continuazione dell'attivita' e' probabilmente riconducibile a loro

 

 

E' interessantissimo vedere come il destino di tanti nostri personaggi s'incroci

Alcuni Carnesecchi di Bari nel frattempo trasferitisi a Roma, Ettore dei Carnesecchi Coppini di Milano presente temporaneamente a Roma, ........

 

 

 

 

 

Francesco era quindi nipote di quel Giuseppe Carnesecchi che abbiamo visto essere padrone del caffe' Greco

Forse cresciuto nel clima artistico-culturale del caffe'

La sua attivita' prevalente e' senza dubbio il commercio di oggetti d'arte , artista a scappatempo ma di alte capacita'

 

 

 

 

SUE OPERE ARTISTICHE

E' possibile fosse anche orefice e che talune montature in oro fossero sue creazioni .

Sembra avere un'attivita' frenetica sempre in giro per l'Europa a comperare e a vendere a partecipare a esposizioni e a mostre

 

 

ULTERIORI E SUCCESSIVE IMPRESSIONI IN GESSO

 

 

Queste altre impressioni su gesso , che sono chiaramente successive( ed infatti sono ipoteticamente datate 1822--1844 ), figurano invece nel museo Metropolitan di New York MET

Qui Canova e' descritto come il fu marchese Canova e quindi le impressioni sono pari o successive all'anno della sua morte

l'ipotesi di data e' quindi legata alla morte di Canova (fu marchese Canova ) e all'esistenza in vita di Thorvaldsen che mori nel 1844 )

il fatto che Thorvaldsen sia titolato cavaliere dovrebbe restringere al 1826---1844

GESSI INTAGLIATI RIPRODUCENTI OPERE D'ARTE

inscription impressed in gold typeface on spine : CARNESECCHI / OPERE DI CANOVA e TORWALDSEN

 

 

ingrandite da Wikipedia

 

.......Metropolitan Museum of Art, New York ................... impressions of intaglios in a marbleised box

 

.......Metropolitan Museum of Art, New York ................... impressions of intaglios in a marbleised box

 

particolari ingranditi

 

 

 

 

da cui si puo' avere il riferimento via Condotti 74 per tentare un intervallo di datazione

 

 

Pensavo questo fosse una specie di campionario da mostrare ai clienti per la loro scelta ma la caporedattrice di CAMEO TIMES mi spiega :

There was a major fad for collecting engraved gem impressions in glass, plaster & 'sulphur'. James Tassie was wildly successful with his impressions in the 18th century: https://www.beazley.ox.ac.uk/gems/tassie/default.htm

Some other names are Paoletti & Amastini. Paoletti put together collections in boxes that looked like books. People had special cabinets with many shallow drawers to hold collections that could have thousands of pieces. For Francesco the impressions may have been 'bread & butter' merchandise, something for which there was always demand.

The question is how was Francesco making his impressions? What was he taking impressions from? Tassie took impressions directly from engraved gems in important collections to make the molds used for the impressions in plaster, etc. Francesco's impressions are of things like the sculpture of Canova, which contemporary gem engravers translated into intaglios. It seems unlikely that Francesco had access to the work of people like Giovanni & Luigi Pichler or Nathaniel Marchant. What did he se for molds? Perhaps working with the impressions led Francesco to want to start making cameos himself.

 

A convex gem leaves a concave impression & many intaglios of antiquity are engraved on stones that were first cut en cabochon (a domed top & a flat bottom). However, gems from the neoclassical period & later typically have a flat face, so leave a flat impression. The sculptures of Canova & the reliefs of Thorvaldsen provided ready-made subjects for gem engravers of the 18th & 19th century. In turn, those gems were popular as impressions.

 

https://www.academia.edu/42059391/_La_fortuna_delle_scoperte_ercolanesi_e_pompeiane_e_la_manifattura_di_gemme_tra_XVIII_e_XIX_secolo_in_Cronache_Ercolanesi_46_2016_pp_217_224?email_work_card=view-paper

 

ROSARIA CIARDIELLOla fortuna delle scoperte ercolanesi e pompeiane e la manifattura di gemme....

 

 

SCOTT_MARCHAND............si parla anche di Francesco Carnesecchi

SCOTT_MARCHAND.............si parla anche di Francesco Carnesecchi

 

 

 

Francesco sembra avere attualmente un certo successo negli Stati Uniti ed in Inghilterra successo che non mi pare avere uguale rispondenza in Italia

Quasi tutti i cammei presentati nella pagina sono dovuti ad un esperta del settore che cura una sua pagina web e che ha fornito le fotografie e le informazioni relative: la capo redattrice di CameoTimes.com

Cameo Times< …CameoTimes.com è una pubblicazione Internet informativa sul tema dei cammei a New York

 

 

ecco uno dei cammei ( per la cortese segnalazione di CameoTimes.com ) che fa riferimento a Raffaello Sanzio e alla sua amante "la fornarina "cioe Margherita Luti

Illustra la passione dei due e un momento della creazione del famoso ritratto

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesco e' autore anche di questo cammeo

 

Late nineteenth century horned helmut shell cameo ‘Phoebus and the Hours, Preceded by Aurora’ in fine gold (18ct) frame with natural pearls and rubies decorating the snake heads, circa 1870. This cameo was carved by Carnasecchi and is signed on the back.

Horned Helmut shell cameo Size: 3 1/2 inches wide by 2 3/4 inches height

 

tratto da Guido Reni : L'Aurora

 

 

 

dal libro Caligola .La trasgressione al potere by Giuseppina Ghini 2015 pg 364

(C'è un errore tipografico : la pasta di vetro della collezione Paoletti elencata come Tomo VII, n. 15, è Tomo VIII, n. 15.)

 

 

 

FLORA, pietra dura. Foto per gentile concessione di CameoTimes.com

 

 

 

 

 

Le foto che seguono sono utilizzate invece per gentile concessione di Rosie Castle:

They are:

Hector's Farewell to his wife Andromache and son Astayanax before leaving to join the battle outside the walls of Troy

A head of the god Zeus/Jupiter/Jove/Giove

A 'jugate' cameo of Zeus & Hera/ Giove & Giunone/Jupiter & Juno with the 2 messengers of Zeus in the foreground: Hermes/Mercury/Mercurio and an eagle.

The reverse side of Zeus & Hera, showing Carnesecchi's signature.

All 3 cameos are cut in helmet shell.

 

 

 

 

 

 

 

una figura molto simile per non dire uguale con una montatura in oro diversa

In vendita su eBay a novembre 2018 : http://www.ebay.com/itm/202381618433

 

 

 

 

 

 

molto simili

 

 

 

 

 

 

 

Segnalata dalla caporedattrice di CAMEO TIMES questa opera molto bella

E' un'opera messa all'asta senza ne sia chiarito l'autore

L'occhio esperto della caporedattrice ha colto la mano di Francesco Carnesecchi , giudizio confermato dalla firma nel retro scovata nell'ingrandimento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In vendita su eBay a novembre 2018 : http://www.ebay.com/itm/253924417415

 

 

 

 

 

Foto per gentile concessione di tjrranch.

 

 

 

 

Gesù e la donna adultera (Vangelo di Giovanni, 7: 53-8: 11).

 

 

 

 

 

 

Europa , Zeus o toro bianco , Cupido

Giovanna Di Rosa, dal sito: SITO di Giovanna Di Rosa

 

 

 

in vendita su eBay

 

 

E' ancora la caporedattrice di CameoTimes.com a segnalarmi un'altra incisione di Francesco Carnesecchi

incisione ricavata prendendo come modello un quadro di Guido Reni : La Speranza

"La Speranza" , un quadro conservato a Roma nella chiesa di San Pietro in Vincoli e' un opera che specie a mezzo ottocento ha attirato l'attenzione di molti aspiranti artisti ed esistono decine di quadri che provano a riprodurlo

Inoltre esistono diverse stampe

 

 

stampa conservata nel Metropolitan museum of art

e' datata circa 1835--1881

Engraved by Giovanni Buonafede (Italian, born Rome 1816)

Intermediary draughtsman Giuseppe Ferretti (Italian, Rome 1814–1881 Rome)

 

Female personification of Hope looking up with hands held together and left shoulder exposed, in an oval frame, after Reni

la scritta sulla stampa ci dice che il quadro La Speranza era conservato a Roma nella Chiesa di San Pietro in Vincoli

 

l'amico GUIDO BULDRINI aggiunge un'ulteriore notizia utile alla datazione della stampa:

l'incisore Luigi Fabri è morto nel 1835 suo figlio Leopoldo Fabri, nato a Roma nel 1818 e ivi morto nel 1890 continuò le attività del padre, in via Capo le Case a Roma, in particolare quella del commercio di opere d'arte.

 

 

 

Paul Getty Museum di Los Angeles

 

 

 

E' stato pero' molto molto difficoltoso trovare l'originale nella chiesa di San Pietro in Vincoli

solo grazie alla tenacia dell'amico GUIDO BULDRINI e' stato possibile reperire un immagine dell'originale

 

 

L'opera del Reni come si puo' vedere e' estremamente difficoltosa da riprodurre

 

Ecco infine il cammeo di proprieta' della collezione di Cameo Times e attribuibile alla manifattura di Francesco Carnesecchi

 

 

 

 

 

 

 

Ancora non sfugge alla competenza e all'occhio esperto della caporedattrice di CameoTimes.com questo cammeo rappresentante una "mater dolorosa" in vendita su eBay

 

This auction is for Rare 14K Gold Antique Victorian MADONNA VIRGIN MARY Carved Shell Cameo Brooch Pendant

Dimensions: 1 7/8" by 1 5/8" 11.9 grams

 

 

 

 

 

 

 

 

Sempre segnalata dalla caporedattrice di CAMEO TIMES questa opera che rappresenta la musa della tragedia Melpomene ( proprieta' Annette Wagner )

 

 

 

 

Ed ancora sempre da CAMEO TIMES : The scene is Jove & Juno being served by Ganymede.

 

 

 

mi viene fatta notare la sigla "Scipio" sotto la firma Carnesecchi di cui al momento non conosco la motivazione

 

 

 

UNO SPLENDIDO CAMMEO E' STATO MESSO IN VENDITA SU E BAY

Luogo in cui si trovava il cammeo : Lymington GB

https://www.ebay.it/itm/265024618117?mkevt=1&mkcid=1&mkrid=724-53478-19255-0&campid=5338722076&toolid=10001

 

 

 

 

Hebe was the daughter of Zeus and known as the cupbearer - her responsibility was to offer the Gods and Goddesses of Mount Olympus nectar and ambrosia to keep them eternal young. Her successor was Ganymede and she is therefore often referred to as Ganymeda . The giant golden eagle (Aetos Dios) was the Zeus’ personal messenger and companion. Test as 15ct gold. 15ct was a uk legal standard 1854-1934 and has a wonderful and unique colour. No hallmark as you expected for this type of piece and age. Dimensions: Cameo approx 54mm high x 44mm wide. Total including the mount approx 62mm high x 57mm wide. Metal: Yellow Gold, Main Gemstone: Cameo

 

 

Antique Gold Shell Cameo of Greek Goddess Hebe Signed Carnesecchi. Incredibly intricate carving. The background is carved so thin that it almost seems translucent and is a testament to the master craftsman ability of Carnesecchi. Signature is scribed very lightly - it was very difficult to photograph and one photo shows a section of this. It is also scribed 120 and what appears to be Otjk

 

Antico cammeo in conchiglia d'oro della dea greca Hebe firmato Carnesecchi. Intaglio incredibilmente intricato. Lo sfondo è così sottile da sembrare quasi traslucido e testimonia l'abilità del maestro artigiano Carnesecchi. La firma è scritta molto leggermente: è stato molto difficile fotografare e una foto mostra una sezione di questo. È anche scritto 120 e quello che sembra essere Otjk

 

 

 

 

E' da notare in questo caso la sigla Otjk

 

 

Girovagando su Internet ho visto sull'interessante sito ANTIQUERS questo threads :

ANTIQUERS

 

questo cammeo sicuramente attribuibile a Francesco Carnesecchi per via della firma

 

 

 

 

My grandmother was a Manhattan (New York) socialite, who was born in 1899. If the dates I've been given are correct, this likely belonged to her mother, or even her grandmother. I am told that it is probably either Bacchus or Ariadne.

Lisa Mitchell Smith

 

 

Sempre su cortese segnalazione della caporedattrice di CameoTimes.com e postato da Annette Wagner

 

WWW ANTIQUERS.COM ..........................CAMMEO MADONNA DELLA SEGGIOLA ---RAFFAELLO SANZIO

 

 

ASTA ..........................ASTA

 

 

 

 

 

 

Segnalata dalla signora ANNETTE WAGNER l'immagine di questo splendido cammeo presente all'asta da Fellows Auctions 20 Luglio 2022 che ha la particolarita' di essere datato.

 

asta da Fellows Auctions

 

 

 

 

 

la particolarita' di questo cammeo e' di essere datato , cosa inconsueta : anno 1853

 

 

E' possibile fosse anche orefice e che talune montature in oro fossero sue creazioni .

Sembra avere un'attivita' frenetica sempre in giro per l'Europa a comperare e a vendere a partecipare a esposizioni e a mostre

Alcuni dei manufatti da lui prodotti mi paiono meno accurati di altri che sono invece di livello alto, questo molto probabilmente dipende dal fatto che aveva pochissimo tempo sempre in viaggio come era , e quindi alcune opere erano solo per una vendita veloce

Ad esempio mi pare di fattura non troppo curata ,forse opera giovanile :

in vendita su e-bay un cammeo firmato

Che possiamo confrontare con l' intaglio probabilmente successivo conservato al MET di New York:

 

Anche i seguenti due cammei ora di proprieta' di SIMONA BUHUS alla cui gentilezza debbo l'immagine

 

 

 

 

Paiono opera giovanile

I due cammei mi hanno lasciato perplesso pur essendo entrambi firmati

Il primo pare avere una seconda scritta in basso

e comunque e' interessante perche' riproducce la rotazione simmetrica di un intaglio di Luigi Pichler (Roma, 31 gennaio 1773 – Roma, 13 marzo 1854) come fa notare l'attenta redattrice di Cameo Times

Quello di Luigi Pichler

quello di Carnesecchi

Quello di Pirchler visto ruotato

Quasi una prova d'arte nel farlo uguale ma ruotato ( ????)

 

 

ALTRE POSSIBILI OPERE

 

 

 

Tenendo conto di 50 anni di attivita' ( era nato nel 1796 circa ed e' probabile fosse attivo assai prima del 1820 visto che nel 29 era gia' a Londra ) e' evidente che vi sono molte opere sue sul mercato che coprono tutti questi 50 anni e quindi anche opere degli inizi

Puo' essere condivisa questa analisi di Pepper Anna, relativa a questi sbalzi di qualita': con la giusta cautela pero'

Con cautela in particolar nodo sul fatto che un'opera firmata possa non essere opera sua , ma solo un marchio di vendita

 

 

da Based on info that we have discussed here on various threads, as well as the interesting and detailed information from Pierluigi's site, Francesco Carnesecchi was active from the 1820s to the early 1870s. Over his lifetime, he had shops in Rome, Paris and London. It seems that he moved back and forth between these cites at various times in his life. With his cameos, I can think of 3 reasons why they might look different, and there are probably others: 1) his skill and artistry improved over the years, 2) he had apprentices who did the less expensive cameos but they were signed Carnesecchi, or 3) he bought cameos from others and signed his name to them to indicate they were sold by his shop. With multiple shops, he probably could not have singlehandedly carved all the cameos he sold. It is possible that all 3 reasons may have been happening in tandem.

 

Sulla base delle informazioni che abbiamo discusso qui in vari thread, nonché delle interessanti e dettagliate informazioni provenienti dal sito di Pierluigi, Francesco Carnesecchi fu attivo dagli anni Venti dell'Ottocento fino ai primi anni Settanta dell'Ottocento. Nel corso della sua vita ebbe negozi a Roma, Parigi, e Londra. Sembra che si sia spostato avanti e indietro tra queste città in vari momenti della sua vita. Con i suoi cammei, mi vengono in mente 3 ragioni per cui potrebbero sembrare diversi, e probabilmente ce ne sono altri: 1) la sua abilità e abilità artistica sono migliorate nel corso degli anni, 2) aveva apprendisti che facevano i cammei meno costosi ma erano firmati Carnesecchi, oppure 3) acquistava cammei da altri e firmava loro con il suo nome per indicare che erano stati venduti dal suo negozio. Con più negozi, probabilmente non sarebbe riuscito a scolpire da solo tutti i cammei che vendeva. È possibile che tutti e 3 i motivi si siano verificati in tandem.

 

by Pepper Anna https://www.antiquers.com/threads/signed-cameo-interesting-depiction-please-help-identify.82992/#post-9699678

 

Aggiungerei che bisogna forse confrontarsi anche con la durezza del materiale lavorato (???)

e che ovviamente non scartava ma vendeva ugualmente manufatti anche non particolarmente riusciti bene

Inoltre nche il logorio ( l'abrasione ) che ottunde certi rilievi delle figure tende a sminuire certe figure

Va tenuto conto che era gia' in grado di fare questo (sicuramente precedentemente al 1822 anno in cui Antonio Canova muore )

intagli anteriori 1822

intagli anteriori 1822

 

 

 

 

 

 

 

Un ringraziamento particolare alla competentissima caporedattrice di CameoTimes.com per le tante segnalazioni ed informazioni e senza il cui aiuto questa pagina non avrebbe potuto essere realizzata

CameoTimes.com è una pubblicazione Internet informativa sul tema dei cammei a New York

 

 

 

TRASPARE IN QUESTA PAGINA L'OMBRA DEL MERCATO DELL'ARTE A ROMA NELL'OTTOCENTO

GLI IMPORTANTI RISVOLTI ECONOMICI

 

 

 

 

 

– Stato Civile di Roma e Provincia (1871-1929): il fondo fu versato dal Tribunale di Roma in diverse tranches nel 2006-2007 ed era costituito dai registri dello Stato Civile Italiano (nascita, morte, matrimonio, indici) relativi a Roma e ai Comuni della Provincia. Per mancanza di spazio nei depositi dell’Archivio di Stato la documentazione fu affidata in outsourcing alla ditta Iron Mountain e conservata presso un deposito ad Aprilia dove nel 2011, a causa di un incendio, tutti i registri andarono distrutti. Per ovviare a tale perdita l’associazione ‘Family Search’ avviò nel 2015 una campagna di digitalizzazione dei ‘primi originali’ conservati presso i Comuni della Provincia di Roma.

dal sito "Portale antenati"

 

 

Liste di leva : I fondi dell’Archivio di Stato di Roma: Ufficio di Leva di Roma (1850-1947), costituito da liste di leva, liste di estrazione e decisioni del Consiglio di Leva; Ufficio di Leva del Circondario di Civitavecchia (1850-1899), costituito da liste di leva, liste di estrazione e decisioni del Consiglio di leva.

Per gli arruolati della circoscrizione di Roma (classi 1843-1939) i ruoli matricolari sono raccolti nel Distretto militare di Roma.

dal sito "Portale antenati"

 

 

Per quanto riguarda Frascati mi e' stato detto che non esistono per il periodo gli stati delle anime, ( notizia da verificare ) il che c'impedirebbe un analisi dell'epoca di arrivo e dei componenti della famiglia di Serafino

 

 

 

 

 

 

UN IMPORTANTISSIMO PASSO..........INDIETRO : CHI ERA SERAFINO

 

 

FRASCATI

 

Frascati aveva nel 1871 5.952 abitanti , nel 1881 ne aveva 6.297 , nel 1901 ne aveva 8.453 , nel 1911 ne aveva 10.087

Nel 1936 ne aveva 11.763, nel 1951 ne aveva 13.102

Nel 2016 ne aveva 22.331

E' presumibile che nel 1750 fosse una cittadina di 3.000---4.000 persone con circa 300---400 nati annui

 

 

Nel fattempo grazie al dr VALENTINO MARCON consigliatomi dal dr UGO ONORATI come esperto dell'Archivio diocesano di Frascati ho conosciuto questo battesimo che si rivelera' importantissimo :

(10 marzo 2023, VALENTINO MARCON )

Atto di battesimo che ci rivela una famiglia fiorentina giunta da poco a Frascati

 

ATTO di Battesimo di Mario Nicola Ignazio Carnesecchi

Anno Domini 1752 Giorno 6 febbraio

(Archivio Storico Diocesano, Fondo Parrocchia (Cattedrale) San Pietro Apostolo, Frascati. Registro dei battesimi. Liber Baptizatorum 1746-1756, pag. 144)

 

Mario Nicola Ignazio, nato il giorno 2 (del mese) dal legittimo matrimonio di Serafino Carnesecchi figlio del fu Giovanni Domenico di Firenze e donna Caterina Montanari figlia di Anacleto Cesenatense abitanti di Tuscolo (Frascati), coniugi, fu battezzato con l’imposizione dei suddetti nomi da me Valentino Pellegrini Arciprete. Padrini furono M. Paolo Lucci e Agata Dominici romani mediante il loro mandato di procura da essi contestualmente fatto nelle persone di D. Agostino Bergantelli e di Arcangelo Benigni Romana rest …

 

 

 

Quindi Serafino il padre e' nato a Soffiano (Firenze ) il 27 aprile 1712 da Giovan Domenico ( 1671) di Piero (1623) e da Caterina di Giuseppe Lumachi

E Mario e' riconducibile alle genealogie di Soffiano ( Firenze ) che partono intorno al 1500 con un Francesco di cui ancora non conosco il padre e non riesco ancora a collocare genealogicamente

Per le genealogie di Soffiano vedi :

 

I Carnesecchi di Soffiano --Arcetri.......................................... I Carnesecchi di Soffiano ( Firenze )

 

QUINDI I CARNESECCHI e i CARNESECCA di BARI E QUESTI CARNESECCHI DI FRASCATI SONO RICONDUCIBILI CON CERTEZZA AI CARNESECCHI DI FIRENZE

 

Ma in via Condotti a Roma sono presenti due individui Carnesecchi

Giuseppe il padrone del caffe' Greco e Giovanni un mercante abitante al num 73 di via Condotti

La stranezza del cognome , il fatto fossero presenti in uno stesso luogo , l'eta' probabilmente simile mi fa pensare fossero fratelli

la dichiarazione del notaio ci dice che anche Giovanni ,come Mario, e' figlio di Serafino

 

 

 

 

Adesso occorrerebbe capire cosa ci faceva Serafino a Frascati a mezzo settecento , vista la propensione dei figli ad occuparsi di ristorazione

 

Quanto allo stock onomastico :

I fratelli di Serafino avevano nome : Giuseppe Maria ; Giovanni Battista; Giovan Pietro ;Piero; Antonio:

erano morti bambini i suoi fratelli : PierBenedetto; Benedetto; Gaetano

 

 

 

 

 

CONCLUSIONE : La presenza di Carnesecchi a Roma e' quindi da legarsi a tempi abbastanza moderni

Ed e' da legarsi alla famiglia di Serafino proveniente da Soffiano -Arcetri , sicuramente dei Carnesecchi fiorentini

Ed e' anche possibile che la gente di Ceprano debba legarsi a questa famiglia tuscolana

Da notarsi la presenza a Napoli ai primi del settecento di un mercante Tommaso Carnesecchi che suppongo di origine in Arcetri-Soffiano ( Firenze )

 

Storia dei Carnesecchi I Carnesecchi di Soffiano ----Arcetri

Questa famiglia decaduta ad un ruolo contadino, e quasi condannata a vivere perifericamente da Firenze , ha questo sussulto ripristinando una tradizione mercantine nel settecento

cosa sociologicamente assai interessante

 

Una vitalita' genetica molto particolare dimostreranno con Mario a cui si devono i Carnesecchi pugliesi

Pur non sapendo il mestiere esercitato da Serafino a Frascati rimango colpito per la vocazione alla ristorazione dei suoi figli

 

 

 

 

Ricordo la possibilita' di Pietro come ulteriore figlio di Serafino o comunque nipote

Di questo individuo non ho dati anagrafici ne' episodi della vita lo conosco solo per questa sua figlia

 

ANGELA di PIETRO

 

( Molto interessante la presenza di un o una Carnesecchi per ora sconosciuto a Roma come fabbricante di mosaici : CARNESECHI A. )

 

Forse e' questa Angela di Pietro

 

 

 

Angela Carnesecchi fu Pietro muore a Roma nel 1877

e' vedova di Pietro Mazzotta

L'atto civile di morte rintracciatomi da ..... del sito Tuttogenealogia.it , rivela che e' nata a Roma e al momento della morte si presume abbia circa 60 anni

a Ripatransone era nato il figlio Augusto Mazzotta morto a Roma il 7 ottobre 1912 a 77 anni

Credo che Augusto sia stato un avvocato a Roma

considerando che siamo in un periodo che l'eta' alla morte e' affidabile

quindi circa nel 1835 Angela era a Ripatransone

ma non era di origine marchigiana bensi romana era nata intorno al 1815 e si trovava a Ripatransone con il marito o con la famiglia originaria

Ripatransone è un comune italiano di 4 115 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche. Il paese, situato su un alto colle a breve distanza dal mare Adriatico.

dovro' verificare cercando sugli stati delle anime di Ripatransone se trovo tracce della sua famiglia d'origine

Teoricamente non possiamo escludere che Pietro sia un secondo figlio di Agostino di Giuseppe

 

 

La corista di Bracciano del 1834 e' abbastanza probabile sia Caterina figlia di Giovanni

E' da sistemare genealogicamente il Toto ( suppongo Antonio) Carnesecca ( suppongo Carnesecchi ) di cui per ora non ho trovato altre notizie

 

 

 

 

 

la suggestione dei nomi e' forte Giovanni come uno dei figli di Serafino , Agostino come il figlio suicida di Giuseppe

la tappa a Frosinone prima d'insediarsi a Ceprano

E METTO IN UN ANGOLO DELLA MEMORIA LA POSSIBILE RELAZIONE TRA LA FAMIGLIA DI FRASCATI E I CARNESECCHI DI CEPRANO

 

 

Giovanni ha due figli maschi : Enrico ed Agostino

Occorre trovare il nome del padre di Giovanni

forse possiamo trovare suo padre nell'atto di battesimo proprio di Agostino (ca 1837 ) e di Enrico ( nato nel 1839)

Purtroppo con la caduta di Napoleone Bonaparte lo stato civile napoleonico venne soppresso e i dati anagrafici tornarono ad esser raccolti tramite i registri religiosi

Non esiste uno Stato civile alternativo ai documenti religiosi

E' grazie ai dottori Francesco Zangrilli e Luisa Alonzi dell'Archivio diocesano ( di Frosinone Veroli Ferentino) che faccio un passo avanti decisivo

I dottori ritrovano il battesimo di Enrico

 

dal battesimo si vede che il padre di Giovanni ha nome Agostino

Debbo trovare ulteriori conferme , ma il pensiero corre con sufficiente sicurezza all'Agostino di Giuseppe ( padrone del caffe' Greco ) , morto suicida nel 1812

chiesa di Santa Maria Assunta di Frosinone

Registro dei battesimi num 19 ( 1810--1844 )

carta 312 verso

 

N° 2001. Die 26 d(ict)i. Ego D(ominus) Can(oni)cus Gaspari V(ice) C(urato) baptizavi juxta ritum S(anctae) R(omanae) E(cclesiae) Enricum heri natum ex Ioanne q(uondam) Augustini Carnesecchi, et Gertrude fil(ia) Nicolai Testa conj(ugibus). Patrini fuere Ioannes et Dominica conj(ugibus)

26 febbraio 1839

quindi nato il 25 febbraio 1839

traduzione per la cortesia di Luca -Sito Tuttogenealogia

 

Giovanni dopo essere rimasto a Frosinone ( almeno tra il 1837 e il 1839 ) deve essersi trasferito a Ceprano ai confini dello Stato pontificio

Questo trasferimento dovrebbe essere avvenuto dopo la nascita di Enrico ( 25 febbraio 1839 )

A Ceprano comprera' la locanda Trani che diverra' la Locanda Carnesecchi

Dopo l'acquisto gestira' la locanda, Locanda dove pernottera' Garibaldi durante il periodo della Repubblica romana del 1849

( Nel 1849 tutti e due i figli erano troppo giovani Agostino 12 e Enrico 10 )

Giovanni dovrebbe poi essere morto a Ceprano

 

Enrico ereditera' la locanda che poi passera' al figlio Vincenzo

( Locanda e servizio di vetture )

 

 

Un episodio :

Garibaldi a Ceprano nella locanda Carnesecchi ai tempi della Repubblica romana

 

………………….Garibaldi scrisse immediatamente una lettera al Mazzini, in cui lamentava di non poter cogliere il frutto della propria impresa. A malincuore, però, obbedì, lasciando Arce (ed il Regno) la sera dello stesso giorno, pernottando in Ceprano su una panca della locanda Carnesecchi. 

 

Biblioteca storica del risorgimento italiano pag 204 ediz 1902

Garibaldi invece nella notte dal 27 al 28 lo troviamo di ritorno a Ceprano dove dormi alla meglio su una tavola nella locanda Carnesecchi e il 28 era a Frosinonecol grosso delle sue forze......

Giovanni Carnesecchi dall'eta' dei figli possiamo ritenere nato poco dopo il 1800 e ovviamente prima del 1813, visto che il padre Agostino era morto nel 1812

 

 

foto tratta da "Ceprano antico"

 

 

foto tratta da : Ceprano, quattro passi nel tempo. Un tour immaginario dal 1870 ai giorni d’oggi ---blog di Aldo Cagnacci

 

L'albergo poi diverra' di ENRICO di Giovanni Carnesecchi (1839 +1878) e da Enrico passera' al figlio di questo Vincenzo

Dietro all’albergo c’erano le stalle dei cavalli delle diligenze per il trasporto di persone e servizio postale

 

Sara' probabilmente questo lo stimolo che portera' Agostino , altro figlio di Giovanni, a seguire Garibaldi dopo l'impresa dei mille , combattendo un po in tutte le guerre unitarie

 

 

 

 

LINK CORRELATI

 

 

I Carnesecchi di Soffiano --Arcetri.......................................... I Carnesecchi di Soffiano ( Firenze )

 

 

Avevo detto :

"Fondamentale si rivelera' il nome del padre di Mario : Serafino

Ma merita di considerare anche che Mario a Monopoli sara' cuoco , aprendo alla considerazione che lo stesso Serafino fosse dedito alla ristorazione"

 

Eccoci ad aggiungere alla presunta vocazione familiare : Giuseppe e Giovanni

Ritengo che la famiglia di Serafino godesse di un certo benessere e potesse essere gia' legata alla ristorazione : cuoco (??)

Una presenza quella di Serafino che potrebbe avere legami con il fiorentino vescovo di Frascati e poi Papa Clemente XII Corsini

Uno dei padrini al battesimo di Mario e' Augustino Bergantelli un possidente della zona a conferma del benessere familiare a Frascati

 

 

La locanda di Ceprano ed i nomi di Giovanni e di Agostino paiono porre un ponte tra Frascati Roma e Ceprano, probabilmente passando per Frosinone

 

I Carnesecchi a Ceprano .........................................................Albero di Enrico Carnesecchi

I Carnesecchi a Ceprano........................Albero di Agostino Carnesecchi

I Carnesecchi a Ceprano ...........................................L'eroico tenente colonello dei Carabinieri Giovanni Carnesecchi

 

 

 

I Carnesecchi a Bari ............................................................................... I Carnesecchi in Puglia

I Carnesecchi a Bari

l'ing Francesco Carnesecchi e l'ing Giuseppe Carnesecchi a Bari e l'urna del beato Raimondo a Napoli

 

 

Un Carnesecchi fiorentino ..............................................................................Tommaso Carnesecchi a Napoli

 

 

 

 

 

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A pochi passi dalla magnifica fontana della Barcaccia realizzata dal Bernini proprio nel cuore di quella piazza di Spagna, che inizia a splendere nel ‘700 grazie all’incredibile scalinata di Trinità dei Monti, proprio lì in via Condotti si trova uno dei gioielli di Roma: L’Antico Caffè Greco

 

A few steps away from the magnificent Barcaccia fountain by Bernini right in the heart of Piazza di Spagna, which began to shine in the 18th century thanks to the incredible Trinità dei Monti’s Steps, right there on Via Condotti is one of Rome’s jewels: Antico Caffè Greco

 

 

In questa storia una parte importante l'ha avuta l'antico caffe' Greco di via Condotti

che ora attraversa un periodo molto critico

Riporto il condivisibile appello della proprieta' del marchio

 

 

Qualcuno ha detto che il Caffè Greco ha il suo fascino tutto all’interno.

 

Vero, lo diciamo con un po’ di amaro in bocca e vi spieghiamo il motivo: solamente coloro che non hanno una cultura storica di Roma e del Caffè Greco possono affermare ciò, al contrario se avessero un minimo di lumi potrebbero fermarsi sulla soglia dell’Antico Caffè Greco e guardare giù per Via Condotti riuscendo a scorgere l’appartamento dove Keats risiedeva nella speranza di sconfiggere la tubercolosi e magari, di sfuggita, si potrebbe intravedere la figura schiva del Leopardi uscire dalla sua dimora.

Non è finita qui, restando sull’uscio del Caffè, alzando lo sguardo si può osservare l’appartamento di Hans Christian Andersen. A sinistra verso Piazza di Spagna, volgendo lo sguardo in alto verso la scalinata di Trinità dei Monti, si potrebbe udire la voce di Giacomo Casanova, mentre sopraggiunge, con la sua andatura sorniona, all’Antico Caffè Greco.

Fuori dal Caffe c’è Roma, la città eterna e l’Antico Caffè Greco sono intimantente correlati da storia, arte e passione.

Non lasciamo che tutto ciò venga sepolto.

 

Antico Caffè Greco

(26 Aprile 2021)